CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 5 ottobre 2016
703.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
Pag. 97

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 5 ottobre 2016. — Presidenza del presidente Guglielmo EPIFANI. – Intervengono il sottosegretario di Stato per l'interno, Domenico Manzione e il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Antonio Gentile.

  La seduta comincia alle 14.35.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante modifiche al regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1999, n. 162, per l'attuazione della direttiva 2014/33/UE relativa agli ascensori ed ai componenti di sicurezza degli ascensori nonché per l'esercizio degli ascensori.
Atto n. 335.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto del Presidente della Repubblica in oggetto, rinviato nella seduta del 27 settembre 2016.

  Guglielmo EPIFANI, presidente, ricorda che nella seduta del 27 settembre il relatore Montroni ha illustrato i contenuti del provvedimento e che è stato chiesto l'intervento di rappresentati del Ministero dell'interno e del Ministero dello sviluppo economico per rispondere ad alcuni quesiti posti nel corso del dibattito. Comunica altresì che è pervenuta oggi una nota di approfondimento di ANIE – che è in distribuzione – che è stata condivisa con ANCAM e ANICA.

  Davide CRIPPA (M5S), ringraziando il Governo per la presenza, intende porre tre questioni specifiche. Richiamato il parere del Consiglio di Stato in merito al ripristino delle commissioni prefettizie con Pag. 98norma di rango secondario, paventa possibili contenziosi amministrativi a seguito delle modifiche dallo schema di decreto del Presidente della Repubblica in esame. Per quanto riguarda gli oneri finanziari derivanti dal ripristino delle commissioni prefettizie, ritiene che la mancata corresponsione di qualunque tipo di compenso ai componenti non comporti necessariamente l'assenza di oneri per il bilancio dello Stato a meno che di tali commissioni facciano parte esclusivamente dipendenti dello Stato, ovvero non si immagini di porre eventuali oneri a carico dei soggetti richiedenti l'abilitazione. Su tale questione specifica ricorda alla Commissione e al Governo come la soppressione delle commissioni prefettizie sia stata disposta dal decreto-legge n. 95 del 2012 sulla cosiddetta spending review. Chiede infine al Governo quali misure intenda adottare per garantire un livello di sicurezza adeguato anche per gli ascensori installati prima del 1999.

  Il sottosegretario Antonio GENTILE osserva che nel settore della manutenzione degli ascensori in servizio il vigente regolamento n. 162 del 1999 stabilisce che la manutenzione sia affidata a persona munita di certificato di abilitazione rilasciato dal prefetto, in seguito all'esito favorevole di una prova teorico-pratica, da sostenersi dinanzi ad apposite commissioni esaminatrici, che però sono state già da alcuni anni soppresse. Venendo meno tali commissioni molte prefetture, in deficit di risorse, hanno sospeso il rilascio di tali abilitazioni. Ciò ha ripercussioni fortemente negative sull'attività di manutenzione degli ascensori, rendendo di fatto impossibile il turnover del personale e l'inserimento di nuovi addetti alla manutenzione degli ascensori in servizio. Ritiene che lo schema di decreto del Presidente della Repubblica risolva questa esigenza reintroducendo la possibilità di costituire le commissioni d'esame in questione, con riproduzione ed aggiornamento in delle disposizioni che ne regolano la composizione ed il funzionamento (articolo 2, comma 1, lettera i)). Sottolinea che il parere del Consiglio di Stato rileva tuttavia su tale punto che «la norma è chiaramente priva di base legale, poiché non rientra né nel contenuto obbligatorio della direttiva, né in quello facoltativo. L'assenza di una base legale non può essere sanata da considerazioni di carattere sistematico, atteso che la disposizione, oltre a disporre l'abrogazione di alcune norme regolamentari, istituisce un nuovo organismo collegiale, non previsto da fonti primarie, in conflitto con la legislazione vigente in materia». Osserva che la previsione rientra in senso lato nel contenuto obbligatorio della direttiva, che rimette ai singoli Stati l'adozione delle disposizioni necessarie per garantire la sicurezza degli ascensori in servizio e, quindi, anche quelle inerenti la loro manutenzione. Sembrerebbe pertanto possibile mantenere nel testo la disposizione di cui all'articolo 2, comma 1, lettera i), che interviene sull'articolo 15 del regolamento con la previsione della reistituzione della commissione di ausilio al prefetto per il rilascio del certificato di abilitazione. Ciò in quanto il regolamento oggi vigente in materia (decreto del Presidente della Repubblica n. 162/1999) è stato emanato ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge n.400/88 sulla base della specifica previsione contenuta nella legge comunitaria 1995-1997 (legge n. 128/1998) (e poggia quindi sulla base legale costituita dall'articolo 35, comma 2, secondo periodo della legge n. 234/2012, come infatti riconosce il Consiglio di Stato), ed è contemporaneamente un regolamento di semplificazione ai sensi dell'articolo 20 della legge n. 59/97 (prima legge di semplificazione) con la conseguenza che il potere amministrativo conferito dal legislatore delegificante del 1998 è tuttora esercitabile dal Governo a livello regolamentare in via autonoma e potrebbe quindi coprire il vuoto dell'abrogazione della Commissione con un intervento esplicito in proposito.
  Rileva che un'ulteriore esigenza che ha accompagnato la predisposizione dell'intervento normativo di recepimento è collegata alla occorrenza di avviare una valutazione della necessità, dei tempi e dei Pag. 99modi di attuazione della Raccomandazione della Commissione europea 95/216/CE europea, relativa alla sicurezza degli ascensori in servizio installati anteriormente al 1999, la quale, pur se in termini non vincolanti da punto di vista dell'ordinamento comunitario, intende garantire tendenzialmente il medesimo livello di sicurezza a tutti gli utenti di ascensori, sia vecchi che nuovi. Tuttavia, considerato che la proporzionalità e la necessità di un disposizione esplicita in tal senso devono essere necessariamente comparate con gli oneri degli interventi occorrenti a seguito della sua introduzione e che questi sono quantificabili in modo preciso e definitivo soltanto a seguito dei necessari approfondimenti derivanti dagli elementi informativi acquisibili nel corso delle verifiche periodiche degli impianti oggi in funzione, (di circa 700.000 ascensori installati prima del 1999, è stato stimato che circa un terzo presenta problematiche di varia natura) la formalizzazione di un tale intervento di adeguamento agli obiettivi della Raccomandazione 95/216/CE è stata rinviata ad una apposito ed autonomo intervento normativo, che è realizzabile, sempre della veste di regolamento, in conseguenza dei sopra citati approfondimenti tenendo anche conto di quanto segnalato dal Consiglio di Stato circa la necessità e l'urgenza di un tale provvedimento per il diretto collegamento con la «materia attinente all'incolumità pubblica». Sottolinea infine che su entrambe le questioni è interesse del Governo acquisire le valutazioni delle competenti Commissioni parlamentari.

  Il sottosegretario Domenico MANZIONE sottolinea che la questione di prioritario interesse del Ministero dell'interno riguarda la commissione di ausilio al prefetto nel rilascio dell'autorizzazione alla gestione e controllo nella sicurezza degli ascensori. Rileva che la soppressione di questo organismo è connessa alla spending review e non al fatto che fosse considerato un ente inutile. Ciò non ha assolutamente modificato le attribuzioni della prefettura in merito al rilascio di un'abilitazione molto delicata perché volta ad assicurare l'incolumità delle persone. Osserva che soppressione può essere interpretata almeno sotto un duplice profilo. Fermo restando che è indispensabile un parere di carattere tecnico che non compete alla sfera di attribuzioni tipiche del prefetto, il quale necessita pertanto di un organo ausiliario, la soppressione dell'organo ausiliario per esigenze di risparmio pubblico non fa venire meno l'obbligo di un organo ausiliario tecnico che supporti il prefetto nel rilascio del patentino per lo svolgimento dell'attività di installazione e manutenzione degli ascensori. Aggiunge che il comma 1-bis introdotto dall'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica in esame all'articolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica n. 162 del 1999 disciplina chiaramente le figure che faranno parte della commissione prefettizia, in coerenza con le esigenze di risparmio di denaro pubblico (si tratta infatti di funzionari dello Stato), non lasciando il prefetto sfornito dell'ausilio tecnico necessario in fase endoprocedimentale per poter giungere a una decisione che consenta il rilascio dei certificati abilitativi. Osservato infine che sarebbe stato meglio che un regolamento attingesse la sua matrice in una norma di fonte primaria, ritiene tuttavia che si possa collocare all'interno della fase endoprocedimentale questa modifica normativa che assicura al prefetto il necessario supporto tecnico rispetto a una competenza rimasta invariata anche dopo l'approvazione dei provvedimenti di spending review.

  Guglielmo EPIFANI, presidente, ringrazia i sottosegretari per i loro contributi che hanno chiarito le questioni evidenziate e fornito un prezioso contributo in merito ad alcuni rilevanti aspetti dello schema di decreto in esame.

  Davide CRIPPA (M5S) esprime perplessità sui chiarimenti forniti dal sottosegretario Manzione non comprendendo come si possa affermare che nonostante le commissioni prefettizie siano state siano state soppresse le attribuzioni in materia di Pag. 100rilascio del certificato di abilitazione siano rimaste in capo ai prefetti di fatto privati dell'organismo ausiliario competente.

  Il sottosegretario Domenico MANZIONE, nel comprendere le obiezioni del deputato Crippa, osserva che nel quadro generale non è venuta meno la funzione del prefetto nel rilascio dei titoli abilitativi, ma il supporto tecnico per questa attività. Ribadisce che il comma 1-bis aggiunto dal decreto del Presidente della Repubblica in esame all'articolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica 162 del 1999, dota nuovamente il prefetto di una necessaria struttura di supporto tecnico per il rilascio dei titoli abilitativi.

  Girolamo PISANO (M5S), evidenziata la contrastante valutazione del Governo e Consiglio di Stato in merito all'articolo 2, comma 1, lett. i) del decreto del Presidente della Repubblica in esame, sottolinea come fra gli operatori del settore vi sia grande attesa per una soluzione che contempli il ripristino delle commissioni prefettizie risolvendo finalmente le gravi problematiche relative al rilascio dei certificati di abilitazione. Esprime infine perplessità sulla scelta di operare tale intervento nell'atto del Governo in esame al di fuori dell'attuazione dei principi di delega piuttosto che prevederlo in un diverso provvedimento quale ad esempio la nuova legge di bilancio.

  Guglielmo EPIFANI, presidente, sottolinea come siano senz'altro rilevanti i profili sollevati dai colleghi intervenuti e che è altrettanto evidente la volontà del Governo di individuare la soluzione più adeguata.

  Daniele MONTRONI (PD), relatore, sottolinea positivamente l'attenzione manifestata dai rappresentanti del Governo e il contributo offerto alla Commissione, di cui terrà conto nella proposta di parere, e ribadisce l'urgenza di individuare una soluzione adeguate soprattutto in relazione al rispetto delle norme di sicurezza per gli ascensori installati prima del 1999.

  Girolamo PISANO (M5S) chiede al relatore e alla presidenza se sia possibile disporre con un adeguato anticipo della proposta di parere che sarà formulata dal relatore.

  Guglielmo EPIFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di decreto legislativo recante riordino delle funzioni e del finanziamento delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura.
Atto n. 327.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo in oggetto, rinviato nella seduta del 29 settembre 2016.

  Guglielmo EPIFANI, presidente, comunica che lo scorso lunedì 3 ottobre si è concluso il ciclo di audizioni previste e che la Commissione è in attesa della trasmissione dei pareri della Conferenza unificata e del Consiglio di Stato sullo schema di decreto in esame.
  Nessuno chiedendo di parlare, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.10.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 5 ottobre 2016. — Presidenza del presidente Guglielmo EPIFANI.

  La seduta comincia alle 15.10.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016.
Doc. LVII, n. 4-bis, Allegato I e Annesso.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Pag. 101

  Lara RICCIATTI (SI-SEL) chiede di rinviare l'esame della Nota di aggiornamento dal momento ieri diciassette membri della Commissione Bilancio hanno chiesto che l'esame non sia concluso in Commissione fino a quando il Governo non abbia reso note, sia alla Commissione che all'Ufficio parlamentare di bilancio, le misure dettagliate che saranno previste nel disegno di legge di bilancio e l'impatto che tali misure potranno avere sul tasso di crescita.

  Davide CRIPPA (M5S) si associa alla richiesta della collega Ricciatti ritenendo non opportuno iniziare l'esame di un documento che potrà essere modificato.

  Guglielmo EPIFANI, presidente, sottolinea che si può senz'altro procedere alla relazione sul documento assegnato. Assicura che il parere della X Commissione sarà espresso solo dopo che la Commissione Bilancio avrà stabilito il programma dei propri lavori sul documento in esame.

  Luigi TARANTO (PD), relatore, illustra sinteticamente i contenuti della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2016, presentata dal Governo alle Camere, che rappresenta il documento per la programmazione finanziaria e di bilancio, cui l'articolo 7 della legge n. 196 del 2009, che ha riformato il sistema di contabilità pubblica, ha affidato il compito di aggiornare le previsioni economiche in relazione alle informazioni riviste sull'andamento macroeconomico e di finanza pubblica rispetto a quelle utilizzate per il DEF e di rimettere a punto gli obiettivi programmatici (per tenere conto delle eventuali raccomandazioni del Consiglio dell'Unione europea sull'aggiornamento del Programma di Stabilità) o la loro articolazione.
  Anche al fine di tener conto delle raccomandazioni formulate dalle autorità europee, la legge di contabilità prevede la presentazione, entro il 20 settembre di ogni anno (ora 27 settembre in base alla riforma della legge di stabilità), di una Nota di aggiornamento del DEF.
  L'articolo 10-bis della legge di contabilità prevede che la Nota di aggiornamento del DEF contenga:
   l'eventuale aggiornamento delle previsioni macro-economiche e di finanza pubblica per l'anno in corso e per il periodo di riferimento, nonché le eventuali integrazioni al DEF conseguenti alle raccomandazioni del Consiglio europeo sul Programma di stabilità e al PNR;
   l'eventuale aggiornamento degli obiettivi programmatici individuati dal DEF, al fine di prevedere una loro diversa ripartizione tra lo Stato e le amministrazioni territoriali ovvero di recepire le indicazioni contenute nelle raccomandazioni eventualmente formulate dalla Commissione europea;
   l'obiettivo di saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato e di saldo di cassa del settore statale;
   il contenuto del Patto di stabilità interno e le sanzioni da applicare in caso di mancato rispetto del Patto medesimo, nonché il contenuto del Patto di convergenza, e le misure volte a realizzare il percorso di convergenza previsto dall'articolo 18 della legge n. 42 del 2009 di attuazione del federalismo fiscale;
   l'indicazione di eventuali disegni di legge collegati.

  Alla Nota di aggiornamento del DEF sono allegate le relazioni programmatiche sulle spese di investimento per ciascuna missione di spesa del bilancio dello Stato e le relazioni sullo stato di attuazione delle relative leggi pluriennali (Allegato I) e la relazione redatta ai sensi dell'articolo 6, comma 5 della legge 24 dicembre, n. 242 (Annesso).
  Nella presente relazione si darà conto sinteticamente degli andamenti tendenziali Pag. 102macroeconomici, del quadro programmatico e del percorso programmatico di finanza pubblica con particolare attenzione alle materie di competenza della Commissione Attività produttive. Per approfondimenti sulle specifiche tematiche si rinvia al dossier unitario predisposto dal Servizio Studi del Senato, della Camera dei deputati e dal Servizio Bilancio dello Stato.
  Per quanto riguarda il quadro macroeconomico la Nota 2016 presenta una revisione al ribasso delle stime sull'andamento dell'economia italiana per l'anno in corso rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile, in considerazione dei segnali di indebolimento della congiuntura europea ed internazionale emersi a partire dal secondo trimestre. In relazione alle incertezze che caratterizzano lo scenario internazionale, anche le previsioni di crescita per il 2017 sono ridimensionate. Nel complesso, la Nota sottolinea che nello scenario internazionale la ripresa economica fragile, i bassi tassi di inflazione nei Paesi industrializzati e l'incerta dinamica dei mercati emergenti, nonostante una certa stabilizzazione della crescita cinese, continuano a rappresentare fattori di rischio. Pesano inoltre sulle aspettative anche l'incertezza dei risultati delle elezioni negli Stati Uniti e gli effetti di medio termine di difficile quantificazione della Brexit. Un'analisi degli effetti dell'uscita del Regno Unito dall'UE sono illustrati nell'apposito focus riportato nel Capitolo II.1 della Nota, relativo allo scenario macroeconomico internazionale.
  La Nota di aggiornamento presenta due scenari di previsioni macroeconomiche, uno tendenziale e l'altro programmatico. Le previsioni del quadro tendenziale incorporano gli effetti sull'economia del quadro normativo vigente che – precisa la Nota – include gli effetti sull'economia delle clausole di salvaguardia che prevedono aumenti di imposte indirette per il 2017 e 2018.
  Lo scenario programmatico incorpora l'impatto sull'economia delle nuove misure che saranno adottate con la prossima legge di bilancio per il 2017, tra cui la disattivazione delle clausole di salvaguardia e dei relativi aumenti di imposte. Le due previsioni, che coincidono dunque per l'anno in corso, si differenziano gradualmente negli anni successivi, in relazione alle future misure di politica fiscale.
  Relativamente all'anno in corso, la Nota ridimensiona le stime della crescita del PIL per il 2016, che scende dall'1,2 per cento del DEF di aprile allo 0,8 per cento, in relazione agli andamenti congiunturali della prima parte dell'anno, che denotano una fase di rallentamento della ripresa economica. L'andamento del PIL continuerà ad essere sostenuto dal contributo positivo della domanda interna, seppure con apporti più modesti rispetto alle aspettative, mentre le esportazioni nette peseranno negativamente sulla crescita del PIL del 2016, per il rallentamento della domanda mondiale. Le indagini congiunturali disponibili mostrano un calo degli indicatori di fiducia delle famiglie rispetto ai valori molto alti di inizio anno, e un calo delle attese sulla produzione e sugli ordinativi.
  La Nota sottolinea come le condizioni del mercato del credito in Italia stiano migliorando. In particolare, l'offerta di credito al settore privato è gradualmente aumentata nel corso del 2016.
  I dati più recenti di fonte Banca d'Italia indicano che la crescita del credito bancario è tornata in terreno positivo dopo quattro anni di contrazione. Trattasi tuttavia di lieve crescita, più evidente per i crediti alle famiglie che alle imprese. Le indagini sia presso le banche, sia presso le piccole e medie imprese (PMI) non finanziarie, indicano che nel periodo 2014-2016 la disponibilità di credito anche per le aziende italiane è gradualmente migliorata.
  In considerazione del nuovo quadro internazionale e delle nuove informazioni sull'andamento dell'economia italiana in atto, la Nota rivede al ribasso la previsione tendenziale di crescita del PIL per il 2017, contenuta nello scenario tendenziale, allo 0,6 per cento rispetto all'1,3 per cento previsto nel DEF di aprile 2016.
  La revisione è legata, come detto, ad un minor trascinamento positivo dal 2016 e Pag. 103ad un profilo delle variabili esogene leggermente peggiore per il 2017. Restano immutate le prospettive di crescita per il biennio successivo, per le quali assume meno rilevanza la variazione del quadro internazionale. Il Governo osserva come, nonostante la crescita in Italia sia tornata in terreno positivo dal 2014, il recupero dei livelli di prodotto pre-crisi si sta rivelando più lento di quanto auspicabile. Sulla velocità della ripresa pesa, in larga parte, il peggioramento delle prospettive a livello internazionale, ivi inclusi i possibili effetti della Brexit, con riguardo in particolare al tasso di cambio della sterlina. Il quadro macroeconomico programmatico per gli anni 2017 e successivi presentato nella Nota include l'impatto sull'economia delle misure che saranno adottate con la prossima legge di bilancio per il 2017. Nel nuovo quadro programmatico si evidenzia, infatti, una crescita del PIL per il 2017 all'1,0 per cento, superiore di 0,4 punti rispetto all'andamento indicato nel quadro tendenziale della Nota (0,6 per cento), ma comunque al di sotto del PIL programmatico previsto dal DEF di aprile, dove l'obiettivo di crescita era fissato per il 2017 all'1,5 per cento. L'impatto dei fattori internazionali sarebbe – chiarisce la Nota – solo in parte compensato dall'aspettativa e dall'auspicio che le politiche monetarie e fiscali dell'Area dell'euro rispondano al mutato quadro internazionale tramite un'intonazione più espansiva.
  La Nota sottolinea che la crescita programmatica dell'economia italiana nel 2017 e negli anni seguenti riportata nel documento ha carattere prudenziale, in quanto non considera la possibilità di innalzare l'indebitamento netto per il 2017 fino a un massimo dello 0,4 per cento del PIL (laddove, in sede europea, vengano accettati ulteriori margini di bilancio). Dal punto di vista macroeconomico, le misure di maggiore impatto della manovra programmata, sono indicate nella disattivazione delle clausole di salvaguardia previste dalla precedente legge di stabilità per il 2016 e dei relativi aumenti di imposte. Rispetto allo scenario tendenziale, gli effetti delle misure adottate dal Governo per il rilancio dell'economia, volte ad accrescere la competitività e a sostenere la domanda interna, si tradurrebbero in un aumento del prodotto interno lordo pari allo 0,2 per cento nel 2017 e allo 0,1 per cento nel 2018 e 2019.
  Con riferimento all'andamento dei saldi di finanza pubblica la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 aggiorna il quadro programmatico di finanza pubblica per il quinquennio 2015-2019 e, in particolare, il percorso di avvicinamento all'obiettivo medio periodo. Viene pertanto presentata, allegata alla Nota, la Relazione al Parlamento redatta ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge n. 243/2012, (Doc. LVII, n. 4-bis – Annesso) che illustra l'aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo programmatico strutturale (MTO). In particolare il Governo, che nel quadro programmatico di finanza pubblica delineato nella Nota indica per il 2017 un obiettivo di indebitamento del 2 per cento di PIL, chiede, con la Relazione al Parlamento, anche di poter utilizzare – in ragione della necessità di sostenere interventi straordinari per gli eventi ivi descritti – un ulteriore margine di bilancio sino ad un massimo di 0,4 punti di PIL, che al momento non è scontato nei saldi. La ripresa del percorso previsto dall'attuale piano di rientro verrà assicurata dal 2018, al fine del raggiungimento del sostanziale pareggio strutturale di bilancio nel 2019, come già previsto nel DEF dello scorso aprile.
  Si ricorda che la Nota evidenzia nell'anno in corso un saldo dell'indebitamento netto (programmatico e tendenziale) al –2,4 per cento (mentre nel DEF era –2,3 per cento) in miglioramento di 0,2 punti di PIL rispetto al –2,6 per cento conseguito nel 2015, per poi indicare un ulteriore calo dell'indebitamento netto programmatico al –2,0 per cento nel 2017 (-1,8 per cento nel DEF) di 0,4 punti superiore al tendenziale, e infine arrivare al –1,2 per cento (-0,9 per cento nel DEF) nel 2018.
  Per quanto riguarda il cronoprogramma delle riforme, il Governo considera Pag. 104cruciale per la ripresa della produttività e della competitività il ruolo degli investimenti privati ed in questi termini vengono richiamati alcuni provvedimenti attuativi delle direttrici di policy maturate nell'ambito del pacchetto di misure «Finanza per la crescita».
  Il Piano finanza per la crescita trova comunque una sua implementazione nella Nota di aggiornamento al DEF, anche attraverso l'inserimento nel cronoprogramma delle riforme, dell'adozione di azioni per il rilancio degli investimenti, con sgravi fiscali per gli investimenti nel capitale delle PMI inserite nel quadro del Piano Industria 4.0.
  La Nota di aggiornamento al DEF 2016 – in linea con i rilievi formulati dalle istituzioni europee (cfr. Country Report 2016 di marzo scorso) secondo cui la crescita della produttività dipende anche dalla capacità d'innovazione e dal fatto che gli investimenti non siano ancora ripartiti dopo il netto calo registrato durante la crisi con conseguente difficoltà per il recupero della competitività del Paese – annuncia che taluni interventi di Finanza per la Crescita di prossima definizione nel disegno di Legge di Bilancio 2017-2019 si integrano nel Piano «Industria 4.0» e sono finalizzati a far affluire capitali verso il sistema produttivo, in particolare verso le PMI.
  Il Piano Nazionale Industria 4.0 descritto nella Nota sviluppa dunque le conclusioni dell'indagine conoscitiva parlamentare su «Industria 4.0», condotta dalla Commissione Attività produttive della Camera, con l'obiettivo di concorrere con proposte operative di indirizzo ad una strategia italiana di Industria 4.0 anche attraverso una migliore definizione del quadro normativo necessario a promuoverne la realizzazione. Sulle proposte elaborate contenute nel documento conclusivo, approvato all'unanimità il 30 giugno 2016, si era peraltro già registrata la sostanziale condivisione da parte del Governo.
  Le misure oggetto di valutazione sono:
   i) il rifinanziamento del «Superammortamento» (introdotto con la legge di Stabilità 2016) e la sua declinazione in base al tipo di investimento effettuato dalle imprese;
   ii) la proroga e il potenziamento del credito d'imposta per la ricerca e sviluppo (decreto-legge n. 145/2013 e Legge di stabilità 2015);
   iii) la modifica della detassazione dei premi di produttività;
   iv) il rifinanziamento del Fondo di Garanzia per le PMI, con l'avvio di una sua riforma, come peraltro già preannunciato ad aprile scorso nel DEF, in considerazione del ruolo rilevante di tale strumento – riconosciuto anche dalle Istituzioni europee – di facilitazione all'accesso al credito alle PMI (cfr. Country Report 2016);
   v) alcune misure a favore delle start-up, quali i Piani individuali di risparmio (PIR), ovvero un piano d'incentivo fiscale. Si intende dunque implementare le misure adottate nel 2016, con il D.M del 25 febbraio che ha esteso al 2016 gli incentivi fiscali per chi investe nelle start up innovative.

  Solo alcune delle misure predette misure compaiono nella Tabella del cronoprogramma delle riforme, che prevede entro il 2016:
   il provvedimento di rilancio degli investimenti con sgravi fiscali per investimenti nel capitale delle PMI (Piano Industria 4.0);
   il rifinanziamento del Fondo di Garanzia PMI, con l'avvio di una sua riforma. Il Fondo è stato modificato dalla legge di stabilità 2016 che ha disposto una riserva di almeno il 20 per cento delle risorse disponibili del Fondo alle imprese e agli investimenti localizzati nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. Si ricorda, inoltre, che le start up innovative godono già di una procedura semplificata di accesso al Fondo. Il Governo, nella Nota di aggiornamento, preannuncia una complessiva riforma delle modalità operative Pag. 105del Fondo in questione, in base alle quali, seguendo un modello di rating, le imprese verranno divise in 5 classi di merito, graduando le coperture in funzione della probabilità di inadempimento. Inoltre, le garanzie verranno focalizzate principalmente sui finanziamenti connessi a investimenti. Sarà dunque abbandonato – come peraltro già preannunciato a giugno scorso dalla Corte dei conti nel giudizio di parificazione sul rendiconto generale dello Stato per il 2015 – il pregresso modello di credit scoring;

  il rafforzamento delle misure agevolative per start-up e PMI innovative.

  Il Governo sottolinea inoltre che sono allo studio interventi specifici di finanziamento tramite la Cassa Depositi e Prestiti, il cui nuovo Piano industriale 2016-2020 mobilità di risorse (117 miliardi nel periodo) da destinare alle imprese (venture capital, innovazione, sviluppo e internazionalizzazione). Cassa depositi, che ha la qualifica, ai sensi della legge di stabilità 2016, di Istituto Nazionale di Promozione nell'ambito dei progetti per il Piano Juncker, sarà – secondo quanto stima la Nota – in grado di attrarre oltre 100 miliardi di ulteriori fondi, nazionali ed esteri, pubblici e privati. La dotazione sarà principalmente generata da tre fonti: l'accesso alle risorse messe a disposizione da UE e BEI, anche nel quadro del Piano Juncker (CDP, dunque, come regia delle iniziative nazionali del Piano Juncker); i co-finanziamenti con altri intermediari finanziari, incluse le altre National Promotional Institution; l'attrazione di capitali di investitori istituzionali internazionali e italiani sotto forma di interventi stabili.
  Tra gli strumenti agevolativi per gli investimenti in beni strumentali (oltre al citato «super ammortamento») richiamati nella Nota di aggiornamento, la c.d. «Nuova Sabatini. Come dimostrano i relativi dati attuativi (100 per cento dei contributi statali prenotati), lo strumento in questione si è dimostrato un efficace sostegno ai nuovi investimenti della micro piccola e media impresa. Il cronoprogramma contenuto nella Nota di aggiornamento al DEF, conferma quanto già preannunciato dal Governo nel DEF di aprile, in merito all'adozione delle seguenti misure entro il 2016:
   l'estensione delle agevolazioni per le imprese in contratti di rete, e incentivi per specifiche tipologie di rete, quali le reti green e internazionali; il supporto ai soggetti catalizzatori e semplificazione normativa;
   il Piano Manifattura Italia. Si tratta – affermava il DEF di aprile – di un pacchetto di provvedimenti per favorire la digitalizzazione delle imprese italiane, che include il rafforzamento del quadro normativo dedicato alla R&S, il sostegno all'integrazione e al consolidamento delle filiere industriali italiane, strumenti fiscali che favoriscono le fusioni e incorporazioni tra imprese e l'alta formazione;
   l'adozione di un Piano Nazionale anticontraffazione, a tutela delle imprese che proteggono con marchi, brevetti e disegni i propri asset intangibili. Tale Piano, negli intendimenti del Governo già esplicitati nel DEF, dovrebbero affiancare strumenti già attivati, quali il Piano Straordinario per il made in italy di sostegno all'export e all'attrazione degli investimenti esteri, operativo per il periodo 2015-2017, implementato con ulteriori risorse nella legge di stabilità 2016.

  Tra le azioni compiute nella seconda metà dell'anno in corso, la Nota di aggiornamento richiama:
   il rifinanziamento con delibera CIPE del 1o maggio 2016 e l'assegnazione di 40 milioni alla misura, a valere sulle risorse del Fondo sviluppo e coesione, dello strumento agevolativo del cosiddetto «Autoimpiego» destinato per l'80 per cento alle regioni del Sud, che prevede contributi a favore di piccole iniziative imprenditoriali. Il soggetto gestore della misura è la società Invitalia;
   la legge delega per la riforma dei Confidi (legge n. 150 del 2016), quale strumento prioritario per sostenere le micro Pag. 106e piccole nell'accesso al credito. La delega va esercitata entro il 20 febbraio 2017;
   la destinazione di una quota del Fondo per la crescita sostenibile – non assistita da garanzie che, a partire dal mese di maggio 2016,può contribuire ai finanziamenti dei programmi di inserimento sui mercati extra UE e alla patrimonializzazione delle PMI esportatrici.

  Il Governo riferisce che al 30 giugno 2016, i risultati semestrali di SACE (Gruppo CDP) evidenziano il rafforzamento del ruolo a sostegno della competitività del Made in Italy con un significativo incremento delle operazioni concluse nella prima metà dell'anno. Nel secondo quadrimestre del 2016, il programma Italia Startup Visa, volto alla semplificazione della procedura di erogazione di visti in favore di imprenditori innovativi non comunitari che intendono aprire una startup innovativa in Italia, ha fatto poi registrare un aumento delle candidature del 12,1 per cento rispetto al precedente quadrimestre (settembre-dicembre 2015). Rimane centrale, nella strategia del Governo dichiarata nella Nota, il sostegno ai processi di internazionalizzazione delle imprese.
  Per quanto riguarda la ricerca, la Nota di aggiornamento al DEF ricorda che a luglio 2016 il MISE ha dettato le condizioni operative per l'accesso alle agevolazioni per Agenda Digitale e Industria Sostenibile. È inoltre divenuto operativo – con la pubblicazione dei decreti MISE del 1 giugno 2016 per l'erogazione dei 380 milioni di Fondi FESR previsti – l'incentivo per la ricerca e l'innovazione per le PMI meridionali e i professionisti, previsto nel PON imprese e competitività 2014-2020 e diretto a ridurre il divario tra Nord e Sud. Tra le azioni rese operative nella seconda metà del 2016, si ricorda inoltre il credito d'imposta per investimenti in beni strumentali nel Mezzogiorno (legge di stabilità 2016, articolo 1, commi 98-106). Lo strumento è operativo dal 30 giugno 2016 (cd. Masterplan per il Mezzogiorno).
  La Nota di aggiornamento tiene conto delle Raccomandazioni del Consiglio del 12 luglio 2016 sul programma nazionale di riforma 2016 dell'Italia e sul programma di stabilità 2016 dell'Italia. Si tratta di cinque raccomandazioni riguardanti:
   1) gli aggiustamenti di bilancio e la fiscalità;
   2) la pubblica amministrazione, il contrasto alla corruzione e la giustizia civile;
   3) i crediti deteriorati e il settore bancario;
   4) il mercato del lavoro e la spesa sociale;
   5) la concorrenza. Per ciascuna raccomandazione la Nota presenta una sintesi delle azioni di risposta del Governo.

  Per quanto riguarda il tema della concorrenza, la Nota di aggiornamento al DEF ricorda che il disegno di legge annuale per la concorrenza 2015 risulta attualmente all'esame del Parlamento. Nel documento si indica, come termine temporale per l'approvazione del disegno di legge, la fine dell'anno. Come indicato nella Nota, la seconda legge annuale sulla concorrenza dovrebbe essere varata nel 2017, sulla base della segnalazione che dovrà essere inviata da parte dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Si ricorda che nel DEF 2016 (Sezione III – Programma Nazionale Riforma) l'approvazione definitiva della prima legge annuale sulla concorrenza era prevista entro giugno 2016. Quanto alla seconda legge annuale, se ne prevedeva il varo nel 2016 con interventi riguardanti vari settori: comunicazioni, sanità, trasporti e servizi pubblici locali, in raccordo con la riforma della Pubblica Amministrazione. Attualmente, il provvedimento deve essere ancora esaminato dall'Assemblea del Senato in seconda lettura. Si ricorda, inoltre, che il disegno di legge annuale per la concorrenza rientra in un pacchetto di riforme che sono state oggetto di raccomandazioni anche nel recente documento adottato dal Consiglio europeo nei confronti dell'Italia, il 12 luglio 2016.Pag. 107
  In merito alle raccomandazioni, si ricorda che, per quanto concerne le professioni regolamentate, il disegno di legge concorrenza, nel testo attualmente all'esame del Senato, prevede una serie di misure per favorire la concorrenza nella professione forense e in quella notarile. Il provvedimento interviene, inoltre, con una serie di norme sull'esercizio di attività professionali forensi in forma associata. Altre disposizioni sono contenute con riguardo all'esercizio dell'attività odontoiatrica. In materia sanitaria, il disegno di legge contiene alcune misure per incrementare la concorrenza nel settore della distribuzione farmaceutica e agli orari e ai turni delle farmacie convenzionate con il servizio sanitario nazionale. Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale non di linea, vi è una specifica delega a favore del Governo per una revisione organica del settore. Diverse altre norme riguardano, inoltre, il mercato dell'energia elettrica, dei carburanti, quello delle telecomunicazioni, il settore postale e quello dei servizi bancari. Numerose disposizioni, infine, disciplinano il settore assicurativo e hanno l'obiettivo di una progressiva riduzione dei premi della RC auto. Il disegno di legge interviene, complessivamente, in quasi tutti i settori individuati dalle raccomandazioni ad eccezione del comparto portuale ed aeroportuale e delle concessioni demaniali. Oltre che gli ostacoli alla concorrenza di cui risentono soprattutto alcuni settori, un altro fattore di ostacolo alla crescita, segnalato dalle Istituzioni europee, è l'onere amministrativo elevato e la lentezza del sistema giudiziario.
  La Nota di aggiornamento sottolinea che i provvedimenti in corso d'esame parlamentare quali: i decreti delegati di attuazione della legge 7 agosto 2015, n.124, cosiddetta legge Madia per la riforma della Pubblica amministrazione volti alla «codificazione soft» e semplificazione delle procedure amministrative (SCIA1 e SCIA2); lo schema di decreto legislativo per il riordino delle funzioni e del finanziamento delle Camere di commercio; il provvedimento approvato in via definitiva, in materia di semplificazione e accelerazione dei procedimenti amministrativi (Consiglio dei Ministri del 28 luglio 2016): si tratta del regolamento che disciplina la riduzione dei termini e l'esercizio di poteri sostitutivi di intervento del Presidente del Consiglio per la realizzazione di rilevanti insediamenti produttivi, opere di interesse generale o avvio di attività imprenditoriali suscettibili di avere effetti positivi sull'economia o sull'occupazione.
  La Nota sottolinea infine come il settore della giustizia sia complessivamente interessato da un ampio processo di riforma che abbraccia diversi ambiti, dal processo civile a quello penale. Il Consiglio europeo, infatti, raccomanda all'Italia di «ridurre la durata dei procedimenti civili dando attuazione alle riforme e assicurando una gestione efficiente delle cause».
  La Nota di aggiornamento al DEF descrive le riforme poste in essere dal Governo in quest'ultimo periodo e prevede l'approvazione:
   entro marzo 2017 della riforma del processo civile (S. 2284);
   entro giugno 2017 della riforma delle procedure di insolvenza (C. 3671-bis e C. 3671-ter)

  Per quanto concerne il tema dei Tempi medi di pagamento della pubblica amministrazione alle imprese (Raccomandazione 2), la Nota evidenzia che in base al Rapporto sull'implementazione della Direttiva Servizi, pubblicato dalla Commissione Europea nello scorso agosto, in Europa i tempi medi di pagamento della pubblica amministrazione alle imprese sono diminuiti di oltre 10 giorni da quando è entrata in vigore la direttiva e l'Italia ha registrato i risultati migliori tra i 28 Paesi, con una riduzione di 15 giorni nel periodo 2011-2014. I dati rilevati mediante l'utilizzo della piattaforma elettronica per il monitoraggio dei debiti commerciali confermano che, per le fatture elettroniche emesse nel periodo dal 1o luglio 2015 al 30 giugno 2016, i tempi medi di pagamento hanno segnato una riduzione tra il 20 per cento ed il 30 per cento rispetto a quelli Pag. 108registrati nei 12 mesi precedenti (il dato si riferisce a pagamenti corrispondenti al 60 per cento dell'importo fatturato).
  Si ricorda che l'Italia ha dato attuazione alla direttiva 16 febbraio 2011, n. 2011/7/UE relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali con il decreto legislativo n. 192 del 2012.
  Infine, sulla questione dei crediti deteriorati e riforma del sistema bancario (Raccomandazione 3), la Raccomandazione del Consiglio del 12 luglio scorso segnala per l'Italia la necessità di adozione di misure volte alla soluzione del problema dei crediti deteriorati e la riforma del sistema bancario. La Nota rileva come l'elevata incidenza delle sofferenze sui prestiti all'economia delle banche italiane rappresenti ancora un forte freno all'attività di erogazione di nuovo credito, in particolare per le banche di minori dimensioni, che negli anni della crisi hanno erogato credito principalmente alle piccole e medie imprese. Viene ricordato, in proposito, che nel 2015 e nel 2016 si sono introdotte importanti riforme nel settore bancario, come quella delle banche popolari, delle fondazioni bancarie e delle banche di credito cooperativo (BCC). Al fine di consentire l'effettuazione di operazioni di cartolarizzazione dei crediti in sofferenza è stato introdotto il meccanismo di garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze (GACS), specificamente in favore degli operatori bancari. La Nota rileva poi che, a fronte del dato riportato PNR di aprile 2016 sul tempo di recupero dei crediti – che rimane più alto rispetto ad altri Paesi –, il differenziale con le migliori pratiche si va riducendo, anche grazie al processo telematico, che ha consentito di ridurre a 367 giorni il tempo medio per la conclusione del primo grado nelle cause civili, e al tribunale delle imprese, che copre l'80 per cento del contenzioso annuale.
  Nei due anni passati, dette innovazioni sono state rafforzate da ulteriori misure, a partire da quelle volte alla semplificazione degli adempimenti e delle procedure per il recupero dei crediti grazie all'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, nonché degli istituti del pegno non possessorio e del patto marciano per l'assegnazione stragiudiziale degli immobili posti a garanzia di un finanziamento erogato ad un imprenditore. È stato infine istituito il fondo di investimento alternativo (FIA) denominato Fondo Atlante, sdoppiato in Atlante 1 e 2.
  Segnala inoltre le osservazioni formulate da Banca d'Italia, in sede di audizione innanzi alla Commissione Bilancio, circa la necessità di assicurare, ai fini di una rapida ripresa degli investimenti pubblici, «non solo lo stanziamento di risorse, ma anche presidi per un efficiente e tempestivo loro utilizzo», nonché le considerazioni sviluppate dalla Corte dei conti, specificate sempre in sede di audizione, circa «l'urgenza di rimuovere gli ostacoli che rallentano la realizzazione di una politica di ammodernamento delle infrastrutture con un coerente quadro di responsabilità organizzative, decisionali e finanziarie che riducano le incertezze che oggi condizionano anche l'operatore pubblico». Evidenzia, altresì, che l'Ufficio parlamentare di bilancio ha proceduto, con nota del 29 settembre 2016, alla validazione delle previsioni tendenziali del MEF per gli anni 2016 e 2017, sottolineando però «la presenza di fattori di rischio negativo» relativamente alle previsioni tendenziali per gli anni successivi al primo biennio di previsione, e che sempre l'UPB, con nota del 3 ottobre 2016, ha trasmesso al MEF i propri rilievi critici sul quadro programmatico 2017 della Nota di aggiornamento al DEF – tra cui, in particolare, la segnalazione della divergenza della dinamica della domanda interna (un punto percentuale in più per gli investimenti e consumi delle famiglie in prossimità del livello più elevato) rispetto alle stime del panel dell'Ufficio parlamentare di bilancio – osservando che, in assenza di una coerente revisione di detto quadro, l'Ufficio non potrebbe procedere ad una sua positiva validazione.
  Si riserva quindi si presentare una proposta di parere sul documento in esame.

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  Andrea VALLASCAS (M5S) manifesta una ferma contrarietà all'esame del provvedimento in titolo sottolineando come sia tutt'ora in corso l'Ufficio di Presidenza della Commissione Bilancio che dovrebbe assumere decisioni in merito ad una nuova audizione del ministro Padoan sulla Nota in esame che, a seguito delle audizioni svolte ieri, potrebbe essere modificata e integrata. In ogni caso, evidenzia come il Governo preveda la disattivazione delle cosiddette clausole di salvaguardia senza indicare adeguate forme di copertura finanziaria.

  Luigi TARANTO (PD) sottolinea che il ministro Padoan ha chiarito che sono confermate le previsioni macro recate dalla Nota di aggiornamento. Aggiunge che è stata sollevata in Commissione Bilancio l'esigenza di un approfondimento del quadro informativo relativo alla composizione della Nota. Tuttavia, come dichiarato ieri dal Ministro Padoan in sede di audizione di fronte alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, le dimensioni sono confermate nelle loro grandezze complessive. Ricorda infine che lo stesso presidente Boccia ha ricordato in apertura dei lavori il nuovo dettato della legge di bilancio la quale prevede che prevede che la Nota sia accompagnata da una descrizione sintetica della composizione della manovra e dei principali effetti finanziari in termini di entrate e di spese.

  Guglielmo EPIFANI, presidente, nessun altro chiedendo di parlare, rinvia il seguito dell'esame ad una seduta che sarà fissata in seguito alle decisioni che saranno assunte dalla Commissione Bilancio in merito al seguito dell'esame della Nota di aggiornamento.

  La seduta termina alle 15.25.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.25 alle 15.40.