CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 23 febbraio 2016
597.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 60

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 23 febbraio 2016. — Presidenza della presidente Flavia PICCOLI NARDELLI.

  La seduta comincia alle 12.05.

Schema di decreto ministeriale recante istituzione della tabella triennale 2014-2016 degli enti privati di ricerca nonché riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per l'anno 2014, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi, con riferimento agli enti privati di ricerca.
Atto n. 260.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto ministeriale in oggetto.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, poiché non vi sono obiezioni, accoglie la richiesta di attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

  Manuela GHIZZONI (PD), relatrice, ricorda che la Commissione avvia l'esame dello schema di decreto interministeriale – tra Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e Ministero dell'economia e delle finanze – relativo all'istituzione della tabella triennale 2014-2016 degli enti privati di ricerca, che reca anche il riparto delle risorse per il 2014: tale schema è stato presentato con un evidente ritardo rispetto al periodo temporale di riferimento. La regola di subordinare la fruizione di contributi per il funzionamento Pag. 61all'inserimento di tali enti in una tabella triennale è stata introdotta dal decreto ministeriale 8 febbraio 2008, n. 44, che oggi regola la materia. In particolare, il predetto decreto ministeriale prevede che sono legittimati a presentare domanda (articolo 2) gli enti di ricerca che hanno ottenuto il riconoscimento della personalità giuridica da almeno 3 anni e che svolgono, per prioritarie finalità statutarie e senza scopo di lucro, l'attività di ricerca finalizzata all'ampliamento delle conoscenze culturali, scientifiche, tecniche non connesse a specifici obiettivi industriali o commerciali e realizzate anche attraverso attività di formazione post-universitaria, specificamente preordinata alla ricerca. Non possono usufruire dei contributi, fra gli altri, gli enti pubblici di ricerca, le università statali e non statali, né i relativi consorzi e fondazioni «nonché gli enti che hanno ottenuto nel corso del medesimo esercizio contributi di funzionamento o altri contributi aventi medesime finalità e natura giuridica a carico del bilancio dello Stato». La selezione delle domande avviene sulla base di un bando pubblico, emanato alla scadenza di ciascun triennio (articolo 1). La loro valutazione, ai fini della formulazione di una proposta al Ministro, è affidata ad una commissione di 5 esperti tecnico-scientifici (articolo 3), nominata con decreto dello stesso Ministro per ciascun triennio e che opera secondo i criteri disposti dal decreto ministeriale stesso. Il contributo è erogato per il 50 per cento a titolo di anticipazione e per il 50 per cento a saldo, previa dimostrazione delle spese sostenute e della positiva verifica delle relazioni tecnico-scientifiche e della rendicontazione. L'ammontare del contributo annuale è determinato in rapporto allo stanziamento complessivo previsto dalla legge di stabilità.
  Aggiunge che per il triennio 2014-2016, la citata Commissione di esperti tecnico-scientifici, che ha esaminato e valutato le domande ed ha formulato la proposta complessiva di assegnazione di finanziamento, è stata costituita con il decreto ministeriale 20 febbraio 2014, n. 139. Il bando per la concessione dei contributi è stato invece emanato con decreto del direttore generale per il coordinamento, la promozione e la valorizzazione della ricerca del 13 ottobre 2014, n. 3057. Esso ha disposto (articolo 10), in particolare, che le domande potevano essere compilate esclusivamente utilizzando il servizio telematico SIRIO, nel periodo indicato. Una volta effettuata la trasmissione, il file PDF della domanda trasmessa doveva essere stampato, firmato dal legale rappresentante del soggetto richiedente e spedito al MIUR entro il termine perentorio del 27 novembre 2014.
  Rileva che, stante la disposizione dell'articolo 5, comma 3, del citato decreto direttoriale, la Commissione avrebbe dovuto proporre al Ministro la graduatoria delle domande, accompagnata da una relazione illustrativa sui punteggi assegnati, entro 90 giorni dal termine per la presentazione delle domande stesse, quindi, entro il 27 febbraio 2015. Precisa che alla Commissione la documentazione è stata trasmessa il 9 febbraio 2015, mediante il decreto del Capo Dipartimento per la formazione superiore e la ricerca, prot. n. 345, contenente l'elenco delle domande ammesse alla valutazione e di quelle escluse. Dal predetto decreto si evince che sono state trasmesse attraverso il sistema SIRIO 146 domande delle quali, però, 18 pervenute al MIUR oltre il termine del 27 novembre 2014 e 2 mai pervenute; ulteriori 7 domande sono state inviate a mezzo posta, ma non trasmesse attraverso il sistema SIRIO. Segnala quindi che il totale di contributo richiesto per le 126 domande regolarmente presentate è risultato pari a 24.982.087 euro.
  Aggiunge, con riferimento ai criteri di valutazione, che l'articolo 5, comma 4, del citato decreto direttoriale ha disposto la ripartizione fra i criteri previsti dal decreto ministeriale n. 44 del 2008 di 50 punti, nei termini seguenti: a) qualità e rilevanza dei programmi di attività di ricerca e risultati conseguiti nell'ultimo triennio per l'attività di ricerca richiesta come requisito: massimo 20 punti; b) tradizione storica dell'ente: massimo 15 Pag. 62punti; c) coerenza e congruità del contributo richiesto: massimo 5 punti; d) consistenza e qualificazione delle risorse umane: massimo 5 punti; e) consistenza del patrimonio didattico, scientifico e strumentale: massimo 5 punti.
  Rileva che ha disposto, altresì, che sarebbero state approvate solo le domande che avessero conseguito almeno 35 punti e, comunque, almeno 15 punti per l'attività di ricerca e almeno 10 punti per la tradizione storica. A tale proposito segnala che il peso preponderante di punteggio (35 su 50) assegnato ai primi due requisiti – connessi alla qualità e rilevanza dell'attività di ricerca e alla tradizione storica dell'ente – sebbene previsti dal decreto ministeriale 44 del 2008, non pare esattamente corrispondente all'obiettivo del Regolamento di ripartire contributi per il funzionamento degli enti.
  Aggiunge, con riguardo alla misura del contributo, che l'articolo 4, comma 3, ha disposto che il finanziamento sarebbe stato riconosciuto a ciascun soggetto nella misura dell'80 per cento dei costi di funzionamento e comunque in misura non inferiore a 50.000 euro e non superiore a 300.000 euro. Al riguardo segnala che, sebbene sia apprezzabile la volontà di non parcellizzare i contributi, la soglia individuata a 50.000 appare alta e – stante le risorse disponibili – responsabile dell'esclusione di enti meritevoli di contributi (che hanno raggiunto 40 punti), come attestato anche dalla Commissione valutatrice. In merito al contenuto dello schema in parola, evidenzia che l'importo da ripartire è di 3.000.000 di euro, superiore dello 0,3 per cento rispetto alla somma disponibile per il 2011, primo anno di vigenza della tabella triennale 2011-2013, e del 3,9 per cento rispetto alle somme effettivamente erogate nel 2013. Tale importo è al netto delle somme destinate all'Istituto San Pio V (1,5 milioni di euro) e di quelle destinate al funzionamento della Commissione di valutazione (5.000 euro).
  Evidenzia che nella relazione illustrativa che riassume alcuni passaggi significativi del percorso di valutazione, la Commissione ha chiarito che, adottati i criteri indicati nel bando, sono stati considerati in modo particolare il contenuto scientifico derivante dalla presenza di pubblicazioni, la capacità e la propensione ad aperture nazionali e internazionali e la capacità di coinvolgere giovani nel progetto scientifico e formativo con un uso delle risorse ad essi dedicato. Dalla relazione si evince che la Commissione ha operato in assenza di un componente e che, dopo un lavoro collegiale garantito dai supporti telematici che hanno permesso una operatività «in remoto», ha concluso i propri lavori nell'ottobre 2015, cioè 9 mesi dopo la trasmissione delle domande. Sul totale delle domande regolarmente pervenute, 84 (delle quali, 48 provenienti da enti inseriti nella tabella 2011-2013) non sono state ammesse al finanziamento. In particolare: 41 enti – pur avendo riportato punteggi compresi tra 40 e 35 punti – non sono stati ammessi per insufficienza di risorse; 33 enti non sono stati ammessi per non aver conseguito almeno 35 punti, ovvero almeno 15 punti per l'attività di ricerca e almeno 10 punti per la tradizione storica; 8 enti non sono stati ammessi per mancato raggiungimento della soglia minima di 50.000 euro; 2 enti non sono stati ammessi, in quanto consorzi o associazioni tra università.
  Precisa che gli enti ammessi al finanziamento per il triennio 2014-2016 sono, dunque, 42 (di cui 29 già destinatari dei contributi nel periodo 2011-2013), che hanno riportato punteggi compresi tra 41 e 50. Quanto all'ammontare dei contributi, nella stessa relazione illustrativa della Commissione di valutazione si evidenzia che il finanziamento è stato definito in base alla valutazione ottenuta, e che si è tenuto conto dei flussi di bilancio e di eventuali altri finanziamenti erogati a favore dell'ente.
  Specifica che l'ammontare oscilla da un minimo di 52.500 euro a un massimo di 100.000 euro e che in corrispondenza degli enti già destinatari di finanziamenti nella tabella 2011-2013 si registrano variazioni che vanno da un minimo di -24,8 per Pag. 63cento (Società Geografica Italiana) a un massimo di +630 per cento (Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento).
  Ricorda, infine, che, con riguardo ai contributi relativi agli anni 2015 e 2016, l'articolo 4, commi 1 e 2, del citato decreto direttoriale stabiliva che l'importo complessivo sarebbe stato pari a 2.750.000 euro annui, di cui 5.000 euro annui per il funzionamento della Commissione. Si tratta di quanto effettivamente disponibile per il 2015 in base alla legge di assestamento e, per il 2016, in base alla legge di bilancio.
  Per ulteriori approfondimenti rinvia alla documentazione predisposta dagli uffici, con particolare riferimento alle tabelle nelle quali è effettuato un raffronto fra la proposta di riparto dei contributi per il triennio 2014-2016 (anno 2014) e i contributi disposti dalla tabella triennale 2011-2013 (anno 2011), con le relative variazioni percentuali, e sono indicati gli enti presenti nella precedente tabella non presenti nella proposta per il triennio 2014-2016.
  Preannuncia quindi l'intenzione di esprimere un parere favorevole che sarà predisposto al termine del dibattito sul provvedimento in esame.
  Auspica, infine, una tempestiva trasmissione alle Camere, da parte del MIUR, dello schema di tabella triennale 2015-2017, relativa ai soggetti beneficiari dei finanziamenti per iniziative per la diffusione della cultura scientifica.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, ringrazia la relatrice per l'accurato lavoro svolto e rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 12.20.

SEDE REFERENTE

  Martedì 23 febbraio 2016 — Presidenza della presidente Flavia PICCOLI NARDELLI.

  La seduta comincia alle 12.20.

Modifiche al decreto legislativo 10 aprile 1948, n. 421, ratificato, con modificazioni, con legge 5 marzo 1957, n. 104, riguardante la destinazione e l'alienabilità dell'ex collegio di Villa Lomellini, assegnato in proprietà al comune di Santa Margherita Ligure.
C. 2572 Carocci.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, poiché non vi sono obiezioni, accoglie la richiesta di attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

  Maria Grazia ROCCHI (PD), relatrice, rileva che si avvia l'esame di una proposta di legge che intende eliminare gli anacronistici vincoli di destinazione e di inalienabilità del collegio di Santa Margherita Ligure, allocato in Villa Lomellini. Il decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 10 aprile 1948, n. 421 ha devoluto il collegio di sopra, con tutti i suoi mobili, attrezzature e pertinenze – in precedenza appartenenti all'Opera di previdenza della milizia volontaria per la sicurezza nazionale – all'Ente nazionale di previdenza e di assistenza per i dipendenti statali (E.N.P.A.S.), prevedendo che fosse destinato all'educazione ed all'istruzione degli orfani dei dipendenti statali ed, eventualmente, ad altri scopi di assistenza perseguiti dal medesimo Ente. La legge 5 marzo 1957, n. 104, ratificando il citato decreto legislativo n. 421 del 1948, ha modificato sia l'ente beneficiario, assegnando il collegio al Comune di Santa Margherita Ligure, sia il vincolo di destinazione, individuato nell'educazione ed istruzione locale. Al contempo, ha confermato il divieto di alienazione e di mutazione della destinazione del Collegio, già previsto dal predetto decreto legislativo. Pag. 64
  Aggiunge che l'immobile, una volta acquisito dal comune, è stato utilizzato fra gli anni ’70 e ’80 dall'allora Unità sanitaria locale per servizi di riabilitazione infantile. Successivamente, a seguito del rilascio da parte della USL, è rimasto inutilizzato, non possedendo gli standard richiesti per l'uso come aule scolastiche. Peraltro, le condizioni più che precarie determinano l'inagibilità dello stesso edificio. Ecco perché la rimozione del vincolo di alienazione e di destinazione consentirebbe al comune di collocare il bene sul mercato immobiliare, ricavandone proventi che, in base alla proposta in esame, devono essere destinati ad attività collegate all'istruzione.
  Rimandando, per ogni approfondimento, al dossier predisposto dagli uffici – nel quale sono segnalate due esigenze di correzione formale del testo – auspica una proficua e celere discussione del provvedimento.

  Mara CAROCCI (PD) quale presentatrice della proposta precisa che essa non mira a favorire i privati, bensì il comune di Santa Margherita Ligure. Ciò in quanto l'immobile in questione è composto di locali angusti ed è sprovvisto, tra l'altro, di scale costruite secondo le vigenti norme di sicurezza: il suo utilizzo a fini pubblici da parte del comune è, quindi, di fatto non realizzabile, mentre i proventi derivanti da una sua alienazione sarebbero destinati – ex lege – a finalità di istruzione.

  Luigi GALLO (M5S) al di là del merito della proposta di legge in esame, contesta il metodo con il quale vengono effettuati, per via legislativa – in particolare su iniziativa di esponenti del Partito Democratico – una serie di interventi microsettoriali che interessano singoli beni e singole comunità locali, mentre l'attività legislativa dovrebbe essere indirizzata a offrire un quadro generale e a realizzare interventi strutturali.

  Mara CAROCCI (PD) rileva che ove si volessero realizzare degli interventi legislativi risolutivi di tutte le situazioni concernenti i beni di interesse culturale in Italia, ciò richiederebbe una lunga attività di monitoraggio e si rischierebbe di concludere la legislatura senza intervenire su nessuna situazione meritevole di attenzione, come quella oggetto del presente progetto di legge.

  Umberto D'OTTAVIO (PD) ritiene che la VII Commissione si debba attribuire il compito di esaminare, caso per caso, la necessità di intervenire per via legislativa su singoli beni di interesse culturale in senso lato, reputando pericoloso introdurre in materia una disciplina legislativa generale che abbracci tutte le diversificate situazioni. Osserva quindi che il vincolo del bene situato a Santa margherita Ligure, oggi in discussione, è stato posto con una norma primaria e che appare condivisibile destinare gli eventuali proventi derivanti dalla sua dismissione a fini di istruzione.

  Giuseppe CIVATI (Misto-AL-P) concorda con il collega D'Ottavio.

  Luigi GALLO (M5S) precisa che non intende introdurre una norma legislativa che non tenga conto di tutte le specificità dei diversi beni di interesse culturale presenti in Italia.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, dichiara concluso l'esame preliminare del provvedimento in esame. Ritiene che, nello specifico, la proposta di legge in esame potrebbe offrire una soluzione ad un problema che si trascina da molto tempo. Fissa quindi, non essendovi obiezioni, una seduta in sede referente per la giornata di domani e preannuncia che intende proporre in tale seduta l'adozione del testo della proposta quale testo base per il prosieguo dell'esame.
  (Così rimane stabilito).

  La seduta termina alle 12.40.

Pag. 65

COMITATO DEI NOVE

  Martedì 23 febbraio 2016.

Istituzione del Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione e deleghe al Governo per la ridefinizione del sostegno pubblico e per la revisione della disciplina del settore dell'editoria e della disciplina pensionistica dei giornalisti e della composizione e delle competenze dell'ordine dei giornalisti.
C. 3317-3345/A.

  Il Comitato dei Nove si è riunito dalle 12.40 alle 13.