CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 16 marzo 2016
611.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 114

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 16 marzo 2016. — Presidenza del vicepresidente Bruno MOLEA. – Interviene il sottosegretario di Stato per i beni, le attività culturali e il turismo, Antimo Cesaro.

  La seduta comincia alle 14.10.

  Bruno MOLEA, presidente, avverte che, poiché non vi sono obiezioni, accoglie la richiesta di attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

Schema di decreto ministeriale relativo all'armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle amministrazioni pubbliche, con riferimento agli istituti di cui all'articolo 30, commi da 1 a 4, del regolamento di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 agosto 2014, n. 171.
Atto n. 282.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto ministeriale.

  Irene MANZI (PD), relatrice, ricorda che lo schema – sul quale è chiamata ad esprimersi anche la Commissione bilancio – si inserisce nella procedura finalizzata all'armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle amministrazioni pubbliche, richiesto dalla legge di contabilità e finanza pubblica (legge n. 196 del 2009). In particolare, il decreto legislativo n. 91 del 2011, adottato in attuazione della delega conferita dalla citata legge n. 196 del 2009, dispone, per quanto più di interesse per la VII Commissione, che le amministrazioni pubbliche in regime di contabilità finanziaria devono adottare un comune piano dei conti integrato, costituito da conti che rilevano le entrate e le spese in termini di contabilità finanziaria e da conti economico-patrimoniali, redatto secondo criteri comuni. Inoltre, Pag. 115le stesse amministrazioni, per consentire la confrontabilità dei dati di bilancio con le classificazioni accolte dai regolamenti comunitari vigenti in materia di conti nazionali, nonché per assicurare la trasparenza del processo di allocazione delle risorse e di destinazione delle stesse alle politiche pubbliche settoriali, devono adottare una rappresentazione dei dati di bilancio che evidenzi le finalità della spesa, secondo l'articolazione per missioni e programmi, laddove le missioni rappresentano le funzioni principali e gli obiettivi strategici, mentre i programmi rappresentano gli aggregati omogenei di attività volte a perseguire le finalità individuate nell'ambito delle missioni.
  Precisa quindi che per la definizione delle modalità dell'armonizzazione contabile delle unità locali delle amministrazioni pubbliche, intese quali unità dotate di autonomia gestionale e contabile, il citato decreto legislativo n. 91 del 2011 ha previsto l'intervento di un decreto delle amministrazioni vigilanti, adottato di concerto con il MEF e sottoposto al parere parlamentare. Al riguardo, segnala sin d'ora che, che, in virtù della previsione di espressione di un parere anche da parte della Commissione competente per i profili di merito, è necessario fare riferimento anche a questa Commissione nella premessa del decreto.
  Il preambolo evidenzia che, nelle more della definizione del provvedimento attuativo della delega per il completamento della struttura del bilancio, appare necessario fornire alle unità locali del MIBACT indirizzi e modalità generali di classificazione della spesa per missioni e programmi. Al riguardo, però, bisogna tenere presente che è in corso di esame presso la Commissione bilancio – che dovrà esprimersi entro il 15 aprile – lo schema di decreto legislativo sulla riforma della struttura del bilancio dello Stato, che reca alcune modifiche alla legge di contabilità suscettibili di riflettersi sui contenuti del provvedimento al nostro esame. Ciò con riferimento, in particolare, ai «macroaggregati» previsti dagli articoli 1 e 2 dello stesso, che il citato schema prevede di sostituire con le «azioni». È una questione che potrà essere attentamente esaminata e definita dalla stessa Commissione bilancio.
  Rileva poi che gli aspetti di più diretta competenza della VII Commissione riguardano, invece, i soggetti destinatari delle disposizioni, costituiti, a decorrere dall'esercizio 2016, in base all'articolo 1, dagli istituti centrali e dagli istituti dotati di autonomia speciale del MIBACT. Gli stessi sono individuati dall'articolo 30, commi da 1 a 4, del regolamento di organizzazione del MIBACT e sono ricapitolati nel dossier del Servizio Studi, a cui rimanda anche per ulteriori approfondimenti generali. Qui ricorda solo che, in attuazione del comma 4 dell'articolo 30, nel corso del 2015 è stata conferita l'autonomia speciale, ossia l'autonomia scientifica, finanziaria, contabile e organizzativa, a quattro nuovi istituti: si tratta di Galleria Nazionale delle Marche, Galleria Nazionale dell'Umbria, Opificio delle pietre dure e Istituto centrale per la grafica. Ricorda, inoltre, che il recente decreto ministeriale 23 gennaio 2016, attuando quanto previsto dalla legge di stabilità 2016, ha costituito, fra l'altro, ulteriori 10 istituti e musei di rilevante interesse nazionale, disponendo che agli stessi potrà essere attribuita l'autonomia speciale.
  Rileva quindi che l'articolo 2 del provvedimento in esame dispone, in particolare, che ogni istituto utilizzi le missioni, i programmi e i macroaggregati cui afferiscono i capitoli della Direzione generale vigilante. Peraltro, dopo aver individuato come base di riferimento contabile l'allegato al decreto – che reca l'attuale classificazione delle missioni e dei programmi del MIBACT –, rinvia ad una specifica pubblicazione della Ragioneria generale dello Stato (RGS), quale documento di supporto per l'individuazione delle missioni. Al riguardo, segnala che, rispetto all'allegato, l'ultima edizione di tale pubblicazione presenta un ulteriore programma, riguardante la promozione della fruizione del patrimonio culturale da parte dei giovani ai quali è destinata la Carta elettronica prevista, sempre, dalla legge di stabilità 2016. Alla luce di tale Pag. 116circostanza, le sembrerebbe opportuno suggerire al Governo di operare un rinvio direttamente a tale pubblicazione, senza inserire nel decreto l'allegato, atteso che questo già ora presenta un disallineamento con il documento annuale della RGS. In tal senso, peraltro, sono anche le indicazioni della RGS.
  Aggiunge che l'articolo 3 disciplina la possibilità di modificare o integrare i programmi (ma non le missioni) in cui è articolato lo stato di previsione del MIBACT, qualora gli stessi non siano adeguati a rappresentare le esigenze degli istituti. In particolare, prevede che è necessario il parere vincolante della Direzione generale vigilante e che la richiesta deve essere accompagnata da idonea motivazione. La decisione è rimessa al MEF. L'articolo 4, infine, reca una norma di chiusura, con il rinvio, per quanto non espressamente indicato, ai documenti ivi specificamente indicati.
  Preannuncia quindi un parere favorevole con le puntualizzazioni testé esposte e con le altre eventuali integrazioni che emergeranno nel corso del dibattito.

  Il sottosegretario Antimo CESARO si riserva di intervenire nel prosieguo della discussione.

  Bruno MOLEA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.20.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 16 marzo 2016 — Presidenza del vicepresidente Bruno MOLEA.

  La seduta comincia alle 14.20.

  Bruno MOLEA, presidente, avverte che, poiché non vi sono obiezioni, accoglie la richiesta di attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

7-00814 Ghizzoni, 7-00835 Pannarale e 7-00836 Vacca: Sul diritto allo studio universitario connesso al nuovo metodo di calcolo dell'ISEE.
(Seguito della discussione congiunta e rinvio).

  La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni in titolo, rinviata nella seduta del 28 gennaio 2016.

  Annalisa PANNARALE (SI-SEL) sottolinea l'importanza delle audizioni informali svolte, che hanno confermato la penalizzazione sofferta da diversi potenziali borsisti a seguito dell'introduzione dei nuovi parametri ISEE e ISPE. Propone ai componenti della Commissione – e in particolare ai presentatori delle due altre risoluzioni vertenti sul medesimo oggetto – di cercare di predisporre un'unica risoluzione condivisa, in tempo utile per fornire al Governo indirizzi efficaci sulle prossime decisioni.

  Gianluca VACCA (M5S) condivide l'impostazione di metodo della collega Pannarale. Ritiene poi che si debbano affrontare necessariamente – e sciogliere – due nodi. Il primo concerne l'eliminazione del parametro ISPE per l'attribuzione della borsa di studio universitaria: a suo avviso, si dovrebbe procedere a eliminare questo parametro, anche valutando il fatto che l'ISEE già considera la componente patrimoniale dei nuclei familiari dei richiedenti la borsa. Al di là di questo aspetto che riguarda il futuro, reputa comunque necessario, per il presente, allargare la platea dei beneficiari, con particolare riferimento a coloro che non hanno visto aumentare la loro capacità reddituale: a tal fine, andrebbero esclusi dai redditi presi in considerazione le indennità connesse alla disabilità, gli emolumenti percepiti dai lavori svolti dagli studenti all'interno degli atenei e la stessa borsa di studio eventualmente percepita in precedenza.

  Manuela GHIZZONI (PD) ritiene anch'ella auspicabile la convergenza dei gruppi parlamentari rappresentati nella Pag. 117Commissione su un testo condiviso di risoluzione. Con riferimento al parametro ISPE, quale soglia aggiuntiva rispetto all'ISEE, riterrebbe come obiettivo preferibile il suo totale superamento. In subordine, proporrebbe di inserire tra gli impegni della risoluzione che spera si possa approvare che il Governo verifichi e spieghi l'effettiva necessità normativa di mantenere le 2 soglie (ISEE e ISPE). Con riferimento, poi, alla questione dell'esclusione dal computo totale dei redditi dei benefici inerenti al diritto allo studio, ribadisce che tale previsione è già contenuta nella normativa ISEE, ma essa ha trovato difficile applicazione, perché la detrazione è a carico dell'ente erogatore; pertanto, sarebbe opportuno inserire nella risoluzione la richiesta di rivedere la definizione dell'ISEU, per evitare problemi interpretativi della norma e dei meccanismi di calcolo. Da valutare sarebbe, infine, l'opportunità di destinare una quota di risorse a beneficio di coloro che sono già stati esclusi a seguito dell'introduzione dei nuovi parametri, tenendo conto che cinque regioni sono intervenute autonomamente per compensare – almeno in parte – gli effetti della nuova normativa.

  Bruno MOLEA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.35.