CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 21 febbraio 2017
770.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VII e XI)
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 21 febbraio 2017. — Presidenza della presidente della VII Commissione, Flavia PICCOLI NARDELLI. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Gabriele Toccafondi.

  La seduta comincia alle 13.15.

Schema di decreto legislativo recante riordino, adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria per renderlo funzionale alla valorizzazione sociale e culturale della professione.
Atto n. 377.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto, rinviato nella seduta del 25 gennaio 2016.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori è garantita anche dal circuito chiuso. Ricorda che nella seduta odierna sono previsti interventi sul testo dello schema. Com’è stato concordato negli Uffici di Presidenza, una proposta di parere sarà presentata il 15 marzo prossimo e sarà posta in votazione il 16 marzo 2017.

  Manuela GHIZZONI (PD), relatrice per la VII Commissione, rappresenta che nel corso delle audizioni sono emerse diverse sollecitazioni e proposte che reclamano un ulteriore approfondimento. Richiama, quindi, alcune questioni e problemi, di natura anche interpretativa, proposti dalle persone ascoltate, che non erano stati considerati nella relazione del 25 gennaio scorso. Precisa che il perimetro delle riflessioni e, di conseguenza, del parere che verrà reso dalla Commissione, è definito dai principi direttivi contenuti nel comma 181, lettera b) della legge 107, che non possono essere modificati in questa sede. A tale proposito, con riferimento alla durata del percorso di formazione post-concorsuale, valutata troppo lunga, soprattutto dai sindacati confederali, ricorda che la triennalità è prevista dal punto 2 della lettera b) e, pertanto, inderogabile in seno a un decreto legislativo. Precisa che sulla durata della proroga incide un elemento che deve essere esplicitato, ovvero la previsione Pag. 24che il III anno di formazione abbia validità di «periodo di prova», poiché apparirebbe illogico sottoporre, dopo un triennio, i tirocinanti in formazione a valutazioni intermedie o a un ulteriore anno di prova. Rileva, quindi, la necessità di armonizzare la normativa dello schema di decreto in esame con una revisione del Testo Unico del pubblico impiego che recepisce, in materia di contrattazione, l'accordo siglato tra Governo e le organizzazioni sindacali il 30 novembre scorso. Altra questione che reputa importante chiarire attiene al rapporto tra la nuova disciplina sulla formazione e sull'accesso al ruolo con la legge n. 62 del 200 (articolo 1 c. 4), che dispone che alla scuola paritaria acceda personale in possesso di titolo abilitativo. Occorre quindi chiarire che con il conseguimento del titolo rilasciato a conclusione dell'anno di specializzazione, previsto al primo anno del triennio, sia assolta la previsione della legge 62 del 2000. In questa logica, il secondo e il terzo anno del triennio divengono un biennio di completamento dell'iter per l'accesso del personale nella scuola statale, anche mediante l'integrazione della formazione. Ricorda quindi che molti soggetti intervenuti in audizione si sono espressi in merito alla disciplina transitoria che richiede un approfondimento accurato e puntuale, ad esempio, rispetto ai soggetti coinvolti e che non vengono citati – come i cosiddetti «idonei fantasma» –, all'interpretazione da dare ai 36 mesi di servizio prestato, alle garanzie da dare ai docenti inseriti delle graduatorie di merito del concorso 2016 e nelle GAE nonché alle procedure da adottare. Ritiene comunque necessario suggerire di distinguere le modalità transitorie da quelle previste per il sistema a regime, prefigurando, ad esempio, invece che l'accesso del soggetto abilitato al secondo e al terzo anno del triennio di formazione, il passaggio all'anno di prova previsto dalla legge n. 107.
  Un'altra questione emersa chiaramente nel corso delle audizioni è il mancato raccordo tra le previsioni del decreto in esame con quelle del decreto sull'inclusione (AG n. 378), in ordine al percorso di formazione del docente di sostegno, atteso che entrambi i provvedimenti devono tendere alla preparazione di un «docente inclusivo», tanto sul posto comune quanto su quello di sostegno. È peraltro necessario precisare meglio le disposizioni sui passaggi professionali da posto comune a posto di sostegno e viceversa. Aggiunge, per chiarire quanto emerso nel corso delle audizioni, che il provvedimento, stanti i principi e criteri direttivi della legge 107, concerne solo la scuola secondaria di I e di II grado e che, pertanto, la disciplina che attiene al percorso di formazione e alle modalità di accesso al ruolo dei docenti del primo ciclo non subisce modifiche. Ritiene, inoltre, che il decreto in esame debba prevedere che, a regime, i concorsi siano banditi ogni due anni sulla base dei posti che si renderanno vacanti e disponibili nel terzo e nel quarto anno successivi (e non del secondo e terzo anno), ai fini di una più disciplinata organizzazione del triennio di formazione. Tale sistema potrà esprime al meglio le proprie potenzialità in accordo ad una revisione delle classi di concorso in base a principi di semplificazione e flessibilità, non ai fini di una riduzione del personale ma, al contrario, per una valorizzazione e incremento qualitativo e quantitativo delle risorse umane, evitando la figura del cosiddetto «perdente posto» o il ricorso all'organico di fatto, foriero di precariato ed incertezza per troppi docenti. In questo senso occorre anche valutare la corrispondenza e gli effetti della previsione della legge n. 107 che assegna alle scuole secondarie di II grado l'organico dell'autonomia sulla base del PTOF triennale che, sebbene revisionabile annualmente, mal si concilia con le fluttuazioni delle scelte annuali dei ragazzi in uscita dalle scuole medie. Conclude richiamando l'esigenza espressa nel corso delle audizioni e che, a suo avviso, ben interpreta lo spirito della delega, di esplicitare le modalità di collaborazione strutturata tra scuola e università, affinché l'esperienza e la ricerca educativa realizzate nelle scuole siano concretamente valorizzate nella formazione dei docenti della scuola secondaria.

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  Elena CENTEMERO (FI-PdL) esprime la sua contrarietà sul sistema di formazione previsto nello schema di decreto, rispetto al quale preannuncia un parere alternativo. Ritiene che il meccanismo individuato sia alquanto confuso e che l'accesso all'insegnamento dovrebbe avvenire attraverso concorsi a base regionale. Critica la scelta di aver individuato quattro diverse modalità di accesso per la scuola dell'infanzia, la scuola primaria e le altre aree. Ritiene che cinque anni di formazione universitaria e tre anni di tirocinio siano troppi e che non sia chiaro il ruolo della Conferenza per la formazione iniziale prevista all'articolo 14. Conclude esprimendo il suo sdegno per le retribuzioni troppo basse previste per i tirocinanti.

  Luigi GALLO (M5S) è dell'avviso che i buoni propositi della legge 107 siano già «saltati» e che i due anni successivi alla sua approvazione siano trascorsi invano. Solleva la questione dei docenti abilitati e di quelli di terza fascia con 36 mesi di servizio che devono essere assorbiti. Reputa necessario un chiarimento del Governo in merito al numero dei docenti che possono essere assunti in base alle risorse stanziate: secondo la sua opinione, in ragione di uno stanziamento di 1400 milioni, potrebbero essere assunte 90.000 unità di personale e non solo 13.000, come recentemente dichiarato dal Governo che forse, deve rispondere alle logiche di risparmio imposte dall'Unione europea. Ritiene che nel 2019 debba essere svolto un nuovo concorso per titoli ed esami e con prove psico-attitudinali cui dovrà fare seguito un anno di prova da far valutare ad un docente tutor e dalla conferma in ruolo ad opera di una Commissione apposita. Il nuovo percorso individuato dal Governo andrebbe attivato laddove le graduatorie sono andate esaurite, prevedendo uno sconto sul tirocinio per coloro che hanno già 36 mesi di servizio. Conclude invitando il Governo ad una maggiore chiarezza sui numeri e sui dati.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.40.