CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 29 giugno 2016
664.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
COMUNICATO
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SEDE LEGISLATIVA

  Mercoledì 29 giugno 2016. — Presidenza del presidente Michele Pompeo META. — Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti Umberto Del Basso De Caro.

  La seduta comincia alle 14.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Michele Pompeo META, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 65, comma 2, del regolamento, la pubblicità delle sedute per la discussione in sede legislativa è assicurata anche mediante la pubblicazione di un resoconto stenografico e la trasmissione attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.

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Modifiche al codice della navigazione in materia di responsabilità dei piloti dei porti e disposizioni in materia di servizi tecnico-nautici.
C. 2721 Tullo ed altri.

(Seguito della discussione e conclusione – Approvazione).

  La Commissione prosegue la discussione del provvedimento, rinviata nella seduta del 14 giugno 2016.

  Michele Pompeo META, presidente, avverte che, entro il termine fissato alle ore 15 del 16 giugno, non sono stati presentati emendamenti riferiti al testo adottato dalla Commissione come testo base (vedi Bollettino delle Giunte e delle Commissioni del 14 giugno 2016). Non essendoci deputati che intendono intervenire, pone in votazione l'articolo 1.

  La Commissione approva l'articolo 1.

  Michele Pompeo META, presidente, non essendoci deputati che intendono intervenire, pone in votazione l'articolo 2.

  La Commissione approva l'articolo 2.

  Michele Pompeo META, presidente, non essendoci deputati che intendono intervenire, pone in votazione l'articolo 3.

  La Commissione approva l'articolo 3.

  Michele Pompeo META, presidente, avverte che non sono stati presentati ordini del giorno. Avverte altresì che il relatore ha predisposto una proposta di correzioni di forma (vedi allegato 1).

  Michele MOGNATO (PD), relatore, illustra la proposta di correzioni di forma.

  La Commissione approva la proposta di correzioni di forma del relatore (vedi allegato 1).

  Michele Pompeo META, presidente, avverte che, se non vi sono obiezioni, in caso di approvazione la presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo.

  La Commissione acconsente.

  Il sottosegretario Umberto DEL BASSO DE CARO ribadisce la piena condivisione del Governo riguardo ai contenuti del provvedimento, già espressa nel corso dell'esame.

  Michele Pompeo META, presidente, dà conto delle sostituzioni, avvertendo che il deputato Alan Ferrari sostituisce la deputata Magda Culotta.
  Indìce quindi la votazione nominale sul testo di cui si è concluso l'esame.

  La Commissione approva, con votazione nominale finale, il testo della proposta di legge C. 2721 Tullo ed altri, come modificato dalle correzioni di forma apportate.

  La seduta termina alle 14.40.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 29 giugno 2016. — Presidenza del presidente Michele Pompeo META.

  La seduta comincia alle 14.40.

Misure per il sostegno e la valorizzazione dei comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti e dei territori montani e rurali, nonché disposizioni per la riqualificazione ed il recupero dei centri storici.
Ulteriore testo unificato C. 65 Realacci e C. 2284 Terzoni.

(Parere alle Commissioni riunite V e VIII).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con condizioni).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 21 giugno.

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  Andrea FERRO (PD), relatore, formula una proposta di parere favorevole con condizioni (vedi allegato 2).

  Vincenza BRUNO BOSSIO (PD) nel condividere la proposta di parere formulata dal relatore, in relazione alla condizione 4) del dispositivo sottolinea l'opportunità che la Commissione evidenzi l'esigenza che, nel processo di riorganizzazione del servizio postale, si possa procedere, in condizioni di particolare sofferenza dei territori, come nel caso dei comuni montani, anche alla riapertura di uffici postali già chiusi.

  Franco BORDO (SI-SEL) riguardo alla condizione 4) del dispositivo, giudica la formulazione che rinvia al contratto di programma troppo vincolante, ritenendo invece preferibile che gli enti locali possano avanzare proposte alla società fornitrice del servizio postale universale anche al di fuori delle procedure previste dal contratto di programma stesso.

  Diego DE LORENZIS (M5S) intervenendo anch'egli in riferimento alla condizione n. 4) del dispositivo, giudica opportuno introdurre nella proposta di parere la seguente osservazione: «valuti la Commissione di merito una modifica dell'articolo 9 comma 2, permettendo al fornitore del servizio universale di valutare le proposte di iniziative avanzate dai piccoli comuni al fine di migliorare il servizio postale, ma disponendo che le valutazioni debbono essere tutte corredate da motivazioni. Delle medesime iniziative e delle valutazioni effettuate sia data informazione, a cura dello stesso fornitore del servizio universale, al Ministero dello Sviluppo economico e all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, fermo restando l'obbligo per questi ultimi di pubblicare tali informazioni entro quindici giorni dal recepimento delle stesse sui propri siti istituzionali.». In sostanza giudica opportuno che si chieda che la società Poste italiane motivi adeguatamente le ragioni di una eventuale valutazione negativa su una proposta pervenuta dall'ente locale e ne dia adeguata pubblicità sul proprio sito internet.

  Michele Pompeo META, presidente, riguardo alla riapertura degli uffici postali nei territori più disagiati, ritiene opportuno che il parere contenga un inciso al riguardo, essendo la Commissione da tempo impegnata su tale tema.

  Andrea FERRO (PD), relatore, nel concordare con le considerazioni del presidente, ritiene opportuno accogliere le richieste formulate dai colleghi intervenuti nel dibattito. Riguardo alla richiesta formulata dal collega Bordo, sottolinea che il riferimento al contratto di programma dipende dal fatto che esso già prevede un'interlocuzione tra la società fornitrice del servizio postale universale e i territori, che possono far pervenire le proprie valutazioni che la società è obbligata a tenere in considerazione. Propone pertanto di non fare stretto riferimento alle procedure bensì alle modalità in esso stabilite. Riguardo a quanto richiesto dal collega De Lorenzis, ritiene condivisibile che venga data una motivazione dalla società fornitrice del servizio postale anche rispetto al mancato accoglimento delle proposte che provengono dai territori e ritiene che l'effetto di assicurare la conoscenza di tali motivazione possa essere conseguito prevedendo la trasmissione delle stesse agli enti locali interessati, che potranno poi attivare le procedure di pubblicità che ritengono opportune.
  Chiede pertanto una breve sospensione della seduta per riformulare la proposta di parere nel senso indicato.

  La seduta, sospesa alle 14.55, è ripresa alle 15.

  Andrea FERRO (PD), relatore, alla luce delle considerazioni emerse nel corso del dibattito, presenta una riformulazione della propria proposta di parere favorevole con condizioni (vedi allegato 3).

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  La Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore con condizioni, come riformulata (vedi allegato 3).

  Michele Pompeo META, presidente, sottolinea che la proposta di parere come riformulata è stata approvata all'unanimità.

  La seduta termina alle 15.10.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 29 giugno 2016. — Presidenza del presidente Michele Pompeo META.

  La seduta comincia alle 15.10.

Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica.
C. 2305 Decaro ed altri, C. 73 Realacci ed altri, C. 111 Bratti ed altri, C. 2566 Cristian Iannuzzi ed altri, C. 2827 Scotto ed altri, C. 3166 Busto ed altri.

(Seguito dell'esame e rinvio – Adozione del testo base).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 1o luglio 2015.

  Michele Pompeo META, presidente, propone, se non vi sono obiezioni, che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  Così rimane stabilito.

  Paolo GANDOLFI (PD), relatore, fa presente che il Comitato ristretto ha svolto un lavoro assai proficuo, pervenendo alla definizione di un testo che per la prima volta assegna una centralità piena ad un tema a suo avviso di grande rilevanza, quello della mobilità ciclistica, da inquadrarsi nell'ambito del tema più ampio della mobilità sostenibile, attribuendo una competenza specifica al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Sottolinea, infatti, che il testo prevede una programmazione nazionale stabile e una pianificazione pluriennale relativa alla realizzazione della rete ciclabile nazionale denominata Bicitalia, nonché una programmazione regionale e locale che promuova una mobilità urbana sostenibile, attraverso la promozione di un uso sicuro della bicicletta e dell'intermodalità di tale mezzo di trasporto con i mezzi utilizzati per il trasporto pubblico locale. Al riguardo sottolinea la gravissima condizione in cui versa la mobilità urbana nel Paese e l'esigenza che il legislatore nazionale promuova strumenti di mobilità che siano efficaci, ma anche compatibili sotto il profilo ambientale. In ultimo, evidenzia l'importante lavoro di coordinamento svolto con la Commissione Ambiente, a sua volta impegnata nell'esame di un provvedimento volto a promuovere la mobilità dolce, in modo da definire perimetri di operatività delle due Commissioni distinti e non sovrapponibili.
  Propone quindi che il nuovo testo della proposta di legge C. 2305, come definito in esito ai lavori del Comitato ristretto, venga adottato come testo base per il prosieguo dell'esame in sede referente.

  Michele Pompeo META, presidente, pone in votazione la proposta del relatore di adottare come testo base, per il seguito dell'esame in sede referente, il nuovo testo della proposta di legge C. 2305 predisposto dal Comitato ristretto (vedi allegato 4).

  La Commissione delibera di adottare come testo base il nuovo testo predisposto dal Comitato ristretto (vedi allegato 4).

  Michele Pompeo META, presidente, propone di fissare il termine degli emendamenti a mercoledì 6 luglio, alle ore 10.

  La Commissione concorda.

  Michele Pompeo META, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad una successiva seduta.

  La seduta termina alle 15.15.

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ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 29 giugno 2016. — Presidenza del presidente Michele Pompeo META.

  La seduta comincia alle 15.15.

Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante definizione dei criteri di privatizzazione e delle modalità di dismissione di una ulteriore quota della partecipazione detenuta dal Ministero dell'economia e delle finanze nel capitale di Poste italiane Spa.
Atto n. 312.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto in oggetto.

  Vincenzo GAROFALO (AP), relatore, fa presente che la Commissione è chiamata a esprimere il parere sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante determinazione dei criteri di privatizzazione e delle modalità di alienazione della partecipazione detenuta dal Ministero dell'economia e delle finanze nel capitale di Poste italiane Spa (Atto n. 312).
  Ricorda che lo schema di decreto è predisposto ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge n. 481 del 1995 (Norme per la concorrenza e la regolazione dei servizi di pubblica utilità. Istituzione delle Autorità di regolazione dei servizi di pubblica utilità). Tale disposizione prevede che per la privatizzazione dei servizi di pubblica utilità, il Governo definisca i criteri per la privatizzazione di ciascuna impresa e le relative modalità di dismissione e li trasmetta al Parlamento ai fini dell'espressione del parere da parte delle competenti Commissioni parlamentari.
  Sulle modalità di privatizzazione, la premessa richiama anche il decreto-legge n. 332 del 1994 (Norme per l'accelerazione delle procedure di dismissione di partecipazioni dello Stato e degli enti pubblici in società per azioni) e, in particolare, l'articolo 1, comma 2 del decreto che prevede che l'alienazione delle partecipazioni detenute dallo Stato sia effettuata con modalità trasparenti e non discriminatorie, finalizzate alla diffusione tra il pubblico dell'azionariato, individuate con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro delle attività produttive.
  Lo schema di decreto in esame va letto alla luce sia del completamento del collocamento sul mercato di una quota significativa di Poste italiane spa, avvenuta nel corso del 2015, sia del recentissimo decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 25 maggio 2016, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 21 giugno 2016, che ha conferito a Cassa depositi e prestiti il 35 per cento delle azioni di Poste italiane spa.
  Con riferimento al collocamento sul mercato di Poste italiane spa, ricorda che la procedura era stata avviata nel 2014 con la presentazione al Parlamento dell'Atto del Governo n. 77, titolato in forma identica allo schema oggi all'esame, sul quale la Commissione si è espressa il 26 marzo 2014. Il conseguente decreto del Presidente del Consiglio dei ministri aveva disposto l'alienazione di una quota della partecipazione detenuta dal Ministero dell'economia e delle finanze in Poste italiane in modo tale da consentire comunque il mantenimento di una partecipazione dello Stato al capitale di Poste italiane non inferiore al 60 per cento. L'operazione di cessione si è svolta attraverso un'offerta pubblica di vendita rivolta al pubblico dei risparmiatori italiani (inclusi i dipendenti) e a investitori istituzionali nazionali ed esteri di circa il 35,30 per cento del capitale sociale di Poste Italiane S.p.A. L'offerta globale di vendita di azioni ordinarie di Poste italiane finalizzata alla quotazione sul mercato telematico azionario di Borsa Italiana SpA si è conclusa il 23 ottobre 2015. La data di inizio delle negoziazioni delle azioni ordinarie della Società è stata il 27 ottobre 2015.Pag. 192
  Con riferimento alla cessione a Cassa depositi e prestiti spa del 35 per cento delle azioni di Poste Italiane da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, si precisa che essa è avvenuta a fronte di uno specifico aumento di capitale riservato al Ministero dell'economia e finanze in Cassa depositi e prestiti. L'articolo 1 del decreto ministeriale autorizza infatti il Dipartimento del Tesoro a sottoscrivere l'aumento a pagamento del capitale di Cassa depositi e prestiti società per azioni (CDP), riservato al Ministero dell'economia e delle finanze, per un importo di complessivi 2,9 miliardi di euro. L'aumento di capitale viene sottoscritto e liberato mediante il conferimento a Cassa depositi e prestiti di 457.138.500 azioni ordinarie di Poste Italiane S.p.A., pari al 35 per cento del capitale della stessa Società. A seguito di questo aumento di capitale la partecipazione del Ministero dell'economia e delle finanze in Cassa Depositi e Prestiti passa dall'80,1 per cento circa del capitale sociale all'82,77 per cento circa del capitale sociale. Si precisa che la partecipazione al capitale di Poste sarà assegnata alla gestione separata di Cassa depositi e prestiti, ma l'attività di indirizzo e di gestione continuerà ad essere esercitata dal Ministero dell'economia e delle finanze.
  Alla luce di quanto detto giudica chiaro il significato delle disposizioni di cui al comma 2 dello schema di decreto in esame. Infatti tali disposizioni stabiliscono che l'offerta al pubblico dell'ulteriore quota della partecipazione a Poste italiane dovrà consentire il mantenimento di una partecipazione dello Stato al capitale di Poste Italiane, anche per il tramite di società direttamente o indirettamente controllate dal Ministero dell'economia e delle finanze (ossia, come appena evidenziato, Cassa depositi e prestiti), non inferiore al 35 per cento.
  Rileva infatti che, nel comunicato stampa del Ministero dell'economia e delle finanze del 25 maggio 2016, che accompagnava il decreto ministeriale di cessione delle azioni di Poste italiane a Cassa depositi e prestiti, si specificava che il Ministero stesso intendeva collocare sul mercato la quota di Poste di cui sarebbe rimasta in possesso dopo l'operazione di conferimento a Cassa Depositi e Prestiti, pari al 29,7 per cento del capitale.
  Il comma 2 dello schema di decreto in commento stabilisce anche che, come nella prima tranche di privatizzazione già effettuata, l'alienazione della quota di partecipazione possa avere luogo, anche in più fasi, attraverso il ricorso singolo e/o congiunto ad un'offerta pubblica di vendita rivolta al pubblico dei risparmiatori in Italia, inclusi i dipendenti del Gruppo Poste Italiane, e/o a investitori istituzionali italiani e internazionali.
  Nella precedente operazione di privatizzazione del 2015 il Ministero dell'economia e finanze ha deciso di allocare i 453 milioni di azioni oggetto dell'offerta globale come segue: 317,1 milioni di azioni agli investitori istituzionali (70 per cento dell'offerta globale) e 135,9 milioni di azioni al pubblico indistinto e ai dipendenti del Gruppo Poste Italiane (30 per cento dell'offerta globale). All'atto del collocamento sono state cedute agli investitori istituzionali ulteriori 45,3 milioni di azioni per effetto dell'esercizio di una specifica opzione (opzione Greenshoe). Considerando tali ulteriori azioni, l'offerta è stata quindi complessivamente allocata per il 72,7 per cento agli investitori istituzionali e per il 27,3 per cento all'offerta pubblica. La domanda complessiva che si è registrata nel collocamento del 2015 è stata di 1.521 milioni di azioni pari a circa 3,35 volte il quantitativo massimo oggetto dell'offerta globale di vendita Ciò lascia intendere che non dovrebbero esservi particolari problemi riguardo all'attrattività per il mercato del nuovo collocamento.
  Il comma 3 dell'articolo 1 consente, infine, così come prevedeva anche lo schema di decreto del Presidente del Consiglio concernente la prima tranche della privatizzazione di Poste, di attivare forme di incentivazione per la partecipazione all'offerta pubblica di vendita da parte dei dipendenti del gruppo Poste italiane, tenuto conto anche della prassi di mercato e di precedenti operazioni di privatizzazione. Tali forme di incentivazione potranno Pag. 193tradursi in quote dell'offerta riservate; agevolazioni di prezzo; agevolazioni nelle modalità di finanziamento (si deve presumere, per l'acquisto di azioni della società). Con riferimento alle possibili agevolazioni di prezzo, la relazione illustrativa precisa che si potrebbe ipotizzare un bonus share, vale a dire una clausola che in seguito ad un'offerta pubblica di vendita o di sottoscrizione prevede l'allocazione a titolo gratuito ai sottoscrittori iniziali di un certo quantitativo di azioni in caso di possesso azionario ininterrotto per un determinato arco temporale.
  Nel rimettermi agli esiti della discussione, con riferimento alla formulazione del parere sull'atto, ricordo comunque il carattere strategico della società Poste Italiane Spa in Italia, che ha mostrato nel 2015 ricavi totali consolidati pari a 30,7 miliardi di euro e un utile netto consolidato di 552 milioni di euro. Si tratta dunque senza dubbio di un gruppo societario con buone performance. Ricorda infine che, a seguito di quanto stabilito dal decreto legislativo n. 58 del 2011, la società sarà fino al 2026 il fornitore del servizio universale.

  Mirella LIUZZI (M5S) ritiene utile sottolineare alcune criticità relative al provvedimento in esame, che era presumibile venisse adottato dal Governo per recuperare gli 8 miliardi di euro richiesti per bilanciare il debito pubblico, dal momento che sono slittati i termini della privatizzazione di una quota di Ferrovie dello Stato e che è stato registrato un ritardo per la collocazione sul mercato di quote di ENAV prevista per luglio 2016. Ricorda che, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 16 maggio 2014, è stata disposta la cessione di una quota non superiore al 40 per cento di Poste dal Ministero dell'economia e delle finanze a investitori privati e istituzionali. Rammenta che la prima fase di privatizzazione di Poste si è avuta alla fine del 2015 con la cessione del 35,3 per cento di quote, che hanno generato circa 3 miliardi di incasso per il Ministero dell'economia e delle finanze, permettendo al Governo di raggiungere i 6,5 richiesti come obiettivo per l'anno 2015 per il rientro dal debito pubblico. Sottolinea che il piano di rientro dal debito pubblico di cui al Documento di economia e finanza prevede una quota pari allo 0,5 per cento del PIL per gli anni 2016, 2017, 2018, pari circa a 8 mld di euro annui, per ottenere i quali il Governo ha disposto il trasferimento del 35 per cento di quote di Poste italiane a Cassa Depositi e Prestiti, per un valore pari circa a 2,9 mld. Segnala che nella seduta della Commissione dello scorso 20 marzo 2014, in occasione dell'esame dell'atto del Governo n. 77, il sottosegretario Giacomelli a fronte delle perplessità sollevate da alcuni commissari sull'operazione, aveva sottolineato l'intento del Governo di mantenere il 60 per cento delle quote della società non solo allora, ma in via definitiva, rassicurando la Commissione che non sarebbero seguite successive operazioni di privatizzazione che mettessero a rischio il controllo dello Stato su Poste italiane.
  Fa presente che Cassa Depositi e prestiti, già azionista di Poste italiane, nel 2010 ha ceduto le proprie quote per circa 3,3 miliardi al Ministero dell'economia e delle finanze e giudica opportuno che il Governo precisi le motivazioni per le quali con l'atto in esame si compie una scelta nella direzione opposta, fra l'altro registrando perdite rispetto all'operazione di vendita effettuate in passato. Evidenzia inoltre che Cassa depositi e prestiti è il soggetto che emette gli strumenti del risparmio postale, buoni e libretti, che vengono collocati sul mercato attraverso Poste per mezzo di una convenzione, e ritiene che sia necessario che la Commissione compia un approfondimento volto a verificare gli eventuali profili di conflitto di interesse. Osserva che, alla fine di questa seconda cessione, Poste italiane sarà di fatto una società privata poiché le proprie quote saranno per il 35 per cento di Cassa depositi e prestiti, società per azioni controllata dal ministero dell'economia e finanze per l'82 per cento, e il restante 65 per cento in mano a privati e investitori istituzionali. Pur sottolineando che lo statuto di Poste prevede che nessuno, oltre al Pag. 194Ministero dell'economia e delle finanze o enti pubblici o da questi controllati, possa detenere quote maggiori al 5 per cento, non ritiene questo un elemento di sufficiente garanzia, potendo lo Statuto essere modificato in qualunque momento. In ultimo, rileva che Cassa depositi e prestiti è partecipata da fondazioni bancarie che hanno chiesto utili garantiti nel 2015, e sottolinea che tale acquisizione porterà i dividendi di Poste italiane nelle casse di Cassa depositi e prestiti, che potrà a sua volta pagare gli utili alle fondazioni bancarie. Sottolinea che Cassa depositi e prestiti è anche parte del Fondo Atlante, di cui tanto si è recentemente dibattuto in Assemblea, ed è l'istituzione chiamata a decidere sul piano industriale più idoneo per il rilancio di Ilva.
  Chiede pertanto che la Commissione possa svolgere un adeguato approfondimento del provvedimento in esame, procedendo anche alle audizioni dei rappresentanti del Ministero dell'economia e delle finanze e del Ministero dello sviluppo economico nonché delle organizzazioni sindacali.

  Franco BORDO (SI-SEL) ricorda che il sottosegretario Giacomelli aveva escluso la possibilità che si verificasse una seconda operazione di privatizzazione della società Poste italiane, e che tale possibilità era stata esclusa anche dal rappresentante del Ministero dell'economia e delle finanze, che, nel corso dell'audizione svolta in Commissione su tale questione, aveva rappresentato ai deputati membri della Commissione i termini di tale operazione, senza che ciò facesse immaginare la volontà di una dismissione di fatto di Poste italiane. Concorda pertanto con l'esigenza, già manifestata nel corso del dibattito, che la Commissione possa svolgere un adeguato approfondimento del tema in esame, svolgendo le audizioni dei rappresentanti del Ministero dell'economia e delle finanze, del Ministero dello sviluppo economico, delle organizzazioni sindacali, dell'amministratore delegato di Poste italiane, delle associazioni dei consumatori, dei rappresentanti di Cassa depositi e prestiti e dei soggetti concorrenti di Poste italiane.

  Michele Pompeo META, presidente, concorda con l'opportunità che la Commissione svolga le audizioni dei rappresentanti del Ministero dell'economia e delle finanze, che ritiene essere il soggetto di maggiore rilievo nell'ambito di questa operazione dato il suo ruolo di azionista, del Ministero dello sviluppo economico, di Cassa Depositi e Prestiti nonché, se la programmazione dei lavori lo consentirà, delle organizzazioni sindacali.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.30

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.30 alle 15.40.

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