CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 2 marzo 2017
776.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e VII)
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

  Giovedì 2 marzo 2017. — Presidenza della presidente della VII Commissione, Flavia PICCOLI NARDELLI. – Intervengono il viceministro agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Mario Giro, e il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Gabriele Toccafondi.

  La seduta comincia alle 9.15.

Schema di decreto legislativo recante disciplina della scuola italiana all'estero.
Atto n. 383.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 21 febbraio 2017.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori è garantita anche dal circuito chiuso.

  Fucsia FITZGERALD NISSOLI (DeS-CD), ricordato che la delegazione legislativa contenuta nella legge n. 107 ha lo scopo di realizzare interventi di manutenzione e di aggiornamento della normativa vigente, ravvisa in alcuni tratti dello schema di decreto delegato un eccesso di delega: in quest'ultima non si rinvengono principi o criteri direttivi inerenti al piano strutturale della nostra rete scolastica e di promozione linguistica e culturale all'estero. Aspetti di riforma così profonda devono essere rimessi alla legge primaria. Suggerisce, quindi, l'istituzione di una cabina di regia sul piano delle competenze dei Ministeri MAECI, MIUR e MIBACT, con il contributo anche delle forze sociali e dei tanti organismi associativi e rappresentativi dei nostri connazionali che vivono all'estero. Per quanto riguarda il Consiglio generale degli italiani all'estero, afferma che le forti riserve critiche da questo espresse sullo schema di decreto sono pienamente condivisibili. Concorda soprattutto sul richiamo a un'armonizzazione e a una riorganizzazione dell'ordinamento scolastico all'estero che tenga conto delle specificità delle diverse aree geografiche continentali e di singoli Paesi, profili cui viceversa l'attuale formulazione dello schema non dedicano affatto attenzione. Ritiene certamente positive le nuove modalità didattiche e organizzative del corso di lingua e cultura italiana, che Pag. 13devono necessariamente adeguarsi alle più attuali metodologie di insegnamento dell'italiano come lingua straniera. Tuttavia, poiché negli ultimi anni è aumentata, soprattutto in Europa, la percentuale di cittadini italiani che si recano, anche per periodi non prolungati, all'estero con le loro famiglie, soprattutto in Svizzera e in Germania, ritiene che per essi occorre mettere a disposizione, attraverso le strutture consolari italiane, servizi scolastici efficienti e adeguati. Ritiene molto grave che il provvedimento metta definitivamente «in soffitta» i corsi di lingua e cultura italiana per i cittadini italiani residenti all'estero, sostituendoli con iniziative linguistico-culturali, in analogia con i corsi di lingua italiana per stranieri offerti dagli istituti italiani di cultura. La formazione e l'istruzione dei cittadini italiani residenti all'estero, titolari dell'elettorato attivo e passivo nelle consultazioni politiche, risulta del tutto disattesa dal decreto, che rivolge l'offerta di lingua e cultura italiana esclusivamente ad una platea indifferenziata di utenti italiani e stranieri, italofoni o non italofoni. Sostiene, infatti, che il decreto non interviene in alcun modo sugli elementi fondamentali della formazione e della istruzione del cittadino elettore all'estero, che con il suo voto partecipa alla vita democratica del nostro Paese. Tra l'altro, si determineranno ulteriori costi a carico delle famiglie di cittadini italiani all'estero che intendano usufruire dell'offerta formativa e linguistica all'estero, con l'abrogazione dell'intero capo del decreto legislativo n. 297 del 1994, relativo alle scuole all'estero. Anche in riferimento alla regolamentazione delle funzioni e degli strumenti degli enti gestori, ritiene necessario un aggiornamento della attuale normativa, e, in particolare, una riflessione approfondita sul loro ruolo, per rafforzarlo nel quadro della promozione della nostra lingua nel mondo. Per quanto riguarda, invece, le scuole statali all'estero, che fino ad oggi sono state la vetrina del sistema scolastico italiano, che resta ancora fortemente considerato e stimato in tutto il mondo, ricorda che il decreto le abolisce, eliminandone i caratteri peculiari e trasformandole in «scuole amministrate dallo Stato», con la facoltà di introdurre varianti in relazione ad esigenze locali, senza alcuna distinzione caratterizzante la scuola statale italiana, che possa formare i cittadini italiani all'estero in analogia al territorio nazionale.
  Ribadisce la necessità di garantire con proiezione triennale il finanziamento del capitolo 3153, che, per la sua specificità e per le sue finalità espressamente rivolte ai cittadini italiani residenti all'estero, deve tornare sotto l'egida della Direzione generale degli Italiani all'estero ed essere assegnato annualmente agli enti gestori, scorporando dallo stesso l'onere finanziario del personale di ruolo e degli stagisti neo-laureati inviati all'estero dal MAECI e dal MIUR. Infine fa notare alcune incongruenze come quella concernente i Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi della scuola, attualmente collocati fuori ruolo ed in servizio per conto del MAECI presso le Istituzioni Scolastiche all'Estero che attualmente hanno uno stipendio superiore ai docenti laureati ma percepiscono un assegno che non tiene conto dei cambiamenti apportati dai CCNL successivi al 1994. Sottolinea come sia doveroso far notare che sarebbe opportuno una riflessione sul testo ed una migliore formulazione tale da non lasciare spazio ad incongruenze.

  Tamara BLAZINA (PD), relatrice per la VII Commissione, sottolinea che tra i diversi profili critici emersi nel corso delle audizioni e del successivo dibattito, peraltro già evidenziati dalla sua relazione iniziale, ritiene che la questione del rapporto di lavoro abbia una connotazione particolarmente delicata. In particolare, appare necessario rivedere gli aspetti del trattamento economico e dell'orario di lavoro che, rientrando nella contrattazione collettiva, dovrebbero forse essere espunti dal testo del decreto. Le altre questioni da puntualizzare meglio riguardano la presenza di troppi soggetti coinvolti – che generano confusione e sovrapposizione di competenze – rispetto ai quali si potrebbe Pag. 14pensare a una cabina di regia che non è prevista dalle disposizioni. Anche l'ambito di azione dei due dicasteri interessati andrebbe meglio descritto, tenendo presente che non ci si deve riferire a scuole amministrate dallo Stato, ma a scuole statali italiane e comunque lasciando la competenza esclusiva del riconoscimento dei requisiti di parità al Ministero dell'istruzione. Annunzia che nel parere si terrà conto, attraverso le condizioni e osservazioni che verranno inserite, dei suggerimenti pervenuti, al fine di migliorare il testo del decreto, senza incorrere in un eccesso di delega.

  Laura GARAVINI (PD), relatrice per la III Commissione, concordando con la collega Blazina, in riferimento all'intervento dell'onorevole Fitzgerald Nissoli, sottolinea che il CGIE non ha mosso forti critiche in merito al provvedimento in esame, ma ha semplicemente evidenziato che occorre individuare meglio il ruolo degli enti gestori, che il provvedimento include, in modo generale, nella categoria delle associazioni senza scopo di lucro. Assicura che, nel predisporre il parere delle Commissioni, le relatrici terranno conto delle osservazioni del CGIE. Sempre in riferimento all'intervento dell'onorevole Fitzgerald Nissoli, ritiene che, più che un eccesso di delega, vi sia un deficit di delega. Infatti, il provvedimento all'esame è un primo passo verso una riforma più organica della scuola italiana all'estero e non rappresenta un intervento esaustivo. Osserva, inoltre, che, più in generale, il vero aspetto positivo del provvedimento sta nell'idea della diffusione della lingua e della cultura italiane all'estero non solo come strumento rivolto agli italiani nel mondo, ma come mezzo di promozione dell'intero sistema Paese. Ribadisce, infine, che, nell'elaborazione del parere da parte delle relatrici, si cercherà di dare spazio alle osservazioni pervenute durante l'esame del provvedimento.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 9.40.