CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 luglio 2016
681.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 58

RISOLUZIONI

  Mercoledì 27 luglio 2016. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Vincenzo Amendola.

  La seduta comincia alle 14.15.

7-01056 Porta: Sulla soluzione della crisi politica ed umanitaria in Venezuela.
(Discussione e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00196).

  Fabio PORTA (PD), illustrando il testo della sua risoluzione n. 7-01056, segnala che esso si riferisce ad un contesto drammatico, quale è la evoluzione della situazione in Venezuela negli ultimi due anni, che meriterebbe un approfondimento più ampio. Osservando le difficoltà che si incontrano – anche per il succedersi dei drammatici avvenimenti nel contesto europeo degli ultimi tempi – nell'affrontare situazioni relative ad aree geografiche lontane dalla nostra, reputa che la problematica in oggetto avrebbe richiesto l'interessamento della stessa Assemblea della Camera, anche in ragione del fatto che si tratta di problemi che riguardano la nostra collettività nel Paese latinoamericano, una delle comunità di più antica presenza e rilevanza e non solo in termini numerici. L'esame della risoluzione in titolo in Commissione, tuttavia, offre la sede più appropriata Pag. 59dal punto di vista dell'approfondimento del dibattito. Auspica quindi che da parte dei colleghi presenti vi sia il più alto livello di condivisione e partecipazione possibile.
  Invita, quindi, il Governo ad esprimersi e a prendere posizione in modo chiaro e fermo sulla questione. Ricorda, in proposito, che il Venezuela sta attraversando una crisi molto complessa e che, paradossalmente, le elezioni tenutesi nel Paese nel 2015, pur rappresentando un importante passo in avanti nella direzione dell'affermazione degli istituti democratici e del pluralismo, hanno finito per aggravare il già difficile quadro politico-istituzionale. Alla netta vittoria delle forze di opposizione, infatti, l'esecutivo di Caracas ha risposto con un sostanziale rigetto delle decisioni democraticamente adottate dal Parlamento. Nell'auspicare che tale situazione non degeneri, come purtroppo avvenuto negli ultimi mesi in occasione di alcuni episodi al limite della guerra civile, auspica che il Governo venezuelano voglia compiere atti significativi, quali la liberazione dei detenuti politici in carcere da molto tempo, a volte in assenza di processi che rispettino gli standard di diritto riconosciuti a livello internazionale. Ricorda, poi, che le decisioni governative sono state impugnate tramite la richiesta di indizione del referendum revocatorio, inserito dall'ex presidente Chávez nella nuova Costituzione venezuelana e suffragato da un numero di firme ampiamente superiore al minimo previsto, che si spera possa essere appunto indetto nel corso dei prossimi mesi.
  Evidenzia, altresì, che si sono attivati per la soluzione della crisi venezuelana anche alcuni importanti attori multilaterali, quali l'Organizzazione degli Stati Americani, l'UNASUR (Unione delle nazioni sudamericane), l'Unione europea, nonché il Vaticano, con il Segretario di Stato monsignor Parolin, già Nunzio apostolico a Caracas, e il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, con John Kerry, ma anche con Thomas Shannon, inviato speciale del Segretario di Stato per il Venezuela.
  Rileva, pertanto, che, anche con riferimento alle conclusioni del Consiglio europeo in merito, come Parlamento e Governo italiano non possano non assumere un'iniziativa specifica al riguardo.
  Come presidente della sezione italiana del gruppo di amicizia Italia-Venezuela in sede di Unione interparlamentare, prospetta l'eventualità di un incontro, da tenersi possibilmente in Venezuela, con i colleghi del Parlamento di Caracas per dimostrare loro l'attenzione, la vicinanza e la sensibilità istituzionale del Parlamento italiano alla complessa dinamica venezuelana.
  Sottolinea, quindi, la situazione di particolare criticità che stanno attraversando anche i nostri connazionali residenti in Venezuela, peraltro ben nota sia al sottosegretario Amendola che al Ministro Gentiloni. In particolare, rammenta le esigenze già manifestate in altre occasioni, che si traducono, in particolare in due punti specifici. Il primo è relativo alla urgente spedizione di medicinali, di cui viene lamentata la scarsità. Il secondo concerne le iniziative da adottare – che rispondono ad una questione di cui sia Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale sia il Ministero del lavoro e della previdenza sociale hanno piena consapevolezza in quanto emergenza umanitaria e rispetto alla quale è stata depositata, per suo tramite, una raccolta di firme dei nostri connazionali – affinché i nostri connazionali possano tornare ad usufruire delle prestazioni previdenziali sospese a seguito della decisione del governo di Caracas di applicare unilateralmente un diverso tasso di cambio della moneta locale. Ricorda che tale esigenza è stata più volte manifestata, tramite numerosa corrispondenza, dagli nostri connazionali in Venezuela che lamentano la mancata percezione di una somma che spesso rappresenta l'unica fonte di reddito.
  Concludendo, invita i colleghi a votare a favore della sua proposta di risoluzione, nel testo riformulato, auspicando, come Pag. 60già detto, un pronto interessamento del nostro Esecutivo in ordine alla soluzione della problematica illustrata.

  Il sottosegretario Vincenzo AMENDOLA evidenzia che il tema della crisi politica, economica, sociale e di sicurezza in atto in Venezuela ha delle ripercussioni sulla politica estera e sugli interessi internazionali del nostro Paese. Ricorda di aver già affrontato l'argomento in Commissione e che anche l'altro ramo del Parlamento affronterà la questione, che si propone in termini drammatici anche con riferimento all'uccisione del funzionario italiano Mauro Monciatti, in servizio presso il Consolato generale d'Italia a Caracas, rinvenuto privo di vita il 6 giugno scorso, nella sua abitazione. Tale evento, le cui circostanze dovranno essere chiarite, come richiesto dal nostro Governo alle autorità venezuelane, rappresenta un ulteriore campanello d'allarme per le condizioni anche di chi lavora per difendere gli interessi dei nostri connazionali in Venezuela.
  Rammentando, poi, di aver già risposto ad alcuni atti di sindacato ispettivo sull'argomento, tra i quali anche uno a prima firma dell'onorevole Porta, ricorda l'impegno ministeriale ad assicurare assistenza alla collettività italiana presente in Venezuela. Ricordando, quindi, l'importanza, anche a livello numerico dei nostri connazionali presenti nel Paese latino-americano, osserva che è in corso il rafforzamento del coordinamento dell'Ambasciata italiana con i Consolati di Caracas e Maracaibo, con la rete dei consoli onorari, le associazioni culturali e le imprese. Sottolinea che particolare attenzione è riservata alla questione della sicurezza, tema prioritario negli incontri con gli esponenti del governo di Caracas, avuto riguardo all'incremento dei livelli di criminalità nel Paese.
  Evidenziando che il Governo italiano ha sempre cercato di mantenere aperto un canale di comunicazione e dialogo con le autorità venezuelane, ricorda come l'Italia sia l'unico Paese occidentale ad avere instaurato un regolare meccanismo di consultazione tra l'Ambasciata italiana a Caracas e il Ministero degli esteri del Venezuela.
  Rievoca, quindi, l'intensa azione politico-diplomatica condotta sia a livello europeo sia a livello bilaterale, al fine di promuovere un dialogo tra governo ed opposizione in Venezuela e superare l'attuale situazione di stallo politico-economica.
  Ribadisce, poi, il sostegno del Governo italiano agli sforzi di mediazione in atto, in particolare da parte dell'UNASUR e la partecipazione all'orientamento della politica europea su tale questione, come in occasione del Consiglio UE affari esteri del 18 luglio, che, come ricordato dall'onorevole Porta, ha adottato delle conclusioni sul Venezuela.
  Sul piano bilaterale, sottolinea che la sollecitazione italiana al governo venezuelano è mantenere un approccio ragionevole e costruttivo alla crisi in atto. Ricorda, inoltre, che è previsto a breve, a Roma, un incontro tra il Ministro Gentiloni e la sua omologa venezuelana Rodriguez, osservando come, in tale occasione il Governo non mancherà di veicolare i messaggi che i proponenti l'atto in discussione hanno manifestato. Conferma, dunque, l'impegno del nostro Paese ad intervenire a sostegno di iniziative volte anzitutto a lenire gli effetti sulla popolazione locale, anche partecipando ad azioni promosse dalle organizzazioni internazionali, con la collaborazione del governo di Caracas. Evidenzia come, in tale ambito, particolare importanza sia da attribuire alla penuria dei medicinali che si registra in Venezuela, ricordando come le preoccupazioni italiane in merito siano state espresse anche con una lettera all'Ambasciatore venezuelano, al quale è stata consegnata anche una lista con i medicinali più richiesti dalla nostra collettività.
  Riafferma, inoltre, la piena disponibilità a individuare modalità concrete per l'invio dall'Italia di farmaci destinati ai nostri connazionali, oltre a sostenere l'intervento di eventuali organismi internazionali Pag. 61quali FAO od OMS nella fornitura di medicinali richiesti dalle autorità venezuelane.
  Osserva, altresì, che un'attenzione specifica continuerà ad essere riservata alla situazione dei pensionati italiani in Venezuela. Ricorda, infatti, che la Farnesina è ripetutamente intervenuta presso le amministrazioni interessate, con l'obiettivo di riconsiderare il tasso di cambio utilizzato dall'INPS per calcolare il valore della pensione venezuelana e, conseguentemente, l'integrazione al minimo della pensione italiana con la maggiorazione sociale. Auspica che si assuma una decisione favorevole al riguardo, che consenta di procedere ad un celere pagamento delle spettanze, per mitigare, almeno in parte, l'insostenibile situazione di disagio dei nostri connazionali.
  Evidenzia, in conclusione, che il tema della crisi venezuelana investe la comunità internazionale, intesa nei suoi organismi multilaterali, per la risoluzione di un conflitto passibile di avere conseguenze drammatiche. Ribadisce, da ultimo, che l'impegno italiano è, dal punto di vista multilaterale, di sostegno alle iniziative volte alla risoluzione del conflitto, dal punto di vista bilaterale, continuare a chiedere soluzioni adeguate a temperare l'elemento emergenziale dei nostri connazionali, come della popolazione venezuelana nel suo complesso, anche con riferimento a quanto espresso nell'atto di indirizzo in esame, della cui presentazione ringrazia gli onorevoli proponenti.

  Bruno CENSORE (PD), nel sottoscrivere l'atto di indirizzo in titolo, ricorda il quadro drammatico della situazione venezuelana, riportando le testimonianze di alcuni nostri connazionali ivi residenti, tra cui anche alcuni suoi familiari, soprattutto in relazione alla scarsità di medicinali e generi alimentari, specialmente nelle zone interne del Paese. Ritiene, dunque, altamente meritoria l'adozione di tutte le iniziative parlamentari possibili per alleviare le difficoltà in essere in Venezuela.

  Alessio TACCONI (PD), ringraziando il collega Porta per la presentazione della risoluzione in discussione, nonché il sottosegretario Amendola e il Governo per l'impegno manifestato verso la mitigazione delle difficoltà riscontrate dalla comunità italiana in Venezuela, sottoscrive anch'egli l'atto di indirizzo in titolo.

  Maria Edera SPADONI (M5S) preannunzia il voto favorevole del suo gruppo sulla risoluzione in titolo.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva, quindi, la risoluzione n. 7-01056, come riformulata, che assume il n. 8-00196 (vedi allegato 1).

  La seduta termina alle 14.45.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 27 luglio 2016. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Vincenzo Amendola.

  La seduta comincia alle 14.45.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2015.
C. 3973 Governo.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2016.
C. 3974 Governo.

Tabella n. 6 recante lo stato di previsione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per l'anno finanziario 2016 (limitatamente alle parti di competenza).
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto e conclusione – Relazioni favorevoli).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

  Francesco MONACO (PD), relatore, nell'illustrare i provvedimenti in titolo, evidenzia Pag. 62che il Rendiconto per il 2015 del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale registra 2.128 milioni sia per le spese in conto competenza sia per le autorizzazioni di cassa. Il raffronto tra gli stanziamenti di competenza delle previsioni di bilancio per il 2015 e di quelle definitive in sede di rendiconto registra un aumento complessivo di 254,5 milioni, pari all'11,7 per cento delle previsioni iniziali.
  Osserva, inoltre, che, come per gli anni precedenti, si conferma un riequilibrio, sia pure parziale, a favore del Ministero e che la consistenza dei residui presunti risulta valutata, al 31 dicembre 2015, in 225,9 milioni per la parte corrente e in 10,6 milioni per la parte capitale. Rileva, quindi, che le più importanti variazioni di competenza interessano la Missione più rilevante, ovvero la Missione n. 4 (L'Italia in Europa e nel mondo), che ha registrato un incremento di 234,9 milioni di euro.
  Analizzando gli 11 Programmi in cui si ripartisce lo stanziamento della Missione n. 4, rileva che quello interessato dalla maggiore variazione è il Programma 4.2 (Cooperazione allo sviluppo), che ha registrato un aumento di 217,1 milioni. Tra i capitoli del Programma 4.2 segnala il capitolo 2180 (Contributi volontari alle organizzazioni internazionali, nonché alle Banche e Fondi di sviluppo), con un incremento di 108,4 milioni, il capitolo 2182 (Finanziamenti gratuiti per studi e assistenza tecnica volti anche ad ostacolare la produzione della droga), con un incremento di 76,5; il capitolo 2183 (Finanziamenti a titolo gratuito per far fronte a calamità, per la lotta alla fame e alle carenze igienico-sanitarie), con una maggiorazione di 14,5 milioni; il capitolo 2181 (Contributi alle ONG idonee), con un aumento di 9,7 milioni di euro; il capitolo 2210 (Fondo per lo sminamento umanitario), con un incremento di 1,7 milioni; il cap. 2001 (Competenze fisse e accessorie al personale al netto dell'IRAP), con un incremento di 9,8 milioni.
  Ricorda, poi, che a seguito della legge n. 125 del 2014, recante disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo, l'intero settore è stato modificato incisivamente, tra l'altro, con l'istituzione dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo: anche i capitoli di bilancio inerenti agli aiuti internazionali, a partire dal 2016, sono mutati, e la cooperazione a dono si risolve essenzialmente nella dotazione finanziaria per l'Agenzia. Osserva, al proposito, che le principali tipologie d'intervento nell'ambito della cooperazione allo sviluppo sono state i doni ai Paesi in via di sviluppo per 188 milioni di erogato, i crediti di aiuto per 88 milioni, a fronte di un impegno di 200,5 milioni, i doni ad organismi internazionali per 189,2 milioni e i contributi obbligatori per 492 milioni.
  In riferimento al debito estero sovrano detenuto verso l'Italia dai Paesi in via di sviluppo (PSV) e dai Paesi emergenti, ricorda, poi, che l'Italia ha concluso diversi accordi bilaterali di trattamento del debito, quali le cancellazioni, le conversioni, le ristrutturazioni e il riacquisto del debito. La situazione creditoria dell'Italia al 2015, per un totale di 6,5 miliardi, è sussistente sia verso il Fondo Rotativo per la Cooperazione allo Sviluppo, attraverso il quale vengono erogati crediti di aiuto definiti bilaterali in ambito OCSE, sia verso SACE, i cui crediti sono garantiti dallo Stato.
  Riguardo agli accordi di conversione del debito, sottolinea che essi attengono alla cancellazione di parte del debito derivante da crediti di aiuto in valuta, dovuto all'Italia dai PVS, a fronte della messa a disposizione da parte dei Paesi debitori di risorse equivalenti in valuta locale, per realizzare progetti concordati tra i Governi. L'ammontare, dal 2000 al 2015, degli accordi firmati è di 1,16 miliardi, di cui effettivamente convertiti 886,3 milioni. Ed ancora, fra gli accordi di ristrutturazione o ripagamento del debito segnala quello con l'Argentina per 493 milioni per crediti di aiuto e crediti commerciali. La relazione della Corte dei conti evidenzia complessivamente come l'impegno italiano nella cooperazione allo sviluppo continui ad essere indirizzato verso l'innalzamento dell'Aiuto Pubblico allo Sviluppo, in un Pag. 63percorso di progressivo riallineamento del rapporto APS/RNL italiano agli standard internazionali.
  Ricorda, altresì, che nel 2015 il MAECI ha perfezionato l'azione per un costante miglioramento della qualità degli interventi di cooperazione allo sviluppo, attraverso la concentrazione delle risorse in un numero limitato di Paesi prioritari e, all'interno di essi, l'identificazione di un ristretto numero di settori di intervento (entrambe le misure sono tese a rafforzare l'impatto delle iniziative di cooperazione realizzate); il sempre maggior impegno in favore della trasparenza dei dati; la rigorosa applicazione di un apposito «marker efficacia» a tutte le nuove proposte di finanziamento deliberate dal Comitato Direzionale della cooperazione italiana; l'adozione di una serie di linee guida settoriali, che rendono coerente l'attività della cooperazione italiana nei singoli ambiti di intervento.
  Rammenta, ancora, che di recente, la Commissione europea ha reso noto, con comunicato del 13 aprile, che l'Aiuto Pubblico allo Sviluppo dell'UE ha raggiunto la più alta percentuale del reddito nazionale lordo mai registrata. I nuovi dati OCSE attestano che, nel 2015, l'UE ed i suoi Stati membri si sono riconfermati il primo donatore mondiale di aiuti.
  Evidenzia, poi, che l'obiettivo dello 0,7 per cento del RNL entro il 2030 è l'orizzonte quantitativo e temporale della nuova Agenda per lo sviluppo sostenibile, adottata dall'ONU. In questo contesto, l'Italia ha innalzato il suo contributo al rapporto APS/RNL dallo 0,19 per cento del 2014 allo 0,21 per cento del 2015 e si trova ad essere in Europa al 19o posto in termini percentuali sul RNL ed al decimo posto in termini quantitativi di APS, anche nel Documento di Economia e finanza 2016, il focus sull'aiuto pubblico allo sviluppo sintetizza l'impegno per riallineare gradualmente l'Italia agli standard internazionali sulla cooperazione allo sviluppo. Anche il Programma 4.6 (Promozione della pace e sicurezza internazionale) ha visto un incremento di 138,2 milioni. Tra i capitoli del Programma 4.12 si segnala il capitolo 3397 (Sostegno alle forze di sicurezza afghane), con un aumento pari a 120 milioni di euro.
  In relazione alla presenza dello Stato tramite la rete diplomatica e la rappresentanza all'estero, osserva che l'Amministrazione periferica del MAECI si compone di 297 strutture all'estero (tra ambasciate, rappresentanze permanenti presso Organizzazioni internazionali, uffici consolari, istituti italiani di cultura, delegazioni diplomatiche speciali e Sezioni distaccate di rappresentanze diplomatiche). Nel 2015 è proseguita l'azione di ri-orientamento della rete diplomatico-consolare, finalizzata ad una presenza efficace – oltre che finanziariamente sostenibile – del nostro Paese sulla scena internazionale, rafforzando in particolare la presenza istituzionale italiana in Paesi di nuova priorità sul piano politico-strategico o in aree ad economia emergente, nonché facendo leva sulla centralizzazione in strutture più grandi (cd. «Consolati hub»), in grado di generare virtuose economie di scala e incrementare il tasso di efficienza, sviluppando inoltre l'accesso a distanza per alcuni servizi.
  Passando all'illustrazione del disegno di legge di assestamento, segnala che lo stato di previsione del MAECI per il 2016, approvato con la legge 28 dicembre 2015, n. 209, recava spese in competenza per un totale di 2.288,8 milioni di euro, di cui 2.263,5 milioni di parte corrente e 25,2 milioni in conto capitale. Osserva, al proposito, che le previsioni relative alle autorizzazioni di cassa coincidono esattamente con le previsioni iniziali di competenza, e ciò tanto nell'ambito delle spese correnti, quanto con riferimento al conto capitale – e conseguentemente al totale, mentre i residui presunti al 1o gennaio 2016 ammontavano nel complesso a 123,3 milioni, di cui 115,6 milioni nella parte corrente e 7,7 milioni nel conto capitale. La massa spendibile (competenza più residui) ammonta quindi a 2.412,1 milioni, con un coefficiente di realizzazione (rapporto tra autorizzazioni di cassa e massa spendibile) che si attesta al 94,88 per cento.Pag. 64
  Rispetto a tali previsioni iniziali, evidenzia che il disegno di legge di assestamento 2015 (n. 3974) reca talune modifiche dovute in parte all'adozione, nel periodo gennaio-maggio 2016, di atti amministrativi che hanno già comportato variazioni di bilancio, e per il resto alle variazioni proposte dallo stesso disegno di legge di assestamento. Le variazioni complessivamente apportate al bilancio per atti amministrativi hanno determinato un aumento di 103,6 milioni di euro delle dotazioni di competenza e cassa, dovuti a provvedimenti amministrativi intercorsi nel periodo gennaio-maggio 2016, in relazione a provvedimenti legislativi e a norme di carattere generale nel frattempo adottate.
  In particolare, segnala che 65 milioni di euro sono stati riassegnati dal Fondo rotativo previsto dalla legge n. 183 del 1987 – si tratta del Fondo per l'attuazione delle politiche comunitarie, previsto dall'articolo 5; che 9,8 milioni di euro sono derivanti da riassegnazioni ai capitoli di «cedolino unico»; e che 26,9 milioni di euro derivano da assegnazione di fondi per consultazioni elettorali.
  Rileva, quindi, che la manovra proposta prevede un aumento negli stanziamenti di competenza di 300 mila euro – tutti di parte corrente –, accompagnato da un analogo incremento delle autorizzazioni di cassa (anche questo interamente di parte corrente).
  Osserva, altresì, che i residui, con un incremento di 113,3 milioni, si attestano a complessivi 236,6 milioni, dei quali 10,9 milioni per il conto capitale e 225,7 milioni per la parte corrente, al fine di adeguare i residui presunti a quelli risultanti dal rendiconto del 2015, nonché di tener conto delle variazioni compensative nei residui passivi in seguito all'applicazione di specifiche disposizioni legislative e che mentre le variazioni di competenza traggono origine dalle esigenze emerse dall'effettivo andamento della gestione, le modifiche alle autorizzazioni di cassa sono dovute alla necessità di recepire sia la nuova consistenza dei residui sia le variazioni proposte per la competenza.
  Conclusivamente, pertanto, rispetto alle previsioni iniziali, le spese previste registrano un aumento complessivo di 103,9 milioni di euro tanto per la competenza che per le autorizzazioni di cassa, con le previsioni per il 2016 che risultano assestate a 2.392,7 milioni per la competenza e per la cassa, con 236,6 milioni di residui accertati.
  Integra, infine, la propria esposizione segnalando alcune questioni rilevanti per l'Amministrazione degli Affari esteri a partire dal fatto che la Farnesina si è anche avvalsa di integrazioni di bilancio in corso di esercizio, derivanti da provvedimenti di carattere straordinario, diretti a finanziare specifiche attività o interventi. In tal modo nel 2015 sono stati attribuiti fondi per lo più destinati alla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, non adeguati tuttavia a compensare la perdita di risorse derivante dal processo di spending review. Con tali risorse si è comunque potuto garantire interventi non rinviabili per alcune sedi estere in termini di rafforzamento delle misure di sicurezza e di funzionamento di uffici situati in aree di crisi. Inoltre, ha rappresentato una problematica la riduzione tendenziale delle spese per il personale, connessa al turn-over negativo, e delle altre spese di funzionamento ma senza che ciò abbia compromesso la capacità della Farnesina di svolgere il proprio lavoro ad alto livello, sia in termini di risposta alle crisi internazionali, sia sul piano delle questioni multilaterali e globali.
  Infine, quanto alle esigenze di rimodulazione riferite al rafforzamento di alcune sedi diplomatiche, esse sembrano coerentemente riferirsi al rilancio della Rappresentanza Permanente presso l'Unione Europea, il cui ruolo appare cruciale nell'attuale fase critica per il processo di integrazione europea, nonché della Rappresentanza Permanente presso le Nazioni Unite a New York in considerazione della titolarità italiana nel 2017 di un seggio non permanente presso il Consiglio di Sicurezza ONU. È altresì da richiamare, anche se non è oggetto del provvedimento in esame, l'importanza delle percezioni Pag. 65consolari riscosse dalle sedi all'estero per ricostituire un livello minimo adeguato degli stanziamenti destinati al funzionamento degli uffici all'estero a favore dei connazionali e delle imprese italiane.
  Alla luce di quanto illustrato, formula per entrambi i provvedimenti testé illustrati una proposta di relazione favorevole, che potranno essere eventualmente integrate alla luce del dibattito odierno (vedi allegati 2 e 3).

  Il sottosegretario Vincenzo AMENDOLA si associa alla relazione illustrativa svolta dal deputato Monaco che integra segnalando, per quanto concerne il provvedimento recante il Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2015, che nel 2015 il MAECI ha potuto disporre di uno stanziamento definitivo di competenza pari a circa 2,6 miliardi di euro. Tale ammontare, che nel suo insieme corrisponde a una quota minima del bilancio dello Stato e del PIL, è costituito, per la massima parte, da stanziamenti «non rimodulabili», pari, a consuntivo, a oltre 2 miliardi di euro, ovvero importi relativi a cosiddetti oneri inderogabili, destinati, in misura preponderante, all'Aiuto pubblico allo sviluppo, al versamento di contributi obbligatori a enti internazionali, in virtù di accordi vincolanti per legge, o al pagamento di stipendi al personale. Rispetto a questo ammontare dalla composizione così rigida, la quota residua di stanziamenti iniziali liberamente rimodulabili è talmente limitata (circa 183 milioni di euro, se si considera il bilancio di previsione 2015) che non agevola certo le capacità della Farnesina di affrontare le crescenti sfide di un contesto globale in continuo cambiamento, tale da rendere sempre più complessa e prioritaria l'attività di politica estera per il nostro Paese (si pensi alla preoccupante escalation del terrorismo internazionale).
  Aggiunge che, rispetto al 2014, non si registrano sostanziali mutamenti nel quadro generale del bilancio dell'Amministrazione degli Affari Esteri. Permane, infatti, il trend di riduzione sia della componente legata alle spese di personale, principalmente per effetto del turn-over negativo (22 per cento del personale di ruolo in meno tra il 2005 e il 2015), sia delle altre spese di funzionamento (212 milioni di euro tra il 2010 e il 2014), a causa dei ripetuti tagli lineari, disposti dai provvedimenti di contenimento della spesa sulla categoria delle risorse per l'acquisto di beni e servizi.
  È vero che per la prima volta, dopo anni di misure di riduzione della spesa, nel 2015 non si sono registrati tagli aggiuntivi in corso d'anno al bilancio del Ministero, a parte quanto previsto dalla legge di Stabilità per il 2015 o dalle manovre disposte in anni precedenti. Tuttavia, l'andamento negativo dell'organico di ruolo e delle risorse finanziarie rimodulabili, si traduce inevitabilmente, per l'Amministrazione, in maggiori difficoltà nel garantire l'efficace azione della rete di uffici all'estero.
  Sottolinea che, nonostante le problematiche evidenziate, la Farnesina ha saputo portare avanti le proprie linee di intervento e di iniziativa diplomatica, sia in termini di risposta alle crisi internazionali, sia sul piano delle questioni multilaterali e globali. Segnala poi che il nuovo sistema di determinazione dell'indennità di servizio all'estero (ISE), proposto dall'Amministrazione e inserito nella legge di stabilità n. 190 del 2014 (articolo 1, comma 319), come contributo del MAECI alla spending review, ha determinato un maggiore gettito fiscale e contributivo che – a regime – ammonta a 32,3 milioni su base annua (di cui 26,8 milioni di euro relativamente al personale MAECI e 5,5 milioni relativamente al comparto scuola). Al riguardo, valutando tale misura con un approccio da «esterno» rispetto alla struttura amministrativa, sottolinea che si è trattato di una scelta virtuosa da parte della Farnesina, che ha consentito di realizzare benefici pur se a fronte di importanti sacrifici.
  La Farnesina si è anche avvalsa di integrazioni di bilancio in corso di esercizio, derivanti da provvedimenti di carattere straordinario, diretti, come nel caso del decreto di proroga delle missioni internazionali, Pag. 66a finanziare specifiche attività o interventi. Nel 2015 sono stati attribuiti, con tali provvedimenti, circa 290 milioni di euro, in gran parte destinati alla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, che, tuttavia, non compensano la perdita di risorse, disposta dalle norme di contenimento della spesa, adottate negli ultimi anni. Grazie a tali incrementi, è stato comunque possibile garantire interventi indispensabili su talune sedi estere, non solo per il rafforzamento delle misure di sicurezza, ma anche per il funzionamento di uffici situati in aree di crisi.
  Rileva, poi, che circa la metà delle economie di bilancio, riscontrate a conclusione dell'esercizio finanziario, è riferita, eccettuati i capitoli stipendiali, al capitolo 2306, relativo al contributo obbligatorio da versare al Fondo Europeo di Sviluppo, il cui stanziamento, pari a 470 milioni di euro, è stato trasferito, come semplice partita di giro, per la prima volta al MAECI, dal Ministero dell'economia e delle finanze, proprio nel 2015. Le economie maturate non sono quindi riferibili a criticità gestionali, ma, in misura preponderante, alla differenza tra lo stanziamento istituito a norma di legge e l'entità dei versamenti effettivamente richiesti dagli stessi organi comunitari.
  Quanto al provvedimento C. 3974, alla luce di esigenze sopravvenute in corso di esercizio, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha formulato alcune proposte di rimodulazione compensativa dei propri stanziamenti, nonché limitate richieste di integrazione di prioritario interesse, per sopperire alle esigenze di funzionamento degli Uffici all'estero. Tra le esigenze di rimodulazione presentate, segnala quella di reintegro delle disponibilità del capitolo 3153, per un importo pari a 2,6 milioni di euro, relativo ai «Contributi agli Enti gestori dei corsi di lingua italiana all'estero». Tale richiesta scaturisce dall'impegno assunto dal Governo in sede parlamentare, in occasione di atti di sindacato ispettivo, a reintegrare lo stanziamento dei fondi a disposizione nel 2016 per finanziare le attività degli enti che si occupano della diffusione della lingua italiana all'estero, mediante la realizzazione di corsi. Pur trattandosi di spese correnti, si tratta di un investimento che il Governo ritiene di importanza strategica per preservare e rafforzare la capacità di insegnamento della nostra lingua nel mondo. Per questo, sono state reperite all'interno del bilancio del Ministero le risorse necessarie mediante compensazione dal capitolo 1613, che finanzia il funzionamento degli Uffici all'estero.
  Segnala poi la richiesta di incremento delle risorse per finanziamento del servizio all'estero, finalizzate al rafforzamento di alcune Sedi diplomatiche. Vi è effettivamente l'esigenza di incrementare le capacità operative della nostra Rappresentanza presso l'Unione Europea a Bruxelles, per tutelare e promuovere al meglio gli interessi nazionali nell'attuale fase critica dell'integrazione europea. È noto infatti che la nostra Missione a Bruxelles, come ha rilevato da ultimo il Ministro Calenda nella sua esperienza da Rappresentante Permanente, dispone di risorse umane ben inferiori nel numero rispetto a quelle messe in campo dai Grandi dell'UE. Occorre poi mettere la nostra Rappresentanza Permanente alle Nazioni Unite (New York) in condizione di preparare al meglio, con personale aggiuntivo, la partecipazione ai lavori del Consiglio di Sicurezza ONU nel 2017, anno in cui l'Italia vi siederà in qualità di membro non permanente, a seguito dell'accordo recentemente concluso con i Paesi Bassi.
  Infine, la gestione delle crisi regionali in atto nell'area del Mediterraneo e del Medio Oriente e le iniziative diplomatiche assunte dall'Italia per farvi fronte (si pensi al «migration compact») impongono un potenziamento delle risorse finanziarie a disposizione, alla luce dei ristrettissimi margini disponibili sugli attuali stanziamenti del capitolo 1276, che al termine del 2015 ha fatto registrare un avanzo di 1.500 euro. Il maggior fabbisogno del capitolo che finanzia il servizio all'estero per le esigenze sopra rappresentate è pari a circa 2 milioni di euro, che, tenuto conto dei Pag. 67tempi per l'invio all'estero del personale entro la fine dell'anno, si riduce a circa 1 milione; esso ha trovato compensazione in una corrispondente riduzione di talune spese rimodulabili del bilancio MAECI. A tale cifra si è aggiunta l'integrazione pervenuta a carico del bilancio del Ministero dell'Economia per l'invio a Pechino di un funzionario della stessa Amministrazione finanziaria, con incarico di esperto presso la nostra Ambasciata.
  Trattandosi di esigenze di spesa che andranno oltre il 2016, sulla base delle indicazioni fornite dal Ministero dell'Economia si proporrà la rimodulazione in esame, accompagnandola con un'apposita previsione normativa, anche in sede di presentazione delle proposte per la legge di stabilità 2017.
  Passando alle richieste di integrazione, il Ministero è destinatario di alcune disposizioni che prevedono annualmente la riassegnazione di quote delle percezioni consolari riscosse dalle Sedi all'estero. In soli sei anni (dal 2010 al 2016) le entrate consolari riscosse dagli Uffici all'estero sono cresciute da circa 95 milioni di euro a circa 146,5 milioni, con un incremento percentuale pari a oltre il 54 per cento. Per il 2016, il totale dei maggiori introiti derivanti sia dall'aumento dei diritti consolari (ex articolo 41-bis del decreto-legge n. 83 del 2012), sia dal cosiddetto «differenziale» tra le percezioni del 2015 e quelle del 2014 per l'applicazione della tariffa consolare (articolo 1, comma 568, della legge n. 296 del 2006), ammonta a 9,2 milioni di euro, già versati da questa Amministrazione in entrata al bilancio dello Stato. Di tali versamenti si è richiesta la riassegnazione, come previsto dalle disposizioni di legge sopra citate, senza che ciò comporti nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, trattandosi di maggiori entrate riscosse dagli Uffici consolari. La riassegnazione, tuttavia, è stata stralciata dal provvedimento in esame, per essere attribuita mediante atto amministrativo da emanarsi a cura del Ministero dell'Economia e Finanze.
  È importante sottolineare che la riassegnazione di questi fondi contribuirà a ricostituire un livello minimo adeguato degli stanziamenti destinati al funzionamento degli Uffici all'estero, per assicurare le attività istituzionali a favore dei nostri connazionali e delle imprese italiane.
  Preme, dunque, sottolineare che la Farnesina non può permettersi di affrontare ulteriori riduzioni agli stanziamenti destinati a garantire il funzionamento della rete dei propri Uffici in Italia e all'estero. È questo il motivo per cui, già a partire dallo scorso esercizio, il Ministero ha proposto e ottenuto che il contributo da parte del MAECI agli obiettivi di miglioramento dei saldi di finanza pubblica, in sede di spending review, fosse attuato soprattutto attraverso misure positive di incremento delle entrate piuttosto che di ulteriori riduzioni degli stanziamenti. Su questa linea si intende proseguire in futuro, promuovendo, d'altra parte, un rafforzamento degli strumenti di politica estera, in una congiuntura internazionale densa di sfide e di opportunità per il nostro Paese come è quella che stiamo vivendo.

  Laura GARAVINI (PD) esprime viva soddisfazione per la relazione svolta dal collega Monaco e per gli elementi integrativi forniti dal sottosegretario Amendola, da cui si evince lo sforzo del Governo volto ad incrementare le risorse a disposizione delle comunità di connazionali all'estero. In generale, la manovra correttiva appare pienamente congrua ad un'Italia protagonista della scena internazionale soprattutto grazie al rilancio della leva della cooperazione allo sviluppo dopo anni di tendenza riduttiva. L'Italia è oggi presente più che mai sulla scena europea e su quella internazionale, impegnata in delicati processi di ricostruzione della pace e per la soluzione di questioni epocali, come quella migratoria. Le misure di riduzione della spesa adottate dalla Farnesina, come quella relativa all'indennità per il servizio all'estero e per l'efficientamento della rete consolare, inclusi i consoli onorari, appaiono davvero congrue rispetto agli obiettivi di rilancio del processo di internazionalizzazione del sistema Paese. Ringrazia per tale impegno in particolare il sottosegretario Pag. 68Amendola, ribadendo soprattutto i risultati positivi conseguiti rispetto al 2014.

  Fabio PORTA (PD) si associa alle parole della collega Garavini apprezzando davvero il recupero di fondi a favore degli enti gestori e dell'obiettivo di promozione dello studio e della cultura italiana nel mondo, per il quale ringrazia a sua volta il sottosegretario Amendola. Rivolge, quindi, un appello al relatore affinché la relazione favorevole sul disegno di legge di assestamento possa essere integrata da un auspicio affinché le percezioni consolari possano essere integralmente riassegnate alla stessa rete consolare e non invece essere destinate al Ministero dell'economia e delle finanze. Tale riassegnazione dovrebbe, peraltro, essere accompagnata dalla indicazione degli obiettivi di impiego dei fondi riassegnati in coerenza con il contesto in cui esse sono stati realizzati, come ad esempio in riferimento ai procedimenti per l'acquisto della cittadinanza italiana. Auspica che in occasione della prossima legge di stabilità si possa elaborare una norma specifica in tale direzione.

  Francesco MONACO (PD), relatore, accoglie la proposta di riformulazione avanzata dal collega Porta, che potrà integrare l'ultimo punto della premessa.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva, con distinte deliberazioni, la proposta di relazione favorevole del relatore sul disegno di legge C. 3973 Governo recante «Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2015» e sul disegno di legge C. 3974 Governo recante «Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2016» e sulla allegata Tabella n. 6, recante lo Stato di previsione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per l'anno finanziario 2016, limitatamente alle parti di competenza. Delibera altresì di nominare il deputato Monaco relatore presso la V Commissione.

  La seduta termina alle 15.20.

AVVERTENZA

  I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

SEDE REFERENTE

Trattati internazionali, basi e servitù militari.
C. 2 iniziativa popolare.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 679 del 21 luglio 2016, a pagina 226, seconda colonna, le parole dalla sedicesima alla ventesima riga sono sostituite dalle seguenti: «Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che, ai fini dell'esame del provvedimento in titolo, il gruppo Area Popolare ha comunicato alla Presidenza della Commissione di avere sostituito il deputato Paolo Alli con il deputato Andrea Causin, componente della IV Commissione».

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