CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 19 aprile 2017
805.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

  Mercoledì 19 aprile 2017.– Presidenza del presidente Alessandro NACCARATO.

  La seduta comincia alle 10.20.

Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento.
Emendamenti C. 1142-A ed abb.

(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere).

  Il Comitato inizia l'esame degli emendamenti.

  Alessandro NACCARATO, presidente, in sostituzione del relatore, impossibilitato a partecipare alla seduta, rileva che gli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 5 non presentano profili critici per quanto attiene al rispetto del riparto di competenze legislative di cui all'articolo 117 della Costituzione e propone pertanto di esprimere il parere di nulla osta.

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  Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del presidente.

  La seduta comincia alle 10.25.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 19 aprile 2017. — Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno, Gianpiero Bocci.

  La seduta comincia alle 14.20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Documento di economia e finanza 2017.
Doc. LVII, n. 5 e Allegati.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, fa presente che la Commissione avvia oggi l'esame del Documento di economia e finanza 2017 ai fini dell'espressione del parere alla V Commissione, che dovrà essere reso nella giornata di domani, giovedì 20 aprile.

  Dore MISURACA (AP-CpE-NCD), relatore, ricorda preliminarmente che il Documento di economia e finanza (DEF) costituisce il principale documento di programmazione della politica economica e di bilancio, che traccia, in una prospettiva di medio-lungo termine, gli impegni, sul piano del consolidamento delle finanze pubbliche, e gli indirizzi, sul versante delle diverse politiche pubbliche, adottati dall'Italia per il rispetto del Patto di Stabilità e Crescita europeo e per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo, occupazione, riduzione del rapporto debito-PIL e per gli altri obiettivi programmatici prefigurati dal Governo per l'anno in corso e per il triennio successivo.
  Il DEF viene trasmesso alle Camere affinché si esprimano su tali obiettivi e sulle conseguenti strategie di politica economica contenute nel Documento. Dopo il passaggio parlamentare, il Programma di Stabilità e il Programma nazionale di riforma vanno inviati al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea entro il 30 aprile. La I Commissione è dunque chiamata ad esprimere le proprie valutazioni alla V Commissione per le parti di competenza.
  Quanto alla struttura del DEF, questa è disciplinata dall'articolo 10 della legge di contabilità, nel quale si dispone che sia composta di tre sezioni e di una serie di allegati.
  In particolare, la prima sezione espone lo schema del Programma di Stabilità, che deve contenere tutti gli elementi e le informazioni richiesti dai regolamenti dell'Unione europea e, in particolare, dal nuovo Codice di condotta sull'attuazione del Patto di stabilità e crescita, con specifico riferimento agli obiettivi di politica economica da conseguire per accelerare la riduzione del debito pubblico.
  La sezione espone gli obiettivi e il quadro delle previsioni economiche e di finanza pubblica per il triennio successivo; l'indicazione degli obiettivi programmatici per l'indebitamento netto, per il saldo di cassa e per il debito delle Pubbliche amministrazioni, articolati per i sottosettori della Pubblica amministrazione, accompagnata anche da un'indicazione di massima delle misure attraverso le quali si prevede di raggiungere gli obiettivi. Ciò anche ai fini di dar conto del rispetto del percorso di avvicinamento all'obiettivo di medio termine (OMT), qualora si sia verificato uno scostamento dall'obiettivo medesimo. La sezione contiene, inoltre, le previsioni Pag. 23di finanza pubblica di lungo periodo e gli interventi che si intende adottare per garantirne la sostenibilità.
  La seconda sezione, «Analisi e tendenze della finanza pubblica» riporta, principalmente, l'analisi del conto economico e del conto di cassa delle amministrazioni pubbliche nell'anno precedente; le previsioni tendenziali a legislazione vigente, almeno per il triennio successivo, dei flussi di entrata e di uscita del conto economico e del saldo di cassa; l'indicazione delle previsioni a politiche invariate per i principali aggregati del conto economico della PA riferite almeno al triennio successivo; le informazioni di dettaglio sui risultati e sulle previsioni dei conti dei principali settori di spesa, con particolare riferimento a quelli relativi al pubblico impiego, alla protezione sociale e alla sanità, al debito delle amministrazioni pubbliche ed al relativo costo medio, nonché all'ammontare della spesa per interessi del bilancio dello Stato correlata a strumenti finanziari derivati; le informazioni, infine, sulle risorse destinate allo sviluppo delle aree sottoutilizzate, con evidenziazione dei fondi nazionali addizionali.
  La terza sezione reca, infine, lo schema del Programma Nazionale di riforma (PNR) che, in coerenza con il Programma di Stabilità, contiene gli elementi e le informazioni previsti dai regolamenti dell'Unione europea e dalle specifiche linee guida per il Programma nazionale. In tale ambito sono indicati: lo stato di avanzamento delle riforme avviate, con indicazione dell'eventuale scostamento tra i risultati previsti e quelli conseguiti; gli squilibri macroeconomici nazionali e i fattori di natura macroeconomica che incidono sulla competitività; le priorità del Paese, con le principali riforme da attuare, i tempi previsti per la loro attuazione e la compatibilità con gli obiettivi programmatici indicati nel Programma di stabilità; i prevedibili effetti delle riforme proposte in termini di crescita dell'economia, di rafforzamento della competitività del sistema economico e di aumento dell'occupazione. Sulla base di quanto prevedono sia alcune norme della legge n. 196 del 2009 che ulteriori disposizioni che prescrivono la presentazione in allegato al DEF di alcuni specifici documenti, al DEF 2016 sono allegati: il rapporto sullo stato di attuazione della riforma della contabilità e finanza pubblica, di cui all'articolo 3 della legge n. 196 del 2009 (Doc. LVII, n. 5 – Allegato I); la relazione sugli interventi nelle aree sottoutilizzate, di cui al comma 7 dell'articolo 10 della legge n. 196 del 2009 e all'articolo 7 del decreto legislativo 31 maggio 2011, n. 88 (Doc. LVII, n. 5 – Allegato II); il documento «Connettere l'Italia: fabbisogni e progetti di infrastrutture» (Doc. LVII, n. 5 – Allegato III); la relazione sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, di cui al comma 9 dell'articolo 10 della legge n. 196 del 2009 (Doc. LVII, n. 5 – Allegato IV); il documento sulle spese dello Stato nelle regioni e nelle province autonome, di cui al comma 10 dell'articolo 10 della legge n. 196 del 2009 (Doc. LVII, n. 5 – Allegato V); il documento «Il benessere equo e sostenibile nel processo decisionale» (Doc. LVII, n.5 – Allegato VI); la relazione sui fabbisogni annuali di beni e servizi della pubblica amministrazione e sui risparmi conseguiti con il sistema delle convenzioni Consip, di cui all'articolo 2, comma 576, della legge n.244 del 2007 (Doc. LVII, n. 5 – Allegato VII).
  Ricorda quindi – soffermandosi sui profili di più diretta competenza della I Commissione – come nella prima parte del Documento si evidenzia in primo luogo come la gestione dei flussi di migranti e richiedenti asilo verso i Paesi dell'Unione rappresenta una sfida senza precedenti che l'Europa si trova oggi ad affrontare sul terreno della libertà di circolazione delle persone, del rispetto dei diritti umani, della sicurezza dei cittadini europei. È una crisi sistemica alla quale bisogna fornire una risposta comune a livello europeo, mediante una gestione comune delle frontiere. È necessario pianificare e attuare politiche di integrazione nei mercati del lavoro nazionali; questo permetterebbe di cogliere i benefici storicamente associati Pag. 24all'immigrazione, che per una società che invecchia superano nel medio-lungo termine i costi di breve periodo associati alla gestione dei flussi migratori. Parallelamente, va instaurata una cooperazione mirata e rafforzata con i Paesi di origine e transito dei flussi che preveda un piano di investimenti per fronteggiare le cause di fondo del fenomeno, la ricerca di condizioni di vita dignitose, della sicurezza, del lavoro. All'offerta di supporto finanziario e operativo ai Paesi partner devono corrispondere impegni precisi in termini di efficace controllo delle frontiere, riduzione dei flussi di migranti, cooperazione in materia di rimpatri/riammissioni, rafforzamento dell'azione di contrasto al traffico di esseri umani e al terrorismo.
  Viene ricordato come complessivamente, dal 2014, primo anno dell'emergenza, grazie all'impegno italiano sono state salvate in mare oltre mezzo milione di persone. Nel 2016 sono state soccorse 181.436 persone, una cifra ben superiore al picco di due anni fa, più di tre volte il livello nel 2013 e anche superiore al periodo 2011-2012 caratterizzato dalla crisi della cosiddetta «primavera araba». La tendenza del primo trimestre del 2017 segnala un'ulteriore crescita, con oltre 24 mila persone salvate in mare, pari a un incremento del 30 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016 e del 138,9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2015. Il fenomeno è caratterizzato da un gran numero di donne e minori coinvolti. In particolare, il numero dei minori non accompagnati ha superato i 25 mila nel 2016 e i 2 mila nei primi tre mesi del 2017. La crisi attuale rispecchia le difficoltà derivanti dal conflitto in corso nella zona del Mediterraneo orientale, dagli insufficienti controlli alle frontiere in Libia e da un numero crescente di persone in fuga da condizioni ambientali ostili legate al cambiamento climatico. Si tratta di una pressione senza precedenti sulle frontiere esterne dell'Unione Europea, che genera tensioni politiche e sociali di difficile gestione.
  Nel Documento si ricorda come la realizzazione dei piani UE di ricollocamento non ha dato luogo agli esiti attesi. In questo contesto, l'Italia è stata costretta ad adottare ulteriori misure per alleviare i governi locali nelle zone ad alta densità di immigrati. Ha introdotto un nuovo «piano di accoglienza» nazionale che mira a raggiungere una più equa distribuzione dei migranti e dei rifugiati sul territorio (in base a criteri di proporzionalità e sostenibilità). A questo fine, nel 2016, 100 milioni sono stati destinati ai Comuni che accolgono richiedenti protezione internazionale per una quota fino a 500 euro a persona. In segno di continuità con gli impegni presi a livello europeo, sono stati attivati diversi hotspot che provvedono all'identificazione dei migranti con la collaborazione di funzionari di Easo, Frontex ed Europol e ulteriori realizzazioni sono in corso o previste, anche tramite strutture mobili in mare.
  A fronte della gravità della situazione, ricorda che è stato definitivamente approvato dal Parlamento il decreto-legge n. 13 del 2017 che introduce disposizioni urgenti in materia di immigrazione e una legge organica sulle misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati.
  Passando più nel dettaglio ad illustrare la terza Sezione del DEF 2017 ricorda che questa reca il Programma Nazionale di riforma (PNR) che, in stretta relazione con quanto previsto nel Programma di Stabilità, definisce gli interventi da adottare per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di crescita, produttività, occupazione e sostenibilità delle finanze pubbliche, in coerenza con gli indirizzi formulati dalle istituzioni europee nell'ambito del semestre Europeo.
  In tale ambito sono indicati: le priorità del Paese, con le azioni prioritarie di riforma da attuare e i tempi previsti per la loro attuazione; lo scenario macroeconomico e i prevedibili effetti delle riforme in termini macroeconomici e finanziari; l'azione del Governo e lo stato di avanzamento delle riforme avviate, in relazione alle raccomandazioni formulate dal Consiglio UE al termine del semestre europeo 2016; il quadro degli interventi ricompresi nelle azioni di policy per il Mezzogiorno.Pag. 25
  Oltre ad una indicazione sulle interlocuzioni istituzionali con regioni e province autonome nella preparazione del PNR, completa la Sezione una ultima parte in cui si dà conto dei progressi conseguiti nell'ambito della Strategia Europa 2020.
  Per quanto attiene ai profili di competenza della I Commissione ricorda che una apposita sezione è dedicata al tema «Pubblica amministrazione e semplificazioni».
  Ricorda in proposito che la raccomandazione n. 2 indirizzata all'Italia dal Consiglio europeo il 12 luglio 2016, invitava il Governo «ad attuare la riforma della pubblica amministrazione adottando e applicando tutti i decreti legislativi necessari, in particolare in materia di riforma delle imprese di proprietà pubblica, servizi pubblici locali e gestione delle risorse umane».
  In merito al seguito dato alla raccomandazione nel semestre successivo, nella Relazione relativa all'Italia del 22 febbraio 2017 (Country Report) la Commissione europea rileva peraltro che l'attuazione della riforma della pubblica amministrazione ha registrato progressi limitati. In proposito, viene richiamata la sentenza della Corte costituzionale n. 251 del 2016 che ha dichiarato incostituzionale la procedura prevista per i decreti indicati nella raccomandazione del Consiglio europeo, in particolare quelli riguardanti la gestione delle risorse umane, i servizi pubblici locali e le imprese a partecipazione pubblica. In merito alla situazione generale della pubblica amministrazione italiana, la Commissione rileva inoltre, analogamente a quanto sottolineato nel Country Report del 2016, che le prestazioni dell'Italia risultano ancora inferiori a quelle dei paesi comparabili dell'UE secondo la maggior parte degli indicatori mondiali della governance 2016 della Banca mondiale. Quanto alle riforme necessarie, la Commissione europea sottolinea in particolare come il miglioramento della performance dell'amministrazione italiana sia legato in massima parte alla gestione e alla qualità dei dipendenti pubblici.
  In merito, sono individuati diversi fattori di criticità, quali: l'età media dei dipendenti pubblici (47 anni, cioè 4,4, anni in più rispetto al settore privato); il disallineamento fra impiego e titolo di studio; le procedure di selezione basate principalmente su conoscenze teoriche piuttosto che sulla capacità di risoluzione dei problemi; la mancanza di incentivi monetari legati al merito; la scarsa attrattività della pubblica amministrazione per i lavoratori altamente qualificati.
  In proposito, ricorda che nel DEF 2017 il Governo, alla sezione del PNR 2017 afferma in generale che «il completamento e l'attuazione della riforma della Pubblica Amministrazione entro l'anno è un obiettivo chiave del Governo poiché da essa dipendono un migliore ambiente imprenditoriale, maggiori investimenti e la crescita della produttività. Un'attenzione particolare sarà data alla riforma delle società a partecipazione pubblica, con la tempestiva adozione delle norme volte a razionalizzare tali società al fine di limitare il numero solo a quelle che effettivamente gestiscono servizi di pubblica utilità». L'importanza del completamento della riforma della PA è confermato anche dall'indicatore del livello di progresso conseguito dall'azione di riforma del Governo (CRPI Competitiveness Relevance Progress Indicator), elaborato dal Ministero dell'economia e delle finanze.
  A fronte di una percentuale di attuazione della riforma che è passata dal 20 per cento nel 2015 all'80 per cento nel 2016, l'indicatore di rilevanza sulla competitività per l'area pubblica amministrazione è salito dallo 0,03 allo 0,12. Per quanto concerne l'impatto macroeconomico delle riforme in materia di pubblica amministrazione e semplificazioni, l'Esecutivo conferma (rispetto ai dati già diffusi nel 2015) di stimare un incremento del PIL, rispetto allo scenario di base, pari allo 0,5 per cento dopo cinque anni e allo 0,8 dopo dieci anni dall'introduzione delle riforme. Nel lungo periodo l'effetto complessivo stimato sul prodotto è dell'1,2 per cento. Infine dà conto delle azioni strategiche riguardanti la pubblica amministrazione previste dal Programma nazionale di riforma 2017. In primo luogo, «Completare Pag. 26la riforma della PA». Per quanto riguarda l'attuazione della legge delega di riforma della pubblica amministrazione (legge n. 124 del 2015), il Governo ricorda che sono stati approvati ed entrati in vigore sedici provvedimenti normativi. Essi riguardano: l'abrogazione di disposizioni di legge che prevedono l'adozione di provvedimenti non legislativi di attuazione (decreto legislativo 22 gennaio 2016, n. 10); la revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza (decreto legislativo 25 maggio 2016, n. 97); le modifiche in materia di licenziamento disciplinare, intervenendo in particolare sulla disciplina prevista per la fattispecie di falsa attestazione della presenza in servizio (decreto legislativo 20 giugno 2016, n. 116);il riordino della disciplina in materia di conferenza di servizi (decreto legislativo giugno 2016, n. 127); l'introduzione di disposizioni generali applicabili ai procedimenti relativi alle attività private non assoggettate ad autorizzazione espressa (cosiddetta SCIA 1 – decreto legislativo 30 giugno 2016, n. 126). L'attuazione della delega è proseguita con il decreto legislativo 5 novembre 2016, n. 222 (cosiddetta SCIA 2), che provvede alla mappatura e alla individuazione delle attività oggetto di procedimento di mera comunicazione o segnalazione certificata di inizio attività o di silenzio assenso, nonché quelle per le quali è necessario il titolo espresso. Inoltre il decreto alcune disposizioni volte alla semplificazione dei regimi amministrativi in materia edilizia; norme per la semplificazione e l'accelerazione di procedimenti amministrativi riguardanti rilevanti insediamenti produttivi, opere di rilevante impatto sul territorio o l'avvio di attività imprenditoriali suscettibili di avere positivi effetti sull'economia o sull'occupazione (decreto del Presidente della Repubblica 12 settembre 2016, n. 194); la riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione della disciplina concernente le Autorità portuali (decreto legislativo 4 agosto 2016, n. 169); nuove disposizioni in materia di dirigenza sanitaria (decreto legislativo 4 agosto 2016, n. 171); il riordino e la ridefinizione della disciplina processuale concernente tutte le tipologie di giudizi che si svolgono innanzi la Corte dei conti (decreto legislativo 26 agosto 2016, n. 174); l'adozione di un testo unico in materia di società a partecipazione pubblica (decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175); un complessivo riordino delle strutture della Forze di polizia che prevedono tra l'altro: la razionalizzazione e il potenziamento dell'efficacia delle funzioni di polizia e la riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato, con eventuale assorbimento dello stesso in altre Forze di polizia (decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 177); modifiche ed integrazioni al Codice dell'amministrazione digitale, tese a creare una Carta della cittadinanza digitale per garantire l'accesso in maniera digitale di cittadini e imprese ai dati e servizi delle pubbliche amministrazioni (decreto legislativo 26 agosto 2016, n. 179); la semplificazione delle attività degli enti pubblici di ricerca (decreto legislativo 25 novembre 2016, n. 218); la razionalizzazione, nonché il riordino delle funzioni e del finanziamento delle Camere di commercio (decreto legislativo 25 novembre 2016, n. 219); la riorganizzazione del Comitato italiano paraolimpico (decreto legislativo 27 febbraio 2017, n. 43).
  Ricorda altresì che la sentenza della Corte costituzionale n. 251 del 2016, che ha censurato parzialmente la legge delega di riforma non ha prodotto effetti diretti di caducazione di nessuno dei decreti attuativi già entrati in vigore al momento della pronuncia.
  Tuttavia, a seguito della sentenza, per alcuni decreti, già adottati, si è posta l'esigenza di un intervento correttivo (licenziamenti disciplinari, dirigenza sanitaria e società a partecipazione pubblica), mentre per altri, non ancora adottati al momento della sentenza, la delega è scaduta (servizi pubblici locali e dirigenza pubblica) e pertanto le relative disposizioni di riforma non sono state approvate.
  In seguito alla pronuncia della Corte, il Governo ha scelto la strada dei decreti correttivi, che sono stati approvati in via preliminare dal Consiglio dei ministri, in Pag. 27materia di licenziamento disciplinare, di società a partecipazione pubblica e di dirigenza sanitaria.
  Al momento, risulta presentato alle Camere per il parere di competenza lo schema di decreto correttivo relativo alle società partecipate.
  Inoltre, l'Esecutivo ricorda che a febbraio 2017 sono stati approvati in via preliminare dal Consiglio dei ministri gli schemi di cinque ulteriori decreti legislativi, che prevedono: la revisione della disciplina in materia di reclutamento, stato giuridico e progressione di carriera del personale delle Forze di Polizia (A.G. 395); il riordino dell'ordinamento del personale, delle funzioni e dei compiti del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (A.G. 394); modifiche e integrazioni al testo unico del pubblico impiego (A.G. 393); la riforma delle norme in materia di valutazione dei dipendenti pubblici (A.G. 391); la razionalizzazione dei processi di gestione dei dati di circolazione e di proprietà di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi (A.G. 392).
  Gli schemi sono attualmente all'esame delle competenti commissioni parlamentari per il parere.
  L'azione a cui il Governo si impegna è il completamento dell’iter dei decreti attuativi ancora non entrati in vigore entro i mesi di maggio e giugno 2017, nonché l'implementazione della normativa secondaria prevista ed il monitoraggio dell'efficacia delle misure introdotte entro la fine del 2017.
  Altra azione riguarda la razionalizzazione delle società partecipate pubbliche su cui, come accennato, la legge delega ha trovato attuazione con la emanazione decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175, che reca il Testo unico delle società a partecipazione pubblica, sopprimendo contestualmente le numerose disposizioni, talvolta tra loro eterogenee, che regolamentavano la materia.
  In seguito alla pronuncia della Corte costituzionale, il Governo ha approvato in via preliminare uno schema di decreto correttivo, sottoposto anche alla Conferenza unificata, che ha sancito l'intesa nella seduta dello scorso 16 marzo. Attualmente lo schema è all'esame delle Commissioni competenti per il parere (A.G. 404).
  Sul provvedimento è stata dunque raggiunta l'intesa in sede di Conferenza unificata e il testo apporta le modifiche a tal fine conseguenti al decreto legislativo n. 175 del 2016. Sono altresì oggetto di modifica le premesse del testo unico, con l'introduzione dell'esplicito riferimento all'intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.
  Nel PNR il Governo stima di giungere all'approvazione in via definitiva del decreto correttivo entro maggio 2017 e di completare l'anagrafe ed il censimento delle società partecipate entro la fine dell'anno.
  Altra azione attiene al completamento della riforma dei servizi pubblici locali.
  Come è noto, nell'ambito del programma di riforme della pubblica amministrazione, il Parlamento aveva delegato il Governo a riordinare anche l'intera disciplina dei servizi pubblici locali d'interesse economico generale (articolo 19 della legge n. 124 del 2015). In attuazione della delega, il Governo ha trasmesso alle Camere uno schema di decreto legislativo recante il Testo unico sui servizi pubblici di interesse economico (Atto del Governo n. 308).
  A seguito della sentenza della Corte costituzionale (la n. 251 del novembre 2016), peraltro, lo schema di decreto, su cui si erano espresse le Commissioni parlamentari, non ha concluso il proprio iter e la delega è scaduta.
  Nel PNR l'Esecutivo prevede di recuperare i contenuti dello schema di decreto attraverso successivi interventi da ultimare entro la fine del 2017. Tra le azioni previste vi è poi quella del completamento della riforma del pubblico impiego.
  Com’è noto, il 28 febbraio 2017 sono stati trasmessi alle Camere, per il parere di competenza, due schemi di decreto legislativo adottati in attuazione degli articoli 16 e 17 della legge n. 124 del 2015 (cosiddetta legge Madia) volti, rispettivamente, Pag. 28al riordino della disciplina del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche e ai connessi profili di organizzazione amministrativa (A.G. 393) e alla modifica del sistema di valutazione dei dipendenti pubblici (A.G. 391).
  Nel DEF si evidenzia che l'obiettivo è, in particolare, quello di riorganizzare le regole del lavoro pubblico in funzione dei servizi che devono essere offerti ai cittadini.
  Al contempo, sempre in attuazione della legge n. 124 del 2015 (articolo 17, comma 1, lettera s)) – nell'ambito delle misure per la «produttività della pubblica amministrazione» come evidenziato nel DEF – è stato adottato il decreto legislativo n. 116 del 2016, che provvede finalizzato alla revisione della disciplina dei licenziamenti disciplinari. Successivamente, il 17 febbraio 2017, il Consiglio dei ministri ha approvato, come ricordato anche nella relazione illustrativa dell'atto n. 393, uno schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive del suddetto decreto n. 116 del 2016, al fine di tenere conto anche del percorso procedurale richiesto dalla Corte costituzionale con la richiamata sentenza n. 251 del 2016.
  Sempre per quanto riguarda il pubblico impiego, nella Sezione II del Documento (cap. II.2 e III.1), viene evidenziato l'incremento della spesa per redditi da lavoro dipendente atteso nel 2017 (da 164,1 del 2016 a 166,7 miliardi di euro del 2017), dovuto principalmente agli effetti di spesa derivanti dalle misure contenute nella legge di bilancio per il 2017. In particolare, il Documento segnala «lo stanziamento di ulteriori risorse per il rinnovo contrattuale del personale del pubblico impiego per il triennio 2016-2018», la proroga al personale del comparto difesa-sicurezza e soccorso pubblico (Corpo nazionale dei vigili del fuoco) del contributo straordinario previsto dall'ultima legge di bilancio e l'incremento delle risorse previste a legislazione vigente per il riordino delle carriere del personale appartenente ai predetti comparti.
  Al riguardo ricorda che l'articolo 1, comma 365, della legge n. 232 del 2016 (Legge di bilancio per il 2017) ha disposto l'istituzione di un Fondo per finanziare rinnovi contrattuali e nuove assunzioni presso le amministrazioni pubbliche.
  La dotazione del Fondo è pari a 1,48 miliardi per il 2017 e 1,93 miliardi a decorrere dal 2018.
  Il Fondo è istituito con le diverse finalità, tra le quali (come previsto dal richiamato comma 365) il DPCM 27 febbraio 2017 ha provveduto a ripartire le risorse.
  È previsto in particolare il finanziamento, pari a 119,12 milioni di euro per il 2017 e 153,24 milioni di euro a decorrere dal 2018, da destinare ad assunzioni di personale a tempo indeterminato (autorizzate con apposito decreto ministeriale e in aggiunta alle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente), nell'ambito delle amministrazioni dello Stato (compresi i Corpi di polizia ed il Corpo nazionale dei vigili del fuoco), le agenzie (incluse le agenzie fiscali e l'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo), gli enti pubblici non economici e gli enti pubblici di cui all'articolo 70, comma 4, del decreto legislativo n. 165 del 2001, tenuto conto delle specifiche richieste volte a fronteggiare indifferibili esigenze di servizio di particolare rilevanza e urgenza in relazione agli effettivi fabbisogni, nei limiti delle vacanze di organico nonché nel rispetto di quanto previsto in materia di passaggio diretto di personale tra amministrazioni diverse (articolo 30 del decreto legislativo n. 165 del 2001) e in tema di immissione in servizio di idonei e vincitori di concorsi (articolo 4 del decreto-legge n. 101 del 2013).
  È previsto altresì l'incremento del finanziamento, pari a 760 milioni di euro per il 2017 e 875 milioni di euro a decorrere dal 2018, per le seguenti finalità: proroga, dal 1o gennaio 2017 e fino all'attuazione della delega sulla revisione dei ruoli delle Forze di polizia, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e delle Forze armate, del contributo straordinario riconosciuto (per il 2016) al personale appartenente Pag. 29ai suddetti Corpi (non destinatario di un trattamento retributivo dirigenziale) dall'articolo 1, comma 972, della legge n. 208 del 2015 e pari a 960 euro su base annua; copertura degli oneri connessi alla piena attuazione dei predetti provvedimenti di delega sulla revisione dei ruoli, in aggiunta alle risorse già previste a tal fine a legislazione vigente; copertura degli oneri indiretti derivanti dai decreti legislativi attuativi della richiamata delega sulla revisione dei ruoli.
  Infine, per quanto riguarda le politiche di semplificazione, oltre alle misure già approvate nell'ambito della riforma della Pubblica amministrazione, il Governo richiama l'importanza dell'attuazione dell'Agenda per la semplificazione 2015-2017, al fine di snellire gli oneri amministrativi e normativi. L'azione prioritaria nel 2017 è proseguire nella attuazione e nel monitoraggio dell'efficacia delle misure introdotte.
  Il Governo riferisce, sul complesso delle attività previste dall'Agenda, che al 30 novembre 2016 risultano raggiunte circa il 95 per cento delle scadenze previste dall'Agenda e dalla pianificazione di dettaglio delle attività.
  Tra gli obiettivi dell'Agenda il Governo ricorda quello della piena operatività del sistema pubblico di identità digitale (SPID), previsto dall'articolo 17-ter del decreto-legge 21 giugno 2013, n.69, che consente l'accesso in sicurezza a tutti i siti web – pubblica amministrazione e privati – che erogano servizi online, che da luglio 2016 ad oggi è stata ulteriormente potenziata.
  Sul fronte della sicurezza cibernetica, il Governo prevede una serie di misure di carattere organizzativo e finanziario, volte a garantire maggiore affidabilità al sistema nazionale di sicurezza cibernetica nella convinzione che il rafforzamento del dominio digitale rappresenti un importante volano di crescita del sistema economico del Paese, incidendo, positivamente sulla propensione ad investire degli operatori economici, con particolare riferimento al commercio internazionale.
  Tra le misure di prossima attuazione si prevede, in particolare, la revisione sostanziale e complessiva del «piano nazionale per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica», documento adottato dal Governo nel dicembre del 2013 unitamente al «Piano nazionale per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica».
  Il termine previsto nel cronoprogramma delle riforme per la revisione del Piano nazionale è dicembre 2017.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.25.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 19 aprile 2017. — Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno, Gianpiero Bocci.

  La seduta comincia alle 14.25.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Modifiche alla legge elettorale.
C. 2352 Toninelli, C. 2690 Giachetti, C. 3223 Pisicchio, C. 3385 Lauricella, C. 3986 Locatelli, C. 4068 Orfini, C. 4088 Speranza, C. 4092 Menorello, C. 4128 Lupi, C. 4142 Vargiu, C. 4166 Nicoletti, C. 4177 Parisi, C. 4182 Dellai, C. 4183 Lauricella, C. 4240 Cuperlo, C. 4262 Toninelli, C. 4265 Rigoni, C. 4272 Martella, C. 4273 Invernizzi, C. 4281 Valiante, C. 4284 Turco, C. 4309 La Russa, C. 4318 D'Attorre, C. 4323 Quaranta, C. 4326 Menorello, C. 4327 Brunetta, C. 4330 Lupi, C. 4331 Costantino, C. 4333 Pisicchio e C. 4363 Fragomeli.

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Sentenza della Corte Costituzionale n. 35 del 2017.
Doc. VII n. 767.

(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto delle proposte di legge e della sentenza della Corte costituzionale, rinviato, da ultimo, nella seduta del 12 aprile 2017.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente e relatore, avverte che il gruppo SI-SEL-POS ha fatto pervenire alla presidenza un documento nel quale viene riassunta la sua posizione su talune principali questioni di merito in precedenza sottoposte all'attenzione dei gruppi. Rileva che nel documento tale gruppo ha manifestato la propria preferenza per un sistema proporzionale puro, a turno unico, senza attribuzione di premio né a liste né a coalizioni. Tale gruppo ha poi manifestato la propria contrarietà a liste e capilista bloccati, esprimendo la propria condivisione rispetto alle preferenze e alle pluricandidature, da prevedere fino ad un massimo di tre. In caso di elezione in più collegi il gruppo SI-SEL-POS ritiene che l'elezione si determini nel collegio nel quale il candidato ha ricevuto il minor numero di preferenze. Quanto alla dimensione dei collegi, tale gruppo esprime preferenza per i collegi attualmente vigenti, sia alla Camera, (20 circoscrizioni e 100 collegi plurinominali), sia al Senato (20 circoscrizioni regionali), esprimendo il proprio favore per una soglia di sbarramento al 3 per cento e per l'introduzione della parità di genere in entrambi i rami del Parlamento.

  Tancredi TURCO (Misto-AL-TIpI), a fronte delle diverse posizioni espresse dai gruppi, ritiene che l'unico testo base sul quale appare opportuno proseguire l'esame, con la finalità di uniformare il sistema per entrambe le Camere, sia quello risultante dalle sentenze della Corte costituzionale. Quanto alle questioni sottoposte dal presidente, fa presente che il suo gruppo esprime preferenza per un sistema proporzionale puro, a turno unico, con collegi di ridotta dimensione, senza capilista bloccati, ma con preferenze.

  Dore MISURACA (AP-CpE-NCD) si riserva di svolgere un intervento nella seduta di domani.

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL) ribadisce la necessità, da lui sottolineata già in altre occasioni, che il gruppo del Partito democratico esprima con chiarezza la sua posizione, indicando il testo sul quale giudica opportuno svolgere un esame serio e concreto.

  Danilo TONINELLI (M5S) ritiene non sia più ammissibile protrarre la discussione, ritenendo che sussistano le condizioni per l'adozione di un testo base sul quale avviare l'esame delle proposte emendative. Fa notare, in proposito, che la maggioranza dei gruppi ha espresso una preferenza per l'adozione come testo base della disciplina risultante dalle sentenze della Corte costituzionale.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.35.

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

  Mercoledì 19 aprile 2017. — Presidenza del presidente Alessandro NACCARATO.

  La seduta comincia alle 15.50.

Conferimento della medaglia d'oro al valore militare per la Resistenza alla Brigata ebraica.
Nuovo testo C. 3187 Quartapelle Procopio.

(Parere alla IV Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  Il Comitato inizia l'esame del provvedimento.

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  Marilena FABBRI (PD), relatrice, osserva che la proposta di legge in esame, formata da un solo articolo, è volta a conferire la medaglia d'oro al valor militare per la Resistenza alla Brigata ebraica. La Brigata ebraica è stata una formazione militare costituita nel 1944 ed inquadrata nell'esercito britannico, operativa durante la seconda guerra mondiale in vari scenari di guerra. A comandare il contingente fu nominato il brigadiere generale canadese Ernest Frank Benjamin, anch'egli ebreo. Fecero parte della Brigata ebraica oltre agli ebrei provenienti dalla futura terra di Israele, anche quelli che vivevano nelle nazioni soggette al controllo britannico (Canada, Sudafrica ed Australia), cui si sarebbero uniti poi altri militari ebrei, di origine polacca e russa. La Brigata Ebraica combatté in Italia dal 3 marzo al 25 aprile 1945. Nello specifico, il comma 1 prevede che, in occasione del settantesimo anniversario della Liberazione d'Italia, è concessa la medaglia d'oro al valor militare per la Resistenza alla Brigata ebraica, formazione militare alleata, inquadrata nell'esercito britannico, che operò durante la seconda guerra mondiale e offrì un notevole contributo per la liberazione della patria e nella lotta contro gli invasori nazisti. La disposizione deroga a quanto stabilito dall'articolo 1416 del Codice dell'ordinamento militare in materia di presentazione di proposte di onorificenze al valor militare. Il comma 2 prevede che il conferimento dell'onorificenza venga effettuato con decreto del Presidente della Repubblica, ai sensi del sopra richiamato articolo 1415 del Codice dell'ordinamento militare, in materia di atto di conferimento.
  Considerate le sue finalità, la proposta di legge appare riconducibile alla materia «difesa e Forze armate» attribuita alla potestà legislativa esclusiva dello Stato, ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera d), della Costituzione. Formula, quindi, una proposta di parere favorevole (vedi allegato).

  Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere della relatrice.

  La seduta termina alle 15.55.

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