CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 1 marzo 2017
775.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 1o marzo 2017. — Presidenza della presidente Flavia PICCOLI NARDELLI. – Intervengono la sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali ed il turismo, Dorina Bianchi e il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Gabriele Toccafondi.

  La seduta comincia alle 14.35.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, comunica che l'on. Formisano ha cessato di far parte della Commissione.

Disciplina e promozione delle imprese culturali e creative.
Nuovo testo C. 2950 Ascani.

(Seguito dell'esame e rinvio).

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  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 1o febbraio 2017.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori è garantita anche dal circuito chiuso. Avverte che non sono stati presentati subemendamenti agli emendamenti presentati nella seduta del 28 febbraio 2017 dalla relatrice. Avverte altresì che sono stati ritirati gli emendamenti 1.3 Relatrice e 5.1 Rampi. Chiede, quindi, alla relatrice e al Governo di esprimere i propri pareri.

  Irene MANZI (PD) esprime parere favorevole sugli emendamenti 2.5, 2.3, 2.4, 4.1, 4.2, 4.3 e 6.1; parere favorevole con riformulazione sugli identici emendamenti 2.1 e 2.2; invita al ritiro degli emendamenti 1.1 e 1.2, esprimendo altrimenti parere contrario.

  La sottosegretaria Dorina BIANCHI esprime parere conforme.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, comunica che l'emendamento 1.1 s'intende decaduto.

  Antonio PALMIERI (FI-PdL), intervenendo sul suo emendamento 1.2, precisa che il suo intento è di eliminare una sostanziale delega al Governo, che appesantisce inutilmente il testo. Invita quindi la relatrice a riconsiderare l'invito al ritiro.

  Anna ASCANI (PD) specifica che la norma è utile anche alle imprese, affinché vi siano elementi di certezza quanto al possesso dei requisiti per l'acquisizione della qualifica di impresa culturale e creativa nonché per l'accesso ai benefici previsti dalla proposta di legge. Tali garanzie possono essere assicurate proprio tramite la costituzione di uno specifico elenco tenuto dal Ministero dei beni e delle attività culturali.

  Antonio PALMIERI (FI-PdL) ribadisce di considerare comunque la disposizione ridondante.

  Roberto RAMPI (PD) precisa che prevedere un provvedimento attuativo, in questo caso, non costituisce un appesantimento della procedura, ma piuttosto una garanzia di immediata operatività della proposta di legge.

  La Commissione respinge l'emendamento 1.1 e approva l'emendamento 2.5 (vedi allegato).

  Chiara DI BENEDETTO (M5S), dichiarando di condividere la nuova formulazione del testo degli identici emendamenti 2.1 e 2.2, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo.

  La Commissione li approva nella nuova formulazione (vedi allegato).

  Chiara DI BENEDETTO (M5S) rileva che l'emendamento 2.3 rischia di provocare una stortura rispetto all'intento della norma. Ritiene, infatti, che esso allargherebbe la platea delle imprese che hanno accesso ai benefici previsti.

  Antonio PALMIERI (FI-PdL) si associa.

  Roberto RAMPI (PD) sottolinea che l'emendamento è teso a mediare tra le diverse opinioni emerse al riguardo in seno al Comitato ristretto. Si è voluto tenere conto del fatto che spesso, nell'ambito delle imprese creative, il possesso della laurea è marginale rispetto all'esigenza di valorizzare i talenti, che spesso emergono e reclamano un riconoscimento a prescindere da percorsi formali e tradizionali di formazione. Per esempio, un tecnico del suono o uno scenografo possono aver maturato in 5 anni una considerevole esperienza e sensibilità artistica che nessun corso di laurea può conferire.

  Luigi GALLO (M5S) teme che l'emendamento possa di fatto annullare l'effetto voluto dalla disposizione, poiché il risultato concreto potrebbe essere quello che metà del personale delle imprese culturali e creative non abbia alcun requisito e l'altra abbia i requisiti professionali previsti dall'emendamento, così escludendo il personale laureato.

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  Chiara DI BENEDETTO (M5S) ribadisce che l'emendamento altererebbe l'equilibrio voluto dalla disposizione e invita ad una riflessione più approfondita sui possibili effetti derivanti dalla sua approvazione.

  Giancarlo GIORDANO (SI-SEL) trova ragionevoli entrambe le posizioni dei colleghi e propone l'accantonamento dell'emendamento.

  Irene MANZI (PD) non si opporrebbe all'accantonamento.

  Roberto RAMPI (PD) non vi è contrario, a patto che, successivamente, tutti i gruppi collaborino a riscrivere la disposizione.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, avverte che l'emendamento 2.3 si intende accantonato.

  Luigi GALLO (M5S), intervenendo sull'emendamento 2.4, pensa che il fatturato indicato sia troppo elevato per le piccole e medie imprese.

  Antonio PALMIERI (FI-PdL) concorda, invece, con lo spirito dell'emendamento, che è volto a coordinare la disciplina della proposta in discussione con il decreto-legge n. 179 del 2012.

  Anna ASCANI (PD), nel far presente che il testo attualmente in discussione è considerevolmente diverso da quello da lei originariamente proposto, concorda con il collega Palmieri che l'intento sotteso all'emendamento 2.4 è proprio quello di allineare il contenuto della proposta di legge al decreto-legge sulle start-up innovative.

  La Commissione, con distinte votazioni, approva gli emendamenti 2.4, 4.1, 4.2, 4.3 e 6.1 (vedi allegato).

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.10.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 1o marzo 2017. — Presidenza del presidente Flavia PICCOLI NARDELLI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Gabriele Toccafondi.

  La seduta comincia alle 15.15.

Schema di decreto legislativo recante revisione dei percorsi dell'istruzione professionale, nel rispetto dell'articolo 117 della Costituzione, nonché raccordo con i percorsi dell'istruzione e formazione professionale.
Atto n. 379.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto, rinviato nella seduta del 23 febbraio 2017.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori è garantita anche dal circuito chiuso.

  Elena CENTEMERO (FI-PdL) si domanda in quale contesto costituzionale sia stato scritto lo schema di decreto legislativo sull'istruzione professionale. Parrebbe in realtà che i suoi redattori abbiano dato per scontata l'approvazione della riforma costituzionale e con essa la modifica dell'articolo 117 della Costituzione. Viceversa il 4 dicembre quella riforma è uscita sconfitta e quindi le attribuzioni delle regioni in materia di formazione professionale devono essere lasciate intatte ai sensi del vigente articolo 117. Conseguentemente non si possono unificare disinvoltamente istruzione e formazione professionale, altrimenti il rischio è che le regioni impugnerebbero vittoriosamente il provvedimento innanzi alla Corte costituzionale. Ma se lo schema non è corretto dal punto di vista ordinamentale non lo è neanche dal punto di vista pedagogico. Nell'articolo 3 dello schema si elenca una serie di indirizzi di studio per i percorsi di istruzione professionale che non corrispondono Pag. 103invece alle vie della formazione professionale. Conclude auspicando che la rete nazionale delle scuole professionali non deve interferire con le autonome decisioni delle regioni.

  Luigi GALLO (M5S) si rammarica che nell'attuazione della delega sull'istruzione professionale non siano previste nuove risorse finanziarie. Ne consegue, in buona sostanza, che il mancato rilancio di esse comporta un loro declassamento che produrrà essenzialmente il risultato di istruire e formare lavoratori dipendenti e non già dei manager o degli imprenditori dei settori di riferimento. Svolte ulteriori considerazioni sul ripristino dei titoli professionali e sulla possibilità di stringere accordi con gli enti locali, afferma che l'apprendistato non deve essere surrettiziamente reintrodotto quale forma di lavoro sfruttato, ma può essere accettato solo come forma di contrasto e di recupero dell'abbandono scolastico.

  Maria Grazia ROCCHI (PD) ha ascoltato gli interventi dei colleghi che l'hanno preceduta e dà loro atto che l'istruzione professionale si rivolge ad un'utenza particolare, attualmente in declino perché la scuola professionale non risponde più ai bisogni formativi presenti nella società. Di fatto si è assistito a una liceizzazione degli istituti tecnici che non coglie più il carattere degli istituti professionali, i quali dovrebbero avere come vocazione l'incrocio tra l'educazione alle competenze e la coltivazione dei talenti. Altro obiettivo della legge n. 107 e dello schema di decreto oggi in discussione era ed è quello di estendere e riqualificare la formazione professionale su tutto il territorio, attraverso l'innovazione metodologica e il contrasto dell'abbandono scolastico. Rassicura che le competenze delle regioni non verranno intaccate perché la fonte statale predisporrà soltanto un ampio modello di riferimento.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di decreto legislativo concernente l'effettività del diritto allo studio attraverso la definizione delle prestazioni, in relazione ai servizi alla persona, con particolare riferimento alle condizioni di disagio e ai servizi strumentali, nonché potenziamento della carta dello studente.
Atto n. 381.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto, rinviato nella seduta del 23 febbraio 2017.

  Elena CENTEMERO (FI-PdL) lamenta l'assoluta scarsezza di risorse destinate ad assicurare davvero l'effettività del diritto allo studio e l'ambiguità della disciplina proposta nello schema in ordine al ruolo di scuole ed enti locali, il cui confine resta indefinito. L'eliminazione della tassa scolastica di cui all'articolo 4 è una sostanziale ipocrisia, giacché nulla si dice del cosiddetto contributo volontario che in via di fatto è imposto alle famiglie. Osserva poi che l'espressione «su istanza di parte» contenuta sia nell'articolo 5, comma 2, sia nell'articolo 6, comma 1, a proposito rispettivamente del trasporto degli alunni e della mensa è figlia dell'ambiguità cui ha fatto cenno poc'anzi: rimettere alla domanda delle famiglie e chiedere loro il contributo per il servizio è il modo per lasciarlo a carico dei comuni, poiché le scuole non potrebbero finanziarlo. Per quanto concerne in special modo la mensa scolastica, inoltre, si pone il problema delle gare d'appalto: se il servizio non è obbligatorio non si può quantificare con certezza il valore del contratto da appaltare.

  Luigi GALLO (M5S) rileva che la norma approvata nel 2013 sulle biblioteche digitali non ha mai trovato attuazione. Anche questo schema di decreto, che avrebbe potuto costituire un'ottima occasione per provvedervi, non ottempera a quanto a suo tempo stabilito. Eppure si tratta di una norma che non costerebbe nulla per gli studenti e le famiglie.

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  Maria MARZANA (M5S) trova che lo schema di decreto non raggiunga affatto l'obiettivo di assicurare un effettivo diritto allo studio. Questa potrebbe essere l'occasione giusta per ottenere dal Governo un impegno sulla definizione dei LEP, che costituiscono un nodo cruciale nel garantire questo diritto. Crede inaccettabile che per garantire il diritto allo studio degli alunni e degli studenti ricoverati in ospedale, in case di cura e di riabilitazione o il diritto allo studio domiciliare, siano utilizzate parte delle risorse del Fondo per l'ampliamento dell'offerta formativa. In questo modo il vero onere va a ricadere sulle istituzioni scolastiche che con quelle risorse, peraltro già insufficienti, devono fronteggiare le spese di funzionamento. Il Fondo andrebbe invece incrementato per assicurare l'effettività del diritto allo studio anche al percorso scolastico precedente e per assicurare i servizi ad esso connessi quali il trasporto, la mensa e l'assistenza che vengono erogati grazie al contributo volontario versato dalle famiglie e che andrebbe eliminato.

  Anna ASCANI (PD), relatrice, deve preliminarmente far presente al collega Luigi Gallo che in realtà il piano nazionale della scuola digitale ben contiene uno specifico riferimento al diritto allo studio, tanto ciò è vero che all'azione 24 del piano sono stanziati 5 milioni di euro per le biblioteche digitali. Per il resto, condivide i rilievi che ha ascoltato. Sicuramente le risorse finanziarie previste per il diritto allo studio sono insufficienti e intende rimarcarlo nella proposta di parere che formulerà alla Commissione. Dà altresì atto che i LEP non sono definiti, come invece la delegazione legislativa prescriveva di fare: in questo passaggio, evidentemente, il Governo non ha esercitato appieno i propri poteri e anche questo dovrà essere notato nel parere. Tuttavia, la mancata individuazione dei LEP è spiegabile forse con la circostanza che essa dovrà essere compiuta in accordo con le regioni e gli enti locali, ciò che prima dell'esito referendario non era stato previsto. Da questo punto di vista, la definizione dei LEP potrebbe anche essere l'occasione per risolvere una serie di questioni attinenti alla mensa, ai libri scolastici e al trasporto pubblico degli alunni e degli studenti, che pure sono state sollevate. Quanto alla soppressione della tassa scolastica di cui all'articolo 4 dello schema, crede ragionevole riformularne il testo nel senso di prevedere l'esenzione non per tutti ma secondo una soglia ISEE. Venendo poi all'articolo 10 dello schema, relativo alla Carta dello studente – io studio, si riserva di formulare una proposta volta a darvi un contorno più ambizioso secondo il contenuto della delega che addirittura voleva farne anche un documento di riconoscimento.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di decreto legislativo recante norme sulla promozione della cultura umanistica, sulla valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali e sul sostegno della creatività.
Atto n. 382.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto, rinviato nella seduta del 23 febbraio 2017.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di decreto legislativo recante norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato.
Atto n. 384.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto, rinviato nella seduta del 23 febbraio 2017.

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  Elena CENTEMERO (FI-PdL), sottolineata l'importanza della formazione dei docenti finalizzata a consentire loro di adempiere alla funzione di valutazione con un adeguato bagaglio culturale e professionale, crede che la valutazione medesima debba centrarsi anche sull'acquisizione delle competenze. Saluta con favore la drastica semplificazione dell'esame di terza media, ma indica una serie di nodi che restano ancora da sciogliere. In particolare, per quanto concerne la valutazione delle ore prescritte nel triennio per l'alternanza scuola-lavoro, si pone il problema di quanti si aggiungono in corso di triennio, previo giudizio di idoneità. Per costoro occorre chiarire che la frequenza dell'alternanza si valuterà pro-quota. Inoltre, si dovrà chiarire che differenza passa tra la seconda prova dell'esame conclusivo del secondo ciclo con la prova INVALSI, specie alla luce dell'articolo 19, comma 5, dello schema di decreto. Conclude auspicando il recupero dell'idea del portfolio formativo.

  Gianluca VACCA (M5S), dopo aver riassunto brevemente i contenuti del suo intervento del 23 febbraio scorso, introduce alcune considerazioni in merito al registro elettronico il cui utilizzo è divenuto obbligatorio. Rileva che in diverse istituzioni scolastiche mancano la copertura di rete o i dispositivi necessari per consentirne l'accesso ai docenti dall'interno. Ne deriva che l'immissione del voto nel registro elettronico non è immediata e ciò causa inconvenienti, disguidi e comunque non risulta formativo per gli studenti che apprendono della votazione conseguita solo con significativo ritardo.

  Mara CAROCCI (PD), relatrice, ha preso buona nota delle questioni sollevate nel corso del dibattito. Condivide il quasi unanime plauso per la semplificazione dell'esame di terza media, ma resta consapevole dei problemi che permangono aperti come, per esempio, la partecipazione alle prove INVALSI quale requisito per accedere all'esame di maturità e la questione del voto numerico nella scuola primaria. Assicura che si farà carico di tutte le questioni nella proposta di parere che si accinge a redigere.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 16.20.

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