CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 28 settembre 2017
883.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 28 settembre 2017. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. – Interviene il viceministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Mario Giro.

  La seduta comincia alle 13.10.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Comunica che a far data dal 26 settembre scorso è entrata a far parte della Commissione l'onorevole Milena SANTERINI in rappresentanza del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico (DES-CD) e alla quale augura buon lavoro a nome della Commissione.
  La Commissione si associa.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017.
Doc. LVII, n. 5-bis, Allegato I e Annesso.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Marco CAUSI (PD), relatore, illustra il provvedimento in titolo, trasmesso alle Camere il 23 settembre scorso, segnalando che esso rivede le previsioni economiche e di finanza pubblica contenute nel Documento di economia e finanza dell'aprile di quest'anno, al fine di adeguare il quadro previsionale finanziario per l'anno in corso e per quelli successivi ai mutamenti Pag. 35nel frattempo intervenuti negli andamenti economici e finanziari.
  Ricorda che la disciplina della procedura di bilancio contenuta nella legge n. 196 del 2009 prevede che nell'ambito delle nuove scadenze temporali decise in sede europea il Governo presenti alle Camere entro il 10 aprile di ciascun anno il Documento di Economia e Finanza (DEF). Il quadro previsionale del DEF deve essere poi adeguato all'evolversi del quadro economico e finanziario in corso d'anno mediante la Nota di aggiornamento, da trasmettersi alle Camere entro il successivo 27 settembre. La Nota potrà, altresì, aggiornare il DEF in relazione alle raccomandazioni del Consiglio dell'Unione europea relative al Programma di stabilità e al Programma nazionale di riforma contenuti nel Documento medesimo. Ciò consente che la decisione annuale di bilancio, che si avvia con la presentazione, entro il 20 ottobre, del disegno di legge di bilancio (che ora a seguito delle modifiche recentemente apportate alla legge di contabilità n. 196 del 2009 ricomprende in un unico provvedimento anche la ex legge di stabilità), sia predisposta sulla base di un quadro economico e programmatico il più possibile aggiornato.
  Nel presentare il nuovo quadro di finanza pubblica, evidenzia che nella Nota di quest'anno si è tenuto conto delle raccomandazioni approvate per l'Italia dall'Unione europea nel mese di luglio.
  Si tratta di quattro raccomandazioni – concernenti, la prima, la sostenibilità della finanza pubblica e la fiscalità; la seconda, la riforma del pubblico impiego, le imprese pubbliche, il contrasto alla corruzione e la giustizia civile; la terza, i crediti deteriorati e il settore bancario; la quarta, il mercato del lavoro e la spesa sociale – cui la Nota fornisce elementi di risposta nell'illustrare, in relazione a ciascuna delle stesse, le principali iniziative del Governo.
  Sottolinea che lo scenario economico globale, a parere dei principali istituti di ricerca, e delle organizzazioni economiche internazionali, sembra delineare un rallentamento della crescita europea nel 2018. La previsione di consenso riflette anni di bassa crescita e l'opinione prevalente che i Paesi avanzati siano condannati ad un'andatura assai più lenta rispetto al periodo pre-crisi. Inoltre, la Brexit, i fattori geopolitici, il terrorismo e le tendenze protezionistiche di Paesi tradizionalmente orientati verso il liberoscambismo costituiscono indubbiamente una minaccia non trascurabile per il buon andamento dell'economia globale.
  Segnala che la maggior parte dei previsori opta per una valutazione prudenziale sugli anni a venire, pur nell'ambito di una valutazione nel complesso positiva circa le prospettive di crescita mondiale: nell'aggiornamento di luglio, il Fondo monetario internazionale (FMI) prevede che il PIL mondiale crescerà del 3,5 per cento quest'anno e del 3,6 per cento nel 2018, dopo un incremento del 3,2 per cento nel 2016. Per l'Area euro, l'FMI proietta una lieve accelerazione della crescita dall'1,8 per cento del 2016 all'1,9 quest'anno e quindi un moderato rallentamento a 1,7 per cento nel 2018. Dal suo canto, la Banca Centrale Europea (BCE) nella previsione di settembre pone la crescita dell'Area euro al 2,2 per cento quest'anno, 1,8 per cento nel 2018 e 1,7 per cento nel 2019.
  Riferisce che la Nota 2017 presenta una revisione al rialzo delle stime sull'andamento dell'economia italiana rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile, per tutto il quadriennio 2017 – 2020 ed in particolare per l'anno in corso, nel quale la stima di crescita del PIL (che si era posizionato allo 0,9 per cento nel 2016) passa dall'1,1 all'1,5 per cento. Ciò in quanto la congiuntura economica internazionale positiva e la valutazione positiva delle statistiche nazionali relative al primo semestre dell'anno incoraggiano il Governo ad ipotizzare una ripresa più vigorosa nella restante parte del 2017.
  La crescita mondiale, infatti, è diventata nel complesso più diffusa e più solida ed il commercio internazionale – per il quale le stime sono state riviste al rialzo Pag. 36di 1,3 punti percentuali nel 2017- ha accelerato, trainato dalla ripresa dei mercati emergenti.
  Analoghi segnali positivi arrivano dall'Area euro, in cui la crescita nel secondo trimestre dell'anno appare più sostenuta rispetto ai precedenti tre mesi, trainata dal contributo decisamente positivo dei consumi delle famiglie e degli investimenti fissi.
  Le indicazioni favorevoli emerse negli ultimi mesi nell'economia italiana inducono pertanto la Nota a ritenere che nella seconda parte del 2017 l'espansione economica continui quantomeno in linea con il ritmo del primo semestre, trainata dal settore manifatturiero e da alcuni comparti dei servizi (trasporti e turismo), con la possibilità di un'evoluzione maggiormente positiva, qualora la componente degli investimenti concretizzasse le aspettative derivanti dagli indicatori congiunturali, rafforzando la propria dinamica di crescita che prosegue fin dal 2015.
  Più caute, ma sempre leggermente superiori alle stime del DEF, sono le previsioni tendenziali per gli anni successivi: si prevede che il PIL cresca dell'1,2 per cento nel biennio 2018-2019, e dell'1,3 per cento nel 2020. Anche il mercato del lavoro, in linea con la crescita economica, è migliorato in misura maggiore di quanto atteso e, dunque, la Nota rivede in lieve rialzo i principali indicatori che lo caratterizzano. Il tasso di occupazione è previsto superare il 58 per cento già nel 2017, per raggiungere il traguardo del 60 per cento nel 2020 (+0,2 punti percentuali rispetto alle previsioni del DEF nel 2017, e +0,5 per cento negli anni successivi). È positiva anche l'evoluzione del tasso di disoccupazione, rivisto al ribasso di 0,3 punti percentuali nell'anno in corso (11,2 per cento), fino a scendere sotto il dieci per cento nel 2020.
  Sul versante delle esportazioni, segnala l'aumento del valore del nostro export nei primi sei mesi del 2017 (+8,0 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente), grazie ad una crescita diffusa in tutti i mercati di sbocco, con il maggior contributo proveniente dall'area extra-europea (9,1 per cento) rispetto a quello dei Paesi europei (7,2 per cento). Se si prende in considerazione il ranking nel contesto internazionale, secondo l'ultimo Rapporto dell'Organizzazione Mondiale del Commercio nel 2016, l'Italia è stata il nono esportatore mondiale (con una quota del 2,9 per cento), guadagnando una posizione rispetto al 2015. La quota media delle esportazioni italiane in valore sul totale del commercio internazionale è risultata pari al 3,1 per cento negli ultimi tre anni. Nella prima metà del 2017 tale quota è rimasta sostanzialmente immutata (3,1 per cento) rispetto allo stesso periodo del 2016 (-0,1 punti percentuali).
  Tale andamento porta quindi a ritenere che i cambiamenti in atto della domanda mondiale abbiano prodotto una dinamica degli scambi commerciali internazionali maggiormente favorevole per l'Italia: da un lato, infatti, i Paesi emergenti accrescono via via la domanda di beni di consumo, e in particolare di quelli tipici del Made in Italy, dall'altro il protrarsi dei prezzi del greggio attorno ai 50 dollari al barile ha limitato la rilevanza di prodotti in cui il Paese è meno specializzato. Va inoltre considerato, negli ultimi anni, il cambiamento del mix merceologico delle esportazioni italiane che attribuisce maggiore peso ai settori più avanzati.
  Le previsioni macroeconomiche tendenziali della Nota per il biennio 2017/2018 sono state sottoposte alla validazione – con esito favorevole – dell'Ufficio parlamentare di bilancio secondo quanto previsto dalla legge n. 243 del 2012, di attuazione del principio costituzionale del pareggio del bilancio.
  La Nota espone poi il quadro macroeconomico programmatico per il triennio 2018-2020, che considera gli effetti sull'economia delle misure del Governo da adottarsi con la legge di bilancio 2018, tra cui, in particolare, la disattivazione per il 2018 degli aumenti di imposte al momento previsti dalle cosiddette clausole di salvaguardia (valutate incidere sulla crescita del PIL per 0,3 punti percentuali). Per effetto delle misure che verranno introdotte con la prossima manovra di bilancio, la crescita per il 2018 dovrebbe salire all'1,5 per Pag. 37cento anche per il 2018 e il 2019, dall'1,2 per cento del tendenziale, confermandosi poi la attuale stima dell'1,3 per cento nell'anno terminale.
  Le positive prospettive di crescita dell'economia delineate nel quadro macroeconomico, che prefigurano per tutti gli anni del periodo di previsione una crescita del Pil posizionata nel quadro tendenziale intorno all'1,2 per cento, si riflettono sulle previsioni di finanza pubblica, i cui risultati vengono stimati per gli anni dal 2017 al 2020 in progressivo miglioramento, con un indebitamento netto che nel 2017 diminuisce dal 2,5 per cento dell'anno precedente al 2,1 per cento, confermando il percorso di miglioramento avviato dal 2015.
  Nel 2018 tale saldo verrebbe poi a dimezzarsi (1,0 per cento), sia per la discesa della spesa per interessi sia, principalmente, per le maggiori entrate derivanti dall'aumento dell'Iva tuttora previsto dalla legislazione vigente per tale anno (di cui si prevede peraltro la disattivazione, come si precisa più avanti illustrando il quadro programmatico), fino ad arrivare in prossimità del pareggio nel 2020, anno in cui è stimato pari allo 0,1 per cento.
  Concorre a tale risultato un crescente avanzo primario annuale (saldo che, si rammenta, misura la differenza tra entrate e spese al netto della spesa per interessi), che in rapporto al Pil raddoppia nel corso del periodo previsionale, passando da 1,7 punti percentuali di Pil nel 2017 a 3,5 punti nel 2020. Il miglioramento di tale saldo e la contestuale discesa della spesa per interessi (in lievissima risalita solo nel 2020) accelerano, rispetto alle precedenti previsioni, la discesa del debito pubblico, che si prevede passare dal livello del 131,6 per cento di Pil nel 2017 a quello del 124,3 per cento.
  Il progressivo risanamento della finanza pubblica risultante dal quadro previsionale viene confermato anche dal quadro programmatico – che espone gli andamenti di bilancio come risultanti dagli interventi previsti dal Governo – nel quale tuttavia viene ridimensionata l'intensità del percorso di miglioramento, in ragione dell'intendimento del Governo di destinare maggiori risorse al sostegno dell'economia, per conseguire tassi di crescita più elevati ed in tal modo favorire la discesa del rapporto debito/Pil. In relazione a tale obiettivo il quadro programmatico differisce da quello tendenziale, sulla base della decisione, già anticipata alle istituzioni europee, di ridurre l'aggiustamento strutturale di bilancio per il 2018, che viene operato per 0,3 punti percentuali in luogo dei circa 0,8 punti precedentemente previsti.
  Tale livello avrebbe prodotto – secondo il Governo – un aggiustamento in eccesso rispetto al livello di miglioramento strutturale richiesto a livello europeo: il deficit (indebitamento netto) strutturale per il 2018 viene pertanto posizionato all'1,0 per cento, anziché allo 0,4 per cento.
  In coerenza con il nuovo obiettivo del saldo strutturale 2018, che riduce lo sforzo fiscale previsto per tale anno a legislazione vigente – principalmente disattivando il previsto aumento delle aliquote Iva – viene aumentato il deficit di bilancio previsto per l'anno medesimo, innalzando l'indebitamento netto dall'1,2 all'1,6 per cento del Pil.
  Nella Nota si prefigura una manovra netta di bilancio pari a circa 0,6 punti percentuali di Pil – che verrà dettagliata nella legge di bilancio per il 2018 – rivolta in primo luogo ad evitare l'entrata in vigore nel 2018 dei suddetti aumenti Iva, in parte, rammenta, già disattivati con la manovra operata con il decreto-legge n. 50 del 2017. Saranno, inoltre, rifinanziate le politiche già previste a legislazione vigente quali, ad esempio, quelle per il rinnovo contrattuale del pubblico impiego.
  In ordine agli ulteriori contenuti della manovra, per quanto riguarda gli investimenti nella Nota si precisa che saranno selettivamente mantenuti alcuni incentivi fiscali per il settore privato già previsti da precedenti disposizioni normative, allocate nuove risorse per gli investimenti pubblici e proposte nuove leve per la ripresa dell'accumulazione di capitale, ritenuta essenziale per accrescere il potenziale di crescita e innovatività dell'economia. Pag. 38
  Le misure per lo sviluppo contemplano, inoltre, nuovi interventi di decontribuzione del lavoro, che saranno selettive e rivolte al sostegno delle assunzioni a tempo indeterminato dei giovani lavoratori. Ulteriori interventi riguarderanno il rafforzamento delle misure per il sostegno delle famiglie.
  Al relativo finanziamento concorreranno per due terzi aumenti delle entrate e per un terzo riduzioni di spesa. Dal lato delle entrate, vi saranno misure volte ad accrescere la fedeltà fiscale e a ridurre i margini di evasione ed elusione, in particolare in ambito IVA, in linea con la strategia di bilancio attuata negli ultimi anni. Dal lato delle spese, si introdurranno misure di riduzione strutturale della spesa corrente, nell'ambito dell'integrazione del processo di revisione della spesa nel ciclo di programmazione economico-finanziaria delle Amministrazioni centrali dello Stato.
  Pur in presenza del minor aggiustamento strutturale per il 2018, rimane fermo il conseguimento del pareggio strutturale di bilancio (Obiettivo di Medio Termine-OMT) già previsto per il 2020, in quanto l'indebitamento netto strutturale manterrebbe un profilo discendente posizionandosi allo 0,2 per cento (vale a dire close to balance) in tale anno.
  Quanto al deficit nominale, negli anni successivi al 2018 l'indebitamento netto continuerebbe a ridursi consistentemente, passando dall'1,6 del Pil allo 0,9 nel 2019 e poi allo 0,2 nel 2020. Contribuisce a tale evoluzione, che per l'anno terminale conferma quanto già previsto nel DEF 2017 (vale a dire il pareggio anche nominale del saldo in questione), un crescente avanzo primario, che passa dall'1,7 del Pil a 3,3 punti percentuali di Pil nel 2020, ed una spesa per interessi che, come già avvenuto negli ultimi anni, mantiene un profilo discendente, passando da 3,8 punti percentuali di Pil nel 2017 a 3,5 punti nel 2020.
  Quanto infine al rapporto debito/Pil, questo diminuirà in misura più marcata rispetto al quadro tendenziale, in virtù del un consistente miglioramento dell'avanzo primario di cui si è detto, di proventi da privatizzazioni e dall'accelerazione della crescita del Pil, passando dal 131,6 del Pil nel 2017 a 124,3 punti percentuali di prodotto nell'anno terminale del periodo di previsione.
  Non v’è dubbio che oggi la principale sfida per la politica economica è trasformare l'attuale fase di uscita dalla crisi in una ripresa robusta e strutturale, che permetta al nostro Paese di superare definitivamente una prolungata stagione caratterizzata dal ristagno della produttività e della crescita.
  A tal fine è necessario continuare ad adottare credibili misure strutturali che innalzino il potenziale di crescita dell'economia, l'occupazione e le capacità innovative e competitive delle nostre imprese in un quadro macroeconomico e finanziario sostenibile.
  In questa prospettiva lo scorso agosto – per la prima volta – le Camere hanno approvato la legge sulla concorrenza che ha un grande valore politico ed una grande rilevanza economica poiché punta a rilanciare la modernizzazione dei comparti coinvolti, stimolare la produttività e la crescita ed è inoltre coerente con la strategia del Governo di attrazione degli investimenti esteri e di sostegno alle esportazioni che continuano a registrare delle buone performance.
  Al tempo stesso un importante contributo alla crescita degli investimenti e della produttività sarà apportato dalle misure inquadrate nella strategia dal Piano Nazionale Impresa 4.0.
  Sul piano europeo, appaiono pienamente condivisibili gli sforzi del Governo per dare centralità alla crescita economica, all'occupazione ed all'inclusione sociale, da affiancare al completamento dell'integrazione monetaria e dell'unione bancaria.
  Affinché il benessere riprenda a distribuirsi diffusamente tra i cittadini europei sarà necessario innovare le politiche europee e quelle nazionali, aumentando la capacità dell'area e dei paesi membri di aggiustamento agli choc e agli squilibri, anche attraverso una migliore condivisione dei rischi.Pag. 39
  Alcune iniziali discontinuità sono state già realizzate, anche in seguito alla costante e intensa azione di stimolo impressa dal Governo italiano sin dalla presidenza di turno del 2014, quali ad esempio la maggiore flessibilità delle politiche di bilancio connessa all'adozione di opportune riforme strutturali e al supporto degli investimenti, che l'Italia ha utilizzato appieno; il Piano Junker e il Fondo europeo per gli investimenti strategici (EFSI) – concepiti per il rilancio di progetti di investimento profittevoli che gli operatori privati da soli non sarebbero riusciti a eseguire o non avrebbero avuto convenienza a realizzare – dei quali l'Italia risulta tra i principali beneficiari.
  Alla luce di queste considerazioni, presenta una proposta di parere favorevole sul documento al nostro esame che si pone all'interno di una linea di politica economica che ha saputo coniugare da un lato l'esigenza di riduzione del disavanzo e dall'altro quella di sostenere la ripresa nascente per mettere definitivamente alle spalle del Paese la recessione. I risultati finora conseguiti sono, infatti, positivi e contribuiscono a rafforzare la fiducia tra gli operatori economici nazionali ed esteri (vedi allegato 1).

  Maria Edera SPADONI (M5S) chiede chiarimenti al relatore in ordine ai profili di competenza della Commissione contenuti nei testi che formano il provvedimento in titolo.

  Marco CAUSI (PD), relatore, precisa che il provvedimento, integrato da allegati e da un annesso, non reca una trattazione articolata secondo filoni amministrativi ma con metodo trasversale, per cui le questioni di rilevanza per la III Commissione derivano da una lettura integrata e complessiva dei testi.

  Maria Edera SPADONI (M5S), precisando di non volere perseguire obiettivi ostruzionistici, chiede alla Presidenza di considerare un rinvio ad altra giornata del seguito dell'esame del provvedimento in titolo in ragione della corposità dei materiali da approfondire e del tempo esiguo intercorso tra la trasmissione dei testi alla Commissione e la calendarizzazione in Assemblea.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, riconoscendo a tutti i gruppi presenti in Commissione lealtà nel rapporto con la Presidenza e senza derive di tipo ostruzionistico, manifesta disponibilità rispetto alla richiesta di rinvio avanzata dalla deputata Spadoni.

  Laura GARAVINI (PD) ritiene che, stante il chiarimento del relatore e l'ampiezza dell'illustrazione da lui svolta, il rinvio possa essere certamente disposto ma entro la giornata di oggi.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, ribadendo la propria apertura alla richiesta avanzata dal gruppo M5S, si rimette alla stessa deputata Spadoni quanto ai tempi del rinvio.

  Maria Edera SPADONI (M5S) insiste nella richiesta di rinvio ad altra data, ribadendo a sua volta di non avere intenzioni di tipo ostruzionistico ma intendendo solo acquisire la maggior competenza possibile sui provvedimenti in titolo.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.20.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Giovedì 28 settembre 2017 — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. – Interviene il viceministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Mario Giro.

  La seduta comincia alle 13.20.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, Pag. 40comma 5, del Regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-12287 Scagliusi: Sull'attuazione della Convenzione de l'Aja del 25 ottobre 1980, in relazione al rientro di un minore dalla Grecia in Italia.

  Emanuele SCAGLIUSI (M5S) illustra l'interrogazione in titolo sottolineando come la Convenzione de L'Aja rappresenti ad oggi l'unico strumento giuridico internazionale contro la sottrazione internazionale di minori e come sia, pertanto, di ardua soluzione il caso oggetto dell'interrogazione in titolo, rientrante in una evidente lacuna normativa della Convenzione. Precisa che tale lacuna concerne il carattere dirimente riconosciuto in certi casi al requisito della residenza abituale del minore, da cui è derivato il processo ed il ricorso alla Corte di giustizia europea di cui tratta l'atto in titolo. A suo avviso, il caso in oggetto è spiegabile, inoltre, anche alla luce del mancato sostegno da parte del Governo italiano a favore del concittadino coinvolto, che è padre della minore in questione, a fronte di un'azione assidua profusa dalle autorità greche a sostegno della controparte.

  Il viceministro Mario GIRO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2), precisando che la decisione è da ascrivere ad una valutazione della magistratura e che le modifiche alla Convenzione de L'Aja, non potendo essere apportate in modo unilaterale dagli Stati Parte, potranno tutt'al più costituire oggetto di proposte da parte del Governo italiano. Ritiene, in conclusione, che non vi sia altra strada per il concittadino interessato se non presentare una nuova istanza.

  Emanuele SCAGLIUSI (M5S), replicando, si dichiara insoddisfatto dalla risposta ricevuta, da cui si evince la rinuncia delle autorità italiane ad offrire supporto al connazionale. Ritiene che la circostanza dirimente, insita nella nascita della minore in Grecia, rappresenti un cavillo che non può che lasciare interdetti. Segnala d'altra parte che in casi consimili, riguardanti altri Paesi europei, la Corte ha deciso in modo difforme, disponendo l'immediato rimpatrio del minore, e ciò in ragione di una ben più decisiva azione di sostegno da parte del Governo di volta in volta interessato.

5-12288 Fitzgerald Nissoli: Sulla concessione da parte degli Stati Uniti del visto «A2» agli impiegati a contratto della rete diplomatico-consolare.

  Fucsia FITZGERALD NISSOLI (FI-PdL) illustra l'interrogazione in titolo, ricordando che essa è finalizzata a scongiurare la condizione di disagio personale e lavorativo in cui versano i contrattisti privi di cosiddetta green card in quanto obbligati a lasciare gli Stati Uniti dopo cinque anni.

  Il viceministro Mario GIRO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Fucsia FITZGERALD NISSOLI (FI-PdL), replicando, ringrazia il viceministro per la soddisfacente risposta, da cui si desume uno sforzo importante a favore dei dieci contrattisti interessati dalla questione e per i quali va considerato che essi operano a sostegno delle nostre istituzioni e meritano quindi condizioni di lavoro serene.

5-12289 Quartapelle Procopio: Sulla repressione in Myanmar nei confronti nella minoranza Rohingya.

  Michele NICOLETTI (PD), cofirmatario dell'interrogazione in titolo, la illustra ricordando le parole dell'Alto Commissario per i rifugiati che ha definito la repressione da parte birmana della minoranza Rohingya «un esempio da manuale di Pag. 41pulizia etnica». Sottolinea che in nessun caso le iniziative di uno Stato contro fenomeni di violenza o di terrorismo possono trasformarsi in sistematiche azioni persecutorie di simili gravità, che configurano crimini contro l'umanità. Tale questione è, conclude, di specifico interesse per l'Italia in quanto Paese protagonista a livello internazionale nell'azione di sostegno alla democratizzazione della Birmania.

  Il viceministro Mario GIRO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Michele NICOLETTI (PD), replicando, si dichiara soddisfatto dalla risposta puntuale illustrata dal rappresentante del Governo e sottolinea che, oltre all'impegno umanitario, è essenziale che la Comunità internazionale si mobiliti per porre in essere al più presto un meccanismo di monitoraggio per scongiurare ulteriori violenze e discriminazioni su base etnica. In tal senso potrà auspicabilmente spendersi l'Italia nella sede del Consiglio di Sicurezza, anche in forza dell'impegno che profonde sul terreno migratorio e del dialogo tra le culture.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 13.40.

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