CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 28 settembre 2017
883.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
Pag. 140

INTERROGAZIONI

  Giovedì 28 settembre 2017. — Presidenza del presidente Guglielmo EPIFANI.

  La seduta comincia alle 13.40.

5-09058 Bargero: Criticità nella gestione dei buoni pasto da parte degli esercizi commerciali.
5-10950 Sammarco: Esclusione degli operatori turistici dall'applicazione della normativa di cui all'articolo 1, comma 243, della legge n. 232 del 2016.
5-11595 Fanucci: Regolazione della rete di distribuzione dei carburanti.
5-11707 Burtone: Chiusura dei siti Sogin nel periodo estivo 2017.
5-11788 Mongiello: Prospettive produttive e occupazionali della società Mazal Global Solutions Srl.
5-12011 Crippa: Copertura degli oneri relativi al cosiddetto «caso Gala».
Sull'ordine dei lavori.

  Guglielmo EPIFANI, presidente, avverte che il Governo ha comunicato di non poter Pag. 141essere presente alla seduta di oggi per concomitanti impegni istituzionali. Al riguardo, pur comprendendo le motivazioni addotte dal Governo, sottolinea che le attività parlamentari devono rappresentare l'impegno prioritario dell'Esecutivo. Assicura quindi che solleciterà il Ministro dello sviluppo economico affinché sia garantita una più assidua presenza dei rappresentanti del Dicastero alle sedute della Commissione.

  Davide CRIPPA (M5S) stigmatizza l'assenza del rappresentante del Governo ritenendo altresì che la Presidenza avrebbe dovuto darne comunicazione preventiva ai rappresentanti dei gruppi. Chiede quindi che la prossima settimana la X Commissione possa svolgere, oltre alla seduta di interrogazioni ordinarie prevista per oggi, anche una seduta dedicata alle interrogazioni a risposta immediata.

  Guglielmo EPIFANI, presidente, assicura che la richiesta del deputato Crippa sarà sottoposta alla valutazione dei rappresentanti dei gruppi nell'odierna riunione dell'ufficio di presidenza.

  La seduta termina alle 13.45.

ATTI DEL GOVERNO

  Giovedì 28 settembre 2017. — Presidenza del presidente Guglielmo EPIFANI.

  La seduta comincia alle 13.50.

Schema di decreto legislativo per l'adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) n. 1025/2012 sulla normazione europea e della direttiva (UE) 2015/1535 che prevede una procedura d'informazione nel settore delle regolamentazioni tecniche e delle regole relative ai servizi della società dell'informazione.
Atto n. 459.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello Schema di decreto all'ordine del giorno.

  Lorenzo BECATTINI (PD), relatore, illustra i contenuti dello schema di decreto legislativo che è stato predisposto in attuazione della delega prevista dall'articolo 8 della legge di delegazione europea 2015, il quale dà mandato al Governo di provvedere all'adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) n. 1025/2012 sulla normazione europea e della direttiva (UE) 2015/1535, che prevede una procedura d'informazione nel settore delle regolamentazioni tecniche e delle regole relative ai servizi della società dell'informazione. Si segnala preliminarmente che l'esigenza di procedere, con il regolamento (UE) n. 1025/2012, ad una semplificazione e ad un adeguamento del quadro normativo previgente in materia, è derivata dalla constatazione che tale quadro giuridico non era più al passo con gli sviluppi occorsi negli ultimi decenni nell'ambito della normazione europea e che era necessario coprire nuovi aspetti della normazione e tenere conto degli ultimi sviluppi e delle sfide future della normazione europea, in particolare attraverso l'elaborazione di più norme per i servizi e l'evoluzione dei prodotti della normazione diversi dalle norme formali. Inoltre, l'esigenza di procedere, con la direttiva (UE) 2015/1535, ad una codificazione delle disposizioni vigenti in materia, nasce dalla constatazione della necessità, a fini di chiarezza e razionalizzazione, di sostituire la precedente analoga direttiva 98/34/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, in relazione alle varie e sostanziali modifiche subite dalla stessa nel tempo.
  Con più specifico riferimento all'articolato, si segnala che l'articolo 1, comma 1, del decreto legislativo apporta al testo vigente in materia (la legge n. 317/1986) le modifiche e integrazioni necessarie per il corretto adeguamento alle disposizioni contenute nel regolamento (UE) n. 1025/2012 e nella direttiva (UE) 2015/1535.
  L'articolo 1, comma 1, lettera a), modifica il titolo della legge vigente, che diviene «Disposizioni di attuazione di disciplina Pag. 142europea in materia di normazione europea e procedura d'informazione nel settore delle regolamentazioni tecniche e delle regole relative ai servizi della società dell'informazione».
  L'articolo 1, comma 1, lettera b), sostituisce l'articolo 1 della legge n. 317/1986, recante le definizioni, al fine di allinearlo ai contenuti della direttiva e, relativamente alle definizioni che non sono già comuni ad entrambi gli atti normativi europei, anche alle altre definizioni direttamente applicabili contenute nel regolamento. Sono, in particolare, confermate alcune definizioni contenute nel testo vigente e sono state aggiunte, tra le altre, quelle di «testo definitivo di una regola tecnica», «data di adozione di una regola tecnica» e «data di pubblicazione ufficiale di una regola tecnica», al fine di prevenire ambiguità interpretative che hanno determinato l'apertura di numerose procedure di infrazione da parte della Commissione. La sostituzione della definizione di «Ispettorato tecnico» – struttura non più presente con tale denominazione nell'organizzazione del Ministero – con la definizione di «Unità centrale di notifica» non costituisce innovazione sostanziale, rispondendo all'esigenza di conformazione all'attuale assetto dell'organizzazione e delle competenze in materia del MiSE.
  L'articolo 1, comma 1, lettera c) dispone la sostituzione del comma 2 dell'articolo 1-bis della legge n. 317/1986, relativo ai casi in cui la procedura di informazione non si applica, restringendo l'ambito delle esenzioni, in conformità alle disposizioni della direttiva.
  L'articolo 1, comma 1, lettere d) e) ed f), aggiorna l'articolo 3 della legge n. 317/1986 (concernente la partecipazione italiana al comitato europeo previsto dall'abrogata direttiva 98/48/CE) in relazione alle modifiche nel frattempo intervenute nelle denominazioni e nell'assetto delle amministrazioni nazionali competenti, oltre che per riferire tale norma ad entrambi i comitati oggi previsti dalla direttiva e dal regolamento. Non trattandosi di nuovi organi né dell'attribuzione di nuovi compiti alle amministrazioni interessate, per la relazione tecnica del Governo non si determinano comunque nuovi oneri a carico della finanza pubblica.
  L'articolo 1, comma 1, lettera g), sostituisce l'articolo 4 della legge n. 317/1986 e detta norme sugli Organismi nazionali di normazione italiani. In particolare, l'articolo 4, comma 1, sostanzialmente riproducendo il contenuto delle disposizioni vigenti, prevede la comunicazione alla Commissione europea, da parte del MiSE, dell'individuazione e delle modifiche degli organismi nazionali di normazione italiani. Tale comunicazione è effettuata previo decreto interministeriale adottato dal Ministro dello sviluppo economico, di concerto con i Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale, del lavoro e delle politiche sociali, delle infrastrutture e dei trasporti, nonché dell'istruzione, dell'università e della ricerca, delle politiche agricole, alimentari e forestali e dell'interno. Il compito di esercitare la vigilanza sui citati organismi nazionali di normazione è individuato in capo al MiSE. Il successivo comma 2 prevede che continuino ad operare quali organismi nazionali di normazione, come individuati alla data di entrata in vigore del decreto: l'Ente nazionale italiano di unificazione (UNI); il Comitato elettrotecnico italiano (CEI); congiuntamente l'UNI ed il CEI, relativamente alle attività da svolgere in rapporto con l'ETSI e l'UIT sulla base di appositi accordi di collaborazione con l'Istituto superiore delle comunicazioni e delle tecnologie dell'informazioni (ISCOM).
  L'articolo 1, comma 1, lettere h) ed i) dispongono l'integrale sostituzione dell'articolo 5 della legge con due diversi articoli: il nuovo articolo 5, che riproduce ed aggiorna – coerentemente alle disposizioni contenute nella direttiva (UE) 2015/1535) (richieste agli organismi di normazione) e nel regolamento (UE) n. 1025/2012 (trasparenza dei programmi di lavoro degli organismi di normazione, trasparenza delle norme e accesso alle norme da parte delle PMI) – le disposizioni già contenute all'articolo 5; l'articolo 5-bis, che riproduce ed aggiorna, sempre in coerenza con le disposizioni della direttiva (obbligo dicomunicazione Pag. 143di regole tecniche e riferimento alla direttiva) e del regolamento citati, altre disposizioni del medesimo articolo 5, concernenti gli adempimenti delle amministrazioni pubbliche italiane ai fini dell'adozione di regole tecniche nazionali. Il MiSE, attraverso la propria Unità centrale di notifica, rimane essenzialmente organo tecnico strumentale a garantire il corretto svolgimento della procedura come punto di contatto unico nazionale con la Commissione e gli altri Stati membri dell'Unione europea, mentre i Ministeri competenti per l'adozione o proponenti restano responsabili della scelta, attraverso la trasmissione del relativo testo, di comunicare uno schema normativo come progetto di regola tecnica, dei contenuti di tale comunicazione, dei contenuti delle reazioni nazionali ad eventuali osservazioni e pareri circostanziati della Commissione o di altri Stati, così come della presentazione e del contenuto di eventuali osservazioni e pareri circostanziati italiani rispetto ai progetti di regole tecniche di altri Stati. Nuova sul piano formale, ma non per l'assetto sostanziale, è l'espressa previsione che anche le regioni e le province autonome (oltre alle Autorità indicate in un elenco aggiornabile su motivata richiesta delle Amministrazioni con competenza prevalente nella materia e del Ministero dello sviluppo economico) effettuino, per il tramite dell'Unità centrale di notifica, la comunicazione dei propri progetti di regole tecniche.
  L'articolo 1, comma 1, lettera l) sostituisce l'articolo 6 della legge n. 317/1986, relativo alla comunicazione delle informazioni da parte del MiSE, in particolare relativamente ai progetti di regola tecnica di altri Stati membri dell'Unione europea e relativamente alle osservazioni ed ai pareri circostanziati che le amministrazioni italiane possono formulare in merito. Più in dettaglio, la norma prevede, al comma 1, che siano posti a disposizione delle altre amministrazioni pubbliche interessate i progetti di regola tecnica di altri Stati membri dell'Unione europea comunicati dalla Commissione europea; le altre informazioni acquisite dall'Unità centrale di notifica nel corso della procedura europea di informazione nel settore delle regolamentazioni tecniche e delle regole relative ai servizi della società dell'informazione. Compete al MiSE la definizione delle modalità per assicurare il flusso delle informazioni. Il comma 2 dispone l'invio all'Unità centrale di notifica delle osservazioni o dei pareri circostanziati formulati dalle altre amministrazioni pubbliche interessate su un progetto di regola tecnica presentato da altri Stati membri dell'Unione europea. L'unità centrale di notifica trasmette le osservazioni e i pareri alla Commissione europea.
  L'articolo 1, comma 1, lettera m), sostituisce l'articolo 8 della legge n. 317/1986, relativo al contributo agli organismi nazionali di normazione italiani. In particolare, il comma 1 prevede la concessione agli organismi nazionali di normazione italiani, da parte del MiSE, di un contributo annuo determinato forfettariamente nei limiti delle disponibilità di cui al successivo comma 2, così suddiviso: in misura pari al 67 per cento di tali disponibilità per l'UNI; in misura pari al 33 per cento per il CEI. Tale concessione è finalizzata a consentire l'adeguato svolgimento dell'attività di normazione tecnica, in particolare per la sicurezza degli impianti, prodotti, processi e servizi; a consentire un'adeguata partecipazione alle attività di cooperazione europea ed internazionale in materia e di promozione della cultura della normativa tecnica; a contenere i costi di acquisto delle norme, in particolare a vantaggio delle piccole e medie imprese, artigiani, ordini e associazioni professionali; a consentire al MiSE di disporre l'eventuale pubblicazione gratuita di norme di particolare interesse pubblico. Il contributo mantiene il carattere di cofinanziamento rispetto alle entrate proprie per ricavi da vendite delle norme e per contributi privati ed eventualmente dell'Unione europea. A tal fine, esso non può comunque eccedere il 50 per cento dei costi iscritti nel bilancio di UNI e CEI nell'esercizio precedente relativamente allo svolgimento delle funzioni istituzionali. È facoltà del MiSE adottare direttive Pag. 144sulle priorità e sulle ulteriori finalità cui destinare il predetto contributo. Il successivo comma 2 pone la concessione e l'erogazione dei descritti contributi a carico delle somme annualmente iscritte nell'apposito capitolo dello stato di previsione della spesa del MiSE e prevede altresì il versamento all'entrata del bilancio dello Stato, per le finalità previste dalla norma, di una somma pari al tre per cento del contributo dovuto annualmente dall'INAIL per l'attività di ricerca nel campo della prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, a partire dalla cessazione dell'attività commissariale dell'ENPI
  L'articolo 1, comma 1, lettera n), dispone la sostituzione dell'articolo 9 della legge, relativo al necessario differimento dell'adozione delle regole tecniche rispetto alla data della preventiva notifica delle stesse e agli ulteriori differimenti previsti in particolare nel caso di osservazioni e pareri circostanziati.
  L'articolo 1, comma 1, lettera o), sostituisce l'articolo 9-bis della legge n. 317 del 1986, relativo agli adempimenti procedurali necessari per lo svolgimento della procedura europea di comunicazione preventiva delle regole tecniche, precisando il ruolo svolto al riguardo dall'Unità centrale di notifica presso il MiSE. Anche tali disposizioni costituiscono attuazione degli articoli 5 e 6 della direttiva (UE) 2015/1535 e, rispetto al testo vigente del medesimo articolo 9-bis, contengono aggiornamenti redazionali e dei riferimenti dell'ufficio competente oltre ad integrazioni concernenti la gestione della procedura di notifica relativa a progetti di regole tecniche contenuti in disegni di legge di iniziativa parlamentare o in provvedimenti, anche con valore o forza di legge, ovvero di iniziativa legislativa, di competenza del Consiglio dei Ministri.
  L'articolo 1, comma 1, lettera p) si sostituisce l'articolo 9-ter, nel quale sono precisate le tipologie di disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative e gli accordi facoltativi cui non si applicano gli adempimenti di comunicazione preventiva dei progetti di regole tecniche.
  L'articolo 1, comma 1, lettera q), abroga gli articoli 7 e 11 della legge n. 317 del 1986.
  L'articolo 1, comma 1, lettere r) e s) provvede a limitati aggiornamenti redazionali e dei riferimenti normativi del testo degli allegati I e II della legge n. 317 del 1986, anche per un suo più completo allineamento al testo degli allegati I e II della nuova direttiva.
  L'articolo 2 abroga l'articolo 8 della legge 5 marzo 1990, n. 46, non più necessario in quanto in parte superato e in parte riassorbito nel novellato articolo 8 della legge n. 317 del 1986, ed introduce le disposizioni finali sull'applicazione del presente decreto.
  L'articolo 3 contiene la clausola di invarianza finanziaria.
  L'articolo 4, tenuto conto che entrambi i provvedimenti europei da attuare sono già entrati in vigore, prevede che il decreto legislativo entri in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

  Guglielmo EPIFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 28 settembre 2017. — Presidenza del presidente Guglielmo EPIFANI.

  La seduta comincia alle 14.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017.
Doc. LVII, n. 5-bis, Allegato 1 e Annesso.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Pag. 145

  Luigi TARANTO (PD), relatore, ricorda preliminarmente che la presentazione della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (NADEF) da parte del Governo è prevista dalla legge di contabilità nazionale (legge n. 196/2009). In particolare, l'articolo 10-bis della citata legge di contabilità prevede che la Nota di aggiornamento del DEF contenga: l'eventuale aggiornamento delle previsioni macro-economiche e di finanza pubblica per l'anno in corso e per il restante periodo di riferimento; l'eventuale aggiornamento degli obiettivi programmatici individuati dal DEF, al fine di prevedere una loro diversa ripartizione tra lo Stato e le amministrazioni territoriali ovvero di recepire le indicazioni contenute nelle raccomandazioni eventualmente formulate dalla Commissione europea; le eventuali modifiche e integrazioni al DEF conseguenti alle raccomandazioni del Consiglio europeo relative al Programma di stabilità e al PNR; l'obiettivo di saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato e di saldo di cassa del settore statale; l'indicazione dei principali ambiti di intervento della manovra di finanza pubblica per il triennio successivo, con una sintetica illustrazione degli effetti finanziari attesi dalla manovra stessa in termini di entrata e di spesa, ai fini del raggiungimento degli obiettivi programmatici; l'indicazione di eventuali disegni di legge collegati.
  Alla Nota di aggiornamento del DEF sono allegate le relazioni sulle spese di investimento e sulle relative leggi pluriennali; il rapporto programmatico recante gli interventi in materia di spese fiscali; il rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto all'evasione fiscale e contributiva; la relazione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva.
  Alla Nota è altresì allegata la Relazione al Parlamento redatta ai sensi dell'articolo 6, comma 5 della legge 24 dicembre, n. 242, che illustra l'aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo programmatico strutturale (MTO).
  Dà conto sinteticamente degli andamenti tendenziali macroeconomici, del quadro programmatico e del percorso programmatico di finanza pubblica con particolare attenzione alle materie di competenza della Commissione Attività produttive.
  Per quanto riguarda il quadro macroeconomico, la Nota di aggiornamento 2017 presenta due scenari previsionali, uno tendenziale e l'altro programmatico, coerenti con lo scenario aggiornato riguardante le variabili esogene internazionali. Le previsioni del quadro tendenziale incorporano gli effetti sull'economia del quadro normativo vigente che – precisa la Nota – include gli effetti sull'economia delle clausole di salvaguardia che prevedono aumenti di imposte indirette per il 2018 e 2019. Lo scenario programmatico incorpora l'impatto sull'economia delle nuove misure che saranno adottate con la prossima legge di bilancio per il 2018. Le due previsioni, che coincidono dunque per l'anno in corso, si differenziano gradualmente negli anni successivi, in relazione alle future misure di politica fiscale. Relativamente all'anno in corso, la Nota mette in rilievo il rafforzamento della ripresa dell'economia italiana a partire dall'ultimo trimestre del 2016, in virtù di un contesto di crescita più dinamica a livello europeo e globale, che emerge sia dai dati di prodotto interno lordo, sia da quelli di occupazione e ore lavorate. Questi segnali incoraggianti consentono – secondo la Nota – di innalzare la previsione di crescita tendenziale del PIL reale per il 2017 all'1,5 per cento rispetto all'1,1 per cento previsto nel Documento di Economia e Finanza (DEF) di aprile. Il Governo evidenzia quali condizioni favorevoli ad un ulteriore rafforzamento della crescita, le valutazioni delle imprese manifatturiere circa ordinativi e produzione, i quali si attestano ai livelli più elevati dall'inizio della ripresa. In particolare, viene evidenziato che il fatturato è già cresciuto fortemente nei primi cinque mesi dell'anno, mentre la produzione di beni strumentali è decollata in giugno e luglio. Dunque, evidenze suggeriscono, afferma la Nota, che – a dispetto dell'apparente lentezza della ripresa degli investimenti in macchinari Pag. 146e attrezzature nella prima metà dell'anno – sia invece in atto un rafforzamento che è stato inizialmente colto dai dati di fatturato delle imprese produttrici di beni strumentali e solo in seguito dall'andamento della produzione. La Nota sottolinea al riguardo la spinta che potrà derivare all'economia ed alla produttività dagli investimenti pubblici e dalle misure inquadrate nella strategia del Piano nazionale Impresa 4.0.
  La Relazione al Parlamento annessa alla Nota rileva che, sebbene il differenziale di crescita dell'Italia rispetto alla media dell'Unione Europea si stia restringendo grazie alle riforme strutturali e alle diverse policy adottate in questi ultimi anni, il ritmo di crescita è ancora al di sotto dei principali partner europei. Il tasso di disoccupazione, pur in discesa, rimane elevato. Le riforme adottate dal Governo non hanno, peraltro, ancora esplicato completamente i loro effetti, anche con riferimento a quelle per promuovere un ambiente più favorevole agli investimenti produttivi e incentivare la capitalizzazione delle imprese, e ai recenti interventi sul settore bancario. Gli investimenti nel settore privato seguono una tendenza positiva, ma sono ancora al di sotto dei livelli pre-crisi, mentre quelli del settore pubblico necessitano di ulteriori risorse per il necessario rilancio.
  Il quadro macroeconomico programmatico presentato nella Nota include l'impatto sull'economia delle misure che saranno adottate con la prossima legge di bilancio per il 2018. Il profilo della attuale manovra indicata nella Nota avrebbe un impatto positivo sulla crescita del 2018 di 0,3 punti percentuali rispetto alla previsione tendenziale (+1,5 per cento anziché +1,2 per cento). Il quadro programmatico include la disattivazione nel 2018 degli aumenti IVA previsti dalla legislazione vigente, in parte già disattivati dalla manovra di aprile scorso. Anche per il 2019, il quadro migliora di 0,3 punti percentuali rispetto alla previsione tendenziale di crescita (+ 1,2 percento) mentre rimane stabile nel 2020 attestandosi al + 1,3 per cento.
  Con riferimento all'andamento dei saldi di finanza pubblica, la NADEF 2017 aggiorna il quadro programmatico di finanza pubblica per il quinquennio 2018-2020 e, in particolare, il percorso di avvicinamento all'obiettivo medio periodo. Viene pertanto presentata, allegata alla Nota, la citata Relazione al Parlamento redatta ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge n. 243/2012, che illustra l'aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo programmatico strutturale (MTO).
  Nella Relazione si rileva che, coerentemente con quanto comunicato alla Commissione europea nello scorso mese di maggio, il Governo conferma l'intenzione di ridurre l'aggiustamento strutturale di bilancio nel 2018 da 0,8 punti percentuali, che eccedevano comunque quanto richiesto dal braccio preventivo del Patto di Stabilità e Crescita, a 0,3 punti. Considerando anche l'effetto della revisione al rialzo del PIL (e quindi la chiusura dell'output gap), il nuovo obiettivo di indebitamento passa all'1,6 per cento del PIL nel 2018, che segna comunque un'accelerazione del processo di riduzione del deficit. Per il biennio successivo, si intende continuare nella direzione del sostanziale conseguimento del pareggio di bilancio nel 2020, sia in termini nominali, sia strutturali.
  In tal senso, con il disegno di legge di bilancio per il triennio 2018-2020, saranno introdotte – secondo quanto rileva la Relazione – misure in favore della crescita attraverso l'incentivazione degli investimenti privati e il potenziamento di quelli pubblici, con il duplice obiettivo di supportare la competitività del Paese e stimolare la domanda aggregata, oltre a interventi per promuovere la crescita occupazionale in particolare dei giovani e sostenere i redditi delle famiglie più povere.
  L'obiettivo di indebitamento netto per il 2018 è pertanto rivisto dall'1,2 del DEF al sopra indicato 1,6 per cento del PIL, in coerenza con un obiettivo di saldo strutturale dell'1,0 per cento del PIL. Le risorse rese disponibili in conseguenza della revisione dell'obiettivo di indebitamento netto Pag. 147sono finalizzate ad evitare, come sopra già accennato, l'entrata in vigore nel 2018 degli aumenti IVA previsti dalla legislazione vigente, in parte già disattivati dalla manovra di aprile. Come sopra accennato, l'indebitamento netto per il 2019 è rivisto al rialzo dallo 0,2 allo 0,9 per cento. La differenza verrà utilizzata – afferma la Relazione – per disattivare parte degli aumenti IVA previsti a legislazione vigente e per misure di sostegno agli investimenti pubblici e privati, inclusi quelli in capitale umano e ricerca. La revisione dell'obiettivo di indebitamento per il 2020 è più contenuta, da 0,0 per cento a 0,2 per cento.
  Per quanto riguarda il cronoprogramma delle riforme, dando seguito alla Raccomandazione n. 2 del Consiglio dell'Unione europea dell'11 luglio 2017 sul programma di stabilità 2017 dell'Italia, nella quale si evidenziava la necessità di «adottare e attuare rapidamente la legge sulla concorrenza rimasta in sospeso e rimuovere le rimanenti restrizioni alla concorrenza», il 2 agosto scorso è stata approvata la prima legge annuale per il mercato e la concorrenza. Nella Nota di aggiornamento al DEF si dà atto che i relativi decreti attuativi sono in corso di definizione da parte del Governo.
  Il Cronoprogramma delle riforme incluso nella Nota di aggiornamento al DEF, confermando quanto riportato nel Cronoprogramma contenuto nel DEF, individua il termine 2017/2018 per la predisposizione della nuova legge annuale per il mercato e la concorrenza 2017.
  Nell'ambito delle valutazioni di crescita degli investimenti e della produttività del tessuto imprenditoriale italiano, la politica della concorrenza, perseguita in primis dal Governo con la recente legge annuale approvata, costituisce peraltro una delle misure strutturali di riforma cui, nel medio lungo periodo, vengono ascritti effetti positivi in termini di miglioramento del prodotto interno lordo. In particolare, nella Tavola ricostruttiva degli effetti macroeconomici delle riforme per aree di intervento, esposta nella Nota di Aggiornamento a tale politica viene ascritto un effetto migliorativo del PIL pari a 0,2 punti percentuali in un orizzonte quinquennale, a 0,5 punti percentuali nel medio periodo (dieci anni) e all'1 percento nel lungo periodo.
  Accanto alla politica della concorrenza, un ruolo determinante, in termini di effetti macroeconomici delle riforme, è ascritto all'insieme coordinato di misure di agevolazione fiscale e di rinnovamento tecnologico volte a supportare e rafforzare la competitività del tessuto produttivo imprenditoriale italiano, identificate nel Piano Industria 4.0.
  In proposito alle misure del Piano, la Nota sottolinea come il sistema ’Industria 4.0’ sia entrato nella sua seconda fase di attuazione, essendo stato esteso per includere interventi capaci di coinvolgere il sistema produttivo e i servizi, la formazione specifica dei lavoratori, il sistema duale scuola-lavoro.
  Tali misure vengono infatti distinte sulla base delle loro diverse finalizzazioni:
   investimenti innovativi, supportati in particolar modo dalla cd. «Nuova Sabatini» implementata per ambito di applicazione e risorse già con la legge di bilancio 2017, dal cd. «super ammortamento» e «iper ammortamento» dei beni strumentali ad alto contenuto tecnologico, implementati con la legge di bilancio 2017 e da ultimo con il decreto-legge n. 50/2017; dagli interventi di sostegno alle startup innovative, estesi dal decreto-legge n. 50/2017;
   finanza per la crescita, tra le quali sono riconducibili le nuove disposizioni per l'operatività del Fondo di garanzia per le PMI, entrate in vigore a giugno 2017, con l'intervento di risorse a controgaranzia di Cassa depositi e prestiti nell'ambito del cd. Piano Juncker, i PIR (Piani individuali di risparmio a lungo termine), modificati nella loro operatività da ultimo con il decreto-legge n. 50/2017; la riforma dei Confidi, e la disciplina agevolativa degli investimenti a lungo termine nel capitale delle imprese, già introdotta dalla legge di bilancio 2017, la disciplina del patent box Pag. 148da ultimo rivista dal decreto-legge n. 50/2017, il credito di imposta in ricerca e sviluppo;
   competenze, tra le quali cui sono riconducibili i cd. Competence Center, per diffondere la conoscenza sui reali vantaggi derivanti da investimenti in tecnologie in ambito Industria 4.0, finanziati con la legge di Bilancio 2017, ma il cui DM attuativo non risulta ancora approvato in via definitiva, ed il riconoscimento, ai sensi del decreto-legge, n. 91/2017, dei cluster tecnologici nazionali (CTN) quali strutture di supporto e di efficientamento per il coordinamento delle politiche di ricerca industriale a livello nazionale e locale, e, con riferimento alle Regioni del Mezzogiorno, anche come strumento facilitatore per l'attuazione e l'impiego degli interventi sul territorio.

  Le complessive misure del Piano Industria 4.0, se pienamente attuate, potrebbero, secondo le analisi del Governo, elevare il livello del PIL fino a 1,2 punti percentuali in un orizzonte quinquennale e a 4,1 punti percentuali nel lungo periodo.
  A tali misure viene in particolare ascritto un importante contributo in termini di crescita degli investimenti. Nella Nota di aggiornamento, il Governo evidenzia infatti, quali condizioni favorevoli ad un ulteriore rafforzamento della crescita, le valutazioni delle imprese manifatturiere circa ordinativi e produzione, i quali si attestano ai livelli più elevati dall'inizio della ripresa. In particolare, viene evidenziato che il fatturato è già cresciuto fortemente nei primi cinque mesi dell'anno, mentre la produzione di beni strumentali è decollata negli scorsi mesi di giugno e luglio.
  Evidenze suggeriscono, sottolinea la NADEF, che – a dispetto dell'apparente lentezza della ripresa degli investimenti in macchinari e attrezzature nella prima metà dell'anno – sia invece in atto un rafforzamento che è stato inizialmente colto dai dati di fatturato delle imprese produttrici di beni strumentali e solo in seguito dall'andamento della produzione. Al riguardo, le analisi recentemente diffuse dal Governo il 19 settembre 2017, circa i primi risultati delle misure di sostegno agli investimenti in macchinari e in nuove tecnologie ascrivibili al Piano Industria 4.0 (elaborazioni sulla base di dati ISTAT relativi a luglio 2017), indicano che la produzione industriale di macchinari presenta una crescita da inizio 2016 a luglio 2017 di circa +4 per cento, a fronte di un fatturato che nello stesso periodo è aumentato del +15 per cento e di una forte riduzione delle scorte che hanno raggiunto il livello minimo. Esaurite le scorte, nella seconda metà del 2017 si prospetta, dunque, un andamento della produzione industriale più allineato a quello del fatturato.
  La politica di sostegno alla competitività delle imprese trova poi la sua declinazione, al di là delle misure sopra indicate, in ulteriori interventi collocabili nell'ambito della riforma della giustizia civile e, in particolare, nell'ambito della riforma dell'insolvenza. Accanto al disegno di legge delega per la riforma organica della disciplina delle crisi di impresa e dell'insolvenza (C. 3671-ter, approvato dall'Assemblea della Camera in prima lettura il 10 maggio 2017), ancora in itinere, si ricorda il decreto-legge n. 91/2017 che prevede l'ammissione alla procedura speciale di amministrazione straordinaria per le società cessionarie di complessi aziendali acquisiti da società già sottoposte ad amministrazione straordinaria, anche in assenza dei requisiti dimensionali, ferma restando la sussistenza del presupposto dello stato di insolvenza di tali imprese. Inoltre, tra gli interventi a sostegno della crescita e lo sviluppo di nuove realtà imprenditoriali nelle regioni meno sviluppate del Paese, la NADEF ricorda le disposizioni che regolano l'istituzione di zone economiche speciali (ZES), contenute nel decreto-legge n. 91/2017. Per le stesse finalità è stata attivata una nuova misura denominata «Resto al Sud» che prevede, nell'ambito delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione – programmazione 2014-2020, l'erogazione di finanziamenti Pag. 149in favore dei giovani imprenditori fino a un importo massimo di 50 mila euro.
  Con il decreto-legge n. 91/2017 sono stati valorizzati i Contratti Istituzionali di sviluppo che consentono l'attuazione di programmi di particolare complessità finanziati con risorse nazionali e comunitarie. Il decreto stanzia 40 milioni per il biennio 2017-2018 per programmi di riqualificazione e ricollocazione di lavoratori coinvolti in crisi aziendali o settoriali nelle regioni del Mezzogiorno. Inoltre, per ciò che attiene ai tempi di pagamento della pubblica amministrazione verso le imprese, la NADEF evidenzia che l'introduzione della fatturazione elettronica – obbligatoria dal 2015 – ha permesso di ridurre i tempi medi di pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni. Nel corso del 2016, il tempo medio per il pagamento è stato di 58 giorni, mentre i tempi medi di ritardo si sono attestati intorno a 16 giorni, in diminuzione del 30 per cento rispetto al ritardo medio con cui le pubbliche amministrazioni hanno smaltito le fatture ricevute nell'anno 2015.
  La Piattaforma dei Crediti Commerciali acquisisce in modalità automatica, direttamente dal Sistema di Interscambio dell'Agenzia delle Entrate (SDI), tutte le fatture elettroniche emesse nei confronti delle PA e registra i pagamenti effettuati e comunicati dalle singole amministrazioni.
  Queste informazioni tuttavia – evidenzia la Nota – non sono complete poiché non tutti gli enti pubblici sono attivi nella comunicazione dei dati di pagamento.
  A questa carenza, che impedisce di avere una visione completa del ciclo delle fatture, si porrà rimedio con lo sviluppo del SIOPE+, un sistema che consente l'acquisizione automatica dei dati dei pagamenti di tutte le amministrazioni, sia centrali sia territoriali (ai sensi dell'articolo 1, comma 533, della legge di bilancio 2017).
  La prima fase di sperimentazione del SIOPE+, riferita a un campione di enti, è stata avviata, a luglio 2017, mentre a partire dal 2018 saranno progressivamente coinvolte tutte le Pubbliche Amministrazioni.
  Nel solco degli interventi già adottati volti a ridurre il carico fiscale sui fattori produttivi e a sostenere la crescita, il Governo anticipa nella Nota di aggiornamento taluni interventi che saranno contenuti nel prossimo disegno di legge di bilancio 2018. Per quanto riguarda gli investimenti, saranno in particolare selettivamente mantenuti alcuni incentivi fiscali per il settore privato già previsti da precedenti disposizioni normative, allocate nuove risorse per gli investimenti pubblici e proposte nuove leve per la ripresa dell'accumulazione di capitale. Tra le misure per lo sviluppo vi saranno nuovi interventi di decontribuzione del lavoro. Il Governo inoltre evidenzia che – come programmato nel DEF – sarà evitata l'entrata in vigore nel 2018 degli aumenti IVA previsti dalla legislazione vigente, in parte già disattivati dalla manovra di aprile. Comunque, per quanto concerne la competitività del sistema imprese, il «cronoprogramma delle riforme» (contenuto nella Tavola V.1) non prospetta specificamente le nuove iniziative in corso di adozione rispetto a quelle già avviate o definite e in via di attuazione e completamento.
  Nell'ambito di queste iniziative, è confermata l'adozione della nuova SEN e il provvedimento di riforma della disciplina degli oneri generali del sistema elettrico (decreto Energia). In particolare, la NADEF evidenzia che la nuova SEN mira ad accrescere la competitività del Paese allineando i prezzi energetici a quelli europei, migliorare la sicurezza dell'approvvigionamento della fornitura e l'adeguatezza delle infrastrutture, indicare il percorso di decarbonizzazione nel quadro degli impegni presi nell'ambito dell'Accordo di Parigi.
  Con il disegno di legge europea 2017 si è poi cercato di anticipare, nel rispetto delle regole europee sugli aiuti di Stato, due dei punti chiave della SEN: la necessità di tutelare i settori industriali a forte consumo di energia (energivori) esposti alla concorrenza internazionale e l'esigenza di proseguire le politiche di sostegno alle fonti rinnovabili elettriche.

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  Gianluca BENAMATI (PD) esprime innanzitutto apprezzamento per le previsioni annuali e pluriennuali relativamente agli impegni assunti nella legge di bilancio dello scorso anno. Evidenzia con soddisfazione il miglioramento degli indicatori economici principali del nostro Paese relativi all'aumento del PIL, all'export, alla produzione industriale e al numero di occupati che dimostrano l'intensa attività del Governo nell'attuazione di riforme indispensabili.
  Con riguardo alla Relazione sottolinea positivamente il riferimento al successo di Industria 4.0, soprattutto rispetto all'aumento degli ordinativi dei macchinari e della produzione industriale. Ricorda ancora una volta il ruolo svolto dalla X Commissione nella genesi e nella sollecitazione del programma governativo su Industria 4.0, sottolineando altresì che esso è parte di politiche strutturali che hanno consentito il raggiungimento di risultati significativi soprattutto nella crescita dell'occupazione e dell'export. Sottolinea che l'esperienza di Industria 4.0, che ha consentito di recuperare il gap con altre economie avanzate dell'Unione europea, ha evidenziato alcune questioni da monitorare segnatamente nell'ambito degli investimenti privati, muovendosi nel solco del credito di imposta per il rinnovo dei macchinari, ma soprattutto nell'ambito dell'innovazione e della formazione professionale. Rileva che i competence center devono essere ancora attivati e rappresentano un elemento essenziale per i digital innovation hubs. Auspica quindi che nella prossima legge di bilancio siano reperite le risorse per realizzare queste strutture che, al pari della formazione, costituiscono la porta di accesso all'innovazione digitale e lo strumento indispensabile per la competitività del Paese.

  Guglielmo EPIFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 28 settembre 2017.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.15 alle 14.30.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

RISOLUZIONI

7-01298 Vallascas: Cooperazione rafforzata tra Stati membri dell'Unione europea nel settore della sicurezza di alcuni prodotti di consumo.