CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 17 febbraio 2016
594.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 67

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 17 febbraio 2016. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Vincenzo Amendola.

  La seduta comincia alle 9.05.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, comunica che a far data dal 5 febbraio scorso è entrata a far parte della Commissione l'onorevole Paola PINNA (PD), a cui formula auguri di buon lavoro. Comunica, inoltre, che a far data dal 13 febbraio scorso l'onorevole Vincenzo AMENDOLA (PD) ha cessato di far parte della Commissione e che a partire dalla medesima data è entrata a far parte della Commissione l'onorevole Marietta TIDEI (PD). Anche a nome dei colleghi commissari, ringrazia il collega Amendola per il lavoro proficuo svolto e dà il benvenuto alla collega Tidei.

Istituzione del Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione e deleghe al Governo per la ridefinizione del sostegno pubblico all'editoria.
Nuovo testo C. 3317 Coscia e abb. C. 3345 Pannarale.

(Parere alla VII Commissione).
(Esame nuovo testo e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Franco CASSANO (PD), relatore, segnala che il provvedimento in titolo si è caratterizzato per un iter parlamentare lungo e travagliato, avviato il 4 novembre 2015 dopo l'esito negativo dell'esame da parte dell'Aula del progetto di legge presentato dal deputato Brescia come primo firmatario C. 1990 sull'abolizione del finanziamento pubblico all'editoria. Ricorda che il gruppo di maggioranza ha, quindi, elaborato una propria proposta legislativa che, senza eliminare i contributi pubblici all'editoria, ha inteso razionalizzarli, ridisegnando il quadro normativo di un settore attraversato da una grave crisi nelle vendite e, conseguentemente, nei livelli occupazionali, come evidenziano i dati disponibili e riferiti al 2013 sulla riduzione di circa il 26 per cento degli introiti pubblicitari per l'editoria cartacea.
  Ricorda, inoltre, che, come richiamato ad avvio dell'esame in sede referente, il tema dell'editoria si connette alla fondamentale libertà d'informazione, di cui all'articolo 21 della Costituzione, cardine di ogni sistema democratico, alla sua trasparenza e pluralismo. In tale direzione muove, pertanto, l'istituzione del Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione e il conferimento di deleghe al Governo per la ridefinizione del sostegno pubblico all'editoria.
  Ciò premesso, rappresenta che i profili di competenza della nostra Commissione si rinvengono nel contesto della delega conferita al Governo all'articolo 2 del nuovo testo in esame per la ridefinizione della disciplina dei contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici, per la previsione di misure per il sostegno agli investimenti delle imprese editoriali, Pag. 68per l'innovazione del sistema distributivo, per il finanziamento di progetti innovativi nel campo dell'editoria presentati da imprese di nuova costituzione, nonché per misure a sostegno di processi di ristrutturazione e di riorganizzazione delle imprese editoriali già costituite.
  Infatti, nel contesto dei principi e criteri direttivi per l'esercizio della delega, la lettera b), punto 2), dell'articolo 2 indica il mantenimento del finanziamento «delle imprese editrici di quotidiani e di periodici in lingua italiana editi e diffusi all'estero o editi in Italia e diffusi prevalentemente all'estero». Precisa che si tratta di una nozione più ampia rispetto a quella inizialmente contemplata dalle proposte di legge presentate e dello stesso nuovo testo base, adottata a seguito dell'approvazione in Commissione Cultura di un emendamento presentato dai colleghi del Partito Democratico eletti nella circoscrizione «Estero» onorevoli Porta, Fedi, Farina, Garavini, La Marca e Tacconi.
  La modifica apportata al nuovo testo rende il testo del provvedimento coerente con la legislazione vigente che articola le diverse tipologie già beneficiarie dei contributi nei «quotidiani italiani editi e diffusi all'estero» e nelle «imprese editrici di periodici italiani pubblicati all'estero, nonché di pubblicazioni edite in Italia e diffuse prevalentemente all'estero». La nuova formulazione contribuisce, inoltre, ad esplicitare il ruolo del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale con il cui concerto sarà adottato il decreto legislativo attuativo della delega, secondo quanto era già previsto dal successivo comma 3.
  Conclude sottolineando che il settore dell'editoria italiana all'estero e per l'estero ha già registrato un impulso positivo nella presente legislatura con l'entrata in vigore della legge di stabilità per l'anno 2016 che, per l'anno in corso, ha integrato di 650 mila euro lo stanziamento già previsto relativo all'articolo 1-bis del decreto-legge 18 maggio 2012, n. 63, che prevede contributi pari a due milioni di euro per la stampa italiana all'estero e per l'estero. Si tratta di un segnale di un'attenzione nuova e rafforzata nei confronti delle nostre comunità di connazionali all'estero, per le quali l'informazione e l'editoria in lingua italiana costituiscono un fondamentale fattore identitario e di legame con il nostro Paese, oltre che uno strumento efficace di promozione della nostra cultura nel mondo.
  Per tali ragioni propone che la Commissione esprima un parere favorevole sul provvedimento in titolo.

  Carlo SIBILIA (M5S) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sul provvedimento in titolo per ragioni connesse al suo impianto complessivo, ritenendo incompatibile in via di principio un'informazione plurale e indipendente con l'istituto del contributo pubblico, esposto al condizionamento partitico e governativo. I casi notori di salvataggi di testate giornalistiche, come nel caso de l'Unità, hanno dimostrato inoltre che il meccanismo della contribuzione pubblica ha come conseguenza l'imputazione ai contribuenti delle perdite economiche del settore. Si tratta di una battaglia che vede impegnato il Movimento Cinque Stelle fin dall'inizio che si impegna, anche grazie al proprio impegno in sede di Commissione di vigilanza sulla RAI e con l'istituzione di piattaforme virtuali, ad informare i cittadini sullo sbilanciamento in termini di percentuali di esposizione mediatica che vede favoriti agli esponenti della maggioranza di governo. Ciò premesso, considera il provvedimento in titolo in linea con la logica appena descritta e in antitesi con le proposte avanzate dal suo gruppo sull'abolizione del finanziamento pubblico all'editoria. Tale posizione si rafforza ulteriormente se si considera la fruibilità di soluzioni tecnologiche, soprattutto grazie alla rete web o ai cosiddetti social network, idonee a semplificare le strutture tradizionali e a ridurre i costi di produzione dei programmi. Si tratta, a suo avviso, di un comparto che deve reperire sul mercato le proprie fonti di finanziamento, senza intrusioni di carattere statale, anche al fine di superare una concezione dell'informazione che guarda ai cittadini come a meri soggetti Pag. 69passivi. Oggi gli utenti esprimono un approccio attivo rispetto alle diverse fonti d'informazione, tradizionale e online, e ciò anche perché i giornali tradizionali riferiscono opinioni e non più fatti oggettivi, con ciò portando la qualità dell'intera informazione europea ai più bassi livelli registrabili in Europa.

  Giuseppe Stefano QUINTARELLI (Misto) solleva talune riflessioni sulle norme del provvedimento in tema di trattamenti pensionistici per i giornalisti e ciò in connessione all'esigenza di sostenere il giornalismo free lance e autonomo rispetto alle grandi testate. Tale riflessione si applica anche all'informazione online, laddove i maggiori portali editoriali sono di proprietà privata e soggetti a meccanismi di intermediazione non trasparenti a cui è sempre di più affidato il controllo sull'accesso alla rete da parte dei giornalisti. Ritiene che tali questioni riguardino anche l'editoria rivolta all'estero, ai fini della norma richiamata dal relatore e preannuncia pertanto un voto di astensione del suo gruppo qualora il parere della Commissione non tenga conto dei rilievi testé sollevati.

  Marco FEDI (PD) ritiene che le questioni richiamate dal collega Quintarelli abbiano portata generale e non siano pertinenti rispetto alle parti di competenza di questa Commissione, contenute nel provvedimento.

  Il sottosegretario Vincenzo AMENDOLA sottolinea il valore della natura parlamentare delle proposte di legge in esame, ascrivibili ad un'iniziativa assunta dalla maggioranza e dall'opposizione. A suo avviso, i temi richiamati dal deputato Sibilia rivestono valore centrale, riguardando il rapporto tra politica ed editoria, oltre a fondamentali principi costituzionali. Considera, infine, l'emendamento approvato in Commissione cultura rispetto all'articolato di competenza di questa Commissione conforme allo spirito della nostra Costituzione e alla sensibilità che la nostra rete all'estero dimostra col proprio lavoro quotidiano rispetto alla libertà e al pluralismo dell'informazione.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2015.
C. 3540 Governo.

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, ricorda che il termine per la presentazione di emendamenti al disegno di legge in titolo è fissato alle ore 11.

  Francesco MONACO (PD), relatore, nell'illustrare il provvedimento in titolo sottolinea che esso rappresenta uno degli strumenti legislativi che assicurano il periodico adeguamento del nostro ordinamento all'ordinamento dell'Unione europea: secondo l'assetto delineato dalla legge n. 234 del 2012, che ha attuato una profonda riforma delle norme che regolano la partecipazione dell'Italia alla formazione ed attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione – con la legge di delegazione europea viene conferita al Governo la delega legislativa per dare attuazione alle direttive europee e alle decisioni quadro, nonché agli obblighi direttamente riconducibili al recepimento di atti legislativi europei.
  In questa legislatura, grazie alle innovazioni apportate dalla riforma del 2012, è stato quindi possibile accelerare il percorso di recepimento della normativa dell'Unione, garantendo l'attuazione in via legislativa di oltre cento direttive (117, quelle attuate al 31 gennaio 2016), alcune delle quali (oltre 20) erano contenute nei disegni di legge comunitaria 2011 e 2012, Pag. 70di cui era stata avviata l'istruttoria parlamentare nella precedente legislatura, ma che non erano state approvate.
  Ricorda, prima di passare ad una breve illustrazione dei contenuti del disegno di legge e segnatamente delle disposizioni di rilievo per la III Commissione, che nei giorni scorsi, è stato presentato presso l'altro ramo del Parlamento – il disegno di Legge europea 2015 (S. 2228), di cui il Senato dovrebbe iniziare l'esame nei prossimi giorni.
  Il provvedimento in titolo, attualmente all'esame della XIV Commissione in sede referente, consta di 14 articoli ed è corredato da due allegati, A e B, che contengono l'elenco delle direttive da recepire con decreto legislativo. In particolare, nell'allegato B sono riportate le direttive sui cui schemi di decreto è previsto il parere delle competenti commissioni parlamentari.
  L'articolato contiene disposizioni di delega riguardanti il recepimento di otto direttive europee e di una raccomandazione CERS (Comitato europeo per il rischio sistemico), nonché l'adeguamento della normativa nazionale a dodici regolamenti europei. Inoltre, sono previsti principi e criteri direttivi specifici per l'esercizio della delega legislativa – già conferita con legge di delegazione europea 2014 (L. 114/2015, articolo 1 e allegato B) – per il recepimento di una direttiva. Negli allegati A e B del disegno di legge sono elencate, rispettivamente, una e sei direttive. L'articolo 1, comma 1 del provvedimento reca la delega al Governo per l'attuazione delle direttive europee, di cui agli allegati A e B, rinviando, per quanto riguarda i termini, le procedure, i princìpi e i criteri direttivi della delega, alle disposizioni previste dalle normativa generale in materia. Il comma 2 prevede che gli schemi di decreto legislativo recanti attuazione delle direttive incluse nell'allegato B siano sottoposti al parere delle competenti Commissioni parlamentari. Tale procedura è estesa anche ai decreti di attuazione delle direttive di cui all'allegato A, qualora in essi sia previsto il ricorso a sanzioni penali. Il comma 3, infine, dispone che eventuali spese non contemplate dalla legislazione vigente che non riguardano l'attività ordinaria delle amministrazioni statali o regionali, possano essere previste nei decreti legislativi attuativi delle direttive di cui agli allegati A e B esclusivamente nei limiti necessari per l'adempimento degli obblighi di attuazione dei medesimi provvedimenti.
  Alla copertura degli oneri recati da tali spese eventualmente previste nei decreti legislativi attuativi, nonché alla copertura delle minori entrate eventualmente derivanti dall'attuazione delle direttive, qualora non sia possibile farvi fronte con i fondi già assegnati alle competenti amministrazioni, si provvede a carico del Fondo per il recepimento della normativa europea, di cui all'articolo 41-bis della legge n. 234 del 2012.
  Particolare rilievo assume, in relazione alle competenze della III Commissione, l'articolo 5, comma 1, che detta un principio e criterio di delega aggiuntivo rispetto ai princìpi e criteri direttivi generali richiamati dall'articolo 1, comma 1 del disegno di legge di delegazione europea 2015 per l'attuazione della direttiva (UE) 2015/637 del Consiglio, sulle misure di coordinamento e cooperazione per facilitare la tutela consolare dei cittadini dell'Unione non rappresentati nei paesi terzi.
  Il principio e criterio di delega è inteso ad assicurare, in sede di attuazione della direttiva (che dovrà essere effettuata entro il 1o maggio 2018), che la promessa di restituzione dei costi sottoscritta dal cittadino italiano innanzi all'autorità consolare di un altro Stato membro della Unione europea alle condizioni previste dall'articolo 14 della direttiva, abbia efficacia di titolo esecutivo in relazione alle somme di danaro, determinate o determinabili, contenute in detta promessa di restituzione.
  Rileva che tale previsione rappresenta l'estensione di quanto già previsto per i prestiti con promessa di restituzione erogati da uffici consolari italiani a nostri connazionali in base al comma 2 dell'articolo Pag. 7124 del decreto legislativo 3 febbraio 2011, n. 71, recante ordinamento e funzioni degli uffici consolari.
  La direttiva 2015/637 ha un campo di applicazione piuttosto ampio: si stima infatti che circa 7 milioni di cittadini europei si trovino a viaggiare o a vivere in paesi terzi nei quali il loro Stato di appartenenza non è in grado di fornire assistenza consolare.
  Tale assistenza può concernere l'espletamento di semplici pratiche consolari, l'assistenza in caso d'incidenti o perfino in caso di gravi crisi politiche nel paese terzo che consiglino la pronta evacuazione dei cittadini europei.
  Si tratta di un intervento normativo pienamente auspicabile, poiché amplia la tutela dei cittadini europei all'estero: alla luce di queste considerazioni, annuncia la presentazione di una proposta di relazione favorevole sul provvedimento al nostro esame.

  Il sottosegretario Vincenzo AMENDOLA segnala le 91 procedure di infrazione che coinvolgono il nostro Paese, per le quali il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale in nessuno modo figura quale Amministrazione capofila. Sottolinea il valore della legge di delegazione europea come strumento utile al recepimento diretto delle direttive e che ha permesso al nostro Paese di risolvere e scongiurare contenzioso con la Commissione europea. Auspica, pertanto, un rapido iter di esame, al fine di non vanificare lo sforzo profuso da Governo e Parlamento per dare piena attuazione al diritto europeo e anche per non compromettere l'entrata in vigore della norma di stretta competenza di questa Commissione, che corrisponde alla difesa di nostri interessi di carattere nazionale.

  Carlo SIBILIA (M5S) ritiene doveroso cogliere l'opportunità di questa seduta per affrontare una riflessione che non trova spazi adeguati nelle aule parlamentari. Il provvedimento in titolo affronta in una prima parte una congerie di materie disomogenee, su cui infatti devono esprimersi tutte le Commissioni permanenti, per poi soffermarsi all'articolo 9 in un articolato ampio che appare essere una riforma del nostro sistema bancario e per il quale non sussistono esigenze di urgenza, considerato che il tempo per il recepimento della direttiva è fissato al giugno del 2017. Si interroga, pertanto, sul ruolo che la stessa maggioranza parlamentare intende esercitare rispetto ad un provvedimento visibilmente scritto al di fuori degli apparati istituzionali nazionali e sul quale gli stessi eurodeputati non hanno esercitato alcuna funzione di controllo. Prendendo spunto da questa riflessione, rileva come la questione «Brexit» altro non rappresenta se non l'esigenza incomprimibile, riconosciuta dal Governo britannico, di ridare ruolo ai cittadini e al nostro stesso modello di democrazia. Ritiene apprezzabile l'impegno di Cameron a rivendicare un ruolo per i propri cittadini nel meccanismo decisionale europeo e deludente che il Presidente Renzi non abbia invece a cuore nella stessa misura la sovranità del popolo italiano o ritenga di avere minore forza contrattuale.

  Laura GARAVINI (PD), nel ritenere il Governo meritevole di elogio per la tempestività nella presentazione del provvedimento in titolo, che consente all'Italia di allinearsi nel recepimento del diritto dell'Unione europea, evitando ulteriori procedure di infrazione e danni economici da ciò derivanti, rimarca con dispiacere che i colleghi del Movimento 5 Stelle – pur, per ragioni anagrafiche, appartenendo ad una generazione che dovrebbe dirsi beneficiaria dei vantaggi del processo di integrazione europea – non riconoscano il valore straordinario dell'Unione europea e manifestino ammirazioni per un leader politico come Cameron che, cedendo al populismo di destra, appare concorrere al rischio di disintegrazione dell'Unione europea. Stigmatizza anche il fatto che tale atteggiamento sia tenuto in occasione della discussione di veri e propri atti dovuti da parte del Governo e del Parlamento italiano, quali appunto quelli in titolo.

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  Maria Edera SPADONI (M5S), replicando alle osservazioni della collega Garavini e rivendicando il proprio autentico spirito europeista, evidenzia che la questione non è essere a favore o contro l'Europa in generale, bensì il potere muovere una critica profonda all'attuale modello di Europa. Nel ricordare la vicenda della Grecia, lasciata «morire» dall'Europa cosiddetta solidale, osserva che non è un'affermazione di stampo populista sostenere che un'Europa di tale tipo non funziona più. Rammentando altresì di appartenere alla cosiddetta «generazione Erasmus», che ha pur apprezzato e beneficiato dei vantaggi dell'integrazione europea e del connesso interscambio culturale, rileva come la sua generazione oggi cerchi il proprio futuro al di fuori dell'Unione europea e sia quanto mai necessario fare un discorso serio su un'Europa davvero solidale, vicina ai bisogni dei popoli, e non più solo un'Europa burocratica e vessatoria, come nel caso, ad esempio, dell'ultima normativa comunitaria che permetterà, dal 18 febbraio, un prolungamento irragionevole delle ore di servizio previste per i piloti civili e gli assistenti di volo, con conseguenze facilmente immaginabili.

  Alessandro DI BATTISTA (M5S) coglie l'occasione delle sollecitazioni mosse dalla collega Garavini per ribadire il carattere antitetico e alternativo del Movimento 5 Stelle rispetto alle altre formazioni politiche, con particolare riferimento al Partito Democratico. Per quanto sia possibile che i voti di maggioranza e di opposizione sporadicamente convergano su taluni temi, invita il Presidente Renzi e i colleghi del partito di maggioranza a non «tirare per la giacchetta» il suo gruppo al fine di ottenere un più ampio consenso su provvedimenti come quello in titolo o per sopperire a contraddizioni all'interno della stessa maggioranza.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, rimarca la portata delle parole del deputato Di Battista rispetto al dibattito in corso presso l'Aula del Senato.

  Alessandro DI BATTISTA (M5S) ribadisce ancora una volta quanto le posizioni del suo gruppo sia nettamente opposte a quelle della maggioranza.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), invitando i colleghi del Movimento a Cinque Stelle a restare sul merito degli atti in titolo, pur registrando le allusioni del collega di Battista rispetto ad altro tema in discussione presso il Senato, si associa alle parole della collega Garavini evidenziando il ruolo positivo del provvedimento per il recepimento delle direttive e, quanto ai temi di competenza, per il ruolo positivo dell'Europa rispetto ad un tema di interesse delle nostre rappresentanze diplomatiche e per la tutela degli interessi italiani all'estero.

  Manlio DI STEFANO (M5S), nell'osservare che in Commissione si registra spesso la stessa retorica diffusa nel Paese, fornisce precisazioni in merito a quanto avvenuto in Senato sulla posizione tenuta dal Movimento Cinque Stelle – sulla quale erano state espresse riserve, in chiave ironica, da parte dei colleghi della Commissione – sul provvedimento sulle unioni civili, specificando che gli ostacoli allo stesso sono imputabili non alla posizione tenuta dal suo gruppo presso l'altro ramo del Parlamento, bensì a dinamiche interne alla maggioranza.

  Francesco MONACO (PD), riportando il dibattito sul provvedimento in titolo, giudica assai pertinente l'intervento iniziale del collega Sibilia che coglie una questione politica di prima grandezza, con particolare riferimento al problema dei rapporti tra legislazione interna e legislazione comunitaria, considerata nelle sue due fasi, «ascendente» e «discendente», alle dinamiche tra Consiglio europeo, Commissione europea e Parlamento europeo e, da ultimo al rapporto tra Governo e Parlamento italiani. Nell'invitare, tuttavia, a considerare gli atti in titolo come atti dovuti, perché tendenti ad evitare l'avvio di procedure di infrazione per inadempimento da parte dell'Unione verso l'Italia, Pag. 73prende atto dell'esistenza di una divergenza di fondo nella considerazione del ruolo degli Stati nazionali e del loro rapporto con l'Unione, tra il suo gruppo e il Movimento 5 Stelle. Ritiene, peraltro, doveroso che in questa fase il discorso sull'Unione europea sia al centro dell'agenda politica, ritenendo sproporzionato il peso di questi temi rispetto alla portata del provvedimento in esame, che configura una sorta di atto dovuto. Indubbiamente il nostro Paese ha scommesso sulla cessione di quote di sovranità a favore dell'Unione europea e cerca adesso la ragione profonda di quella scelta alla luce della fase critica in atto nei rapporto con Bruxelles. Esorta, tuttavia, i colleghi del M5S a fare propria una visione che contempli il principio della continuità dello Stato e dell'unicità della Repubblica italiana, che rappresenta l'orizzonte istituzionale all'interno del quale tutte le forze politiche operano. Non è da escludere, infatti, che il M5S possa ritrovarsi ad esercitare responsabilità di governo, con la conseguente necessità di operare per il recepimento di direttive risalenti ad amministrazioni precedenti. Conclude invitando i colleghi a porre i temi qui sollevati nel dibattito odierno, previsto in Assemblea.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame alla seduta pomeridiana.

  La seduta termina alle 10.05.

COMITATO PERMANENTE SULL'ATTUAZIONE DELL'AGENDA 2030 E GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE

  Mercoledì 17 febbraio 2016. — Presidenza della presidente Maria Edera SPADONI.

  La seduta comincia alle 13.45.

Comunicazioni del presidente.

  Maria Edera SPADONI, presidente, avverte che il Comitato permanente sull'attuazione dell'Agenda 2030 e gli obiettivi di sviluppo sostenibile è stato convocato al fine di ribadire il proposito di svolgere l'audizione del Viceministro degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale, Mario Giro, al fine di acquisire elementi di informazione utili in riferimento all'attuazione della legge n. 125 del 2014, recante la disciplina generale della cooperazione per lo sviluppo, e ciò anche in vista della predisposizione delle linee guida triennali per la cooperazione italiana.
  Nel riaffermare l'importanza del tema della riforma della cooperazione allo sviluppo in relazione ad un settore di attività da molti anni tra i più rilevanti nell'ambito della politica estera italiana e della proiezione internazionale del nostro Paese, ritiene opportuno che il Comitato sia posto nelle condizioni di disporre di tutti gli elementi di conoscenza idonei a delineare un quadro di trasparenza in merito alle destinazioni dei fondi stanziati per le finalità previste dalla disciplina della cooperazione allo sviluppo, anche al fine di portare a conoscenza dell'opinione pubblica tale quadro, attraverso l'attività del Comitato. Reputa dunque l'audizione del Viceministro Giro un'occasione di chiarimento e approfondimento estremamente significativa nello sviluppo del ricordato processo conoscitivo.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) condivide il richiamo della presidente Spadoni sull'urgenza di un'interazione con il Viceministro competente per la cooperazione internazionale nel quadro di un impegno istruttorio su diversi temi, quale ad esempio la salute globale. Auspica che la Commissione possa al più presto esaminare il provvedimento relativo alle linee guida triennali per la cooperazione, per il quale il termine per l'espressione del parere da parte delle Commissioni competenti è fissato per la fine del mese di marzo.

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  Maria Edera SPADONI, presidente, concorda con le richieste della collega Quartapelle Procopio e, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluse le comunicazioni in titolo.

  La seduta termina alle 13.55.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 17 febbraio 2016. — Presidenza del vicepresidente Andrea MANCIULLI. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Vincenzo Amendola.

  La seduta comincia alle 14.40.

Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2015.
C. 3540 Governo.

(Parere alla XIV Commissione).
(Seguito esame e rinvio – Relazione favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta odierna antimeridiana.

  Andrea MANCIULLI, presidente, avverte che non sono stati presentati emendamenti sul provvedimento in titolo.

  Francesco MONACO (PD), relatore, illustra una proposta di relazione favorevole sul disegno di legge in esame (vedi allegato 1).

  Il sottosegretario Vincenzo AMENDOLA condivide la proposta del relatore.

  La Commissione approva la proposta di relazione favorevole del relatore.

  La seduta termina alle 14.45.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 17 febbraio 2016. — Presidenza del vicepresidente Andrea MANCIULLI. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Vincenzo Amendola.

  La seduta comincia alle 14.45.

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2016.
(Doc. LXXXVII-bis, n. 4).

Programma di lavoro della Commissione per il 2016 – È il momento di andare oltre l'ordinaria amministrazione.
(COM(2015)610 final), corredata dai relativi allegati (da COM(2015) 610 final – Annex 1 a COM(2015) 610 final – Annex 6).

Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1o gennaio 2016-30 giugno 2017) – Portare avanti l'agenda strategica.
(15258/15).

(Relazione alla XIV Commissione).
(Seguito esame congiunto ai sensi dell'articolo 126-ter del Regolamento e conclusione – Relazione favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo, rinviato nella seduta del 2 febbraio scorso.

  Andrea ROMANO (PD), relatore, illustra una proposta di relazione favorevole sui provvedimenti in titolo (vedi allegato 2).

  Il sottosegretario Vincenzo AMENDOLA concorda.

  La Commissione approva la proposta di relazione del relatore.

  La seduta termina alle 14.50.

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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 17 febbraio 2016. — Presidenza del vicepresidente Andrea MANCIULLI. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Vincenzo Amendola.

  La seduta comincia alle 14.50.

Sui lavori della Commissione.

  Andrea MANCIULLI, presidente, avendo ricevuto richiesta in tal senso dal collega Censore, propone che la Commissione svolga dapprima l'esame del disegno di legge C. 3301, per poi procedere all'esame dei successivi argomenti già previsti all'ordine del giorno.

  La Commissione acconsente.

Ratifica ed esecuzione dell'accordo quadro di partenariato e cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Mongolia, dall'altra, fatto a Ulan-Bator il 30 aprile 2013.
C. 3301 Governo, approvato dal Senato.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Bruno CENSORE (PD), relatore, introducendo l'esame del provvedimento, Rileva che l'intesa – già ratificata dalla Mongolia – è finalizzata a consolidare le relazioni ed il dialogo politico con il Paese asiatico attraverso un partenariato di ampia portata strategica, con particolare riferimento ai comparti del commercio e degli investimenti, dello sviluppo sostenibile, dell'istruzione e della giustizia, osserva che essa rappresenta il frutto di un negoziato piuttosto rapido, e che tale accordo, che si affianca a quello già vigente in materia di scambi e cooperazione economica, costituirà la cornice giuridica per il rafforzamento della cooperazione settoriale con un Paese dalle considerevoli potenzialità strategiche, stanti anche i suoi rapporti con la Cina e la Russia, destinato altresì ad essere maggiormente integrato nell'economia mondiale e nella cooperazione regionale ed internazionale.
  Passando all'illustrazione del contenuto, evidenzia che il testo, che consta di 65 articoli, suddivisi in nove titoli, definisce preliminarmente la natura e l'ambito di applicazione dell'intesa, prevedendo fra l'altro un impegno contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa, per la piena operatività della Corte penale internazionale e in materia di lotta al terrorismo. I titoli II e III dettano norme rispettivamente in materia di cooperazione bilaterale, regionale e internazionale e di sviluppo sostenibile, prevedendo fra l'altro l'introduzione in Mongolia di norme e standard comuni europei, l'impegno per approfondire la collaborazione nel quadro delle organizzazioni regionali ed internazionali, nonché strategie per promuovere lo sviluppo umano, sociale e la tutela dell'ambiente. II titolo IV è finalizzato ad intensificare le relazioni commerciali, a migliorare il sistema degli scambi multilaterali e a consentire migliori condizioni di accesso ai rispettivi mercati. Alcuni articoli sono dedicati alla collaborazione doganale, alla incentivazione ai flussi di investimento, all'applicazione delle norme sulla concorrenza e all'apertura dei mercati degli appalti. Nel quadro della cooperazione in materia di giustizia, libertà e sicurezza, il titolo V si occupa di migrazione, lotta agli stupefacenti, contrasto alla criminalità organizzata, alla corruzione e al finanziamento del terrorismo. Il titolo VI disciplina la cooperazione in altri settori, fra cui i servizi finanziari, la politica industriale, la cooperazione scientifica e tecnologica, l'energia e l'ambiente. Seguono poi norme sugli strumenti di cooperazione finanziaria, prevedendo anche un impegno della Banca europea degli investimenti.
  Da ultimo, nota che il titolo IX reca le disposizioni finali dell'accordo, prevedendo una clausola evolutiva per il possibile ampliamento dell'ambito di applicazione dell'intesa, norme per l'adempimento Pag. 76degli obblighi, per l'applicazione territoriale e per l'entrata in vigore e la durata del testo stesso.
  Passando quindi all'illustrazione del disegno di legge di ratifica dell'accordo, già approvato dal Senato il 10 settembre scorso, rileva che esso si compone di quattro articoli che dispongono, rispettivamente, in merito all'autorizzazione alla ratifica, all'ordine di esecuzione, all'entrata in vigore ed alla clausola di invarianza finanziaria.
  Sottolinea poi che l'accordo non presenta profili di incompatibilità con la normativa nazionale, né con l'ordinamento comunitario e gli altri obblighi internazionali sottoscritti dal nostro Paese.
  Auspica pertanto una rapida approvazione del provvedimento, poiché l'Accordo è inteso ad ampliare notevolmente la portata dell'impegno reciproco dell'UE e della Mongolia sia per quanto riguarda il volet economico e commerciale, sia in materia di giustizia, libertà e sicurezza, occupazione ed affari sociali, estendendo inoltre la portata della cooperazione ad ambiti quali l'ambiente e il cambiamento climatico, l'energia, la scienza e la tecnologia, i trasporti aerei, fino a questioni di primaria importanza quali il riciclaggio del denaro ed il contrasto al finanziamento del terrorismo, la lotta al traffico di droghe illecite, la criminalità organizzata e la corruzione, la tutela dei diritti umani. Osserva infatti che la Mongolia, che per la sua collocazione geopolitica è vista dall'Unione europea come un partner dalle grandi potenzialità, guarda all'Europa con crescente interesse ed ha palesato una ferma volontà di adeguare la propria struttura normativa e produttiva al modello europeo.
  Osserva infine che l'entrata in vigore del PCA – che contiene esplicite disposizioni in materia di scambi di informazioni, di esperti e di competenze – porrà le premesse per venire incontro alle richieste mongole.

  Il sottosegretario Vincenzo AMENDOLA si riserva di intervenire nel prosieguo dell'esame.

  Andrea MANCIULLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro globale di partenariato e cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica Socialista del Vietnam, dall'altra, fatto a Bruxelles il 27 giugno 2012.
C. 3460 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 19 gennaio scorso.

  Andrea MANCIULLI, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Affari costituzionali, Giustizia, Difesa, Finanze, Cultura, Ambiente, Trasporti, Attività produttive, Lavoro, Agricoltura, Politiche dell'Unione europea mentre le Commissioni Affari sociali e per le Questioni regionali hanno comunicato di non procedere all'espressione del previsto parere.

  Emanuele SCAGLIUSI (M5S), intervenendo per dichiarazione di voto, manifesta la contrarietà del suo gruppo sul provvedimento in titolo in quanto rientrante in una tipologia di accordi idonei a produrre effetti negativi sia nell'Unione europea, che assisteranno ad una probabile invasione di prodotti provenienti da mercati con manodopera a basso costo, quale appunto quello vietnamita, sia sulla stesse condizioni dei lavoratori dei mercati di origine, in cui spesso si registrano violazioni dei diritti umani, come rilevato anche in precedenza in merito ad un accordo con la Cambogia. Ricorda, infine, le conseguenze negative di un accordo simile sull'eliminazione dei dazi doganali sull'olio d'oliva importato dalla Tunisia, su cui lo stesso Ministro Martina ha sollevato perplessità.

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  Andrea ROMANO (PD) chiede delucidazioni al collega Scagliusi sulla questione dell'olio tunisino, richiamando il caso del grano saraceno, da lui già sollevato in passato.

  Manlio DI STEFANO (M5S) manifesta sconcerto e insofferenza per l'inopportuna esternazione del deputato Andrea Romano.

  Khalid CHAOUKI (PD) invita il collega Di Stefano a preservare un clima di collaborazione serena per i lavori della Commissione.

  Andrea MANCIULLI, presidente, esorta i colleghi al mantenimento di un contegno consono alla rilevanza delle questioni in esame e al prestigio della sede.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera, quindi, di conferire il mandato al relatore, onorevole Fedi, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Andrea MANCIULLI, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

Ratifica ed esecuzione del Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Panama, fatto a Panama il 25 novembre 2013, e del Trattato di estradizione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Panama, fatto a Panama il 25 novembre 2013.
C. 3156 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 19 gennaio scorso.

  Andrea MANCIULLI, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Affari costituzionali, Giustizia, Bilancio e Finanze.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione delibera, quindi, di conferire il mandato al relatore, onorevole Porta, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Andrea MANCIULLI, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Armenia sulla cooperazione e sulla mutua assistenza in materia doganale, fatto a Yerevan il 6 marzo 2009.
C. 3511 Governo.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Sandra ZAMPA (PD), relatrice, illustrando l'accordo italo-armeno in materia doganale, sottoscritto sette anni fa, evidenzia che esso impegna i due Stati a fornirsi, attraverso le rispettive autorità doganali, reciproca assistenza e cooperazione, al fine di assicurare il pieno rispetto della legislazione doganale. Tramite la realizzazione di un'efficace azione di prevenzione, accertamento e repressione delle violazioni di tale normativa l'Accordo è finalizzato anche a rendere più trasparente l'interscambio commerciale bilaterale.
  Rileva altresì che l'Accordo fornisce all'articolo 1 una serie di definizioni che specificano l'esatto significato dei termini utilizzati nel testo mentre l'articolo 2 che ne delimita il campo di applicazione e individua nelle Amministrazioni doganali delle due Parti le Autorità competenti per la sua applicazione. Osserva quindi che l'articolo 3 disciplina lo scambio di informazioni tra le Amministrazioni doganali ai Pag. 78fini dell'esatta percezione di diritti e tasse doganali, mentre il successivo articolo 4 riguarda lo scambio d'informazioni circa la legittimità delle operazioni di importazione ed esportazione delle merci, mentre ai sensi dell'articolo 5, ciascuna Amministrazione doganale si impegna ad esercitare la sorveglianza e a fornire informazioni su persone, merci e mezzi di trasporto che sono, o che si presume siano, coinvolti in violazioni alla normativa doganale, come pure di nuovi metodi o mezzi impiegati per commettere infrazioni alla legislazione doganale. Rileva ancora che specifico rilievo assumono gli articoli 8, 9 e 10 che prevedono particolari forme di cooperazione dirette, tra l'altro, a prevenire il traffico illecito di merci e di beni artistici, il contrabbando ed il traffico di stupefacenti. L'articolo 13 prescrive l'impegno di ciascuna amministrazione doganale, dietro richiesta dell'altra, ad avviare indagini su operazioni doganali che sono o sembrano in contrasto con la legislazione doganale dell'altra Parte contraente e prevede, altresì, la possibilità che i funzionari dell'amministrazione richiedente assistano a tali indagini. L'articolo 15 disciplina l'uso e la tutela delle informazioni ricevute nell'ambito dell'assistenza amministrativa prevista dall'Accordo. Il comma 2 precisa che tali informazioni non devono essere utilizzate per scopi diversi da quelli previsti dall'Accordo.
  Nota poi che con l'articolo 20 vengono dettate le procedure che le amministrazioni doganali devono seguire per risolvere i problemi connessi con la pratica attuazione dell'Accordo; la norma istituisce, inoltre, una Commissione mista composta da un eguale numero di rappresentanti autorizzati dalle Amministrazioni doganali delle Parti contraenti ed assistiti da esperti, che si riunirà a turno nell'uno e nell'altro Stato, alla quale è affidato l'esame delle questioni connesse con la cooperazione e la mutua assistenza, mentre la risoluzione delle controversie in merito all'interpretazione e all'applicazione dell'Accordo avverrà per via diplomatica tramite consultazioni.
  Per quanto riguarda il disegno di legge di ratifica, evidenzia che esso consta di quattro articoli: gli articoli 1 e 2 recano, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione dell'Accordo, l'articolo 3 autorizza la spesa di euro circa 19 mila euro ad anni alterni a decorrere dal 2015 e di circa 11 mila euro ad anni alterni a decorrere dal 2016, per la copertura degli oneri legati all'invio di funzionari in Armenia, all'invio in Italia di funzionari armeni convocati in qualità di esperti e testimoni ed allo svolgimento delle riunioni della Commissione mista in Armenia.
  Conclude auspicando una rapida definizione del percorso di approvazione di questo accordo, la cui ratifica non fu portata a termine nel corso della precedente legislatura, ponendo altresì in evidenza che le relazioni tra Italia ed Armenia sono buone sul piano politico, come testimonia la visita ufficiale a Roma del presidente armeno, Serzh Sargsyan, dal 9 al 10 aprile 2015 e la partecipazione di una delegazione della nostra Commissione alla solenne commemorazione, nella capitale armena, il 24 aprile scorso, delle vittime del genocidio del 1915. Osserva infine che le relazioni italo-armene possono essere ulteriormente potenziate sul piano economico-commerciale, poiché a seguito dell'ingresso di Yerevan nell'Unione euro-asiatica, l'Armenia ha tutte le potenzialità per diventare una destinazione interessante per eventuali investimenti diretti da parte di Paesi terzi desiderosi di accedere al mercato dell'Unione.

  Maria Edera SPADONI (M5S), nel dichiarare che il Movimento Cinque Stelle voterà a favore della ratifica in titolo, osserva tuttavia che i costi previsti per i trasferimenti aerei dei funzionari non appaiono congrui a tratte effettuate su voli di linea in classe economica, preannunziando proposte emendative del suo gruppo volte a normalizzare tale voce di costo.

  Il sottosegretario Vincenzo AMENDOLA si riserva di intervenire nel prosieguo dell'esame del provvedimento.

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  Andrea MANCIULLI, presidente, avverte che, nessun altro chiedendo di intervenire, è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri.

  La seduta termina alle 15.05.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

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