CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 16 dicembre 2015
563.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VI e X)
COMUNICATO
Pag. 26

RISOLUZIONI

  Mercoledì 16 dicembre 2015. — Presidenza del presidente della X Commissione Ettore Guglielmo EPIFANI. – Interviene il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Enrico Zanetti.

  La seduta comincia alle 13.40.

7-00844 Arlotti: Misure di sostegno del turismo nautico.
(Discussione e rinvio).

  Le Commissioni riunite iniziano la discussione della risoluzione.

  Tiziano ARLOTTI (PD) avverte di aver riformulato la sua risoluzione (vedi allegato 1) in quanto con la legge di stabilità 2016, in corso di esame presso la Camera, si è provveduto a stabilizzare l'IVA al 10 per cento per i cosiddetti «Marina resort»; in secondo luogo, sottolinea che, grazie all'approvazione del proprio emendamento 15.12 alla legge di stabilità 2016 è stata abrogata la tassa su tutte le unità da diporto. Ricorda che dal 2014 la tassa è stata eliminata per le imbarcazioni al di sotto dei 14 metri e che dal prossimo anno sarà abrogata per tutte le imbarcazioni. Sottolinea che la nautica rappresenta uno dei più importanti settori del made in Italy, con un fatturato che arriva a 4 miliardi di euro all'anno. L'eccessiva tassazione degli ultimi anni ha fortemente penalizzato il settore che, a fronte delle Pag. 27modifiche approvate prima richiamate, dovrebbe di nuovo aumentare produttività e fatturato.
  Osserva che il progetto «Signa maris» ha l'obiettivo di fare rete con i sistemi portuali delle darsene e coinvolge quattro regioni (Campania, Puglia, Sicilia e Calabria) e 38 porti, promuovendo il territorio e un turismo ad elevata capacità di spesa. Sottolinea infine che la parte dispositiva della risoluzione, come riformulata, impegna il Governo a individuare risorse aggiuntive che permettano di completare il progetto cosiddetto «Signa Maris» ed estenderlo a tutto il territorio nazionale.

  Marco DA VILLA (M5S) sottolinea che, nella precedente legge di stabilità, la riduzione dell'IVA al 10 per cento sui «Marina resort» è stata decisa in seguito alla presentazione di un emendamento da parte del gruppo M5S e dichiara, pertanto, di essere sicuramente favorevole alla stabilizzazione della misura. Manifesta invece contrarietà all'abrogazione tout court della tassa su tutte le unità da diporto, introdotta dal Governo Monti, che agevola una parte sicuramente privilegiata della popolazione italiana.

  Giovanni PAGLIA (SI-SEL), nel condividere l'obiettivo, sotteso alla risoluzione in discussione, di non penalizzare con un eccessivo carico fiscale il settore della nautica, esprime tuttavia il suo giudizio fortemente contrario sull'emendamento, approvato nel corso dell'esame in Commissione Bilancio del disegno di legge di stabilità 2016, con la quale è stata abolita la tassa di stazionamento per le imbarcazioni sopra i 14 metri.
  Al riguardo, evidenzia come anche tale intervento confermi l'indirizzo di politica fiscale seguito dal Governo, in base al quale risulta sempre difficoltoso aumentare la tassazione dei grandi patrimoni e dei beni di lusso, mentre si assumono sempre con facilità provvedimenti che aumentano l'imposizione fiscale sui redditi da lavoro dipendente e beni come le case di proprietà. Rileva infatti come tale orientamento finisca per penalizzare sempre il lavoro, giustificando tale scelta con il fatto che gli altri fattori sono più mobili e si sottrarrebbero al prelievo laddove fossero tassati in modo più incisivo.
  In tale quadro, nel giudicare favorevolmente il progetto «Signa Maris», che mira a creare un collegamento tra il patrimonio culturale del Paese e il mondo diportistico, accoglie con favore l'impegno contenuto nella risoluzione, la quale chiede al Governo l'individuazione di risorse idonee a completare il citato progetto «Signa Maris» e ad estenderlo a tutto il territorio italiano, mentre invita il relatore a espungere, dalle premesse della risoluzione, le valutazioni positive in esse contenute circa la predetta norma della legge di stabilità 2016 sulla tassa di stazionamento.
  Si dichiara quindi disponibile e esprimere il voto favorevole del suo gruppo sulla risoluzione in discussione, a condizione che venga riformulata in tal senso.

  Sandra SAVINO (FI-PdL) ritiene innanzitutto positiva l'applicazione dell'IVA ridotta al 10 per cento sul comparto dei Marina resort, sottolineando come la nautica costituisca un settore produttivo dotato di eccellenze, il quale ha anche importanti ricadute a livello occupazionale su tutto il territorio italiano. In particolare rileva come le misure di aumento della tassazione assunte negli scorsi anni in tale comparto abbiano determinato effetti fortemente negativi dal punto di vista economico, causando la «fuga» di diportisti esteri a favore di altri Paesi, a svantaggio soprattutto di alcune regioni italiane di confine, quali ad esempio il Friuli Venezia Giulia, che ha visto molte imbarcazioni trasferirsi in Slovenia o in Croazia.
  In tale contesto, nel giudicare utile e opportuna la conferma del progetto «Signa Maris» per le regioni del Sud, auspica che sia possibile estenderlo a tutto il territorio del Paese e, segnatamente alle regioni italiane di confine.

  Michele PELILLO (PD) esprime, a nome del gruppo del PD, apprezzamento nei confronti della risoluzione in discussione e sottolinea come, in controtendenza Pag. 28rispetto al passato, essa contenga un impegno importante a sostegno del settore nautico, il quale risulta essere tra i più rilevanti nel sistema produttivo del Paese.
  Nel valutare positivamente il fatto che le premesse della risoluzione sottolineino opportunamente l'importanza delle misure adottate a favore di tale comparto nell'ambito dell'esame del disegno di legge di stabilità in corso di approvazione, auspica che sulla risoluzione n. 7-00844 possa convergere il consenso di tutte le forze politiche e che essa possa, quindi, essere votata quanto prima.

  Giulio Cesare SOTTANELLI (SCpI) esprime il sostegno del suo gruppo alla risoluzione in discussione, la quale muta il segno delle scelte del Governo rispetto a un settore, quello della nautica, che genera effetti positivi in termini di occupazione nonché in termini di indotto a favore delle PMI del Paese. Considera quindi importante prestare attenzione per tale comparto, assicurando le risorse necessarie per la realizzazione del progetto «Signa Maris».

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad una seduta da convocare nel corso della prossima settimana, alla luce dell'andamento delle votazioni in Assemblea.

7-00851 Taranto: Iniziative per il mantenimento dello strumento del fattore di supporto delle piccole e medie imprese (SME Supporting factor) in materia di requisiti patrimoniali degli enti creditizi.
(Discussione e rinvio).

  Le Commissioni riunite iniziano la discussione della risoluzione.

  Luigi TARANTO (PD) osserva che il testo della proposta di risoluzione congiunta delle Commissioni VI e X muove dal regolamento del Parlamento e del Consiglio europeo n. 575 del 26 giugno 2013 in materia di requisiti prudenziali per enti creditizi ed imprese di investimento, rammentando quanto in particolare annotato al considerando (44) circa la necessità di garantire un adeguato flusso di finanziamenti bancari alle piccole e medie imprese e traendone la seguente conclusione: «Le coperture patrimoniali verso le esposizioni verso le PMI dovrebbero essere ridotte mediante l'applicazione di un fattore di sostegno pari allo 0,7619 in modo da consentire agli enti creditizi di aumentare i prestiti alle PMI. Per conseguire tale obiettivo, gli enti creditizi dovrebbero utilizzare efficacemente l'alleggerimento dei requisiti patrimoniali derivante dall'applicazione del fattore di sostegno, allo scopo esclusivo di assicurare un adeguato flusso di crediti alle PMI stabilite nell'Unione. Le autorità competenti – così conclude il considerando (44) – dovrebbero monitorare periodicamente l'importo totale delle esposizioni degli enti creditizi verso le PMI e l'importo totale della detrazione di capitale».
  Sottolinea che l'introduzione, nell'ambito del regolamento n. 575, del richiamato fattore di sostegno in favore delle PMI è stata il risultato di approfondimenti richiesti, nel 2012, dalla Commissione all'Autorità bancaria europea, anche sulla scorta delle sollecitazioni congiuntamente formulate dall'Associazione bancaria italiana e dalle principali associazioni imprenditoriali. Attraverso l'adozione del fattore di supporto, è stato così sostanzialmente confermato – per i crediti fino ad 1,5 milioni di euro in favore di MPMI con fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro – il coefficiente patrimoniale dell'8 per cento già previsto dal sistema di Basilea 2 anziché il coefficiente del 10,5 per cento del sistema Basilea.
  Osserva che alla stregua delle previsioni del regolamento 575, la Commissione, previo rapporto dell'Autorità bancaria, dovrà trasmettere, entro il 2 gennaio 2017, un rapporto al Parlamento ed al Consiglio sull'impatto del fattore di supporto focalizzato su: «a) l'analisi dell'evoluzione delle tendenze e delle condizioni relative ai prestiti per le PMI...; b) l'analisi dell'effettiva rischiosità delle PMI dell'Unione Pag. 29nel corso di un intero ciclo economico; c) la coerenza dei requisiti in materia di fondi propri stabiliti nel presente regolamento per il rischio di credito sulle esposizioni verso le PMI, con i risultati dell'analisi di cui alle lettere a) e b)».
  Ricorda che a luglio 2015, l'Autorità bancaria europea ha aperto una procedura di consultazione in vista della predisposizione di un rapporto da presentare alla Commissione nel prossimo mese di febbraio. Ad ottobre 2015, l'ABI – nel position paper predisposto nell'ambito della richiamata procedura di consultazione – ha così sintetizzato le proprie conclusioni: «nel loro insieme, le evidenze analitiche supportano: a) la richiesta di mantenimento dello SMEs SF; b) la conferma del fatto che la misura non ha impedito la desiderata crescita degli indici di capitalizzazione ed ha invece determinato un impatto di 20 basis points in termini di minore assorbimento di capitale regolamentare di migliore qualità (circa 10,5 miliardi di euro a vantaggio di maggiori finanziamenti potenziali per oltre 150 miliardi di euro con benefici più rilevanti in Italia, Francia e Spagna); c) l'evidenziazione, in un ancor breve periodo di applicazione della misura, di effetti positivi che hanno mitigato le conseguenze di una recessione profonda e prolungata; d) la registrazione della convergenza, a supporto della misura, di ragioni macroeconomiche e di ragioni strutturali, poiché la minore rischiosità dei portafogli di prestiti alle piccole e medie imprese rispetto ai portafogli di prestiti alle grandi imprese è dovuta ad un effetto di diversificazione che rende il tasso di default dei primi meno volatile».
  Rileva che tali conclusioni sono state unitariamente condivise da tutte le principali associazioni imprenditoriali, che hanno così annotato: «Le evidenze fornite dall'ABI sottolineano l'importanza dello SME SF nel compensare – senza accrescere il rischio dei portafogli bancari – l'incremento quantitativo dei requisiti minimi di capitale, evitando così il rischio di un'ulteriore riduzione nella fornitura di prestiti alle piccole e medie imprese. In considerazione di queste evidenze e delle persistenti restrizioni nell'erogazione del credito alle PMI, le associazioni imprenditoriali italiane supportano la richiesta di ABI per il mantenimento dello SME SF».
  Sottolinea che, fronte dell'emergere di una posizione dubitativa da parte di EBA circa la possibilità di mantenere il fattore di supporto oltre la fase temporanea, che si concluderà nel 2016 e tenendo presente che ciò metterebbe in discussione nel nostro Paese – in termini di volumi e condizioni – un ammontare di prestiti pari a circa 20 miliardi di euro e ciò in uno scenario in cui – come sottolinea il Rapporto di Banca d'Italia sulla stabilità finanziaria del mese di novembre – «in Italia, l'uscita dalla recessione favorisce un graduale ritorno alla crescita del credito al settore privato», ma «se valutato in rapporto al prodotto, tale credito rimane tuttavia assai inferiore ai valori medi di lungo periodo», si richiede al Governo l'impegno «a sviluppare ogni iniziativa utile all'avanzamento – in sede di Commissione europea e di Consiglio – del confronto e dell'approfondimento sulle ragioni del mantenimento dello strumento del fattore di supporto delle piccole e medie imprese, sulla scorta di quanto delineato all'articolo 501 del regolamento 575/2013 e nell'ambito della valutazione d'impatto di cui al paragrafo 4 dello stesso articolo».
  Riterrebbe infine opportuno svolgere un rapido ciclo di audizioni per approfondire la materia oggetto del suo atto di indirizzo.

  Daniele PESCO (M5S) rileva come la questione affrontata dalla risoluzione appaia molto delicata, anche alla luce delle decisioni recentemente assunte dal Governo con riferimento a Banca Marche, alla Banca popolare dell'Etruria e del Lazio, alla Cassa di Risparmio di Ferrara e alla Cassa di Risparmio della provincia di Chieti, le quali hanno sostanzialmente azzerato le predette banche. Tornando alla questione specifica affrontata dalla risoluzione, evidenzia come modifiche nei requisiti patrimoniali di cui devono disporre Pag. 30le banche possano avere effetti dirompenti, in particolare sulle banche piccole e medie, fino al punto di espropriarle della loro indipendenza. Ritiene, pertanto, che la proposta contenuta nella risoluzione, sebbene possa essere considerata plausibile, debba essere declinata in un contesto di piena trasparenza, compiendo ogni sforzo a livello europeo onde evitare che modifiche repentine dei predetti requisiti patrimoniali possa comportare un'ulteriore concentrazione nel settore bancario, consegnando ogni potere nelle mani di ristretti gruppi finanziari.

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta, riservandosi inoltre di definire, d'intesa con il Presidente della VI Commissione e sulla base delle proposte che saranno avanzate dai gruppi, un breve ciclo di audizioni sulle tematiche affrontate dalla risoluzione.

7-00391 Alberti: Revisione della disciplina concernente l'obbligo di accettare pagamenti mediante carte di debito e misure a sostegno del commercio elettronico.
7-00433 Causi: Revisione della disciplina concernente l'obbligo di accettare pagamenti mediante carte di debito e misure a sostegno del commercio elettronico.
7-00465 Capezzone: Revisione della disciplina concernente l'obbligo di accettare pagamenti mediante carte di debito e misure a sostegno del commercio elettronico.
(Discussione congiunta e rinvio).

  Le Commissioni riunite iniziano la discussione congiunta delle risoluzioni.

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, ricorda che le Commissioni riunite hanno già svolto un ampio ciclo di audizioni sulle risoluzioni, senza peraltro averne ancora iniziato la discussione congiunta.

  Daniele PESCO (M5S), illustra la risoluzione, di cui è cofirmatario, la quale è stata riformulata dal presentatore, al fine di tener conto del tempo intercorso dalla sua presentazione (vedi allegato 2).
  In primo luogo evidenzia come l'atto di indirizzo sottoponga al Governo la questione relativa alla revisione della disciplina concernente l'obbligo di accettare pagamenti mediante carte di debito e misure a sostegno del commercio elettronico.
  In tale ambito, ricorda innanzitutto che l'articolo 15, comma 4, del decreto-legge n. 179 del 2012 ha stabilito che, a decorrere dal 1o gennaio 2014, i soggetti che effettuano l'attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito. Rammenta inoltre come, al fine di consentire alla platea degli interessati di adeguarsi all'obbligo di dotarsi di strumenti per i pagamenti mediante carta di debito (POS), con l'articolo 9, comma 15-bis del decreto-legge n. 150 del 2013 è stata prorogata la decorrenza dell'obbligo al 30 giugno 2014 e che, successivamente, con decreto del Ministero dello sviluppo economico 24 gennaio 2014, sono stati definiti gli ambiti di applicazione prevedendo l'obbligo di accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito per tutti i pagamenti di importo superiore a trenta euro.
  Sottolinea quindi come l'obbligo di accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito imponga costi organizzativi ed economici connessi al doversi dotare di un POS (tecnologia di accettazione multipla di strumenti di pagamento) e come questa imposizione risulti vessatoria per tutti i professionisti e le imprese italiane ai quali vengono imposte spese obbligatorie facilmente evitabili attraverso altri strumenti quali, ad esempio, il bonifico elettronico e gli assegni bancari, i quali garantiscono gli stessi livelli di tracciabilità e di trasparenza per qualsiasi movimento di denaro.
  Si introduce inoltre, obbligatoriamente e ingiustamente, un intermediario, la Pag. 31banca, alla quale viene garantito un introito aggiuntivo a discapito degli esercenti, nonostante essa non svolga alcun ruolo reale e concreto nel rapporto tra lo stesso e l'utente.
  Rileva quindi come l'obbligo di dotazione di un POS generi un'ulteriore spesa fissa aggiuntiva anche per le nuove piccole e medie imprese (start-up) e come l'obbligo di accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito non sia legato al reddito dell'impresa o del professionista e risulti quindi particolarmente vessatorio per piccole e micro imprese.
  Considera pertanto chiaro che la normativa appena descritta abbia provocato lo scontento tra i professionisti e le imprese, obbligate a dotarsi di POS e ad accettare i pagamenti effettuati con bancomat. In tale quadro, premessa l'importanza della diffusione della moneta elettronica, anche sotto l'aspetto del mercato e-commerce in Italia il quale, secondo le stime attese, nel 2013, ha raggiunto gli 11 miliardi di euro, ritiene sia più che mai importante e urgente concedere l'opportunità di effettuare la connessione a internet mediante l'infrastruttura telematica a «banda larga», anche al fine di poter usufruire, in modo conveniente e rapido, nonché attraverso un prodotto di qualità, di tutti i servizi che si sono sviluppati in rete (dall’e-government, all’e-business, all’e-commerce, all’e-learning e all’e-health).
  Al riguardo, nel rammentare come gli operatori italiani, nonostante gli elevati livelli raggiunti in termini di attrattività e di qualità dei prodotti, presentino ancora molte difficoltà nell'approcciare mercati europei ed internazionali a causa della mancanza del know-how specifico relativamente a sistemi di pagamento, logistica, distributiva, abitudini/comportamenti di acquisto, comunicazione online, la risoluzione impegna il Governo ad assumere ogni iniziativa normativa necessaria al fine di:
   a) predisporre misure di monitoraggio preposte ad accertare le eventuali violazioni delle disposizioni nazionali ed europee a tutela dei consumatori da parte delle azione nell'uso e nella gestione dei servizi relativi all’e-commerce;
   b) rafforzare lo sviluppo del commercio elettronico promuovendo: la nascita di distretti industriali dotati di banda larga adeguati ai diversi livelli di business; la formazione delle imprese, anche mediante sinergie tra università ed associazioni di categoria; le certificazioni Netcomm (Consorzio del commercio elettronico che garantisce l'affidabilità del sito e-commerce, cosiddetto «bollino blu»);
   c) promuovere la realizzazione delle misure previste dall'Agenda digitale europea preposte al contrasto del digital divide che di fatto frena la diffusione dell’e-commerce;
   d) escludere dall'obbligo di dotazione di strumenti di pagamento mediante POS tutte le nuove attività per un periodo non inferiore a due anni;
   e) prevedere che, per i professionisti, le ditte individuali, le micro e piccole imprese, ogni genere di costo o commissione derivanti dall'obbligo di accettare pagamenti mediante POS sia a carico delle banche;
   f) ridurre il costo delle commissioni per le transazioni effettuate mediante l'utilizzo del POS introducendo un limite massimo pari a 7 millesimi nell'ipotesi di transazioni effettuate con carte di debito e a 1 centesimo nell'ipotesi di transazioni effettuate con carte di credito.

  Il Sottosegretario Enrico ZANETTI ritiene indispensabile svolgere un approfondimento sul contenuto delle risoluzioni discusse congiuntamente, prima di poter esprimere su di esse una compiuta valutazione. In tale contesto ricorda come, con riferimento a tali questioni, nel corso dell'esame in sede referente del disegno di legge di stabilità sia stato approvato l'emendamento Boccadutri 46.28, il quale prevede l'emanazione di un decreto ministeriale volto a definire le commissioni interbancarie per le operazioni di pagamento effettuate tramite carta di debito, in conformità alla disciplina recata dal regolamento UE in materia, stabilendo inoltre un meccanismo sanzionatorio in merito Pag. 32alla violazione dell'obbligo di accettare pagamenti mediante carte di debito. Evidenzia quindi come le norme contenute nella predetta proposta emendativa si pongano nella medesima direzione delle risoluzioni in discussione.

  Girolamo PISANO (M5S), con riferimento alla risoluzione 7-00433 Causi, rileva come gli impegni in essa contenuti risultino forse eccessivamente ampi, estendendosi anche a questioni che a suo giudizio esulano dalla tematica specifica affrontata dagli atti di indirizzo. Rileva, inoltre, come alcune delle proposte in essa contenute, quali l'incentivazione della possibilità per gli utenti di effettuare i pagamenti on line, nonché la realizzazione di una campagna di comunicazione istituzionale sui benefici sociali dell'utilizzo della moneta elettronica, rischino di attribuire, attraverso l'uso di risorse pubbliche, un vantaggio improprio alle banche, che si avvarranno delle commissioni sui pagamenti attraverso gli strumenti di moneta elettronica. Sottolinea inoltre come l'incentivazione degli acquisti on line possa finire per incrementare il giro d'affari di soggetti operanti all'estero, spesso in paradisi fiscali, a scapito dunque degli interessi dell'Erario.

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, propone di rinviare il seguito della discussione congiunta delle risoluzioni ad una seduta da convocare alla ripresa dei lavori parlamentari dopo l'aggiornamento per le festività di fine anno, nella prospettiva di concluderne la discussione in tempi ragionevolmente brevi.

  Maurizio BERNARDO, presidente della VI Commissione, concorda con la proposta del Presidente Epifani, ritenendo necessario approfondire il contenuto, molto articolato, delle risoluzioni in discussione, le quali presentano molti profili a suo giudizio condivisibili.

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione congiunta ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.15.

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