CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 3 febbraio 2016
585.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
Pag. 141

RISOLUZIONI

  Mercoledì 3 febbraio 2016. — Presidenza del vicepresidente Paolo TANCREDI. — Interviene il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega agli Affari europei, Sandro Gozi.

  La seduta comincia alle 14.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Sergio BATTELLI (M5S) chiede che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche mediante trasmissione con impianto audiovisivo a circuito chiuso.

  Paolo TANCREDI, presidente, non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

7-00843 Fraccaro e altri: Sull'attuazione dell'Iniziativa dei cittadini europei (ICE).
(Discussione e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00170).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione in oggetto.

Pag. 142

  Riccardo FRACCARO (M5S) illustra la risoluzione presentata, sottolineando come la seduta odierna consenta di affrontare una questione molto rilevante, sebbene possa apparire secondaria in un momento nel quale sono diversi i temi europei di scottante attualità, quali ad esempio l'emergenza immigrazione e la situazione in Turchia.
  Riveste invece particolare importanza – a suo avviso – parlare di ICE, a fronte dello smarrimento dei cittadini europei, che sperimentano ormai da anni una posizione di impotenza di fronte alle Istituzioni comunitarie. Ciò accade anche perché si cerca di cambiare l'Europa solo mediante i canali istituzionali, le burocrazie europee, i parlamentari. Occorre invece, per costruire un'Europa diversa, coinvolgere i cittadini, come peraltro indicato dagli stessi Trattati, che hanno previsto l'iniziativa dei cittadini (ICE), proprio al fine di affiancare agli istituti di democrazia rappresentativa un istituto di democrazia partecipata.
  Eppure, a tre anni dall'introduzione dell'istituto, i risultati sono fallimentari: su 51 proposte di ICE solo 3 sono riuscite a concludere l’iter e ad essere vagliate dalla Commissione europea. In tal senso è intervenuta anche la Risoluzione del Parlamento europeo del 28 ottobre 2015 (2014/2257(INI), che ribadisce la necessità di modificare le modalità applicative dell'ICE se si vuole rendere effettivo l'uso di questo strumento.
  La risoluzione presentata intende proprio riprendere quest'invito, al fine di semplificare le procedure attualmente esistenti. Ricorda infatti che una proposta di ICE deve raccogliere un minimo di un milione di firme verificate, appartenenti a cittadini di almeno un quarto degli Stati membri dell'Unione europea, per essere sottoposta al vaglio della Commissione affinché essa sia tenuta ad esaminarla. E ciononostante, nella maggioranza dei casi, la proposta rimane lettera morta, senza che i proponenti siano adeguatamente informati né sulle motivazioni che hanno indotto la Commissione europea a non accoglierla né sugli interventi utili per modificarla e renderla quindi accettabile.
  Richiama infine, sul tema, la stessa riforma costituzionale proposta dal Governo, che introduce il principio secondo il quale le proposte di iniziativa legislativa popolare dovranno essere discusse in Parlamento entro tempi certi.
  Chiede pertanto ai colleghi di condividere le motivazioni poste alla base della risoluzione in discussione, poiché rendere effettiva l'ICE significa migliorare la democrazia partecipativa, contribuendo a sanare il deficit democratico dell'Unione europea.

  Sandro GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega agli Affari europei, ringrazia il deputato Fraccaro e i colleghi firmatari della risoluzione, che ritiene vada nella giusta direzione. Ricorda quindi che da sempre il Governo italiano ha assunto una posizione favorevole all'ICE; già nel 1996 l'Italia avanzò una proposta affinché l'istituto fosse previsto nel Trattato di Amsterdam. La proposta allora non fu accolta ma l'ICE fu poi inserita nel Trattato sull'UE.
  Il Governo italiano è impegnato affinché si pervenga ad un uso più efficace delle disposizioni volte a favorire la vita democratica dell'Unione, tra le quali l'ICE occupa un posto di rilievo, e ritiene necessario attribuire un ruolo più attivo ai cittadini europei attraverso l'implementazione degli strumenti esistenti.
  Condivide inoltre l'obiettivo politico evidenziato dal collega Fraccaro, ovvero l'opportunità di creare un senso di piena partecipazione dei cittadini all'Unione europea, rendendoli non solo destinatari ma anche propositori della normativa unionale.
  Conviene altresì sul fatto che, alla luce dei primi tre anni di sperimentazione, sono emerse criticità nell'uso dello strumento, che hanno evidenziato carenze nel diritto secondario dei diversi Stati membri.
  Si associa infine alle considerazioni relative alla opportunità che la Commissione europea motivi adeguatamente le Pag. 143ragioni del mancato accoglimento di una ICE, essendo le motivazioni al riguardo – in questo come in altri casi – spesso formalistiche e non sufficientemente sostanziate.
  Ritiene in conclusione condivisibile l'impostazione complessiva della risoluzione, che tuttavia dovrebbe essere modificata in alcuni punti. In particolare, oltre ad alcune modifiche nella formulazione degli impegni, occorrerebbe sopprimere gli impegni di cui alle lettera a) e h). L'impegno di cui alla lettera c) dovrebbe essere modificato, nel senso di prevedere che sia migliorata la facilità d'uso del sistema di «online collection software» messo a disposizione gratuitamente dalla Commissione per la raccolta delle firme per via elettronica, nonché siano semplificate e riviste le specifiche tecniche per la raccolta elettronica delle firme in modo che gli indirizzi di posta elettronica possano essere raccolti, su base non obbligatoria, sulla stessa schermata del modulo di dichiarazione di sostegno, ma conservati in una banca dati distinta. Anche la lettera e) dovrebbe essere modificata, prevedendo che sia dato seguito adeguato alle ICE completate con successo, a tal fine prevedendo che la Commissione avvii l'elaborazione di un atto giuridico, per ogni ICE andata a buon fine, entro 12 mesi dall'emanazione di un parere positivo.
  Propone quindi l'aggiunta di due ulteriori impegni, volti, rispettivamente, a riconoscere personalità giuridica al comitato dei cittadini e a unificare, per tutti gli Stati membri, i dati personali che ciascun sostenitore deve fornire all'atto della registrazione.

  Florian KRONBICHLER (SI-SEL) ringrazia i colleghi del M5S per la risoluzione presentata, che giudica importante e preannuncia il voto favorevole sulla risoluzione, come da ultimo riformulata dal rappresentante del Governo.

  Marina BERLINGHIERI (PD) giudica positivamente la risoluzione presentata, che si pone nella direzione dello sforzo che il Governo e la XIV Commissione stanno svolgendo per favorire un riavvicinamento delle Istituzioni europee ai cittadini. Valorizzare l'ICE significa infatti accrescere la consapevolezza dell'appartenenza all'Unione europea, casa comune dei cittadini. Il potenziamento di questo strumento deve tuttavia essere accompagnato dalla valorizzazione delle Istituzioni democratiche dell'Unione, poiché le misure dal basso possono davvero funzionare solamente se accolte da Istituzioni che siano fortemente legittimate democraticamente.
  Preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla risoluzione, come da ultimo riformulata.

  Riccardo FRACCARO (M5S) accoglie le proposte di modifica avanzate dal Governo. Riterrebbe inoltre opportuno richiamare in premessa il problema, evidenziato nella già citata Risoluzione del Parlamento europeo del 28 ottobre 2015, del possibile conflitto di interessi della Commissione europea, che giudica dell'ammissibilità delle proposte, alle quali è nello stesso tempo chiamata a dare seguito. La Risoluzione del Parlamento europeo invita inoltre la Commissione, a tale proposito, a prendere in considerazione il Parlamento anche in quanto decisore, soprattutto in quanto è l'unica istituzione i cui membri sono eletti direttamente dai cittadini dell'UE.
  Invita infine i colleghi ad una riflessione circa l'abbassamento da 18 a 16 anni dell'età richiesta per dichiarare il proprio sostegno e partecipare a un'ICE. Dell'impegno su questo punto è stata richiesta la soppressione dal Governo; sottolinea tuttavia come – in tal senso si esprime lo stesso Parlamento europeo nella Risoluzione – si tratta di un'età che non deve essere legata al diritto di voto alle elezioni per il Parlamento europeo, e che darebbe ai giovani la possibilità di partecipare attivamente al progetto europeo.

  Sandro GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega agli Affari europei, ritiene che i temi da ultimo richiamati dal deputato Pag. 144Fraccaro – ivi compresa la questione dell'abbassamento della soglia di età, che dovrebbe risultare da una decisione unanime di tutti gli Stati membri – siano collocabili, quali rilievi del Parlamento europeo, nelle premesse della risoluzione.
  Esprime pertanto il consenso del Governo sulla risoluzione in titolo, così come modificata nel corso della odierna seduta.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva quindi la risoluzione n. 7-00843, come riformulata, che assume il n. 8-00170 (vedi allegato).

  La seduta termina alle 14.30.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 3 febbraio 2016. — Presidenza del vicepresidente Paolo TANCREDI. — Interviene il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega agli Affari europei, Sandro Gozi.

  La seduta comincia alle 14.30.

Programma di lavoro della Commissione per il 2016 – È il momento di andare oltre l'ordinaria amministrazione.
COM(2015)610 final.

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2016.
Doc. LXXXVII-bis, n. 4.

Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1o gennaio 2016 – 30 giugno 2017) – Portare avanti l'agenda strategica, elaborato dalle future presidenze neerlandese, slovacca e maltese.
15258/15.

(Esame congiunto, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto degli atti in oggetto.

  Marina BERLINGHIERI (PD), relatrice, ricorda che la Commissione avvia oggi l'esame del complesso dei documenti programmatici costituito dal Programma di lavoro della Commissione europea per l'anno in corso, dalla Relazione predisposta dal Governo italiano relativamente alla partecipazione del nostro Paese all'UE nel medesimo anno e del programma dei diciotto mesi del Consiglio elaborato dal trio dei Paesi che ne deterranno la presidenza.
  Si tratta di un'occasione unica per svolgere alcune considerazioni di carattere generale sulle strategie politiche dell'Unione europea e sulle priorità del nostro Paese al riguardo, nonché per contribuire a fornire al Governo utili indicazioni affinché, nelle sedi negoziali europee, gli interessi primari del Paese possano trovare adeguato spazio.
  Venendo più in particolare ai contenuti del Programma di lavoro della Commissione, il secondo del suo mandato, presentato il 27 ottobre 2015, esso si pone in una linea di continuità rispetto agli orientamenti politici dell'anno precedente, ribadendo l'impegno a favore delle dieci priorità indicate negli orientamenti politici presentati dal presidente Juncker nel luglio 2014.
  Unitamente al discorso sullo stato dell'Unione, il Programma della Commissione riporta lo stato dell'arte delle principali misure messe in atto finora dalla Commissione e prospetta le prossime azioni che si intendono intraprendere.
  La Commissione europea sottolinea che gli eventi dell'ultimo anno – tra cui la crisi greca, la pressione migratoria sempre più forte alle frontiere UE, gli attacchi terroristici, l'instabilità che regna nel vicinato dell'UE – hanno rafforzato la determinazione a puntare su queste priorità e a optare per un metodo di lavoro che vada oltre l'ordinaria amministrazione, basato su una coraggiosa azione pragmatica e sull'impegno a collaborare con il Parlamento europeo e con il Consiglio per conseguire i risultati che gli europei si attendono.
  Ci si trova di fronte, è evidente a tutti, ad una fase decisiva per il futuro delle istituzioni europee e della stessa Unione Pag. 145europea. Da come l'Europa saprà affrontare i fenomeni migratori e il pericolo terrorista, si deciderà il futuro della costruzione europea. Allo stesso tempo, la capacità concreta di produrre la discontinuità a cui la Commissione si è impegnata diventa decisiva per superare la crisi del rapporto tra Europa e cittadini europei e tornare a far percepire l'Europa come una opportunità e non come un vincolo o un problema.
  Il Programma di lavoro si suddivide in 10 capitoli, corrispondenti a determinate priorità politiche, e reca sei allegati, il primo dei quali raccoglie le 23 iniziative legislative che saranno proposte dalla Commissione europea nell'arco del 2016.
  Il secondo allegato contiene ulteriori iniziative legislative che la Commissione ha intenzione di intraprendere, volte esclusivamente a riesaminare e rivedere ambiti fondamentali della legislazione vigente, nell'ottica della semplificazione della normativa settoriale e di semplificazione normativa e burocratica delle diverse politiche dell'Unione (programma «REFIT»). Al programma REFIT si aggiunge – rispetto allo schema dello scorso anno – un ulteriore allegato – l'allegato V – recante un elenco di atti normativi in vigore da abrogare in quanto obsoleti.
  L'allegato III individua alcune proposte legislative già presentate, ritenute prioritarie e quindi meritevoli di essere adottate in tempi brevi. L'allegato IV indica le proposte legislative che la Commissione europea ritiene di ritirare o modificare, previo parere del Parlamento europeo e del Consiglio, in quanto non più coerenti con le priorità politiche del Programma.
  L'allegato VI reca infine un elenco della nuova legislazione UE che entrerà in vigore nel prossimo anno.
  Quanto alle dieci principali iniziative che l'Esecutivo europeo intende avviare nel 2016, si tratta di dare attuazione alle seguenti priorità.

1. Un nuovo impulso all'occupazione alla crescita e agli investimenti.

  La Commissione annuncia che nel corso del 2016 proseguirà l'attuazione del Fondo europeo per gli investimenti strategici di cui al cd. «piano Juncker», che avrebbe dovuto mobilitare fino a 315 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati nel triennio 2015-2017, ma che, ad oggi, non sembra aver prodotto la spinta attesa alla ripresa degli investimenti.
  La Commissione lavorerà inoltre nel corso del 2016 per la revisione della Strategia UE 2020: si intende definire un nuovo approccio per assicurare la crescita economica e la sostenibilità sociale e ambientale dell'Europa oltre l'orizzonte temporale del 2020, tenendo conto della realizzazione interna ed esterna degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite.
  Per favorire occupazione, sviluppo e inclusione sociale, la Commissione intende promuovere gli investimenti nel capitale umano lungo tutto l'arco della vita, che si tratti di formazione professionale, istruzione superiore, competenze digitali e di alta tecnologia.
  Viene quindi preannunciata una iniziativa (Agenda per le nuove competenze per l'Europa) diretta a promuovere lo sviluppo delle competenze, compreso il riconoscimento reciproco delle qualifiche, a sostenere la formazione professionale e l'istruzione superiore e a sfruttare appieno il potenziale dei posti di lavoro digitali.

2. Un mercato unico digitale connesso.

  La Commissione europea richiama nel Programma la presentazione della Strategia per il mercato unico digitale finalizzata allo sviluppo di un'economia digitale in grado di espandere i mercati e creare nuova occupazione attraverso il superamento della frammentazione esistente. Secondo le proiezioni della Commissione, la strategia potrebbe generare in Europa fino a 250 miliardi di euro di crescita aggiuntiva nel corso del suo mandato. L'obiettivo della Commissione è di presentare tutte le proposte legislative necessarie entro la fine del 2016.

3. Un'Unione dell'energia resiliente con politiche lungimiranti in materia di cambiamenti climatici.
  Il Programma annuncia una serie di iniziative volte a dare seguito al pacchetto Pag. 146di misure con le quali la Commissione europea ha avviato la costruzione di un'Unione dell'energia articolata intorno ad un'ambiziosa politica per il clima, in grado di garantire ai consumatori energia sicura, sostenibile e competitiva a prezzi accessibili.
  Particolare attenzione sarà posta al pacchetto della Commissione europea sul nuovo assetto del mercato dell'energia elettrica e in particolare sulle due proposte legislative in materia di sicurezza degli approvvigionamenti del gas e dell'energia elettrica, annunciate dalla Commissione europea, e sulle quali, anche su iniziativa della Presidenza olandese – che pone l'Unione dell'energia tra le quattro priorità del proprio programma – si avvierà subito una discussione a livello tecnico in vista del dibattito politico previsto per il 6 giugno 2016 al Consiglio energia.

4. Un mercato unico più profondo e più equo con una base industriale più solida.

  La Commissione ribadisce l'importanza di consolidare i punti di forza del mercato unico, permettendo a quest'ultimo di liberare appieno il proprio potenziale. A questo fine preannuncia la realizzazione di misure concrete.
  Particolare attenzione viene assegnata alle iniziative da assumere in materia di economia collaborativa. In particolare, il Programma di lavoro specifica che la realizzazione di un mercato unico dei capitali, del finanziamento e del risparmio svolgerà un ruolo fondamentale per rimuovere gli ostacoli agli investimenti ed aiutare le imprese a crescere in tutto il mercato unico.
  Sul terreno fiscale, la Commissione preannuncia la presentazione di un piano d'azione sull'IVA che dovrebbe illustrare le prossime tappe per l'introduzione di un regime «definitivo, efficiente e a prova di frode».
  In tema di base imponibile consolidata, la Commissione europea annuncia il ritiro della proposta presentata nel 2011, in cui si ipotizzava l'introduzione di una CCCTB (base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società) facoltativa. La Commissione intende, invece, lavorare nella direzione di una CCCTB obbligatoria, almeno per le multinazionali.

5. Un'Unione economica e monetaria più profonda e più equa.

  Nel Programma di lavoro la Commissione europea sottolinea che ha già presentato una serie di misure attuative della relazione dei cinque presidenti sul tema «Completare l'Unione economica e monetaria dell'Europa», distinte in due fasi.
  Riguardo alla prima fase (luglio 2015 – giugno 2017), la Commissione europea ha già presentato un approccio rinnovato al semestre europeo e una serie di strumenti più efficaci per la governance economica, tra cui l'istituzione di comitati nazionali per la competitività e di un Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche. Inoltre, l'Allegato I al Programma prevede la presentazione di una proposta di regolamento che definisce le tappe verso l'instaurazione di un regime europeo di garanzia dei depositi bancari basato su un meccanismo di riassicurazione. Tale proposta è stata effettivamente già presentata in data 24 novembre 2015.
  Successivamente, in vista del passaggio alla fase 2 del completamento dell'UEM, prevista a partire dalla metà del 2017, la Commissione europea presenterà un Libro bianco, previsto per la primavera 2017, e promuoverà una consultazione pubblica e un dibattito in tutta l'Unione.
  Nell'ambito delle proposte già presentate, da portare avanti in modo prioritario (allegato III) figura la proposta di decisione relativa all'istituzione di una piattaforma europea per il rafforzamento della cooperazione volta a prevenire e scoraggiare il lavoro sommerso.

6. Un accordo realistico e equilibrato di libero scambio con gli Stati Uniti.

  Altra priorità della Commissione europea per il 2016 è il Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTIP), l'accordo commerciale tra Unione Pag. 147europea e Stati Uniti che prevede la creazione di una zona di libero scambio tra le due parti, l'abbattimento dei dazi doganali, la rimozione del maggior numero di ostacoli, tariffari e non tariffari agli scambi e agli investimenti, generando nuove opportunità economiche in termini di creazione di posti di lavoro e di crescita mediante un maggiore accesso al mercato e una migliore compatibilità normativa.
  I prossimi round negoziali dovranno affrontare alcuni temi sensibili. La Commissione europea ha recentemente reso nota l'intenzione di consentire l'accesso ai documenti negoziali ai parlamentari nazionali.
  Inoltre, la Commissione proseguirà ad attuare la propria agenda sugli scambi bilaterali, che già coinvolge 27 partner negoziali e che integra il sistema multilaterale dell'Organizzazione mondiale del commercio. In particolare, nel 2016, la Commissione cercherà di pervenire all'applicazione provvisoria di un certo numero di nuovi accordi, tra cui quelli conclusi con il Canada e con diverse regioni dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico.

7. Uno Spazio di libertà, sicurezza, giustizia e di diritti fondamentali basato sulla reciproca fiducia.

  La Commissione europea pone l'accento sulla risposta dell'UE nei confronti del terrorismo e della radicalizzazione, della criminalità organizzata e della criminalità informatica. Il programma si riferisce ad alcune iniziative dirette ad attuare l'Agenda sulla sicurezza; si tratta in particolare:
   del riesame della decisione quadro sulla lotta al terrorismo, in modo da affrontare il fenomeno dei combattenti terroristi stranieri;
   di una proposta sulla lotta contro le frodi e le falsificazioni dei mezzi di pagamento diversi dai contanti;
   della revisione del quadro legislativo per il controllo delle armi da fuoco.

  Il Programma prevede il perfezionamento del processo di adozione della riforma in materia di protezione dei dati (regolamento e direttiva), e della disciplina sui codici di prenotazione dell'UE.
  Il Programma pone altresì l'accento sui progressi da realizzare nel 2016 per quanto riguarda l'istituzione della Procura europea e l'adozione della riforma di Europol. La Commissione intende portare avanti anche i lavori per chiarire le condizioni di accesso alla giustizia in materia ambientale.

8. Verso una nuova politica della migrazione.

  Nel Programma di lavoro la Commissione evidenzia che la priorità più urgente in questo momento è far fronte alla crisi dei rifugiati e che tale priorità, viste le condizioni di povertà, guerra e instabilità nel vicinato dell'Unione, è destinata a «rimanere in cima all'agenda politica per alcuni anni».
  La Commissione ricorda le misure già adottate nell'ambito dell'Agenda europea sulla migrazione del 13 maggio 2015.
  Fra le principali iniziative che la Commissione intende assumere entro la fine del 2016, il Programma richiama la revisione del sistema di Dublino sull'asilo (al n. 18 dell'Allegato I: Nuove iniziative) e il rafforzamento del ruolo dell'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (EASO).

9. Un ruolo più incisivo a livello mondiale.

  Il Programma della Commissione per il 2016 evidenzia la necessità generale di rafforzare la coerenza dell'azione esterna dell'Unione.
  A tal fine, la Commissione individua un cluster di obiettivi e linee d'azione prioritarie, così schematizzabile:
    pieno sostegno all'Alta Rappresentante e Vicepresidente nei lavori per la predisposizione di una nuova strategia globale in materia di politica estera e di sicurezza, che dovrebbe essere presentata in occasione del Consiglio europeo del giugno 2016;Pag. 148
    impegno proattivo a sostegno degli attori internazionali, primi fra tutti Nazioni Unite e OSCE, onde far fronte alle più gravi crisi internazionali, quali i conflitti in Siria, Libia e Ucraina.

10. Un'Unione di cambiamento democra  tico.

  Il Programma della Commissione europea per il 2016 indica come prioritaria la conclusione dei negoziati sul nuovo accordo interistituzionale «Legiferare meglio».
  L'accordo prevede una cooperazione più stretta tra le istituzioni nell'ambito della programmazione legislativa, il rafforzamento delle valutazioni d'impatto delle nuove iniziative ed una maggiore trasparenza e consultazione pubblica nell'iter legislativo.
  Nell'ambito del rafforzamento della trasparenza del processo decisionale interno all'Unione, la Commissione ribadisce l'intenzione già annunciata per il 2015, di voler presentare una proposta di accordo interistituzionale per l'obbligatorietà di un registro per la trasparenza obbligatorio, per tutti i rappresentanti di interessi (lobby), in modo da garantire che tutte le istituzioni europee indichino chiaramente chi influenza il processo decisionale europeo.
  Infine, la Commissione esprime la volontà di proseguire e intensificare il coinvolgimento dei Parlamenti nazionali nel dialogo politico e nel processo decisionale europeo, nonché di ampliare i «dialoghi con i cittadini» che consentono alla Commissione di ascoltare direttamente i cittadini nelle loro regioni e di rispondere alle domande che stanno loro a cuore.
  Passando quindi ad illustrare i contenuti del Programma di 18 mesi delle tre Presidenze olandese, slovacca e maltese, presentato il 3 dicembre 2015, sottolinea come questo riprenda la struttura dell'Agenda strategica adottata dal Consiglio europeo del 27 giugno 2014.
  Esso si compone di cinque capitoli:
   1. Occupazione, crescita e competitività, a sua volta suddiviso in Mercato unico, Imprenditorialità e creazione di posti di lavoro, Investire nel futuro, Attrattiva globale, Unione economica e monetaria;
   2. Un'Unione che responsabilizza tutti i suoi cittadini e li protegge;
   3. Verso un'Unione dell'energia dotata di una politica lungimirante in materia di clima;
   4. Libertà, sicurezza e giustizia;
   5. L'Unione come attore forte sulla scena mondiale.

  Obiettivo primario, secondo il Trio di Presidenze, rimane quello della crescita economica e della creazione di posti di lavoro, da perseguire in tutti i settori di intervento, finché gli sforzi non inizieranno a produrre effetti significativi sull'economia reale e sulla società con una ripresa solida e sostenibile.
  Le iniziative che figurano nel Programma del Consiglio, quindi, coincidono in gran parte con quelle della Commissione.
  Con particolare riguardo agli investimenti, gli sforzi si concentreranno sulle azioni volte a mantenere e accrescere la competitività del settore dei trasporti al fine di migliorare la connettività regionale e globale, creare posti di lavoro e incoraggiando la crescita.
  In tale contesto, il Programma del Consiglio si sofferma anche sul «quarto pacchetto ferroviario», attualmente all'esame del Parlamento europeo in seconda lettura. Esso è inteso a rimuovere i rimanenti ostacoli alla creazione di uno spazio ferroviario europeo unico, favorendo la concorrenza e l'innovazione, oltre ad attuare riforme strutturali e tecniche per aumentare la sicurezza, l'interoperabilità e l'affidabilità della rete ferroviaria europea.
  Nell'ambito della politica commerciale, il Consiglio ritiene prioritaria l'attuazione degli accordi raggiunti nell'ambito dell'agenda di Doha dell'OMC e la considerazione da dare alla eventuale concessione dello «status di economia di mercato» alla Cina. Pag. 149
  Per quanto riguarda i temi della migrazione irregolare, dell'asilo e della politica estera comune, il Programma del Consiglio condivide l'importanza di un'applicazione efficace e coerente di tutte le politiche dell'Unione europea connesse con l'azione esterna, sulla base di un approccio globale che metta in relazione i diversi settori, quali diplomazia, commercio, energia, sviluppo, migrazione, diritti umani, sicurezza e difesa.
  Le misure concordate in materia di migrazione dovranno essere attuate e valutate nel 2016 e nel 2017 in quanto alcune di esse richiedono un approccio a medio o lungo termine, in particolare quelle volte ad arginare i flussi di migrazione irregolare e ad affrontarne le cause profonde rafforzando la cooperazione con i Paesi di origine e di transito in modo integrato. Per quanto concerne la lotta al terrorismo, la risposta dell'Unione europea dovrà includere un approccio alla sicurezza e alla diplomazia congiunto e orientato all'esterno.
  In materia di politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC), il Consiglio ritiene necessario rafforzare le capacità civili e militari dell'Unione europea e adattare meglio la PSDC alle sfide presenti e future, comprese le considerazioni relative ai diritti umani.
  Con specifico riferimento al semestre di Presidenza olandese, ricorda che sarà dato avvio all'Agenda urbana europea, attraverso la prevista conclusione, il 30 maggio 2016, del «Patto di Amsterdam». In vista di tale evento, la Presidenza ha in programma di stabilire partnership tra Stati membri, città, Commissione europea e altri attori, sui temi della qualità dell'aria, degli alloggi, della povertà e dell'integrazione dei rifugiati e degli immigrati. Sarà svolto anche un Consiglio informale congiunto Ambiente e Trasporti, il 14 e 15 aprile 2016, sulle tecnologie e le politiche innovative per trovare soluzioni di trasporto intelligenti e verdi, tra cui la guida automatizzata (smart mobility).
  Nell'ambito della cooperazione allo sviluppo, il 23 e 24 maggio 2016 si svolgerà a Istanbul il Vertice umanitario mondiale nel quadro delle Nazioni Unite. In tale sede, la Presidenza olandese ha intenzione di far esprimere all'Unione europea una voce forte e univoca, perché sia posta la dovuta attenzione sulla crisi migratoria e in particolare sull'individuazione delle cause profonde della crisi e sulla necessità di dare una risposta coordinata in cui siano integrate le diverse politiche interessate, in partnership con i Paesi terzi.
  Con riferimento, infine, alla Relazione programmatica del Governo per l'anno 2016, presentata alle Camere il 23 dicembre 2015, essa è strutturata in cinque parti.
  La prima parte riguarda le questioni istituzionali e le politiche macroeconomiche, e riporta gli impegni che il Governo intende assumere al fine di assicurare il corretto funzionamento dell'Unione economica e monetaria e, più in generale, delle Istituzioni dell'Unione europea.
  La seconda parte è dedicata alle priorità da adottare nel quadro delle politiche orizzontali – quali le politiche per il mercato unico e la competitività, in linea con le Strategie della Commissione europea in materia di beni e servizi, mercato unico digitale, energia e mercato dei capitali – e settoriali – quali le politiche di natura sociale o quelle rivolte al rafforzamento di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia in Europa ed oltre i suoi confini.
  La terza parte è rivolta al tema della dimensione esterna dell'Unione, e illustra gli orientamenti governativi in materia di politica estera e di sicurezza comune nonché in materia di allargamento, politica di vicinato e di collaborazione con Paesi terzi.
  La quarta parte è dedicata alle strategie di comunicazione e di formazione del Governo in merito all'attività dell'Unione europea e alla partecipazione italiana all'Unione europea.
  La quinta parte completa è dedicata al ruolo di coordinamento delle politiche europee, svolto dal Comitato Interministeriale per gli Affari europei (CIAE) e al tema dell'adeguamento del diritto interno al diritto dell'Unione europea, con specifico Pag. 150riguardo alle attività di prevenzione e soluzione delle procedure di infrazione.
  Sono infine allegate al testo quattro Appendici con specifici riferimenti al Programma di lavoro della Commissione adottato a ottobre e alle priorità legislative individuate, al bilancio dell'Unione europea approvato dal Parlamento europeo il 25 novembre 2015 e al Programma di 18 mesi del Trio delle Presidenze del Consiglio dell'Unione europea.
  Nell'ambito della prima parte, il Governo attribuisce importanza primaria al tema di un ritorno a una piena adesione al progetto europeo, che deve tornare ad essere percepito dai cittadini come utile, efficace e a loro vicino, anche in vista del 60o anniversario della firma dei Trattati di Roma del 1957. A tale riguardo, già nel corso del 2016, il Governo intende avviare un dibattito pubblico sul futuro dell'Unione, rivolto innanzitutto alle giovani generazioni, che si concluderà poi durante la Presidenza maltese nella prima metà del 2017.
  Ulteriori priorità sulle questioni istituzionali sono le seguenti:
   perseguire il rafforzamento della legittimità democratica delle Istituzioni UE nel quadro del «doppio binario democratico» costituito da un lato dal Parlamento europeo, dall'altro da Consiglio europeo e Consiglio UE;
   proseguire il lavoro per il consolidamento della cooperazione interistituzionale, in favore di una rafforzata collaborazione del Consiglio con la Commissione e con il Parlamento europeo;
   favorire, nell'ambito dei negoziati per la permanenza del Regno Unito nell'UE, l'avvio di un ampio dibattito sul miglioramento del funzionamento dell'Unione europea, con la disponibilità da parte del Governo italiano a valutare un accordo che possa risultare accettabile sia per gli Stati membri che intendono approfondire l'integrazione, sia per gli Stati membri che intendono limitare la cooperazione principalmente ai settori riguardanti il mercato unico. Il governo indica che tale percorso potrebbe condurre ad una Europa a «cerchi concentrici», con al centro una Eurozona rafforzata aperta, in prospettiva, ad una evoluzione verso una Unione politica;
   promuovere, attraverso il dialogo annuale in sede di Consiglio, la tutela dello stato di diritto nell'UE e la difesa dei suoi valori fondamentali, nonché la conclusione del processo di adesione dell'Unione europea alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo.

  Riguardo al tema delle migrazioni, la strategia italiana sarà improntata alla valorizzazione dei principi di responsabilità, solidarietà, leale collaborazione e fiducia reciproca che devono ispirare l'azione dell'Unione europea ed i rapporti tra gli Stati membri.
  Per raggiungere questi obiettivi, l'Italia sosterrà l'esigenza di sviluppare positive sinergie tra la politica esterna dell'Unione europea ed il settore degli Affari interni, allo scopo di condividere le strategie e massimizzare i risultati.
  Obiettivo del Governo, con la collaborazione degli altri Stati membri, sarà, in particolare la piena attuazione dell'Agenda europea sulla migrazione, adottata dalla Commissione europea il 13 maggio 2015, e l'applicazione delle decisioni del Consiglio Giustizia e affari interni relative alla cosiddetta relocation dei richiedenti protezione internazionale (Decisioni del 14 e 22 settembre 2015).
  In quest'ottica, è intenzione del Governo sottolineare l'esigenza di un rafforzamento dell'Agenzia Frontex, che passi anche attraverso una riforma del suo mandato, e la necessità di sviluppare una concreta politica europea in materia di rimpatri. Il Governo, quindi, sosterrà e stimolerà l'Unione europea per accrescere gli sforzi volti alla definizione di nuovi accordi di riammissione con Paesi terzi ed all'attuazione di quelli già conclusi.
  L'Italia ribadirà, inoltre, l'importanza di concentrare l'azione dell'Unione europea, oltreché sui richiedenti protezione internazionale, anche nei confronti dei cosiddetti Pag. 151migranti economici, nella convinzione che, per una concreta politica europea in materia migratoria, occorra sviluppare strategie complessive e organiche che tengano conto di tutte le componenti dei flussi.
  Infine, nell'ambito del riesame di medio termine del Quadro Finanziario pluriennale (QFP) UE 2014-2020, che sarà presentato dalla Commissione europea nel corso del 2016, il Governo potrà sostenere la necessità di adeguare la programmazione finanziaria dell'Unione europea ai mutati scenari economici, politici e sociali, al fine di rafforzare, sia giuridicamente che finanziariamente, le politiche comunitarie a favore del controllo e della gestione dei fenomeni migratori e della cooperazione verso l'area mediterranea, medio-orientale e subsahariana.
  In considerazione delle evidenti criticità, dimostrate dall'attuale sistema di Dublino, di fronte alle situazioni di emergenza della crisi migratoria tuttora in corso, il Governo sosterrà il progetto di riforma del Regolamento Dublino, presentato dalla Commissione europea il 9 settembre 2015 (COM(2015) 450), finalizzato a creare, in casi di crisi, un sistema obbligatorio di relocation di richiedenti protezione internazionale tra gli Stati membri.
  Sul versante della minaccia terroristica, il Governo italiano sottolinea il proprio impegno a tradurre in pratica la Strategia europea di sicurezza nei tre settori chiave del contrasto al terrorismo, della criminalità organizzata e della criminalità informatica attraverso azioni concrete e mirate.
  Particolare importanza viene attribuita alla prevenzione dell'estremismo radicale violento mediante iniziative di contro-narrativa rivolte al pubblico di riferimento degli estremisti, che mettano in luce le contraddizioni della retorica islamista. Il Governo intende inoltre sviluppare forme avanzate di cooperazione pubblico/privato tra le strutture di law enforcement, i providers, nonché i gestori dei social network al fine di limitare l'abuso dello spazio telematico per scopi di radicalizzazione, nonché promuovere la cooperazione operativa tra autorità antiterrorismo dei Paesi dell'Unione europea, affinché esse possano attivarsi tempestivamente in caso di rilevazione sul territorio dell'Unione di foreign fighters e/o di returnees, valorizzando l'azione di prevenzione di Europol.
  Il Governo continuerà, inoltre, a perseguire la sicurezza delle frontiere come obiettivo primario dell'Unione europea, ritenendo importante la rapida approvazione della direttiva che consente alle Forze di Polizia l'accesso ai dati PNR (Passenger Name Record) dei passeggeri su tutti i voli intraeuropei.
  Per quanto riguarda la politica di allargamento, l'Italia – come già nel corso del suo semestre di Presidenza – sosterrà con forza e convinzione la prospettiva europea dei paesi dei Balcani occidentali e della Turchia, con particolare riferimento all'apertura di nuovi capitoli negoziali con Serbia e Montenegro; all'attuazione dell'Accordo di stabilizzazione e associazione UE-Kosovo; all'impegno nel cammino di integrazione europea e nei processi di riforma in atto in Albania; al rilancio del processo di integrazione europea della Macedonia; alla prosecuzione del processo di riforme avviato in Bosnia-Erzegovina dopo l'entrata in vigore, nel luglio 2015, dell'Accordo di stabilizzazione e associazione; all'apertura di capitoli negoziali con la Turchia con l'obiettivo di incoraggiare Ankara a recepire e allinearsi ai valori fondanti dell'UE in tema di stato di diritto e libertà fondamentali.
  L'Italia continuerà, infine, a dare il suo contributo (anche tramite Europol e Interpol) alla lotta alla contraffazione, seguendo le linee strategiche dell'Unione europea, anche attraverso i piani operativi dell'EU Policy Cycle (il ciclo programmatico dell'Unione europea per contrastare la criminalità organizzata e le forme gravi di criminalità internazionale, adottato nel 2010), dove il Governo italiano ha il ruolo di coordinatore della priorità «contraffazione di merci con impatto sulla salute e sicurezza pubblica».
  In particolare, la proposta di regolamento sulla sicurezza dei prodotti di consumo (COM(2013) 78) prevede all'articolo 7 che su tutti i prodotti di consumo Pag. 152(esclusi i prodotti alimentari e medicinali) sia apposta l'indicazione del Paese di origine (Made in), individuato in base al codice doganale comunitario.
  Sulla proposta è in corso una azione di concertazione fra Stati membri favorevoli all'iniziativa (Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Romania, Bulgaria, Cipro, Malta, Slovenia e Croazia). Come soluzione di compromesso, secondo il Governo, si potrebbe valutare l'ipotesi di prevedere la norma sull'indicazione obbligatoria dell'origine, non in via generale, ma all'interno delle normative dell'UE che disciplinano i singoli settori merceologici.
  Il Governo italiano indica inoltre come prioritario il rafforzamento degli interventi di politica attiva diretti a favorire l'occupazione e la crescita, in particolare a sostegno dell'occupazione giovanile e dell'inserimento lavorativo dei disoccupati di lunga durata e dei soggetti con maggiori difficoltà di inserimento lavorativo.
  A questo proposito, il Governo italiano preannuncia il suo impegno affinché tutte le proposte che saranno presentate dall'esecutivo europeo siano corredate da adeguate analisi di impatto che tengano conto degli effetti incrociati e delle interrelazioni delle varie politiche. Si sottolinea inoltre l'esigenza di disporre di un sistema di reportistica comune che usufruisca di indicatori atti a valutare le performance degli Stati membri nel raggiungere gli obiettivi al 2030.
  In materia di fiscalità, il Governo ipotizza la presentazione di proposte di modifica della direttiva IVA in tema di aliquote normali e ridotte. Segnala inoltre che i lavori della Conferenza delle Parti (COP 21) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici tenutasi a Parigi tra il 30 novembre e l'11 dicembre 2015 possano essere propedeutici alla definizione di possibili strategie in merito alla fiscalità delle emissioni di carbonio e, quindi, dei prodotti energetici.
  Con specifico riferimento alla proprietà industriale, il Governo ricorda l'imminente entrata in vigore del cosiddetto «pacchetto marchi» (direttiva 2015/2436/UE e regolamento 2015/2424/UE). Oltre a rendere più accessibile, efficiente e meno oneroso per le imprese il deposito di marchi industriali, il pacchetto istituisce l'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (Euipo). Ricorda inoltre la possibile entrata in vigore dell'accordo sul Tribunale unificato dei brevetti. La sottoposizione al Parlamento del relativo disegno di legge di ratifica dovrebbe essere imminente.

  Emanuele PRATAVIERA (Misto) rileva come gli obiettivi della relazione siano molti e complessi. Occorre tuttavia domandarsi quali siano i risultati attesi, poiché solo se il Governo ha chiari i propri obiettivi vi è la possibilità di un dialogo e di un confronto costruttivi.

  Paolo TANCREDI, presidente, ricordato che sugli atti in titolo avrà immediatamente luogo l'audizione del sottosegretario Gozi, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.55.

TESTO AGGIORNATO ALL'11 FEBBRAIO 2016

AUDIZIONI

  Mercoledì 3 febbraio 2016. — Presidenza del presidente Michele BORDO. — Interviene il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega agli Affari europei, Sandro Gozi.

  La seduta comincia alle 14.55.

Audizione del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega agli Affari europei, Sandro Gozi, nell'ambito dell'esame congiunto della «Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2016 (Doc. LXXXVII-bis, n. 4)», del «Programma di lavoro della Commissione europea per il 2016 e relativi allegati (COM(2015)610 final)» e del «Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (n. 15258/15)».
(Svolgimento e rinvio).

  Paolo TANCREDI (AP), presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della Pag. 153seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Introduce quindi l'audizione.

  Sandro GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega agli Affari europei, svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

  Intervengono per formulare quesiti ed osservazioni i deputati Rocco BUTTIGLIONE (AP), Sergio BATTELLI (M5S), Florian KRONBICHLER (SI-SEL), Emanuele PRATAVIERA (Misto), Marina BERLINGHIERI (PD) e Paolo TANCREDI, presidente.

  Sandro GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega agli Affari europei, fornisce ulteriori precisazioni.

  Paolo TANCREDI, presidente. Ringrazia il Sottosegretario per la relazione svolta ed in considerazione della complessità dei quesiti posti e del fatto che non tutti i deputati presenti sono potuti intervenire, rinvia il seguito dell'audizione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 16.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

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