CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 4 febbraio 2016
586.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Giovedì 4 febbraio 2016. — Presidenza del vicepresidente Andrea MANCIULLI. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Vincenzo Amendola.

  La seduta comincia alle 14.

  Andrea MANCIULLI, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-07653 Pini: Sui recenti sviluppi della situazione in Libia.

  Gianluca PINI (LNA) illustra l'interrogazione in titolo, che si connette a quanto riportano gli organi di informazione circa una disponibilità italiana all'intervento in Libia non appena si sarà formato un nuovo governo di unità nazionale. Essendo noto il particolare livello di prontezza di Paesi come la Francia, il Regno Unito e gli Stati Uniti, ritiene essenziale potere approfondire la posizione italiana, essendo noto la propensione dell'Italia alla cura dei profili concernenti la stabilizzazione e il sostegno alle istituzioni.

  Il sottosegretario Vincenzo AMENDOLA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

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  Gianluca PINI (LNA), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatto per il fatto che la risposta illustrata dal sottosegretario Amendola ammette l'esistenza di un «doppio binario», favorevole al sostegno alle forze di sicurezza libiche chiamate a tutelare le future istituzioni ma anche dell'opzione militare, che il suo gruppo fermamente sostiene. In relazione a quest'ultima, evidenzia tuttavia la mancanza ad oggi di una chiara strategia da parte del nostro Esecutivo, ritenendo di difficile comprensione il richiamo, fatto dal rappresentante del Governo, al fatto che non sarebbe all'ordine del giorno l'impiego in Libia di strumenti militari della coalizione anti Daesh, essenziali per ogni pretesa di adeguatezza strategica nel contrasto del Daesh e tanto più alla luce dell'endorsement assicurato all'Italia dai maggiori alleati per la gestione della crisi libica.
  Auspica comunque che qualsiasi soluzione che preveda l'impegno di nostri militari sia preventivamente sottoposta al necessario voto parlamentare, evitando che si ripeta quanto avvenuto in passato in occasione di decisioni sull'invio di contingenti italiani all'estero prese da governi di sinistra, prima di una deliberazione da parte del Parlamento.

5-07652 Palazzotto: Sulla recente nomina del Rappresentante permanente d'Italia presso l'Unione europea.

  Erasmo PALAZZOTTO (SI-SEL) illustra l'interrogazione in titolo, sottolineando il carattere straordinario della decisione senza precedenti assunta il 20 gennaio scorso e che legittima una preoccupazione per un possibile cambio radicale nelle logiche che soprassiedono alle scelte del Governo in un ambito così delicato quale quello dell'esercizio della funzione diplomatica. Occorre davvero che sia chiarito se tale decisione rappresenti un caso isolato e se non sia il sintomo di una tensione con il nostro Corpo Diplomatico. Appare inoltre essenziale conoscere se abbiano fondamento le indiscrezioni circa una analoga scelta sul futuro rappresentante diplomatico italiano in Libia.

  Il sottosegretario Vincenzo AMENDOLA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Erasmo PALAZZOTTO (SI-SEL), replicando, si dichiara non soddisfatto dalla risposta fornita dal sottosegretario Amendola, che anzi ritiene configurare una «non risposta». Non è stato chiarito, infatti, se il carattere eccezionale della scelta fatta per la Rappresentanza Permanente d'Italia presso l'Unione europea sia da considerare un caso unico e connesso allo stato delle attuali relazioni tra l'Italia e l'Unione europea. La risposta non ha, inoltre, smentito le supposizioni in ordine ad ulteriori casi consimili. Nell'evidenziare che resta non chiaro, dunque, se si tratti di una linea su cui il Governo intende proseguire anche in futuro per le nomine dei nostri rappresentati diplomatici, paventa una evoluzione dell'esercizio della funzione diplomatica in chiave politica e anche di interessi economici, a detrimento del principio costituzionale dell'imparzialità. Ribadisce, pertanto, l'esigenza che il Governo fornisca delucidazioni in merito al metodo di scelta dei nostri rappresentanti diplomatici, ponendo in rilievo l'elevato valore – riconosciuto del resto dallo stesso Governo – della nostra diplomazia, la cui esperienza e professionalità può essere richiesta in modo specifico e con preferenza rispetto alla politica proprio nella gestione di snodi e contesti internazionali di particolare complessità.

5-07654 Tacconi: Sulle risorse finanziarie destinate agli enti gestori di corsi di lingua e di cultura italiana all'estero.

  Alessio TACCONI (PD) illustra l'interrogazione in titolo, che è riferita a questioni critiche che in una corretta dinamica istituzionale tra Governo e Parlamento possono essere adeguatamente affrontate.

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  Il sottosegretario Vincenzo AMENDOLA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Alessio TACCONI (PD), replicando, si dichiara soddisfatto. Nel richiamare l'impegno del Ministero e del Governo nel portare avanti le politiche di supporto e di promozione del sistema-Paese e della lingua e della cultura italiana all'estero, reputa confortante, sia per il Parlamento sia per gli stessi enti gestori sia – soprattutto – per gli utenti, l'impegno del Governo. Nell'auspicare che tale impegno si concretizzi con la prossima Nota di variazione di bilancio, sottolinea che il ripristino dei fondi in discussione deve riguardare non solo l'anno corrente, ma anche i due anni successivi. Auspica, altresì, che nella suddivisione dei contributi disponibili si tenga conto di quanto potrà essere recuperato sul capitolo di spesa richiamato, in modo da consentire agli enti gestori una programmazione finanziaria coerente con le risorse davvero stanziate.

5-07655 Di Stefano: Sull'impegno dell'Italia in Iraq.

  Manlio DI STEFANO (M5S) illustra l'interrogazione in titolo, derivante dal dibattito mediatico sulla presenza di militari italiani a presidio della diga di Mosul e sull'impiego di aerei Tornado e dalla reiterata presenza a Roma con funzioni di «proconsole» del Segretario di Stato statunitense, John Kerry, cui sembra affidata la gestione di un capitolo essenziale della nostra politica estera.

  Il sottosegretario Vincenzo AMENDOLA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4), ringraziando l'interrogante per avere posto un quesito che consente di descrivere in modo compiuto il nostro impegno nella coalizione anti Daesh.

  Manlio DI STEFANO (M5S), intervenendo in sede di replica, osserva come dalla risposta del Governo si evinca il riferimento ad un'altra questione, quella dell'impiego dei nostri militari ad Erbil, mentre l'interrogazione in titolo è rivolta ad avere chiarimenti in merito alla diga di Mosul.
  Su Erbil ritiene che venga sancito proprio il fallimento di tale progetto, osservando l'inefficacia dell'addestramento dell'esercito iracheno autonomo a difendere una diga, peraltro costruita da oltre trenta anni e a rischio crollo da più di dieci. Ritiene pertanto singolare che, dopo reiterate richieste avanzate in merito dal governo iracheno da più di dieci anni, si sia deciso solo ora di prendere in appalto l'opera di ricostruzione della diga di Mosul (sulla cui procedura di aggiudicazione graverebbero peraltro ipotesi di irregolarità, che il suo gruppo si riserva di verificare, poiché ne era stata annunziata l'aggiudicazione stessa ancor prima che essa fosse resa pubblica). Ciò, a suo giudizio, parrebbe frutto di uno scambio tra la partecipazione ad una guerra e appunto l'aggiudicazione dell'appalto di un'opera, non riscontrando tra l'altro un reale pericolo per tale diga, anche alla luce del fatto che un eventuale attacco, finora anche mai sferrato da parte del Daesh, di una zona in cui avviene una gran parte del reclutamento dei propri miliziani e dove lo stesso Califfato è stato proclamato sarebbe un vero e proprio controsenso, anche nel contesto dell'attenzione che Daesh dedica ai profili di propaganda mediatica.
  Nel manifestare apprezzamento che quanto meno sia riconosciuto al Parlamento il compito di pronunciarsi sull'invio dei nostri militari – auspicandone una votazione – reputa che tutta l'operazione di cui si tratta altro non sia che un pretesto per rientrare in Iraq, con il favore dell'amministrazione statunitense. Considerando quindi il ruolo tradizionale svolto dall'Italia in operazioni di cooperazione e sviluppo, che ha finora preservato il nostro Paese da attacchi terroristici di matrice jihadista, al contrario di quanto sperimentato dagli Stati Uniti e dalla Francia a causa del loro attivismo militare in Medio Oriente, invita il Governo a prestare attenzione a non seguire tale idea «renziana» Pag. 67di interventismo, ammonendolo a prendersi le proprie responsabilità in occasione del passaggio parlamentare della relativa decisione.

5-07656 Locatelli: Sul sequestro di un peschereccio italiano da parte delle autorità francesi.

  Luca PASTORINO (Misto-AL-P), cofirmatario dell'interrogazione in titolo, ne illustra il contenuto sottolineando che le scuse nel frattempo intervenute da parte della Francia non sminuiscono l'allarme destato dall'episodio, che ha prodotto comunque danni diretti. Ribadisce la preoccupazione degli imprenditori e operatori del territorio sanremese per la modifica del confine delle acque territoriali che esclude dal nostro territorio il noto sito dei «Balzi rossi».

  Il sottosegretario Vincenzo AMENDOLA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Luca PASTORINO (Misto-AL-P), replicando, si dichiara soddisfatto per la prima parte della risposta, in cui sono state evidenziate le scuse della Francia in ordine alla vicenda. Rimarca, tuttavia che restano insoddisfatte le questioni di natura economica, di salvaguardia delle aziende che vivono della pesca del gamberone sanremese, invitando pertanto il Governo a riconsiderare la natura dell'accordo che regola i nuovi confini delimitati dall'accordo bilaterale con la Francia del 21 marzo 2015, non ancora ratificato dall'Italia, o, in extrema ratio, ad adottare misure idonee alla tutela economica delle aziende danneggiate, e riservandosi di ripresentare un'analoga interrogazione nelle Commissioni competenti per materia.

  Andrea MANCIULLI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.35.

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