CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 17 marzo 2016
612.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
Pag. 48

SEDE REFERENTE

  Giovedì 17 marzo 2016. — Presidenza del presidente Maurizio BERNARDO, indi del vicepresidente Paolo PETRINI – Interviene il viceministro dell'economia e delle finanze Enrico Morando.

  La seduta comincia alle 13.10.

DL 18/2016: Misure urgenti concernenti la riforma delle banche di credito cooperativo, la garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze, il regime fiscale relativo alle procedure di crisi e la gestione collettiva del risparmio.
C. 3606 Governo.
(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 16 marzo scorso.

  Maurizio BERNARDO, presidente, ricorda che il relatore ha presentato, nella seduta di ieri, gli emendamenti 3.24, 4.13, 5.3, 6.2, 8.5, 10.3, 11.2 e 16.15, sui quali sono stati presentati alcuni subemendamenti (vedi allegato 1), nonché una proposta di riformulazione dell'articolo aggiuntivo Boccadutri 17.07.
  Avverte inoltre che, nella mattinata odierna, sono stati presentati gli articoli aggiuntivi 17.08 e 17.010 del Relatore, nonché l'articolo aggiuntivo 17.09 del Governo (vedi allegato 1), per i quali stabilisce il termine per la presentazione dei subemendamenti alle ore 15.
  Non essendovi obiezioni, dispone inoltre che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

  Giovanni SANGA (PD), relatore, illustra il suo articolo aggiuntivo 17.08, il quale interviene sull'articolo 45 della cosiddetta «legge assegni», da ultimo modificata dal decreto-legge n. 70 del 2011 in materia di dematerializzazione degli assegni nella tratta interbancaria, prevedendo che la Banca d'Italia possa continuare a procedere alla dichiarazione sostitutiva del protesto relativamente agli assegni presentati in forma elettronica. Al riguardo, rileva come l'attuale formulazione del predetto Pag. 49articolo 45 non consentirebbe alla Banca d'Italia stessa di gestire l'eventuale presentazione cartacea effettuata nel periodo transitorio di prima applicazione del nuove regime di dematerializzazione. Al fine di rimuovere tale disomogeneità di trattamento, l'articolo aggiuntivo è volto a consentire la continuità del sistema di levata sostitutiva del protesto, assicurando a tutti i cittadini gli stessi livelli di certezza e di protezione finora garantiti.

  Il Viceministro Enrico MORANDO illustra l'articolo aggiuntivo 17.09 del Governo, il quale prevede l'inserimento di un nuovo comma 3-bis nell'articolo 5 del decreto-legge n. 269 del 2003, prevedendo che con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze il tasso di remunerazione del conto corrente di Tesoreria centrale denominato «CDP SpA – gestione separata» venga adeguato al fine di allinearlo ai livelli di mercato, in relazione all'effettiva durata finanziaria delle giacenze del conto medesimo, tenendo conto altresì del costo effettivo delle passività che lo alimentano.

  Daniele PESCO (M5S), con riferimento all'articolo aggiuntivo del Governo 17.09, chiede se siano stati stimati gli effetti di tale intervento di adeguamento del tasso di remunerazione, in particolare in termini di possibili vantaggi a beneficio della Cassa depositi e prestiti ovvero in termini di maggiore onerosità per lo Stato.

  Il Viceministro Enrico MORANDO, nel ribadire come la finalità dell'articolo aggiuntivo 17.09 sia esclusivamente quella di adeguare il tasso di remunerazione del conto corrente di Tesoreria centrale riferito alla Cassa depositi e prestiti – gestione separata allineandolo ai livelli di mercato, osserva come non sia possibile stimare preventivamente gli effetti finanziari conseguenti a tale intervento, i quali dipenderanno dall'andamento di mercato del tasso stesso.

  Maurizio BERNARDO, presidente, evidenzia come la proposta recata dall'articolo aggiuntivo 17.09 del Governo, consentirebbe altresì di regolare tale aspetto relativo al tasso di remunerazione di conto corrente di Cassa depositi e prestiti in maniera omogenea rispetto a quanto previsto in altri Paesi. Rileva quindi come tale innovazione introduca un vantaggio di tipo sistemico per l'Italia.

  Daniele PESCO (M5S), nel ricordare il peculiare assetto proprietario e di gestione della Cassa depositi e prestiti, sottolinea come, alla luce dell'innovazione proposta con l'articolo aggiuntivo 17.09 del Governo, volto a far sì che la CDP svolga le funzioni di gestione della Tesoreria a condizioni di mercato, si renda opportuno valutare se risulta ancora vantaggioso affidare tali funzioni di gestione alla CDP, ovvero se non sia più conveniente per lo Stato individuare un operatore privato al quale affidare tali compiti.

  Il Viceministro Enrico MORANDO, nel ribadire le sue considerazioni sul contenuto dell'articolo aggiuntivo 17.09, segnala come esso sia sostanzialmente finalizzato ad armonizzare la regolamentazione in materia di tassi di remunerazione delle attività e delle passività relative al conto corrente della Cassa depositi e prestiti in gestione separata, in coerenza a quanto stabilito dai criteri Eurostat in relazione alle pubbliche amministrazioni. Rileva infatti come sia necessario regolare tali aspetti in coerenza con la natura di gestione separata del predetto conto di Tesoreria, adeguandolo alle condizioni di mercato, in quanto altrimenti Eurostat potrebbe chiedere di ricomprendere la gestione separata di CdP nel perimetro contabile della PA.

  Giovanni SANGA (PD), relatore, invita al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, i presentatori di tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 3, nonché dei subemendamenti Pesco 0.3.24.1, 0.3.24.2 e 0.3.24.3, dei subemendamenti Villarosa 0.3.24.4, 0.3.24.5 e 0.3.24.6 e dei subemendamenti Pesco 0.3.24.7, 0.3.24.8 e 0.3.24.9, riferiti al suo emendamento 3.24.Pag. 50
  Invita al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, i presentatori di tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 4, nonché dei subemendamenti Busin 0.4.13.1, Pesco 0.4.13.2 e 0.4.13.3, Villarosa 0.4.13.4 e 0.4.13.5, riferiti al suo emendamento 4.13.
  Invita al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, i presentatori di tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 5, nonché dei subemendamenti Pesco 0.5.3.1, Villarosa 0.5.3.2, 0.5.3.3 e 0.5.3.4, riferiti al suo emendamento 5.3.
  Invita al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, i presentatori di tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 6 e all'articolo 7.
  Invita al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, i presentatori di tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 8, nonché del subemendamento Pesco 0.8.5.1, riferito al suo emendamento 8.5.
  Invita al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, i presentatori di tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 9 e all'articolo 10.
  Invita al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, i presentatori di tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 11, nonché dei subemendamenti Pesco 0.11.2.1 e 0.11.2.2, riferiti al suo emendamento 11.2.
  Invita al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, i presentatori di tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 12 e all'articolo 13, ad eccezione dell'articolo aggiuntivo Causi 13.01, sul quale esprime parere favorevole.
  Esprime parere favorevole sull'emendamento Causi 14.1, mentre esprime parere contrario su tutte le proposte emendative riferite agli articoli 14, 15 e 16, nonché su tutti i subemendamenti riferiti al suo emendamento 16.15.
  Esprime quindi parere contrario su tutte le proposte emendative riferite all'articolo 17, ad eccezione dell'articolo aggiuntivo Boccadutri 17.07, sul quale esprime parere favorevole, a condizione che sia riformulato nei termini già indicati nella seduta di ieri.

  Il Viceministro Enrico MORANDO esprime parere conforme a quello del relatore, evidenziando come le proposte emendative presentate dal Relatore e riferite agli articoli del capo II del provvedimento siano tutti orientati ad ampliare l'ambito dei soggetti che potranno partecipare al meccanismo di garanzia statale previsto per l'operazione di cartolarizzazione di titoli aventi come sottostante crediti in sofferenza, ovvero deteriorati, al fine di facilitare la creazione di un mercato delle sofferenze bancarie di dimensioni adeguate.
  Esprime quindi parere favorevole sugli emendamenti presentati dal Relatore.

  Sebastiano BARBANTI (Misto) ritira il suo emendamento 3.11.

  Daniele PESCO (M5S) illustra il suo emendamento 3.1, volto a sopprimere gli articoli da 4 a 13 del provvedimento. Al riguardo ricorda che il Movimento 5 Stelle è sempre stato fortemente critico nei confronti della cosiddetta bad bank, fin dalla sua iniziale ideazione da parte del Governo, a seguito della quale le banche hanno evitato di porre in essere politiche di dismissione dei propri crediti in sofferenza. Sottolinea infatti come il meccanismo ipotizzato dal Governo, prevedendo lo strumento della garanzia statale sulle operazioni di cartolarizzazione di crediti in sofferenza, sia sostanzialmente un salvacondotto per gli istituti bancari, i quali negli anni si sono resi responsabili di gravi episodi di mala gestio, erogando crediti in maniera assolutamente non oculata a favore di società vicine ai vertici aziendali. Sottolinea quindi come, a fronte di tali precise responsabilità, il Governo, anziché adottare misure per far valere la responsabilità degli amministratori, abbia deciso di far pagare dai cittadini i danni da essi arrecati. Ricorda, in tal senso, le misure adottate sia attraverso il meccanismo del bail in, sia in occasione del salvataggio delle quattro banche sottoposte a risoluzione – attraverso la previsione di agevolazioni fiscali a favore delle banche di nuova costituzione – sia, da ultimo, mediante l'operazione di garanzia sui non performing loans disciplinata dal decreto-legge in esame.Pag. 51
  Stigmatizza quindi l'atteggiamento arrogante del Governo, il quale continua ad assumere misure in grave danno degli obbligazionisti e degli azionisti degli istituti bancari.
  Rileva inoltre come la copertura di tale operazione, recata dall'articolo 12 del provvedimento e fissata in 100 milioni di euro per l'anno 2016, sia molto probabilmente inadeguata.
  Sottolinea quindi come l'operazione che l'Esecutivo si accinge ad avviare comporterà il grave rischio di un crollo del mercato immobiliare, con conseguente perdita di valore di beni immobili di proprietà dei cittadini, i quali hanno già subito gli effetti della grave crisi che si è abbattuta su tale mercato già a partire dal 2007. Ritiene in tal senso che sarebbe stato opportuno ipotizzare l'introduzione di misure per il contingentamento delle dismissioni dei crediti in sofferenza, proprio al fine di evitare il crollo del valore dei beni immobili.

  La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Alberti 3.1 e Pesco 3.2.

  Giovanni PAGLIA (SI-SEL), intervenendo sul proprio emendamento 3.3, condivide la mancanza di fiducia nell'efficacia dello strumento messo in campo del sistema bancario, come dimostra il fatto che l'aumento dei valori dei crediti derivati si è limitato al 5 per cento. A suo giudizio, il provvedimento non è efficace in quanto ricalca quanto il mercato è in grado di fare da solo. Non capisce, quindi, quale sia l'utilità della garanzia pubblica, se essa è prevista alle stesse condizioni del mercato. Si dichiara contrario in linea generale al bail in, in quanto o pagano gli azionisti e gli obbligazionisti oppure pagano i contribuenti. Il nostro ordinamento colpisce solo i casi di bancarotta, ma non prevede strumenti che intacchino le possibilità future degli istituti di credito. In ogni caso, si dichiara favorevole all'intervento dello Stato, che, dovendo essere anche nell'interesse pubblico, deve essere limitato ai crediti immobiliari. Grazie a tale intervento, inoltre, si creerebbe un nuovo patrimonio immobiliare da mettere a disposizione delle famiglie e delle imprese, contribuendo a tale ultimo riguardo alla riduzione dei costi di avvio dell'attività. L'intervento deve avvenire in modo trasparente, consapevole del valore dei beni da immettere sul mercato. A suo avviso, comunque, si dovrà tornare sulla questione della bad bank in quanto la misura non è sufficiente, non essendo il mercato in grado di svilupparsi e assorbire i crediti in sofferenza e non essendo ipotizzabile il loro ritorno in bonis.

  Ferdinando ALBERTI (M5S), preannunciando il voto favorevole del gruppo del Movimento 5 Stelle sull'emendamento Paglia 3.3, dichiara tuttavia di non condividerne le modalità di acquisizione degli immobili, in quanto essa potrebbe creare le condizioni per la formazione di una vera e propria bolla immobiliare, che potrebbe scoppiare da un momento all'altro. A tale riguardo nemmeno gli elementi forniti dai soggetti auditi hanno aiutato a chiarire tale dubbio. La grande quantità di immobili, residenziali e, soprattutto, non residenziali, posti a garanzia delle sofferenze e immessi in breve tempo sul mercato potrebbe in tempi rapidi causare una riduzione del loro valore ed ulteriori conseguenze negative, data l'attuale situazione economica che non stimola la domanda. Nonostante il tentativo del Governo di trovare una soluzione gradita anche alle istituzioni europee, il problema rimane aperto, in quanto o le agenzie di riscossione crediti sono destinate al fallimento o sarà lo Stato a dover intervenire. In tutti e due i casi, le conseguenze negative si rifletteranno anche sui cittadini.

  La Commissione respinge l'emendamento Paglia 3.3.

  Michele PELILLO (PD), intervenendo sull'emendamento Pesco 3.4, osserva che la questione dei crediti in sofferenza è di grande rilevanza sia con riferimento al sistema bancario sia, più in generale, con riferimento al sistema economico. È pertanto Pag. 52apprezzabile che tutte le parti politiche contribuiscano alla proposta di soluzioni che favoriscano lo sviluppo del mercato dei crediti in sofferenza. Con riferimento alla preoccupazione, manifestata da alcuni colleghi, che la procedura di garanzia dei crediti in sofferenza possa avere un effetto negativo sul mercato immobiliare, osserva che, a suo avviso, è vero il contrario, in quanto le procedure previste per l'immissione sul mercato di tali crediti sono le stesse sia per gli istituti di credito sia per le società che acquistano gli immobili. Ma, mentre un istituto di credito potrebbe avere l'interesse a immettere immediatamente sul mercato tutti i crediti in sofferenza per questioni di liquidità, riducendone il valore, la società cessionaria di tali crediti, al contrario, può agire in tempi più lunghi, con un profilo di medio e lungo periodo, immettendo gradualmente sul mercato gli immobili a garanzia dei crediti in sofferenza, per non depauperarne il valore. Tornando poi sull'emendamento Paglia 3.3, testé respinto dalla Commissione, rileva come il comma 3 di tale proposta emendativa preveda che gli immobili sui quali sia stata escussa la garanzia sarebbero locati a canone concordato, laddove essi sono in larga parte occupati con evidenti difficoltà a applicare tale previsione.

  Giovanni PAGLIA (SI-SEL), rispondendo all'osservazione del collega Pelillo, rileva che, a quanto gli risulta, la norma riguarderebbe anche le società immobiliari già fallite e come in ogni caso la previsione relativa all'applicazione del canone concordato riguarderebbe anche gli attuali inquilini degli immobili. Ribadisce la sua contrarietà allo sviluppo di un mercato privato dei crediti in sofferenza, mentre è favorevole a liberare il mercato da tali crediti, anche se, a suo avviso, la soluzione proposta dal Governo non è utile a centrare l'obiettivo. Tale mercato è, infatti, condizionato da società finanziarie che rivendono immediatamente il bene acquisito per realizzare il loro utile nel minor tempo possibile, mentre, a suo parere, la riduzione dei tempi di realizzo comporta, necessariamente, la riduzione dei tempi di liberazione degli immobili dagli attuali occupanti.

  Maurizio BERNARDO, presidente, sospende brevemente la seduta al fine di consentire la partecipazione del Viceministro Morando ai lavori della Commissione Bilancio, la quale è chiamata a esprimere il parere sul provvedimento in esame.

  La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 14.35.

  Daniele PESCO (M5S) illustra il suo emendamento 3.4, il quale intende inserire la garanzia dello Stato anche per i conti correnti dei cittadini che superino i 100 mila euro.

  La Commissione respinge l'emendamento Pesco 3.4.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S), intervenendo sull'emendamento Laffranco 3.5, ne richiama le finalità, rilevando come la copertura finanziaria di tale proposta non comporterebbe problemi.

  Il Viceministro Enrico MORANDO chiarisce che non vi sarebbero problemi solo per quanto riguarda l'indebitamento, mentre non vi sarebbe la copertura per gli altri saldi di bilancio.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) non concorda con le affermazioni del Viceministro Morando.

  La Commissione respinge l'emendamento Laffranco 3.5.

  Daniele PESCO (M5S), intervenendo sul suo emendamento 3.6, ne illustra la ratio, evidenziando come esso sia finalizzato ad introdurre il divieto assoluto per lo Stato di apporre la garanzia.

  La Commissione respinge l'emendamento Pesco 3.6.

Pag. 53

  Maurizio BERNARDO, presidente, non essendovi obiezioni, dispone che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

  Daniele PESCO (M5S), intervenendo sul suo emendamento 3.7, ne chiarisce le finalità, volte a prevedere che sui crediti in sofferenza si ricorra a meccanismi di garanzia privata.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Pesco 3.7 e il subemendamento Pesco 0.3.24.1.

  Daniele PESCO (M5S), nell'intervenire sul suo subemendamento 0.3.24.2, ne illustra le finalità, rivolte a porre dei paletti precisi all'estensione alle società finanziarie della garanzia, prevedendo che si applichi solo alle società finanziarie iscritte all'albo cui all'articolo 106 del TUB da almeno 20 anni.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge i subemendamenti Pesco 0.3.24.2 e 0.3.24.3.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S), intervenendo sul suo subemendamento 0.3.24.4, chiede come mai siano presi in considerazione solo gli intermediari finanziari iscritti all'albo di cui all'articolo 106 del decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, e non anche quelli di cui al successivo articolo 111 del medesimo provvedimento. Chiarisce pertanto che il suo subemendamento è finalizzato appunto a sostituire questi ultimi ai primi.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge i subemendamenti Villarosa 0.3.24.4 e 0.3.24.5.

  Daniele PESCO (M5S) illustra la ratio del subemendamento Villarosa 0.3.24.6.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S), nel ricordare che i predetti intermediari iscritti all'albo di cui all'articolo 111 del decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, sono sottoposti a regole più severe di vigilanza da parte delle autorità competenti, ribadisce la illogicità della loro esclusione rispetto a quelli di cui all'articolo 106.

  La Commissione respinge il subemendamento Villarosa 0.3.24.6.

  Ferdinando ALBERTI (M5S), intervenendo sul subemendamento Pesco 0.3.24.7, ne illustra le finalità, dopo aver ricordato come alcune società finanziarie concedano aperture di credito con una facilità che non è propria dei criteri più rigorosi adottati dagli istituti di credito, e chiedendo pertanto i motivi dell'esclusione dei già ricordati istituti di cui all'articolo 111 del decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, a differenza di quelli di cui all'articolo 106.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge i subemendamenti Pesco 0.3.24.7 e 0.3.24.8.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) illustra il subemendamento Pesco 0.3.24.9, rammentando il dettato dell'articolo 47 della Costituzione in tema di tutela del risparmio ed evidenziando come esso sia finalizzato appunto alla tutela del risparmio e non al diverso concetto della raccolta del risparmio, rilevando pertanto come sia ingiustificato estendere la garanzia statale anche alle società finanziarie.

  La Commissione respinge il subemendamento Pesco 0.3.24.9.

  Daniele PESCO (M5S), intervenendo sull'emendamento 3.24 del relatore, ribadisce la richiesta di comprendere il motivo dell'inclusione dei già ricordati istituti di cui all'articolo 106 del decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385 e non di quelli di cui all'articolo 111.

  Il Viceministro Enrico MORANDO chiarisce che la ragione di tale inserimento è dovuta all'accoglimento di alcune proposte Pag. 54emendative presentate, giudicate utili.

  La Commissione approva l'emendamento 3.24 del Relatore (vedi allegato 2).

  Maurizio BERNARDO, presidente, avverte che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 3.24 del relatore risultano assorbiti gli identici emendamenti Sandra Savino 3.9, Petrini 3.10, Palese 3.12, Sottanelli 3.13 e Pagano 3.15, l'emendamento Abrignani 3.14, nonché gli identici emendamenti Petrini 3.8, Vignali 3.16 e Sandra Savino 3.17, nonché l'emendamento Laffranco 3.18.

  Paolo PETRINI (PD) ritira il suo emendamento Petrini 3.20.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Fassina 3.19, Sandra Savino 3.21 e 3.22 e Laffranco 3.23.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S), intervenendo sul suo emendamento 4.1, ne illustra le finalità, volte a evitare l'utilizzo di soldi pubblici per il risanamento di gestioni finanziarie in sofferenza. Rileva inoltre come il meccanismo di garanzia statale sulle cartolarizzazioni dei crediti in sofferenza si ponga in contrasto anche con le norme europee, le quali raccomandando di circoscrivere la diffusione sul mercato delle stesse sofferenze, oltre a costituire una forma molto rischiosa, al limite del vero e proprio azzardo finanziario, resa ancora più grave dalle evidenti carenze nell'azione della autorità di vigilanza in materia.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Villarosa 4.1 e 4.2, Pesco 4.3 e Busin 4.4.

  Daniele PESCO (M5S) chiarisce la ratio del suo emendamento 4.5, finalizzato a massimizzare una nuova patrimonializzazione del sistema bancario, così come concordato dal Governo con la Commissione europea, attraverso una previsione che preveda l'applicazione dei conguagli d'imposta sui crediti fiscali connessi alle sofferenze.

  La Commissione respinge l'emendamento Pesco 4.5.

  Daniele PESCO (M5S) illustra le finalità del suo emendamento 4.6, il quale, analogamente all'emendamento 4.5 è volto a eliminare qualsiasi limite alla possibilità dell'ente cedente di ottenere il miglior prezzo di vendita delle sofferenze oggetto di cessione, prevedendo l'applicazione dei conguagli d'imposta sui crediti fiscali legati alle sofferenze cedute.

  La Commissione respinge l'emendamento Pesco 4.6.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) con riferimento all'emendamento Pesco 4.7, sottolinea come esso sia finalizzato a migliorare il testo del provvedimento, prevedendo che i crediti oggetto di cessione siano trasferiti alla società cessionaria entro un limite massimo del 15 per cento annuo del valore delle sofferenze iscritte a bilancio.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Pesco 4.7 e 4.8.

  Daniele PESCO (M5S) illustra il suo emendamento 4.9, il quale tende a introdurre, parallelamente alla possibilità delle banche di realizzare il miglior prezzo di mercato dei crediti in sofferenza, l'obbligo per le stesse di comunicare tale cessione all'Agenzia delle entrate al fine del conguaglio fiscale per il calcolo di eventuali crediti di imposta.

  La Commissione respinge l'emendamento Pesco 4.9; respinge quindi, con distinte votazioni, i subemendamenti Busin 0.4.13.1, Pesco 0.4.13.2 e 0.4.13.3.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) illustra il suo subemendamento 0.4.13.4, volto a sostituire le parole «valore contabile netto alla data della cessione» con le Pag. 55seguenti: «al valore di mercato», chiarendo quindi che il riferimento per il valore dei crediti oggetto di cessione vada effettuato all'effettivo valore di mercato dei crediti stessi.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge i subemendamenti Villarosa 0.4.13.4 e 0.4.13.5, mentre approva l'emendamento 4.13 del Relatore. Respinge quindi l'emendamento Pesco 4.10.

  Daniele PESCO (M5S) illustra il suo emendamento 4.11, il quale è volto a evitare che operatori del mercato retail ovvero investitori privati non professionisti partecipino alle operazioni di cartolarizzazione, acquistando crediti in sofferenza. Ritiene infatti che, in caso contrario, sussista il rischio che tali titoli, una volta confluiti in pacchetti di titoli azionari e obbligazionari più ampli, siano offerti ad acquirenti ignari del livello di rischio ad essi connesso.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Pesco 4.11, 4.12 e 5.1.

  Daniele PESCO (M5S) illustra il suo subemendamento 0.5.3.1, volto a sopprimere la lettera a) dell'emendamento del relatore 5.3, la quale comporterebbe la sostituzione, al comma 2 dell'articolo 5, delle parole «banca cedente», con le seguenti «società cedente», così ampliando impropriamente agli intermediari finanziari l'ambito dei soggetti cedenti abilitati ad accedere alla garanzia statale.

  La Commissione respinge il subemendamento Pesco 0.5.3.1.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) illustra le finalità del suo subemendamento 0.5.3.2, teso a risolvere il problema del conflitto di interessi e dell'incompatibilità delle cariche con riferimento al rapporto alle società di rating e le società interessate dalla cessione di titoli nell'ambito delle operazioni di cartolarizzazione.

  La Commissione respinge il subemendamento Villarosa 0.5.3.2.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S), con riferimento al suo subemendamento 0.5.3.3, sottolinea come esso introduca un criterio preciso per l'individuazione della società che effettuerà il rating sui titoli che saranno oggetto dell'operazione di cartolarizzazione, stabilendo che essa debba essere scelta tra le società accreditate presso la BCE aventi sede in uno degli Stati membri dell'Unione europea.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge i subemendamenti Villarosa 0.5.3.3 e 0.5.3.4, mentre approva l'emendamento 5.3 del Relatore. Respinge quindi l'emendamento Laffranco 5.2.

  Daniele PESCO (M5S) censura la modifica al comma 2 dell'articolo 6 del provvedimento proposta dall'emendamento 6.2 del relatore, il quale specifica che la remunerazione dei titoli mezzanine, al ricorrere di determinate condizioni, possa essere differita ovvero postergata al completo rimborso del capitale dei titoli senior.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Pesco 6.1, approva l'emendamento 6.2 del Relatore e respinge l'emendamento Pesco 7.1.

  Maurizio BERNARDO, presidente, informa che il Governo ha presentato l'emendamento 7.2 (vedi allegato 1), per il quale non è stata richiesta la fissazione di un termine per la presentazione di subemendamenti.

  Il Viceministro Enrico MORANDO illustra l'emendamento del Governo 7.2, sottolineando come il contenuto della lettera a) costituisca un intervento di mero coordinamento con il testo del comma 4 dell'articolo 5 del decreto-legge, come modificato a seguito dell'approvazione dell'emendamento del relatore 5.3. Segnala inoltre come le modifiche proposte dalla lettera b) proposte dall'emendamento 7.2 Pag. 56consentano di mantenere un certo grado di flessibilità nei pagamenti previsti nell'ordine di priorità dei pagamenti previsti al comma 1, numeri 2) e 5) dell'articolo 7, prevedendo che essi possono essere condizionati a obiettivi di performance nella riscossione e nel recupero in relazione al portafoglio di crediti ceduti.

  Giovanni SANGA (PD), relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento 7.2 del Governo.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) chiede al Governo di fornire ulteriori chiarimenti in relazione al contenuto dell'emendamento 7.2.

  Il Viceministro Enrico MORANDO specifica come l'emendamento del Governo 7.2 sia finalizzato a introdurre criteri relativi al raggiungimento degli obiettivi e ai comportamenti posti in essere dagli operatori coinvolti nella riscossione e nel recupero dei crediti, ai quali lo Stato potrà fare riferimento nell'ambito dell'ordine di priorità dei pagamenti stabiliti dall'articolo 7. In sostanza le previsioni dell'emendamento intendono fornire uno strumento al Governo per indurre i soggetti che possono avvalersi della garanzia statale a tenere un comportamento corretto nella fase di recupero dei crediti.

  La Commissione approva l'emendamento 7.2 del Governo.

  Daniele PESCO (M5S) illustra le finalità del suo emendamento 8.1, volto a sopprimere l'articolo 8, il quale definisce le caratteristiche essenziali della garanzia dello Stato sui titoli senior oggetto delle operazioni di cartolarizzazione.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Pesco 8.1 e Paglia 8.2.

  Daniele PESCO (M5S) illustra il suo subemendamento 0.8.5.1, il quale propone la soppressione della lettera a) dell'emendamento 8.5 del Relatore, la quale sostituisce le parole «banca cedente» con le seguenti: «società cedente», in conseguenza dell'ampliamento, già disposto da precedenti emendamenti del Relatore, del novero dei soggetti che possono avvalersi della garanzia statale.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge il subemendamento Pesco 0.8.5.1, approva l'emendamento 8.5 del Relatore, e respinge gli emendamenti Laffranco 8.3, Pesco 9.1, Fassina 9.2 e Pesco 10.1. Approva quindi l'emendamento 10.3 del Relatore e respinge gli emendamenti Laffranco 10.2 e Pesco 11.1.

  Daniele PESCO (M5S), illustra il suo subemendamento 0.11.2.1, volto a specificare che il Ministero dell'economia e delle finanze, qualora abbia ricevuto la richiesta di escussione della garanzia dello Stato, corrisponda in modo esclusivo senza aggiunta di oneri, spese e interessi l'importo spettante ai detentori dei titoli senior non pagato dalla società cessionaria.

  La Commissione respinge il subemendamento Pesco 0.11.2.1.

  Daniele PESCO (M5S), con riferimento al suo subemendamento 0.11.2.2, fa presente come esso sia volto a chiarire il testo dell'articolo 11 del decreto-legge come risultante dall'eventuale approvazione dell'emendamento del Relatore 11.2, stabilendo che il Ministero dell'economia e delle finanze, una volta ricevuta la richiesta di escussione della garanzia dello Stato, corrisponda l'importo spettante ai detentori dei titoli senior non pagato dalla società cessionaria solo dopo avere svolte le dovute istruttorie di verifica.

  La Commissione respinge il subemendamento Pesco 0.11.2.2 e approva l'emendamento 11.2 del Relatore.
  La Commissione respinge quindi l'emendamento Pesco 12.1.

  Giulio Cesare SOTTANELLI (SCpI) ritira il suo articolo aggiuntivo 12.01, ricordando Pag. 57che il Governo e la maggioranza hanno sempre assicurato il rimborso dei risparmiatori truffati con riferimento alle quattro banche oggetto di risoluzione, pur se nel limite di 100.000 euro, per evitare che esso fosse qualificato come aiuto di Stato e, come tale, soggetto alla censura della Commissione europea. A suo giudizio, una volta approvato il decreto-legge e quantificate le perdite degli azionisti, il Governo potrà approvare un nuovo provvedimento per provvedere al rimborso integrale dei risparmiatori truffati.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) fa proprio l'articolo aggiuntivo Sottanelli 12.01, testé ritirato, e ricorda che anche ieri, ricevendo i manifestanti raccoltisi dinanzi al Ministero dell'economia e delle finanze, il Viceministro dell'economia e delle finanze, Enrico Zanetti, ha ribadito l'intenzione del Governo di risarcire tutti i risparmiatori. L'emendamento 12.01, pertanto, potrebbe essere proprio un messaggio in questo senso. In ogni caso, a suo parere, sarà necessario ritornare sulla questione.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'articolo aggiuntivo Sottanelli 12.01, fatto proprio dal deputato Villarosa, nonché gli emendamenti Pesco 13.1 e Laffranco 13.2.

  Daniele PESCO (M5S), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Causi 13.01, che rinvia ad un decreto ministeriale l'individuazione di regole diverse per la cartolarizzazione dei crediti in sofferenza, stigmatizza la modalità poco lineare adottata dal Governo per intervenire nel settore.

  La Commissione, con distinte votazioni, approva l'articolo aggiuntivo Causi 13.01, respinge l'articolo aggiuntivo Paglia 13.02 e approva l'emendamento Causi 14.1.

  Daniele PESCO (M5S), intervenendo sul suo emendamento 15.1, rileva la necessità di affidare le valutazioni delle sofferenze bancarie a tecnici indipendenti per evitare quanto avvenuto in occasione della liquidazione delle quattro banche. Le loro sofferenze, infatti, sono state stimate applicando coefficienti parametrici e non analitici uguali, senza riguardo per le loro differenze. La conseguente svalutazione, pari al 17 per cento, è stata così onerosa da determinare il fallimento delle banche stesse. A suo avviso, invece, le stime, basate su criteri oggettivi, devono essere fatte da tecnici indipendenti, nonostante la normativa europea preveda anche la possibilità che essi siano indicati dalla Banca centrale. Il sistema sin qui seguito ha permesso alla Banca d'Italia di non avere vincoli e di imporre le proprie decisioni, come successo, da ultimo, con la Banca popolare di Spoleto, acquisita dalla Banca Desio. Tornando alla vicenda delle quattro banche poste in risoluzione, osserva, infine, che se la stima definitiva sarà uguale a quella preliminare, che ha portato alla predetta svalutazione del 17 per cento delle sofferenze a danno degli azionisti e degli obbligazionisti, potrebbero ricorrere anche gli estremi del dolo. Infatti, se le sofferenze fossero state valutate ai valori di mercato, sarebbe stato chiaro che la liquidazione delle banche sarebbe stata più vantaggiosa per i risparmiatori.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Pesco 15.1 e 15.5.

  Daniele PESCO (M5S), intervenendo sul suo emendamento 15.2, ricorda che, nel corso dell'esame del disegno di legge di stabilità 2016, il suo gruppo si era appellato al Governo perché non utilizzasse i soldi dei cittadini per evitare il fallimento delle quattro banche. Così non è stato e, attualmente, ai contribuenti è stata imposto un onere di un miliardo e mezzo. Ma, se, a seguito della stima definitiva, le banche chiuderanno in perdita e saranno esonerate dal pagamento delle imposte, si produrranno ulteriori oneri a carico della collettività.

  La Commissione respinge l'emendamento Pesco 15.2.

Pag. 58

  Maurizio BERNARDO, presidente, avverte che gli emendamenti Causi 15.3 e 15.4 sono stati ritirati.

  Ferdinando ALBERTI (M5S), intervenendo sugli identici emendamenti Paglia 16.1 e Pesco 16.3, auspica la soppressione dell'articolo 16, che modifica la disciplina fiscale dei trasferimenti immobiliari nell'ambito di vendite giudiziarie. Osserva che tale disposizione deriva dal timore del Governo che le banche non riescano a disfarsi delle loro sofferenze. Ma, in tal modo, si finisce per applicare un trattamento fiscale diverso se il trasferimento immobiliare è operato da soggetti che non svolgono attività di impresa, i quali non possono godere dell'agevolazione prevista dall'articolo 16. A suo avviso, invece, sarebbe meglio prevedere in capo alle imprese obblighi di riqualificazione, energetica e antisismica, per esempio, per godere dell'agevolazione fiscale. Tali misure influirebbero positivamente sia sul mercato immobiliare, perché sarebbero immessi sul mercato immobili di maggior valore, sia sul mercato del lavoro, perché indurrebbero l'aumento della domanda di lavoratori da impiegare nelle ristrutturazioni. Inoltre, tali previsioni sarebbero coerenti con gli impegni presi dal Governo italiano in sede internazionale per la difesa dell'ambiente. Preannuncia, quindi, la presentazione in Assemblea di specifici emendamenti che prevedono penali in caso di mancato rispetto delle norme previste per l'immissione sul mercato degli immobili a garanzia delle sofferenze bancarie, superando i rilievi tecnici sollevati dal Governo su emendamenti di contenuto analogo, presentati nel corso dell'esame del disegno di legge di stabilità 2016.

  Michele PELILLO (PD), intervenendo sugli identici emendamenti Paglia 16.1 e Pesco 16.3, osserva che le sue perplessità sul testo dell'articolo 16 sono state totalmente superate dall'emendamento 16.15 del Relatore, che ha provveduto a meglio qualificare le caratteristiche professionali dell'intermediario, che deve svolgere attività di impresa per poter beneficiare delle agevolazioni fiscali. Ciò comporta che tali soggetti abbiano tutto l'interesse a valorizzare gli immobili posti in vendita. Inoltre in tal modo si escludono dalle agevolazioni quegli speculatori che popolano le aste giudiziarie, mentre si estende il beneficio a soggetti privati, qualora posseggano i requisiti per godere delle agevolazioni per la prima casa.

  Filippo BUSIN (LNA) manifesta, anche a nome del proprio gruppo, la contrarietà all'emendamento del Relatore 16.15, motivando tale scelta in considerazione del fatto che l'emendamento non distingue sufficientemente tra chi svolge una vera e propria attività imprenditoriale e chi, invece, persegue solo scopi speculativi. Desta perplessità, inoltre, la copertura degli oneri finanziari derivanti dalla norma che, a suo avviso, non appare aver operato una prudente previsione dei maggiori oneri.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S), pur apprezzando l'intenzione dell'emendamento 16.15 di colpire del Relatore gli speculatori, condivide le considerazioni del collega Busin ed evidenzia, inoltre, come la proposta emendativa non colpisca gli speculatori che agiscono attraverso varie forme societarie. Invita, quindi, a valutare le opportunità di riformulare l'emendamento in modo tale che, effettivamente, vengano colpiti coloro che speculano e non siano danneggiati i singoli cittadini.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti Paglia 16.1 e Pesco 16.3, nonché gli emendamenti Pastorino 16.2, Paglia 16.7, Guidesi 16.4, 16.5 e 16.6.
  La Commissione, con distinte votazioni, respinge quindi i subemendamenti Colletti 0.16.15.1, Busin 0.16.15.2, Paglia 0.16.15.3.

  Ferdinando ALBERTI (M5S) illustra il subemendamento Colletti 0.16.15.4.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge i subemendamenti Colletti Pag. 590.16.15.4, Pastorino 0.16.15.5 e Alberti 0.16.15.6.

  Ferdinando ALBERTI (M5S) illustra il subemendamento Colletti 0.16.15.7, sottolineando come la sua finalità sia quella di trattare nella stessa maniera, ai fini dell'agevolazione prevista dall'articolo 16 sia le persone fisiche sia quelle giuridiche. Ribadisce quindi il ragionamento del collega Villarosa evidenziando come l'emendamento del relatore riponga eccessiva fiducia nelle imprese che operano nel settore immobiliare.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) si chiede se le banche possano cedere immobili per i quali è stata escussa la garanzia ipotecaria ad agenzie immobiliari di loro proprietà.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge i subemendamenti Colletti 0.16.15.7, Pastorino 0.16.15.8, Villarosa 0.16.15.9 e 0.16.15.10, Colletti 0.16.15.11 e Pastorino 0.16.15.12.

  Daniele PESCO (M5S), illustrando il subemendamento Colletti 0.16.15.13, ribadisce che la volontà del gruppo del Movimento 5 Stelle è quella di agevolare i cittadini e non gli speculatori. Per tale ragione sostiene il subemendamento, che estende a tutti i cittadini lo sconto fiscale nel caso degli immobili utilizzati esclusivamente per la propria attività professionale, commerciale o produttiva.

  La Commissione respinge il subemendamento Colletti 0.16.15.13.

  Ferdinando ALBERTI (M5S) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sull'emendamento 16.15 del Relatore, ritenendo che esso non possa essere approvato anche in ragione dei dubbi relativi alla carenza di copertura finanziaria.

  La Commissione, con distinte votazioni, approva l'emendamento 16.15 del Relatore e respinge gli emendamenti Colletti 16.14 e 16.13, nonché l'emendamento Pastorino 16.8.

  Paolo PETRINI, presidente, avverte che gli articoli aggiuntivi Vignali 16.033 e gli identici Petrini 16.031 e Vignali 16.03 sono stati ritirati.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli articoli aggiuntivi Pesco 16.02, Paglia 16.012 e 16.036.

  Paolo PETRINI, presidente, avverte che l'articolo aggiuntivo Ginato 16.01 e l'emendamento Fregolent 17.2 sono stati ritirati.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Paglia 17.1, nonché l'articolo aggiuntivo Pagano 17.05, limitatamente alla parte ammissibile.

  Sergio BOCCADUTRI (PD) accetta la riformulazione dell'articolo aggiuntivo 17.07 a sua prima firma proposta dal Relatore.

  Michele PELILLO (PD) preannuncia il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico sull'articolo aggiuntivo Boccadutri 17.07, che affronta, risolvendola definitivamente, l'annosa questione relativa alla decorrenza delle valute e al calcolo degli interessi. Sottolinea la rilevanza di tale intervento normativo, che rassicura i consumatori e fornisce chiarezza all'intero sistema bancario, superando lentezze e omissioni che hanno caratterizzato troppo a lungo tale tematica.

  Maurizio BERNARDO (AP) aggiunge la propria firma all'articolo aggiuntivo Boccadutri 17.07, condividendone lo spirito.

  Daniele PESCO (M5S) preannuncia il voto di astensione del gruppo del Movimento 5 Stelle sull'articolo aggiuntivo Boccadutri 17.07, come riformulato, non essendo certo se esso vada effettivamente e pienamente a favore dei consumatori.

Pag. 60

  La Commissione, con distinte votazioni, approva l'articolo aggiuntivo Boccadutri 17.07, come riformulato, nonché gli articoli aggiuntivi 17.08 del Relatore, 17.09 del Governo e 17.010 del Relatore, ai quali non sono stati presentati subemendamenti.

  Paolo PETRINI, presidente, avverte che l'articolo aggiuntivo Pagano 17.06 è stato ritirato.
  Avverte quindi che il Relatore ha predisposto una proposta di correzioni di forma (vedi allegato 3), la quale sarà posta in votazione ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) chiede se la correzione relativa all'articolo 9, comma 3, lettera a), abbia natura sostanziale.

  Il Viceministro Enrico MORANDO sottolinea come la predetta correzione abbia carattere meramente formale.

  La Commissione approva la proposta di correzioni di forma predisposta dal Relatore.

  Paolo PETRINI, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri di tutte le Commissioni competenti in sede consultiva.

  La Commissione delibera di conferire il mandato al relatore di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Paolo PETRINI, presidente, rileva come la designazione dei componenti del Comitato dei nove avverrà sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 16.30.

Pag. 61