CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 26 aprile 2017
808.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 26 aprile 2017. — Presidenza del vicepresidente Walter RIZZETTO. — Interviene il Sottosegretario di Stato per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Angelo Rughetti.

  La seduta comincia alle 14.45.

Schema di decreto legislativo recante modifiche ed integrazioni al testo unico del pubblico impiego, di cui al decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.
Atto n. 393.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo, rinviato, da ultimo, nella seduta del 20 aprile 2017.

  Walter RIZZETTO, presidente, ricorda che il termine per l'espressione del parere scade il prossimo 29 aprile e che, nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, dello scorso 20 aprile, si era convenuto che la Commissione esprimesse il parere di competenza nella seduta del 27 aprile 2017.
  Segnala, peraltro, che non è ancora stato trasmesso alle Camere il parere reso dal Consiglio di Stato e che la Presidente della Camera, in sede di assegnazione dello schema, ha segnalato l'esigenza che la Commissione non si pronunci definitivamente sul provvedimento prima che il Governo abbia provveduto a integrare la richiesta di parere con tutti i pareri richiesti.

  Giovanna MARTELLI (MDP) esprime l'auspicio che la Commissione approvi un parere il più possibile condiviso, che tenga conto non solo delle osservazioni espresse dai colleghi deputati, ma, soprattutto, dei rilievi emersi in occasione dell'audizione delle organizzazioni sindacali, i quali, a loro volta, recepiscono il contenuto dell'accordo sottoscritto il 30 novembre 2016 dalla Ministra e dal sottosegretario di Stato per la semplificazione e la pubblica amministrazione, da un lato, e dai segretari generali di CGIL, CISL e UIL, dall'altro.

  Walter RIZZETTO, presidente, ricorda che nella scorsa seduta la relatrice ha manifestato la propria disponibilità a redigere una proposta di parere che tenga conto delle istanze emerse nel corso del dibattito, in modo da giungere ad un'espressione Pag. 56quanto più possibile unitaria del Commissione sullo schema di decreto in esame.

  Irene TINAGLI (PD), con riferimento all'articolo 10 dello schema di decreto, che interviene in materia di collocamento dei disabili nella pubblica amministrazione, stigmatizza il ritardo del Paese ad adeguarsi agli standard europei, sanzionato anche dalla sentenza della Corte di giustizia europea del 4 luglio 2011 (causa C-312/11), che condanna l'Italia per non avere imposto a tutti i datori di lavoro di prevedere soluzioni ragionevoli applicabili a tutti i disabili, in funzione delle esigenze delle situazioni concrete, venendo così meno al suo obbligo di recepire correttamente e completamente l'articolo 5 della direttiva 2000/78/CE, che stabilisce un quadro generale per la lotta alle discriminazioni fondate, tra l'altro, sull’handicap, con riferimento all'occupazione e alle condizioni di lavoro. Il tentativo di adeguamento, operato con il decreto-legge n. 101 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 125 del 2013, non ha prodotto i risultati sperati, non essendo stato in grado di dissipare l'opacità che caratterizza il sistema di collocamento obbligatorio dei disabili.
  Auspica, pertanto, che nel parere che la Commissione si appresta ad approvare sia prevista anche un'osservazione specifica che solleciti il Governo a giungere ad una soluzione definitiva del problema anche mediante l'introduzione di procedure telematiche per la comunicazione immediata dei fabbisogni di personale ad avviamento obbligatorio, per permettere l'immissione sollecita e trasparente dei soggetti aventi diritto.

  Anna GIACOBBE (PD), dopo avere preliminarmente sottolineato che lo schema di decreto in esame disegna un percorso di stabilizzazione del personale precario della pubblica amministrazione credibile e virtuoso e dopo avere ricordato il peso che tale problema ha anche negli orientamenti della Commissione, come dimostrato anche dal parere recentemente espresso sul Documento di economia e finanza 2017, intende porre l'attenzione sull'estrema varietà di situazioni che caratterizza il precariato negli enti pubblici, per la cui soluzione propone il ricorso alla contrattazione decentrata che, più aderente alle singole problematiche, potrebbe essere in grado di trovare le soluzioni più appropriate. Con specifico riferimento alle disposizioni dell'articolo 20, segnala, in primo luogo, l'esigenza d considerare la situazione del personale impegnato con contratti di somministrazione nell'ambito delle aziende sanitarie. Rileva, inoltre, l'esigenza di consentire la stabilizzazione del personale precario in forza ad Agenzie regionali, anche qualora sia stato assunto mediante l'effettuazione di prove selettive da parte di altre amministrazioni, tenendo in questo modo conto dei processi di trasferimento delle funzioni ovvero delle procedure di accorpamento o soppressione di amministrazioni pubbliche che abbiano comportato il transito del personale nel nuovo ente. Ancora, di particolare gravità è, a suo avviso, la situazione del personale precario nel settore della ricerca sanitaria, con particolare riferimento agli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) e agli Istituti zooprofilattici sperimentali (IZS). Da ultimo, ricorda che, soprattutto nell'amministrazione finanziaria, è diffuso il ricorso a dipendenti di ruolo cui sono affidate, con contratti a termine continuamente rinnovati, funzioni dirigenziali.

  Tiziana CIPRINI (M5S), pur preannunciando l'intenzione del gruppo del MoVimento 5 Stelle di presentare una proposta di parere alternativa a quella della relatrice, auspica che nel parere che sarà approvato dalla Commissione siano accolti anche i rilievi del proprio gruppo, tra cui, in particolare, segnala la necessità di prevedere un'ampia stabilizzazione del personale della pubblica amministrazione con rapporti di lavoro flessibili, quali, ad esempio, i lavoratori socialmente utili, i tirocinanti e i collaboratori coordinati e continuativi, che appaiono esclusi dalle procedure di stabilizzazione previste dall'articolo 20 dello schema di decreto.

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  Luisella ALBANELLA (PD) intende porre all'attenzione dei colleghi alcune situazioni particolari che non sembra possano trovare soluzione con le procedure di stabilizzazione del personale precario disciplinate dall'articolo 20 dello schema di decreto in esame. In primo luogo, fa riferimento ai circa duecento lavoratori del Genio campale, specializzati nella manutenzione delle infrastrutture aeroportuali dell'Aeronautica militare, assunti con contratti occasionali sulla base dell'articolo 184 del decreto del Presidente della Repubblica n. 170 del 2005, continuamente rinnovati nel corso degli ultimi dieci anni. Intende, poi, ricordare i precari degli enti locali della Regione Sicilia, i cui contratti sono stati prorogati, sulla base dell'articolo 23 della legge n. 67 del 1988, recepito con legge regionale, ben oltre i tre anni previsti come requisito massimo dall'articolo 20 dello schema di decreto e che, proprio per questo, non potrebbero rientrare nelle procedure di stabilizzazione in esso disciplinate. Si tratta di circa venticinquemila lavoratori, mediamente di cinquanta anni di età, che hanno maturato una notevole professionalità cui gli enti di appartenenza non potrebbero facilmente rinunciare. Pertanto, propone l'effettuazione di procedure di stabilizzazione di carattere straordinario riservate a tale personale, con l'introduzione di meccanismi che permettano di derogare alle limitazioni imposte dal patto di stabilità interno e di ricorrere al fuori ruolo. Soluzioni alternative al problema potrebbero essere individuate, ad esempio, nel ripristino delle convenzioni con gli enti locali della Regione siciliana, nel superamento delle limitazioni del turn over, nella proroga dei contratti fino al completamento del percorso di stabilizzazione che riguarda, come è evidente, una situazione del tutto particolare per criticità e alto numero di lavoratori coinvolti. A suo avviso, un contributo alla soluzione del problema potrebbe venire dalla modifica dell'articolo 1, comma 1, lettera b) dello schema di decreto, nel senso di ampliare la possibilità per la contrattazione collettiva di derogare a disposizioni di legge.

  Davide BARUFFI (PD) intende chiedere conferma al Governo della volontà di potenziare gli organici dei centri per l'impiego attraverso la stabilizzazione del personale precario, la cui professionalità, acquisita nel corso degli anni, è, a suo avviso, essenziale per dare continuità alle politiche attive del lavoro, perno della riforma delineata dalla legge n. 183 del 2014. In secondo luogo, sottolinea la necessità di introdurre, almeno nella disciplina transitoria, le modifiche necessarie a fare fronte alla situazione dei medici facenti parte del polo unico da costituire in capo all'INPS per la gestione delle visite fiscali anche nel settore del pubblico impiego. Trattandosi, infatti, di personale non rappresentato da organizzazioni sindacali, è, a suo avviso, opportuno prevedere, all'articolo 18 dello schema di decreto, quali interlocutori dell'Istituto previdenziale per la stipula delle convenzioni disciplinanti il rapporto con i medici, forma alternative di rappresentanza.

  Valentina PARIS (PD), relatrice, intende ribadire la propria disponibilità a formulare una proposta di parere che tenga conto delle diverse segnalazioni emerse in Commissione, per conferire, in sede di recepimento, maggiore peso agli orientamenti che saranno espressi in questa sede. In ogni caso, rileva la necessità di attendere la formale trasmissione alle Camere del parere del Consiglio di Stato, il cui testo, per altro, è già pubblicato nel sito istituzionale di tale organo. Con riferimento alle osservazioni emerse nel dibattito, segnala che dall'intesa raggiunta in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, risulta, tra l'altro, l'esplicita richiesta di escludere dalle procedure di stabilizzazione i lavoratori in somministrazione. Ritiene, in ogni caso, necessario un approfondimento ulteriore della questione, dal momento che non appare di facile superamento l'ostacolo costituito da tale pronunciamento.

  Il sottosegretario Angelo RUGHETTI, dopo avere sottolineato l'importanza dei Pag. 58rilievi sollevati dai commissari, con riferimento alla necessità, osservata dalla deputata Tinagli, di effettuare uno sforzo maggiore per rendere effettivo il diritto dei disabili ad essere assunti dalla pubblica amministrazione, sottolinea l'impegno profuso dal Governo per rendere più cogenti le norme, sia legislative sia regolamentari, alle quali dovrebbero conformarsi le regioni che, sulla base del Titolo V della Costituzione, sono titolari di una grande autonomia in materia. Quindi, pur dichiarandosi d'accordo con la deputata Giacobbe sulla difficoltà di elaborare una norma di portata generale che sia applicabile a tutte le fattispecie, sottolinea che il ricorso alla contrattazione decentrata per risolvere le peculiarità di ciascuna situazione comporterebbe il rischio di introdurre regolamentazioni diverse con riferimento a realtà sostanzialmente analoghe. Riconosce, inoltre, il fatto che lo schema di decreto in esame, sulla base della norma di delega, interviene solo con riferimento ad alcune fattispecie di precariato nella pubblica amministrazione, non potendo essere applicabile al settore della dirigenza medica né a quello della dirigenza nelle Agenzie fiscali. Rassicura, quindi, la deputata Ciprini sull'impegno del Governo ad approfondire i temi che saranno oggetto della proposta di parere dei deputati del MoVimento 5 Stelle. Dichiara, inoltre, la disponibilità del Governo ad approfondire anche le questioni segnalate dalla deputata Albanella, con particolare riferimento a quella riguardante il Genio campale. Quanto ai precari storici della Regione Siciliana, osserva che la loro stabilizzazione è stata prevista da una legge regionale, non impugnata dal Governo che, pure, ne aveva rilevato le criticità di applicazione. A suo avviso, nel rispetto della sua autonomia, la Regione dovrebbe verificare se le disposizioni recate dallo schema di decreto possano contribuire a superare le problematicità emerse, eventualmente segnalando – come richiesto dal Governo – eventuali proposte al riguardo. Con riferimento alle questioni sollevate dal deputato Baruffi, sottolinea che sui centri per l'impiego è stato avviato un tavolo di confronto tra Governo, Province e Regioni, che ha, tra l'altro, previsto l'inserimento delle funzioni esercitate dai centri per l'impiego tra i livelli essenziali delle prestazioni (LEP), i cui oneri, pertanto, sono posti a carico dello Stato. È, inoltre, in corso di redazione un atto normativo specificamente volto alla disciplina a regime delle funzioni dei centri a decorrere dal 2018. Si tratta di un passo importante che, dando certezza sulla continuità e sull'ammontare delle risorse a disposizione, permetterà ai titolari delle funzioni di prendere i necessari provvedimenti per la stabilizzazione del personale precario. Infine, assicura che il Governo condurrà i necessari approfondimenti sul tema della rappresentanza dei medici che effettueranno per conto dell'INPS le visite medico fiscali nel settore del pubblico impiego.

  Walter RIZZETTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame dello schema di decreto legislativo ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.10.