CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 19 aprile 2017
805.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 86

COMITATO DEI NOVE

  Mercoledì 19 aprile 2017.

Disposizioni per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci e Raffaello Sanzio e dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri.
C. 4314-4252-A.

  Il Comitato dei Nove si è riunito dalle 9.45 alle 9.55.

AUDIZIONI INFORMALI

  Mercoledì 19 aprile 2017.

Audizione del presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Massimo Inguscio, e del Direttore generale dell'Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (INDIRE), Flaminio Galli, nell'ambito dell'esame dello schema di decreto ministeriale per il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l'anno 2017 (atto n. 408).

  L'audizione informale è stata svolta dalle 14.20 alle 14.55.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 19 aprile 2017. — Presidenza della presidente Flavia PICCOLI NARDELLI.

  La seduta comincia alle 14.55.

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Variazione della Composizione.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori è garantita anche dal circuito chiuso. Comunica che il deputato Paolo Fontanelli ha cessato di far parte della Commissione.

Schema di decreto legislativo recante ridefinizione della disciplina dei contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici.
Atto n. 407.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto, rinviato nella seduta del 12 aprile 2017.

  Tamara BLAZINA (PD), relatrice, illustra una proposta di parere favorevole con condizioni, riservandosi di apporvi modifiche alla luce di eventuali osservazioni e suggerimenti da parte dei colleghi (vedi allegato).

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.05.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 19 aprile 2017. — Presidenza della presidente Flavia PICCOLI NARDELLI.

  La seduta comincia alle 15.05.

Istituzione della Giornata in memoria dei Giusti dell'umanità.
C. 2019 Santerini.
(Parere alla I Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Giulia NARDUOLO (PD), relatrice, premette che si deve rendere un parere alla Commissione affari costituzionali sulla proposta di legge C. 2019 che prevede l'istituzione della Giornata in memoria dei Giusti dell'umanità. Tale proposta, composta di un articolo unico, individua nella giornata del 6 marzo la data prescelta, che coincide con quella proposta nella Dichiarazione del Parlamento europeo del 10 maggio 2012 sul sostegno all'istituzione di una Giornata europea in memoria dei Giusti per commemorare coloro che si sono opposti con responsabilità individuale ai crimini contro l'umanità e ai totalitarismi. Specifica che la data del 6 marzo coincide con l'anniversario della morte di Moshe Bejski, magistrato israeliano, deportato e scampato alla persecuzione nazista anche grazie all'aiuto di Oskar Schindler, che si adoperò al ritorno in Israele, in qualità di Presidente della Commissione dei Giusti del Museo dell'Olocausto di Gerusalemme, per ricordare coloro che si sono attivati, anche a rischio della vita, per contrastare un genocidio o la cultura del genocidio, con l'intento di vanificarne, anche in parte, gli effetti, adoperandosi in modo concreto per la salvezza dei perseguitati. Sottolinea che, in base a quanto previsto dal comma 2, tale giornata è considerata solennità civile ai sensi dell'articolo 3 della legge n. 260 del 1949, ma non ha l'effetto della riduzione dell'orario di lavoro negli uffici pubblici né, qualora cada nei giorni feriali, costituisce giorno di vacanza o comporta riduzione di orario per le scuole. In occasione della ricorrenza, si prevede che gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, nell'ambito dell'orario scolastico, organizzino iniziative finalizzate a far conoscere le storie di vita dei Giusti e a sensibilizzare gli alunni sulla tutela della dignità e dei diritti umani. È previsto, altresì, che in occasione della ricorrenza, le amministrazioni e gli enti pubblici promuovano iniziative pubbliche presso i Giardini dei Giusti, ove esistenti, ovvero in altri luoghi simbolici, ovvero siano organizzati convegni, incontri, dibattiti e studi sul tema. Ai Pag. 88sensi del comma 5, le iniziative connesse alla ricorrenza non devono comportare nuovi o maggiori oneri a carico dello Stato. Ravvisa che il provvedimento, che non deve essere guardato come un'iniziativa retorica, è volto a celebrare ricordo di coloro che si sono opposti con responsabilità individuale a tutti i crimini contro l'umanità e a tutti i totalitarismi. Ricordare i Giusti, oltre a rappresentare una testimonianza di gratitudine nei confronti di tutti coloro che si sono battuti e si battono contro ogni forma di violenza e di oppressione per affermare le ragioni della convivenza, della tolleranza e della vita, deve servire a trasmettere un forte messaggio educativo alle nuove generazioni, trasformando in elemento pedagogico la memoria di quanto questi Giusti hanno fatto. Ricordare i Giusti, infatti, non significa avere gli occhi rivolti al passato, ma trasmettere un forte messaggio educativo alle nuove generazioni e tramandare i valori più alti della cultura europea soprattutto oggi che ci troviamo di fronte ad un terrorismo che, con metodi raccapriccianti, punta a spingere il mondo in un abisso di odio e di dolore. Alla luce delle considerazioni esposte, propone di formulare un parere favorevole.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Documento di economia e finanza 2017.
Doc. LVII, n. 5 e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Anna ASCANI (PD), relatrice, ricorda che il Documento di economia e finanza è previsto dall'articolo 10 della legge n. 196 del 2009 e che tale disposizione non è stata intaccata nella sua essenza dalla riforma introdotta con la legge dell'anno scorso, la n. 163 del 2016. Il DEF resta lo strumento principe della programmazione economica del Governo e coinvolge il Parlamento, giacché le due Camere sono chiamate ad esaminarlo e ad approvarlo con proprie risoluzioni. La procedura prevede che queste risoluzioni siano redatte nelle Commissioni bilancio, le quali in tal modo esercitano una funzione che si situa all'incrocio tra le sedi referente e d'indirizzo. Prima che la Commissione bilancio discuta e approvi il testo della risoluzione da presentare all'Assemblea, le Commissioni di merito sono a loro volta sollecitate a prendere in considerazione le parti di loro competenza e di esprimere un parere su di esse, anche formulando indirizzi e considerazioni che la Commissione bilancio può recepire. Venendo al contenuto del DEF, specifica che esso reca tre parti. La prima è costituita dal programma di stabilità; la seconda dall'analisi delle tendenze della finanza pubblica; la terza è il programma nazionale delle riforme. Si riservo di essere più dettagliata sulla terza parte che porta alcuni importanti spezzoni di precipuo interesse della VII Commissione. Tuttavia ritiene importante riferire su alcuni elementi che si traggono dalle prime due parti. Già nell’Introduzione e nella prima parte, il Governo svolge alcune rilevanti considerazioni di carattere macroeconomico, utili a collocare l'intero DEF entro il suo contesto e nello sforzo di rilancio che Governo e maggioranza stanno compiendo per contribuire a far uscire il Paese dalla peggiore crisi della storia economica contemporanea. Giustamente, il DEF (a pag. 25) rileva come la perdita di prodotto dell'Italia tra il 2009 e il 2013 non ha avuto precedenti nella storia recente. Da questa fase, davvero lunga e dolorosa, si sta gradualmente uscendo: con la stessa gradualità con cui ne sta uscendo l'Europa. Opportunamente (a pag. 37) il DEF indica che la crescita media dell'area Euro è stata nel 2016 dell'1,7 per cento. La crescita italiana è stata determinata essenzialmente dal lento ma costante incremento della domanda interna, dovuto soprattutto al mercato automobilistico e al consumo nel settore terziario (più 0,6 per cento rispetto al Pag. 892015). Il reddito disponibile aggregato delle famiglie è in ripresa così come la capacità di risparmio. Quanto agli investimenti, sembrano aver dato i loro frutti le misure contenute nella legge n. 208 del 2015 (la stabilità 2016), soprattutto in tema di agevolazioni (i cosiddetti super ammortamenti) per i macchinari industriali. In leggera ripresa appare anche il settore delle costruzioni. Sempre a proposito d'investimenti, il DEF reca un riferimento al Piano Industria 4.0 (pag. 40) che consiste in una serie di misure (anche qui: super ammortamenti e indirizzi nel Piano per la scuola digitale) volte a rinnovare l'apparato industriale italiano e ad avviare e rafforzare i percorsi di innovazione. Anche le esportazioni hanno fatto registrare un dato positivo, soprattutto grazie al deprezzamento dell'euro rispetto al dollaro. Quanto al tema del debito pubblico, rinvia evidentemente alla lettura integrale del DEF, ma sottolinea che il Patto di stabilità e crescita interno all'Unione europea consente margini di flessibilità sui limiti percentuali d'indebitamento annuale e di stock. L'Italia – a fronte dell'eccezionale ondata migratoria dovuta alla crisi siriana – si è avvalsa di quei margini. Un altro fronte di spesa pubblica eccezionale è costituito dagli interventi post terremoto nel centro Italia (pagine 72 e ss. del DEF). Passa quindi ad esporre rapidamente e per cenni sintetici alla parte seconda del DEF che inerisce all'analisi delle tendenze della finanza pubblica. L'Italia è riuscita a restare ben dentro il limite del 3 per cento nel rapporto deficit/PIL (al 2,4 per cento). Le entrate tributarie sono cresciute, in virtù sia dell'adesione alla c.d. voluntary disclosure sia dell'incremento del gettito IVA per la moderata ripresa dei consumi cui ha fatto riferimento poco prima. Un lieve incremento si registra anche per l'imposta sui redditi delle persone fisiche (v. pagine 175 e 176). Per i singoli settori di spesa, rinvia alla lettura del DEF e ai suoi allegati.
  Venendo alle questioni di più diretto interesse della VII Commissione, ricorda, anzitutto, che, come già risultante dalla Nota di aggiornamento del DEF 2016, nell'ambito delle Raccomandazioni 2016 della Commissione europea, nessuna era riferibile all'area di policy Scuola. Nella Relazione per paese relativa all'Italia 2017 – che dà conto, tra l'altro, dei progressi conseguiti nel raggiungimento degli obiettivi nazionali nel quadro della strategia Europa 2020 – la Commissione europea evidenzia che l'Italia ha già raggiunto i propri obiettivi in materia di abbandono scolastico, poiché lo stesso, con riferimento al totale dei 18-24enni, è calato dal 16,8 per cento nel 2013, al 15 per cento nel 2014 e al 14,7 per cento nel 2015. Qui, sottolinea che non ci si deve comunque fermare, perché, ricorda, l'obiettivo europeo è quello di ridurre il tasso di abbandono scolastico, entro il 2020, a un valore inferiore al 10 per cento. Più nello specifico, la relazione sottolinea positivamente il rafforzamento dell'apprendistato e dell'apprendimento basato sul lavoro, finalizzato ad aumentare l'adeguatezza dell'istruzione rispetto al mercato del lavoro, ma al tempo stesso evidenzia che l'istruzione scolastica produce risultati eterogenei in termini di conseguimento delle competenze di base, in particolare tra nord e sud, ma anche per quanto riguarda il tasso di abbandono scolastico precoce tra i nati al di fuori dell'UE, di molto superiore a quello delle persone nate in Italia, e che registra un divario che è tra i più elevati dell'UE. In tale quadro, sottolinea che la riforma della scuola avviata nel 2015 dovrebbe migliorare i risultati scolastici. Il PNR 2017 stima anzitutto un impatto sul PIL conseguente alla riforma dell'istruzione e alle misure di rafforzamento delle competenze pari complessivamente allo 0,3 per cento dopo 5 anni, allo 0,6 per cento dopo 10 anni e al 2,4 per cento nel lungo periodo. In particolare, nei sei ambiti di azione che costituiscono gli assi portanti sui quali è basata la strategia da attuare nell'intervallo annuale che ci separa dal prossimo PNR, evidenzia che, insieme alle politiche attive per il lavoro, vanno stimolate le competenze, per ridurre il mismatch con il mercato del lavoro. Ricorda, dunque, una serie di recenti interventi, delineando, per qualche Pag. 90ambito, novità di cui si prevede l'intervento nei prossimi mesi. In particolare, evidenzia che a) sono stati definitivamente approvati 8 (dei 9) decreti legislativi previsti dalla legge n. 107 del 2015, relativi a: sistema di formazione iniziale e di accesso all'insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado; promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità; revisione dei percorsi dell'istruzione professionale; istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni; diritto allo studio; promozione e diffusione della cultura umanistica; scuole italiane all'estero; valutazione e certificazione delle competenze degli studenti nel primo ciclo e degli esami di Stato; b) la legge di bilancio 2017 ha stanziato risorse finalizzate ad incrementare l'organico dell'autonomia a decorrere dal 2017; c) ad ottobre 2016 è stato adottato il Piano nazionale di formazione dei docenti per il triennio 2016-2019 e, attualmente, sono in fase di avvio tre gruppi di lavoro che lavoreranno per l'introduzione degli standard professionali dei docenti, per la costruzione di un portfolio professionale digitale per ogni docente – che sarà disponibile a partire dall'a.s. 2017/2018 e raccoglierà esperienze professionali, qualifiche, certificazioni, attività di ricerca, pubblicazioni – e per rafforzare la qualità di progettazione della formazione. Inoltre, sempre a partire dall'a.s. 2017/2018, sarà avviata, in collaborazione con l'INDIRE, una Biblioteca digitale, scientificamente documentata, delle migliori attività didattiche e formative; d) con riferimento al Piano nazionale scuola digitale, adottato nel 2015, sono state avviate più del 65 per cento delle azioni previste (complessivamente, 35 nel triennio 2015-2018) e sono stati investiti 500 milioni di euro (su 1,1 miliardi stanziati) In particolare, attraverso tale Piano sono state promosse varie attività nell'ambito del Piano Industria 4.0, allo scopo di promuovere la cultura 4.0 fra gli studenti, creare competenze e stimolare la ricerca. Ulteriori attività per migliorare le competenze digitali degli studenti sono state avviate attraverso un piano di investimenti basato su fondi strutturali; e) con riguardo all'inclusione scolastica, il Governo intende incentivare, anche con l'ausilio delle nuove tecnologie, culture e prassi finalizzate al successo formativo di tutti gli studenti, con particolare riguardo a quelli con disabilità, disturbi specifici dell'apprendimento, e in situazioni di svantaggio socio-economico, linguistico e culturale. Altre misure saranno rivolte a ridurre la dispersione scolastica e ad attivare azioni rivolte al benessere, ai corretti stili di vita, alla prevenzione del disagio giovanile, in particolare con riferimento alla parità di genere, ai fenomeni di bullismo e cyberbullismo e alla lotta alle dipendenze da droga e alcol. A questo proposito, il 31 gennaio 2017 è stato presentato un Piano per una scuola più aperta, inclusiva, innovativa, declinato in 10 azioni, nel quadro degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall'Agenda 2030 dell'ONU. Il Piano, finanziato con 830 milioni del PON Scuola 2014-2020, articola le azioni con riferimento a: competenze di base, competenze di cittadinanza globale, cittadinanza europea, patrimonio culturale artistico e paesaggistico, cittadinanza e creatività digitali, integrazione e accoglienza, educazione all'imprenditorialità, orientamento, alternanza scuola-lavoro, formazione degli adulti; f) la piena operatività dell'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, attiva da novembre 2016, consentirà di prevedere tutor per la transizione scuola-lavoro, che aiuteranno scuole ed università nella costruzione di rapporti stabili con le imprese e faciliteranno la progettazione e la realizzazione di percorsi di alternanza scuola lavoro, tirocini, nonché di apprendistato di primo livello e di alta formazione e ricerca. L'intervento intende coinvolgere gradualmente, da giugno 2017 ad aprile 2019, 5.000 scuole secondarie superiori di secondo grado, statali e paritari, e 60 università e Istituti tecnici superiori. Fondamentale sarà, anche, la piena operatività del modello duale, che costituisce il prerequisito per la formazione delle competenze necessarie per intercettare il cambiamento tecnologico e produttivo; g) in materia di edilizia scolastica, entro la Pag. 91prima metà del 2017 sarà disponibile un fascicolo elettronico di ogni edificio scolastico. Inoltre, si proseguirà nell'opera di riqualificazione, portando avanti la programmazione triennale, e il sistema informativo di monitoraggio, già realizzato, verrà collegato all'Anagrafe dell'edilizia scolastica. Infine, in base al cronoprogramma, entro aprile 2017 sarà adottata la Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza scuola-lavoro.
  Con riferimento all'università, la Relazione della Commissione europea evidenzia che, nonostante l'Italia sia prossima al conseguimento dell'obiettivo nazionale sul tasso di istruzione terziario per la fascia di età 30-34 anni – fissato al 26-27 per cento – lo stesso è tuttora il più basso dell'UE (25,3 per cento nel 2015, rispetto al 38,7 per cento nell'UE). Sottolinea che ciò deve stimolare ad un maggiore impegno verso l'Obiettivo europeo del 40 per cento. Evidenzia, inoltre, che l'istruzione terziaria rimane sottofinanziata – anche con riferimento al sostegno degli studenti – e che si è registrato un aumento dell'età media dei professori universitari: a fronte di ciò, le misure intraprese a livello nazionale – in particolare con la legge di stabilità 2016 e la legge di bilancio 2017 – costituiscono graduali passi avanti. Anche l'apprendimento degli adulti non è sufficientemente sviluppato; inoltre, la frammentazione del sistema rende difficile individuare una strategia globale di apprendimento continuo. Per l'università, il PNR non indica nuove misure da adottare, ma, da un lato, ricorda che, come evidenziano i risultati della VQR 2011-2014, le università italiane stanno velocemente convergendo verso uno standard comune e più elevato di qualità della ricerca, dall'altro ricapitola gli interventi previsti dalla legge di bilancio 2017 in materia di esoneri e limitazioni della contribuzione studentesca (anche con riferimento agli studenti delle Istituzioni AFAM), incremento delle risorse per il diritto allo studio, istituzione di borse di studio annue per il merito finalizzate a favorire le iscrizioni universitarie, destinazione di risorse all'orientamento e al tutorato, finanziamento delle attività di ricerca di base e dei dipartimenti universitari di eccellenza. Infine, la Relazione della Commissione europea evidenzia che gli investimenti in R&S, in particolare da parte del settore privato, continuano ad essere notevolmente inferiori alla media UE. Ciò è attribuibile, in particolare, alla mancanza di persone altamente qualificate, soprattutto nei settori della scienza, dell'ingegneria e dell'informatica, e alla scarsa collaborazione tra il mondo accademico e quello imprenditoriale. Il paese ha quindi compiuto solo progressi limitati verso il conseguimento dell'obiettivo nazionale. Tuttavia, la Relazione riconosce che, per migliorare le prestazioni in termini di innovazione, nel 2016 sono stati adottati il nuovo Piano nazionale della ricerca e il Piano industria 4.0. Anche per tale ambito il PNR non indica nuove misure da adottare. Ricorda, però – oltre all'approvazione del decreto legislativo n. 218 del 2016, volto alla semplificazione delle attività degli enti pubblici di ricerca – l'adozione del Piano nazionale della ricerca 2015-2020, finalizzato a incentivare la competitività industriale e a promuovere lo sviluppo del Paese in settori strategici, e le misure conseguentemente adottate già nel 2016, tra le quali quelle relative a borse di dottorato innovativo nelle università delle otto regioni in ritardo di sviluppo e in transizione, all'attrazione di ricercatori di eccellenza e al supporto agli studiosi italiani che vogliono partecipare ai bandi europei, alla costituzione di 4 nuovi cluster tecnologici nazionali. Ricorda, altresì, che a gennaio 2017 è stato firmato un accordo fra l'Autorità di gestione del PON Ricerca e Innovazione e la Banca europea per gli investimenti per la costituzione di un fondo di fondi, con dotazione iniziale di 200 milioni di euro, che opererà con prestiti e venture capital per investire in progetti di ricerca ad alto contenuto tecnologico, localizzati nelle regioni del sud. Infine, ricorda le misure previste dalla legge di bilancio 2017, relative, fra l'altro, al credito di imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo, al rientro di ricercatori, agli stranieri che vogliono effettuare donazioni filantropiche in Italia nel settore della ricerca. Pag. 92
  Con riferimento al settore culturale, il cronoprogramma ricorda, in particolare, che a marzo 2017 è stato adottato il decreto ministeriale istitutivo del Consiglio superiore del cinema e dell'audiovisivo e indica il mese di aprile 2017 per l'adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri volto a definire le modalità di gestione del Fondo per il cinema e l'audiovisivo e del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per l'affidamento in concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale. Infine, ricorda che con la legge di bilancio 2017 è stata confermata la Card cultura anche per i giovani che compiono 18 anni nel 2017. Conclude sottolineando che il DEF non prevede riduzione di risorse per la cultura, ma piuttosto previsioni di crescita che testimoniano la volontà del Governo di investire in questo settore.

  Roberto RAMPI (PD) concorda sul quadro d'insieme offerto dalla relatrice ed evidenzia come l'investimento nel settore della cultura nel suo complesso costituisca un elemento strategico della politica del Governo. Ricorda che al Senato è all'esame il disegno di legge sullo spettacolo dal vivo (S. 2287-bis) che prevede, tra l'altro, un incremento delle risorse attualmente previste. Inoltre, la conferma per un altro anno della card cultura per i diciottenni costituisce un valido strumento a sostegno della domanda culturale, non solo dell'offerta.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.30.

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