CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 1 febbraio 2017
759.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
Pag. 113

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 1o febbraio 2017. — Presidenza del presidente Ermete REALACCI.

  La seduta comincia alle 14.

Modifiche alla legge 6 dicembre 1991, n. 394, e ulteriori disposizioni in materia di aree protette.
C. 4144, approvata in un testo unificato dal Senato, C. 2023 Mannino, C. 2058 Terzoni e C. 3480 Borghi.

(Seguito dell'esame e rinvio – Abbinamento della proposta di legge C. 1987 Terzoni – Adozione del testo base).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 31 gennaio scorso.

  Tino IANNUZZI (PD) rileva che il testo approvato in prima lettura dal Senato è importante e positivo perché si muove nella giusta direzione di tenere insieme, da un lato, tutela, salvaguardia e valorizzazione della natura, dell'ambiente e del paesaggio con, dall'altro, la promozione dello sviluppo eco-compatibile. È stata risolta, fra l'altro, l'annosa e delicata questione, molto avvertita in tutte le aree protette nazionali, di porre fine alla dannosa sovrapposizione ed alla dispersiva duplicazione per l'esercizio del controllo paesistico fra nulla-osta dell'Ente Parco e parere della Soprintendenza (articolo 24). Infatti è stato già deciso, con una corretta soluzione, di razionalizzare ed unificare tale controllo in capo all'Ente Parco. Dalle audizioni, che sono state molto utili e ricche di indicazioni, rappresentando importanti momenti di riflessione, sono emerse tante differenti posizioni, che confermano come in questa materia spesso vengono in evidenza interessi ed esigenze differenti ed a volte difficilmente componibili in sintesi generali. Rimanda alla fase di discussione degli emendamenti tutta una serie di questioni di merito (reperimento di risorse finanziarie per i Parchi; introduzione di misure di incentivazione fiscale per i Parchi; disciplina del procedimento relativo al nulla osta paesaggistico – articolo 6; coinvolgimento delle associazioni venatorie nella redazione del piano di Pag. 114gestione della fauna selvatica e delle misure di gestione delle attività venatorie nelle aree contigue; rafforzamento delle competenze del Comitato Nazionale per le Aree protette ed integrazione ed arricchimento della sua composizione con una più forte ed adeguata presenza delle associazioni di protezione ambientale; previsione obbligatoria nei Parchi di figure professionali con adeguate competenze tecnico-scientifiche). Le audizioni hanno, tuttavia, posto in primo piano questioni giuridiche che debbono essere approfondite dalla Commissione prima della presentazione degli emendamenti, attraverso idonee informazioni e documentazioni fornite dagli Uffici della Camera e dal Ministero dell'Ambiente. Richiede alla Commissione, pertanto: di valutare la necessità di acquisire preventivamente e con rapidità elementi di ricostruzione normativa e di conoscenza sulla competenza legislativa delle Regioni nel campo della disciplina e della gestione delle attività venatorie, per i riflessi che ne derivano sugli articoli 5 e 9 del provvedimento all'esame; di verificare la compatibilità con la legislazione vigente e le direttive dell'Unione Europea delle misure sulle cc.dd. royalty nell'ambito delle aree protette (articolo 8); di approfondire la distinzione giuridica tra aree contigue ed aree esterne, la differente portata, anche a livello giurisprudenziale, in tema di reintegrazioni dei danni cagionati dalla selvaggina nei Parchi, fra l'attuale risarcimento dei danni ed il preventivato indennizzo (articolo 7), problema questo sollevato dalla Associazioni rappresentativi del mondo agricolo; le forme già operanti di fiscalità di vantaggio per determinate e circoscritte aree territoriali; il ruolo dei Comuni e degli Enti Parco nelle attività di pianificazione.

  Ermete REALACCI (PD) presidente, accogliendo le richieste di chiarimenti avanzate dal collega, che per alcuni aspetti chiamano in causa anche le competenze della Commissione affari costituzionali, sollecita l'acquisizione delle informazioni entro i primi giorni della prossima settimana, per consentire un'efficace azione emendativa. Per quanto riguarda il tema delle royalty, ricorda che nel corso delle audizioni è stato avanzato il sospetto che la loro percezione possa influenzare le scelte dell'ente parco. È del parere che tale sospetto possa essere fugato prevedendo che tali risorse confluiscano in un unico fondo nazionale destinato a finanziare la tutela delle aree protette.

  Patrizia TERZONI (M5S), ribadisce che, in tema di sorveglianza dei parchi, dopo il recente accorpamento del Corpo forestale dello Stato – cui la legge n. 394 del 1991 attribuiva tale compito – e delle relative funzioni all'Arma dei carabinieri, si pone un problema di competenze per le regioni a statuto speciale, che mantengono i corpi forestali regionali. Nel ricordare che i parchi sono tenuti a predisporre il piano per gli incendi boschivi, evidenzia un'ulteriore contraddizione, dal momento che la cosiddetta riforma Madia ha affidato il coordinamento delle attività in materia ai vigili del fuoco, mentre la legge-quadro sugli incendi boschivi, la n. 353 del 2000, attribuisce tale compito alle regioni, con il supporto del Corpo forestale. Preannuncia da parte dei componenti del gruppo M5S la presentazione di un emendamento volto a garantire per tutti i parchi un numero minimo di addetti alla sorveglianza, uniformando le attuali disposizioni. Ribadisce inoltre la contrarietà dei componenti del gruppo M5S alla distinzione, operata dal provvedimento licenziato dal Senato nella composizione del consiglio direttivo, sulla base del numero di comuni che afferiscono al territorio dell'ente parco. A tale proposito, propone che i consigli direttivi degli enti parco vengano integrati con un rappresentante del Ministero per i beni culturali, in considerazione della rilevanza storica e culturale dei borghi siti nel territorio dei parchi, nonché della competenza del ministero in materia di turismo. Nel sorvolare sui temi della governance e della caccia, sui quali è nota Pag. 115la posizione dei componenti del suo gruppo, esprime preoccupazione per la questione delle royalty che possono trasformarsi in un «cavallo di Troia», favorendo ulteriori insediamenti. Proprio per evitare ciò, preannuncia la presentazione da parte dei componenti del suo gruppo di un emendamento volto ad introdurre il divieto – attualmente non previsto – di ampliare gli eventuali impianti già esistenti nel territorio del parco. Restando in tema, segnala che le aree marine protette non percepiscono alcuna compensazione dai soggetti titolari delle concessioni balneari ricadenti nel territorio, nonostante che tali soggetti beneficino comunque dei vantaggi derivanti in termini di afflusso turistico dalla localizzazione all'interno di un'area protetta. Da ultimo, chiede l'abbinamento della proposta di legge a sua prima firma C. 1987, sull'istituzione del parco del Matese.

  Serena PELLEGRINO (SI-SEL), nell'apprezzare gli interventi dei colleghi, si associa alle richieste di chiarimento avanzate dall'onorevole Iannuzzi, ritenendo che possano rappresentare ulteriori contributi ad un dibattito ampio e, nei limiti del possibile, condiviso, su un tema importante che è oggetto di grande interesse e sul quale non si possono fare compromessi. Concorda sul fatto che le royalty o, meglio in italiano, le compensazioni costituiscano un elemento discriminante, rappresentando forme di risarcimento in denaro per beni sottratti ai cittadini, siano essi salute, natura, tutela del territorio o altro. Nel ribadire che ciò è ancora più inaccettabile in caso di aree protette, potendo le compensazioni costituire leve molto pericolose per lo sviluppo futuro di quelle zone, preannuncia l'iniziativa dei componenti del suo gruppo per chiedere la progressiva dismissione quanto meno dei pozzi petroliferi presenti nelle aree protette. Con riferimento alla proposta del presidente, manifesta il timore che un fondo nazionale sottratto alla gestione dei parchi possa, soprattutto in tempi di crisi e analogamente a quanto successo con gli oneri di urbanizzazione, essere dirottato verso altre destinazioni.

  Enrico BORGHI (PD) relatore, valuta positivamente il metodo seguito dalla Commissione, con lo svolgimento di audizioni dei diversi soggetti interessati, che hanno fornito ampia documentazione e sollevato molte questioni che potranno costituire la base di un'efficace azione emendativa. In linea generale, nel ritenere che tali audizioni abbiano restituito il quadro di un provvedimento sostanzialmente positivo, che richiede qualche miglioramento, esprime il parere che la Commissione si debba concentrare in particolare su alcune questioni di maggiore rilevanza. In primo luogo, il rafforzamento del ruolo dei parchi richiede una riflessione sul contributo che questo strumento di tutela può dare allo sviluppo sostenibile del nostro Paese, riconoscendone il valore aggiunto, oltre che all'attuazione degli impegni assunti sul clima a Parigi e a Marrakech. La seconda questione riguarda il reperimento delle risorse, attraverso il ripristino delle disposizioni sul programma triennale per le aree naturali protette e sulle relative dotazione finanziarie, previste dalla legge n. 394 del 1991. Al proposito, ricorda che, come evidenziato anche nel corso delle audizioni, le problematiche sono differenziate, dal momento che i parchi nazionali, che hanno dotazioni finanziarie adeguate, registrano notevoli problemi in termini di capacità di spesa, mentre i parchi regionali, dotati di procedure di spesa più snelle, non dispongono di risorse sufficienti. In terzo luogo, ribadisce la necessità che il nuovo testo di legge configuri una rete nazionale delle aree protette, in grado di consentire il coordinamento delle iniziative singole ed il loro inserimento in un contesto organico. A tal fine, ritiene indispensabile una forma di concertazione permanente tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, le aree protette e gli altri soggetti interessati. Quanto al Pag. 116tema della governance, ritiene che l'impianto proposto sia convincente, pur rilevando la necessità di maggiori garanzie per quanto riguarda la nomina del presidente, senza tuttavia che ciò comporti una «proceduralizzazione» eccessiva del procedimento. Per quanto riguarda la figura del direttore, per cui ha rilevato l'accordo generale anche da parte dei diretti interessati sull'eliminazione dell'albo, ritiene che vi siano spazi per venire incontro all'esigenza che il direttore sia nominato dal Ministero dell'ambiente e abbia, in aggiunta alle competenze manageriali, anche competenze in materia di tutela delle aree protette.
  Quanto alla presenza di rappresentanti della comunità scientifica all'interno dei consigli direttivi, che ritiene di estendere a tutti i parchi, indipendentemente dal numero di comuni del loro territorio, propone che, allo scopo di non incrementare ulteriormente il numero dei componenti, il rappresentante del Ministero dell'ambiente sia scelto – diversamente dalle abitudini consolidate in passato – tra persone con competenze scientifiche adeguate.
  Rileva inoltre che alcuni aspetti inizialmente critici si sono risolti, a partire dall'istituzione del parco del Delta del Po, per cui in sede di audizioni è stato acquisito l'accordo delle due regioni coinvolte sulla natura interregionale, dalla ventilata incompatibilità – successivamente esclusa – delle disposizioni dell'articolo 11 con il diritto comunitario, e dal tema della sterilizzazione con metodi ecologici nel caso di un incremento anomalo di specie della fauna selvatica presenti nel parco. Con riguardo alle questioni tuttora aperte, innanzitutto ricorda i chiarimenti richiesti dal collega Iannuzzi sulle competenze in materia di attività venatoria, da integrare eventualmente con la giurisprudenza della Corte costituzionale sull'argomento. Sul tema delle royalty chiarisce che la norma – ben lungi dal prefigurare in alcun modo la possibilità di installare nuove infrastrutture – al contrario sancisce il principio per cui gli impianti invasivi già esistenti sul territorio dell'area protetta sono tenuti a concorrere alle politiche di tutela. Evidenzia come si tratti di un tema molto delicato, su cui intervenire con equilibrio, anche allo scopo di evitare eventuali contenziosi.
  Segnala inoltre l'esigenza di rafforzare il ruolo dei comuni nella pianificazione, anche introducendo norme di semplificazione, nel rispetto delle competenze dei diversi soggetti interessati, nonché di dare attuazione all'articolo 7 della legge n. 394 del 1991, fin qui disatteso da Stato e regioni, in materia di incentivi a comuni e a province per interventi di restauro, conservazione e recupero.
  Quanto al tema della vigilanza, nell'avvertire che non è possibile con il provvedimento all'esame intervenire surrettiziamente in materia di riforma del Corpo forestale, rileva che la questione posta dalla collega Terzoni riguarda la sola regione Sardegna, essendo le altre regioni a statuto speciale prive di parchi nazionali o avendo esse già raggiunto accordi in materia, ed interviene comunque su una materia di competenza primaria della regione.
  Propone infine di adottare come testo base per il prosieguo dell'esame il testo della proposta di legge C. 4144, approvata in un testo unificato dal Senato.

  Ermete REALACCI (PD) presidente, propone di deliberare l'abbinamento della proposta di legge C. 1987 Terzoni, che incide su aspetti presi in considerazione dalle proposte di legge all'esame.

  La Commissione delibera di abbinare alle proposte di legge C. 4144, approvata in un testo unificato dal Senato, C. 2023, C. 2058 e C. 3480, la proposta di legge C. 1987.

  Ermete REALACCI (PD) presidente, propone, come indicato dal relatore, di adottare come testo base per il prosieguo dell'esame il testo della proposta di legge C. 4144, approvata in un testo unificato dal Senato.

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  La Commissione delibera di adottare come testo base per il prosieguo dell'esame il testo la proposta di legge C. 4144, approvata in un testo unificato dal Senato.

  Ermete REALACCI (PD) presidente, nel sollecitare l'acquisizione dei chiarimenti richiesti, propone di fissare il termine per la presentazione degli emendamenti alle ore 12 di giovedì 16 febbraio.

  La Commissione concorda.

  Ermete REALACCI (PD) presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 1o febbraio 2017.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.55 alle 15.05.