CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 21 giugno 2016
659.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (II e VI)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Martedì 21 giugno 2016. — Presidenza della presidente della VI Commissione Maurizio BERNARDO. – Intervengono il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Pier Paolo Baretta e il sottosegretario di Stato per la giustizia Cosimo Maria Ferri.

  La seduta comincia alle 13.10.

DL 59/2016: Disposizioni urgenti in materia di procedure esecutive e concorsuali, nonché a favore degli investitori in banche in liquidazione.
C. 3892 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 15 giugno.

  Maurizio BERNARDO, presidente, avverte che sono state presentate circa 440 proposte emendative (vedi allegato), alcune delle quali presentano profili di criticità relativamente alla loro ammissibilità.
  In proposito, ricorda che, ai sensi del comma 7 dell'articolo 96-bis del Regolamento, non possono ritenersi ammissibili le proposte emendative che non siano strettamente attinenti alle materie oggetto dei decreti-legge all'esame della Camera.
  Tale criterio risulta più restrittivo di quello dettato, con riferimento agli ordinari progetti di legge, dall'articolo 89 del medesimo Regolamento, il quale attribuisce al Presidente la facoltà di dichiarare inammissibili gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi che siano estranei all'oggetto del provvedimento. Ricordo, inoltre, che la lettera circolare del Presidente della Camera del 10 gennaio 1997 sull'istruttoria legislativa precisa che, ai fini del vaglio di ammissibilità delle proposte emendative, la materia deve essere valutata con riferimento «ai singoli oggetti e alla specifica problematica affrontata dall'intervento normativo». Pag. 13
  In particolare devono considerarsi inammissibili per estraneità di materia le seguenti proposte emendative:
   Maestri 8.24, che introduce tra le definizioni recate dall'articolo quella degli «scenari probabilistici» e contestualmente modifica la disciplina del TUF sui prospetti di offerta al pubblico di prodotti finanziari al fine di renderne obbligatoria la disponibilità agli investitori;
   Busin 9.0.1 e 9.0.2, i quali prevedono la pubblicazione sul sito internet della Banca d'Italia dei dati informativi sulla solidità di tutti gli istituti bancari e finanziari che operano in Italia;
   Villarosa 9.0.6, limitatamente all'ultimo periodo del primo comma, laddove prevede che il Governo emani uno o più decreti legislativi al fine di definire le modalità di funzionamento del Fondo di ristoro istituito dalla stessa proposta emendativa presso la Banca d'Italia in favore degli azionisti e obbligazionisti, conferendo in tal modo una delega al Governo in materia;
   Villarosa 9.0.15, che introduce nel TUB disposizioni in materia di: conflitti di interesse degli organi apicali delle banche; obbligo di versare una cauzione speciale presso la Banca d'Italia da parte di esponenti bancari; divieto per i soggetti che svolgono attività di impresa non bancaria di acquisire partecipazioni rilevanti o di controllo in una banca;
   Villarosa 9.0.16, che istituisce una Commissione parlamentare di vigilanza sulla Banca d'Italia;
   Villarosa 9.0.17, che reca una complessiva riforma della Banca d'Italia, con riferimento a emolumenti degli organi apicali e del personale, ai requisiti dei componenti degli organi e alle incompatibilità;
   Villarosa 9.0.18, che destina gli eventuali dividendi derivanti dalla partecipazione al capitale della Banca d'Italia ad un Fondo per il reddito di cittadinanza e al Fondo di garanzia per le PMI;
   Villarosa 9.0.19, che trasferisce le quote di partecipazione al capitale della Banca d'Italia detenute dai soggetti privati al Ministero dell'economia e delle finanze;
   Villarosa 9.0.20, che modifica le definizioni di «banca» e di «attività bancaria» contenute nel TUB, specificando in tale ambito che la raccolta di risparmio tra il pubblico e l'esercizio del credito sono funzioni di interesse pubblico;
   Villarosa 9.0.21, che introduce nel TUB una norma volta ad escludere oneri per le operazioni effettuate tramite il servizio di home banking;
   Villarosa 9.0.22 e 9.0.23, che intervengono sulla legge n. 108 del 1996 in materia di usura, modificando i criteri di calcolo del tasso di interesse definito usurario;
   Villarosa 9.0.24, il quale reca una disciplina volta ad escludere dalle procedure di affidamento dei servizi bancari e finanziari delle pubbliche amministrazioni i soggetti che esercitano attività di speculazione finanziaria ad elevata rischiosità;
   Guidesi 10.01, il quale, aggiungendo un articolo al Testo unico bancario, reca disposizioni in materia di remunerazione degli affidamenti e degli sconfinamenti nei contratti di apertura di credito;
   Guidesi 10.02, che interviene sulla legge n. 108 del 1996 in materia di usura, modificando i criteri di calcolo del tasso di interesse definito usurario;
   Guidesi 10.03, 10.04, 10.05 e 10.06, i quali, introducendo nuovi articoli nel Testo unico bancario, sono volti a escludere oneri a carico del cliente per le operazioni svolte mediante i servizi di home banking;
   Busin 10.07, volto ad escludere oneri per i pagamenti con modalità informatiche nei confronti delle pubbliche amministrazioni e dei gestori dei pubblici servizi;
   Guidesi 10.08, volto ad esclude oneri a carico di coloro che effettuano ordini di Pag. 14pagamento su supporto cartaceo presso la sede del prestatore di servizi di pagamento;
   Busin 10.09, che reca una disciplina volta ad escludere dalle procedure di affidamento dei servizi bancari e finanziari delle pubbliche amministrazioni i soggetti che esercitano attività di speculazione finanziaria ad elevata rischiosità;
   Busin 10.010, volto a introdurre una disciplina per l'affrancamento fiscale di titoli deteriorati delle banche poste in risoluzione ai sensi della legge di stabilità 2016, nonché per i titoli deteriorati di Banca popolare di Vicenza e di Veneto Banca;
   Busin 10.011, che estende i vigenti obblighi di trasparenza per gli emittenti stabiliti dal TUF anche a tutte le fattispecie di risoluzione e di gestione delle crisi bancarie;
   Busin 10.012, che pone il divieto di vendere a investitori non istituzionali obbligazioni subordinate, strumenti finanziari derivati, nonché altri strumenti finanziari considerati rischiosi;
   Villarosa 10.013, che introduce un nuovo articolo nel Testo unico bancario, vietando agli organi apicali delle banche di sottoscrivere strumenti finanziari e di stipulare atti di compravendita con la rispettiva banca;
   Villarosa 10.014, che introduce un nuovo articolo nel Testo unico bancario, prevedendo che il Consiglio superiore della Banca d'Italia possa obbligare gli organi apicali delle banche a versare una cauzione vincolata presso la stessa Banca d'Italia;
   Villarosa 10.015, che modifica il Testo unico bancario, prevedendo che i soggetti che svolgono in misura rilevante attività di impresa in settori non bancari o finanziari non possono acquisire partecipazioni rilevanti in una banca;
   Busin 11.0.1, che pone il divieto di vendere a investitori non istituzionali titoli cartolarizzati ai sensi del decreto-legge n. 18 del 2016, nonché altri strumenti finanziari considerati rischiosi;
   Marcon 11.0.2, che inserisce un nuovo articolo nel TUB, volto a individuare i requisiti che devono possedere gli intermediari di finanza etica e ad attribuire agli stessi vantaggi fiscali;
   Paglia 12.0.1 e Busin 12.0.2, che conferiscono una delega al Governo per la riforma dell'ordinamento bancario mediante la separazione tra banche commerciali e banche d'affari;
   Villarosa 12.0.3, il quale, oltre a modificare le definizioni di «banca» e di «attività bancaria» contenute nel TUB, specificando in tale ambito che la raccolta di risparmio tra il pubblico e l'esercizio del credito sono funzioni di interesse pubblico, reca una complessiva riforma della Banca d'Italia, con riferimento alle competenze, agli assetti proprietari, alla destinazione dei relativi dividendi, ai limiti agli emolumenti degli organi apicali e del personale, alle nomina del Governatore, alla composizione del Consiglio superiore della Banca, alla disciplina dei conflitti di interesse e delle incompatibilità, alla vigilanza sull'Istituto, nonché introducendo l'obbligo di versare una cauzione speciale presso la Banca d'Italia da parte di esponenti bancari.

  Avverte quindi che il termine per la presentazione di ricorsi avverso i giudizi di inammissibilità testé pronunciati è fissato alle ore 18,30 di oggi.

  Giuseppe GUERINI (PD), relatore per la II Commissione, esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti agli articoli da 1 a 6.

  Paolo PETRINI (PD), relatore per la VI Commissione, esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti agli articoli da 7 a 13.

  Il Sottosegretario Pier Paolo BARETTA esprime parere conforme a quello dei relatori.

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  Giovanni PAGLIA (SI-SEL), nel rilevare come il decreto-legge presenti numerosi punti ampiamente perfettibili, prende atto dell'intenzione della maggioranza e del Governo di non modificarne il testo. Auspica sia comunque concesso ai membri delle Commissioni lo svolgimento di un'ampia discussione durante l'esame delle singole proposte emendative.

  Daniele PESCO (M5S), nell'apprezzare la sollecita espressione dei pareri sugli emendamenti da parte dei relatori e del Governo, ritiene necessario per le forze politiche disporre di un tempo sufficiente per approfondire il contenuto delle proposte emendative presentate da tutte le forze politiche.

  Maurizio BERNARDO, presidente, ricorda che il fascicolo contenente tutti gli emendamenti presentati è a disposizione dei componenti delle Commissioni dal pomeriggio di ieri. Fa inoltre presente come, posto che giudizi di inammissibilità espressi riguardano emendamenti riferiti agli articoli da 8 a 12, le Commissioni possano avviare l'esame delle altre proposte emendative, ferma restando la possibilità di accantonare gli emendamenti il cui contenuto dovesse richiedere un ulteriore approfondimento.

  Andrea COLLETTI (M5S) ribadisce la richiesta, sollevata dal deputato Pesco, di disporre di un periodo di tempo sufficiente per compiere una più attenta riflessione sugli emendamenti proposti dai deputati degli altri gruppi. Al riguardo sottolinea come ciò si renda necessario sia in considerazione della delicatezza e tecnicità delle misure contenute nel provvedimento, sia al fine di dare la possibilità ai parlamentari di esercitare il proprio ruolo in modo attento e consapevole, attraverso valutazioni che attengano al merito delle proposte emendative.

  Maurizio BERNARDO, presidente, ribadisce l'opportunità che le Commissioni entrino nel merito dell'esame degli emendamenti, a partire da quelli riferiti all'articolo 1, rispetto ai quali sottolinea che, per la maggior parte, sono stati presentati dal gruppo del M5S, oltre che dal gruppo SI-SEL, e che quindi i suddetti gruppi non necessitano di tempo per un'ulteriore valutazione.

  Giovanni PAGLIA (SI-SEL) illustra le finalità del proprio emendamento 1.1, volto alla soppressione dell'articolo 1. A tale proposito evidenzia l'esigenza di sopprimere o, quantomeno, modificare in modo significativo, tale disposizione, riguardante la nuova garanzia reale mobiliare denominata «pegno mobiliare non possessorio», la quale appare come lo strumento per superare, in modo surrettizio, l'attuale assetto normativo in materia di crediti privilegiati, attraverso la creazione di un regime di privilegio sui beni mobili per io crediti vantati dalle banche.
  Nel sottolineare come, a fronte di ciò, sarebbe stato opportuno prevedere misure compensative a favore del debitore che accetti di porre tale garanzia sui suoi beni, critica la scelta del Governo di creare uno strumento a esclusivo vantaggio degli istituti bancari e rileva come tale meccanismo, ove fosse stato precedentemente adottato, avrebbe avuto effetti gravissimi sulle imprese durante la fase di crisi economica e di credit crunch da esse attraversato.
  Rileva inoltre il diverso atteggiamento del Governo in materia di crediti di natura fiscale rispetto a quelli detenuti dalle banche, ricordando che, con riferimento ai primi, è prevista l'impignorabilità dei beni strumentali utilizzati dalle imprese nella propria attività, mentre il pegno mobiliare introdotto dall'articolo 1 va esattamente nella direzione opposta, facilitando il pignoramento di tali beni.

  Il Sottosegretario Pier Paolo BARETTA, con riferimento all'articolo 1, chiarisce come la ratio delle disposizioni recate sia del tutto diversa da quella prospettata dal deputato Paglia. Rileva infatti come tale strumento di garanzia reale dei crediti risulti innovativo rispetto a quelli finora previsti, in quanto non comporta lo spossessamento Pag. 16del debitore rispetto al bene posto in garanzia. La norma introduce dunque un meccanismo che, oltre a favorire il recupero dei crediti da parte delle banche, si pone a sostegno delle imprese, le quali potranno infatti continuare ad avere la disponibilità e, quindi, ad utilizzare nella loro attività di impresa, i beni materiali e immateriali che avranno posto in garanzia.
  Con riferimento alle considerazioni sulla supposta creazione di un nuovo tipo di credito privilegiato a favore degli istituti bancari, precisa come tale questione sia esplicitamente affrontata dal comma 10 dell'articolo 1, il quale esclude qualunque modifica delle disposizioni in materia di procedure fallimentari, equiparando, agli effetti della revocatoria fallimentare, il pegno mobiliare non possessorio al pegno.

  Daniele PESCO (M5S) illustra le finalità del suo emendamento Villarosa 1.2, di cui è cofirmatario, anch'esso volto a sopprimere l'articolo 1.
  Nell'evidenziare come il provvedimento contenga numerose criticità, ritiene particolarmente gravi e dannose per il comparto produttivo del Paese le disposizioni contenute agli articoli 1 e 2.
  Con particolare riferimento all'articolo 1, che introduce lo strumento del pegno mobiliare non possessorio nei contratti di credito, rileva come esso metterà certamente in difficoltà le imprese e, segnatamente, le PMI, le quali, qualora non riuscissero ad adempiere agli obblighi derivanti dai contratti di finanziamento, metterebbero a rischio i loro beni produttivi.
  In particolare sottolinea come le banche saranno indotte a utilizzare il nuovo meccanismo di garanzia anche con riguardo ai contratti di finanziamento già in atto, imponendo, di fatto, agli imprenditori, la conversione del proprio contratto di finanziamento a lungo termine in finanziamenti garantiti da tale nuovo strumento.
  Sul piano più generale, pur condividendo l'opportunità di prevedere idonei meccanismi di garanzia dei crediti erogati dalle banche, rileva come il decreto-legge introduca uno strumento di natura automatica di fronte al quale gli imprenditori in difficoltà non avranno alcun mezzo di difesa nei confronti degli istituti bancari, vedendosi quindi inevitabilmente privati dei propri beni.
  In tale quadro critica aspramente anche le previsioni recate dall'articolo 2 le quali, analogamente, estendono ai finanziamenti alle imprese le previsioni in materia di «patto marciano» recentemente inserite con riferimento ai mutui residenziali dal decreto legislativo di recepimento delle direttiva 2014/17/UE. Al riguardo sottolinea come, ancora una volta, sia stato adottato un intervento che, anziché sostenere cittadini e imprese nella fase di crisi economica che l'intero sistema produttivo del Paese sta attraversando, costituisce una misura, a esclusivo vantaggio del sistema bancario, la quale avrà certamente effetti fortemente regressivi sul tessuto produttivo del Paese.
  Ritiene inoltre probabile che tali misure regressive, a fronte del grave spossessamento dei beni per le imprese e dei rischi che ciò determinerà per la stessa sopravvivenza delle imprese, non rappresentino affatto un vantaggio rilevante per le banche, posto che le stesse entreranno in possesso di beni di difficile collocazione sul mercato. A tale proposito, posto che il Governo dichiara l'intenzione di affrontare il problema della gestione delle sofferenze bancarie, ritiene sarebbe prioritario trovare soluzioni realmente efficaci in tal senso, anche attraverso l'impiego, in tali attività, del personale in esubero del settore bancario, nonché mediante il coinvolgimento dei soggetti istituzionali interessati, tra i quali cita l'ABI.
  Nel rilevare come oltre il 50 per cento dei 100 miliardi di euro di crediti in sofferenza siano relativi a finanziamenti bancari concessi per importi superiori a 1 milione di euro, sottolinea come, per effetto delle misure contenute nel decreto-legge in esame, tale grave situazione creditizia verrebbe posta esclusivamente a carico dei piccoli imprenditori. In tale contesto rileva un'ulteriore aspetto critico, relativo al fatto che le banche avrebbero la Pag. 17facoltà di stabilire unilateralmente l'evento il cui verificarsi determinerà l'escussione del pegno, con ulteriore rafforzamento del loro potere contrattuale nei confronti dei contribuenti.
  Ritiene quindi del tutto sbagliata la strategia, palesemente seguita dal Governo, di favorire il sistema bancario, attraverso l'introduzione di strumenti di garanzia che aggravano lo squilibrio dei rapporti tra banca creditrice e imprenditore debitore, con gravissime conseguenze in danno dell'intero comparto produttivo e, in particolare, delle imprese medio-piccole. Al riguardo sottolinea inoltre il rischio che tali misure abbiano un ulteriore effetto distorsivo dell'economia, determinando vantaggi per le società di grandi dimensioni e per le multinazionali, le quali andranno a occupare i settori di mercato abbandonati dalle piccole imprese in difficoltà.
  Nel preannunciare numerosi emendamenti del suo gruppo in tal senso, rileva come la priorità per il Paese sia costituita dall'esigenza di adottare misure di segno completamente diverso, orientate a facilitare l'accesso al credito per le piccole imprese, agevolandole l'accesso al Fondo di garanzia per le PMI e estendendo lo stesso anche a favore delle microimprese.
  Con riguardo alle altre disposizioni recate dal provvedimento, critica, in particolare, le misure contenute all'articolo 7, che dispone l'acquisizione, da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, della società SGA, costituita per gestire le sofferenze del Banco di Napoli.
  Teme infatti che tali risorse saranno usate per consentire la partecipazione del MEF al Fondo Atlante, con il rischio che la predetta operazione sia finalizzata a consentire che il gruppo Intesa Sanpaolo possa continuare ad operare nel settore delle sofferenze bancarie utilizzando la liquidità della predetta società SGA.
  Si dichiara quindi disponibile a ogni approfondimento pur di modificare il testo del decreto-legge, in particolare sopprimendo, ovvero modificando, gli articoli 1 e 2, e auspica che il Governo compia un passo indietro rispetto a tali misure, valutando viceversa l'introduzione di strumenti a sostegno dell'economia reale, quali, ad esempio, il social lending e la previsione di meccanismi volti a consentire la riabilitazione dei cosiddetti cattivi pagatori e il loro reinserimento nel contesto produttivo.
  Sempre nella direzione del rafforzamento della posizione delle banche, condivide le considerazioni del deputato Paglia secondo cui le previsioni dell'articolo 1 potrebbero creare l'ulteriore conseguenza di creare uno strumento di garanzia privilegiato, con effetti di squilibrio dei rapporti tra creditori, come attualmente disciplinati dalla normativa in materia.
  Nel ricordare quindi le numerose obiezioni critiche emerse anche durante le audizioni svolte durante l'esame del provvedimento al Senato, ribadisce la propria richiesta, alla maggioranza e al Governo, di sopprimere l'articolo 1, così compiendo un atto di resipiscenza rispetto a una misura dagli effetti devastanti, la cui responsabilità ricadrebbe interamente sulla maggioranza stessa.

  Paolo PETRINI (PD), relatore per la VI Commissione, rammenta come la Commissione Finanze abbia svolto numerose attività conoscitive riguardanti le problematiche delle piccole e medie imprese, rispetto alle quali è emersa in primo luogo la necessità di agevolare l'accesso al credito bancario. Evidenzia quindi come, proprio a questo scopo, siano state valutate diverse soluzioni, tra le quali il ricorso ai cosiddetti «mini bond», che, tuttavia, si sono rivelati di difficile accesso per le PMI. Nel ricordare come, nel corso della predetta attività conoscitiva, sia stata anche rappresentata l'esigenza di prevedere un meccanismo di garanzia reale di natura mobiliare, rileva come, proprio in tale prospettiva, l'articolo 1 del decreto – legge introduca lo strumento del pegno mobiliare non possessorio, al quale potrebbero fare ricorso le piccole e medie imprese, che costituiscono l'asse portante del sistema produttivo del Paese.
  Al riguardo fa notare come le principali associazioni di categoria del settore artigiano siano, infatti, favorevoli all'introduzione Pag. 18di tale forma di garanzia, e come gli imprenditori artigiani apprezzino certamente la possibilità di accedere ai finanziamenti bancari utilizzando come garanzia alcuni beni immobili che costituiscono spesso l'unico elemento di capitale di cui dispongono.

  Il Sottosegretario Pier Paolo BARETTA, nel richiamare le considerazioni già svolte nella precedente seduta di esame del provvedimento, rileva innanzitutto come la visione delle opposizioni e quella del Governo rispetto alle misure contenute nel decreto-legge siano radicalmente difformi.
  Evidenzia quindi come, nella prospettiva dell'Esecutivo e della maggioranza, gli strumenti introdotti dal decreto-legge, quali, in particolare, quelli previsti agli articoli 1 e 2 del medesimo provvedimento, non corrispondano certo alla volontà di favorire unilateralmente le banche, ma siano al contrario volte ad agevolare la possibilità degli imprenditori di ricorrere al credito bancario.
  In particolare, quanto al contratto di finanziamento previsto dall'articolo 2, osserva come lo stesso non contempla alcun automatismo nell'escussione della garanzia, dal momento che l'inadempimento si configura soltanto quanto il mancato pagamento si protragga per oltre nove mesi dalla scadenza di almeno tre rate, anche non consecutive. Segnala, peraltro, in proposito, come, in base ad una disposizione introdotta dal Senato su proposta dei gruppi di opposizione, qualora alla data di scadenza della prima delle rate non pagate, anche non mensili, il debitore abbia già rimborsato il finanziamento ricevuto in misura almeno pari all'85 per cento della quota capitale, il periodo di inadempimento è elevato da nove a dodici mesi. Rammenta, altresì, che il sopravvenuto pagamento, anche di una sola delle tre rate precedentemente scadute, determina l'azzeramento dell'intera procedura.

  Alfonso BONAFEDE (M5S) manifesta la sua netta contrarietà sul complessivo impianto del provvedimento, dal quale emerge, in modo inequivocabile, l'intento politico della maggioranza e del Governo di agevolare gli istituti bancari. Nell'osservare, infatti, come tra le banche e gli imprenditori non possa riscontrarsi un equilibrio contrattuale, che esiste unicamente sul piano teorico, segnala numerosi episodi di cronaca, i quali testimoniano come alcuni imprenditori, in situazione di grave difficoltà finanziaria, potrebbero essere indotti a commettere anche gesti estremi, vincolando qualsiasi bene in garanzia, tra cui paradossalmente anche un proprio rene, pur di ottenere una qualsiasi forma di sostegno finanziario.
  Rileva quindi come la maggioranza sia ben lontana dal comprendere l'effettiva realtà del Paese, sottolineando come compito del Governo e del legislatore debba essere non quello di proteggere le banche, quanto, piuttosto, gli imprenditori, i quali si trovano spesso in una condizione di tale disperazione, quando si rivolgono alle banche, da dover essere difesi da loro stessi e dalla loro disperazione.

  Paolo PETRINI (PD), relatore per la VI Commissione, ritiene che le osservazioni testé espresse dal collega Bonafede siano vergognose e strumentali, oltre che destituite di ogni fondamento.

  Alfonso BONAFEDE (M5S), nel replicare al relatore per la VI Commissione, ritiene che, anziché le sue dichiarazioni, siano vergognosi, piuttosto, i provvedimenti approvati dalla maggioranza e dal Governo.
  Evidenzia quindi come il nervosismo e la confusione degli esponenti della maggioranza, che spesso sembra non sappiano di cosa si sta realmente parlando, segnali come le sue critiche sul provvedimento abbiano evidentemente toccato un nervo politicamente scoperto.

  Maurizio BERNARDO, presidente, invita tutti i deputati delle Commissioni ad assumere, nel corso della discussione, toni più pacati e non provocatori, e di attenersi strettamente ai contenuti del provvedimento.

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  Alfonso BONAFEDE (M5S), nel ribadire le considerazioni precedentemente espresse, invita la maggioranza ed il Governo ad assumersi, di fronte ai cittadini, la chiara responsabilità di approvare un provvedimento che va nella direzione di agevolare il settore bancario, a discapito delle piccole e medie imprese.

  Ferdinando ALBERTI (M5S) fa notare come i risultati delle recentissime elezioni amministrative abbiano rappresentato un'autentica «cartina di tornasole», che dovrebbe indurre la maggioranza ed il Governo a riconsiderare le proprie scelte politiche, finora volte a privilegiare il settore bancario, piuttosto che le esigenze delle famiglie e delle imprese.
  In proposito, osserva come gli articoli 1 e 2 del provvedimento, che introducono, rispettivamente, il pegno mobiliare non possessorio e il finanziamento alle imprese garantito da trasferimento di bene immobile sospensivamente condizionato, andrebbero soppressi o, quanto meno, radicalmente modificati. Nel dissentire dalle considerazioni testé espresse dal Sottosegretario Baretta, ritiene, infatti, che tali strumenti determinino degli automatismi, diretti a consentire agli istituti bancari di appropriarsi di beni strumentali all'esercizio dell'impresa, senza alcun controllo da parte di un giudice terzo.
  Contesta altresì le considerazioni svolte dal relatore per la VI Commissione, rilevando come, per risolvere i problemi delle sofferenze bancarie, non si debbano colpire le PMI, ma aiutare le imprese a non finire in una situazione di sofferenza creditizia, senza limitarsi a intervenire al termine del processo di deterioramento degli impieghi, quando le imprese stesse si trovano già in una condizione di grave difficoltà. In tale contesto appare del tutto deleterio consentire alle banche di impossessarsi dei beni aziendali posti a garanzia dei loro crediti, in quanto ciò distruggerà ulteriormente il tessuto produttivo del Paese.
  Nel ribadire come i risultati delle elezioni amministrative della scorsa domenica abbiano indicato con chiarezza come gli elettori abbiano inteso punire le scelte della maggioranza, che i cittadini sentono sempre più estranee e incomprensibili rispetto alle loro reali esigenze, rinnova la richiesta di sopprimere gli articoli 1 e 2, ovvero, quanto meno, di modificarli nel senso di rendere sostanzialmente inoperanti tali previsioni, che certo non aiutano né gli imprenditori né il sistema economico nel suo complesso.

  Il Sottosegretario Pier Paolo BARETTA rileva come le considerazioni svolte dal deputato Alberti appaiano lontane dalla realtà dei fatti, descrivendo un mondo perfetto nel quale non esisterebbero problemi nei rapporti tra le imprese e il sistema bancario.

  Ferdinando ALBERTI (M5S) lamenta come l'Esecutivo si limiti, in modo miope, a soffermarsi sull'ultimo anello di una catena di problemi che non possono essere risulti attraverso misure a favore del settore bancario, richiamando a tale proposito, oltre ai circa dodici provvedimenti adottati negli ultimi anni dal Governo a sostegno delle banche, anche l'inefficacia delle misure di liquidità a favore del sistema bancario adottate dalla Banca centrale europea, le quali, diversamente da quanto sperato, non hanno avuto un vero effetto positivo sull'economia reale. Considera quindi fondamentale mutare sostanzialmente l'approccio al problema, seguendo finalmente le indicazioni del gruppo M5S, il quale ha una visione radicalmente diversa delle politiche di sostegno all'economia reale.
  Nel ribadire quindi il suo giudizio fortemente negativo sugli articoli 1 e 2, evidenzia come quest'ultimo abbia perfino efficacia retroattiva, potendo essere applicato anche ai contratti di finanziamento già in essere.
  Sottolinea pertanto come il legislatore e il Governo debbano adottare misure di contenuto radicalmente diverso, tra le quali, in particolare, una più efficace ed incisiva vigilanza sugli istituti bancari da parte delle autorità a ciò preposte, quali la CONSOB e la Banca d'Italia.

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  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Paglia 1.1 e Villarosa 1.2.

  Maurizio BERNARDO, presidente, avverte che al termine della seduta odierna sarà immediatamente convocata una riunione congiunta degli uffici di presidenza, integrati dai rappresentati dei gruppi, delle Commissioni riunite, per definire le modalità di organizzazione e di svolgimento dei lavori sul provvedimento.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata per la giornata di domani.

  La seduta termina alle 14.15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.15 alle 14.25.

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