CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 21 aprile 2016
630.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
Pag. 32

SEDE REFERENTE

  Giovedì 21 aprile 2016. — Presidenza del vicepresidente Edoardo FANUCCI. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Pier Paolo Baretta.

  La seduta comincia alle 9.20.

Documento di economia e finanza 2016.
Doc. LVII, n. 4, Allegati e Annesso.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 20 aprile 2016.

  Alberto GIORGETTI (FI-PdL) esprime forti riserve, anche a nome del suo gruppo, sul Documento di economia e finanza che dimostra, a suo parere, la mancanza, da parte del Governo, di chiare e definite strategie per superare la crisi economica che ancora affligge il nostro Paese.
  Propone innanzitutto un paragone tra il documento in esame e il Documento di programmazione economico-finanziaria che veniva presentato dal Governo anteriormente alla riforma della legge di contabilità, realizzata nel 2009. Ricorda come quel Documento fosse molto più sintetico e che l'attuale DEF, che avrebbe dovuto essere più trasparente, sia nelle valutazioni tecniche sia nella esposizione dei dati numerici, per rendere più chiara la volontà del Governo, sia solo più voluminoso e corredato da svariati allegati. Ritiene quindi che non siano stati raggiunti gli obiettivi che erano alla base della riforma del 2009, in quanto il DEF non risolve i nodi fondamentali relativi all'interpretazione della volontà del Governo.
  Osserva infatti come sia arduo interpretare le intenzioni del Governo attraverso il documento in esame, citando, a titolo di esempio, le politiche di sostegno agli investimenti, per le quali non vengono indicati né le fonti di finanziamento né i programmi che si intendono concretamente realizzare. Reputa inoltre le valutazioni dei tendenziali abbastanza incerte, come se lo stesso Governo non fosse pienamente convinto dell'esito dei propri interventi. Altra questione relativamente alla quale i componenti del Governo manifestano opinioni discordanti è quella della flessibilità in uscita in materia pensionistica, questione che pesa notevolmente sui conti pubblici ma anche sulle prospettive future delle generazioni più giovani, e sulla quale segnala le contrastanti soluzioni proposte dal Ministro Padoan e dal sottosegretario Nannicini.
  Sottolinea poi come, nel corso delle audizioni svolte nei giorni scorsi, sia emersa una preoccupazione relativa all'effettivo verificarsi di una inversione di tendenza nell'andamento della crescita economica, la quale appare comunque molto debole.
  Lamenta poi come il Governo si limiti a prospettare soluzioni parziali e temporanee, piuttosto che esprimere e realizzare una visione strategica. A riprova di questa affermazione menziona innanzitutto i recenti interventi nel settore bancario, concretizzatisi nell'emanazione del decreto-legge cosiddetto «salva banche» (decreto-legge n. 183 del 2015), a fronte della mancanza di misure più organiche e strutturali, utili ad affrontare problematiche che appaiono prossime a un analogo epilogo, come quelle della Banca popolare di Vicenza e di Veneto Banca. Ricorda poi le misure, di natura temporanea, introdotte con l'ultima legge di stabilità per agevolare gli investimenti nel Mezzogiorno. Pur riconoscendo quindi che il Governo abbia introdotto misure, soprattutto sul versante fiscale, in favore di famiglie e imprese, evidenzia la parziale efficacia di tali misure e la mancata realizzazione di interventi strutturali, quali la riduzione del cuneo fiscale, capaci di innescare quell'effetto leva che avrebbe consentito di ridurre effettivamente la disoccupazione, soprattutto giovanile. Osserva inoltre come l'azione del Governo appaia maggiormente volta a dimostrare alle istituzioni dell'Unione europea di muoversi nell'ambito delle regole stabilite piuttosto che a realizzare Pag. 33un vero programma strategico di ampio respiro. Tiene ad evidenziare quindi la sostanziale mancanza nel DEF 2016 di politiche volte a contrastare il divario sempre maggiore nello sviluppo del Sud rispetto al resto del Paese. Ricorda al riguardo che nell'ultima legge di stabilità sono state previste solamente misure one off per il Mezzogiorno, quale il super-ammortamento per l'acquisto di beni strumentali da parte delle imprese.
  Sottolinea poi negativamente la tendenza del Governo a rinviare la soluzione dei problemi alla legge di stabilità. Pur riconoscendo l'importanza di tale strumento, ritiene opportuno che gli interventi del Governo siano adottati nel corso di tutto l'anno, ricorrendo a tipologie di provvedimento che consentano un più ampio margine di discussione e partecipazione da parte del Parlamento.
  Propone quindi l'adozione di ulteriori misure per riattivare la crescita economica, tra le quali menziona il rafforzamento delle garanzie per il credito alle imprese e il miglioramento della spending review, con possibilità di apportare correzioni nel corso dell'esercizio. Inoltre, riguardo a questa tematica evidenzia come le regioni abbiano espresso riserve sui tagli alla spesa sanitaria, considerati eccessivi e privi di indicazioni relative alle modalità applicative.
  Conclude ribadendo la propria valutazione negativa sul Documento di economia e finanza, riservandosi di intervenire più diffusamente nel corso del dibattito che si svolgerà in Assemblea.

  Giulio MARCON (SI-SEL), in primo luogo, ritiene deprecabile che il Governo, dopo una settimana dalla presentazione del DEF 2016, trasmetta una errata corrige di ben 16 pagine, ciò che farebbe pensare ad una non impeccabile cura nella redazione di un documento che dovrebbe essere di notevole rilevanza per la finanza pubblica.
  Entrando nel merito del documento ritiene inoltre che il DEF 2016 dimostra un atteggiamento improntato al navigare a vista, senza una visione strategica da parte del Governo, improntato a messaggi di rassicurazione verso le istituzioni europee e di marketing nei confronti dell'opinione pubblica.
  Tiene ad evidenziare come i soggetti istituzionali auditi, Banca d'Italia, ISTAT, Corte dei conti, CNEL, Ufficio parlamentare di bilancio, abbiano tutti evidenziato in vario modo criticità e incertezza delle previsioni contenute nel DEF 2016.
  In particolare, fa presente che la Banca d'Italia non ha fornito rassicurazioni sulla attendibilità delle previsioni relative alla crescita e ai conti pubblici, mentre il CNEL ha posto in evidenza che negli ultimi anni su 14 previsioni del Governo relative ai dati macroeconomici 11 volte tali previsioni si sono rivelate non corrette e troppo ottimistiche.
  Inoltre ricorda che l'ISTAT ha espresso preoccupazioni sulla possibilità di raggiungere l'obiettivo di crescita dell'1,2 per cento nel 2016 indicato nel DEF, poiché, in considerazione del dato dell'aumento del PIL dello 0,3 per cento nel primo trimestre, per raggiungere il predetto obiettivo dovrebbe verificarsi nei trimestri successivi dell'anno una robusta accelerazione della crescita, di cui non ritiene possano ravvisarsi i presupposti. Fa quindi presente che lo stesso istituto ha indicato come più realistica una crescita dello 0,9 o 1 per cento nel 2016.
  L'Ufficio parlamentare di bilancio ha invece evidenziato che il DEF 2016 si spinge sempre al limite delle previsioni più ottimistiche rispetto al range delle stime del panel dei previsori istituzionali. Difatti, pur validando le previsioni contenute nel Documento, ha sottolineato al riguardo significativi elementi di incertezza e criticità.
  Rileva inoltre che il Fondo monetario internazionale ha stimato una crescita dell'1 per cento per il 2016, inferiore a quella indicata nel Documento, discostandosi da quest'ultimo anche per quanto riguarda l'andamento dello stock del debito, che non si ridurrebbe bensì tenderebbe ad incrementarsi.
  Osserva quindi che la seppur contenuta crescita del PIL sia quasi interamente da Pag. 34addebitare a fattori esogeni favorevoli, quali il basso prezzo del petrolio e la politica monetaria espansiva della BCE, mentre la politica economica del Governo incide al riguardo in maniera praticamente impercettibile.
  Rileva altresì che lo spostamento ancora in avanti di un anno, al 2019, dell'obiettivo del pareggio strutturale di bilancio, dimostra che l'introduzione di tale vincolo in Costituzione sia profondamente sbagliata, come già ripetutamente evidenziato dal suo gruppo politico.
  Considera inoltre poco realistiche le previsioni contenute nel DEF relative alla revisione della spesa e agli introiti attesi dalle privatizzazioni.
  Per quanto riguarda il Sud del Paese ritiene che il Documento, a parte un titolo molto roboante, Masterplan per il Mezzogiorno, contenga ben poco di sostanziale.
  Dalla parte del PNR dedicata all'analisi dei progressi nei target della Strategia Europa 2020, si comprende che, a parte i riferimenti ai risultati nella riduzione di emissioni di gas serra e nelle energie rinnovabili, il nostro Paese sia indietro rispetto a quasi tutti gli altri obiettivi indicati in sede europea.
  In sostanza ritiene che il DEF 2016 non attui una vera politica economica espansiva, bensì sia improntato ad un mero allentamento dei vincoli previsti in ambito europeo. In particolare, a suo avviso, manca una politica degli investimenti pubblici, una politica del lavoro, una politica sociale, mentre ci si limita a perpetrare tagli alle regioni, agli enti locali, alla sanità.
  In conclusione esprime un giudizio negativo sul Documento, preannunciando la presentazione da parte del suo gruppo di una relazione di minoranza, per dare indicazioni sulle misure da adottare in materia di lavoro, politiche sociali, investimenti pubblici e di ambiente.

  Carlo DELL'ARINGA (PD) esprime un sostanziale apprezzamento sull'impostazione del DEF 2016.
  Pone in rilievo che il Documento in oggetto, proprio per la sua finalità prevista dalla disciplina vigente, si occupa più propriamente degli aspetti quantitativi delle politiche di bilancio, mentre i contenuti più qualitativi, cioè le scelte più di dettaglio nel merito, sono opportunamente rinviate alla manovra di bilancio.
  Entrando più nello specifico, evidenzia che l'aggiornamento del percorso di avvicinamento all'OMT prevede un incremento dell'indebitamento netto nominale programmatico rispetto a quello tendenziale di 0,4 punti percentuali di PIL nel 2017, attestandosi all'1,8 per cento del PIL, mentre secondo una rigorosa interpretazione delle regole europee dovrebbe essere di 0,4 punti percentuali più basso.
  Condivide quanto affermato nel DEF secondo cui le riforme previste daranno maggiore efficienza al sistema Paese, mentre politiche eccessivamente restrittive sarebbero controproducenti e rafforzerebbero la deflazione. Ritiene inoltre che sarebbero da adottare politiche fiscali quanto più espansive nei limiti consentiti.
  Si sofferma quindi su alcuni aspetti che ritiene problematici.
  In primo luogo, pone in rilievo che le previsioni tendenziali della crescita PIL siano connotate da margini di sostanziale incertezza, potendo essere il relativo dato condizionato pesantemente da fattori esogeni, quale il rallentamento dell'economia internazionale. Rileva infatti che l'Ufficio parlamentare di bilancio ha evidenziato come lo scenario globale sia contrassegnato da diffusi elementi di fragilità. Lo stesso Ufficio ha fatto presente che il rafforzamento del cambio dell'euro sul dollaro avrebbe effetti depressivi sulla crescita reale attraverso il canale della minore competitività. Tale andamento dei cambi darebbe luogo quindi a una dinamica del PIL nominale sostanzialmente più bassa di quella ipotizzata nel DEF in ciascun anno di previsione. Purtuttavia tiene a puntualizzare che il tasso di cambio considerato dal DEF è corretto in base alle regole statistiche e contabili europee.
  Per quanto riguarda l'ulteriore flessibilità pari a 0,4 punti complessivi richiesta dal Governo alle istituzioni europee in modo da poter deviare dal percorso di Pag. 35avvicinamento all'OMT, ricorda che l'Ufficio parlamentare di bilancio ha rilevato che tale scostamento non sarebbe coerente con una rigorosa interpretazione ed applicazione delle attuali regole europee. Ravvisa quindi la necessità, fermo restando tale richiesta di maggiore flessibilità, di puntualizzare in maniera più precipua nella risoluzione parlamentare di approvazione del DEF le ragioni che giustificano la medesima richiesta.
  Per quanto riguarda i possibili interventi sul sistema pensionistico, concorda sul fatto che ultimamente se ne stia discutendo in maniera talvolta confusa e disomogenea, con messaggi che possono ingenerare incertezza nell'opinione pubblica, tuttavia ciò non sarebbe da imputare al Governo ma ad altri soggetti. Peraltro ritiene che una discussione preliminare sia fisiologica nel percorso di avvicinamento ad una decisione concreta di intervento normativo, per cui non ravvisa in ciò alcuna incertezza nelle indicazioni del Governo.
  Per quanto riguarda le politiche per il Mezzogiorno, ritiene necessario accertare quanto prima se una misura di fiscalità di vantaggio incentrata su una decontribuzione ampia nella misura e nella durata possa essere compatibile con le regole europee, in modo da averne già contezza in occasione della prossima legge di stabilità. Ritiene infatti che l'introduzione di tale misura di fiscalità di vantaggio per il Sud del Paese potrebbe determinare effetti competitivi e di crescita anche superiori rispetto ad una politica di investimenti pubblici.

  La seduta termina alle 10.

INTERROGAZIONI

  Giovedì 21 aprile 2016. — Presidenza del vicepresidente Edoardo FANUCCI. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Pier Paolo Baretta.

  La seduta comincia alle 14.20.

5-07386 Grillo: Sulla congruità finanziaria e contabile del bilancio previsionale 2015/2017 del Comune di Catania.

  Il sottosegretario Pier Paolo BARETTA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato).

  Giulia GRILLO (M5S), replicando, si dichiara non soddisfatta della risposta fornita dal rappresentante del Governo. Nel contestare quanto testé asserito dal sottosegretario Baretta in relazione al quesito posto, ricorda infatti che l'articolo 148, comma 2, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, attribuisce espressamente al Ministero dell'economia e delle finanze – Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato il potere di attivare verifiche sulla regolarità della gestione amministrativo-contabile degli enti locali, con riferimento, tra gli altri casi, anche a quello relativo all'eventuale disequilibrio consolidato della parte corrente del bilancio. A suo giudizio, un intervento diretto e tempestivo da parte del Governo nella fattispecie oggetto dell'interrogazione appare tanto più necessario in considerazione della eccezionale gravità in cui versa il bilancio dell'amministrazione comunale di Catania. In proposito osserva, in particolare, come gli elementi di maggiore criticità riguardino la formazione di debiti fuori bilancio da parte della predetta amministrazione, la cui effettiva consistenza, nonostante specifiche richieste in tal senso avanzate dalla Corte dei conti, non risultava ancora concretamente verificabile alla data del 31 dicembre 2015, posto che tali debiti non sono stati regolarmente registrati secondo le ordinarie procedure protocollari dai competenti uffici comunali. Evidenzia, altresì, che una tale situazione di opacità non rende di fatto pienamente esperibile l'esame del piano di riequilibrio finanziario pluriennale adottato dal comune di Catania cui è chiamata, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 243-quater, comma 7, del predetto testo unico, la competente sezione regionale di controllo della Corte dei conti. Richiama, infine, Pag. 36l'attenzione su una ulteriore anomalia amministrativa da parte del comune di Catania, che non ha ancora provveduto a reintegrare, eventualmente anche attraverso l'utilizzo di personale dirigenziale da esso già dipendente, le funzioni allo stato vacanti dell'ufficio della Ragioneria territoriale dello Stato presso il medesimo comune.

  La seduta termina alle 14.30.

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 21 aprile 2016. — Presidenza del vicepresidente Edoardo FANUCCI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Pier Paolo Baretta.

  La seduta comincia alle 14.30.

Delega al Governo per la riforma organica della magistratura ordinaria e altre disposizioni sui giudici di pace.
C. 3672 Governo, approvato dal Senato, e abb.
(Parere alla II Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 20 aprile 2016.

  Edoardo FANUCCI (PD), presidente e relatore, ricorda che nella seduta di ieri il rappresentante del Governo ha depositato la relazione tecnica sul provvedimento aggiornata, ai sensi dell'articolo 17, comma 8, della legge n. 196 del 2009, alla luce della quale formula la seguente proposta di parere:
  «La V Commissione,
   esaminato il progetto di legge C. 3672 Governo, approvato dal Senato, recante Delega al Governo per la riforma organica della magistratura onoraria e altre disposizioni sui giudici di pace;
   preso atto degli elementi forniti dalla relazione tecnica aggiornata, da cui si evince che:
    l'articolo 2 comma 5, lettera b), che prevede la possibilità di applicare, in via eccezionale e non stabilmente, i giudici onorari di pace, quali componenti del collegio giudicante presso il tribunale ordinario, non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica;
    infatti, da un lato, non modificandosi la sede di servizio dei predetti giudici, che rimarrà comunque in ambito circondariale, non si prevede di corrispondere il rimborso delle spese di trasferta ai magistrati onorari applicati, dall'altro, per l'espletamento delle nuove attività ad essi assegnate non si prevede di corrispondere trattamenti economici aggiuntivi, oltre alle indennità già previste all'articolo 2, comma 13;
    l'articolo 2, comma 13, che individua i criteri di delega relativi al regime indennitario, previdenziale e assistenziale per i magistrati onorari, non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, tenuto conto che potrà provvedersi nell'ambito delle disponibilità e nel limite degli stanziamenti di bilancio previsti a legislazione vigente sul pertinente capitolo 1362 piano di gestione 1 dello stato di previsione della spesa del Ministero della giustizia, sul quale gravano ordinariamente tutte le spese connesse al pagamento delle indennità da corrispondere ai giudici di pace;
    inoltre, in attuazione della medesima norma di delega, al fine di garantire l'invarianza dei saldi di finanza pubblica, la previsione dell'attribuzione delle indennità, sia per quanto concerne la parte fissa, sia per la parte variabile, avverrà con procedure che assicurino il limite delle risorse iscritte annualmente nel summenzionato capito 1362;
    l'articolo 2, comma 17, lettera a), che disciplina il regime transitorio per i Pag. 37magistrati onorari in servizio alla data di entrata in vigore della normativa delegata, non è suscettibile di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, in quanto il trattenimento in servizio per un ulteriore quadriennio nell'incarico non incide sulla misura del trattamento economico previsto a legislazione vigente che, in regime di transitorietà, continua ad applicarsi fino alla scadenza del quarto anno successivo all'emanazione dell'ultimo dei decreti legislativi attuativi della delega;
    peraltro gli oneri derivanti dal relativo trattamento economico possono essere fronteggiati nel limite delle risorse disponibili previste a legislazione vigente sul già citato cap. 1362 piano di gestione 1;
    la sezione autonoma del Consiglio giudiziario relativa ai magistrati onorari elettivi, la cui istituzione è prevista dall'articolo 2, comma 16, deve ritenersi sostitutiva di analoghe sezioni autonome già previste a normativa vigente;
    pertanto, poiché i relativi adempimenti potranno essere espletati avvalendosi delle strutture giudiziarie esistenti e delle risorse disponibili a legislazione vigente, la predetta disposizione non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato;
    la quantificazione dell'autorizzazione di spesa di cui al comma 6 dell'articolo 6, recante norme di diretta applicazione che consentono, per un periodo massimo di due anni successivi all'entrata in vigore della riforma, di applicare giudici di pace presso altri uffici del medesimo distretto di Corte di appello, anche se privi di scoperture di organico, pari a 100.500 per il 2016, 201.000 euro per il 2017 e 100.550 euro per il 2018, è stata effettuata facendo riferimento ad un numero complessivo di 25 unità interessate, per un numero di due viaggi settimanali;
   ritenuto che:
    il Ministro dell'economia e delle finanze debba comunque intendersi autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio derivanti dall'attuazione dell'articolo 6, comma 6;
    la clausola di invarianza finanziaria di cui all'articolo 9, riferita al provvedimento, debba essere intesa ad esclusione degli oneri derivanti dall'articolo 6 che recano, al medesimo articolo 6, un'apposita copertura finanziaria,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE».

  Il sottosegretario Pier Paolo BARETTA concorda con la proposta di parere formulata dal relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Disciplina delle professioni di educatore professionale socio-pedagogico, educatore professionale socio-sanitario e di pedagogista.
Testo unificato C. 2656 e abb.
(Parere alla VII Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato, da ultimo, nella seduta del 20 aprile 2016.

  Francesco LAFORGIA (PD), relatore, ricorda che la Commissione è in attesa dei chiarimenti richiesti al Governo in relazione ai profili di carattere finanziario concernenti il provvedimento in titolo.

  Il sottosegretario Pier Paolo BARETTA chiede un ulteriore rinvio dell'esame del provvedimento, poiché non risultano ancora pervenuti i necessari elementi conoscitivi da parte dei competenti uffici del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.

  Edoardo FANUCCI (PD), presidente, non essendovi obiezioni, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Pag. 38

Modifiche al codice della navigazione in materia di responsabilità dei piloti dei porti e disposizioni in materia di servizi tecnico-nautici.
Nuovo testo C. 2721.
(Parere alla IX Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato, da ultimo, nella seduta del 20 aprile 2016.

  Il sottosegretario Pier Paolo BARETTA, in risposta alle richieste di chiarimento formulate dal relatore nella seduta del 12 aprile scorso, rileva che gli oneri conseguenti alla stipula del contratto di assicurazione, previsto dall'articolo 1, ricadono esclusivamente sui singoli piloti. Precisa altresì che, con riferimento agli oneri per eventuali danni eccedenti il massimale, al di fuori dei casi di dolo e colpa grave di cui al medesimo articolo 1, sussiste la responsabilità solidale dell'armatore. Assicura, infine, che ai compiti di cui all'articolo 2-bis, volto a trasferire dalle Autorità marittime al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il potere di individuare l'obbligatorietà dell'utilizzo dei servizi tecnico-nautici, il medesimo Ministero potrà fare fronte con le risorse disponibili a legislazione vigente.

  Marco MARCHETTI (PD), relatore, formula la seguente proposta di parere:
  «La V Commissione,
   esaminato il nuovo testo del progetto di legge C. 2721, recante Modifiche al codice della navigazione in materia di responsabilità dei piloti dei porti e disposizioni in materia di servizi tecnico-nautici;
   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che:
    gli oneri conseguenti alla stipula del contratto di assicurazione, previsto dall'articolo 1, ricadono esclusivamente sui singoli piloti;
    con riferimento agli oneri per eventuali danni eccedenti il massimale, al di fuori dei casi di dolo e colpa grave di cui al medesimo articolo 1, sussiste la responsabilità solidale dell'armatore;
    ai compiti di cui all'articolo 2-bis, volto a trasferire dalle Autorità marittime al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il potere di individuare l'obbligatorietà dell'utilizzo dei servizi tecnico-nautici, il medesimo Ministero potrà fare fronte con le risorse disponibili a legislazione vigente,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE».

  Il sottosegretario Pier Paolo BARETTA concorda con la proposta di parere formulata dal relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Interventi per il settore ittico.
Testo unificato C. 338 e abb.
(Parere alla XIII Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 20 aprile 2016.

  Susanna CENNI (PD), relatrice, fa presente che, alla luce dei profili problematici evidenziati, con riferimento a talune delle disposizioni del provvedimento in esame, dalla relazione tecnica depositata dal Governo nel corso della seduta di ieri, appare necessario, in raccordo peraltro anche con il relatore presso la Commissione di merito, svolgere una fase di ulteriori approfondimenti tecnici sul testo. Tanto premesso, chiede pertanto un rinvio dell'esame del provvedimento.

  Edoardo FANUCCI, presidente, tenuto conto di quanto testé rilevato dalla relatrice, ritiene opportuno che le criticità dal Pag. 39punto di vista finanziario del testo del provvedimento evidenziate dalla relazione tecnica vengano segnalate al presidente della Commissione di merito, al fine di consentire alla Commissione stessa di apportare al testo le necessarie modifiche. Non essendovi obiezioni, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.40.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

  Giovedì 21 aprile 2016. — Presidenza del vicepresidente Edoardo FANUCCI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Pier Paolo Baretta.

  La seduta comincia alle 14.40.

Schema di decreto ministeriale concernente le modalità e i criteri di utilizzo del Fondo finalizzato a incentivare la partecipazione dei lavoratori al capitale e agli utili delle imprese e per la diffusione dei piani di azionariato rivolti ai lavoratori dipendenti.
Atto n. 290.

(Rilievi alle Commissioni VI e XI).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto ministeriale in oggetto.

  Antonio MISIANI (PD), relatore, avverte che il provvedimento in titolo, corredato di relazione tecnica, è emanato in attuazione dell'articolo 1, comma 180, della legge n. 147 del 2013, che ha istituito, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, un Fondo finalizzato a incentivare iniziative rivolte alla partecipazione dei lavoratori al capitale e agli utili delle imprese e per la diffusione dei piani di azionariato rivolti ai lavoratori dipendenti.
  In merito ai profili di quantificazione, tenuto conto che lo schema di decreto ministeriale prevede l'utilizzo nell'anno 2016 delle disponibilità di un Fondo la cui dotazione finanziaria era stata prevista, dalla legge istitutiva, limitatamente agli anni 2014 e 2015, ritiene che andrebbero acquisiti elementi circa l'impatto delle disposizioni ai fini dei saldi di fabbisogno e di indebitamento nell'esercizio 2016.
  In merito ai profili di copertura finanziaria, rileva innanzitutto che il Fondo di cui all'articolo 5 è stato istituito, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali (capitolo 2190 del relativo stato di previsione), dall'articolo 1, comma 180, della legge n. 147 del 2013, con una dotazione di 2 milioni di euro per il 2014 e di 5 milioni di euro per il 2015. Avverte inoltre che, per effetto di successive disposizioni, lo stanziamento del Fondo si è ridotto a 1.818.872 euro per il 2014 e a 39.245 euro per il 2015 e che in data 30 dicembre 2014 è stato emanato il decreto del Direttore generale della tutela delle condizioni di lavoro e delle relazioni industriali n. 8854, con il quale è stata impegnata la somma di 1.818.872 euro per il 2014 in favore del Ministero del lavoro e delle politiche sociali ed altri. Segnala che la suddetta somma di 1.818.872 euro risulta quindi contabilizzata come residuo sia nel rendiconto relativo all'anno 2014 (legge n. 170 del 2015) e nel disegno di legge di assestamento per il 2015 (C. 3305), sia nella banca dati della Ragioneria generale dello Stato relativa all'anno in corso. Considerato che le citate risorse vengono destinate alla copertura degli oneri del provvedimento in esame, reputa necessario che il Governo confermi che le stesse risultano libere da vincoli precedentemente assunti. Per quanto riguarda invece l'importo di 39.245 euro relativo all'anno 2015, evidenzia che tale importo, non risultando impegnato, dovrebbe essere confluito in economia. Sul punto, ritiene comunque opportuna una conferma da parte del Governo.
  In ragione del contenuto dell'articolo 5, segnala infine l'opportunità, sulla quale è necessario acquisire l'avviso del Governo, di sostituire l'attuale rubrica dell'articolo, «Disposizioni finali», con la seguente: «Disposizioni finanziarie». Pag. 40
  Il sottosegretario Pier Paolo BARETTA si riserva di fornire i chiarimenti richiesti dal relatore.

  Edoardo FANUCCI, presidente, non essendovi obiezioni, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.45.

ATTI DEL GOVERNO

  Giovedì 21 aprile 2016. — Presidenza del vicepresidente Edoardo FANUCCI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Pier Paolo Baretta.

  La seduta comincia alle 14.45.

Schema di decreto ministeriale relativo all'armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle amministrazioni pubbliche, con riferimento agli istituti di cui all'articolo 30, commi da 1 a 4, del regolamento di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 agosto 2014, n. 171.
Atto n. 282.
(Seguito dell'esame ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto ministeriale in oggetto, rinviato, da ultimo, nella seduta del 12 aprile 2016.

  Antonio MISIANI (PD), relatore, anche alla luce degli elementi informativi intercorsi per le vie brevi con i competenti uffici del Governo, propone di esprimere parere favorevole sullo schema di decreto in esame.

  Il sottosegretario Pier Paolo BARETTA concorda con la proposta di parere formulata dal relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 14.50.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 21 aprile 2016. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze.

  La seduta comincia alle 14.45.

Documento di economia e finanza 2016.
Doc. LVII, n. 4, Allegati e Annesso.

(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella odierna seduta antimeridiana.

  Francesco CARIELLO (M5S), nel rimarcare anzitutto come il Governo abbia trasmesso nella giornata di ieri un allegato contenente cospicue correzioni, per quanto di carattere essenzialmente formale, al testo originario del DEF 2016, desidera tuttavia concentrare l'attenzione sulla sezione del Documento concernente la sensitività del debito pubblico all'avanzo primario. In particolare, contesta le previsioni eccessivamente ottimistiche che in proposito sono state formulate dal Governo nel presupposto che in una prospettiva di lungo termine il debito pubblico potrà significativamente ridursi in rapporto al PIL per effetto del progressivo consolidamento dell'avanzo primario, dal momento che, a suo giudizio, tale scenario non tiene minimamente conto della concreta realtà della attuale situazione economica a livello nazionale ed internazionale, che non lascia affatto presagire un trend positivo nell'evoluzione dei fattori economici.
  Lamenta altresì la mancata indicazione nel DEF 2016 di puntuali misure di contrasto ai fenomeni dell'esclusione sociale e della povertà.
  Concorda, infine, con la proposta avanzata dai rappresentanti delle regioni nel Pag. 41corso del ciclo di audizioni svoltesi nei giorni scorsi, affinché anche alle regioni ed agli enti locali possano essere attribuiti taluni spazi di flessibilità nei conti pubblici in relazione almeno alle spese per investimenti, analogamente a quanto peraltro richiesto a livello europeo dal nostro Governo in relazione al bilancio statale, ciò tanto più in considerazione del fatto che soprattutto le regioni e gli enti locali risultano maggiormente rispettosi, allo stato dei fatti, del vincolo del pareggio di bilancio.

  Maino MARCHI (PD), nel condividere i contenuti della illustrazione del DEF svolta nella seduta di ieri dal relatore Parrini nonché le osservazioni formulate dal deputato Dell'Aringa nel corso della odierna seduta antimeridiana, contesta l'affermazione sostenuta durante la discussione da diversi colleghi appartenenti ai gruppi di opposizione, secondo cui i dati previsionali formulati all'interno del DEF 2016 non terrebbero sufficientemente conto della reale situazione economica e, come tali, sarebbero destinati ad essere contraddetti dalla successiva evoluzione dei fatti. Osserva in proposito come, perlomeno facendo riferimento ai dati previsionali contenuti nei precedenti documenti programmatici per l'anno 2015, le stime allora espresse siano risultate poi sostanzialmente convalidate, nonostante un quadro internazionale segnato ancora da notevoli difficoltà. Ritiene che ciò sia vero tanto per il dato relativo al PIL, che risulta essersi attestato per l'anno 2015 ad un valore pari allo 0,8 per cento, quanto per il deficit, che si è mantenuto costantemente ben al di sotto della soglia del 3 per cento rispetto al PIL, nonché per i dati concernenti il debito pubblico, che sembra avere invertito, proprio a decorrere dal 2015, la dinamica incrementale, e la disoccupazione, che sta facendo registrare una sia pur graduale riduzione.
  Osserva inoltre come dal DEF 2016 emerga chiaramente l'intenzione del Governo di incentivare, sul piano delle scelte di politica economica, soprattutto il versante della ripresa della domanda interna e dei consumi, tanto più nell'attuale congiuntura internazionale caratterizzata da una significativa contrazione delle esportazioni. Nonostante quindi la crescita economica del nostro Paese rimanga attestata su valori ancora troppo esigui, anche a causa delle politiche fiscali di segno restrittivo sostanzialmente perseguite dalle autorità europee, evidenzia tuttavia che gli indicatori economici del nostro Paese, rispetto ad un passato anche recente, appaiono tra i migliori nel confronto con gli altri Stati membri europei. Apprezza, altresì, lo sforzo compiuto dal Governo per favorire una interpretazione quanto più possibile estensiva delle attuali regole europee in materia di flessibilità nei conti pubblici.
  Fermo rimanendo che nel DEF 2016 non è stato ovviamente possibile già delineare in maniera compiuta tutte le prossime scelte di politica economica, che potranno poi trovare concreta definizione in particolare nell'ambito della prossima legge di stabilità, auspica tuttavia che in sede di esame parlamentare sulle risoluzioni presentate le Camere potranno fornire al Governo ulteriori utili indirizzi e prefigurare eventuali soluzioni di merito. In particolare, ritiene opportuno svolgere un ulteriore approfondimento della tematica concernente le misure orientate allo sviluppo delle regioni meridionali del nostro Paese, pur non condividendo nel merito le critiche mosse al riguardo nel corso del dibattito da alcuni deputati dei gruppi di opposizione in ordine ad un asserito, insoddisfacente impiego delle risorse rivenienti dai fondi strutturali europei. Sempre in tale ambito, è persuaso che il Governo, una volta completata la fase di monitoraggio prevista per la fine del mese di aprile corrente, sarà posto nelle condizioni di implementare compiutamente le misure relative alla decontribuzione in favore delle imprese meridionali a fronte dell'assunzione di nuovi lavoratori. In conclusione, nel ribadire un giudizio complessivamente positivo sul Documento in esame, esprime pieno apprezzamento per la continuità assicurata dal Governo allo Pag. 42sforzo in favore di politiche orientate alla crescita ed al consolidamento dei segnali di una ripresa economica che, sia pure in un contesto internazionale ancora incerto, hanno cominciato tuttavia ad avvertirsi chiaramente sin dall'anno passato.

  Paolo TANCREDI (AP), premettendo di condividere l'impostazione del Governo, in particolare riguardo alla volontà di perseguire una politica espansiva nel rispetto delle regole europee, e riservandosi di intervenire più diffusamente nel corso del dibattito che si svolgerà in Assemblea, desidera richiamare l'attenzione dei colleghi e del rappresentante del Governo sulle simulazioni delle variazioni del debito pubblico nel lungo periodo in relazione alle variabili demografiche, riportate a pagina 111 del Documento.
  Sottolineando l'effetto di tali previsioni sulla stabilità dei mercati finanziari, evidenzia come la riduzione del debito pubblico in rapporto al PIL sarebbe più rapida in presenza di un aumento dei flussi migratori. Prende pertanto spunto da questa considerazione per segnalare che lo stesso benefico effetto potrebbe essere raggiunto mediante un incremento della natalità, che potrebbe a sua volta essere positivamente influenzato dalla realizzazione di politiche in favore della famiglia, politiche che non sono contemplate, se non marginalmente, nel presente Documento di economia e finanza. Preannuncia quindi l'intenzione di far riferimento, nella risoluzione di maggioranza che sarà votata al termine dell'esame in Assemblea, alla realizzazione di misure in favore della famiglia, anche alla luce delle considerazioni precedentemente svolte in tema di politica economica.

  Il sottosegretario Pier Paolo BARETTA ringrazia tutti gli intervenuti per le loro osservazioni, le quali, anche se critiche, hanno contribuito ad arricchire il dibattito.
  In relazione all'intervento dell'onorevole Alberto Giorgetti, intende sottolineare come la politica del Governo possa essere considerata prudente, ma non incerta nella sua impostazione, e come la prudenza sia conseguenza del complicato contesto internazionale attuale, che produce i suoi effetti in tutta l'area euro. Osserva come il rapporto tra l'economia italiana e la situazione internazionale possa essere dimostrato dalla frenata della nostra economia immediatamente successiva agli attentati terroristici di Parigi dello scorso mese di novembre. Prosegue ricordando come la prudenza sia anche giustificata da fattori quali il basso costo delle materie prime e dell'energia che, con il loro effetto deflattivo, hanno indotto il Governo a rivedere al ribasso alcune stime, tra le quali l'andamento del PIL. Tiene comunque a ribadire che le previsioni contenute nel DEF, pur nella loro prudenzialità, sono comunque nettamente migliori rispetto a quelle degli anni passati, soprattutto per quanto riguarda l'andamento del PIL e la stabilità del debito.
  Ricorda che il Governo prevede un rapporto tra debito e PIL dell'1,8 per cento per il prossimo anno e che lo sviluppo del nostro Paese si basa su due fattori: un programma di riforme che possa incoraggiare la crescita e un cambiamento di rotta della politica dell'Unione europea in direzione maggiormente espansiva.
  Ricollegandosi all'intervento dell'onorevole Dell'Aringa, rivendica le scelte prudenziali del Governo in materia previdenziale, che, fermi restando i punti fondamentali della «riforma Fornero», mirano ad una attenuazione di taluni aspetti della riforma stessa.
  Desidera infine precisare il rapporto tra quanto previsto dall'articolo 81 della Costituzione e il concetto di «pareggio di bilancio», sottolineando che la norma costituzionale fa riferimento semplicemente all'equilibrio tra le entrate e le spese del bilancio dello Stato tenendo conto degli eventuali fattori del ciclo economico e non richiede tassativamente per ogni annualità il pareggio di bilancio, che comunque dovrebbe essere realizzato in termini strutturali entro il 2019.

  Francesco BOCCIA, presidente, nel comunicare che sono pervenuti i pareri delle Pag. 43Commissioni I, II, III, IV, VI, VII, VIII, IX, X, XI, XII, XIII e XIV, nonché della Commissione parlamentare per le questioni regionali, avverte che l'onorevole Melilla è stato designato come relatore di minoranza dal gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà.

  La Commissione delibera di conferire all'onorevole Parrini il mandato a riferire favorevolmente all'Assemblea sul Documento di economia e finanza 2016.

  La seduta termina alle 15.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.20 alle 15.25.

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