CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 28 luglio 2016
682.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
Pag. 6

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 28 luglio 2016. — Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO. — Intervengono il viceministro dell'interno, Filippo Bubbico e il sottosegretario di Stato per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Angelo Rughetti.

  La seduta comincia alle 11.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2015.
C. 3973 Governo.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2016.
C. 3974 Governo.

Tabella n. 2: stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2016 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 8: stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2016.
(Relazioni alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, in sostituzione del relatore, impossibilitato a partecipare alla seduta, osserva che lo stato di previsione del Ministero dell'interno contenuto nella legge di bilancio per l'anno finanziario 2015 (legge 21 dicembre 2014, n. 191) recava le seguenti previsioni iniziali (in milioni di euro): spese correnti 20.805,5 (competenza) 20.828,8 (cassa) spese in conto capitale 2.712,4 (cassa) 2.715,9 (competenza) rimborso passività finanziarie 43,2 (competenza) 43,2 (cassa) spese finali 23.561,2 (competenza) 23.587,9 (cassa). Con la legge di assestamento 2015 (legge 2 ottobre 2015, n. 171) e le ulteriori variazioni per atto amministrativo intervenute nel corso dell'anno, le dotazioni iniziali di competenza e le autorizzazioni di cassa sono aumentate rispettivamente di 2.907 e di 3.586 milioni di euro. In conseguenza delle variazioni disposte nel corso della gestione, i dati definitivi risultanti dal rendiconto per il 2015 sono pertanto i seguenti (in milioni di euro): spese correnti 23.713 (competenza) 24.415,3 (cassa) spese in conto capitale 3.004 (competenza), 3.148,7(cassa); rimborso passività finanziarie 43 (competenza) 62,6 (cassa) spese finali 26.760 (competenza) 27.626,6 (cassa).
  Il conto consuntivo del Ministero dell'interno per il 2015 reca, quindi, stanziamenti definitivi di competenza per complessivi 26.759,9 milioni, con un aumento di 4.483,3 milioni (+ 20,1 per cento) rispetto agli stanziamenti risultanti dal rendiconto 2014 (22.276,6 mln). Rispetto allo stanziamento iniziale di competenza del 2015, si registra un incremento percentuale pari al 13,6 per cento. L'incremento ha riguardato le spese correnti, che sono aumentate passando da 21.204 milioni nel 2014 a 23.713 milioni nel 2015. Anche le Pag. 7spese in conto capitale subiscono un aumento, passando da 2.712 milioni a 3.004 milioni.
  Quanto agli stanziamenti per il Ministero dell'interno, per quanto concerne la gestione, le risorse impegnate risultano pari a circa 26.582 milioni di euro: si registra al riguardo un aumento della capacità di impegno dal 97,4 per cento degli stanziamenti del 2014 al 99 per cento del 2015. L'incidenza percentuale delle risorse del Ministero dell'interno sul bilancio dello Stato è stata nel 2015 del 4,3 per cento. Nel rendiconto 2015, a fronte dei citati stanziamenti definitivi di competenza pari a 26.759,9 milioni, e a residui pari a 2.023,3 milioni (e quindi ad un importo della massa spendibile – risultante dalla somma degli stanziamenti di competenza più i residui – pari a 28.783 milioni), il dato definitivo relativo alle autorizzazioni di cassa è di 27.626,6 milioni (+ 4.038,6 milioni rispetto alle previsioni iniziali di cassa). Per quanto riguarda il coefficiente di realizzazione, cioè il rapporto tra autorizzazioni di cassa e massa spendibile, esso è pari a circa il 96 per cento, in lieve diminuzione rispetto al 2014. I pagamenti eseguiti in totale nel 2015 sono stati pari a circa 25.924,7 milioni di euro; si tratta della somma dei pagamenti effettuati in base agli stanziamenti di competenza (25.058 milioni) e dei pagamenti effettuati per smaltimento residui (866,7 milioni). Tali pagamenti totali rappresentano il 93,8 per cento delle autorizzazioni di cassa (96,7 per cento era nel 2014), con un coefficiente di utilizzo della massa spendibile pari al 90,1 per cento (93,3 per cento era quello del 2014). Per quanto concerne i residui, che nelle previsioni al 1o gennaio 2015 erano pari a 1.394,5 milioni, al 31 dicembre 2015 ammontano a 2.023,3 milioni. Si registra, quindi, un incremento dei residui finali totali di 628,8 milioni, pari a circa il 45 per cento. Essi sono costituiti per 1.524,2 milioni da somme rimaste da pagare sul conto della competenza (residui di nuova formazione) e per 499,1 milioni da somme rimaste da pagare sul conto dei residui, provenienti dagli esercizi precedenti. L'entità dei residui pagati nel corso del 2015 è risultata pari a 866,7 milioni.
  Lo stato di previsione del Ministero dell'interno comprende sette missioni, articolate in quindici programmi: missione 2, «Amministrazione generale e supporto alla rappresentanza generale dello Stato sul territorio»; missione 3, «Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali»; missione 7, «Ordine pubblico e sicurezza»; missione 8, «Soccorso civile»; missione 27, «Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti»; missione 32, «Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche»; missione 33, «Fondi da ripartire».
  Per un'analisi approfondita delle finalizzazioni per Missioni e Programmi nonché, più in generale, per una globale verifica della gestione del bilancio 2015 del Ministero dell'interno, si rinvia alla Relazione della Corte dei Conti sul Rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2015 (Doc. XIV, n. 4).
  Per quanto attiene alla dinamica di bilancio complessiva del Ministero, la Corte ha rilevato che: l'incremento degli stanziamenti definitivi del Ministero rispetto all'esercizio finanziario 2014 (circa + 4,5 miliardi di euro) sono quasi interamente riconducibili all'aumento degli stanziamenti entro la missione «Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali», che tradizionalmente assorbe la percentuale maggiore delle risorse allocate nello stato di previsione del Ministero dell'interno; al netto dei trasferimenti agli enti locali, le risorse allocate nello stato di previsione del Ministero nel 2015 sono aumentate dell'1 per cento rispetto al 2014 (pari a circa 131 mln di euro) e del 5,6 rispetto al 2013 (pari a circa 671 milioni di euro). L'incremento è stato determinato in particolare dalle maggiori esigenze relative a sicurezza, ordine pubblico e controllo dei flussi migratori. In particolare, si segnala che la missione 27 «Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti» ha visto raddoppiare dal 2013 le risorse; emergono alcune criticità nell'analisi della gestione delle spese, che hanno determinato il formarsi Pag. 8di debiti fuori bilancio che al 31 dicembre 2015 ammontano ad oltre 600 milioni di euro. I capitoli gravati dalle più rilevanti esposizioni debitorie riguardano l'accoglienza dei migranti (capitoli 2351/02 – spese per i centri di trattenimento e di accoglienza per stranieri irregolari e 2353 – Fondo per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati), oggetto di una complessa programmazione iniziale, di insufficienti risorse e di assegnazione tardiva delle stesse. Sul punto la Corte sottolinea l'opportunità di una diversa e più attenta calibrazione delle previsioni di bilancio.
  Quanto al disegno di legge di assestamento 2016, per quanto riguarda gli ambiti di interesse della I Commissione viene, in primo luogo, in evidenza la Missione n. 1 (Organi costituzionali, a rilevanza costituzionale e Presidenza del Consiglio dei Ministri). Nel quadro di questa missione, rileva la spesa per gli Organi costituzionali, oggetto del programma 1.1, che corrisponde all'unità previsionale di base (u.p.b.) 21.1, sul quale non si registra alcuna variazione rispetto alle previsioni iniziali di competenza della legge di bilancio. Per quanto riguarda la spesa per il funzionamento degli Organi a rilevanza costituzionale, compresa nel programma 1.2 e riferita al funzionamento della Corte dei Conti, del Consiglio di Stato e dei T.A.R, del Consiglio di giustizia amministrativa della Regione Siciliana, del C.N.E.L. e del C.S.M., il disegno di legge di assestamento propone una riduzione degli stanziamenti di competenza pari a 1,68 milioni di euro. All'interno del programma, la riduzione riguarda in particolare le spese di natura obbligatoria del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro-CNEL (cap. 2178; – 1,68 mln), le cui previsioni scendono da 8,68 a 7 milioni di euro. Le previsioni relative alla Presidenza del Consiglio dei Ministri sono oggetto del programma 1.3. Al riguardo, il disegno di legge di assestamento propone una riduzione delle previsioni iniziali di competenza – pari a 477,4 mln di euro – di circa 6,5 milioni. Tale variazione riguarda il capitolo 2780 (spese da corrispondere alla presidenza del Consiglio relativa a quota parte dell'importo dell'8 per mille) ed è proposta in relazione all'andamento delle scelte dei contribuenti sulle dichiarazione dei redditi dell'anno 2013. Pertanto, all'esito della variazioni già registrate e delle modifiche proposte dal disegno di legge in esame, le previsioni assestate 2015 relative alla Presidenza del Consiglio risultano pari a 470,9 milioni di euro. Come anticipato, gli stanziamenti destinati al funzionamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri non si limitano alle risorse accantonate nel programma 21.3 dello stato di previsione del MEF, ma sono ripartiti tra diversi capitoli in ragione delle diverse missioni perseguite con gli stanziamenti. Tra questi si segnalano, in particolare: le somme da corrispondere alla Presidenza per le finalità del programma Promozione e garanzia dei diritti e delle pari opportunità (17.4), su cui non si registrano novità in dipendenza del disegno di legge di assestamento; gli interventi per il programma Protezione civile (6.2), per i quali si registra, nelle previsioni assestate, una riduzione dei residui, pari a 7 milioni di euro ed un aumento delle previsioni di cassa, pari a 50 milioni.
  Si segnalano, infine, le seguenti proposte di variazione di stanziamenti di interesse della I Commissione: per le previsioni iniziali di competenza del programma Rapporti con le confessioni religiose (20.2), pari a 1.088,4 milioni, è proposta una riduzione pari a 17,9 mln di euro degli stanziamenti di competenza relativi ai contributi da versare alle confessioni religiose, dipendente dall'andamento delle scelte dei contribuenti sulle dichiarazioni dei redditi; le previsioni per i Servizi di informazione per la sicurezza (Programma Sicurezza democratica 7.4 – cap. 1670) allocate in una apposita u.p.b. (5.2) non sono modificate in termine di competenza e di cassa dal disegno di legge in esame. Lo stesso adegua i residui con un aumento pari a 13,5 milioni di euro; nell'ambito del programma Servizi generali, formativi, assistenza legale ed approvvigionamenti per le amministrazioni pubbliche (24.4), le previsioni iniziali dei cap. Pag. 91680 e 1685, relativi alle spese di funzionamento e alle spese di natura obbligatoria dell'Istituto nazionale di statistica, registrano una variazione, in termini di residui, rispettivamente di +16,7 e di –33,5 milioni di euro. All'interno dello stesso programma, il disegno di legge di assestamento propone una variazione in aumento degli stanziamenti di competenza dell'Autorità nazionale anticorruzione (cap. 2116), pari a circa 283 mila euro: tale variazione è proposta in relazione alle esigenze connesse alla partecipazione italiana al gruppo di Stati contro la corruzione. Non si registrano variazioni nelle previsioni relative alle spese della Scuola nazionale della amministrazione (cap. 5217 e 5218).
   Lo stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2016 (Tab. 8), approvato con la legge 28 dicembre 2015, n. 209, reca previsioni di competenza per complessivi 21.419,4 milioni di euro, di cui 20.611,8 milioni per la parte corrente, 763,7 milioni per la parte in conto capitale e 44 milioni per il rimborso passività finanziarie. Le previsioni relative alle autorizzazioni di cassa ammontano complessivamente a circa 21.611,3 milioni di euro, di cui 20.760,5 mln di parte corrente, 806,8 milioni in conto capitale e 44 per il rimborso passività finanziarie. La consistenza presunta dei residui al 1o gennaio 2016 è valutata, nella legge di bilancio, in circa 1.000,7 milioni di euro di cui 680,8 milioni per la parte corrente, 278 milioni per il conto capitale e 41,8 per il rimborso passività finanziarie. Conseguentemente, la massa spendibile (competenza + residui) risultava pari 22.420,1 milioni di euro ed il coefficiente di realizzazione (rapporto tra autorizzazione di cassa e massa spendibile) circa del 96,4 per cento. Tali previsioni iniziali subiscono variazioni nel corso dell'esercizio sia per l'incidenza di atti amministrativi intervenuti nel periodo gennaio-maggio 2016, che hanno già prodotto i loro effetti sulle poste di bilancio, sia in conseguenza delle variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento in esame. Le variazioni già introdotte in bilancio, e pertanto non soggette ad approvazione parlamentare, hanno determinato complessivamente un aumento di circa 742,2 milioni di euro delle previsioni di competenza e un aumento di 787,5 milioni di euro delle autorizzazioni di cassa. L'assestamento propone, per lo stato di previsione del Ministero dell'interno, un aumento di 26,2 milioni di euro delle previsioni di competenza ed un aumento di 28,2 milioni di euro delle autorizzazioni di cassa. Per quanto riguarda la competenza, per effetto sia delle variazioni intervenute sia di quelle proposte con il disegno di legge in esame, le previsioni assestate per il bilancio 2016 del Ministero dell'interno risultano pari a 22.187,8 milioni di euro, di cui 21.304,8 di parte corrente, 839 milioni in conto capitale e 44 milioni di rimborso passività (+ 768,4 mln rispetto alle previsioni iniziali). Le autorizzazioni di cassa assestate ammontano a 22.427 milioni di euro, ripartiti fra parte corrente e conto capitale in ragione, rispettivamente, di 21.534 e 849 mln di euro (+ 815,7 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali). Inoltre, con il disegno di legge di assestamento è proposto un aumento dei residui pari complessivamente a 1.037,6 mln. di euro. Le variazioni trovano motivo nella necessità di adeguare i residui presunti al 1o gennaio a quelli risultanti dal rendiconto 2015. Le previsioni assestate 2016 risultano pertanto pari a 2.038,2 mln di euro ripartiti tra parte corrente, conto capitale e rimborso passività in ragione, rispettivamente, di 1.537,3 milioni, 458,3 milioni e 42,3 milioni di euro. Alla luce delle variazioni proposte, la massa spendibile nel 2016 assomma a 24.226,1 milioni di euro con una variazione del coefficiente di realizzazione (rapporto tra autorizzazione di cassa e massa spendibile), che scende al 92,6 per cento dopo l'assestamento rispetto al 96,4 per cento, risultante dalle previsioni al 1o gennaio 2016. Le variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento in esame rilevano lievemente sull'incidenza percentuale delle risorse per il Ministero dell'interno sul bilancio dello Stato, che risulta pari al 3,7 per cento a fronte del 3,5 per cento Pag. 10registrato nelle previsioni iniziali del 2016. L'aumento delle dotazioni di competenza proposte con l'assestamento (+ 26,23 milioni) riguardano principalmente la Missione 3 (Ordine pubblico e sicurezza), che registra un aumento pari a 15,4 milioni di euro, legato in prevalenza a spese per il personale e a spese di gestione. Per quanto riguarda la Missione 5 (Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti) il disegno di legge, oltre a registrare un aumento delle previsioni di competenza in dipendenza di atti amministrativi pari a 59,8 milioni di euro, propone nell'ambito del programma Flussi migratori, garanzia dei diritti e interventi per lo sviluppo della coesione sociale (5.1) un ulteriore aumento complessivo di circa 2,5 milioni di euro. In particolare, le variazioni riguardano: un incremento di 5 milioni di euro per le spese per il funzionamento della Commissione nazionale per il diritto di asilo e le commissioni territoriali (cap. 2270) al fine di adeguare lo stanziamento alle effettive esigenze riscontrate in corso d'anno, con contestuale compensazione attraverso il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo (cap. 2352), che subisce una riduzione pari a 8 milioni di euro; un incremento di 3,3 milioni di euro per i servizi di accoglienza in favore di stranieri (cap. 2351), che si aggiungono ai 450,4 milioni di euro stanziati con la legge di bilancio 2016 e i 50 milioni già introdotti in bilancio in dipendenza di atti amministrativi intervenuti nel corso dell'anno. Le previsioni assestate per il 2016 risultano dunque pari a 503,7 milioni; un incremento di circa 700.000 euro per il Fondo per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (cap. 2353), che si aggiungono ai 170 milioni di euro stanziati con la legge di bilancio 2015. Le previsioni assestate per il 2016 risultano pertanto pari a 170,7 milioni.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 11.35.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 28 luglio 2016. — Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO. — Intervengono il viceministro dell'interno, Filippo Bubbico e il sottosegretario di Stato per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Angelo Rughetti.

  La seduta comincia alle 11.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Modifica all'articolo 75 del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, in materia di decadenza dai benefìci in caso di dichiarazioni non veritiere.
C. 3824 Misiani.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, osserva che la proposta di legge C. 3824 si compone di un articolo unico, che modifica l'articolo 75 del decreto del Presidente della Repubblica 28 febbraio 2000, n. 445, con cui è stato adottato il testo unico in materia di documentazione amministrativa.
  La disposizione richiamata sancisce la decadenza del dichiarante dai benefici conseguenti al provvedimento emanato sulla base di dichiarazioni sostitutive risultate, a seguito di controlli, non veritiere.
  In proposito si ricorda che, ai sensi del citato testo unico, esistono le dichiarazioni sostitutive di certificazione e le dichiarazioni Pag. 11sostitutive dell'atto di notorietà. La dichiarazione sostitutiva di certificazione è un documento sottoscritto dall'interessato senza nessuna particolare formalità e presentato in sostituzione dei certificati: tali dichiarazioni possono riferirsi solo agli stati, qualità personali e fatti tassativamente elencati nell'articolo 46 del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000. La dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà è il documento, sottoscritto dall'interessato, concernente stati, qualità personali e fatti, a sua diretta conoscenza e non ricompresi nell'elencazione dell'articolo 46: in questo caso l'atto deve essere sottoscritto con firma autenticata (articolo 47 del Testo unico).
  Per le amministrazioni procedenti è previsto l'obbligo di effettuare idonei controlli (a campione ed in tutti i casi in cui sorgono fondati dubbi) sulla veridicità delle dichiarazioni sostitutive di certificazione e dell'atto di notorietà (articolo 71). L'articolo 75 del testo unico disciplina le sanzioni amministrative a carico del dichiarante in caso di dichiarazioni non veritiere. Oltre alle conseguenze amministrative, ai sensi dell'articolo 76 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000, chiunque rilascia dichiarazioni mendaci è punito ai sensi del codice penale e delle leggi speciali in materia.
  La proposta in esame, al comma 1 , novella il citato articolo 75 del decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000, specificando che la decadenza dai benefici si determina solo nel caso in cui gli stati, i fatti o le qualità personali della dichiarazione falsa siano necessari per ottenere i benefici stessi. Nella relazione della proposta di legge, la necessità della modifica normativa è giustificata a partire dalla constatazione di un'applicazione estensiva, in alcuni casi e da parte di alcune amministrazioni, in base alla quale la disposizione viene applicata facendo venire meno benefici rispetto ai quali le dichiarazioni sottoscritte, risultate mendaci in sede di controllo, sono del tutto irrilevanti rispetto al beneficio riconosciuto.
  In giurisprudenza è pacifico che la ratio della disciplina dell'articolo 75 del decreto del Presidente della Repubblica n.445 del 2000 è volta a semplificare l'azione amministrativa, facendo leva sul principio di autoresponsabilità del dichiarante: il corollario di tale constatazione è che l'applicazione di tale disposizione prescinde dalla condizione soggettiva del dichiarante, rispetto alla quale sono irrilevanti il complesso delle giustificazioni addotte e non lascia sul punto alcun margine di discrezionalità alle amministrazioni, in quanto non richiede alcuna valutazione circa il dolo o la grave colpa del dichiarante.
  Rispetto alla questione sottesa alla novella introdotta dalla proposta in esame, si riscontrano già in giurisprudenza interpretazioni dell'articolo 75 che presuppongono, ai fini della decadenza dai benefici, il collegamento tra dichiarazione e beneficio. Così, nella sentenza del Consiglio di Stato, Sezione V, 9 aprile 2013, n. 1933, il giudice ha rilevato che la dichiarazione mendace acquista rilevanza come mero fatto, indipendentemente dagli elementi soggettivi attinenti a dolo o colpa del dichiarante, precludendo al dichiarante il raggiungimento dello scopo cui era indirizzata la dichiarazione o comportando la decadenza dall’utilitas conseguita per effetto del mendacio. Il beneficio o i benefici rispetto al quale opera la sanzione della decadenza di cui all'articolo 75 sono, peraltro, solo quelli immediatamente perseguiti con la dichiarazione non veritiera e non già quelli indirettamente ricollegabili al mendacio. Un orientamento analogo è stato espresso nella sentenza 13 novembre 2015, n. 5192, nella quale la stessa sezione del Consiglio di Stato ha ribadito che la disciplina dell'articolo 75 del decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000 è volta a sanzionare l'accertamento della non veridicità di dichiarazioni rese al fine di beneficiare di un determinato provvedimento e non certo la falsità di una dichiarazione irrilevante rispetto al conseguimento di quel beneficio. Accanto a tali profili, è stato altresì evidenziato (in particolare, sentenza del TAR di Venezia, Sezione I, 19 dicembre 2006, n. 4131) Pag. 12come «non sarebbe conforme ai principi che presiedono all'illecito amministrativo optare per l'interpretazione sfavorevole all'autore della dichiarazione non conforme al vero, ma sarebbe giocoforza aderire all'interpretazione a lui favorevole». A sua volta, la Corte di Cassazione (sentenza della Cassazione penale, sezioni unite, 27 novembre 2008, n. 6591 e sentenza della Cassazione penale, sezione V, 16 marzo 2010, n. 16275), intervenendo in merito alla rilevanza penale della dichiarazione non veritiera, nel caso in cui la stessa non abbia inciso sul beneficio concesso, che sarebbe comunque spettato, ha ritenuto integrata la fattispecie delittuosa di cui all'articolo 95, del Decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002, indipendentemente dalla effettiva sussistenza delle condizioni di reddito per l'ammissione al beneficio; ha altresì ritenuto che integra il delitto di falso ideologico di cui all'articolo 483 del codice penale, la condotta di colui che dichiari falsamente, ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000, di non aver mai riportato condanne penali, ancorché si tratti di precedenti non ostativi al rilascio del documento richiesto (in quel caso, passaporto).
  Il comma 2 dell'articolo unico della proposta prevede la retroattività della nuova disposizione, stabilendo che si applichi anche alle dichiarazioni già rese alla data di entrata in vigore della legge. Andrebbe valutata l'opportunità di chiarire maggiormente, anche alla luce della giurisprudenza costituzionale sulla legittimità delle disposizioni retroattive, l'ambito di applicazione della previsione del comma 2, specificando in particolare se essa riguardi i procedimenti in corso per i quali non è ancora seguito l'ottenimento di benefici ovvero se si estenda a tutti i casi in cui è stata data applicazione all'articolo 75 del decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000. Andrebbe altresì specificato se, in tal caso, le amministrazioni debbano procedere d'ufficio o su istanza dell'interessato.
  La Corte Costituzionale ha, in particolare, ricordato (ex plurimis la sentenza n. 432 del 1997) come sia nel caso della norma propriamente interpretativa sia nel caso della norma semplicemente retroattiva, la legge rimane pur sempre soggetta al controllo di conformità rispetto al canone generale di ragionevolezza, che assume in materia un valore particolarmente stringente poiché riferito alla certezza dei rapporti preteriti, nonché al legittimo affidamento dei soggetti interessati. Il legislatore ordinario può dunque, nel rispetto di tale limite, emanare norme retroattive, purché trovino adeguata giustificazione sul piano della ragionevolezza e non si pongano in contrasto con altri valori ed interessi costituzionalmente protetti. La Corte ha altresì ricordato come «il divieto di retroattività della legge (articolo 11 delle disposizioni sulla legge in generale), pur costituendo valore fondamentale di civiltà giuridica, non riceve nell'ordinamento la tutela privilegiata di cui all'articolo 25 della Costituzione», riservata alla materia penale (in particolare sentenze n. 170 del 2013, n. 15 del 2012, n. 236 del 2011, e n. 393 del 2006), con la conseguenza che «il legislatore – nel rispetto di tale previsione – può emanare norme con efficacia retroattiva, anche di interpretazione autentica, purché la retroattività trovi adeguata giustificazione nell'esigenza di tutelare principi, diritti e beni di rilievo costituzionale, che costituiscono altrettanti «motivi imperativi di interesse generale», ai sensi della Corte europea dei diritti dell'uomo (ex plurimis sentenza n. 78 del 2012). La CEDU si è trovata più volte ad affrontare la tematica della legge interpretativa, giungendo a riscontrarne l'illegittimità laddove la stessa venga utilizzata dallo Stato quale strumento d'intromissione nel corretto svolgimento dell'amministrazione della giustizia, in violazione quindi dell'articolo 6, paragrafo 1, della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, al fine di ricavarne un esito favorevole.
  Quanto al riparto delle competenze legislative costituzionalmente definite, la proposta di legge interviene sulla materia di competenza legislativa esclusiva dello Stato «ordinamento ed organizzazione Pag. 13amministrativa dello Stato» di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera g) della Costituzione.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 11.40.

ATTI DEL GOVERNO

  Giovedì 28 luglio 2016. — Presidenza del Presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO. — Intervengono il viceministro dell'interno, Filippo Bubbico e il sottosegretario di Stato per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Angelo Rughetti.

  La seduta comincia alle 11.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Schema di decreto legislativo recante modifiche e integrazioni al codice dell'amministrazione digitale di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82.
Atto n. 307.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto in oggetto rinviato, da ultimo, nella seduta del 26 luglio 2016.

  Paolo COPPOLA (PD), relatore, fa presente che è in corso di elaborazione una proposta di parere, che si riserva di presentare per la prossima seduta.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 11.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 28 luglio 2016.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 11.45 alle 11.50.

INTERROGAZIONI

  Giovedì 28 luglio 2016. — Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO. — Interviene il viceministro dell'interno, Filippo Bubbico.

  La seduta comincia alle 12.05.

5-04620 e 5-08517 Vallascas: Sugli atti intimidatori compiuti ai danni degli amministratori locali della Sardegna.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, avverte che le interrogazioni Vallascas 5-04620 e 5-08517, vertendo sul medesimo argomento, saranno svolte congiuntamente.

  Il viceministro Filippo BUBBICO risponde alle interrogazioni in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Andrea VALLASCAS (M5S), replicando, fa notare che le misure testé richiamate dal rappresentante del Governo appaiono dei meri palliativi, giudicati insufficienti a salvaguardare il ruolo degli amministratori locali della Sardegna. Sottolinea come i sindaci, pur rappresentando figure di riferimento essenziali per le comunità, appaiono sempre più abbandonati dallo Stato e dalla stessa regione, nonché privati Pag. 14di adeguate risorse finanziarie, nell'ambito di un contesto territoriale che presenta diverse problematiche sotto il profilo dell'efficienza dei servizi.

5-06073 Magorno: Sull'adozione di misure di sicurezza in favore del giornalista Nello Trocchia.

  Il viceministro Filippo BUBBICO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Emanuele FIANO (PD), cofirmatario dell'interrogazione in titolo, replicando ringrazia il rappresentante del Governo e si dichiara soddisfatto della risposta.

5-06365 Cimbro: Su iniziative di stampo neofascista organizzate in Lombardia.

  Il viceministro Filippo BUBBICO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Emanuele FIANO (PD), cofirmatario dell'interrogazione in titolo, replicando ringrazia il rappresentante del Governo e osserva preliminarmente che anche se le manifestazioni oggetto dell'interrogazione in titolo si sono già svolte, resta valido il quesito generale posto. Nel ribadire la sua fiducia sull'operato delle Forze dell'ordine, si pone un interrogativo che è consapevole che riguardi più propriamente la magistratura: come è possibile che nel momento in cui i dirigenti di una organizzazione si dichiarano fascisti, quell'organizzazione non viene perseguita per ricostituzione del partito nazionale fascista ? Desidera, infine, sottolineare che la manifestazione di Milano a cui si riferisce l'interrogazione si è svolta senza il permesso delle autorità comunali.

5-06844 Scotto: Sul riconoscimento dello status di testimone di giustizia per Augusto Di Meo.

  Il viceministro Filippo BUBBICO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Arturo SCOTTO (SI-SEL), replicando, osserva come la vicenda oggetto dell'interrogazione in titolo sia del tutto particolare. Riguarda infatti un uomo, un eroe normale, che ha dimostrato il suo coraggio riconoscendo gli assassini di don Giuseppe Diana, figura simbolo della resistenza della Chiesa alla mafia e alla camorra che desidera ricordare con questa sua affermazione: «Nel nome del mio popolo non tacerò» e con la grande manifestazione svoltasi due giorni dopo il suo omicidio. Manifestazione che ha dato inizio alla grande stagione delle giornate di Libera. Sottolinea come la richiesta di Augusto Di Meo non sia singola, ma appoggiata da molti comitati e associazioni che lottano contro la camorra e la mafia. Ricorda i sacrifici e le rinunce fatti da Di Meo che ha dovuto abbandonare il suo paese e come lo stesso sia ancora sottoposto a misure di protezione, in quanto ritenuto ancora in pericolo di vita.

5-08700 Fiano: Sugli atti intimidatori nei confronti del presidente dell'ANPI (Associazione nazionale partigiani d'Italia) di Quarona (VC).

  Il viceministro Filippo BUBBICO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Emanuele FIANO (PD), replicando, si dichiara soddisfatto.

5-08801 Pellegrino: Sul nuovo statuto dell'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti.

  Il viceministro Filippo BUBBICO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 6).

  Francesco RIBAUDO (PD), cofirmatario dell'interrogazione in titolo, replicando ringrazia il rappresentante del Governo e si dichiara parzialmente soddisfatto della risposta, dato che non chiedeva certo al Ministero di sostituirsi alla magistratura Pag. 15che dovrà esprimersi sulla vicenda. Sottolinea la delicatezza della questione oggetto dell'interrogazione, dato che il trenta per cento degli iscritti all'Unione italiana dei ciechi risiede in Sicilia. Rileva come la struttura siciliana dell'Associazione abbia raccolto la fiducia sia degli assistiti che delle istituzioni e ricorda, al proposito, le due leggi speciali emanate dalla Regione siciliana. Rileva come il commissariamento e la modifica dello statuto da parte della rappresentanza nazionale dell'Associazione, questione al vaglio della Magistratura, hanno avuto come risultato la centralizzazione dei servizi e hanno messo in crisi il predetto rapporto di fiducia e a rischio il sistema di assistenza. Si è creato quindi un problema democratico, non solo in riferimento alla gestione dell'ente, ma anche rispetto alla tutela dei diritti degli assistiti. Evidenzia come il sistema di commissariamento si stia espandendo a strutture dotate di risorse, tanto da insinuare il dubbio sulle reali motivazioni di tali commissariamenti.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 12.55.

AUDIZIONI INFORMALI

  Giovedì 28 luglio 2016.

Nell'ambito dell'esame dello schema di decreto legislativo recante testo unico sui servizi pubblici locali di interesse economico generale.
(Atto n. 308).

Audizione del Presidente dell'Autorità di regolazione dei trasporti, Andrea Camanzi.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 13.05 alle 13.25.

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