CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 1 giugno 2017
830.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Giovedì 1o giugno 2017. — Presidenza del presidente Ermete REALACCI. — Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti, Umberto Del Basso De Caro.

  La seduta comincia alle 14.35.

  Ermete REALACCI, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-11476 Pastorelli: Sulle iniziative da assumere per superare le criticità infrastrutturali di Venezia in presenza del fenomeno dell'acqua alta.

  Oreste PASTORELLI (Misto-PSI-PLI) rinuncia all'illustrazione dell'interrogazione in titolo.

  Il sottosegretario Umberto DEL BASSO DE CARO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Oreste PASTORELLI (Misto-PSI-PLI) prende atto della risposta del sottosegretario, evidenziando come la questione sottoposta all'attenzione del Governo, pur riguardando ambiti di competenza del comune Pag. 37di Venezia, afferisca a profili di sicurezza. Per tale motivo chiede che il Governo assuma idonee iniziative presso l'ente locale competente affinché venga adeguatamente affrontata la problematica della criticità dei ponti a Venezia.

5-11477 Tino Iannuzzi: Sulle iniziative per il potenziamento del raccordo stradale Salerno-Avellino, nel tratto Mercato San Severino-Salerno.

  Tino IANNUZZI (PD) rinuncia all'illustrazione dell'interrogazione in titolo.

  Il sottosegretario Umberto DEL BASSO DE CARO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Tino IANNUZZI (PD) replicando, ringrazia il sottosegretario per la precisa risposta. Ricorda come il Raccordo Salerno-Avellino, nel primo tratto Mercato San Severino-Salerno-Fratte, assolve ad una funzione di assoluta valenza nazionale, fungendo da collegamento fra le Autostrade A3 Salerno-Reggio Calabria ed A30 Caserta-Roma e costituendo una sorta di «lotto zero» e di «porta di accesso» alla A3. Sottolinea come, attraverso la incisiva e positiva collaborazione fra il Ministero delle infrastrutture e la regione Campania, sia stato molto importante aver acquisito tutte le risorse (237 milioni di euro) per realizzare il lotto Salerno-Mercato San Severino, dopo che in precedenza con il Governo Berlusconi era stato revocato e, quindi, perduto il relativo finanziamento. Occorre ora dar luogo all'appalto delle opere, che oggi nella risposta del Governo è stato indicato per il 2018. In tale direzione è fondamentale che la regione Campania opportunamente abbia approvato la localizzazione dell'opera per l'ulteriore impulso della procedura. Ora occorre fare presto, senza ulteriori ritardi e rinvii, è necessario che il Ministero e l'Anas, ognuno nell'esercizio pieno e tempestivo della propria competenza, si attivino con urgenza per insediare e concludere la conferenza dei servizi e per l'approvazione finale da parte del CIPE della progettazione, così da poter finalmente addivenire alla realizzazione di un'infrastruttura strategica per il sistema di mobilità e dei collegamenti e per lo sviluppo delle attività economiche per l'intero Paese. Sollecita il sottosegretario a vigilare con massima attenzione sull'adempimento dei compiti di Anas e del Ministero. Continuerà a seguire con massimo impegno la vicenda, già da anni al centro della sua attività parlamentare ed istituzionale, e considerando la funzione prioritaria e decisiva del Raccordo Salerno-Mercato San Severino.

5-11478 Daga: Sulla ripartizione del Fondo investimenti previsto dall'ultima legge di bilancio.

  Federica DAGA (M5S) rinuncia all'illustrazione dell'interrogazione in titolo.

  Il sottosegretario Umberto DEL BASSO DE CARO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Federica DAGA (M5S) prende atto della risposta del sottosegretario, rilevando come l'atto di sindacato ispettivo fosse finalizzato a conoscere l'orientamento del Governo circa gli investimenti, considerata l'esigenza di una finalizzazione degli stessi verso acquedotti, depuratori e opere di dissesto idrogeologico. In tale prospettiva ritiene che investimenti di 2 miliardi di euro annui per un certo periodo di tempo rischino di rivelarsi esigui. Conclude sottolineando l'esigenza di una buona programmazione temporale.

5-11479 Matarrese: Sulle iniziative per la realizzazione della superstrada Pedemontana Veneta.

  Domenico MENORELLO (CI) rinuncia all'illustrazione dell'interrogazione in titolo, di cui è cofirmatario.

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  Il sottosegretario Umberto DEL BASSO DE CARO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Domenico MENORELLO (CI), dichiarandosi insoddisfatto, fa notare come gli interrogativi posti nell'atto di sindacato ispettivo – quali iniziative si intendano assumere per evitare che la realizzazione dell'opera gravi sulla fiscalità dei veneti e se si intenda assicurare un positivo riscontro alla richiesta di un contributo statale straordinario – non abbiano trovato una risposta nell'intervento del sottosegretario.

  Ermete REALACCI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.50.

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 1o giugno 2017. — Presidenza del presidente Ermete REALACCI.

  La seduta comincia alle 14.50.

Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2017.
C. 4505 Governo.
(Parere alla XIV Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Alessandro MAZZOLI (PD), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata ad avviare l'esame del disegno di legge C. 4505, recante «Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2017», presentata alla Camera il 19 maggio 2017. Ricorda che il disegno di legge europea 2017 è predisposto secondo quanto previsto dall'articolo 30 della legge n. 234 del 2012, che prevede che ogni anno il Governo presenti, insieme al disegno di legge di delegazione europea, un disegno di legge europea, che contiene norme di diretta attuazione volte a garantire l'adeguamento periodico dell'ordinamento nazionale all'ordinamento europeo, con particolare riguardo ai casi di non corretto recepimento della normativa europea. Nel disegno di legge europea sono quindi inserite le disposizioni finalizzate a porre rimedio a quei casi che hanno dato luogo a procedure di pre-infrazione, avviate nel quadro del sistema di comunicazione EU pilot, e di infrazione, laddove il Governo abbia riconosciuto la fondatezza dei rilievi mossi dalla Commissione europea.
  Rileva che il disegno di legge in esame si compone di 14 articoli, suddivisi in 7 capi, ciascuno riferito a una specifica materia. Le disposizioni in esso contenute sono finalizzate a: chiudere 3 procedure di infrazione e 3 casi EU pilot; superare una delle contestazioni mosse dalla Commissione europea nell'ambito di un caso EU pilot; garantire la corretta attuazione di due direttive già recepite nell'ordinamento.
  Per quanto riguarda gli ambiti di competenza della VIII Commissione, segnala il Capo VI, composto dall'articolo 10, in materia di tutela delle acque, e dall'articolo 11, in materia di acque reflue urbane.
  In particolare, l'articolo 10 interviene a modificare l'articolo 78-sexies del cosiddetto codice ambientale (decreto legislativo n. 152 del 2006), che definisce i requisiti minimi di prestazione per i metodi di analisi delle acque. Come indicato anche nella relazione illustrativa che accompagna il provvedimento, l'intervento legislativo in questione è volto a superare una delle diverse contestazioni mosse all'Italia dalla Commissione europea nell'ambito del caso EU-pilot 7304/15/ENVI, attraverso il quale sono stato segnalati numerosi esempi di cattiva o incompleta applicazione della direttiva 2000/60/CE, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque.
  Nello specifico, l'intervento è volto ad assicurare la comparabilità, nell'ambito di Pag. 39ciascun distretto idrografico (come previsto dall'articolo 3 della citata direttiva 2000/60/CE), dei dati di monitoraggio delle sostanze chimiche nelle acque e, di conseguenza, dello stato ecologico e chimico dei corpi idrici superficiali. Segnala a tale proposito che il decreto legislativo n. 219 del 2010 – che integra il decreto legislativo n. 152 del 2006 per quanto riguarda le specifiche tecniche per l'analisi chimica e il monitoraggio dello stato delle acque – ha attribuito alle regioni, attraverso le agenzie regionali e provinciali per la protezione dell'ambiente (ARPA e APPA), la facoltà di scelta delle migliori tecniche disponibili per il monitoraggio delle sostanze chimiche nelle acque. Come rilevato dal Governo nella relazione illustrativa, in alcuni casi l'applicazione di diversi metodi di analisi sullo stesso corpo idrico comune a più regioni ha portato a risultati diversi e incoerenti tra le diverse regioni ricadenti nel medesimo distretto idrografico. Pertanto, per evitare ciò, la norma introdotta dall'articolo 10 del disegno di legge europea prevede che le autorità di bacino distrettuali promuovano intese con le regioni e le province autonome ricadenti nel distretto idrografico di competenza, al fine di garantire l'uniformità nei metodi di analisi utilizzati e la comparabilità dei dati del monitoraggio. Per garantire il raggiungimento delle finalità indicate, viene altresì previsto che l'ISPRA provveda alla pubblicazione sul proprio sito web, entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge, dell'elenco dei laboratori del sistema agenziale presso i quali le regioni e le province autonome dovranno far analizzare i dati del monitoraggio delle sostanze prioritarie conformi ai requisiti stabiliti.
  Segnala che le altre contestazioni mosse dalla Commissione europea all'Italia nell'ambito del citato caso EU pilot 7304/15/ENVI riguardano, tra l'altro, oltre all'insufficiente coordinamento nell'attuazione della direttiva 2000/60/CE, importanti carenze del programma di monitoraggio dell'Italia sullo stato di qualità delle acque, la mancanza di un meccanismo che assicuri un uso efficiente dell'acqua in agricoltura, la mancanza di adeguate giustificazioni per l'applicazione delle deroghe al rispetto degli obiettivi ambientali fissati dalla direttiva, l'assenza di misure vincolanti per gli agricoltori relative in particolare alla riduzione dell'inquinamento diffuso dovuto ad azoto, fosforo, inquinanti organici e fitofarmaci.
  Con l'articolo 11 del disegno di legge europea si modifica la tabella 2 dell'allegato 5 alla parte terza del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, la quale fissa per gli impianti di acque reflue urbane recapitanti in aree sensibili limiti di emissione di fosforo e azoto totali differenziati sulla base della potenzialità dell'impianto misurato in numero di abitanti equivalenti. L'intervento è volto a superare la non corretta applicazione dell'articolo 5 della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane, contestata all'Italia solo informalmente dalla Commissione europea nell'ambito delle procedure d'infrazione avviate sulle acque reflue urbane (2004/2034, 2009/2034 e 2014/2059), sulle quali la norma in questione non incide.
  Nello specifico, ai sensi dell'articolo 5, paragrafo 2, della citata direttiva, gli Stati membri provvedono affinché le acque reflue urbane che confluiscono in reti fognarie siano sottoposte, prima dello scarico in aree sensibili, ad un trattamento più spinto di quello standard «per tutti gli scarichi provenienti da agglomerati con oltre 10.000 abitanti equivalenti (a.e.)». La relazione illustrativa del Governo sottolinea quindi che secondo la direttiva, per gli impianti di acque reflue urbane recapitanti in aree sensibili, l'elemento discriminante per l'applicazione dei limiti di emissione previsti non è la potenzialità dell'impianto, bensì il carico inquinante generato dall'agglomerato, espresso in abitanti equivalenti.
  Pertanto, si è reso necessario modificare l'intestazione della citata tabella, sostituendo, ai fini dell'applicazione dei limiti di emissione di fosforo totale o azoto totale, l'attuale riferimento alla «potenzialità dell'impianto in a.e.» con la dicitura «carico generato dall'agglomerato in a.e.», con la conseguenza di estendere i controlli Pag. 40sulla qualità degli scarichi alla totalità degli impianti di depurazione al servizio degli agglomerati superiori a 10.000 a.e., i cui scarichi recapitano in aree sensibili.
  Secondo il Governo, si potrebbe avere «limitatamente ad alcune situazioni territoriali, ossia agglomerati con carico generato maggiore di 10.000 abitanti equivalenti e scarico in area sensibile, un aumento del numero degli impianti di depurazione da sottoporre a monitoraggio» che «si tradurrebbe in un aumento del numero di campioni da prelevare e sottoporre ad analisi per verificare il rispetto dei valori limite». Come chiarito nella relazione illustrativa, gli eventuali oneri derivanti dall'attuazione di tale disposizione, trattandosi di attività che rientrano nella gestione degli impianti di depurazione, saranno coperti con i proventi derivanti dalla tariffa del servizio idrico integrato, a norma dell'articolo 154, comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, che stabilisce che detta tariffa sia determinata in modo da assicurare la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio secondo il principio del recupero dei costi e secondo il principio «chi inquina paga».

  Ermete REALACCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 1o giugno 2017.

  L'ufficio di presidenza si è svolto dalle 15 alle 15.10.

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