CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 20 gennaio 2016
576.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VIII e X)
COMUNICATO
Pag. 19

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 20 gennaio 2016. — Presidenza del presidente della VIII Commissione Ermete REALACCI.

  La seduta comincia alle 15.35.

Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2003/87/CE per sostenere una riduzione delle emissioni più efficace sotto il profilo dei costi e promuovere investimenti a favore di basse emissioni di carbonio.
COM(2015)337 final e allegati.

(Seguito esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento rinviato nella seduta del 17 novembre 2015.

  Lorenzo BECATTINI (PD), relatore per la X Commissione, illustra i punti qualificanti della proposta di documento finale, che sta elaborando insieme alla relatrice per la VIII Commissione, Stella Bianchi, il quale – a suo giudizio – può rappresentare una sintesi efficace del lavoro istruttorio svolto a partire dalle audizioni.
  Ricorda come la proposta di direttiva in esame si prefigge obiettivi ambiziosi al fine di perfezionare e migliorare le norme del sistema dell'ETS per il periodo post 2020, allineandole all'obiettivo di riduzione delle emissioni.
  Ricorda che il sistema ETS è stato istituito dalla direttiva 2003/87/CE – di cui l'atto in esame propone la modifica – a partire dal 2005 ed applica all'Europa il meccanismo di cap&trade introdotto a livello mondiale dal Protocollo di Kyoto. L'EU-ETS costituisce il primo e il maggior mercato delle emissioni di carbonio e rappresenta un'esperienza basilare per i sistemi di mercato del carbonio nel resto del mondo.
  Rileva che nella prima fase (2005-2007), per effetto dell'imprecisione dei dati sulle emissioni forniti da diversi Paesi, sui quali si basava l'allocazione dei permessi, sono stati distribuiti permessi in eccesso. Durante la seconda fase (2008-2012), la concomitanza della crisi economica e di politiche sulle energie rinnovabili e sull'efficienza energetica ha prodotto nuovamente un'eccedenza di permessi di emissione Pag. 20sul mercato, aggravata dal fatto che, nelle prime due fasi dell'ETS europeo, la maggior parte dei permessi sono stati assegnati gratuitamente anziché collocati all'asta. Con la vendita dei permessi tramite asta, quale criterio prevalente per l'allocazione dei permessi nella terza fase (2013-2020), l'efficienza del mercato è, infatti, migliorata, riducendo il numero di permessi ripartiti a titolo gratuito, che sono scesi al 43 per cento rispetto alla quasi totalità dei periodi antecedenti. La quarta fase riguarderà i periodi 2021-2030.
  Sottolinea che un altro aspetto di rilievo riguarda il forte ridimensionamento del tetto delle emissioni che passa dall'1,74 per cento su base annua al 2,2 a partire dal 2021. Viene inoltre istituito un fondo speciale per investimenti nei Paesi con maggiori difficoltà. Al riguardo, ricorda l'osservazione svolta dal presidente Realacci nel suo intervento dello scorso 28 ottobre 2015 presso la Commissione Ambiente, in cui si invita a valutare se il sistema possa essere potenziato nella sua efficacia tramite la fissazione di un fattore di riduzione, eventualmente ancora più elevato, contestualmente assumendo a riferimento un arco temporale più ampio. Osserva che il punto di forza del meccanismo delle aste è rappresentato dal procedimento innovativo a livello internazionale, il punto di debolezza si è concentrato essenzialmente nella vendita gratuita delle quote. Evidenzia che dal 2021 le quote messe all'asta dagli Stati saranno pari al 57 per cento. I proventi saranno destinati per il 2 per cento a sostenere gli Stati con un PIL pro capite inferiore del 60 per cento alla media europea su base 2014, il 90 per cento agli Stati, mentre la restante parte agli Stati membri a reddito più basso. Sottolinea quindi l'importanza per l'Italia delle previste misure di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio nel rispetto della normativa in materia di aiuti di Stato. Ricorda che nel biennio 2012-2013 i ricavi delle aste sono stati di circa 1,2 milioni di euro e che il prezzo di asta per tonnellata di carbonio in Italia è stato superiore rispetto alla media europea.
  In conclusione, nell'esprimere un giudizio complessivamente favorevole sulla proposta di direttiva, valuta favorevolmente l'introduzione di misure finanziarie per i settori a rischio di delocalizzazione. Auspica tuttavia l'adozione di linee guida per determinare, presso gli Stati membri, criteri uniformi delle misure di sostegno per i settori a rischio di delocalizzazione, evitando così possibili distorsioni nella concorrenza fra singole imprese.
  Per quanto riguarda la destinazione dei proventi delle aste occorre valutare anche la eventualità di possibili diverse finalizzazioni di una quota che superi il 50 per cento previsto dall'Unione europea, già destinato alla riduzione delle emissioni.

  Stella BIANCHI (PD), relatrice per la VIII Commissione, evidenziati i significativi limiti del sistema per lo scambio di quote di emissione di gas a effetto serra dell'UE (EU ETS), che ne hanno determinato un sostanziale fallimento, sottolinea l'esigenza di avviare in tempi brevi un'indispensabile riforma che renda efficace tale sistema e metta in atto una seria politica di decarbonizzazione, in coerenza con l'obiettivo generale della politica europea sul clima volto a limitare l'aumento della temperatura media globale al massimo entro i 2 gradi centigradi. Evidenzia, inoltre, la necessità di evitare che tale sistema orienti le imprese verso investimenti in tecnologie sostenibili.

  Ludovico VICO (PD) vorrebbe comprendere meglio il significato e la portata della proposta di documento finale predisposto dai relatori, se abbia una valenza solo burocratica ovvero se sia destinata ad esprimere valutazioni di carattere più originale soprattutto tenendo conto delle conclusioni della Conferenza COP21. In particolare, riterrebbe opportuno richiamare nella proposta di documento finale la connessione del tema della riduzioni delle emissioni di carbonio a politiche antidumping a livello europeo.

  Gianluca BENAMATI (PD) osserva che la proposta di direttiva in esame avrà un Pag. 21impatto importantissimo sia a livello europeo sul sistema di produzione dell'energia elettrica, sia a livello nazionale sulle attività produttive. Il documento finale che sarà approvato dalle Commissioni contribuirà a definire il quadro nel quale si troveranno ad operare le aziende italiane ed europee, soprattutto con riferimento ai costi dell'energia. Sottolinea l'importanza per l'Italia che le quote di ETS siano effettivamente utilizzate per favorire la decarbonizzazione dell'economia e dei sistemi di produzione e di generazione dell'energia. Rileva che, a livello nazionale, sono stati fatti molti sforzi nei settori della generazione di energia elettrica e industriale con l'obiettivo di favorire comportamenti sostenibili rispetto ad altri Paesi dell'Unione europea, quali ad esempio la Polonia che ha un sistema di produzione energetica prevalentemente basato sul carbone. I fondi dovranno pertanto essere finalizzati alla costruzione di un'economia a basso carbonio, prevedendo un utilizzo uniforme a livello europeo al fine di evitare disparità dal punto di vista della concorrenza. Osserva inoltre che, l'estensione della finalizzazione dei fondi non solo all'innovazione tecnologica, ma anche alla rilocalizzazione delle attività, richiede necessariamente che i proventi derivanti dalla vendita delle quote siano destinati prioritariamente ad un modello di sviluppo sostenibile. Si riserva infine di fornire ai relatori indicazioni di dettaglio più precise ai fini della stesura del documento finale.

  Ermete REALACCI, presidente, rileva che la finalizzazione dei proventi è decisa dal Ministero dell'economia.

  Mirko BUSTO (M5S) condivide l'opportunità che sul provvedimento in esame sia necessario svolgere un ulteriore approfondimento, considerata l'importanza della tematica in esso trattata.

  Alberto BOMBASSEI (ScpI) sottolinea come sul piano delle emissioni la principale criticità da affrontare è quella dell'inquinamento da riscaldamento piuttosto che l'inquinamento derivante dai trasporti. Ritiene che l'Italia, dal punto di vista delle fonti produzione di energia rinnovabile, si collochi fra i Paesi più virtuosi. Sottolinea quindi la necessità di incentivare a livello industriale gli investimenti per la produzione di energia pulita.

  Ermete REALACCI, presidente, nell'invitare i membri delle Commissioni a far pervenire ai relatori del provvedimento in titolo i rilievi e le osservazioni da valutare ai fini della proposta di documento finale, da sottoporre alle Commissioni la settimana prossima, fa notare come il tema in questione sia di particolare importanza, se si considera che anche la Cina, che ha già provveduto ad abbassare dell'1 per cento le emissioni inquinanti, ha dichiarato di voler innalzare tale percentuale.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 16.