CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 settembre 2017
882.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare per la semplificazione
COMUNICATO
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INDAGINE CONOSCITIVA

  Mercoledì 27 settembre 2017. — Presidenza del presidente Bruno TABACCI.

  La seduta comincia alle 8.20.

Indagine conoscitiva sulle semplificazioni possibili nel settore fiscale.
(Esame e approvazione del documento conclusivo).

  Bruno TABACCI, presidente, propone che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Ricorda quindi che la bozza del documento è stata illustrata nella riunione dell'ufficio di presidenza svoltasi martedì scorso ed è stata inviata a tutti i componenti della Commissione. Nel redigerla, ha avuto modo di misurare l'importante lavoro svolto in pochi mesi e di apprezzare particolarmente l'attiva partecipazione di diversi componenti della Commissione, che con le loro domande e le loro osservazioni hanno consentito di approfondire diversi temi. Rispetto alla bozza presentata la settimana scorsa, ha apportato poche modifiche, per aggiornare il quadro conoscitivo, tenendo conto, in particolare, dei rapporti allegati alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017.
  Sintetizza i contenuti del documento, che si articola in 7 paragrafi: la premessa inquadra l'indagine nell'ambito delle altre iniziative assunte dalla Commissione; viene quindi riportato il programma dell'indagine; nel terzo paragrafo si dà conto delle audizioni svolte e delle memorie presentate; il paragrafo 4, molto corposo, contiene le sintesi delle audizioni svolte; il paragrafo 5 delinea gli elementi di contesto, individuando le questioni attorno alle quali ha ruotato l'indagine conoscitiva; il paragrafo 6 indica alcune delle semplificazioni possibili e necessarie; il paragrafo 7 trae le conclusioni.
  Soffermandosi sugli ultimi tre paragrafi, segnala che il paragrafo 5, dedicato agli elementi di contesto, evidenzia il quadro in chiaroscuro delineato dall'indagine, affrontando due questioni: quella culturale e quella strutturale del sistema impositivo italiano. Nella questione culturale rientra la reciproca diffidenza tra cittadini e Stato: i primi hanno spesso difficoltà ad accettare senza riserve il Pag. 181loro ruolo di contribuenti. Da tale difficoltà derivano una diffusa elusione ed evasione fiscale, che a loro volta determinano un atteggiamento di diffidenza delle istituzioni, spesso portate a trattare i contribuenti come potenziali evasori. Il documento individua gli elementi fondamentali su cui poggia questo circolo vizioso nella non eccelsa qualità media dei servizi pubblici erogati e nella reazione dello Stato e degli enti locali alla diffusa elusione ed evasione fiscale, che si traduce in un aggravio impositivo per coloro che si comportano correttamente e in un sistema fiscale estremamente complesso, caratterizzato da una vasta quantità di tributi, di adempimenti e di scadenze. La chiave di lettura offerta dal documento è sostanzialmente questa: la questione culturale si traduce in una complessità strutturale difficilmente aggredibile, perché una seria, complessiva riforma del sistema impone un orizzonte temporale lungo per poter condurre un'analisi scrupolosa ed esaustiva dello stato dell'arte e un equilibrato bilanciamento degli interessi. Prevale invece – come per certi versi è fisiologico – la ricerca del gettito, procedendo per aggiustamenti successivi e con misure il cui impatto non sempre viene accuratamente valutato prima. Di qui nascono il moltiplicarsi degli adempimenti e delle scadenze, la volatilità delle norme e la loro stratificazione, nonché la sostanziale disapplicazione dello Statuto del contribuente. In più, «l'eterna transizione» nei rapporti finanziari tra Stato e autonomie territoriali si traduce in «instabilità e provvisorietà dei rapporti finanziari e della distribuzione del potere di entrata e di quello di spesa. [...] Alla transizione consegue incertezza e alla incertezza si accompagna la indeterminatezza delle responsabilità». Sotto questo profilo – annota il documento – la vecchia imposta di famiglia, applicata nel periodo 1868-1974, pur non senza criticità, aveva il vantaggio di consentire ai comuni di avere una fotografia dell'agiatezza dei nuclei familiari e ai contribuenti di valutare come i comuni di residenza impiegavano i soldi percepiti con l'imposta. Ancora, a rendere ancora più complesso il quadro, si aggiunge «l'area della amplissima forbice aperta dalla dialettica tra la regola (il principio generale dell'imposizione fiscale) e l'eccezione (la deviazione legale da questo principio, via esenzioni, agevolazioni, regimi sostitutivi di favore, etc.)»: il documento richiama in particolare la relazione finale redatta da un gruppo di lavoro sull'erosione fiscale, chiamato dal Ministro dell'economia e delle finanze pro tempore Giulio Tremonti ad analizzare questo ambito, il quale ha censito e classificato ben 720 misure che costituiscono eccezioni alle regole, in quanto prevedono esenzioni, agevolazioni, regimi sostitutivi di favore. Infine, non vanno dimenticate le clausole di salvaguardia che devono essere disinnescate ogni anno con la legge di bilancio per scongiurare aumenti sostanziosi dell'aliquota IVA e delle accise. Le risorse assorbite dalle clausole di salvaguardia – puntualmente indicate nel documento – pregiudicano risolutivi interventi riformatori.
  Dà atto che quasi tutti questi elementi sono emersi nel corso delle audizioni, unitamente alla percezione delle novità registrate negli ultimi anni, già segnalate nel programma dell'indagine, che consistono in un cambio di paradigma nei rapporti tra amministrazione fiscale e contribuenti, ispirato a quella che con termine anglosassone si definisce compliance, che si potrebbe forse tradurre come una reciproca, piena lealtà. Tutte le misure in campo per assicurare rapporti leali dovrebbero consentire di ridurre l'estesa area dell'evasione fiscale. Il documento sottolinea come la questione sia diventata di qualche interesse per la politica soltanto negli ultimi anni, con un primo monitoraggio di quella che viene definita «economia non osservata», cui concorrono l'economia malavitosa, l'economia irregolare e l'economia informale. Il documento richiama in proposito la seconda relazione redatta nel 2017 dalla Commissione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva, che stima in oltre 35 miliardi il mancato Pag. 182gettito IVA per il 2015, pari al 26,4 per cento dell'imposta che potenzialmente si sarebbe dovuta riscuotere, con un'incidenza sul PIL pari al 2,1 per cento. Su questo fronte il documento richiama le positive esperienze in cui si è instaurato un conflitto di interesse tra acquirente e venditore (garantendo al primo ampie detrazioni fiscali).
  Evidenzia che il paragrafo 6, sul presupposto che la semplificazione è la porta di ingresso al cambiamento culturale e alla rivisitazione del sistema fiscale, suggerisce i seguenti obiettivi di carattere generale: ridurre il numero dei tributi a livello statale e locale, evitando le sostanziali duplicazioni oggi esistenti e compiendo una riflessione sulle addizionali, che per loro natura non evidenziano il nesso pagamento delle imposte – erogazione dei servizi e quindi non consentono l'emersione delle responsabilità; accorpare le scadenze; rivisitare le misure che costituiscono eccezioni alle regole, in quanto prevedono esenzioni, agevolazioni, regimi sostitutivi di favore, al fine di valutarne una razionalizzazione e una stabilizzazione; generalizzare – anche con regimi di carattere sperimentale – il conflitto di interessi tra contribuenti per favorire l'emersione dell'evasione fiscale; portare avanti il processo di digitalizzazione, che già ha prodotto importanti risultati anche nel settore doganale, e che è fondamentale sia per la migliore erogazione dei servizi fiscali sia a presidio della legalità. Nell'implementare la digitalizzazione sarà indispensabile evitare le disfunzioni, le duplicazioni e le complicazioni da più parti denunciate; rispettare le previsioni dello Statuto del contribuente, la cui costante elusione è stata richiamata in quasi tutte le audizioni.
  Segnala infine che le conclusioni rilanciano il tema del rispetto delle regole contenute nello Statuto del contribuente, dalle quali sembra anche emergere una netta preferenza per gli strumenti legislativi ordinari, che invece costituiscono l'eccezione rispetto all'uso consolidato e intrecciato di decretazione d'urgenza e legislazione delegata. Anche su questo, il documento invita ad una riflessione, per ricondurre alla normalità un settore cruciale e indubbiamente sotto stress, soprattutto dopo la prolungata crisi economico-finanziaria degli ultimi anni. Il ritorno ad una situazione più serena sotto questo profilo potrebbe e dovrebbe indurre il legislatore ad interventi più ordinati e meditati, per le vie ordinarie, al fine di dare stabilità e univoca direzione alla normativa in materia fiscale.
  Invita i colleghi che lo desiderino ad intervenire.

  Pasquale SOLLO (PD) ritiene che il documento ben sintetizzi il lavoro compiuto dalla Commissione, dando ascolto a tutte le voci interessate al tema del fisco.

  Bruno TABACCI, presidente, ricorda che la proposta di svolgere l'indagine è stata formulata dal senatore Angioni, che con altri componenti della Commissione ha costituito uno dei motori del lavoro svolto.

  Mino TARICCO (PD) esprime apprezzamento per l'opera di sintesi compiuta dal presidente al termine di mesi di confronto con tutti i soggetti interessati. Il paragrafo delle conclusioni – a suo avviso – ben evidenzia le correzioni da apportare al sistema, che negli ultimi anni ha fatto registrare sviluppi positivi ma necessita di aggiustamenti. Si dice infine convinto che il documento conclusivo dell'indagine possa rappresentare un elemento utile per migliorare il quadro.

  Ignazio ANGIONI (PD) ritiene che la Commissione sia riuscita ad avere uno spaccato di alcune tra le più gravi sofferenze del tessuto sociale, produttivo ed economico italiano. L'indagine è nata con l'obiettivo di chiarire come si possano conciliare un sistema tra i più farraginosi al mondo ed un altissimo tasso di evasione. Il documento conclusivo mostra bene le intime connessioni tra i due aspetti, evidenziando le patologie del sistema fiscale, che hanno indotto perfino i tecnici del settore – commercialisti e tributaristi Pag. 183– a scendere in piazza, per dare un segnale forte e per sollecitare una decisa azione di riforma. Quest'ultima è indispensabile, anche per sfoltire la selva delle norme, la cui utilità non sempre è dimostrata. In questi anni si sono registrati progressi importanti, ma occorre proseguire in un percorso che richiede tempo, serietà, determinazione e anche coraggio, avendo come obiettivi un sistema che assicuri nel contempo l'equità contributiva e la certezza che tutti concorrano al finanziamento della macchina pubblica. A tale fine occorre un'amministrazione efficiente e amica del cittadino – come quella delineata da ultimo nell'audizione del direttore dell'Agenzia delle entrate – che assicuri costante supporto al contribuente e non si limiti ad azioni di repressione.
  Preannuncia in conclusione il voto favorevole del gruppo del Partito democratico, ringraziando il presidente per la dimostrata capacità di ascolto e di sintesi.

  Bruno TABACCI, presidente, ringrazia i parlamentari intervenuti e pone in votazione il documento conclusivo.

  La Commissione approva all'unanimità il documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sulle semplificazioni possibili nel settore fiscale, che è pubblicato in allegato.

  Bruno TABACCI, presidente, comunica che, come in occasione delle precedenti indagini, il documento appena approvato potrà essere presentato e dibattuto in un convegno, la cui organizzazione potrà essere oggetto di una prossima riunione dell'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  La seduta termina alle 8.45.
  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

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