CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 20 settembre 2017
879.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
Pag. 159

AUDIZIONI INFORMALI

  Mercoledì 20 settembre 2017.

Audizione di rappresentanti di ACTA, Alta partecipazione, CoLap, Confassociazioni e Confprofessioni nell'ambito della discussione congiunta delle risoluzioni 7-00847 Rizzetto, 7-00886 Cominardi, 7-01237 Baldassarre, 7-01241 Gribaudo e 7-01268 Martelli, relative ad iniziative volte alla fissazione di retribuzioni e compensi minimi.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 14.10 alle 15.30.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 20 settembre 2017. — Presidenza del Presidente Cesare DAMIANO. — Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Luigi Bobba.

  La seduta comincia alle 15.30.

Modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, al codice penale e alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale e altre disposizioni. Delega al Governo per la tutela del lavoro nelle aziende sequestrate e confiscate.
C. 1039-1138-1189-2580-2737-2786-2956-B approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato.

(Parere alla II Commissione)
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 19 settembre 2017.

  Cesare DAMIANO, presidente, ricorda che, secondo quanto convenuto nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltasi il 14 settembre scorso, l'espressione del parere di competenza alla II Commissione avrà luogo nella seduta odierna. Dà, quindi, la parola al relatore per l'illustrazione della sua proposta di parere.

  Marco MICCOLI (PD), relatore, illustra la sua proposta di parere favorevole (vedi allegato), incentrata sulle modifiche introdotte dal Senato riconducibili alle competenze della XI Commissione. Richiama, in particolare, le disposizioni volte a incrementare la pianta organica dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, di cui all'articolo 29, nonché le innovazioni introdotte nell'ambito della delega di cui all'articolo 34, che, da un lato, sopprimono il riferimento a incentivi nelle forme della premialità fiscale e contributiva, essenzialmente in ragione dell'assenza di una copertura finanziaria per tali previsioni, e, dall'altro, dispongono lo stanziamento di risorse a valere sul Fondo sociale per occupazione e formazione per il finanziamento degli ammortizzatori sociali per i lavoratori dipendenti da aziende sequestrate o confiscate, sottoposte ad amministrazione giudiziaria.

  Cesare DAMIANO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, pone in votazione la proposta di parere formulata dal relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore (vedi allegato).

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2016.
C. 4638 Governo, approvato dal Senato.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2017.
C. 4639 Governo, approvato dal Senato.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (limitatamente alle parti di competenza).

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Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (limitatamente alle parti di competenza).
(Parere alla V Commissione).
(Esame congiunto, ai sensi dell'articolo 119, comma 8, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti.

  Cesare DAMIANO, presidente, fa presente che la Commissione inizia, nella seduta odierna, l'esame congiunto dei provvedimenti, approvati dal Senato della Repubblica. Ricordato che l'esame dei provvedimenti si concluderà con una relazione alla V Commissione e con la nomina di un relatore incaricato di riferire alla medesima Commissione. In proposito, ricorda che, come stabilito dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione dello scorso 14 settembre, nella seduta odierna avrà luogo la relazione introduttiva e si avvierà il dibattito sui provvedimenti in titolo, mentre il seguito e la conclusione dell'esame avranno luogo nella giornata di martedì 26 settembre. Il termine per la presentazione di eventuali emendamenti alle parti di competenza del disegno di legge di assestamento è fissato alle ore 14 di venerdì 22 settembre.

  Antonella INCERTI (PD), relatrice, con riferimento al disegno di legge recante il rendiconto generale dello Stato per l'anno 2016, osserva in via preliminare che tale provvedimento è disciplinato dagli articoli da 35 a 38 della legge di contabilità e finanza pubblica e rappresenta il mezzo attraverso il quale, una volta completato l'esercizio annuale, il Governo ottempera all'obbligo sancito dall'articolo 81 della Costituzione di dare conto alle Camere dei risultati della gestione. Per questa ragione, il rendiconto è accompagnato da un corredo informativo teso a consentire una valutazione in ordine al raggiungimento degli obiettivi fissati al momento dell'adozione del bilancio di previsione e costituisce un essenziale strumento per la valutazione dello stato di attuazione delle diverse politiche negli ambiti di competenza della Commissione.
  Come di consueto, il rendiconto vero e proprio è riportato nel Titolo I del disegno di legge e si articola in due parti distinte: il conto del bilancio riportato nel Capo I, composto degli articoli da 1 a 5, che espone le risultanze della gestione delle entrate e delle spese, i risultati della gestione di competenza e la situazione finanziaria del Tesoro, nonché il conto generale del patrimonio, di cui al Capo II, composto del solo articolo 6, che espone le attività e le passività finanziarie e patrimoniali e le relative variazioni. Il successivo Titolo II, composto dagli articoli 7 e 8, si riferisce alle Amministrazioni e aziende autonome e reca le risultanze della gestione degli Archivi notarili e del Fondo edifici di culto. Con una disposizione di carattere generale, l'articolo 9, unico articolo del Titolo III, stabilisce l'approvazione del rendiconto generale dello Stato e di quelli delle amministrazioni e delle aziende autonome di cui al Titolo II nelle risultanze contenute nei precedenti articoli del provvedimento.
  Al rendiconto è allegata una nota preliminare generale, nonché una nota integrativa per ciascuna amministrazione, che – come anticipato – dà conto dei risultati conseguiti e del grado di realizzazione degli obiettivi individuati in sede di bilancio preventivo e rappresenta un utile strumento per una valutazione non solo quantitativa delle risultanze della gestione.
  Con specifico riferimento al disegno di legge relativo al rendiconto per l'anno 2016, occorre considerare che – come di consueto – gli interventi di competenza della Commissione sono essenzialmente riferibili a stanziamenti recati dalla Tabella relativa al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e, in misura minore, a quelli contenuti nella Tabella relativa al Ministero dell'economia e delle finanze.
  Con riferimento al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, la Nota integrativa passa sinteticamente in rassegna le principali misure messe in campo in materia di lavoro e di previdenza, evidenziando – Pag. 161per quanto attiene agli aspetti di carattere organizzativo – che nel 2016 è stato affrontato un processo di radicale revisione degli assetti consolidati, in ragione dell'istituzione dell'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (ANPAL) e dell'Ispettorato nazionale del lavoro (INL), in attuazione della delega di cui alla legge n. 183 del 2014, il cosiddetto Jobs Act.
  Venendo, in estrema sintesi, ai dati di carattere finanziario, segnala che nel 2016, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha gestito risorse per un ammontare pari a 118,335 miliardi di euro in termini di stanziamenti definitivi di competenza, con una riduzione pari a circa il 10,1 per cento rispetto all'esercizio precedente, ma con un leggero incremento rispetto al 2014. Tale riduzione è principalmente riconducibile all'andamento delle spese comprese nella missione relativa alle «Politiche previdenziali», i cui stanziamenti di competenza erano passati tra il 2014 e il 2015 da 80,35 miliardi di euro a 92,64 miliardi di euro, in considerazione delle spese dovute al ripiano delle anticipazioni concesse all'INPS in seguito alle operazioni di riaccertamento straordinario dei residui passivi e al ripiano dei debiti nei confronti degli enti previdenziali, oltre che a maggiori trasferimenti alla gestione degli interventi assistenziali e di sostegno alle gestioni previdenziali da finanziarsi dallo Stato.
  Quanto all'andamento degli stanziamenti nel corso della gestione, segnala che le risorse inizialmente assegnate al Ministero con la legge di bilancio ammontavano a circa 118,02 miliardi di euro e sono state incrementate, in corso di esercizio, di circa 314,5 milioni di euro, prevalentemente per effetto dell'adozione di decreti di variazione di bilancio riferiti all'integrazione di stanziamenti riferiti a spese indifferibili e inderogabili.
  Confermando le caratteristiche riscontrate negli esercizi già trascorsi, gli stanziamenti di competenza del Ministero sono pressoché interamente riconducibili a spese correnti, che rappresentano oltre il 99 per cento del totale, essendo la spesa in conto capitale pari a circa 20,7 milioni di euro, che rappresentano lo 0,02 per cento della spesa complessiva dello stato di previsione. Sotto il profilo della destinazione della spesa, anche nel 2016 oltre il 99 per cento del totale rientra nella categoria economica dei «trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche», la quasi totalità dei quali è destinata ad altre amministrazioni pubbliche e, segnatamente, agli enti previdenziali. Minima incidenza hanno invece i redditi da lavoro dipendente, che rappresentano lo 0,3 per cento delle risorse di parte corrente gestite dal Ministero, con un calo – in termini assoluti – del 4,4 per cento dovuto alla contrazione del personale in servizio, passato dalle 6.939 unità del 2015 alle 6.788 unità del 2016. Permane limitatissima anche l'incidenza della spesa per consumi intermedi, che costituisce circa lo 0,1 per cento della spesa corrente. Come già segnalato, tutte le componenti della spesa in conto capitale (investimenti fissi lordi, trasferimenti in conto capitale e altre spese in conto capitale) presentano un rilievo trascurabile.
  Con riferimento alla gestione delle spese, a fronte di stanziamenti per complessivi 118,3 miliardi di euro, gli impegni di competenza sono stati pari a circa 117,2 miliardi di euro, con pagamenti in conto competenza pari a circa 100,18 miliardi di euro. I residui di nuova formazione ammontano quindi a poco più di 18 miliardi di euro, con un incremento del 38 per cento rispetto all'esercizio precedente, mentre le economie sono pari a circa 118 milioni di euro, con un consistente incremento rispetto al 2015. Per quanto riguarda, invece, i residui finali, segnala che essi ammontano al termine dell'esercizio 2016 a 31,57 miliardi di euro, con un incremento del 62 per cento. Come nei precedenti esercizi, la quota prevalente dei residui è ascrivibile alla missione «Politiche previdenziali», alla quale è riferibile una quota dei residui pari a oltre 23 miliardi di euro. Nell'ambito dei residui riscontrabili nella missione «Politiche per il lavoro», pari a circa 6,38 miliardi di euro, è opportuno segnalare che circa 3,1 miliardi di euro sono riferibili agli stanziamenti Pag. 162per il finanziamento degli ammortizzatori in deroga. Nella propria relazione sul rendiconto, la Corte dei conti, reiterando un'osservazione già formulata con riferimento al precedente esercizio, evidenzia, in particolare, che quasi tutti i capitoli della missione «Politiche previdenziali» presentano rilevanti residui finali con importi superiori ai 50 milioni di euro in ragione delle modalità di gestione delle relative spese. Gli impegni sono, infatti, assunti nell'esercizio di competenza, mentre i pagamenti sono effettuati negli anni successivi nel momento in cui gli enti previdenziali presentano i rendiconti al Ministero vigilante. A questo riguardo, la Corte sottolinea l'esigenza di migliorare la programmazione del fabbisogno degli istituti di previdenza e le modalità della comunicazione tra tali istituti e il Ministero.
  Un analogo trend di crescita si registra con riferimento ai residui di stanziamento, che al termine dell'esercizio ammontano a 1,02 di miliardi di euro, con un incremento del 59 per cento rispetto all'anno 2015. Come negli esercizi precedenti, una quota assolutamente prevalente di tali residui (991,8 milioni di euro) è riferibile al Fondo sociale per occupazione e formazione e, specificamente, ai piani gestionali del Fondo sociale per occupazione e formazione relativi agli ammortizzatori sociali in deroga e all'obbligo formativo e all'apprendistato. Tale situazione è, del resto, in linea con la previsione legislativa che, in deroga alle regole generali di contabilità e finanza pubblica, prevede che le somme del Fondo sociale per occupazione e formazione non impegnate al termine dell'esercizio finanziario possano esserlo in quello successivo.
  Per quanto attiene alla gestione di cassa, fa presente che le previsioni definitive sono pari a circa 120,5 miliardi di euro, a fronte delle quali le somme pagate ammontano a circa 106,1 miliardi di euro, con economie pari a circa 14,4 miliardi di euro.
  Passando a una sintetica analisi della ripartizione delle spese del Ministero, osserva che, come negli esercizi precedenti, nell'ambito dello stato di previsione sono presenti sei missioni, ulteriormente articolate in quattordici programmi. Le quattro missioni rappresentative delle funzioni e delle attribuzioni del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, tutte condivise con lo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, sono la missione n. 24 «Diritti sociali, solidarietà sociale e famiglia», la missione n. 25 «Politiche previdenziali», la missione n. 26 «Politiche per il lavoro» e la missione n. 27 «Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti». Nell'ambito della missione «Diritti sociali, solidarietà sociale e famiglia», il Ministero gestisce risorse pari all'82 per cento del totale condiviso con il Ministero dell'economia e delle finanze, mentre per la missione «Politiche previdenziali» le risorse gestite dal Ministero, sul totale condiviso della missione, rappresentano l'85 per cento e, per quelle riferite alla missione «Politiche per il lavoro», l'ammontare gestito dal Ministero dell'economia e delle finanze è pari al 99,9 per cento. Per la missione «Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti», condivisa anche con il Ministero dell'interno e il Fondo edifici di culto, le risorse gestite sono pari allo 0,3 per cento del totale. A tali missioni si affiancano la missione n. 32 «Servizi istituzionali e generali delle Amministrazioni pubbliche» e la missione n. 33 «Fondi da ripartire», che hanno carattere trasversale, essendo presenti in tutti gli stati di previsione dei diversi Ministeri.
  Per quanto attiene all'incidenza delle diverse missioni di spesa, segnala che circa il 63 per cento delle risorse assegnate al Ministero, pari a 74,2 miliardi di euro, riguarda la missione «Politiche previdenziali», il cui peso sul totale della spesa registrata dallo stato di previsione si riduce, tuttavia, in modo sensibile rispetto all'esercizio 2015. Cresce in termini percentuali, rispetto all'esercizio 2015, la spesa destinata alla missione «Diritti sociali, politiche sociali e famiglia», i cui stanziamenti assorbono circa il 24,4 per cento del totale della spesa e registrano anche un leggero incremento in termini Pag. 163assoluti rispetto all'anno 2015, raggiungendo l'ammontare di 28,92 miliardi di euro. Anche gli stanziamenti per le «Politiche per il lavoro» crescono rispetto all'anno precedente ed ammontano nel 2015 a circa il 12,76 per cento del totale della spesa del Ministero, con una crescita in termini assoluti di oltre 4,5 miliardi di euro rispetto all'esercizio precedente. Le somme destinate alla missione «Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti», che avevano subito un drastico calo nel 2015 a seguito del trasferimento nello stato di previsione del Ministero dell'interno del Fondo nazionale per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, ammontano – come nel precedente esercizio – allo 0,01 per cento degli stanziamenti complessivi del Ministero. Marginale è, anche, l'incidenza della spesa per i «Servizi istituzionali e generali delle Amministrazioni pubbliche», che incide per lo 0,03 per cento, e per i «Fondi da ripartire», ai quali sono assegnate risorse pari a circa lo 0,1 per cento del totale, dati sostanzialmente analoghi a quelli riscontrati nell'esercizio 2015.
  Con riferimento alle singole missioni, premesso che gli interventi ricompresi in quelle riguardanti diritti sociali, politiche sociali e famiglia, nonché immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti sono prevalentemente di competenza della XII Commissione, segnala che la Missione 25 «Politiche previdenziali» è la più rilevante in termini finanziari del Ministero e consta di un unico programma, «Previdenza obbligatoria, complementare, assicurazioni sociali», che – come segnalato – assorbe, con uno stanziamento definitivo di competenza di 74,25 miliardi di euro, circa il 63 per cento delle risorse iscritte nello stato di previsione del Ministero. Come già accennato, quasi la totalità delle somme è costituita da trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche e circa 61,7 miliardi di euro, pari all'83,1 del totale degli stanziamenti dell'intera missione, sono destinati a trasferimenti all'INPS. Come anticipato, gli stanziamenti definitivi della missione hanno subito un calo del 20 per cento rispetto all'anno 2015, che – come evidenziato nella relazione della Corte dei conti – è imputabile in gran parte alla flessione dei capitoli relativi ai trasferimenti alle gestioni previdenziali dell'INPS, il cui ammontare è stato determinato in funzione del fabbisogno previsto e delle disponibilità giacenti sui conti di Tesoreria. Si osserva, peraltro, che nel 2015 gli stanziamenti comprendevano anche 4,5 miliardi di euro relativi al ripiano di sospesi di Tesoreria conseguenti al riaccertamento straordinario dei residui disposto dal decreto-legge n. 66 del 2014 e circa 2,8 miliardi di euro destinati all'attuazione della sentenza della Corte costituzionale n. 70 del 2015, in materia di rivalutazione dei trattamenti pensionistici, destinati prevalentemente al pagamento degli arretrati. Nel quadro delle considerazioni riferite a questa missione, la relazione della Corte dei conti sottolinea nuovamente le difficoltà di completamento dell'assetto organizzativo dell'INPS, evidenziando che alla necessaria fase di riduzione degli organi dei principali enti previdenziali non ha fatto ancora seguito un complessivo processo di razionalizzazione del modello di governance dell'Istituto, che opera attraverso la concentrazione nel Presidente delle competenze prima attribuite al consiglio di amministrazione. Si ribadisce, inoltre, l'esigenza di definire una chiara linea di demarcazione del ruolo e delle competenze del Presidente e del direttore generale, sottolineando in conclusione che, con riferimento ai poteri di vigilanza ministeriale, le criticità segnalate rischiano di tradursi, inevitabilmente, in difficoltà gestionali, con evidenti riflessi diretti sull'efficacia e sull'efficienza dell'azione amministrativa. Parimenti rivestono interesse le considerazioni relative ai controlli sugli istituti di previdenza privati, nelle quali si evidenzia che la mancata adozione del decreto di cui all'articolo 14, comma 3, del decreto-legge n. 98 del 2011, volto a prevedere requisiti più stringenti e maggiore trasparenza per gli investimenti degli enti privatizzati, lascia nell'indeterminatezza la disciplina per gli investimenti del patrimonio. Per quanto riguarda la normativa in materia previdenziale, Pag. 164infine, la relazione della Corte dei conti riporta un'efficace sintesi degli interventi legislativi volti alla salvaguardia dei lavoratori esodati.
  Per quanto riguarda la Missione 26 «Politiche per il lavoro», che – come nota la Corte dei conti – identifica l'attività più significativa del Ministero, che meglio ne connota il ruolo istituzionale, la quasi totalità degli stanziamenti è assorbita dal programma «Politiche passive del lavoro e incentivi all'occupazione» che ha una dotazione pari a circa 14,5 miliardi di euro, a fronte dei circa 15,1 miliardi di euro destinati alla missione, che segnano un incremento del 43 per cento rispetto agli stanziamenti definitivi dell'esercizio 2015. Le principali variazioni interessano, in particolare, i trasferimenti all'INPS per il rimborso degli oneri sostenuti dall'Istituto per finanziare la NASpI e la DIS-COLL. Per quanto riguarda il programma relativo alle politiche passive e agli incentivi all'occupazione, segnala che circa il 50 per cento delle risorse è destinato agli oneri relativi ai trattamenti di mobilità e di disoccupazione e circa il 9,5 per cento al Fondo sociale per occupazione e formazione, iscritto nel capitolo 2230. Il Fondo sociale per occupazione e formazione recava uno stanziamento iniziale di competenza di 822 milioni di euro, incrementato in sede di assestamento di bilancio fino a raggiungere l'importo di 1,4 miliardi di euro, sulla base delle indicazioni pervenute dagli enti previdenziali, tese ad allineare le dotazioni di cassa con le effettive capacità di spesa. Anche in questo esercizio, la Corte dei conti ha quindi riscontrato un significativo disallineamento tra l'iniziale programmazione economica e finanziaria e le effettive esigenze gestionali. Nel complesso le risorse del Fondo sociale per occupazione e formazione registrano un decremento del 52 per cento rispetto all'esercizio 2015, dovuto in particolare alla contrazione della spesa per gli ammortizzatori sociali in deroga alla normativa vigente. Nell'ambito della relazione della Corte dei conti si analizza il processo di progressiva riduzione degli stanziamenti destinati agli ammortizzatori sociali in deroga, conseguente al miglioramento della situazione economica e all'introduzione di requisiti più stringenti per l'accesso ai benefici. In particolare, si evidenziano la riduzione delle ore autorizzate, che passano dagli oltre 235 milioni del 2014 ai 98,4 milioni del 2015 ai 57 milioni del 2016, e la diminuzione della spesa derivante da accordi sottoscritti a livello regionale, che ammontavano a 427,8 milioni di euro nel 2016, a fronte dei 933,2 milioni di euro del 2015 e di 1,7 miliardi di euro nel 2014. Particolarmente rilevante, invece, è la crescita della spesa relativa ai trattamenti di cassa integrazione guadagni straordinaria, dovuta all'applicazione delle disposizioni di cui al decreto legislativo n. 148 del 2015. Per quanto riguarda il programma «Programmazione e coordinamento della vigilanza in materia di prevenzione e osservanza delle norme di legislazione sociale e del lavoro», che ha gestito 48 milioni di euro, con un incremento del 12 per cento rispetto all'anno 2015, segnalo che – nel corso dell'anno 2016 – sono state ispezionate dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali 142.000 aziende, che si aggiungono alle oltre 28.800 ispezionate dall'INPS e alle oltre 20.800 ispezionate dall'INAIL. In oltre il 60 per cento dei casi sono stati contestati illeciti in materia di lavoro e legislazione sociale o di salute e sicurezza sul lavoro. I lavoratori irregolari rilevati sono stati oltre 89.000, dei quali circa il 50 per cento totalmente in nero, mentre i provvedimenti di sospensione dell'attività imprenditoriale sono stati circa 7.000, la quasi totalità dei quali è stata revocata a seguito della regolarizzazione degli illeciti e del pagamento degli importi previsti. L'attività di vigilanza ha consentito di accertare un'evasione contributiva per oltre 327 milioni di euro e di introitare sanzioni per oltre 70 milioni di euro. Nella relazione della Corte dei conti si richiama, altresì, il processo di costituzione dell'Ispettorato nazionale del lavoro, subentrato, dal 1o gennaio 2017, nelle attività svolte dalla Direzione generale per Pag. 165l'attività ispettiva e dalle direzioni interregionali e territoriali del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
  Per quanto attiene agli stanziamenti afferenti a materie di competenza della Commissione lavoro presenti nell'ambito della Tabella riferita al Ministero dell'economia e delle finanze, vengono in rilievo in particolare gli stanziamenti relativi alla Missione 24 «Diritti sociali, solidarietà sociale e famiglia», con stanziamenti definitivi di competenza pari a 6,3 miliardi di euro, la Missione 25 «Politiche previdenziali», con stanziamenti definitivi di competenza pari a 12,6 miliardi di euro, e la Missione 26 «Politiche per il lavoro», con stanziamenti definitivi di competenza pari a 6,5 milioni di euro. Gli stanziamenti definitivi della missione «Diritti sociali» sono sostanzialmente in linea con quelli dell'anno 2015, solo per quanto riguarda, mentre si registra una riduzione per quanto riguarda la missione «Politiche previdenziali» (circa 800 milioni di euro) e, viceversa, un aumento degli stanziamenti definitivi relativi alla missione «Politiche per il lavoro» (circa 700 milioni di euro in più rispetto all'anno precedente). Ulteriori stanziamenti di interesse della Commissione rientrano poi nel programma «Fondi da assegnare» della missione «Fondi da ripartire».
  Sulla base di tali stanziamenti, per la missione relativa a «Diritti sociali, solidarietà sociale e famiglia» i pagamenti effettuati sono stati pari a circa 5,7 miliardi di euro, a fronte di impegni pari a 6,1 miliardi di euro; per la Missione «Politiche previdenziali» i pagamenti effettuati ammontano a 11,7 miliardi di euro, a fronte di impegni pari a 12,5 miliardi di euro, mentre per la missione 26 «Politiche per il lavoro» sono state impegnate e pagate tutte le risorse stanziate.
  Venendo al disegno di legge di assestamento per il 2017, ricorda preliminarmente che si tratta dello strumento attraverso il quale il Governo propone gli aggiornamenti delle previsioni di entrata e degli stanziamenti di bilancio per l'esercizio in corso, in termini di competenza e cassa, alla luce dell'aggiornamento del quadro macroeconomico alla base del Documento di economia e finanza, presentato lo scorso mese di aprile, della disponibilità di informazioni aggiornate sugli andamenti di finanza pubblica, delle richieste formulate dalle Amministrazioni centrali in relazione alle nuove esigenze legate alla loro operatività, nonché della consistenza dei residui accertata in sede di rendiconto dell'esercizio precedente. Le variazioni proposte dal provvedimento in esame integrano le variazioni di bilancio adottate tra il 1o gennaio e il 31 maggio dell'anno in corso e, tenendo conto degli effetti finanziarie dei provvedimenti legislativi entrati in vigore dopo l'approvazione della legge di bilancio 2017, forniscono le previsioni assestate per il corrente esercizio finanziario. I margini di flessibilità in sede di assestamento sono stati ampliati a seguito delle modifiche introdotte dall'articolo 5 della legge n. 16 del 2017, che ha riformato la legge di contabilità e finanza pubblica, prevedendo, tra l'altro, la possibilità che con il disegno di legge di assestamento possano essere proposte variazioni compensative tra le dotazioni finanziarie previste a legislazione vigente, limitatamente all'anno in corso, anche tra unità di voto diverse, mentre tale possibilità era originariamente limitata soltanto nell'ambito dei programmi di una medesima missione, fermo restando, anche in assestamento, la preclusione all'utilizzo degli stanziamenti di conto capitale per finanziare spese correnti.
  Passando al contenuto del disegno di legge, segnala che esso consta di tre articoli e di quattordici tabelle, la prima delle quali rappresenta lo stato di previsione dell'entrata, mentre le restanti corrispondono allo stato di previsione della spesa dei singoli ministeri.
  Più in particolare, l'articolo 1, che reca le disposizioni generali, dispone l'introduzione nello stato di previsione dell'entrata e negli stati di previsione dei ministeri le variazioni riportate nelle tabelle allegate. L'articolo 2, modifica in più punti l'articolo 3 della legge di bilancio per il 2017, relativo allo stato di previsione del Ministero Pag. 166dell'economia e delle finanze, incrementando, tra l'altro, da 59,5 miliardi di euro a 79,5 miliardi di euro l'importo massimo di emissione di titoli del debito pubblico, in linea con le previsioni del decreto-legge n. 237 del 2016. Con il medesimo articolo si incrementa il limite massimo di garanzie di durata superiore ai ventiquattro mesi che possono essere assunte da SACE Spa corrispondentemente riducendo il limite per le garanzie di durata inferiore, nonché si rideterminano gli stanziamenti dei fondi di riserva e speciali del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2017. L'articolo 3, infine, rivede la disciplina del «Fondo da ripartire per la sistemazione contabile delle partite iscritte al conto sospeso», iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2017, al fine di accelerare l'estinzione delle suddette partite, mediante l'assegnazione diretta delle risorse del Fondo all'istituto gestore della tesoreria dello Stato, ferma restando la facoltà di procedere alla ripartizione delle risorse medesime tra gli stati di previsione dei Ministeri interessati.
  Come si legge nella relazione illustrativa, le variazioni proposte dal disegno di legge determinano, nel loro complesso, in termini di competenza, un peggioramento del saldo netto da finanziare rispetto alle previsioni iniziali di bilancio. Nel complesso, il saldo nelle previsioni assestate si attesta a un valore di –56 miliardi, rispetto a una previsione iniziale di –38,6 miliardi. Tale valore rientra nel limite massimo stabilito dalla legge di bilancio per il 2017, così come rideterminato con il decreto-legge n. 237 del 2016 e, poi, con il decreto-legge n. 50 del 2017. Il peggioramento del saldo rispetto alle previsioni iniziali, pari a circa 17,4 miliardi di euro, è il frutto della somma algebrica delle variazioni per atto amministrativo, che comportano un incremento del saldo di 21,9 miliardi di euro e delle variazioni di valore positivo proposte dal disegno di legge di assestamento in esame, che recano variazioni di segno opposto per complessivi 4,5 miliardi di euro, derivanti da un aumento delle entrate finali per circa 2,8 miliardi di euro e da una variazione in diminuzione delle spese finali per circa 1,6 miliardi di euro. Tale ultima riduzione interessa prevalentemente le spese correnti, nel cui ambito si registra una significativa proposta di diminuzione di quelle per interessi, per le quali si prevede una diminuzione di circa 1,95 miliardi di euro. Le variazioni per atto amministrativo determinano un forte incremento delle spese finali, dovuto per 20 miliardi all'aumento delle acquisizioni di attività finanziarie conseguente all'attuazione del decreto-legge n. 237 del 2016, recante disposizioni urgenti per la tutela del risparmio nel settore creditizio. Per quanto concerne gli altri saldi, segnala che il risparmio pubblico, dato dalla differenza tra entrate correnti e spese correnti al lordo degli interessi, registra un miglioramento rispetto alla previsione iniziale, attestandosi a 2,9 miliardi di euro.
  Quanto ai profili di competenza della Commissione, assume particolare rilievo il contenuto della Tabella n. 4, che reca lo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Come si legge nella nota illustrativa alla Tabella, il disegno di legge di assestamento, da un lato, dà conto delle variazioni amministrative intervenute nel periodo 1o gennaio-31 maggio 2017 rispetto alle previsioni di competenza per il 2017, pari a 123,43 miliardi di euro e alle autorizzazioni di cassa pari a 126,89 miliardi di euro, previste dalla legge di bilancio 2017, e, dall'altro, ne propone di ulteriori.
  Con riferimento al primo aspetto, le modifiche derivanti da atti amministrativi interessano le previsioni relative ai residui, alle competenza e alla cassa e derivano da provvedimenti legislativi intervenuti nel frattempo o da norme di carattere generale, che determinano un incremento delle previsioni rispettivamente di 332,6 milioni di euro in termini di residui, di 138,9 milioni di euro in termini di competenza e di 471,57 milioni di euro in termini di cassa.Pag. 167
  Anche le variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento interessano le previsioni riferite a residui, competenza e cassa.
  Per i residui, si prevede un incremento delle poste di bilancio pari a circa 15,26 miliardi di euro, essenzialmente riferibili a spese di parte corrente, essendo l'incremento previsto per i residui in conto capitale pari a poco più di 12 milioni di euro. La relazione illustrativa precisa che, come di regola avviene, le variazioni proposte traggono origine dall'esigenza di adeguare gli importi presunti previsti in sede di approvazione del bilancio per il 2017 a quelli risultanti dal rendiconto riferito all'anno 2016.
  Per gli stanziamenti in termini di competenza si prevede, invece, un incremento di circa 308 milioni di euro, mentre per quelli in termini di cassa l'incremento è pari a circa 211 milioni di euro. Per quanto attiene alle variazioni delle previsioni di competenza, la relazione illustrativa evidenzia, in via generale, che esse sono connesse alle esigenze emerse dall'effettivo svolgimento della gestione, tenendo altresì conto della situazione della finanza pubblica, mentre per le autorizzazioni di cassa le variazioni proposte tengono conto della nuova consistenza dei residui e delle nuove previsioni di competenza, anche alla luce delle concrete capacità operative dell'amministrazione. Si precisa, inoltre, che le principali variazioni proposte sono il risultato di un'attenta e rigorosa valutazione delle richieste delle Amministrazioni e riguardano l'integrazione di spese di natura indifferibile o inderogabile.
  Per effetto delle modifiche sopra riassunte, le previsioni dello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per il 2017 risultano assestate in 32,88 miliardi di euro, quanto ai residui, in 123,88 miliardi di euro, quanto alla competenza, e in 127,57 miliardi di euro per quanto attiene alle previsioni di cassa. In tutti i casi le spese sono essenzialmente riferite alla parte corrente, considerata la limitata incidenza delle spese per investimento nell'ambito delle politiche di competenza del Ministero.
  La Tabella n. 4 dà quindi conto delle variazioni proposte, articolate per unità di voto. Dal prospetto risulta che per la Missione 24 «Diritti sociali, politiche sociali e famiglia» le variazioni in aumento ammontano a circa 1,86 miliardi di euro in termini di residui e a circa 58 milioni di euro tanto in termini di competenza quanto in termini di cassa. Le variazioni in termini di competenza e di cassa sono riconducibili al programma di spesa relativo al Terzo settore (associazionismo, volontariato, Onlus e formazioni sociali) e alla responsabilità sociale delle imprese e delle organizzazioni.
  Per quanto riguarda la Missione 25 «Politiche previdenziali», il disegno di legge propone un incremento degli stanziamenti di 11,33 miliardi di euro in termini di residui e una diminuzione delle poste iscritte in termini di competenza e di cassa di circa 1,17 miliardi di euro, integralmente riconducibile al programma «Previdenza obbligatoria e complementare, assicurazioni sociali». Nell'ambito di tale programma le riduzioni più consistenti, pari rispettivamente a 1 miliardo e a 500 milioni di euro in termini di competenza e di cassa, interessano i capitoli n. 2539 e n. 4339, relativi alle somme da trasferire all'INPS a titolo di anticipazioni di bilancio sul fabbisogno finanziario delle gestioni previdenziali, rispettivamente per i lavoratori pubblici e privati. Segnala anche che si prevede un incremento in termini di competenza e di cassa, per 208 milioni di euro, del capitolo n. 4358, relativo alla rivalutazione delle pensioni ed altri oneri pensionistici, nonché un incremento del capitolo n. 4331, relativo al finanziamento degli istituti di patronato e di assistenza sociale, per un importo di 120,14 milioni di euro in termini di competenza e di cassa.
  Per la Missione 26 «Politiche per il lavoro», si propone un incremento degli stanziamenti di 2,04 miliardi di euro in termini di residui, di 1,47 miliardi di euro in termini di competenza e di 1,38 miliardi Pag. 168di euro in termini di cassa. Nell'ambito di tale missione, le variazioni più consistenti riguardano il programma «Politiche passive del lavoro e incentivi all'occupazione» per il quale è proposto un incremento degli stanziamenti pari a 1,94 miliardi di euro in termini di residui, a 1,43 miliardi di euro in termini di competenza e 1,34 miliardi di euro in termini di cassa. Il capitolo maggiormente interessato dall'incremento è il capitolo 2400, concernente gli oneri relativi ai trattamenti di cassa integrazione guadagni straordinaria e connessi trattamenti di fine rapporto, i cui stanziamenti in termini di competenza e di cassa si incrementano di 1,36 miliardi di euro, in relazione alle maggiori esigenze. La variazione è compensata dalla riduzione dei capitoli n. 2539 e n. 4339, di cui si è detto. Un significativo incremento dei residui, pari a circa 822 milioni di euro, è previsto per il capitolo n. 2402, concernente gli oneri relativi ai trattamenti di mobilità dei lavoratori e di disoccupazione, con particolare riferimento al finanziamento della NASpI e della DIS-COLL. Il capitolo 2230, relativo al Fondo sociale per occupazione e formazione registra inoltre un significativo incremento dell'ammontare dei residui, per i quali si propone una variazione in aumento di circa 626 milioni di euro, e un incremento delle dotazioni di competenza di 75 milioni di euro. Da ultimo segnala che si prevede un incremento degli stanziamenti in termini di competenza e di cassa per 15 milioni di euro con riferimento al programma «Politiche di regolamentazione in materia di rapporti di lavoro», destinato integralmente al capitolo n. 4776, di nuova istituzione, che reca le somme da trasferire all'INPS per gli oneri connessi agli accertamento medico-legali sostenuti dalle amministrazioni pubbliche. Ulteriori 17 milioni in termini di competenza e di cassa sono destinati al programma «Sistemi informativi per il monitoraggio e lo sviluppo delle politiche sociali e del lavoro e comunicazione istituzionale», finalizzati principalmente alle spese per lo sviluppo dei sistemi informativi per il lavoro.
  Con riferimento alla Missione 27 «Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti», le variazioni proposte si riferiscono essenzialmente all'incremento per circa 17,54 milioni di euro in termini di residui del programma «Flussi migratori per motivi di lavoro e politiche di integrazione sociale delle persone immigrate». Variazioni di minore rilievo sono apportate, anche alla Missione 32 «Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche» per la quale si propone un incremento degli stanziamenti di 556 mila euro in termini di residui, 961 mila euro in termini di competenza e 915 mila euro in termini di cassa.
  Per quanto attiene agli stanziamenti afferenti a materia di competenza della Commissione nell'ambito della Tabella n. 2, relativa allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, le variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento riguardano esclusivamente la Missione 24 «Diritti sociali, politiche sociali e famiglia», con un aumento delle previsioni di 1,5 milioni di euro in termini di competenza e di 99,5 milioni di euro in termini di cassa e 136,5 milioni di euro in conto residui. Nell'ambito di tale missione, la variazione di cassa è interamente riferibile al programma «Protezione sociale per particolari categorie» e, all'interno di questo, all'azione « Maggiorazioni pensionistiche ex-combattenti, risarcimenti e rimborsi vari». Invece, la variazione degli stanziamenti di competenza riguarda esclusivamente il programma «Sostegno in favore di pensionati di guerra e assimilati, perseguitati politici e razziali» – Azione «Sostegno ai pensionati di guerra e assimilati».

  Marialuisa GNECCHI (PD) intende ancora una volta mettere in evidenza, come, del resto più volte fatto anche dal presidente Damiano, che, nel complesso della spesa sostenuta per la previdenza, ben 43 miliardi di euro corrispondono all'IRPEF sui trattamenti pensionistici che, costituendo una partita di giro, saranno poi versati allo Stato. Si tratta di risorse che dovrebbero essere scorporate dai calcoli Pag. 169relativi alla spesa pensionistica complessiva, riconducendola così, in rapporto al PIL, a valori nel complesso analoghi alla media europea. Rimarca poi la riduzione di quasi il 20 per cento rispetto al 2015 dei trasferimenti all'INPS, rispetto alla quale sarebbe utile acquisire ragguagli più puntuali. Osserva, del resto, che sulla spesa previdenziale ha gravato la destinazione di 2,8 miliardi di euro alla restituzione della mancata perequazione delle pensioni il cui importo è compreso tra tre e sei volte il trattamento minimo INPS, in applicazione della sentenza della Corte costituzionale n. 70 del 2015. Tale quadro, presumibilmente, potrebbe essere ulteriormente ridimensionato dall'attesa imminente nuova sentenza della Corte riguardante nuovi ricorsi volti ad ottenere la piena perequazione dei trattamenti, anche per le pensioni di importo più elevato. A suo avviso, pertanto, in questa fase di preparazione del disegno di legge di bilancio, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali dovrebbe pretendere l'utilizzo delle risorse attualmente computate come spesa previdenziale, ma effettivamente destinate all'Erario, per il finanziamento di provvedimenti che mitighino gli effetti dell'innalzamento dell'età della pensione di vecchiaia, dovuto al decreto-legge n. 201 del 2011 e all'aumento della speranza di vita, in considerazione del fatto che, da questo punto di vista, l'Italia si colloca al di sopra della media europea.

  Cesare DAMIANO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, ricorda che il termine per la presentazione di eventuali emendamenti al disegno di legge n. 4639, per le parti di competenza, è fissato alle ore 14 di venerdì 22 settembre.
  Rinvia, quindi, il seguito dell'esame congiunto dei provvedimenti ad altra seduta.

Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2016-2017.
C. 4620 Governo, approvato dal Senato.

Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2016.
Doc. LXXXVII, n. 5.

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti.

  Cesare DAMIANO, presidente, ricorda che la Commissione è convocata, ai sensi dell'articolo 126-ter del Regolamento, per l'esame congiunto in sede consultiva del disegno di legge Atto Camera 4620, recante delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2016-2017, approvato dal Senato, nonché della Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2016 (Doc. LXXXVII, n. 5). Avverte, inoltre, che le Commissioni in sede consultiva esaminano le parti di competenza e deliberano una relazione sul disegno di legge di delegazione europea 2016-2017, nominando altresì un relatore, che può partecipare alle sedute della XIV Commissione. La relazione, trasmessa alla XIV Commissione, potrà essere accompagnata da eventuali emendamenti approvati dalla Commissione. Per quanto riguarda la fase emendativa, ricorda che il termine per la presentazione delle proposte emendative riferite alle parti di competenza del disegno di legge di delegazione europea 2016-2017 è fissato alle ore 17 della giornata odierna. Fa presente che possono ritenersi ricevibili solo gli emendamenti il cui contenuto è riconducibile alle materie di competenza specifica di ciascuna Commissione di settore. Nel caso in cui membri della Commissione intendano proporre emendamenti che interessano gli ambiti di competenza di altre Commissioni, tali emendamenti dovranno essere presentati presso la Commissione specificamente competente. Gli emendamenti presentati saranno quindi sottoposti allo specifico vaglio da parte della Presidenza della Commissione ai fini della verifica della loro ammissibilità. Pag. 170Fa presente, in ogni caso, che i deputati hanno facoltà di presentare emendamenti direttamente presso la XIV Commissione, entro i termini dalla stessa stabiliti. Gli emendamenti approvati dalle Commissioni di settore e trasmessi alla XIV Commissione potranno essere da questa respinti solo per motivi di compatibilità con la normativa europea o per esigenze di coordinamento generale. Gli emendamenti respinti dalle Commissioni di settore non potranno essere presentati presso la XIV Commissione, che li considererà irricevibili, ma potranno, peraltro, essere ripresentati in Assemblea. Ricorda, infine, che per prassi consolidata, gli emendamenti presentati direttamente alla XIV Commissione sono trasmessi alle Commissioni di settore competenti per materia, ai fini dell'espressione del parere, che assume una peculiare valenza procedurale. Dà quindi la parola alla relatrice, onorevole Luisella Albanella, per la sua relazione introduttiva.

  Luisella ALBANELLA (PD), relatrice, in relazione al disegno di legge di delegazione europea 2016-2017, di cui oggi la Commissione avvia l'esame, ricorda in via preliminare che esso, assieme al disegno di legge europea, rappresenta uno degli strumenti legislativi che assicurano il periodico adeguamento all'ordinamento dell'Unione. In particolare, ai sensi dell'articolo 30, comma 2, della legge n. 234 del 2012, la legge di delegazione europea è lo strumento con cui si conferisce al Governo la delega legislativa per dare attuazione alle direttive europee e alle decisioni quadro, nonché agli obblighi direttamente riconducibili al recepimento di atti legislativi europei. Ricorda, altresì, che la Camera dei deputati ha approvato in prima lettura, lo scorso 20 luglio, il disegno di legge europea, attualmente all'esame del Senato (Atto Senato n. 2886).
  Fa presente che il disegno di legge di delegazione europea 2016-2017, che viene esaminato nell'ambito della cosiddetta «sessione europea» espressamente disciplinata dall'articolo 126-ter del Regolamento della Camera, si compone di quindici articoli ed è corredato da un allegato contenente l'elenco delle direttive da recepire con la delega conferita dall'articolo 1, da attuare secondo i termini, le procedure, i princìpi e i criteri direttivi di carattere generale indicati dagli articoli 31 e 32 della legge 24 dicembre 2012, n. 234. Tra tali direttive segnala, in quanto direttamente riconducibile alle competenze della XI Commissione, la direttiva (UE) 2015/1794, che modifica le direttive 2008/94/CE, 2009/38/CE e 2002/14/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e le direttive 98/59/CE e 2001/23/CE del Consiglio, per quanto riguarda i marittimi e il cui termine di recepimento è il 10 ottobre 2017. Tale direttiva reca modifiche a diverse direttive relative a tutele lavoristiche, in particolare sopprimendo esclusioni e deroghe – rispetto all'ambito di applicazione delle medesime norme – che erano ammesse per alcune categorie di lavoratori marittimi. Da tali esclusioni e deroghe derivava – a giudizio delle Istituzioni dell'Unione – una «disparità di trattamento per la medesima categoria di lavoratori da parte di diversi Stati membri». Ricorda anche la direttiva (UE) 2016/2341, relativa alle attività degli enti pensionistici aziendali o professionali (EPAP) e alla vigilanza sui medesimi enti, per la quale il termine di recepimento è fissato al 13 gennaio 2019. La direttiva, in generale, ha come obiettivo la creazione di un ambito normativo unitario minimo e armonizzato per lo sviluppo del mercato europeo dei fondi pensione transfrontalieri, pur lasciando ai vari Stati Membri la competenza per l'organizzazione dei propri sistemi pensionistici. Richiama, altresì, la direttiva (UE) 2016/801 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 maggio 2016, relativa alle condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di paesi terzi per motivi di ricerca, studio, tirocinio, volontariato, programmi di scambio di alunni o progetti educativi, e collocamento alla pari. Il termine per il recepimento di tale direttiva è fissato al 23 maggio 2018. L'articolo 2 delega il Governo all'adozione di disposizioni recanti sanzioni penali o amministrative per le violazioni di obblighi contenuti Pag. 171in direttive europee attuate in via regolamentare o amministrativa o in regolamenti dell'Unione europea pubblicati alla data di entrata in vigore della presente legge, per i quali non sono già previste sanzioni penali o amministrative.
  I successivi articoli conferiscono deleghe al Governo o per il recepimento di direttive o per il coordinamento della legislazione nazionali con i principi introdotti da regolamenti europei, che non incidono direttamente su profili di competenza della XI Commissione. Per completezza, ricorda brevemente i contenuti delle disposizioni del provvedimento. In primo luogo, l'articolo 3 reca la delega al Governo per l'attuazione della direttiva (UE) 2015/2436 sul ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di marchi d'impresa, nonché per l'adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2015/2424, recante modifica al regolamento sul marchio comunitario. L'articolo 4 delega il Governo all'adeguamento, il coordinamento e il raccordo della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) n. 1257/2012, relativo all'attuazione di una cooperazione rafforzata nel settore dell'istituzione di una tutela brevettuale unitaria, e alle disposizioni dell'Accordo su un tribunale unificato dei brevetti, ratificato e reso esecutivo ai sensi della legge 3 novembre 2016, n. 214. L'articolo 5, che reca i principi e criteri direttivi per l'attuazione della direttiva (UE) 2016/97 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 gennaio 2016, sulla distribuzione assicurativa, mentre l'articolo 6 dispone la delega al Governo per l'adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2016/425, sui dispositivi di protezione individuale e che abroga la direttiva 89/686/CEE. Ricorda che l'articolo 7 delega il Governo per l'adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2016/426, sugli apparecchi che bruciano carburanti gassosi e che abroga la direttiva 2009/142/CE, e che l'articolo 8 dispone la delega al Governo per l'adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) n. 596/2014, relativo agli abusi di mercato (regolamento sugli abusi di mercato) e che abroga la direttiva 2003/6/CE. L'articolo 9 delega il Governo all'adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2016/1011, sugli indici usati come indici di riferimento negli strumenti finanziari e nei contratti finanziari o per misurare la performance di fondi di investimento e recante modifica delle direttive 2008/48/CE e 2014/17/UE e del regolamento (UE) n. 596/2014. L'articolo 10 reca la delega al Governo per l'adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2015/2365, sulla trasparenza delle operazioni di finanziamento tramite titoli e del riutilizzo e che modifica il regolamento (UE) n. 648/2012, nonché per l'adozione di disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo emanato ai sensi dell'articolo 12 della legge n. 114 del 2015. Fa presente che l'articolo 11 introduce, rispetto ai criteri generali previsti dal precedente articolo 1, un ulteriore criterio direttivo per l'attuazione della direttiva (UE) 2016/680, relativa alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali da parte delle autorità competenti a fini di prevenzione, indagine, accertamento e perseguimento di reati o esecuzione di sanzioni penali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la decisione quadro 2008/977/GAI del Consiglio. L'articolo 12, che introduce i principi e criteri direttivi per l'attuazione della direttiva (UE) 2016/681, sull'uso dei dati del codice di prenotazione (PNR) a fini di prevenzione, accertamento, indagine e azione penale nei confronti dei reati di terrorismo e dei reati gravi. L'articolo 13 reca la delega al Governo per l'adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2016/679, relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE. Segnala che l'articolo 14 reca i principi e criteri direttivi per l'attuazione della direttiva (UE) 2016/2102, relativa all'accessibilità dei siti web e delle Pag. 172applicazioni mobili degli enti pubblici, mentre l'articolo 15, infine, stabilisce i principi e criteri direttivi per l'attuazione della direttiva (UE) 2016/943, sulla protezione del know-how riservato e delle informazioni commerciali riservate (segreti commerciali) contro l'acquisizione, l'utilizzo e la divulgazione illeciti.
  Con riferimento alla Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2016, ricorda che essa è uno degli strumenti informativi che il Governo è tenuto a trasmettere, entro il 28 febbraio di ogni anno, al Parlamento, sulla base dell'articolo 13, comma 2, della legge n. 234 del 2012. La relazione, che presenta la stessa struttura che caratterizza la Relazione programmatica, si articola in quattro parti: questioni istituzionali e politiche macroeconomiche; misure adottate nel quadro delle politiche orizzontali e settoriali; attuazione delle politiche di coesione economica, sociale e territoriale; attività di coordinamento nazionale delle politiche europee. Il testo è corredato di cinque Allegati: l'elenco dei Consigli dell'Unione europea; i flussi finanziari dall'Unione europea all'Italia nel 2016; l'elenco delle direttive recepite nel 2016; il seguito dato agli atti di indirizzo parlamentari; l'elenco degli acronimi.
  Sottolinea, quindi, che la sua relazione sarà dedicata essenzialmente agli aspetti che più direttamente sono riconducibili alle competenze della XI Commissione.
  Al riguardo, nell'ambito della prima parte della Relazione, riferita alle questioni istituzionali e alle politiche macroeconomiche, la Relazione ricorda l'impegno del Consiglio europeo in formato Eurogruppo, per individuare principi comuni in due aree rilevanti per l'armonizzazione economica europea quali i sistemi di insolvenza e fallimento e la tassazione sul lavoro, evidenziando altresì come, nella visione della Commissione europea, il processo di integrazione e convergenza delle economie europee non dovrebbe limitarsi agli aspetti prettamente economico-monetari, ma rivolgersi anche gli aspetti sociali, in linea con quanto prospettato nelle comunicazioni relative alla costruzione di un Pilastro europeo dei diritti sociali. In questo contesto, il Governo richiama, tra l'altro, la propria nuova proposta di istituzione di un sussidio di disoccupazione europeo, avanzata a settembre 2016, per rilanciare un dibattito avviato, su iniziativa del nostro Paese, nel 2014. La costruzione di un Fondo europeo per l'indennità di disoccupazione mira, in particolare, ad attenuare l'impatto in termini occupazionali di squilibri che, in assenza della moneta unica, si sarebbero tradotti in un aggiustamento del tasso di cambio, riducendo anche la necessità di interventi di politica monetaria e contribuendo ad evitare che la disoccupazione ciclica assuma carattere strutturale.
  Nell'ambito della seconda parte della relazione, relativa alle principali politiche orizzontali e settoriali, osserva che nel capitolo 5, riguardante il mercato e la competitività, il capoverso 5.1.2 dedica specifica attenzione al processo di attuazione del decreto legislativo n. 15 del 2016, con il quale il nostro Paese ha recepito, primo tra gli Stati dell'Unione, la direttiva 2013/55/UE sul riconoscimento delle qualifiche professionali nell'ambito del mercato interno. Rileva, poi, che il paragrafo 5.6 è dedicato alla riforma delle pubbliche amministrazioni e alla semplificazione. In questo ambito, la Relazione rimarca la partecipazione del nostro Paese alla rete europea delle pubbliche amministrazioni (EUPAN), il sostegno, anche finanziario, all'Istituto europeo di pubblica amministrazione (EIPA) e la partecipazione all'organizzazione europea dei datori di lavoro delle pubbliche amministrazioni (EUPAE), di cui l'Italia ha assunto la presidenza nel 2016. In tale ambito, nel corso del 2016 è stato approvato il nuovo programma di lavoro che prevede, tra le altre, attività sui temi della qualità dei servizi, della conciliazione vita/lavoro e dei diritti a informazione e consultazione dei lavoratori del pubblico impiego. Nel capoverso 5.6.2, riguardante la mobilità dei dipendenti pubblici, si evidenzia il sostegno alla mobilità internazionale ed europea dei funzionari pubblici italiani.Pag. 173
  In questo ambito, si evidenzia che, al 31 dicembre 2016, sulla base della legge n. 1114 del 1962, operano presso le istituzioni europee e le organizzazioni internazionali, prevalentemente la Nato e l'ONU, 360 dipendenti pubblici, collocati fuori ruolo e che nel corso del medesimo anno è stato avviato il processo di innovazione della relativa banca dati. Le unità di personale pubblico, temporaneamente distaccato, come previsto dall'articolo 32 del decreto legislativo n. 165 del 2001, risultano essere 165 presso l'Unione europea, mentre poche unità sono distaccate presso le organizzazioni internazionali o gli Stati esteri. La Relazione precisa che tale personale è opportunamente selezionato e, al rientro, valorizzato.
  Passa, quindi, al Capitolo 6, che riguarda le politiche con valenza sociale. In particolare, il paragrafo 6.1 è dedicato al tema dell'occupazione e degli affari sociali. In premessa, sono illustrate sinteticamente le azioni portate avanti dal Governo nel corso del 2016. Per garantire un'applicazione corretta ed uniforme del quadro legislativo europeo, il Governo ha adottato azioni concrete per la promozione delle pari opportunità, proseguendo anche il supporto alla Commissione europea e alle agenzie europee. A livello nazionale, si richiamano i numerosi interventi volti ad incentivare la promozione della partecipazione delle donne al mercato del lavoro, il loro empowerment sociale ed economico e il loro accesso ai ruoli apicali.
  Più in particolare, con riferimento alla materia dell'occupazione e degli affari sociali, segnala che il capoverso 6.1.1 è dedicato alle politiche attive per l'occupazione. La relazione richiama l'impegno, sostenuto nel 2016, nel processo di implementazione dell'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (ANPAL) nonché nel sostegno al rifinanziamento dell'Iniziativa Occupazione Giovani. A tale proposito, la Relazione fornisce i dati relativi al numero di partecipanti a Garanzia Giovani al 22 dicembre 2016. Il Governo, quindi, sottolinea la definizione, nell'ambito del Programma Operativo Nazionale Sistemi di Politiche Attive per l'Occupazione (PON SPAO), dell'incentivo occupazione SUD, per l'inserimento a tempo indeterminato dei giovani nel Mezzogiorno. Risulta anche costituito il Fondo SELFI Employment, uno strumento finanziario finalizzato all'erogazione di prestiti fino a 50.000 euro ai giovani NEET. Il Governo ricorda anche, tra le misure di politica attiva sistematizzate dal Jobs Act, anche l'assegno di ricollocazione, che risponde all'esigenza di trasferire risorse dalle politiche passive a quelle attive, considerate più efficaci nel cogliere l'obiettivo di reimmettere nel mercato del lavoro coloro che ne sono stati temporaneamente espulsi. Sul piano europeo, la Relazione ricorda la partecipazione dell'Italia alla fase di consultazione e di negoziato sulla Skills Agenda, al processo di rafforzamento della rete dei servizi pubblici per l'impiego – EURES (European Employment Services), nonché al processo di adozione della proposta di Regolamento che istituisce un Centro Europeo per lo sviluppo della formazione professionale (Cedefop). Infine, con riferimento ai dossier non ancora chiusi sui quali il Governo italiano si sta particolarmente impegnando, la Relazione richiama la proposta di decisione relativa alla riforma di Europass, da trasformare in una piattaforma per la fornitura agli utenti di servizi per le competenze e le qualifiche. Inoltre, la Relazione ricorda l'orientamento favorevole dell'Italia sulla proposta di Regolamento quadro volto a istituire un quadro legislativo comune per le statistiche europee relative a persone e famiglie nonché sulla proposta di Regolamento che proroga il programma statistico europeo al periodo 2018-2020.
  Rileva che il successivo capoverso 6.1.2 riguarda il tema della salute e sicurezza sul lavoro. Su tale tema, la Relazione sottolinea il contributo dell'Italia al rafforzamento della cooperazione tra le competenti autorità nazionali ed internazionali a seguito dell'istituzione della Piattaforma europea per la prevenzione e il contrasto del lavoro non dichiarato. Sempre con l'obiettivo di contrastare il lavoro sommerso e irregolare, la Relazione ricorda l'impulso dato all'Ispettorato nazionale del Pag. 174lavoro (INL), istituito, nell'ambito del cosiddetto Jobs Act, con il decreto legislativo n. 149 del 2015. Con riferimento ai dossier aperti in ambito europeo, quindi, la Relazione dà conto dell'impegno italiano nei lavori relativi alla proposta di direttiva riguardante l'esposizione a sostanze chimiche cancerogene e mutagene nei luoghi di lavoro, nei lavori preparatori in vista della adozione di una futura strategia europea in materia di salute e sicurezza sul lavoro per gli anni 2016-2020, nel processo di approvazione della proposta di Regolamento che istituisce l'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA), nonché in quello relativo all'approvazione della proposta di direttiva di attuazione dell'accordo tra le associazioni europee rappresentative di lavoratori e imprese nel settore della pesca.
  Quindi, la Relazione, dopo avere dato conto del recepimento – con il decreto legislativo n. 136 del 2016 – della direttiva europea relativa al distacco dei lavoratori e dell'adozione delle disposizioni applicative, fornisce dettagli sulla posizione adottata dal Governo italiano in sede di approvazione della proposta di direttiva sul distacco dei lavoratori nell'ambito di una prestazione di servizi (COM(128)2016), su cui, peraltro, la XI Commissione si è espressa approvando un documento finale il 12 maggio 2016 (Doc. XVIII, n. 41).
  A fronte dei tre temi principali affrontati dalla proposta di direttiva, sui quali le Commissioni Lavoro della Camera del Senato hanno formulato osservazioni, ovvero, la retribuzione dei lavoratori distaccati, anche nel caso di subappalti, le norme sui lavoratori interinali e la durata del distacco, il Governo ha adottato un atteggiamento collaborativo che, grazie anche al medesimo atteggiamento di altri Stati membri, permetterà di raggiungere un ampio consenso su un ventaglio di modifiche da introdurre nella proposta. In particolare, con riferimento al problema di delimitare il perimetro della definizione di remunerazione, l'Italia ha appoggiato un emendamento proposto dalla Finlandia volto a chiedere l'applicazione dei contratti collettivi di lavoro alla definizione di retribuzione. Per quanto riguarda la durata del distacco, considerando ragionevoli i termini proposti dal provvedimento, gli Stati membri hanno individuato in ventiquattro mesi la soglia oltre la quale si applica al lavoratore distaccato la legislazione nazionale del luogo di lavoro. Inoltre, segnalato che la disciplina proposta per i lavoratori somministrati appare coerente con quella dell'ordinamento italiano, si ritiene che la disciplina generale sia applicabile anche al settore dell'autotrasporto.
  Nella relazione si evidenzia che, concordemente con altri Paesi, l'Italia sta lavorando per apportare le necessarie modifiche, al fine di raggiungere un consenso più ampio da parte degli Stati membri. Come più volte rilevato nell'ambito dei lavori della Commissione, il negoziato sulla proposta di direttiva in materia di distacco dei lavori permane, tuttavia, particolarmente difficoltoso, considerando la contrapposizione creatasi in particolare con i Paesi dell'Europa dell'est.
  Infine, dopo avere ricordato che il Governo italiano non ha ritenuto di sollevare particolari osservazioni alla proposta di Regolamento che istituisce la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (Eurofound), la Relazione sottolinea che nel corso del Consiglio «Occupazione e Affari sociali» dell'8 dicembre 2016 è stato adottato senza dibattito un Orientamento generale sui tre Regolamenti di revisione degli atti istitutivi delle Agenzie europee Eurofound, OSHA e Cedefop.
  Passando al capoverso 6.1.3, relativo alla sicurezza sociale dei lavoratori, osserva che la Relazione mette in luce l'attiva partecipazione del Governo italiano ai lavori della Commissione amministrativa per il coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale e a quelli del corrispondente Comitato consultivo. In tale ambito, sono state affrontate e positivamente risolte numerose questioni poste dall'Italia, tra cui, in primo luogo, quella relativa al riconoscimento, ai fini della totalizzazione, dei periodi assicurativi per i quali il lavoratore ha ottenuto la restituzione dei Pag. 175contributi, prevista dalla legislazione di uno Stato membro. L'interpretazione italiana è, infatti, stata confermata dalla Commissione e ha portato a conclusioni positive per la tutela dei lavoratori. Altri aspetti affrontati hanno riguardato la legislazione applicabile all'interpretazione del divieto di sostituzione dei lavoratori distaccati, ai lavoratori dei trasporti internazionali, alla retroattività degli attestati A1, all'interpretazione del concetto di sede legale del datore di lavoro, al rapporto tra concetto di distacco e quello di attività contemporanea in più Stati membri. La Relazione, quindi, dà conto dell'adozione del programma di lavoro del Comitato di lotta alle frodi ed errori nel campo della sicurezza sociale, dell'esame della compatibilità delle modifiche legislative nazionali con il diritto comunitario, dell'approfondimento delle problematiche applicative di due sentenze della Corte di giustizia europea in materia di prestazioni familiari, nonché dei lavori del Comitato di Protezione Sociale (SPC).
  Il successivo capoverso 6.1.4 riguarda le politiche di integrazione europea. Allo scopo di integrare nella società italiana i migranti, il Governo, nel corso del 2016, si è impegnato nel progetto INSIDE, per l'integrazione nel marcato del lavoro dei titolari di protezione internazionale, e nel progetto Percorsi per la formazione, rivolto ai minori non accompagnati in transizione verso l'età adulta. La Relazione precisa, infine, che nell'anno in corso prenderanno avvio i Piani di intervento regionale per l'integrazione dei cittadini di Paesi terzi, predisposti nel 2016. Con riferimento ai dossier aperti, particolare impegno è stato profuso con l'attiva partecipazione del Governo al processo di revisione della direttiva cosiddetta «Carta blu» riguardante l'ingresso per lavoro di cittadini di Paesi terzi altamente qualificati, nonché a quello relativo alla proposta di direttiva sulle condizioni di ingresso e di soggiorno dei cittadini di Paesi terzi che intendano svolgere lavori altamente specializzati. Nel corso del 2016, infine, il Governo ha realizzato interventi per la promozione di processi di mobilità circolare del lavoro e della qualificazione della manodopera, anche attraverso tirocini formativi in Italia dedicati ai lavoratori di Paesi terzi, già dipendenti da imprese italiane o miste che operano in tali Paesi.
  Con riferimento al capoverso 6.1.5, dedicato alle politiche sociali, lotta alla povertà e all'esclusione sociale, oltre a ricordare le misure legislative introdotte nel nostro Paese per il contrasto alla povertà, si limita a sottolineare il riferimento, fatto dalla Relazione, al contributo dato dal Governo, dopo una intensa concertazione interna, alla consultazione pubblica lanciata dalla Commissione europea sulla proposta di «Pilastro dei diritti sociali». Ricorda che le Commissioni riunite XI e XII hanno partecipato alla consultazione pubblica approvando il Documento XVIII, n. 55, lo scorso gennaio, e si sono espresse sulla proposta definitiva di istituzione del pilastro, con il Documento XVIII, n. 75, approvato il 18 luglio 2017. Molto spazio è dedicato all'impegno del Governo nella promozione della partecipazione delle donne al mercato del lavoro, della conciliazione tra vita privata e vita professionale nonché dell'utilizzo dei congedi parentali da parte di lavoratrici e lavoratori. In primo luogo, la Relazione segnala l'avvio nel 2016 da parte del Governo italiano del progetto europeo ELENA (Experimenting flexible Labour tools for Enterprises by eNgaging men And women), allo scopo di studiare e promuovere nuove forme di lavoro flessibile all'interno delle aziende.
  Per la realizzazione di tale progetto, è stato dato avvio ad una sperimentazione pilota presso una grande azienda italiana, che ha adottato nella propria organizzazione aziendale un nuovo modello di work life balance consentendo, per un periodo di nove mesi, ad un campione di duecento dipendenti forme di lavoro agile attraverso una flessibilità degli orari e dei luoghi di svolgimento delle prestazioni lavorative.
  La relazione richiama anche le iniziative volte a promuovere l'accesso e l'avanzamento di carriera delle donne nei settori della scienza, della tecnologia, dell'ingegneria e della matematica (STEM), in cui le donne sono attualmente sottorappresentate, Pag. 176nonché la collaborazione del Governo italiano con l'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (EIGE) per contribuire a rafforzare la promozione della parità di genere in tutte le politiche dell'Unione europea, la lotta alle discriminazioni basate sul sesso e la sensibilizzazione dei cittadini europei al tema della parità di genere.
  Fa presente, infine, che il Governo ha continuato, nel corso del 2016, nel suo impegno nella promozione dell'imprenditoria femminile, aumentando le risorse destinate al finanziamento degli strumenti esistenti, nonché nella verifica e nel monitoraggio della corretta applicazione della normativa sulle quote di genere nelle posizioni apicali, introdotta dalla legge n. 120 del 2011.

  Cesare DAMIANO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame congiunto alla seduta convocata per la giornata di domani.

  La seduta termina alle 16.05.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 20 settembre 2017. — Presidenza del Presidente Cesare DAMIANO, indi del Vicepresidente Walter RIZZETTO. — Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Luigi Bobba.

  La seduta comincia alle 16.05.

7-01338 Tinagli: Interventi in materia di servizi per l'impiego e politiche attive del lavoro.
(Discussione e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione.

  Cesare DAMIANO, presidente, fa presente che nella seduta odierna avrà luogo l'illustrazione della risoluzione, nonché l'eventuale svolgimento di interventi di carattere generale, mentre il parere del Governo sarà acquisito in una successiva seduta. Ricorda che, nel quadro della discussione sull'atto di indirizzo, la prossima settimana una delegazione della XI Commissione svolgerà, dal 24 al 26 settembre 2017, una visita di studio a Berlino, che potrà offrire importanti elementi di valutazione nell'ambito degli approfondimenti in materia di servizi per l'impiego e politiche attive per il lavoro.
  Dà quindi la parola alla deputata Tinagli per l'illustrazione dell'atto di indirizzo.

  Irene TINAGLI (PD), illustrando il contenuto della sua risoluzione, osserva che essa parte dalla constatazione della crescente importanza, più volte messa in luce dalla XI Commissione, delle politiche attive alla luce dei mutamenti imposti dalle recenti evoluzioni del mercato del lavoro. Sottolinea che questi mutamenti hanno, a loro volta, indotto il legislatore ad introdurre incisive modifiche all'ordinamento previgente, che si sono sostanziate, in particolare, nella istituzione dell'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (ANPAL), che dovrebbe rappresentare il cardine del cambiamento di prospettiva. Tuttavia, numerose segnalazioni denunciano le difficoltà di funzionamento dell'Agenzia, riconducibili essenzialmente alla carenza di risorse finanziarie e di personale e alla estrema disomogeneità delle risorse informative sul territorio. L'atto di indirizzo, pertanto, si propone di raccogliere gli elementi necessari per verificare la situazione e individuare gli ambiti di un eventuale intervento del Governo. Segnala, peraltro, che anche la citata prossima visita di studio a Berlino ha lo scopo di approfondire lo schema adottato dalla Germania nel campo delle politiche attive, da più parti additato come il modello da ricalcare.

  Cesare DAMIANO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione della risoluzione ad altra seduta.

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7-01279 Rizzetto: Salvaguardia di lavoratrici «esodate» di Poste Italiane rispetto all'applicazione dei requisiti per l'accesso al pensionamento introdotti dal decreto-legge n. 201 del 2011.
7-01310 Simonetti: Salvaguardia di lavoratrici «esodate» di Poste Italiane rispetto all'applicazione dei requisiti per l'accesso al pensionamento introdotti dal decreto-legge n. 201 del 2011.
(Discussione congiunta e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione congiunta delle risoluzioni.

  Walter RIZZETTO, presidente, in qualità di sottoscrittore della risoluzione n. 7-01279 e data l'assenza del collega Simonetti, sottoscrittore della risoluzione n. 7-01310, illustra sinteticamente il contenuto della propria risoluzione, volta ad impegnare il Governo ad estendere il diritto all'accesso al pensionamento sulla base dei requisiti previgenti l'entrata in vigore del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, anche alla categoria delle lavoratrici di Poste Italiane incomprensibilmente escluse dagli otto provvedimenti di salvaguardia che sono stati adottati negli ultimi anni.

  Marialuisa GNECCHI (PD) preannuncia la prossima presentazione di una risoluzione sul tema, eventualmente da discutere congiuntamente a quelle dei colleghi Rizzetto e Simonetti. Ricorda che gli ultimi dati del monitoraggio dell'INPS aggiornato al mese di settembre sull'andamento delle domande di accesso all’«ottava salvaguardia» confermano quanto più volte paventato dalla XI Commissione e cioè che, rispetto alle domande effettivamente presentate e accolte o ancora pendenti, le risorse destinate al finanziamento di tale provvedimento – come spesso accaduto in passato – sono state sovradimensionate. Richiamando la risposta fornita dalla sottosegretaria Biondelli all'interrogazione n. 5-11470 del collega Rizzetto lo scorso 14 settembre, sottolinea come i dati forniti dall'INPS in quella sede non consentano di definire una platea dei soggetti ancora da salvaguardare. In ogni caso, in considerazione del fatto che la legge di bilancio per il 2017 ha destinato le eventuali economie al Fondo sociale per occupazione e formazione, la risoluzione che si accinge a presentare dovrebbe avere lo scopo sia di stimolare la riflessione sulle possibili destinazioni di tali nuove risorse, da decidere con la prossima legge di bilancio, sia di approfondire con il Governo le ragioni che, sistematicamente, hanno portato a inesatte previsioni di spesa.

  Walter RIZZETTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione congiunta delle risoluzioni ad altra seduta.

  La seduta termina alle 16.15.

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