CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 7 settembre 2017
872.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Giovedì 7 settembre 2017. — Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO. – Interviene la sottosegretaria di Stato per i rapporti con il Parlamento, Sesa Amici.

  La seduta comincia alle 10.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Modifiche alla legge elettorale.
C. 2352 Toninelli, C. 2690 Giachetti, C. 3223 Pisicchio, C. 3385 Lauricella, C. 3986 Locatelli, C. 4068 Orfini, C. 4088 Speranza, C. 4092 Menorello, C. 4128 Lupi, C. 4142 Vargiu, C. 4166 Nicoletti, C. 4177 Parisi, C. 4182 Dellai, C. 4183 Lauricella, C. 4240 Cuperlo, C. 4262 Toninelli, C. 4265 Rigoni, C. 4272 Martella, C. 4273 Invernizzi, C. 4281 Valiante, C. 4284 Turco, C. 4287 Marco Meloni, C. 4309 La Russa, C. 4318 D'Attorre, C. 4323 Quaranta, C. 4326 Menorello, C. 4327 Brunetta, C. 4330 Lupi, C. 4331 Costantino, C. 4333 Pisicchio e C. 4363 Fragomeli.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato, da ultimo, nella seduta del 6 settembre 2017.

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL) ribadisce che ripartire dal testo approvato dalla Commissione nel mese di giugno in sede referente, analogo per molti versi a una proposta di legge del suo gruppo, è un'occasione unica per portare a termine l’iter delle legge elettorale. Osserva, infatti, che a suo avviso non è percorribile l'ipotesi di riavviare l'esame dal Senato, a causa dell'incombenza dell'apertura della sessione di bilancio. Spostare l'esame della Pag. 2legge elettorale al Senato significherebbe, quindi, affossarla con la conseguenza di creare quel mostro giuridico che sarebbero i cosiddetti decreti di adeguamento dei sistemi derivati dalla sentenze della Corte costituzionale. Si chiede, infatti, quali parametri avrebbe tale adeguamento. Sottolinea che ripartire dal testo di giugno assume ancora di più un senso alla luce del consenso diffuso che ha colto negli interventi svolti nella seduta di ieri, anche se esprime dispiacere per la posizione del gruppo Movimento 5 Stelle.
  Desidera sottoporre al relatore alcuni elementi di approfondimento in vista della stesura del testo base. Il primo tema riguarda l'eventuale inserimento della previsione di un premio di maggioranza. Ne va valutata, prima di tutto, la compatibilità col sistema alla base del testo e poi va valutata la questione, posta anche dal deputato Lauricella, della scelta di allargare il premio anche alle coalizioni, tenendo presente la questione, non assolutamente secondaria, della governabilità, sottolineata dal deputato Giancarlo Giorgetti. Il secondo tema riguarda la soglia di accesso alla ripartizione dei seggi, fissata al 5 per cento, limite del quale il suo gruppo non ha nessun problema a discutere. L'ultima questione, evidenziata dal deputato Lupi, riguarda le candidature plurime.
  In conclusione ribadisce la posizione aperta di Forza Italia, pronta a valutare tutte le ipotesi per raggiungere il risultato di un più ampio consenso, senza snaturare l'impianto del testo base, la cui presentazione deve essere fissata in tempi brevi proprio per permettere un esame serio.

  Massimo PARISI (SC-ALA CLP-MAIE) giudica inaccettabile l'ipotesi che si vada al voto con un sistema elettorale, quello attualmente vigente risultante dalle decisioni della Corte costituzionale, che appare palesemente incostituzionale e che, a suo avviso, determinerebbe problematiche sia in sede di presentazione delle liste sia nell'ambito del processo di formazione di un Governo, dopo lo svolgimento delle elezioni. Evidenzia come la disciplina vigente rechi nodi irrisolti che il legislatore ha il dovere di sciogliere, approvando prima della conclusione delle legislature una legge applicabile per entrambe le Camere. Fa riferimento, ad esempio, alla questione delle coalizioni al Senato, sulla quale ricorda di aver presentato in Assemblea un question time, sottolineando come la disciplina vigente, nel prevedere tali coalizioni nonché una riduzione della soglia di sbarramento alle liste partecipanti, fa tuttavia rinvio a norme del testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione della Camera dei deputati abrogate dall’Italicum, facendo sorgere evidenti problemi di attuazione. Fa notare che, laddove si interpreti la normativa nel senso della presenza delle coalizioni, la disposizione in questione, così come attualmente formulata, rischierebbe inoltre di attribuire sostanzialmente un potere di ricatto ai partiti più grandi nei confronti di quelli più piccoli, costretti a coalizzarsi esclusivamente per motivi di opportunità politica, connessi al superamento della soglia di sbarramento.
  Fa riferimento, quindi, alla questione della preferenza unica al Senato, che, oltre a porre problematiche di omogeneità rispetto alla Camera, suscita perplessità sulla sua reale applicabilità; al riguardo, si interroga, infatti, circa la reale conoscibilità di un candidato all'interno di liste riferite a territori regionali vasti, come quello, ad esempio, della Lombardia.
  Evidenziato, inoltre, come per il Senato manchi, nella disciplina vigente, una disposizione che tuteli la rappresentanza di genere, sottolinea l'obbligo di approvare una legge elettorale coerente. In tale ottica, riallacciandosi a talune considerazioni svolte nel dibattito, ritiene illusorio continuare a ritenere fondamentale scrivere le regole elettorali con la massima condivisione possibile, facendo notare che la legge elettorale è un atto dall'elevata valenza politica, nel quale appare impossibile far coincidere le istanze di tutti i gruppi. Fa notare che l'approvazione delle leggi elettorali sia in Italia che in altri Paesi d'Europa è sempre stata caratterizzata dall'assunzione di precise responsabilità politiche Pag. 3da parte di alcuni degli schieramenti, mai contrassegnate dall'unanimità. Invita dunque i gruppi a prendere atto di questo stato di necessità, a pochi mesi dalla scadenza della legislatura, e del mutamento del quadro politico che ha fatto venir meno l'intesa che era stata raggiunta sul testo poi giunto all'esame dell'Assemblea. Ritiene che tale mutamento sia testimoniato, ad esempio, dalle posizioni espresse da esponenti del gruppo del M5S, che hanno dichiarato di considerare prioritaria l'approvazione di altri provvedimenti, nonché da quelle rese manifeste da membri della Lega nord, schierati ora a favore di un sistema maggioritario. Ricorda, peraltro, che la precedente intesa tra i gruppi è venuta meno non tanto per motivi sottesi alle finalità specifiche degli emendamenti approvati in Assemblea, quanto per la volontà politica di alcuni schieramenti di determinare la fine anticipata della legislatura e di influire sulla tempistica di svolgimento delle elezioni.
  Giudica necessario dunque che il Parlamento si assuma la responsabilità politica di una decisione, anche in assenza di una piena condivisione, facendo notare che il suo gruppo, pur dichiarandosi a favore di un sistema tendenzialmente maggioritario che assicuri governabilità, sarebbe anche disponibile ad accettare un sistema proporzionale sul modello tedesco come quello finora ipotizzato. Ritiene che continuare ad invocare la massima condivisione politica equivale, dunque, a rendere impossibile l'approvazione di una legge elettorale. Appare necessario, a suo avviso, un approccio realistico che metta il Parlamento o, in extrema ratio, il Governo nelle condizioni di trovare un rimedio rispetto al sistema elettorale vigente, che appare, allo stato, inapplicabile.

  Pino PISICCHIO (Misto) invita a fare attenzione non al risultato finale del percorso della legge elettorale ma bensì al punto di partenza. Questo implica un atto volitivo delle forze politiche che porti a un'intesa politica capace di evitare che la legge, nel corso dell'esame in Assemblea, si blocchi al minimo scoglio, che potrebbe essere rappresentato dal voto segreto sull'introduzione delle preferenze. Osserva che in tal caso l’iter della legge si interromperebbe definitivamente per il corso della legislatura, vanificando anche l'ipotesi di un possibile passaggio al Senato.

  Giancarlo GIORGETTI (LNA) precisa che il suo gruppo ha manifestato sempre con chiarezza la sua posizione, che non appare oggi mutata e sulla quale avverte che non vi sarà alcun ripensamento. Evidenzia, infatti, la disponibilità del suo gruppo a votare a favore sia che si decida per un ritorno al cosiddetto Mattarellum, sia che si propenda per il cosiddetto Rosatellum, proposta precedentemente elaborata nel corso dell’iter e poi accantonata, sia che si scelga un testo nel quale venga introdotto un premio di governabilità alla coalizione. Fa altresì notare che il suo gruppo, in coerenza a quanto già affermato a più riprese nel corso dell’iter, è disposto a condividere anche il sistema proporzionale basato sul modello tedesco, purché sia assunto nella forma già definita. Fa notare, dunque, che il suo gruppo, pur manifestando preferenza per un impianto maggioritario, condividerebbe anche l'ipotesi di far ripartire l'esame dal testo sul quale era stata in precedenza raggiunta l'intesa, purché si ponga fine ad una inutile commedia alla quale precisa che il suo gruppo non intende partecipare e che rischia di impedire l'approvazione di una legge elettorale.

  Stefano FASSINA (SI-SEL-POS) esprime preoccupazione per l'involuzione di alcune posizioni delle forze politiche, ricavabili anche dalla lettura di agenzie di stampa. Ribadisce che la situazione è molto chiara e l'unica alternativa possibile è ripartire dal testo approvato dalla Commissione nel mese di giugno. Riproporre modelli ideali o di bandiera significa, infatti, non volere portare avanti l'esame del provvedimento. Osserva però che una cosa è voler ripartire da quel testo sul quale resta la condivisione di molte forze politiche e sul quale inoltre anche la condizione posta dal gruppo M5S non è a suo Pag. 4avviso così ultimativa, mentre altra cosa è apportare cambiamenti sostanziali. Cita ad esempio la questione dell'introduzione del premio di maggioranza avanzata dal deputato Sisto che, unita alla soglia di sbarramento già esistente, rappresenterebbe una distorsione della rappresentanza non accettabile dal suo gruppo. Ribadisce, quindi, che solo ripartire dal testo di giugno eviterebbe al Parlamento una nuova umiliazione. In questo senso si attende dal Partito Democratico, come partito di maggioranza relativa, una proposta precisa sulla quale verificare la disponibilità dei gruppi.

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL) interviene per una precisazione, con riferimento ad alcune osservazioni svolte dal deputato Fassina.
  Segnala, in particolare, che con il suo precedente intervento ha semplicemente inteso segnalare talune questioni nodali, peraltro sollecitate e proposte da altri gruppi, sulle quali ritiene che si possa riflettere, scorgendovi segnali di apertura – anziché paletti volti ad ostacolare la discussione – in vista dell'adozione di un testo base il più possibile condiviso.

  Alfredo D'ATTORRE (MDP) ribadisce che l'alternativa è ripartire dal testo di giugno, rinunciando ai propri modelli ideali, oppure andare al voto con i sistemi elettorali derivati dalle sentenze della Corte Costituzionale. In questo senso ha apprezzato e condiviso l'intervento del deputato Parisi, nonostante le posizioni politiche del proprio gruppo siano totalmente divergenti da quelle del gruppo cui appartiene il deputato Parisi. Ha altresì apprezzato la chiarezza con cui il deputato Giancarlo Giorgetti ha espresso la posizione del gruppo della Lega Nord. Bisogna dunque ripartire dal sistema «simil tedesco», ponendo mano alla discrasia dell'assenza del voto disgiunto che, se risolta, toglierebbe, a suo avviso, al M5S le giustificazioni per un voto contrario. Ribadisce la contrarietà al potere di veto di una sola forza politica, che equivarrebbe a non voler fare la legge elettorale. Auspica al proposito una risposta del Partito Democratico. Sottolinea, in conclusione, la necessità di fissare in sede di Ufficio di Presidenza un calendario che rispetti la scadenza di settembre fissata dal programma predisposto dalla Conferenza dei Presidenti di gruppo.

  Andrea GIORGIS (PD) ritiene che dal dibattito odierno, nonostante alcune diversità di vedute politiche, che potranno essere approfondite nel corso dell’iter, emerga una maggiore consapevolezza dei gruppi circa la necessità di prendersi carico dell'onere di approvare una legge elettorale omogenea per entrambe le Camere. Nel far notare che sarebbe grave venir meno a tale importante assunzione di responsabilità politica, auspica che si possa dunque procedere con spirito costruttivo lungo l’iter di esame. Confida, al riguardo, sulla capacità del presidente, nel pieno esercizio delle sue prerogative, di mettere la Commissione nelle condizioni di adempiere al proprio ruolo.
  Evidenzia come sia ragionevole l'atteggiamento del relatore volto a ricercare quell'intesa precedentemente raggiunta sul testo in precedenza elaborato, dal quale si potrebbe anche ripartire, pur nel rispetto dei vincoli derivanti dalle deliberazioni già assunte dall'Assemblea, che, tuttavia, a suo avviso, non precludono la possibilità di individuare soluzioni normative adeguate. Appare infatti saggio voler perseguire la finalità di raggiungere la massima condivisione possibile su una materia così delicata, nella prospettiva di approvare un sistema elettorale che contribuisca a rinsaldare il rapporto fiduciario con i cittadini, legittimando l'operato del Parlamento e l'azione del Governo nella prossima legislatura.

  Ignazio LA RUSSA (FdI-AN) ricorda che a giugno la Commissione ha esaminato il testo base adottato in soli tre giorni, modificandolo radicalmente. Per evitare tempi così stretti di esame e con così significative modifiche, propone, prima dell'adozione del testo base, di sottoporre alla Commissione la scelta su alcuni punti dirimenti, partendo dall'impianto dei sistemi attualmente vigenti, derivati dalle sentenze della Corte Costituzionale. Per il sistema della Camera bisognerebbe decidere se optare o Pag. 5no per l'attribuzione del premio di maggioranza anche alle coalizioni e se ridurre la soglia di accesso al premio di maggioranza medesimo, riducendo in proporzione la percentuale di seggi attribuiti. Per il sistema del Senato dove, a detta di molti esperti, le coalizioni sono rimaste in piedi, si dovrebbe decidere se inserire o no un premio di maggioranza simile a quello della Camera e su base nazionale. In questo modo si farebbe chiarezza sulle posizioni e si eviterebbe la presentazione di emendamenti al testo base che introducessero sostanziali elementi modificativi oppure al contrario ne sottraessero altri altrettanto fondamentali.

  Matteo MAURI (PD) fa notare che dal presente dibattito emerge una estrema frammentazione delle posizioni politiche che rischia di rendere complicato il prosieguo dell'esame. Evidenzia, dunque, la necessità di giungere ad un accordo serio – che potrebbe avere ad oggetto ancora il modello elettorale basato sul sistema tedesco – che sia sostenibile e in grado di resistere lungo l’iter. Altrimenti, fa notare che vi sarebbe il rischio di incorrere in altri incidenti di percorso nel corso dell'esame in Assemblea, con il rischio di lasciare inalterata la disciplina vigente, che appare inidonea a garantire un sistema elettorale omogeneo.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, osserva che dal dibattito sono emerse posizioni diverse. Ad esempio il deputato Giancarlo Giorgetti con molta chiarezza ha espresso la disponibilità del gruppo della Lega Nord rispetto alla possibilità di ripartire dal testo approvato in sede referente nel giugno scorso, mentre il deputato Sisto ha indicato la posizione di apertura di Forza Italia rispetto alla presentazione di alcune modifiche, anche rilevanti, proposte da altri gruppi. Inoltre, rispetto al mese di giugno il Movimento 5 Stelle ha modificato la sua posizione di disponibilità, mentre aperture sono venute da Articolo 1 – Movimento democratico e progressista, Sinistra italiana e Alternativa popolare. È errato, quindi, affermare che per il relatore sia scaturita una diminuzione di complessità nella predisposizione del testo base. Pertanto, proprio in conseguenza del mutamento di posizioni politiche, ritiene necessario un supplemento di riflessione prima dell'adozione del testo base, con l'acquisizione di una valutazione politica da parte del suo gruppo. Anticipa, quindi, che in sede Ufficio di Presidenza, chiederà il rinvio della decisione sul calendario dei lavori della Commissione sulla legge elettorale a una nuova riunione dell'Ufficio di Presidenza medesimo da svolgere nella prossima settimana.

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL) ritiene che la richiesta del gruppo del partito democratico, volta a differire i tempi di esame ai fini dello svolgimento di una ulteriore riflessione, rappresenti una reazione anomala rispetto all'andamento del presente dibattito, che ha fatto emergere con chiarezza, piuttosto che quella frantumazione del quadro politico invocata dal deputato Mauri, la piena disponibilità al dialogo dei gruppi, unanimemente concordi nel ritenere necessario approvare quanto prima una legge elettorale il più possibile condivisa. Auspica che il gruppo del partito democratico, assumendosi la responsabilità delle proprie scelte politiche e raccogliendo tale importante segnale di novità, possa rivedere la propria posizione, agevolando la definizione di modalità di prosecuzione dell’iter che, nel rispetto della programmazione dell'Assemblea, individuino una data certa per l'adozione del testo base.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 11.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 7 settembre 2017.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 11.25 alle 11.50.