CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 14 settembre 2016
692.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
Pag. 81

RISOLUZIONI

  Mercoledì 14 settembre 2016. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. — Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Massimo Cassano.

  La seduta comincia alle 14.45.

7-00934 Patrizia Maestri: Iniziative per tenere conto, ai fini dell'accesso al pensionamento, delle differenti aspettative di vita e per inserire tra le categorie di lavoratori impegnati in attività usuranti anche gli operatori socio-sanitari.
(Discussione e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione.

  Cesare DAMIANO, presidente, avverte che, secondo quanto convenuto, nella seduta odierna avrà luogo l'illustrazione della risoluzione, nonché l'eventuale svolgimento di interventi di carattere generale, mentre il parere del Governo sarà acquisito in una successiva seduta.
  Dà quindi la parola alla prima firmataria dell'atto di indirizzo, on. Patrizia Maestri, per la sua illustrazione.

  Patrizia MAESTRI (PD), dopo avere sottolineato come l'attività di operatore socio-sanitario (OSS) sia prevalentemente svolta da lavoratrici, ricorda che gli operatori, a seguito del conseguimento di un attestato di qualifica, al termine di una specifica formazione professionale, svolgono attività indirizzate a soddisfare i bisogni primari della persona, nell'ambito delle proprie aree di competenza, in un contesto sia sociale che sanitario e a favorire il benessere e l'autonomia dell'utente. Evidenziato che l'operatore socio-sanitario è, quindi, pienamente inserito nel sistema di welfare pubblico, operando prevalentemente a supporto del personale infermieristico, segnala che in ragione del progressivo processo di invecchiamento della popolazione, si registra una crescente richiesta di tale figura professionale, il cui lavoro, tuttavia, è caratterizzato da un forte grado di fatica fisica e stress psicologico.
  Ricorda, inoltre, che, proprio per effetto dell'incremento della domanda di servizi in ambito socio-sanitario, a tale attività accede un numero sempre crescente di soggetti, prevalentemente donne, che, dopo avere perso il proprio posto di lavoro, a causa della crisi economica, trova la possibilità di reimpiegarsi, ad un'età spesso non più giovane, contraendo, a Pag. 82causa della tipologia del lavoro svolto e della gravosità dei turni, malattie in molti casi invalidanti.
  Evidenzia, quindi, che con la risoluzione in discussione si propone di avviare i necessari approfondimenti in vista dell'inclusione della categoria degli operatori socio-sanitari tra i soggetti che svolgono attività usuranti, allo scopo di estendere anche ad essi la possibilità di accedere al pensionamento con requisiti, di età e di anzianità contributiva, ridotti rispetto alla generalità dei lavoratori. Funzionale a tale intendimento è, a suo avviso, l'individuazione di criteri di adeguamento dell'aspettativa di vita che tengano conto delle mansioni svolte, delle qualifiche, della durata dell'attività lavorativa e della prevista durata di erogazione della pensione. Osserva, da ultimo, che la discussione della risoluzione da lei presentata opportunamente coincide con il confronto in corso di svolgimento tra il Governo e i sindacati sui temi della previdenza e può, per questo, fornire ulteriori spunti di approfondimento.

  Claudio COMINARDI (M5S), dichiarandosi in linea di principio d'accordo nel ritenere usuranti le mansioni svolte dagli operatori socio-sanitari, ritiene opportuno ampliare il discorso a un orizzonte più generale, allo scopo di individuare i criteri necessari per la definizione delle attività usuranti. Nell'evidenziare che sono diversi i profili professionali che presentano aspetti di particolare pesantezza e pericolosità, ritiene che nell'individuazione dei lavori usuranti ci si debba muovere a partire da valutazioni di carattere scientifico, come quelle presentate a supporto della proposta avanzata dal collega Tripiedi con riferimento ai lavoratori del settore dell'edilizia. A suo avviso, approfondimenti in tal senso potrebbero portare, ad esempio, all'istituzione di un apposito Osservatorio che, anche concentrandosi su macro categorie di lavoratori e non necessariamente sulle singole attività professionali, potrebbe fornire utili indicazioni in vista di successivi interventi legislativi.

  Walter RIZZETTO (FdI-AN), pur apprezzando l'iniziativa della collega Maestri, ritiene che la risoluzione non sia lo strumento più adatto per ottenere l'estensione agli operatori socio-sanitari delle disposizioni in tema di accesso anticipato al pensionamento, dal momento che lo stesso risultato potrebbe, a suo avviso, ottenersi inserendo tale categoria tra quelle oggetto delle proposte di legge in materia di lavori usuranti, attualmente in discussione presso la Commissione. Partendo, poi, dal presupposto che ogni lavoro presenta connotazioni, sia pure con gradi diversi, di pesantezza, chiede alla collega Maestri per quale motivo non abbia ritenuto di fare riferimento, nella sua risoluzione, anche agli infermieri, che pure svolgono un'attività professionale caratterizzata da grande impegno fisico e psicologico e turni faticosi, spesso notturni. Infine, pur ribadendo i suoi dubbi sull'appropriatezza dello strumento utilizzato, condivide il richiamo all'opportunità di rivedere i criteri di adeguamento dell'età pensionabile al variare dell'aspettativa di vita, meccanismo a cui è assolutamente contrario e di cui auspica il superamento, tenuto conto anche del fatto che i più recenti dati dimostrano come l'attesa di vita si stia contraendo, anziché incrementarsi.

  Marialuisa GNECCHI (PD) ritiene utile ricordare il lavoro finora svolto dalla Commissione sul tema dell'aspettativa di vita e dell'accesso al pensionamento dei lavoratori addetti a mansioni usuranti, richiamando in primo luogo l'esame delle proposte di legge Atti Camera n. 2494 Tripiedi, n. 3600 Damiano e n. 3204 Albanella, concernenti l'accesso anticipato al pensionamento per i lavoratori delle imprese edili e per i lavoratori che svolgono lavori in altezza. Sottolinea che, con tali proposte di legge, la Commissione intende innanzitutto impedire che le risorse destinate al finanziamento dei benefici previdenziali per i lavoratori impiegati in attività particolarmente pesanti, di cui all'articolo 1, comma 3, della legge n. 247 del 2007, siano utilizzate per altre finalità, Pag. 83come avvenuto in passato. Osserva, quindi, che, trattandosi di interventi finalizzati ad utilizzare le risorse già stanziate a legislazione vigente, essi possono essere rivolti solo a categorie circoscritte e non ad un allargamento più generalizzato delle platee previste dalla legislazione vigente. Quanto al tema dell'aspettativa di vita, ricorda che, a seguito della pubblicazione del decreto ministeriale 30 dicembre 2014, che ha disposto, a decorrere dal 1o gennaio 2016, l'aumento di quattro mesi dei requisiti per l'accesso al pensionamento, per adeguarli all'aumento della speranza di vita, ha presentato un'interrogazione al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il quale ha rappresentato che ad avviso dell'INPS non è possibile condurre approfondimenti in relazione all'aspettativa di vita di alcune categorie professionali, quali, ad esempio, le maestre degli asili nido, gli infermieri e i macchinisti, per la mancanza di dati relativi alla permanenza in vita di tali lavoratori dopo l'accesso alla pensione. Si tratta di una posizione, a suo avviso, difficilmente accettabile, stante l'esistenza di numerosi studi che mettono in relazione specifiche attività professionali a livelli diversi di speranza di vita. Fa riferimento, in particolare, ad uno studio del Ministero dell'economia e delle finanze del 2013, basato proprio su dati INPS, ad uno studio della Banca d'Italia del 2012 e a specifici approfondimenti dell'ISTAT del 2014 e del 2016. Sottolinea, in particolare, che proprio il più recente studio dell'ISTAT evidenzia che l'aspettativa di vita cresce al crescere del livello di istruzione. Ritiene, pertanto, che la risoluzione in discussione possa anche a indurre l'INPS a svolgere quegli approfondimenti che si è dichiarato impossibilitato a svolgere, pur essendo in possesso di tutti i dati necessari. Passando poi al tema dei lavoratori edili, ricorda con quanta fatica la Commissione è riuscita a ottenere l'estensione a tale categoria di lavoratori, con il settimo provvedimento di salvaguardia, dell'applicazione dei requisiti pensionistici antecedenti la riforma Fornero in caso di riconoscimento del trattamento speciale edile, pur trattandosi di una richiesta formulata fin dal gennaio 2012. In ultima analisi, il lavoro fin qui svolto dalla Commissione, di cui la risoluzione in discussione è solo uno dei tasselli, è volto a fornire elementi utili a un lavoro di modifica legislativa che, se non sarà concluso nell'attuale legislatura, potrà dare i suoi frutti nella prossima.

  Cesare DAMIANO, presidente, sottolinea l'opportunità della discussione della risoluzione in concomitanza con il confronto attualmente in atto tra Governo e sindacati che ha all'ordine del giorno anche il tema dei lavori usuranti e l'individuazione delle risorse da destinare agli interventi previdenziali da inserire nel disegno di legge di bilancio di prossima presentazione. Ricorda la contrarietà sua e del suo gruppo all'introduzione, ad opera del Governo Berlusconi, del meccanismo di adeguamento dell'età pensionabile al variare dell'aspettativa di vita prima, poi rafforzato dal Governo Monti in un contesto di ulteriore innalzamento dei requisiti per l'accesso al pensionamento. Si tratta, infatti, a suo avviso, di un meccanismo perverso, che mette in sicurezza i conti pubblici a prezzo di gravissimi sacrifici da parte dei lavoratori.
  Sottolinea con soddisfazione, tuttavia, che, dopo tre anni dalla presentazione della sua proposta di legge sulla flessibilità di accesso al pensionamento, grazie al caparbio impegno della Commissione e, in primo luogo, della collega Gnecchi, l'argomento è entrato nell'agenda del Governo, anche se con soluzioni meritevoli di ulteriori approfondimenti. Si dichiarerà parimenti soddisfatto se nel disegno di legge di bilancio sarà prevista anche una soluzione che sganci dalla variazione della speranza di vita l'età pensionabile di alcune categorie di lavoratori che svolgono attività particolarmente pesanti, come quelle incluse nell'elenco da lui creato, quando era Ministro del lavoro. Sarà la prima affermazione di un principio presente nell'ordinamento di diversi Stati nordeuropei ma finora sconosciuto nei Paesi dell'area mediterranea. Passando al tema dei lavoratori edili, sottolinea che, dal momento che gli approfondimenti condotti dalla Commissione Pag. 84hanno mostrato la difficoltà di estendere il catalogo delle attività usuranti in ragione dell'impatto finanziario delle correzioni prospettate, si potrebbe più utilmente ricondurre l'intervento in un diverso perimetro, che, sulla base dei dati INAIL relativi agli infortuni e alle malattie professionali, delimiti le attività lavorative caratterizzate da particolari livelli di pericolosità e impegno, tali da giustificare un accesso al pensionamento con requisiti ridotti, senza considerare gli incrementi dell'aspettativa di vita.

  Tiziana CIPRINI (M5S), pur apprezzando l'intento alla base della risoluzione, condivide le osservazioni dei colleghi che avrebbero preferito un approccio generale alla problematica delle attività usuranti. Auspica che il Governo affronti tempestivamente il tema, essendo necessario riconoscere ad alcune attività, quali quelle svolte dai Vigili del fuoco, la connotazione di particolare carattere usurante, essendo a tutti evidente che si tratta di attività che non consentono la permanenza in servizio oltre determinati limiti di età.

  Patrizia MAESTRI (PD), dichiarandosi soddisfatta della discussione suscitata dalla sua risoluzione, esprime apprezzamento per gran parte delle osservazioni espresse dai colleghi e ricorda che il Governo, in risposta ad una interrogazione presentata nel giugno 2015, si era dichiarato pronto ad approfondire i temi connessi all'aggancio dell'età pensionabile alla variazione della speranza di vita in appositi tavoli tecnici con l'INPS. Tornando, quindi, al tema affrontato dalla sua risoluzione, ribadisce la necessità di affrontare le problematiche inerenti l'attività degli operatori socio sanitari e, a tale scopo, propone l'effettuazione di un ciclo di audizioni che veda, in particolare, la partecipazione dell'INAIL e dell'INPS nonché di ulteriori soggetti che i colleghi riterranno utile ascoltare.

  Cesare DAMIANO, presidente, fa presente che le decisioni in ordine allo svolgimento di eventuali audizioni nell'ambito della discussione della risoluzione potranno essere assunte in una prossima riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti, dei gruppi. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione della risoluzione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.25.