CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 21 gennaio 2016
577.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Giovedì 21 gennaio 2016. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. — Interviene il Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Massimo Cassano.

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Cesare DAMIANO, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del Regolamento, la pubblicità delle sedute dedicate allo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche attraverso l'impianto audiovisivo a circuito chiuso.
  Ne dispone, pertanto, l'attivazione.

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5-07453 Gnecchi: Revisione dell'interpretazione dell'articolo 24, comma 15-bis, del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, contenuta nella circolare INPS n. 35 del 14 marzo 2012.

  Marialuisa GNECCHI (PD) illustra la propria interrogazione, richiamandosi al testo pubblicato.

  Il sottosegretario Massimo CASSANO risponde all'interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Marialuisa GNECCHI (PD), pur ringraziando il sottosegretario, si dichiara assolutamente insoddisfatta della risposta in quanto il richiamato comma 15-bis dell'articolo 24 del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, non prevede in alcun modo il requisito dello svolgimento di un'attività lavorativa alla data del 28 dicembre 2011, al contrario di quanto previsto dalla circolare dell'INPS n. 35 del 2012. L'intenzione dei proponenti di tale disposizione legislativa, infatti, era quella di garantire l'applicazione di una misura transitoria che consentisse l'accesso al pensionamento anche di coloro che, nel corso della crisi, avevano perduto il lavoro senza tuttavia essere in possesso dei nuovi requisiti richiesti per il pensionamento. Tale intendimento era stato, del resto, esplicitato in uno specifico ordine del giorno approvato dall'Assemblea della Camera in sede di approvazione del decreto-legge n. 201 del 2011, che aprì la strada ai successivi provvedimenti di salvaguardia. Con l'interpretazione della norma fornita dalla circolare n. 35 del 2012 si impedisce di fatto l'accesso al pensionamento di molti lavoratori nati nel 1952, i quali, rispetto a coloro che sono nati anche solo il 31 dicembre 2011, si sono trovati a dovere attendere il compimento dei 64 anni di età, cui si aggiunge la speranza di vita, a fronte dei 60 anni di età e 36 di contributi e 61 anni di età e 35 di contributi previsti precedentemente. Per le donne, l'effetto è stato ancora più pesante, considerando il repentino adeguamento all'età per l'accesso al pensionamento degli uomini, tanto che le lavoratrici nate nel luglio del 1952 potranno accedere al pensionamento solo nel 2019. Contesta, inoltre, l'asserita impossibilità a intervenire in via amministrativa attraverso la modifica della circolare dell'INPS n. 35 del 2012, in quanto essa è già stata corretta, a seguito delle pressioni parlamentari e dell'allora Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Elsa Fornero, da una successiva circolare, la n. 16 del 2013, nel punto in cui introduceva il requisito minimo di vent'anni di contribuzione, in luogo di quello di quindici anni previsto dal decreto legislativo n. 503 del 1992, per determinate categorie di lavoratori.

5-07454 Chimienti: Iniziative in materia di pubblicazione delle statistiche sull'occupazione.

  Silvia CHIMIENTI (M5S) illustra la propria interrogazione, evidenziando come i dati forniti a più riprese dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali si siano rivelati sovrastimati e siano stati smentiti. Paventa, inoltre, il rischio che la recente circolare del Ministero, volta a escludere il requisito dell'iscrizione alle liste di disoccupazione presso i centri per l'impiego per l'accesso alle prestazioni sociali, falsi in modo significativo i dati, consentendo di non computare tra i disoccupati soggetti privi di occupazione e alla ricerca di lavoro.

  Il sottosegretario Massimo CASSANO risponde all'interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Silvia CHIMIENTI (M5S) si dichiara insoddisfatta della risposta del sottosegretario, sottolineando che il valore dei dati sbandierati dal Governo è contraddetto da quanto affermato da esperti del settore. Fa riferimento, ad esempio, a quanto scritto recentemente sul quotidiano on line «Lettera43» dal professor Michele Tiraboschi, secondo il quale il Governo non interpreta correttamente i dati statistici sull'occupazione Pag. 92in quanto il numero di nuovi contratti, oggetto di rilevazione, non coincide necessariamente con il numero di nuovi posti di lavoro. Pertanto, depurando il dato fornito da ultimo dall'INPS, risulterebbe che i nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato sono stati poco più di 100.000 nel 2015, un numero ben lontano dalle cifre dichiarate dal Governo. Venendo quindi al secondo punto della sua interrogazione, riguardante la circolare del Ministero del lavoro e delle politiche sociali n. 34 del 2015, osserva che, nonostante quanto affermato dal sottosegretario, si conferma l'intento del Governo di modificare le basi sulle quali si fonda il calcolo delle statistiche relative al mercato del lavoro con le nuove modalità di accesso alle prestazioni sociali, che, oltretutto, ridimensionano il ruolo dei centri per l'impiego, a vantaggio delle agenzie private. Altri ricercatori hanno messo in luce gli effetti negativi della riforma Fornero sul mercato del lavoro: si riducono gli occupati con meno di 35 anni, mentre aumentano quelli con più di cinquant'anni. Auspica, pertanto, che il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, autore di numerosi interventi contro i lavoratori, cessi di fare propaganda millantando nuovi posti di lavoro inesistenti.

5-07455 Simonetti: Recupero dei contributi versati dai lavoratori frontalieri nell'ambito del secondo pilastro previdenziale svizzero.

  Nicola MOLTENI (LNA), cofirmatario dell'interrogazione, la illustra richiamandosi al testo pubblicato e sottolineando la particolare delicatezza del tema affrontato, specialmente in un contesto economico difficile, quale quello degli ultimi anni.

  Il sottosegretario Massimo CASSANO risponde all'interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Nicola MOLTENI (LNA) giudica importante l'impegno del Governo a favore dei sessantamila lavoratori transfrontalieri. Essi sono, infatti, una ricchezza sia per l'Italia sia per la Svizzera che si avvale della loro attività. È pertanto necessario evitare che le risorse, pari a 2,8 miliardi di euro, costituite dai contributi versati e non utilizzati siano destinate ad altre finalità, come è accaduto per il 270 milioni di euro destinati al finanziamento dell'indennità di disoccupazione dei lavoratori transfrontalieri, dei quali si ignora la destinazione. Assicura, pertanto, l'impegno del suo gruppo a vigilare sulla situazione e a continuare nell'opera di stimolo al Governo, affinché siano recuperate le posizioni di tutti i lavoratori italiani frontalieri in Svizzera e sia garantita la restituzione delle somme dovute.

5-07457 Airaudo: Iniziative in ordine alla riforma dei modelli contrattuali.

  Antonio PLACIDO (SI-SEL), cofirmatario dell'interrogazione, la illustra richiamandosi al testo pubblicato.

  Il sottosegretario Massimo CASSANO risponde all'interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Antonio PLACIDO (SI-SEL) prende atto che le anticipazioni giornalistiche avevano colto nel segno, in quanto è chiaro che le ipotesi allo studio del Governo appaiono più vicine ai disegni di Confindustria che non a quelli delle confederazioni sindacali CGIL, CISL e UIL, per la prima volta dopo anni unite nel contrastare le intenzioni dei datori di lavoro di svuotare la contrattazione di primo livello rinviando a quella di secondo livello la disciplina degli aspetti relativi al welfare e alla previdenza. Si tratta, a suo avviso, dell'ennesima dimostrazione del fatto che il Governo non riveste un ruolo di terzietà, anche se il suo intervento è stato sollecitato sia dai sindacati sia da Confindustria. In queste condizioni, pertanto, giudica improbabile che la trattativa attualmente in corso possa giungere a conclusione.

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5-07456 Polverini: Tutela dei lavoratori della società Sviluppo Italia Sicilia.

  Francesco CATANOSO GENOESE detto Basilio Catanoso (FI-PdL), cofirmatario dell'interrogazione, la illustra, richiamandosi al testo pubblicato.

  Il sottosegretario Massimo CASSANO risponde all'interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Francesco CATANOSO GENOESE detto Basilio Catanoso (FI-PdL), prendendo atto del limitato interesse del Governo nella vicenda di Sviluppo Italia Sicilia, testimoniato dal tenore della risposta del sottosegretario Cassano, osserva che le passività riscontrate nel bilancio della società hanno riguardato il solo esercizio 2014 e che la Regione siciliana ha già provveduto a predisporre un piano di riordino delle società partecipate. Si sarebbe, tuttavia, aspettato che il Governo si attivasse per la promozione di un tavolo di confronto tra le parti, che affrontasse i problemi dei lavoratori della società. Invita, pertanto, l'Esecutivo a seguire con maggiore attenzione la situazione, per coadiuvare la Regione nello sforzo di valorizzazione delle proprie risorse.

5-07458 Labriola: Tutela dei lavoratori impiegati negli stabilimenti del gruppo ILVA.

  Vincenza LABRIOLA (Misto) illustra la propria interrogazione, richiamandosi al testo pubblicato.

  Il sottosegretario Massimo CASSANO risponde all'interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 6).

  Vincenza LABRIOLA (Misto), ringraziando il sottosegretario, si dichiara consapevole della necessità di un ulteriore sforzo per risolvere l'intricata questione dello stabilimento ILVA di Taranto. Ricorda che sono i lavoratori e le loro famiglie a sopportare le conseguenze più pesanti di una situazione che stenta a risolversi, nonostante la recente adozione del decreto-legge n. 191 del 2015. Auspica, a tale riguardo, che l'ordine del giorno da lei presentato e accettato dal Governo nella seduta dello scorso 19 dicembre non sia disatteso e che il Governo, come richiesto dall'atto di indirizzo, provveda a istituire presso il Ministero dell'economia e delle finanze un «Fondo Sociale per la Città di Taranto» per aiutare le nuove attività imprenditoriali legate alla green economy, per supportare i lavoratori dipendenti Ilva in cassa integrazione, i lavoratori dell'indotto, gli imprenditori e lavoratori del settore primario le cui attività sono state penalizzate dall'inquinamento. Sottolinea, infatti, che le difficoltà dell'ILVA si ripercuotono su tutto il territorio di Taranto, dove, in questo momento, è quanto mai necessario fare sentire ai cittadini la presenza delle Istituzioni.

  La seduta termina alle 14.55.

RISOLUZIONI

  Giovedì 21 gennaio 2016. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. — Interviene il Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Massimo Cassano.

  La seduta comincia alle 14.55.

7-00747 Lombardi: Iniziative in materia di enti previdenziali privatizzati.
7-00885 Di Salvo: Iniziative in materia di enti previdenziali privatizzati.
(Discussione congiunta e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione congiunta delle risoluzioni 7-00747 Lombardi e 7-00885 Di Salvo.

  Cesare DAMIANO, presidente, avverte che oggi, come stabilito dall'Ufficio di Pag. 94Presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi dello scorso 14 gennaio, si avvierà la discussione congiunta delle risoluzioni in titolo, nonché l'eventuale svolgimento di interventi di carattere generale, mentre il parere del Governo sarà acquisito in una successiva seduta.

  Roberta LOMBARDI (M5S), illustrando la risoluzione a sua prima firma, ricorda che da più di due anni il M5S si sta occupando di approfondire le motivazioni alla base delle criticità emerse nella gestione e nel controllo delle risorse destinate al finanziamento delle pensioni di circa due milioni di lavoratori. L'iniziativa ha avuto origine dalla constatazione che, alla scadenza del contratto di locazione, molti inquilini di immobili di proprietà di enti previdenziali privatizzati si sono visti richiedere l'aumento del canone, a volte anche del 300 per cento. Ciò ha, ovviamente, comportato gravi conseguenze su molti nuclei familiari che si sono trovati di fronte al dilemma se accettare una simile ingiunzione o traslocare. Il M5S, volendo capire le motivazioni di tale bisogno immediato di liquidità da parte degli enti proprietari, ha deciso di studiare i bilanci. Sono emerse numerose irregolarità e una notevole disinvoltura nella gestione patrimoniale e finanziaria dei fondi, in apparenza del tutto slegata dalla responsabilità di garantire il pagamento della pensione agli iscritti. Il M5S ha quindi presentato esposti sia alla CONSOB sia alla Banca d'Italia, che tuttavia hanno escluso di avere poteri di vigilanza sugli investimenti effettuati dalle Casse. Sono stati pertanto interpellati anche i ministeri vigilanti e la Ragioneria generale dello Stato ha rappresentato di non disporre del personale per effettuare le verifiche richieste. Dall'interlocuzione con la COVIP sono risultate invece confermate le perplessità sulle classificazioni delle voci di bilancio, spesso errate, che, in molti casi, possono celare ammanchi, nonché sulla scarsa sicurezza degli investimenti effettuati. Ricorda che anche la Corte dei conti vigila sugli enti previdenziali privatizzati, ma si tratta di un controllo tardivo e in sostanza inutile, in quanto, effettuato sui dati di bilancio. Gli approfondimenti condotti dal M5S hanno, pertanto, evidenziato il mancato funzionamento della filiera dei controlli e la conseguente necessità di intervenire. Il M5S è interessato a verificare quale sia la migliore strada da percorrere, valutando se sia opportuna una nuova pubblicizzazione delle Casse, come sembrerebbe auspicato dalla recente giurisprudenza della Corte di Cassazione e del Consiglio di Stato, oppure una più decisa privatizzazione. Nel primo caso, infatti, la funzione esercitata dalle Casse rientrerebbe nel primo pilastro pensionistico, quello della previdenza pubblica, con il conseguente assoggettamento a tutti i controlli previsti dalla normativa vigente. Nel caso di una totale privatizzazione, invece, la funzione previdenziale svolta dalle Casse sarebbe ricondotta al secondo pilastro e i gestori del risparmio previdenziale sarebbero assoggettati alle disposizioni previste con riferimento a tali fattispecie. Chiede pertanto al Governo di chiarire la sua posizione al riguardo. Dichiara, infine, di condividere le premesse della risoluzione presentata dalla collega Di Salvo ma non la chiara propensione verso la totale privatizzazione delle Casse. Chiede, pertanto, che la Commissione approfondisca la questione anche attraverso un ciclo di audizioni di soggetti che operano nel settore.

  Titti DI SALVO (PD), illustrando la propria risoluzione, ricorda che è in corso presso la Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale una specifica indagine conoscitiva sugli investimenti delle Casse privatizzate e, pertanto, sottolinea la presenza di numerosi elementi già raccolti che possono essere acquisiti dalla Commissione Lavoro. Si dichiara d'accordo con il giudizio dato dalla collega Lombardi sul sistema delle Casse: a suo avviso, esse sono troppe, spesso troppo piccole e, per questo, alle prese con difficoltà di gestione e con l'impossibilità di conseguire economie di scala. Il sistema dei controlli è troppo frammentato e poco incisivo e spesso i Pag. 95soggetti deputati al controllo non hanno poteri sanzionatori. A suo avviso, è dunque necessario intervenire. A tale fine, ripropone quanto era già stato proposto nel corso della legislatura precedente, allo scopo di ridefinire il quadro normativo, la natura delle Casse, i controlli, anche al fine di immettere nell'economia reale le ingenti risorse raccolte dalla Casse, senza, ovviamente, mettere a repentaglio la sicurezza del risparmio previdenziale. Propone pertanto l'aggregazione delle Casse per favorire il loro equilibrio di bilancio, portando a compimento quanto previsto dagli interventi legislativi precedenti, tra i quali ricorda il decreto legislativo n. 104 del 1996 che, privatizzando le Casse, ha sancito la natura pubblica della funzione da esse esercitata. Non pensa, tuttavia, che la ripubblicizzazione possa essere la soluzione giusta ai problemi evidenziati, in quanto, a suo avviso, sarebbe più opportuno proseguire sulla strada della privatizzazione, semplificando e rafforzando al contempo il quadro dei controlli, legati alla natura pubblicistica della funzione svolta. A tale proposito, ricorda che il presidente Damiano ha presentato una proposta di legge in tal senso (Atto Camera n. 1132) che ripropone un testo già presentato la scorsa legislatura e che, a suo avviso, sarebbe utile approfondire.

  Cesare DAMIANO, presidente, richiama l'articolo 1 della proposta di legge testé ricordata dall'onorevole Di Salvo, che si riferisce a enti senza scopo di lucro con personalità giuridica di diritto privato, che assolvono alla tutela previdenziale obbligatoria in favore dei soggetti iscritti e hanno autonomia normativa, gestionale, organizzativa e contabile nel rispetto dei princìpi stabiliti e nei limiti fissati dalle disposizioni di legge, in relazione alla natura pubblica dell'attività svolta. Ricorda che tale formulazione è stata il frutto di un inteso confronto con tutti i soggetti interessati, volto a conciliare il riconoscimento di una personalità di diritto privato con lo svolgimento di attività di natura pubblica. Accoglie, quindi, la proposta della deputata Lombardi di svolgere un ciclo di audizioni e ricorda che potrà essere utile acquisire il contributo dei componenti della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, a partire dal presidente Di Gioia, sia nell'ambito della discussione delle risoluzioni sia attraverso interlocuzioni di carattere informale.

  Titti DI SALVO (PD) interviene brevemente per ricordare che su questi temi la Camera dei deputati, il 3 dicembre 2014, ha approvato la mozione Di Gioia ed altri n. 1-00602, invitando a valutarne i contenuti ai fini della discussione che si svolgerà nell'ambito della Commissione.

  Cesare DAMIANO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione congiunta delle risoluzioni ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.25.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 21 gennaio 2016.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.25 alle 15.35.

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