CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 24 novembre 2015
546.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
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INTERROGAZIONI

  Martedì 24 novembre 2015. — Presidenza del vicepresidente Ignazio ABRIGNANI. – Interviene il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Antonello Giacomelli.

  La seduta comincia alle 13.45.

5-05295 De Rosa: Sospensione delle concessioni relative al progetto di ricerca Badile.

  Il sottosegretario Antonello GIACOMELLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Massimo Felice DE ROSA (M5S), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta fornita dal Governo, sottolineando come i progetti che hanno ricevuto il giudizio positivo di compatibilità ambientale da parte della regione Lombardia saranno realizzati, contro gli interessi dei cittadini, molto vicino a scuole e centri abitati. Si tratta di un grande giacimento di gas con una possibilità di realizzazione pari al 22 per cento e ritiene si debba valutare attentamente il rapporto costi/benefici nella realizzazione del progetto.

5-06148 Barbanti: Prospettive produttive e occupazionali della cooperativa Radio Sibari Sole.

  Il sottosegretario Antonello GIACOMELLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Sebastiano BARBANTI (Misto), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta del Governo, soprattutto per l'evoluzione della vicenda che nel merito riguarda un imprenditore che ha investito su un'impresa radiofonica, al quale viene revocata la concessione dell'emittente per errore commesso sia pure in buona fede dal Ministero.

5-06373 Ricciatti: Misure per stabilizzare la ripresa del mercato interno con particolare attenzione alla regione Marche.

  Il sottosegretario Antonello GIACOMELLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Lara RICCIATTI (SI-SEL), replicando, ringrazia il rappresentante del Governo per l'articolata risposta che, a suo giudizio, presenta esclusivamente una ricostruzione puntuale delle misure adottate e delle risorse stanziate, che tuttavia non trovano riscontro nei dati assai sconfortanti relative all'andamento economico del terzo trimestre 2015 nei settori manifatturieri della regione Marche. Al riguardo, sottolinea come non sia possibile governare la ripresa economica senza una visione più generale di politica economica ed industriale e ritiene che il Governo stia facendo ben poco per tutelare le competenze e il patrimonio rappresentato dal tessuto produttivo delle PMI italiane.

5-06647 Terrosi: Procedure di ionizzazione ed elaborazione delle linee guida per gli impianti geotermici.

  Il sottosegretario Antonello GIACOMELLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Alessandra TERROSI (PD), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatta e ringrazia il Governo per la sollecitudine con cui ha fornito la risposta al suo atto ispettivo. Sottolinea che non sono state ancora adottate le linee guida per le attività geotermiche, la cui scadenza era prevista il 15 ottobre 2015. Nel comprendere la complessità dell'elaborazione di tali linee guida, giudica positivamente la costituzione di un tavolo tecnico cui partecipano i principali stakeholder. Auspica infine che, nelle more della pubblicazione delle Linee guida non si proceda ad ulteriori autorizzazioni neanche per i procedimenti in corso.

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5-06892 Pili: Mantenimento del regime di essenzialità per le centrali sarde Sulcis e Ottana.
5-06932 Cani: Mantenimento del regime di essenzialità per le centrali sarde di Fiumesanto, Ottana e Portovesme.

  Ignazio ABRIGNANI, presidente, avverte che le interrogazioni in titolo, vertendo sulla stessa materia, saranno svolte congiuntamente.

  Il sottosegretario Antonello GIACOMELLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Mauro PILI (Misto) replicando, si dichiara totalmente insoddisfatto della risposta che ha derubricato una questione politica a livello tecnico e non ha tenuto in alcun conto il carattere insulare della Sardegna. Sottolinea che la regione è l'unica in Europa a non disporre della fornitura di gas metano e che, per questo motivo, deve essere mantenuto il regime di essenzialità fino all'entrata in attività del metanodotto di connessione della Sardegna con le reti transeuropee energetiche del metano. Ritiene che la scelta operata da Terna in merito all'esclusione dal regime di essenzialità delle centrali sarde violi le norme sulla sicurezza energetica, che sono invece rispettate per la regione Sicilia, altra realtà insulare che, diversamente dalla Sardegna, è peraltro connessa alla rete del gas metano. Lamenta che il Governo ha effettuato una scelta che penalizza la sicurezza energetica e l'economia di una regione con 1 milione 600 mila abitanti e che non tiene in alcun conto gli impegni assunti con il Memorandum sottoscritto nel 2014, il quale prevedeva una proroga del regime di superinterrompibilità insulare, al fine di garantire la continuità nelle forniture elettriche.

  Emanuele CANI (PD), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatto della risposta. Auspica che le preoccupazioni del collega Pili possano essere smentite dai fatti, pur essendo consapevole che la esclusione dal regime di essenzialità delle centrali elettriche sarde provoca molta preoccupazione nelle popolazioni interessate. Auspica che l'ipotesi di proroga del regime di superinterrompibilità possa trovare soluzione nelle misure che saranno adottate nei prossimi giorni e comunque prima del 31 dicembre 2015. Per quanto riguarda il regime di essenzialità, sottolinea di aver manifestato anche ai rappresentanti di Terna auditi nei giorni scorsi in Commissione su altre questioni, una preoccupazione per una scelta che non considera corretta nei confronti della regione Sardegna. Ritiene che l'esclusione da questa forma di agevolazione non sia stata adeguatamente approfondita dal momento che sussistono le ragioni per la proroga di questo regime, soprattutto in considerazione delle criticità della rete elettrica sarda che necessiterebbe di importanti manutenzioni, mentre per il prossimo triennio non è previsto alcun intervento di miglioramento. Sollecita quindi il Governo a concludere in tempi rapidissimi la procedura della superinterrompibilità e chiede che si apra un tavolo di confronto con Terna per giungere a soluzioni condivise in merito al servizio elettrico nella regione Sardegna.

  Ignazio ABRIGNANI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.30.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 24 novembre 2015. — Presidenza del vicepresidente Ignazio ABRIGNANI.

  La seduta comincia alle 14.30.

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Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2016).
C. 3444 Governo, approvato dal Senato.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2016 e per il triennio 2016-2018 e relativa Nota di variazioni.
C. 3445 Governo, approvato dal Senato, e C. 3445-bis, Governo, approvato dal Senato.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2016 e per il triennio 2016-2018 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 3: Stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per l'anno finanziario 2016 e per il triennio 2016-2018 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 7: Stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per l'anno finanziario 2016 e per il triennio 2016-2018 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 13: Stato di previsione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per l'anno finanziario 2016 e per il triennio 2016-2018 (limitatamente alle parti di competenza).
(Relazioni alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.

  Ignazio ABRIGNANI, presidente, comunica che la Commissione avvia nella seduta odierna l'esame dei disegni di legge di stabilità e di bilancio 2015, approvati dal Senato. Avverte che, per quanto riguarda il disegno di legge di bilancio, la Commissione esaminerà lo Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2016 e per il triennio 2016-2018 (Tabella n. 2), lo stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per l'anno finanziario 2016 e per il triennio 2016-2018 (Tabella n. 3); lo Stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per l'anno finanziario 2016 e per il triennio 2016-2018 (Tabella n. 7), nonché lo Stato di previsione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per l'anno finanziario 2016 e per il triennio 2016-2018 (Tabella n. 13).
  Dopo l'esame preliminare congiunto dei due disegni di legge, la Commissione procederà all'esame di eventuali emendamenti riferiti agli stati di previsione del disegno di legge di bilancio e alle parti del disegno di legge di stabilità di propria competenza. L'esame dei due disegni di legge si concluderà con la trasmissione alla Commissione Bilancio di una relazione per ciascuno stato di previsione e connesse parti del disegno di legge di stabilità, e con la nomina di un relatore per la Commissione Bilancio. Gli emendamenti al disegno di legge di stabilità e al disegno di legge di bilancio possono essere presentati direttamente alla Commissione Bilancio.
  Ricorda che, se gli emendamenti sono presentati presso le Commissioni di settore, quelli approvati sono allegati alle relazioni da trasmettere alla Commissione Bilancio e si intendono presentati, a nome della Commissione, presso la Commissione Bilancio medesima. Gli emendamenti al disegno di legge di bilancio presentati presso le Commissioni di settore e respinti devono essere presentati di nuovo presso la Commissione Bilancio, anche al fine di permetterne la successiva presentazione in Assemblea. Ricorda, altresì, che presso le Commissioni di settore devono essere presentati gli eventuali ordini del giorno riferiti alle parti di rispettiva competenza del disegno di legge di bilancio e del disegno di legge di stabilità. Gli ordini del giorno concernenti l'indirizzo globale della politica economica devono invece essere presentati direttamente in Assemblea. Gli ordini del giorno approvati dalle Commissioni di settore o accolti dal Governo sono allegati alle relazioni da trasmettere alla Commissione Bilancio. Gli ordini del giorno respinti dalle Commissioni di settore o non accolti dal Governo possono essere ripresentati in Assemblea.
  Propone quindi di fissare il termine per la presentazione di eventuali emendamenti Pag. 161e ordini del giorno ai provvedimenti in esame, per le parti di competenza della X Commissione, alle ore 14 di mercoledì 25 novembre.

  Luigi TARANTO (PD), relatore, illustra il contenuto dei provvedimenti in titolo.
  Osserva che il disegno di legge di stabilità per il triennio 2016-2018 è stato predisposto dal Governo sulla base della disciplina prevista dall'articolo 11 della riforma della legge di contabilità (legge n. 196 del 2009). Ai sensi della legge n. 196, la manovra finanziaria triennale si articola nella legge di bilancio e nella legge di stabilità (che ha sostituito la legge finanziaria) ed eventualmente nei disegni di legge collegati.
  Il disegno di legge di stabilità reca le misure necessarie a conseguire gli obiettivi di consolidamento dei saldi di finanza pubblica indicati nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2015, obiettivi basati su un percorso di risanamento finanziario più graduale di quello precedentemente esposto nel Documento di economia e finanza dello scorso aprile.
  Il testo del disegno di legge di stabilità per il triennio 2016-2018 trasmesso dal Senato reca un articolo unico, composto da 556 commi, allegati e tabelle.
  Passando a esaminare le parti di più specifica competenza della Commissione Attività produttive, si segnalano le seguenti disposizioni, raggruppate in base al criterio delle politiche di settore nell'ambito delle materie di competenza della X Commissione.
  Per quanto riguarda le misure per la crescita e le politiche fiscali, si segnalano le seguenti disposizioni.
  Sotto il profilo degli interventi a sostegno delle imprese, sono introdotte misure volte a rilanciare la promozione del Made in Italy, a sostenere il settore degli investimenti ambientali e tecnologici, nonché ad agevolare forme di credito per le aziende oggetto di misure patrimoniali. Più in particolare, si prevedono risorse aggiuntive, pari a 50 milioni di euro per il 2016, per il Piano straordinario per la promozione del Made in Italy (articolo 1, comma 196) e si istituisce un Fondo, con dotazione pari a 10 milioni di euro per il triennio 2016-2018, per garantire l'accesso e la continuità del credito a favore delle aziende oggetto di misure patrimoniali nell'ambito di procedimenti penali o di prevenzione (articolo 1, comma 99-102). Nel corso dell'esame al Senato è stato introdotto un Fondo per il credito alle aziende vittime di mancati pagamenti, con una dotazione di 10 milioni di euro annui per il triennio 2016-2018, avente come finalità il sostegno alle piccole e medie imprese che entrano in crisi a causa della mancata corresponsione di denaro da parte di altre aziende debitrici (articolo 1, comma 103-106). Si prevede inoltre, per il sostegno alle imprese fornitrici di società che gestiscono almeno uno stabilimento industriale di interesse strategico nazionale, un apposito criterio nell'accesso al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese (articolo 1, comma 490). Un'ulteriore misura per le imprese consiste nella modifica della disciplina dei programmi di amministrazione straordinaria (articolo 1, comma 491). In particolare, è consentito che il programma di amministrazione straordinaria, sia esso di cessione dei complessi aziendali o di ristrutturazione economica e finanziaria dell'impresa, possa avere una durata fino a 4 anni, in luogo degli attuali uno o due anni. Tale disposizione è applicabile alle imprese operanti nel settore dei servizi pubblici essenziali, ovvero che gestiscono almeno uno stabilimento industriale di interesse strategico nazionale.
  Nel corso dell'esame in Senato è stata altresì estesa la tipologia dei soggetti ammissibili agli incentivi nei settori della ricerca, dello sviluppo e dell'innovazione, finanziati nell'ambito del FIRST (Fondo per gli investimenti in ricerca scientifica e tecnologica) prevedendo, tra l'altro, società composte da professori e ricercatori ed altri enti pubblici che operano in alcuni settori della ricerca ed inserendo, tra le attività ammesse all'intervento di sostegno, Pag. 162anche quella industriale, di sviluppo precompetitivo e di diffusione di tecnologie (articolo 1, comma 143).
  Sempre nel corso dell'esame in Senato, è stata inserita (articolo 1, commi 198-206) la disciplina generale della cosiddetta «società benefit». Tali società si caratterizzano in quanto, nell'esercizio dell'attività economica, oltre allo scopo di dividerne gli utili, perseguono una o più finalità di beneficio comune, indicate specificatamente nell'oggetto sociale, e operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, beni ed attività culturali e sociali, enti e associazioni ed altri portatori di interesse. Sono altresì precisate le modalità di funzionamento, gli obblighi, le responsabilità e i controlli relativi all'attività di tali società.
  È prevista infine una rimodulazione delle risorse a favore delle zone franche urbane, restringendo l'ambito territoriale e definanziando il fondo istituito al fine di consentire la fruizione di alcune agevolazioni fiscali (articolo 1, commi 342 e 343 e Tabella E).
  A fronte di un definanziamento pari a 20 milioni di euro, relativamente agli anni 2017-2018, per le spese di partecipazione italiana ai programmi dell'Agenzia spaziale europea e per i programmi spaziali nazionali di rilevanza strategica, si prevede un significativo rifinanziamento degli interventi per lo sviluppo e la competitività delle industrie operanti nel settore aeronautico pari a 25 milioni di euro per il 2018 e a 700 milioni di euro per il periodo 2019-2032. Tale finanziamento è destinato all'elaborazione di programmi, studi e ricerche, progettazioni e investimenti per l'industrializzazione ad eccezione delle attività di produzione in serie e commercializzazione (Tab. E).
  Sul piano fiscale, l'intervento di maggior rilievo è costituito dall'eliminazione degli aumenti di imposta e riduzione delle agevolazioni fiscali, vale a dire le cosiddette clausole di salvaguardia, che dovevano scattare dal 2016 (con un impatto di circa 16,8 miliardi per tale anno) (commi 4-6).
  Di rilievo, quanto alla riduzione del carico fiscale che ne consegue (circa 4,5 miliardi annui), è poi l'intervento sulla fiscalità immobiliare, con l'esenzione IMU sui terreni agricoli e sui cosiddetti macchinari imbullonati, nonché l'esenzione TASI per la prima casa (commi 8-30).
  Nel corso dell'esame al Senato sono state introdotte le seguenti, ulteriori disposizioni:
   l'esenzione IMU per gli immobili concessi in comodato d'uso a parenti in linea retta di primo grado (genitori o figli), e a parenti disabili entro il secondo grado, in linea retta o collaterale (comma 8, lettera a));
   il principio di sostituzione imposte immobiliari / IRPEF anche con riferimento alle imposte immobiliari istituite dalle province autonome, con efficacia dal 2014 (comma 10);
   l'esenzione dall'IMU per le unità immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa destinate a studenti universitari soci assegnatari, anche in deroga al requisito della residenza anagrafica (comma 13);
   introduzione di una riduzione del 25 per cento dell'IMU e della TASI dovute sulle unità immobiliari locate a canone concordato (commi 28 e 29);
   possibilità di usufruire dell'imposta di registro con aliquota agevolata al 2 per cento, prevista per l'acquisto dell'abitazione principale, anche a chi al momento del rogito possiede già un immobile, purché lo alieni entro un anno dalla data dell'atto (comma 30);
   estensione delle agevolazioni fiscali previste per gli Istituti autonomi case popolari, comunque denominati (e loro consorzi), anche agli enti aventi le stesse finalità sociali degli IACP, purché costituiti e operanti al 31 dicembre 2013 e siano stati istituiti nella forma di società che rispondono ai requisiti della legislazione comunitaria in materia di in house providing (commi 44 e 45).

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  Limitatamente all'anno 2016, si blocca la possibilità di deliberare aumenti dei tributi e delle addizionali regionali e comunali (comma 23). È istituita una nuova aliquota ridotta dell'IVA, al 5 per cento, cui sono assoggettate le prestazioni socio-sanitarie ed educative rese da cooperative sociali e loro consorzi (commi 545-547, inseriti dal Senato).
  Tra le altre norme rilevanti si ricordano:
   la riduzione dell'aliquota Ires, prevedendo una progressiva diminuzione dell'aliquota dal 27,5 al 24 per cento, a regime dal 2017. Si prevede inoltre una riduzione dell'aliquota della ritenuta (operata a titolo di imposta) sugli utili corrisposti alle società e agli enti soggetti ad un'imposta sul reddito delle società. L'efficacia delle misure viene subordinata al riconoscimento, in sede europea, dei margini di flessibilità di bilancio correlati all'emergenza immigrazione (commi 33-37);
   il bonus del 140 per cento sugli ammortamenti fiscali connessi agli investimenti in macchinari ed attrezzature effettuati dal 15 ottobre 2015 al 31 dicembre 2016 (commi 46-52);
   il miglioramento del regime forfetario per i lavoratori autonomi, mediante un aumento delle soglie dei ricavi per accedere al regime e l'estensione a cinque anni dell'aliquota forfetaria al 5 per cento (anziché al 15), nonché la modifica del calcolo per la contribuzione dovuta a fini previdenziali (commi 53-55);
   il regime agevolato per cessioni e assegnazioni di beni ai soci e l'aumento degli importi deducibili dall'IRAP in favore di alcuni soggetti di minori dimensioni (commi 56-61); si dispone l'applicazione opzionale per gli imprenditori individuali di un'imposta sostitutiva di IRPEF e IRAP, con aliquota dell'8 per cento, sugli immobili strumentali posseduti alla data del 31 ottobre 2015 (comma 62, introdotto dal Senato);
   la proroga al 31 dicembre 2016 delle detrazioni Irpef per interventi di riqualificazione energetica (estese anche agli IACP) e per le ristrutturazioni degli edifici. Le giovani coppie, anche di fatto, che hanno acquistato un immobile da adibire ad abitazione principale possono usufruire di una detrazione fiscale del 50 per cento per le spese sostenute per l'acquisto di mobili nel 2016 fino a 16.000 euro (commi 41-43);
   la proroga dei termini per la rivalutazione di quote e terreni da parte delle persone fisiche, con raddoppio dell'aliquota della relativa imposta sostitutiva; per i soggetti IRES si riapre la possibilità di rivalutare i beni d'impresa e le partecipazioni (commi 500-510);
   l'elevazione da mille a tremila euro del limite a partire dal quale è vietato il trasferimento di denaro contante o di libretti di deposito bancari o postali al portatore e l'eliminazione dell'obbligo di pagare i canoni di locazione di unità abitative in forme e modalità che escludano l'uso del contante e ne assicurino la tracciabilità. Per effetto delle modifiche al Senato, per il servizio di rimessa (money transfer) la predetta soglia è fissata in mille euro (commi 511-514).

  Ulteriori agevolazioni fiscali riguardano il settore della cultura (art-bonus) e dello spettacolo (tax credit cinema) (commi 172-173 e 178-180). Si istituisce un Fondo sperimentale per il contrasto della povertà educativa alimentato da versamenti effettuati dalle fondazioni bancarie, cui viene riconosciuto un credito d'imposta, pari al 75 per cento di quanto versato (commi 213-216). Un ulteriore credito di imposta è previsto in relazione alla concessione di finanziamenti agevolati ai soggetti privati e alle attività economiche e produttive danneggiati da eventi calamitosi (230-236). Si estende l'aliquota IVA al 4 per cento, già prevista per gli e-book, a giornali, notiziari e periodici online (comma 368).
  Si segnala, infine che il Senato ha soppresso il comma 11 dell'articolo 47 che ripristinava l'aliquota ridotta al 10 per cento per le cessioni di pellet (combustibile Pag. 164ricavato da segatura), innalzata al 22 per cento dal comma 711 della legge di stabilità 2015.
  Con riguardo al settore della giustizia, il disegno di legge interviene su diversi aspetti, alcuni dei quali di interesse per la Commissione Attività produttive:
   la valorizzazione dei beni, anche aziendali, sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, tramite il rafforzamento delle competenze dei dipendenti dell'Agenzia nazionale per i beni sequestrati e l'utilizzo delle risorse dei programmi attuativi dei fondi strutturali europei (articolo 1, co. 96-98);
   l'istituzione di un Fondo, dotato di 10 milioni di euro annui per il triennio 2016-2018, volto a garantire l'accesso al credito e la continuità produttiva delle aziende sequestrate e confiscate nell'ambito di procedimenti penali o di prevenzione (articolo 1, co. 99-102).

  Ritiene opportuno segnalare, pur se non direttamente riconducibili alle competenze della X Commissione, i commi 71-79, che fissano la misura del canone RAI per il 2016 in 100 euro rispetto ai 113,50 dovuti per il 2015; si introduce una nuova presunzione di possesso dell'apparecchio televisivo, ai fini dell'accertamento di situazioni di evasione del pagamento del canone: la presenza di un contratto di fornitura dell'energia elettrica, nella cui fattura sarà addebitato il canone, suddiviso in 10 rate; gli eventuali maggiori introiti saranno destinati, prioritariamente, all'ampliamento della platea di abbonati esenti dal pagamento del canone, elevando il limite reddituale da 6.713,98 a 8.000 euro.
  Per quanto riguarda le politiche nel settore dell'energia si segnalano, in sintesi, le seguenti misure. Si opera la trasformazione in ente pubblico economico della Cassa conguaglio per il settore elettrico, con una dotazione iniziale di cento milioni di euro (articolo 1, comma 382).
  Nel corso dell'esame al Senato è stato istituito, presso Terna Spa, un Fondo a garanzia degli impegni assunti per il finanziamento di ciascun interconnector (ossia di ciascuna linea di trasmissione di energia elettrica che attraversa o si estende oltre una frontiera tra Stati membri e che collega i sistemi nazionali di trasmissione degli Stati membri). Le somme versate nel Fondo di garanzia non possono essere distratte dalla destinazione prevista. Il Fondo è finanziato soggetti aggiudicatari ovvero cessionari della potenza assegnata che abbiano assunto l'impegno con Terna Spa di finanziamento degli interconnector. Si prevedono anche alcune modifiche relative alle modalità e ai tempi di realizzazione degli interventi (articolo 1, commi 483-488).
  Per quanto concerne il settore imprenditoriale marittimo segnalo, altresì, il comma 194 che rende permanente l'equiparazione, alle strutture ricettive all'aria aperta, delle strutture organizzate per la sosta e il pernottamento di turisti all'interno delle proprie unità da diporto, ormeggiate nello specchio acqueo appositamente attrezzato (c.d. marina resort). L'equiparazione comporta l'applicazione dell'aliquota IVA ridotta. Il comma 194 novella l'articolo 32, comma 1, del decreto-legge n. 133 del 2014 che equipara, per un periodo di tempo limitato, alle strutture ricettive all'aria aperta le strutture organizzate per la sosta e il pernottamento di turisti all'interno delle proprie unità da diporto, ormeggiate nello specchio acqueo appositamente attrezzato (c.d. marina resort). All'attuazione di quanto disposto dal citato articolo 32, ha provveduto il decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 3 ottobre 2014. La novella rende permanente l'equiparazione.
  Il comma 366 sopprime il contributo ventennale di 5 milioni di euro a decorrere dall'esercizio 2014 per gli investimenti delle imprese marittime per il rinnovo e l'ammodernamento della flotta. Il contributo è previsto dal secondo periodo del comma 38 dell'articolo unico della legge di stabilità 2014 (n. 147/2013) il quale a sua volta richiama la tipologia degli interventi previsti dall'articolo 3 della legge n. 88/Pag. 1652001 (vale a dire gli investimenti delle imprese marittime per il rinnovo e l'ammodernamento della flotta).
  La Commissione europea ha qualificato il contributo in questione come aiuto di Stato illegittimo ai sensi del regime degli aiuti di Stato alla costruzione navale n. 2011/C364/06.
  Il disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2016 e il bilancio pluriennale per il triennio 2016-2018 (C. 3445) è predisposto sulla base del criterio della legislazione vigente, ai sensi dell'articolo 21, comma 1, della legge di contabilità pubblica (legge n. 196/2009) e delle indicazioni fornite con la circolare del Ministero dell'economia e delle finanze n. 19 del 7 maggio 2015, ed è impostato secondo la struttura contabile per missioni e programmi.
  Ai sensi dell'articolo 21, le previsioni di entrata e di spesa contenute nel bilancio sono formate sulla base della legislazione vigente, tenuto conto dei parametri economici utilizzati nel Documento di economia e finanza (DEF); le previsioni sono esposte in termini di competenza e di cassa.
  Nel disegno di legge di bilancio per il 2016 è presente, in allegato a ciascuno stato di previsione della spesa, un «Prospetto delle autorizzazioni di spesa per programmi», che espone le autorizzazioni di spesa di ciascun Ministero che sono state rimodulate dal disegno di legge di bilancio. Si segnala che lo stato di previsione della spesa del MiSE è privo di tale Allegato.
  Le parti del disegno di legge di bilancio 2016 di interesse della X Commissione riguardano prevalentemente lo stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico (Tabella 3), ma occorre considerare anche altri tre Ministeri nei cui stati di previsione sono ricompresi programmi di interesse della Commissione: il Ministero dell'economia e delle finanze (Tabella 2), il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (Tabella 7) e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (Tabella 13).
  Lo stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico (C. 3445 – Tab. 3) si articola in 8 missioni e 18 programmi, ai quali sono complessivamente riconducibili circa 120 obiettivi da conseguire (in luogo dei 129 obiettivi risultanti a rendiconto 2014). Di questi obiettivi, solo 19 obiettivi sono esplicitamente indicati come strategici.
  Il cosiddetto Piano degli obiettivi del Ministero è riportato nella Sezione I della Nota integrativa al disegno di legge di bilancio, in una apposita Tabella (vedi pagine 12-18 dell'atto S. 2112 – Tab. 3), in cui sono indicati, per il triennio 2016-2018, le risorse attribuite ai predetti obiettivi iscritti in ciascuna missione e in ciascun programma, facenti capo ai diversi Centri di responsabilità amministrativa. Sono inoltre riportate le singole schede obiettivo che rendono conto della natura dell'obiettivo stesso – se strategico o meno – e dei corrispondenti indicatori di risultato.
  Si rammenta che tali indicatori – previsti dagli articolo 21, 35 e 39 della legge di contabilità n. 196 del 2009 – costituiscono lo strumento di misurazione del grado di raggiungimento degli obiettivi del Piano, necessari sia per la trasparenza che per la valutazione delle politiche di bilancio di ciascuna amministrazione.
  Nella parte preliminare della Nota integrativa del disegno di legge di bilancio relativa allo stato di previsione del MiSE, ad illustrazione del Piano degli obiettivi, si sottolinea che le attività prioritarie di politica industriale riguarderanno la promozione della competitività, attraverso la definizione di policy nell'ambito di macro aree ritenute strategiche: Bioeconomie ed Economia circolare, Farmaceutica, Industrie culturali e creative, Space economy, industrie energivore e il tema delle linee di sviluppo secondo quanto indicato dal sistema Industry 4.0. Proseguirà il monitoraggio e la promozione dell'ecosistema delle start up e delle PMI innovative, la gestione delle crisi industriali per il rilancio dei territori in difficoltà e la salvaguardia dei livelli occupazionali, la vigilanza sul sistema cooperativo per la verifica Pag. 166di condizioni anticoncorrenziali ed alla prevenzione del rischio di insolvenza. La Nota sottolinea altresì l'avvio della semplificazione amministrativa per le imprese, sulla base della delega di cui all'articolo 10 della legge n.124 del 2015, di riforma della PA, il riassetto e la razionalizzazione organizzativa delle Camere di commercio.
  Per quanto riguarda gli incentivi alle imprese, la Nota afferma che il Ministero ha, nel contesto di generale di contrazione delle disponibilità finanziarie, operato una maggiore focalizzazione degli interventi per contrastare i fattori di debolezza. I tre obiettivi ritenuti prioritari per il prossimo triennio sono pertanto individuati nel sostegno agli investimenti fissi e la facilitazione dell'accesso al credito (Nuova Sabatini e Fondo di Garanzia), il sostegno alla ricerca, sviluppo e innovazione (Fondo crescita sostenibile) ed il riequilibrio economico territoriale (Contratti di Sviluppo e Zone Franche Urbane). Delle risorse finanziarie iscritte a bilancio a legislazione vigente (BLV) 2016-2018 relative agli interventi in questione si darà conto nel successivo paragrafo relativo alle Missioni e programmi dello Stato di previsione del MiSE. La Nota richiama infine l'impegno a crescere in maniera sostenibile dal punto di vista economico e ambientale, per raggiungere gli obiettivi della Strategia Energetica Nazionale, lo sviluppo del settore comunicazioni elettroniche e di quello della radiodiffusione con il potenziamento infrastrutturale della banda larga, e la promozione dell'innovazione tecnologica nel settore con le reti ad alta velocità e di nuova generazione (banda ultralarga).
  Il Piano degli obiettivi per Missione e programma costituisce la base per l'adozione da parte dello stesso Ministero del cosiddetto Piano della performance ai sensi dell'articolo 10 del decreto legislativo n. 150/2009. Nel Piano 2015-2017, il Ministero rileva che l'attuazione del ciclo di gestione della performance ha incontrato talune fisiologiche difficoltà, collegate alla dimensione e alla complessità del Ministero e alla revisione del suo assetto organizzativo (con relativa ricollocazione delle risorse finanziarie dello stesso, si pensi, da ultimo, la fuoriuscita del Dipartimento delle politiche di coesione). Ciò ha determinato la necessità di un adeguamento continuo ai nuovi scenari di scelte e strategie, impedendo una programmazione di ampio respiro. Ulteriori difficoltà – secondo il MiSE – discendono dal Sistema di misurazione e valutazione della performance, non più adatto alla nuova organizzazione e farraginoso in diversi passaggi. Il Ministero comunque ritiene che già dalla prossima annualità si possano ottenere significativi progressi nel successivo triennio 2016-2018.
  Si ricorda infine che, nella Sezione II della Nota integrativa sono riportate le schede illustrative dei programmi – che, come detto, rappresentano le unità di voto parlamentare – in cui si dà conto delle attività sottostanti i programmi stessi e degli stanziamenti ad essi afferenti, ripartiti tra le diverse categorie economiche di spesa, con specifica indicazione delle spese rimodulabili o non rimodulabili del programma medesimo.
  Il disegno di legge di bilancio per il 2016 (S. 2112), cioè il bilancio a legislazione vigente presentato dal Governo prevedeva, per lo stato di previsione della spesa del MiSE (Tab. 3 del disegno di legge di bilancio) per l'anno 2016, una dotazione complessiva di competenza di 4.403,4 milioni di euro. In tale importo, vengono incluse le somme relative al rimborso delle passività finanziarie, pari nel 2016 a 259,6 milioni di euro. Al netto del rimborso delle passività finanziarie, le spese finali del MiSE erano pari nel 2016 a 4.143,8 milioni di euro, in riduzione del 7,6 per cento rispetto alle previsioni assestate 2015. L'incidenza della spesa finale del MISE rispetto al totale delle spese finali dello Stato si mantiene, dunque, a BLV 2016 intorno allo 0,7 per cento, allo stesso livello che nel 2015. Per gli anni successivi al 2016, la spesa finale del Ministero conferma un profilo tendenziale inferiore. Per quanto attiene agli stanziamenti finali di cassa, il BLV per il 2016 reca previsioni di pagamento pari a 4.259,0 milioni di euro per il 2016.Pag. 167
  Per gli anni successivi al 2016, esse sono pari a 3529,5 milioni per il 2017 e a 3.040 milioni per il 2018.
  Con l'approvazione da parte del Senato del disegno di legge di stabilità 2016, il Governo ha presentato la I Nota di variazioni al bilancio (C. 3445-bis), con la quale vengono scontati nel disegno di legge di bilancio gli effetti contabili determinati dal disegno di legge di stabilità, come approvato in prima lettura al Senato. Si consideri, al riguardo, che il disegno di legge di stabilità 2016 reca un serie di norme che incidono sugli stanziamenti a legislazione vigente del Ministero. In particolare, dispone, all'articolo 1, comma 333, a decorrere dall'anno 2016, una riduzione degli stanziamenti di competenza e di cassa dei Ministeri, nella misura indicata per ciascun Ministero, dall'elenco 2 del disegno di legge medesimo. Tali importi in riduzione sono pari a 8,4 milioni di euro per il 2016, a 31,5 milioni per il 2017 e a 31,9 milioni per il 2018 (nessuna riduzione attiene al fattore legislativo). Il disegno di legge di stabilità interviene in più punti sulle dotazioni iscritte nei programmi di spesa del Ministero e, in particolare, sulle spese per investimenti a favore delle imprese (con un sostanziale rifinanziamento delle imprese del settore aeronautico) e sui trasferimenti correnti agli enti vigilati dal MiSE.
  Inclusi gli effetti della I Nota di variazioni, le spese complessive in conto competenza ammontano per il 2016 a 4.778,1 milioni di euro per il 2016. Al netto del rimborso delle passività finanziarie (che rimangono invariate rispetto a quanto indicato nel disegno di legge di bilancio originario A.S. 2112), le spese finali del MiSE ammontano a 4.518,5 milioni di euro per il 2016, e assorbono lo 0,8 per cento delle spese finali iscritte a bilancio dello Stato.
  Nel 2016, le spese finali del MiSE risultano in aumento del 5,6 per cento rispetto a quelle a legge di bilancio 2015 e in aumento dello 0,8 per cento rispetto alle previsioni assestate 2015.
  Per gli anni successivi, si conferma un profilo discendente delle spese finali, che si attestano, per il 2017, a 3.870,9 milioni di euro e per il 2018 a 3.429,1 milioni di euro. Per il 2016 le previsioni di pagamento sono pari a 4.633,7 milioni di euro.
  Dal punto di vista dell'analisi delle spese per categorie economiche, il Ministero dello sviluppo economico (MiSE) per l'anno 2016, recava, nel disegno di legge originario (S. 2112), dunque a legislazione vigente, spese finali per 4.143,8 milioni di euro per il 2016, con una netta prevalenza delle spese in conto capitale, l'87 per cento delle spese finali del Ministero. Alle spese correnti erano destinati 537,4 milioni di euro nel 2016. La rilevanza percentuale di queste ultime nelle previsioni per il 2016 risultava pari al 13 per cento delle spese finali del Ministero.
  Per il 2016, le spese correnti assorbono il 13 per cento della spesa finale del Ministero, e ammontano a 585,6 milioni di euro, in riduzione rispetto all'assestato 2015 (-17 per cento).
  Per gli anni successivi, le spese correnti diminuiscono e ammontano a 517,8 milioni per il 2017 e a 499,3 milioni per il 2018.
  Mentre, le spese in conto capitale – che costituiscono nel 2016 l'87 per cento della spesa finale del MiSE – ammontano a 3.933 milioni di euro, aumentano di circa il 4 per cento circa rispetto alle previsioni assestate 2015. Per la quasi totalità, le spese in conto capitale sono contributi agli investimenti.
  Per gli anni successivi, le spese in conto capitale assumono un profilo discendente, e ammontano a 3.353 milioni di euro nel 2017 e a 2.929,8 milioni nel 2018.
  Per gli anni successivi, le spese finali del MiSE diminuiscono considerevolmente e ammontano a 3.871 milioni nel 2017 e a 3.429 milioni nel 2018. Mentre, le spese complessive del MiSE sono pari a 4.140,7 milioni per il 2017 e a 3.709,6 milioni per il 2018.
  Nel complesso, le spese finali del Ministero, in conto competenza, sono pari nel 2016 a 4.518,5 miliardi di euro nel 2016. Il rimborso delle passività finanziarie, che rimangono invariate, rispetto al disegno di legge originario, ammonta a Pag. 168259,6 milioni di euro. Le previsioni di spesa complessive, in conto competenza, sono pertanto pari a 4,778,1 milioni di euro per il 2016. Per gli anni successivi, le spese finali del MiSE diminuiscono considerevolmente e ammontano a 3.871 milioni nel 2017 e a 3.429 milioni nel 2018.
  Mentre, le spese complessive del MISE sono pari a 4.140,7 milioni per il 2017 e a 3.709,6 milioni per il 2018.
  Dal punto di vista dell'analisi delle spese per missioni e programmi, come già accennato, la spesa in conto capitale del Ministero è quasi del tutto utilizzata per contributi agli investimenti ad imprese allocati, per la gran parte, nella missione 1 competitività e sviluppo delle imprese e, in particolare, nel programma 1.1 promozione e attuazione delle politiche di sviluppo e nel programma 1.3 Incentivazione al sistema produttivo.
  La maggior parte dei contributi agli investimenti alle imprese iscritti nel Programma 1.1 (11.1) nello stato di previsione del MiSE è destinato alle imprese del settore aeronautico.
  Il disegno di legge di stabilità 2016 (C. 3444), come approvato in prima lettura al Senato, incide sugli stanziamenti a legislazione vigente del Ministero e, in particolare, sul programma 1.1, che contiene gli stanziamenti relativi all'industria aeronautica, appostando nella sostanza ulteriori risorse.
  La Missione 1 competitività e sviluppo delle imprese (che assume la numerazione 11 nel quadro generale del bilancio dello Stato essendo anche condivisa con il Ministero dell'economia e finanze) e, in particolare, il programma di spesa 1.1 promozione e attuazione delle politiche di sviluppo e il programma 1.3 sono gli ambiti su cui si concentra la gran parte della spesa del MiSE.
  Gli stanziamenti in conto competenza iscritti a legislazione vigente per il 2016 (S. 2112) sulla missione 1 – erano pari a complessivi 3.761,4 milioni per il 2016, che, al netto delle somme per il rimborso per le passività finanziarie del Ministero iscritte sulla medesima Missione (259,6 milioni) divenivano circa 3.501,9 milioni di euro per il 2016 – risultano circa l'84,5 per cento della spesa finale del Ministero. Ulteriori stanziamenti per investimenti sono contenuti nel Programma 1.3 (11) e sono per la gran parte relativi al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese (cap. 7342/pg.20 rimodulabile che espone uno stanziamento a BLV per il solo 2016 di 704 milioni di euro circa), non modificato con l'approvazione della I Nota di variazioni.
  La legge di stabilità 2016 incide dunque sugli stanziamenti a legislazione vigente 2016-2018 della Missione 1, la quale, con l'approvazione della I Nota di variazioni al bilancio (C. 3445-bis), espone, in particolare per il 2016, spese complessive per 4.095,3 milioni di euro, che, al netto del rimborso delle passività finanziarie, divengono 3.835,7 milioni di euro, circa l'84,9 per cento della spesa finale del Ministero. In particolare, il disegno di legge di stabilità incide sui contributi per investimenti contenuti nel programma 1.1, in special modo quelli relativi alle imprese del settore aeronautico e alle unità navali FREMM.
  La dotazione di competenza del programma 1.1, pari a legislazione vigente a 2.762,8 milioni di euro per il 2016, con l'approvazione della I Nota passa a 3.096,7 milioni di euro per lo stesso anno, aumentando rispetto alle previsioni assestate 2015 di circa il 9,5 per cento.
  Nella Missione 4 (16), commercio internazionale ed internazionalizzazione del sistema produttivo si segnala il programma 4.2 «Sostegno all'internazionalizzazione delle imprese e promozione del made in Italy», il quale espone a BLV una dotazione di competenza di 163,6 milioni per il 2016, la quale, con la I Nota di variazioni approvata al Senato, diviene 211,2 milioni per lo stesso anno.
  Infine, nella Missione 5 (10) «Energia e diversificazione delle fonti energetiche» il principale programma di spesa è il Programma 5.7 (10.7) «Regolamentazione del settore elettrico, nucleare, delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica, ricerca per lo sviluppo sostenibile», il quale al suo interno vede iscritti, per circa l'88 Pag. 169per cento, contributi agli investimenti interamente allocati sul cap. 7630 contributi all'Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente (Enea), che a BLV espone uno stanziamento di 144,2 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2016-2018.Come afferma la relazione generale al disegno di legge di bilancio, il capitolo in questione finanzia spese di natura obbligatoria, ma anche spese di funzionamento dell'Enea. Tale ultima quota parte dello stanziamento complessivo iscritto sul capitolo viene determinata annualmente dalla tabella C della legge di stabilità.
  Per quanto riguarda gli altri Ministeri di interesse della Commissione Attività produttive, come si è anticipato, la gestione della Missione 28 «Sviluppo e riequilibrio territoriale», prima iscritta nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, dal 2015 è iscritta nello stato di previsione del Ministero dell'economia e finanze. La Missione è costituita da un solo programma «Sostegno alle politiche per lo sviluppo e la coesione economica» (28.4). Le risorse del programma sono tutte iscritte sul Fondo per lo sviluppo e la coesione (cap. 8000), con una dotazione di competenza a legislazione vigente di 2.580,2 milioni di euro per il 2016, di 2.476,7 milioni di euro per il 2017 e di 2.161 milioni di euro per il 2018.
  La Tabella E del disegno di legge di stabilità (su cui il cap. 8000/MEF è esposto) interviene operando rimodulazioni alle relative autorizzazioni di spesa che hanno stanziato risorse a favore del Fondo. L'effetto complessivo di tali rimodulazioni fa sì che vengano anticipati nel triennio 2016-2018 importi invece iscritti a legislazione vigente per gli anni 2019 e successivi (si tratta di 619,8 milioni di euro per il 2016, di 923 milioni per il 2017 e di 1.338 milioni per il 2018). Il capitolo 8000, dopo l'approvazione della I Nota di variazioni, espone dunque uno stanziamento di 3.200 milioni per il 2016, di 3.400 milioni per il 2017 e di 3.500 milioni per il 2018. Inoltre, la Missione Competitività e sviluppo delle imprese (11) condivisa come già accennato tra MiSE e MEF, vede all'interno dello stato di previsione del Ministro dell'economia, due programmi (interamente gestiti dal MEF). Si tratta del Programma Incentivi alle imprese per interventi di sostegno (11.8) e del Programma Interventi di sostegno per tramite del sistema della fiscalità.
  Nel programma Incentivi alle imprese per interventi di sostegno (11.8) si segnala il capitolo 1900 relativo ai Contributi in conto interessi da corrispondere alla Cassa depositi e prestiti per il finanziamento degli interessi a carico del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese, istituito in applicazione delle disposizioni della legge n. 311/2004, articolo 1, commi 354 e seguenti. Il capitolo 1900, dopo l'approvazione della I Nota di variazioni, espone dunque uno stanziamento di 70 milioni per il 2016 e di 100 milioni per ciascun anno del biennio 2017 e 2018.
  Nell'ambito della Missione Ricerca e innovazione, Programma Ricerca di base e applicata (17.15), il capitolo 7380 è relativo alle somme da assegnare per la valorizzazione dell'Istituto Italiano di Tecnologia, ed è dotato a BLV di 98,6 milioni per ciascun anno del triennio 2016-2018 (previsioni annuali invariate rispetto all'esercizio 2015).
  Nella Missione Politiche economico-finanziarie e di bilancio (29), Programma Regolazioni contabili, restituzioni e rimborsi d'imposte (29.5) il capitolo 3822 è relativo alle somme occorrenti per la compensazione a favore delle regioni degli oneri derivanti dalla fruizione di tariffe agevolate di energia elettrica e gas per le famiglie svantaggiate (ai sensi del decreto-legge n. 185/2008, articolo 3, comma 9). Dopo l'approvazione della I Nota di variazioni, tale capitolo espone per il 2016 uno stanziamento di 57,5 milioni per il 2016, di 57,3 milioni per il 2017 e di 56,4 milioni per il 2018.
  Per quanto riguarda gli interventi di competenza del MIUR i capitoli di spesa relativi alla ricerca scientifica e tecnologica, di competenza della X Commissione Attività produttive, sono inseriti nel Programma Ricerca scientifica e tecnologica di base e applicata (17.22) della Missione Pag. 170Ricerca e Innovazione (missione 17). Si segnalano in particolare i seguenti stanziamenti:
   il capitolo 1678, «Contributo dello Stato per la ricerca scientifica», che registra una competenza di 41,8 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2016-2018, senza alcuna variazione rispetto all'esercizio finanziario 2015. Una parte di questo stanziamento (iscritta nel piano gestionale 1 del cap.1678) riguarda il contributo dello Stato alle spese di gestione del Programma nazionale di ricerche aerospaziali (PRORA), istituito in applicazione della legge n. 46/1991 e successivamente rifinanziato dall'articolo 2, comma 232 della legge finanziaria 2008 (legge n. 244/2007). Il disegno di legge di stabilità 2016 incide sullo stanziamento (Tabella D), il quale, a seguito della I Nota di variazioni, il capitolo espone una dotazione di 37,8 milioni per ciascun anno del biennio 2016-2017 e di 37,2 milioni per il 2018;
   il capitolo 7236, relativo al Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca, la cui dotazione di competenza risulta di 1.714,9 miliardi nel 2016 (solo lievemente inferiore rispetto alle previsioni 2015, che anche in assestamento, sono pari a 1721,3 miliardi di euro). Con la I Nota di variazioni, per il 2016, il capitolo presenta uno stanziamento di 1.703,3 milioni di euro, per il 2017 di 1.702 milioni e per il 2018 di 1690 milioni di euro;
   il capitolo 7238 che attiene alle spese per la partecipazione italiana ai programmi dell'Agenzia spaziale europea e per i programmi spaziali nazionali di rilevanza strategica, rifinanziati, da ultimo, dall'articolo 1, comma 175, della legge di stabilità 2015. Il capitolo espone a BLV 2016-2018 uno stanziamento di 90 milioni per il 2016, che si mantiene tale anche con la prima Nota di variazioni. Per gli anni successivi, lo stanziamento diventa pari a 180 milioni per il 2017 e a 180 milioni per il 2018.

  Con riferimento, infine, agli interventi di competenza del MIBACT, ricordo che come conseguenza dell'approvazione della legge 24 giugno 2013, n. 71, con la quale, all'articolo 1, comma 2, le competenze in materia di turismo della Presidenza del Consiglio dei Ministri sono state attribuite al Ministero per i beni e le attività culturali, la missione 31 «Turismo» e il collegato programma «Sviluppo e competitività del turismo» sono stati trasferiti dal Ministero dell'economia e delle finanze al predetto Ministero che assume la denominazione di Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
  La missione 31 «Turismo» è rappresentata dall'unico programma «Sviluppo e competitività del turismo» (31.1). Si segnala, in particolare, che tale programma di spesa, dopo l'approvazione della I Nota di variazioni al Senato, presenta uno stanziamento di circa 40 milioni per il 2016, di 39,9 milioni per il 2017 e di 36,8 milioni per il 2018.

  Davide CRIPPA (M5S) lamenta preliminarmente la ristrettezza dei tempi con cui la Commissione è costretta a esaminare i provvedimenti di bilancio.
  Manifesta preoccupazione per le disposizioni relative ai commi 483-488 recanti disposizioni relative a un Fondo di garanzie per le infrastrutture Terna. Ricorda che la sottosegretaria Vicari, nella risposta alla sua interrogazione n. 5-05670 svolta in Commissione lo scorso 22 ottobre, rispose che le garanzie fideiussorie presentate dai soggetti erano ampiamente soddisfacenti rispetto ai parametri richiesti dal Ministero dello sviluppo economico. Chiede di comprendere per quali motivi il testo in esame preveda un fondo di garanzia con un prelievo di mille euro a megawattora riferito ai soggetti energivori che partecipano alla costruzione di interconnector privati. Chiede se ciò significhi la cessazione di garanzie fideiussorie, come si alimenti il Fondo previsto dai commi 483 e seguenti e quale sia la coerenza delle disposizioni in esame con quelle recate dall'articolo 32 della legge n. 99 del 2009. Chiede inoltre di chiarire se l'esenzione prevista continuerà a pesare sulle tasche dei cittadini imponendo un Pag. 171elevatissimo costo dell'energia. Al riguardo, propone di chiedere all'Autorità per l'energia elettrica e il gas, pur nella consapevolezza della ristrettezza dei tempi a disposizione, un parere su tre questioni fondamentali affrontate nel disegno di legge di stabilità. La prima riguarda la questione richiamata sulle strutture di interconnessione; la seconda è relativa alla trasformazione della Cassa conguaglio per il settore elettrico in ente di diritto pubblico; l'ultima attiene alla previsione del pagamento del canone RAI rateizzato nella bolletta elettrica. Riterrebbe molto utile per la Commissione, prima di procedere alla deliberazione delle relazioni per la Commissione Bilancio, acquisire il parere dell'Autorità sulle questioni sopra richiamate.

  Ignazio ABRIGNANI, presidente, ritiene che non sia ragionevolmente possibile che l'AEEGSI possa esprimere un parere in meno di 24 ore.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.55.

RISOLUZIONI

  Martedì 24 novembre 2015. — Presidenza del vicepresidente Ignazio ABRIGNANI.

  La seduta comincia alle 14.55.

7-00840 Martella: Prospettive della filiera chimica italiana.
(Discussione e rinvio).

  Andrea MARTELLA (PD) illustra la risoluzione a sua prima firma, sottolineando preliminarmente che già da tempo il proprio gruppo ha segnalato l'opportunità di svolgere un'audizione dell'amministratore delegato di ENI, Claudio Descalzi, per affrontare la questione delle sorti della Versalis, la maggiore società chimica italiana, e più in generale del rilancio del settore della chimica in Italia. Sottolinea che sorprendentemente ENI non ha manifestato alcuna disponibilità allo svolgimento dell'audizione parlamentare più volte sollecitata. Per tali ragioni, il proprio gruppo si è determinato a presentare l'atto di indirizzo in titolo volto ad affrontare tali urgenti problematiche della chimica italiana.
  Sottolinea come l'Italia rappresenti il terzo produttore chimico europeo, dopo Germania e Francia, e il decimo a livello mondiale. Sul territorio nazionale operano circa 2.800 imprese chimiche – il cui valore in termini di produzione ammonta a circa 52 miliardi di euro – che occupano direttamente 109 mila unità, arrivando ad impiegare circa 350 mila lavoratori con l'indotto e le attività collegate. L'industria chimica continua ad essere uno dei settori trainanti a livello mondiale e, nonostante la crisi, il consumo mondiale di prodotti chimici continua ad aumentare a ritmi intensi (+2,9 per cento nel periodo 2000-2014). Si tratta di un dato importante che deve essere inquadrato anche nel momento attuale in cui si vedono alcuni significativi segnali di ripresa.
  Osserva che la crescita della domanda di chimica, sul piano globale, proseguirà su due versanti principali: i consumi dei Paesi emergenti e la spinta verso lo sviluppo sostenibile nei Paesi avanzati. Si tratta di un settore dinamico e competitivo in cui operano gruppi industriali medio-grandi spesso non conosciuti al pubblico ma leader nei segmenti specialistici, dalla grande rilevanza nell'ambito della ricerca e della ricerca applicata, basti pensare alla sua declinazione farmaceutica.
  Il 2015 ha segnato un incremento della produzione nel settore con un aumento dell'1,3 per cento sostenuto non solo dall’export (+3,5 per cento), ma finalmente anche dalla domanda interna (+1,4 per cento) dopo quattro anni di calo. L'auspicio è che gli eventi internazionali non gelino questi germogli di ripresa ed è anche per questo che diventa fondamentale che il Governo, nell'ambito delle misure Pag. 172di politica industriale, dedichi la dovuta attenzione a questo strategico segmento produttivo.
  Osserva che uno scenario di basse quotazioni del petrolio (anche al di sotto dei 60 dollari) costituisce un sollievo per i margini, dopo anni di forte sofferenza, e ridimensiona la competitività delle produzioni extra-europee (alimentate ad etano, derivato del gas naturale) rispetto a quelle europee (alimentate a virgin nafta, derivato del petrolio). Ritiene debba essere chiarito il ruolo ENI sul futuro della chimica italiana, soprattutto a seguito delle linee di riorganizzazione delineate a fine ottobre 2015 dal nuovo management del gruppo e, in particolare, dall'amministratore delegato Descalzi, secondo le quali Eni sarebbe alla ricerca di partner per cedere quote di Versalis. Aggiunge che il dottor Descalzi è tornato sull'argomento in più occasioni, accennando anche ad un interesse di alcuni Fondi internazionali per le attività ENI nel settore chimico. Al tempo stesso, in base a dichiarazioni ufficiali, ENI ha assicurato di voler mantenere una quota di garanzia all'interno di Versalis, garantendo dunque non si procederebbe ad una cessione totale delle attività nel settore.
  Sottolinea che le organizzazioni sindacali hanno più volte manifestato la loro preoccupazione per un'eventuale dismissione delle attività chimiche da parte di ENI e che si sono registrate astensioni dal lavoro nei siti industriali. Una preoccupazione che riguarda la tenuta della filiera chimica in Italia e il rischio che una ipotesi di cessione di quote che, in una fase caratterizzata dal basso costo del petrolio, può generare appetiti speculativi di natura finanziaria, senza alcuna attenzione ai processi industriali.
  Rileva che Versalis è la più grande società chimica italiana e le preoccupazioni derivano anche dallo stato di attuazione del Piano industriale 2015-2018, che – con investimenti per circa 1,2 miliardi di euro aggiuntivi rispetto agli oltre 400 milioni di euro impegnati a partire dal 2012 – punta allo sviluppo di progetti di chimica verde e delle «specialities». Sul territorio, nei vari siti produttivi, sono stati realizzati accordi di programma con investimenti molto rilevanti soprattutto nell'ambito della chimica verde. È il caso della raffineria di Gela, di Porto Marghera, ma anche nei siti di Ravenna, Mantova, Livorno, Taranto, Priolo, Porto Torres. Queste incertezze hanno suscitato anche la reazione di alcune regioni che, per i siti in questione, hanno chiesto garanzie dal momento che sono coinvolte in processi di riconversione quali, ad esempio, il progetto «Matrica» a Porto Torres.
  Richiama quindi la questione relativa al prosieguo dei processi di bonifica, in particolare con l'attività di Syndial, e le recenti conclusioni della Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti relativamente allo stato di messa in sicurezza ambientale di Marghera, sottolineando come questi processi siano connessi ad investimenti per attrarre nuove attività.
  Sottolinea, quindi, come l'atto di indirizzo muova dalla necessità di fare chiarezza sulle problematiche della filiera chimica, impegnando il Governo a monitorare con attenzione l'evolversi delle vicende aziendali di ENI con la priorità di salvaguardare un settore strategico dal punto di vista industriale e i livelli occupazionali nei vari siti. Si chiede altresì al Governo di attivare ogni strumento di politica industriale utile al rafforzamento della competitività e della sostenibilità della chimica italiana, con particolare riferimento ai nodi del costo dell'energia, dell'efficienza infrastrutturale e logistica, dell'impulso nella ricerca e del sistema formativo. Nella parte dispositiva della risoluzione si chiede, infine, di ripristinare la funzionalità dell'Osservatorio chimico nazionale e delle sue delle sue articolazioni territoriali perché diventi un luogo permanente di confronto sulle dinamiche e le politiche industriali.
  Riterrebbe infine opportuno, prima di procedere alla votazione della risoluzione, procedere ad un breve e selezionato ciclo di audizioni, prevedendo di ascoltare, come già sottolineato, l'amministratore delegato di ENI, dott. Claudio Descalzi, rappresentanti di Confindustria e di Federchimica, Pag. 173le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, nonché e i rappresentanti delle regioni maggiormente coinvolte quali Veneto, Sicilia, Sardegna, Lombardia ed Emilia-Romagna.

  Marco DA VILLA (M5S), nel sottolineare che il proprio gruppo ha da tempo sollecitato l'audizione dell'amministratore delegato di ENI, si associa alle richieste del collega Martella. Si riserva, a conclusione del ciclo di audizioni, di presentare una risoluzione del proprio gruppo sulle vicende della chimica italiana.

  Ignazio ABRIGNANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.05.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.10 alle 15.30.

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