CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 22 dicembre 2015
568.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 113

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 22 dicembre 2015. — Presidenza della presidente Flavia PICCOLI NARDELLI.

  La seduta comincia alle 8.50.

Schema di decreto legislativo recante «Modifica e abrogazione di disposizioni di legge che prevedono l'adozione di provvedimenti non legislativi di attuazione, a norma dell'articolo 21 della legge 7 agosto 2015, n. 124».
Atto n. 249.
(Rilievi alla I Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

Pag. 114

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, poiché non vi sono obiezioni, accoglie la richiesta di attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

  Simona Flavia MALPEZZI (PD), relatrice, ricorda che la Commissione cultura ha chiesto ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4 del Regolamento di poter esprimere i propri rilievi alla Commissione affari costituzionali, che è l'assegnataria in via principale per il parere al Governo. Osserva altresì che le Commissioni permanenti sono spesso chiamate a dare pareri secondo le loro competenze e che quando queste competenze sono trasversali è stato appunto previsto lo strumento dei «rilievi». Entrando nel merito del provvedimento, premette che l'articolo 21 della legge delega cosiddetta Madia, la n. 124 del 2015, prevede che al fine di semplificare il sistema normativo e i procedimenti amministrativi e di dare maggiore impulso al processo di attuazione delle leggi, il Governo sia delegato ad adottare uno o più decreti legislativi per l'abrogazione o la modifica di disposizioni legislative, entrate in vigore dopo il 31 dicembre 2011 e fino alla data di entrata in vigore della presente legge, che prevedono provvedimenti non legislativi di attuazione. Precisa dunque che spesso la legge non disciplina direttamente e in modo esauriente il fenomeno naturale o sociale cui si riferisce. Essa fissa principi e obiettivi, destina risorse economiche e strumentali, istituisce o riorganizza le entità preposte ad amministrare un settore, prevede compiti di dirigenti e così via. Però poi gli aspetti di dettaglio, di verifica concreta del bisogni cui la legge va incontro, di esecuzione di particolari profili sono rimessi ad altre fonti del diritto, talora di rango primario, ma generalmente di rango secondario come regolamenti, decreti ministeriali ed altri. Questo fenomeno – molto studiato nelle scienze giuridica e dell'amministrazione – ha portato allo stratificarsi di un enorme corpus normativo, complesso e qualche volta anche contraddittorio.
  Aggiunge quindi che la citata legge Madia – con l'articolo 21 e il conseguente decreto legislativo – ha proprio il seguente obiettivo: chiarire e disboscare una parte di questa selva di norme e procedimenti di attuazione, individuando quelli davvero necessari e accelerandone lo svolgimento; abrogare o modificare quelli che necessitano di essere soppressi o cambiati.
  Per quel che specificamente riguarda la VII Commissione, descrive le disposizioni di suo interesse. Nell'articolo 1, comma 1, si escludono le università dal novero degli enti verso i quali il MIUR può dettare linee guida per la razionalizzazione della spesa. Ciò avviene mediante un'abrogazione nella legge finanziaria del 2007 (n. 296 del 2006). Ricorda altresì che tutte le scuole – per gli acquisiti di importo cosiddetto sotto soglia – devono avvalersi del MEPA (mercato elettronico della pubblica amministrazione). Per gli altri enti valgono le linee guida del MIUR. Precisa che la ragione dell'espungere dalla legge n. 296 del 2006 le università sta nel fatto che il Fondo ordinario delle università è stato già ridotto nel 2014 e che – pur senza le linee guida del Ministero – le università, anche in virtù della loro autonomia, hanno conseguito risparmi. Rileva quindi che la Commissione potrebbe osservare che tali risparmi devono essere orientati comunque al taglio degli sprechi e non alla riduzione della qualità del servizio. Osserva poi che nel dossier del Servizio Studi si rilevano ulteriori aspetti, ai quali pertanto rinvia.
  Rileva, poi, che all'articolo 1, comma 5, si sopprime un periodo di una disposizione (l'articolo 14, comma 5, del decreto legge n. 95 del 2015) che rimetteva a un decreto interministeriale i criteri per il transito nel ruoli ATA di docenti appartenenti ad alcune classi di concorso. L'abrogazione lascerebbe ai direttori degli USR la determinazione del transito ai ruoli ATA. La disposizione che si vorrebbe abrogare era motivata nella relazione tecnica con la possibilità che i docenti di quelle classi di concorso potessero anche Pag. 115fare i collaboratori scolastici. Ritiene che la Commissione potrebbe esprimere il rilievo che il transito il quale comporti l'assegnazione a compiti di collaboratore (quindi un possibile demansionamento) debba essere assistito da garanzie. Rinvia dossier del Servizio Studi per approfondimenti.
  Passa quindi ad esaminare il punto 15 dell'allegato 1, nel quale si dispone l'abrogazione di una norma di legge del 2012. Si tratta dell'articolo 4, comma 2, lettera b), del decreto legislativo n. 49, il quale prevede che nel triennio 2013-2015, con i loro piani di reclutamento del personale, le università debbano mantenere un equilibrato rapporto tra personale dirigente e tecnico-amministrativo a tempo indeterminato, compresi i collaboratori ed esperti linguistici, e personale docente e ricercatore, entro valori da definire con decreto del MIUR (che doveva essere emanato entro 6 mesi dall'entrata in vigore del decreto legislativo). Rileva che uno dei motivi per cui l'abrogazione sarebbe disposta, è che il senso e il contenuto della norma sono stati di fatto recepiti dal decreto interministeriale 9 dicembre 2014, n. 893, che reca criteri e modalità di calcolo per la determinazione del costo standard unitario di formazione per studente in corso. Le pare però che il criterio dell'equilibrato reclutamento e la determinazione dei costi standard siano due cose diverse. È ben vero che nel calcolo del costo standard devono essere computati gli oneri per il personale e all'interno di questo le varie componenti, ma tale composizione del costo standard non pare esaurire il concetto del reclutamento equilibrato. Pertanto ritiene che si potrebbe invitare il Governo a rimeditare quanto meno la motivazione dell'abrogazione. Anche su questo punto rinvia al dossier del Servizio Studi. Aggiunge che, nel n. 18 dell'allegato, si sopprime il riferimento normativo del 2012 relativo alla Fondazione Grande Brera che non può più essere costituita, ritenendo sufficiente in questo caso una presa d'atto.
  Rileva inoltre che nel n. 34 dell'allegato, si fa riferimento al credito d'imposta per la produzione cinematografica. Ricorda che la disposizione sopprime la previsione di un provvedimento dell'Agenzia delle entrate. Ritiene che, date anche le modifiche introdotte dalla Legge di stabilità (aumento della percentuale del credito d'imposta ed estensione delle ipotesi per cui è fruibile) potrebbe essere necessario rivedere la decisione di sopprimere l'intervento dell'Agenzia delle entrate.
  Aggiunge che nel n. 37 del medesimo allegato si fa riferimento alla legge finanziaria per il 2003 che prevedeva la destinazione del 3 per cento delle somme previste per interventi per infrastrutture ai beni culturali. Rileva che i criteri di utilizzo sono stati demandati – dal decreto-legge cosiddetto Destinazione Italia (n. 69 del 2013) – a un decreto interministeriale, ma le relative procedure si sono rivelate molto complesse: siccome uno specifico meccanismo di assegnazione delle somme ai beni culturali era previsto nel decreto-legge n. 182 del 2008, l'abrogazione della disposizione nel decreto-legge del 2013 parrebbe una scelta congrua. Anche su questo punto rimanda alle considerazioni specifiche del dossier del Servizio Studi.
  Osserva, poi, che nei numeri 39 e 41 dell'allegato si prevede l'abrogazione di disposizioni attinenti ai tirocini formativi degli studenti e alle possibilità di borse di studio per le scuole secondarie di secondo grado, che appaiono in effetti superate dalla legge n. 107 del 2015. Il dossier del Servizio Studi evidenzia, al riguardo, che il citato punto 39 dell'allegato 1 abroga l'articolo 2, comma 14, del decreto-legge n. 76 del 2013 (legge n. 99 del 2013), che dispone in materia di tirocini formativi da destinare agli studenti delle quarte classi delle scuole secondarie di secondo grado, con priorità per quelli degli istituti tecnici e degli istituti professionali, da realizzarsi, in orario extracurricolare, presso imprese, altre strutture produttive di beni e servizi o enti pubblici. In particolare, prevede piani di intervento, di durata triennale, finalizzati alla realizzazione dei suddetti tirocini formativi, affidando ad un decreto interministeriale (MIUR-MEF) la definizione Pag. 116dei criteri e delle modalità di definizione degli stessi piani, dei requisiti per l'accesso ai tirocini da parte degli studenti, nonché dei criteri per l'attribuzione agli stessi studenti di crediti formativi. Il decreto interministeriale doveva essere adottato entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge. La relazione illustrativa motiva l'abrogazione evidenziando che tali previsioni sono superate dalle nuove disposizioni in materia di alternanza scuola-lavoro recate dall'articolo 1, commi 33 e seguenti, della legge n. 107 del 2015 (che prevedono una durata complessiva dei percorsi di alternanza, negli ultimi 3 anni di almeno 400 ore negli istituti tecnici e professionali e di almeno 200 ore nei licei).
  Aggiunge che il punto 41 dell'allegato 1 abroga l'articolo 2, comma 2-bis, del decreto-legge n. 104 del 2013 (legge n. 128 del 2013), che ha previsto l'invio, da parte del MIUR (entro il 31 marzo di ogni anno, a decorrere dal 2014, per via telematica), a tutti gli studenti iscritti alle scuole secondarie di secondo grado, di un opuscolo informativo sulle borse di studio universitarie, nonché degli indirizzi web degli organismi regionali per il diritto allo studio. Per la definizione delle relative modalità ha previsto l'intervento di un decreto ministeriale, senza indicare il relativo termine. La relazione illustrativa fa presente che la previsione è superata con l'intervento della legge n. 107 del /2015, il cui articolo 1, commi 136-141, ha previsto l'istituzione del Portale unico dei dati della scuola, che garantirà «la pubblicità e il facile accesso anche alle informazioni relative alle borse di studio».
  Al riguardo, segnala che, in base ai commi 137 e 139 dell'articolo 1 della legge n. 107 del 2015, nel Portale, i cui dati devono essere stabilmente accessibili e riutilizzabili, sono pubblicati in formato aperto: i dati relativi ai bilanci delle scuole; i dati pubblici afferenti il Sistema nazionale di valutazione; l'anagrafe dell'edilizia scolastica i dati in forma aggregata dell'Anagrafe degli studenti; gli incarichi di docenza; i Piani dell'offerta formativa; i dati dell'Osservatorio tecnologico; i materiali e le opere autoprodotte dalle scuole ai sensi dell'articolo 15 del decreto-legge n. 112 del 2008 (legge n. 133 del 2008); i dati e le informazioni utili a valutare l'avanzamento didattico, tecnologico e di innovazione del sistema scolastico; la normativa, gli atti e le circolari. Dunque, a livello normativo non è previsto che nel Portale unico dei dati della scuola siano pubblicate anche le informazioni relative alle borse di studio universitarie. Questo aspetto dovrebbe pertanto essere oggetto di uno specifico rilievo.
  Rileva, inoltre, che nel n. 44 dell'allegato si abrogano commi della legge di stabilità 2014 con cui veniva delegificata la materia dei contributi statali alle istituzioni culturali. Osserva che questa delegificazione di fatto non è mai decollata e il MIBACT ha manifestato l'intenzione di rivisitare l'intera materia (ricorda che lo scorso 4 agosto 2015 il Ministro Franceschini aveva inviato una lettera in occasione del parere della Commissione cultura sul riparto dei fondi). Aggiunge che, siccome questa riflessione è in atto, appare evidente che il regolamento di delegificazione non sarà mai emanato e che, in proposito, il dossier del Servizio Studi evidenzia che il punto 44 dell'allegato 1 abroga l'articolo 1, commi 382, 383, e 385 della legge n. 147 del 2013 (Legge di stabilità del 2014), che ha previsto la delegificazione della materia relativa all'erogazione di contributi statali alle istituzioni culturali di cui alla legge n. 534 del 1996, principalmente al fine di indirizzarli verso le istituzioni di rilievo nazionale e di razionalizzare il sistema. Aggiunge che il regolamento di delegificazione doveva essere adottato entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, su proposta del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze.
  Al riguardo, ricorda che, nella seduta della VII Commissione della Camera del 4 agosto 2015, è stato dato conto di una lettera inviata dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, nella quale, rilevato che la modifica della legge n. 534 Pag. 117del 1996, in quanto rappresentativa di un solo tassello della materia, non era sufficiente a sanare le criticità evidenziate negli anni dalle Commissioni parlamentari, è stata annunciata la volontà di attivare una commissione di alto profilo scientifico con il compito di elaborare linee guida per il generale riassetto della materia dei contributi agli enti culturali.
  Rileva, in conclusione, la complessità e tecnicità del provvedimento in esame.

  Luigi GALLO (M5S) chiede chiarimenti in relazione alla portata normativa dell'articolo 1, comma 1, in materia di razionalizzazione e coordinamento degli acquisti delle università, dell'articolo 1, comma 9, relativo ai permessi di soggiorno per motivi di studio, del punto 15 dell'allegato 1, relativo ai piani di reclutamento del personale delle università in relazione ai costi standard, e sul punto 44 dell'allegato 1, in materia di contributi statali alle istituzioni culturali. Rileva, comunque, che sussistono disposizioni di semplificazione utili all'interno del presente provvedimento.

  Simona Flavia MALPEZZI (PD), relatrice, fornisce chiarimenti sugli aspetti evidenziati dal collega Gallo.

  Manuela GHIZZONI (PD), premesso l'elevato tasso tecnico del provvedimento, ricorda, con riferimento all'articolo 1, comma 1, in materia di abolizione di linee guida emanate dal MIUR, che analoga discussione si era svolta in relazione al comma 339 dell'articolo 1 della legge n. 190 del 2014 (legge di stabilità del 2013), nella quale si prevede, in particolare, che con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca siano definiti gli indirizzi per l'attuazione della razionalizzazione di spesa ivi indicata. Ritiene che si debba dunque valutare l'opportunità di espungere il riferimento alla definizione di indirizzi anche da quest'ultima previsione legislativa, seguendo la medesima ratio dell'articolo 1, comma 1 dello schema di decreto legislativo in esame.
  Con riferimento, poi, al punto 15 dell'allegato, le sfugge la ratio di una norma che rimane attuabile per il solo anno 2015, essendo riferita al triennio 2013-2015. Esprime, infine, forte perplessità sul punto 41 dell'allegato, che abroga l'articolo 2, comma 2-bis, del decreto-legge n. 104 del 2013, che ha previsto l'invio, da parte del MIUR, a tutti gli studenti iscritti alle scuole secondarie di secondo grado, di un opuscolo informativo sulle borse di studio universitarie, non ritenendo che si possa considerare superata tale previsione dai commi 136/141 della legge n. 107 del 2015, che hanno previsto l'istituzione del Portale unico dei dati della scuola.

  Simona Flavia MALPEZZI (PD), relatrice, fornisce ulteriori chiarimenti sugli aspetti evidenziati dai colleghi Gallo e Ghizzoni.

  Luisa BOSSA (PD) chiede alla relatrice chiarimenti sulla portata normativa dell'articolo 1, comma 10, che modifica l'articolo 7, comma 3-quater, del decreto-legge n. 83 del 2014, nella parte relativa alla definizione del Programma Italia 2019, volto a valorizzare il patrimonio progettuale dei dossier predisposti dalle città candidate per la «Capitale europea per la cultura 2019», ricordando che erano state destinate risorse a tal fine.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, chiarisce che quella richiamata dalla collega Bossa è una disposizione.

  Rocco BUTTIGLIONE (AP) osserva che il provvedimento sembra dimostrare l'inefficacia del tentativo di inseguire con norme legislative una realtà in continuo cambiamento, che le rende obsolete. Ritiene che tale questione si inquadri nella tematica più ampia della ridefinizione dei rapporti tra Parlamento ed Esecutivo, con particolare riferimento all'esercizio della funzione normativa e di quella amministrativa. Rileva, inoltre, come lo schema di decreto proposto sia sintomo di un problema di qualità della produzione normativa. Pag. 118
  Con riferimento, poi, al punto 37 dell'allegato 1, in materia di utilizzo della quota percentuale del 3 per cento degli stanziamenti previsti per le infrastrutture destinati a interventi a favore dei beni e delle attività culturali, osserva che, contra legem, tale quota viene in realtà destinata per la manutenzione ordinaria, chiedendosi quindi se non sia più coerente reindirizzare queste risorse verso il finanziamento ordinario degli interventi e delle attività del MIBACT.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta da convocarsi – nell'ambito dell'esame degli altri provvedimenti previsti per la giornata odierna – al termine delle votazioni antimeridiane dell'Assemblea.

  La seduta termina alle 9.30.

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 22 dicembre 2015. — Presidenza della presidente Flavia PICCOLI NARDELLI.

  La seduta comincia alle 13.30.

Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nel capitolo 1261 dello stato di previsione della spesa del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per l'anno 2015, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi.
Atto n. 250.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione – Parere favorevole con condizioni).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato, da ultimo, nella seduta del 18 dicembre 2015.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, poiché non vi sono obiezioni, accoglie la richiesta di attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

  Maria Grazia ROCCHI (PD), relatrice, dopo aver preso visione della documentazione integrativa trasmessa dal Governo, formula una proposta di parere favorevole con condizioni (vedi allegato 1).

  La Commissione approva la proposta di parere.

  La seduta termina alle 13.40.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 22 dicembre 2015. — Presidenza della presidente Flavia PICCOLI NARDELLI.

  La seduta comincia alle 13.40.

Schema di decreto legislativo recante «Modifica e abrogazione di disposizioni di legge che prevedono l'adozione di provvedimenti non legislativi di attuazione, a norma dell'articolo 21 della legge 7 agosto 2015, n. 124».
Atto n. 249.
(Rilievi alla I Commissione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del Regolamento, e conclusione – Rilievi).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo in oggetto, rinviato nell'odierna seduta antimeridiana.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, poiché non vi sono obiezioni, accoglie la richiesta di attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

  Simona Flavia MALPEZZI (PD), relatrice, dopo aver ringraziato tutti i gruppi per aver contribuito ad un approfondito dibattito, presenta una proposta di deliberazione di rilievi (vedi allegato 2).

Pag. 119

  Gianluca VACCA (M5S) chiede di avere maggior tempo a disposizione per poter approfondire la proposta di rilevi illustrata.

  Manuela GHIZZONI (PD) preannuncia, a nome del suo gruppo, il voto favorevole.

  Luigi GALLO (M5S) osserva che nella proposta testé illustrata dalla relatrice non è affrontata la questione – da lui posta – sul punto 15 dell'allegato 1, relativo ai piani di reclutamento del personale delle università in relazione ai costi standard.

  Simona Flavia MALPEZZI (PD), relatrice, e Manuela GHIZZONI (PD) forniscono delucidazioni sulla questione posta dal collega Gallo, osservando, in particolare, che la norma ivi contenuta è selettiva.

  Luigi GALLO (M5S) rileva, in linea generale, che in un provvedimento futuro non dovrebbe essere sostituita una parametrazione generale con quella relativa ai costi standard.

  La Commissione approva la proposta di rilevi formulata dalla relatrice.

  La seduta termina alle 13.50.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 22 dicembre 2015. — Presidenza della presidente Flavia PICCOLI NARDELLI.

  La seduta comincia alle 13.50.

Decreto-legge n. 185 del 2015: Misure urgenti per interventi nel territorio. Proroga del termine per l'esercizio delle deleghe per la revisione della struttura del bilancio dello Stato, nonché per il riordino della disciplina per la gestione del bilancio e il potenziamento della funzione del bilancio di cassa.
C. 3495 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con condizioni).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 19 dicembre 2015.

  Lorenza BONACCORSI (PD), relatrice, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato 3). Si sofferma, in particolare, sull'articolo 5, comma 2, che attribuisce all'Istituto italiano di tecnologia (IIT) un contributo di 80 milioni di euro per il 2015, per la realizzazione di un progetto scientifico di ricerca, che deve essere elaborato sentiti gli enti territoriali e le principali istituzioni scientifiche interessate. Pur trattandosi di una fondazione diritto privato, essa per le finalità generali svolte e la provenienza del capitale ha natura pubblica ed è quindi legittimata a ricevere finanziamenti pubblici. Ricorda inoltre che, interpellato sul post EXPO, questo istituto ha fornito la sua manifestazione di interesse in quindici giorni. Del resto, tale tipo di struttura giuridica è propria di altri istituti di ricerca prestigiosi in Europa. Per quanto concerne, poi, le osservazioni della deputata Coccia, la quale ritiene che la materia dell'impiantistica sportiva non possa prescindere dal pieno coinvolgimento delle amministrazioni locali, ritiene di poter in parte accogliere le sue sollecitazioni. Nella condizione apposta al suo parere favorevole, all'articolo 15, comma 3, primo periodo, del provvedimento in esame, dopo le parole: «il CONI», sono aggiunte le seguenti «sentiti, per gli aspetti attinenti all'accessibilità e all'omologazione degli impianti, gli enti locali».

  Luigi GALLO (M5S) ritiene prematuro presentare una proposta di parere, in considerazione del fatto che la discussione nel merito non si è ancora conclusa. Rileva, intanto, che appare inopportuno affidare direttamente ad un istituto di ricerca un incarico tanto ben retribuito, senza che sia svolta una gara. Osserva, inoltre, che andrebbe meglio specificata la disposizione, di cui all'articolo 5, che prevede Pag. 120che per la valorizzazione dell'area utilizzata per EXPO siano destinati 50 milioni di euro per il 2015. Rileva, altresì, con riferimento all'articolo 15, che si dovrebbe prevedere una gestione degli impianti sportivi anche direttamente da parte degli enti locali, senza che tali impianti debbano essere dati necessariamente in gestione a soggetti privati.

  Francesco D'UVA (M5S) concorda con il collega Gallo in relazione alle perplessità per una preferenza a livello legislativo accordata all'IIT.

  Luisa BOSSA (PD) esprime perplessità in merito al ruolo che, in base alle disposizioni dell'articolo 15, il CONI svolgerebbe, sommando le funzioni di controllore e controllato.

  Bruno MOLEA (SCpI) non condivide le osservazioni della collega Bossa, giudicando favorevolmente le disposizioni di cui all'articolo 15.

  Roberto RAMPI (PD) ricorda l'eccellenza che caratterizza l'IIT, istituto di rilievo internazionale.

  Luigi DALLAI (PD), pur condividendo la valutazione positiva sull'IIT, ritiene che l'elaborazione del progetto scientifico di ricerca assegnato a questo Istituto dall'articolo 5 non debba prevedere il mero parere degli enti territoriali e delle principali istituzioni scientifiche interessate, bensì un concerto con tali enti.

  Lorenza BONACCORSI (PD), relatrice, conferma la sua proposta di parere.

  Francesco D'UVA (M5S) preannuncia il voto contrario del suo gruppo.

  La Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

  La seduta termina alle 14.25.

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 22 dicembre 2015. — Presidenza della presidente Flavia PICCOLI NARDELLI.

  La seduta comincia alle 14.25.

Proposta di nomina dell'ingegner Paolo Baratta a presidente della Fondazione La Biennale di Venezia
Nomina n. 60.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame della proposta di nomina all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 18 dicembre 2015.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente e relatrice, ricorda che l'ordine del giorno reca il seguito dell'esame della proposta di nomina dell'ingegner Paolo Baratta a presidente della Fondazione La Biennale di Venezia, il termine per l'espressione del parere sul quale è fissato al 5 gennaio 2016. Ricorda, altresì, che nella seduta del 19 dicembre 2015 aveva formulato una proposta di parere favorevole. Annuncia quindi che i deputati Carocci, Manzi, Orfini e Ventricelli sono sostituiti, rispettivamente, dai deputati Fregolent, Scuvera, Cominelli e Zardini. Comunica inoltre che sono in missione i deputati Pes e Pisicchio.

  La Commissione procede alla votazione per scrutinio segreto sulla proposta di parere favorevole della relatrice.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, comunica il risultato della votazione:
   Presenti  29   
   Votanti  26   
   Maggioranza  14   
   Astenuti  3   
    Hanno votato  26    
    Hanno votato no  0    
  (La Commissione approva).

Pag. 121

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, avverte che comunicherà il parere favorevole testé espresso alla Presidenza della Camera, ai fini della trasmissione al Governo.

  Hanno preso parte alla votazione i deputati: Adornato, Ascani, Blazina, Bonaccorsi, Bossa, Coccia, Cominelli, Coscia, Crimì, Dallai, D'Ottavio, Fregolent, Ghizzoni, Lainati, Malisani, Malpezzi, Molea, Narduolo, Piccoli Nardelli, Rampi, Rocchi, Santerini, Scuvera, Sgambato, Vezzali e Zardini.
  Si sono astenuti i deputati: D'Uva, Luigi Gallo e Vacca.

  La seduta termina alle 14.35.

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