CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 5 luglio 2017
849.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 5 luglio 2017. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO.

  La seduta comincia alle 14.30.

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni: «Un'iniziativa per sostenere l'equilibrio tra attività professionale e vita familiare di genitori e prestatori di assistenza che lavorano».
COM(2017)252 final.

Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza e che abroga la direttiva 2010/18/UE del Consiglio e relativo allegato.
COM(2017)253 final e COM(2017)253 final – Annex 1.

(Seguito dell'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dei documenti, rinviato nella seduta del 29 giugno 2017.

  Cesare DAMIANO, presidente, nessuno intendendo intervenire, rinvia il seguito dell'esame dei documenti ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.35.

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SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 5 luglio 2017. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO.

  La seduta comincia alle 14.35.

DL 99/2017: Disposizioni urgenti per la liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza SpA e di Veneto Banca SpA.
C. 4565 Governo.

(Parere alla VI Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 4 luglio 2017.

  Cesare DAMIANO, presidente, ricorda che, secondo quanto convenuto nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltasi il 29 giugno scorso, l'espressione del parere di competenza alla VI Commissione avrà luogo nella seduta odierna.
  Dà, quindi, la parola alla relatrice, on. Rotta, per l'illustrazione della sua proposta di parere.

  Alessia ROTTA (PD), relatrice, illustra la sua proposta di parere favorevole sul provvedimento (vedi allegato).

  Giovanna MARTELLI (MDP) preannuncia l'astensione del suo gruppo sulla proposta di parere della relatrice, evidenziando in particolare che sarebbe stato opportuno che la Commissione si esprimesse sul testo del provvedimento alla conclusione dell'esame da parte della Commissione di merito.

  Titti DI SALVO (PD), preannunciando il voto favorevole del gruppo del Partito democratico sulla proposta di parere della relatrice, esprime il suo apprezzamento per la ricostruzione fornita nella seduta di ieri del quadro in cui si iscrive il decreto-legge e da cui emergono gli aspetti che sono più direttamente riconducibili alle competenze della XI Commissione. Da tale quadro e dalla proposta di parere risulta chiaramente che il provvedimento è volto a risolvere non solo le problematiche che hanno investito i due istituti bancari e i loro correntisti, ma anche l'intero tessuto produttivo del territorio, compresi i lavoratori e le lavoratrici.

  Chiara GRIBAUDO (PD), preannunciando il suo voto favorevole, rimarca i condivisibili risultati che il provvedimento intende raggiungere, che riguardano, oltre ai correntisti delle due banche in liquidazione, anche i dipendenti di tali istituti di credito, per i quali si prevedono specifici percorsi di riqualificazione professionale che garantiranno la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali.

  Walter RIZZETTO (FdI-AN) preannuncia il proprio voto contrario sulla proposta di parere della relatrice, esprimendo in primo luogo il timore che il Parlamento dovrà presto tornare ad affrontare la tematica della tutela dei livelli occupazionali nel settore bancario, dal momento che da notizie recentissime risulta che il Monte dei Paschi di Siena si appresta a chiudere numerose filiali, con conseguenti prevedibili esuberi dei dipendenti, nel quadro della riorganizzazione aziendale sulla quale, da ultimo, si pronunciata favorevolmente la Commissione europea.
  Tornando al decreto-legge in esame, nel quale convergeranno le disposizioni del decreto n. 89 del 2017, a testimonianza della fretta con cui il Governo è intervenuto sulla materia, ricorda che il suo gruppo ne ha messo in dubbio la costituzionalità, con la presentazione in Assemblea di specifiche pregiudiziali riferite, specificamente, alla coerenza delle disposizioni in esso contenute con gli articoli 3 e 47 della Costituzione, riguardanti, rispettivamente, il principio di uguaglianza tra i cittadini e la tutela del risparmio. La crisi delle due banche, infatti, ha coinvolto circa duecentomila correntisti che, secondo una prassi normalmente seguita Pag. 265dagli istituti di credito, sono spesso diventati azionisti, e quindi soci, per il solo fatto di avere acceso un mutuo. Tuttavia, il decreto-legge, non facendo alcuna distinzione, mette sullo stesso piano tali piccoli azionisti e gli speculatori che hanno causato la rovina degli istituti di credito. Stigmatizza, infine, l'impossibilità per il Parlamento di condurre un esame approfondito del provvedimento a causa della estrema ristrettezza dei tempi imposti dal Governo, che, tra l'altro, ha impedito alla VI Commissione di tenere uno specifico ciclo di audizioni, costringendola a richiedere la trasmissione di memorie sul provvedimento. Per tali ragioni, preannuncia che il suo gruppo farà un'opposizione dura, anche nel caso in cui il Governo dovesse porre la questione di fiducia.

  Emanuele PRATAVIERA (Misto-FARE ! – Pri), preannunciando il suo voto contrario e condividendo l'analisi fatta dal collega Rizzetto, evidenzia i lampanti profili di incostituzionalità che viziano, a suo avviso, il decreto-legge e si associa alle critiche sulle restrizioni al dibattito imposte dal Governo, che vuole ad ogni costo evitare che siano introdotte modifiche al testo, in linea con quanto richiesto dall'istituto di credito che ha acquisito le due banche venete. Osserva che, se tutti si dichiarano d'accordo sul fatto che il provvedimento rappresenti, nella situazione attuale, il male minore, ben pochi si stiano interrogando sulle conseguenze derivanti dalla sua attuazione con particolare riferimento a coloro che saranno assorbiti dalla bad bank che rileverà le passività e i crediti deteriorati delle due banche in liquidazione. Si dichiara scettico anche sulla preannunciata mancanza di esuberi, all'esito della riorganizzazione delle aziende sul territorio, e invita i colleghi ad essere più cauti nel prevedere risultati positivi per l'operazione. Oltretutto, ricorda che la medesima soluzione adottata con il decreto-legge in esame non era stata giudicata percorribile nel passato per presunte incompatibilità con l'ordinamento europeo. Infine, dichiara la sua preoccupazione per il venire a mancare nel territorio veneto di una governance finanziaria ed economica radicata e capace, a causa delle innegabili responsabilità della classe dirigente locale.

  Ernesto AUCI (SC-ALA CLP-MAIE), preannunciando il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere della relatrice, osserva che il decreto-legge appare garantire la conservazione del posto di lavoro di un rilevante gruppo di dipendenti delle banche in liquidazione, mantenendo, nel contempo, i rapporti di credito in essere, con evidenti effetti positivi sull'occupazione nelle aziende creditrici. Il fallimento delle due banche, qualora non fosse stato governato e incanalato lungo la strada tracciata dal provvedimento, avrebbe prodotto, a suo avviso, conseguenze devastanti per il territorio veneto. Riconosce che alcune disposizioni di carattere tecnico possono essere oggetto di discussione, ma invita i colleghi a riconoscere che il provvedimento non riguarda la tutela degli azionisti. Le conseguenze negative sulle quote da loro detenute, infatti, si sono prodotte circa un anno e mezzo fa, quando il valore delle azioni si è quasi azzerato. Ricorda, quindi, l'intervento del Fondo di garanzia, costituito dal sistema bancario, che, con successivi aumenti di capitale, ha iniettato nel sistema circa 2,5 miliardi di euro, a fronte dell'acquisto del 99 per cento delle azioni, ad un prezzo pari al 15 per cento del loro valore originario. Si tratta di condizioni modeste ma senz'altro migliori di quelle offerte agli azionisti di banche che nel passato sono andate in crisi, come, ad esempio, Unicredit. A suo avviso, piuttosto, sarebbe opportuno approfondire i motivi e i meccanismi con i quali i risparmiatori sono stati fatti diventare azionisti delle due banche venete. Si tratta, infatti, di una vera e propria truffa le cui responsabilità avrebbero dovuto già da tempo essere accertate dall'autorità giudiziaria.

  Davide TRIPIEDI (M5S), preannunciando il voto contrario del suo gruppo, rileva la necessità di fare emergere le responsabilità degli enti che non hanno Pag. 266vigilato, in primo luogo, la Banca d'Italia e la Consob. Auspica che tutti i colpevoli paghino e osserva il prezzo ridicolo al quale Banca Intesa ha potuto acquisire le due banche in liquidazione, al netto delle passività e dei crediti deteriorati. A tali condizioni, a suo giudizio, chiunque avrebbe potuto assumersi la responsabilità di risanare l'attività aziendale, se ci fosse stata una gara aperta a più soggetti.

  Alessia ROTTA (PD), relatrice, ringrazia il collega Auci per avere posto l'accento sulla salvaguardia dei posti di lavoro grazie alla continuità dell'attività delle due banche garantita dal decreto-legge in esame, mentre al collega Rizzetto fa notare che il gruppo bancario che ha acquisito le banche in liquidazione ha già assicurato la tutela dei livelli occupazionali e il ricorso ai prepensionamenti su base volontaria. Ci tiene a sottolineare che la necessità di salvaguardare il tessuto economico del territorio veneto è alla base dell'urgenza del decreto-legge, che deve essere convertito nei tempi più rapidi possibile. Pertanto, a suo giudizio, il voto contrario al provvedimento o l'astensione si traducono nella contrarietà a salvaguardare i lavoratori. Rimarca, quindi, la responsabilità della classe politica locale, che non ha vigilato e non è intervenuta a correggere per tempo la deriva presa dagli istituti bancari. In ogni caso, il decreto-legge garantisce al territorio veneto la continuità dell'affidamento del credito, limitando gli effetti negativi che, altrimenti, sarebbero stati devastanti.

  Roberto SIMONETTI (LNA), preannunciando il suo voto contrario, osserva che si tratta di una situazione incresciosa ben diversa da quella delineata dalla relatrice e che vede purtroppo coinvolti numerosi cittadini. Sottolinea che molte delle conseguenze derivanti dal fallimento delle due banche si sarebbero potute evitare se il Governo non avesse tardato ben due anni ad intervenire, tranquillizzato dal quadro fornito dalla Banca d'Italia e dalla Banca centrale europea, secondo le quali i due istituti bancari del Veneto presentavano conti in ordine.
  In questo contesto, ritiene che le dichiarazioni della relatrice sono fuori luogo, dal momento che non si tratta di convincere della bontà del provvedimento i deputati della Commissione lavoro ma i cittadini del Veneto.

  Cesare DAMIANO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, pone in votazione la proposta di parere della relatrice.

  La Commissione approva la proposta di parere della relatrice (vedi allegato).

  La seduta termina alle 15.05.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 5 luglio 2017.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.05 alle 15.15.

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