CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 8 ottobre 2015
518.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
Pag. 88

INTERROGAZIONI

  Giovedì 8 ottobre 2015. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. – Interviene la sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali Teresa Bellanova.

  La seduta comincia alle 13.05.

5-06022 Fiano: Accesso di tutti i datori di lavoro che svolgono attività senza fine di lucro all'esonero contributivo di cui all'articolo 1, comma 118, della legge di stabilità 2015.

  La sottosegretaria Teresa BELLANOVA risponde all'interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Emanuele FIANO (PD) ringrazia la sottosegretaria e si dichiara soddisfatto della risposta alla sua interrogazione. Auspica che la circolare dell'INPS, attualmente in fase di emanazione, come affermato dalla sottosegretaria Bellanova, sia al più presto pubblicata allo scopo di rendere effettiva la fruizione degli esoneri contributivi per tutti i datori di lavoro che svolgono attività senza fini di lucro.

5-06416 Tripiedi: Tutela occupazionale dei lavoratori in mobilità della società Adare Pharmaceuticals S.r.l.

  La sottosegretaria Teresa BELLANOVA risponde all'interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Davide TRIPIEDI (M5S) sollecita il Governo a perseverare nell'impegno di salvaguardare un settore economico di eccellenza Pag. 89e dare speranza ai lavoratori coinvolti. Nel segnalare che si tratta di personale altamente specializzato che, a causa dell'età media di circa 50-55 anni, ha difficoltà ad essere ricollocato, ricorda di avere personalmente sollecitato il Ministero dello sviluppo economico per l'apertura di un tavolo di confronto con le parti coinvolte. Sottolinea che, purtroppo, in assenza di una politica che valorizzi le eccellenze e crei occupazione, il solo impegno del Governo non basta, come dimostra il recente licenziamento di quindici lavoratori di Alcatel, nonostante l'apprezzabile intervento della sottosegretaria Bellanova.

  Cesare DAMIANO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 13.15.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 8 ottobre 2015. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. – Interviene la sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo, Ilaria Carla Anna Borletti Dell'Acqua.

  La seduta comincia alle 13.20.

DL 146/15: Misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione.
C. 3315 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del disegno di legge, rinviato, da ultimo, nella seduta del 7 ottobre 2015.

  Cesare DAMIANO, presidente, ricorda che l'esame preliminare del provvedimento si concluderà martedì 13 con le repliche del Governo e della relatrice.

  Giuseppe ZAPPULLA (PD) dichiara preliminarmente di condividere la finalità del decreto-legge, con cui il Governo si propone di garantire la fruizione dei beni culturali, uno dei pilastri dell'economia italiana, anche attraverso una mirata rimodulazione della legge n. 146 del 1990. Esprime tuttavia talune riserve sul processo che ha portato all'adozione del provvedimento, osservando in primo luogo che il decreto-legge è stato emanato sull'onda mediatica di un'assemblea sindacale, offrendo in tal modo una visione distorta dei reali intendimenti del Governo. A suo avviso, infatti, si corre il rischio che il decreto-legge sia avvertito dall'opinione pubblica come un intervento volto a celare l'incapacità della pubblica amministrazione di gestire un bene culturale del valore del Colosseo, scaricando impropriamente solo sui lavoratori la responsabilità di una situazione assai più complessa. A suo avviso, la rimodulazione della legge n. 146 del 1990 è una necessità oggettiva, ma va sgombrato il campo dal sospetto che il Governo, in realtà, punti a cogliere l'occasione contingente per un intervento che non affronta i veri nodi del settore dei beni culturali italiani e, in primo luogo, la carenza di risorse finanziarie e di personale. In relazione a quanto previsto dal decreto, si pone, invece, il problema di stilare una mappa dei siti in relazione ai quali è necessario garantire una soglia minima di servizi. Inoltre, sarà necessario individuare puntualmente le prestazioni indispensabili da assicurare in caso di sciopero e si dovrebbero stabilire anche i provvedimenti da adottare nei confronti delle amministrazioni che, con le loro inadempienze, provochino agitazioni sindacali. Ritiene sia compito della politica tenere insieme, da un lato, la garanzia del diritto alla fruizione dei beni culturali e, dall'altro, la tutela dei diritti dei lavoratori di tale settore, ma senza scorciatoie, senza concentrarsi su un unico aspetto del problema. Auspica, in questo senso, il rafforzamento delle procedure per prevenire i conflitti sindacali e per raffreddarli, concludendo tale percorso con la riforma della disciplina in materia di rappresentanza e rappresentatività sindacale. Esprime, quindi, il proprio rammarico per Pag. 90un dibattito che, a suo avviso, non risponde all'effettiva volontà del Governo.

  Davide BARUFFI (PD) riconosce e condivide lo sforzo del Governo per la promozione e la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale italiano, considerato non solo come fattore di progresso sociale, ma anche come volano dello sviluppo economico. Da ciò discende, a suo avviso, la necessità di inserire il settore dei beni culturali tra i servizi pubblici essenziali, che, tuttavia, deve essere corredato da uno sforzo economico adeguato e da scelte ambiziose. Cita, ad esempio, la necessità di garantire il regolare pagamento degli stipendi e di ricorrere ad appalti all'altezza della qualità dei servizi da garantire. Ricorda a tale proposito che è in corso di esame alla Camera il disegno di legge che riforma la materia degli appalti pubblici e il cui testo è stato migliorato, nel corso dell'esame presso la VIII Commissione, anche grazie all'impegno di componenti del proprio gruppo della Commissione lavoro. Ritiene che condizione indispensabile per il rilancio del settore sia la condivisione dei problemi tra tutti i soggetti coinvolti, a partire dai lavoratori, pur nella distinzione dei ruoli. Lo scopo è quello di rendere effettivo il diritto di fruizione dei beni culturali nello stesso modo su tutto il territorio nazionale, anche attraverso il suo inserimento nei livelli essenziali delle prestazioni, come proposto da altri colleghi. Si dichiara d'accordo con coloro che giudicano importante mettere mano a questo punto anche alla disciplina sulla rappresentanza e sulla rappresentatività sindacale, anche allo scopo di chiamare i sindacati alle proprie responsabilità, sollecitando la ricerca di nuove e costruttive modalità di relazioni sindacali. Solo partendo da questi presupposti, a suo avviso, è possibile proporre correzioni al testo del decreto-legge, per distinguere, ad esempio, monumenti di particolare interesse da beni culturali meno esposti e in relazione ai quali non avrebbe senso applicare la medesima previsione di garanzia di servizi minimi. Trascurare tali presupposti comporterebbe, a suo parere, il rischio di una lettura distorta del decreto-legge, con il conseguente prodursi di problemi in fase di concertazione tra le parti per l'individuazione, prima, e la gestione, poi, dei servizi minimi essenziali. Ciò premesso, dichiara di condividere l'obiettivo del Governo e auspica che ci sia la possibilità di migliorare il testo del provvedimento in una logica condivisa.

  Vincenza LABRIOLA (Misto) dichiara di condividere molte delle considerazioni formulate nel corso della discussione dai colleghi di maggioranza e opposizione, constatando come il dibattito abbia messo in luce le contraddizioni del decreto-legge che, da un lato, mette in imbarazzo la maggioranza e, dall'altro, scatena il populismo delle opposizioni. Sollecita il Governo a fornire dati sull'occupazione nel settore dei beni culturali e sul numero dei laureati in conservazione dei beni culturali alla ricerca di un'occupazione, allo scopo di verificare l'opportunità di procedere a nuove assunzioni, soprattutto tra i giovani più qualificati. Ritiene infatti che il decreto-legge punti a fare del settore dei beni culturali il fulcro dell'economia italiana e, pertanto, reputa necessario procedere ad un piano massiccio di reclutamento, condiviso da tutte le forze politiche, a fronte della grande quantità di siti di pregio in stato di abbandono per carenza di personale e di risorse.

  Tiziana CIPRINI (M5S), osserva che nelle intenzioni del Governo Renzi l'autunno non dovrebbe essere più una stagione calda per i conflitti sindacali e che, al pari delle foglie, in questa stagione stanno cadendo anche i diritti dei lavoratori. Chiede, pertanto, il ritiro del decreto-legge che, a suo avviso, è un provvedimento pretestuoso, emanato in occasione di un'assemblea sindacale, e non di uno sciopero, regolarmente indetta per discutere del ritardato pagamento, da parte dell'amministrazione, del salario accessorio. A suo avviso, il Governo ha colto l'occasione dell'assemblea sindacale per colpire i lavoratori addossando loro le proprie responsabilità, agitando lo spettro Pag. 91dei «fannulloni» di brunettiana memoria. Il vero scopo del Governo, infatti, è quello di impedire l'esercizio del diritto di sciopero, per depotenziarlo e, poi, annullarlo. Come affermato anche dal Presidente della Commissione di garanzia della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali nel corso dell'audizione di ieri, sono ormai numerosi i casi di mala gestione delle amministrazioni del settore dei servizi, nel quale si evidenzia la carenza di personale, i continui affidamenti di servizi in house, la cessione di funzioni a cooperative e a soggetti privati. La situazione del settore dei beni culturali in Italia è, a suo avviso, particolarmente disastrosa: le risorse stanziate sono pari allo 0,37 per cento del PIL, a fronte dello 0,6 per cento circa di Francia e Spagna; gli addetti nel settore, pari a 30.000 soggetti trenta anni fa, sono ridotti a circa 17.000. La gestione dei servizi culturali del Colosseo frutta circa 50 milioni di euro l'anno e la metà di tali introiti è incassata dai privati. Sarebbe pertanto, necessario, a suo avviso, che lo Stato gestisca interamente tutto il settore dei beni culturali, ma il Governo sembra voler estendere al settore della cultura il TTIP (Partenariato trans-atlantico per il commercio e gli investimenti), attualmente in fase di discussione tra Unione europea e Stati Uniti, che permetterebbe ai privati di entrare nella gestione di tutti i servizi (acqua, sanità, rifiuti) e, ora, anche nella cultura. Il Governo sta quindi preparando, a suo avviso, l'invasione straniera in tale settore. D'altronde, il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Franceschini, ha più volte dimostrato la sua esterofilia, come testimonia la recente scelta dei nuovi direttori dei principali musei italiani, anche se lui ha affermato che non di stranieri si tratterebbe ma di esperti europei. Osserva, del resto, che l'affidamento dei beni culturali alla gestione privata porterebbe a una spinta alla massimizzazione dei profitti, testimoniata dai prezzi praticati per l'accesso e la visita dell’Empire State Building. Rileva, in ogni caso, che già sarebbe in atto l'ingresso degli stranieri nella gestione dei nostri monumenti: cita alcune voci, sulla cui fondatezza chiede conto al Governo, sulla base delle quali la quota maggioritaria della società cooperativa Culture, che gestisce, tra gli altri, anche il sito del Colosseo, sarebbe di proprietà cinese: grazie al pagamento di 25 milioni di euro, l'azionista si sarebbe assicurato lo sfruttamento dei diritti derivanti dalla gestione di tale monumento. Nel preannunciare la presentazione di un'apposita interrogazione su quest'ultimo tema, osserva che l'ingresso delle multinazionali nella gestione dei beni culturali accentuerà l'erosione dei diritti dei lavoratori, già portata avanti dal Governo con il decreto-legge in esame che configura quella che, a suo parere, può essere definita una vera e propria «cleptocrazia», che trova precedenti storici nel codice Rocco, che sanzionava penalmente il diritto di sciopero.

  Cesare DAMIANO, presidente, ritiene che sia di tutta evidenza la differenza che corre tra il provvedimento in esame e le disposizioni del codice Rocco in materia di repressione penale dello sciopero.

  Marco MICCOLI (PD) afferma di provare disagio nell'ascoltare il dibattito in corso, perché molte delle affermazioni fatte sono la negazione della politica, che è, a suo avviso, assunzione di responsabilità. Si rende conto, però, che la necessità di guadagnare qualche voto anche tra i dipendenti del Colosseo, in vista delle prossime elezioni comunali a Roma, possa fare dimenticare tale principio. Fa inoltre presente che l'eventuale ritiro del decreto-legge, richiesto dalle opposizioni, non risolverebbe il problema dei diritti dei lavoratori del settore dei beni culturali, né garantirebbe loro alcun beneficio, rinviando ulteriormente la soluzione delle difficoltà che più volte sono state indicate nel corso della discussione. Un intervento volto a mantenere lo stato attuale delle cose, lascerebbe infatti intatti i problemi dei lavoratori, in quanto non si sarebbero affrontate le loro cause, tra le quali richiama, in primo luogo, le disagevoli condizioni di lavoro, la carenza di personale e la mancanza di investimenti. Pertanto, a Pag. 92suo avviso, anziché insistere sul ritiro del provvedimento o su una sua drastica revisione, sarebbe opportuno completarlo con ulteriori interventi, concordati con il Governo, volti a rafforzare il quadro delle misure per la promozione della tutela e della valorizzazione dei beni culturali.

  Cesare DAMIANO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento alla seduta convocata per martedì, nella quale si svolgeranno le repliche della relatrice e del Governo.

  La seduta termina alle 13.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 8 ottobre 2015.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.50 alle 13.55.

INDAGINE CONOSCITIVA

  Giovedì 8 ottobre 2015. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO.

  La seduta comincia alle 13.55.

Indagine conoscitiva sull'impatto in termini di genere della normativa previdenziale e sulle disparità esistenti in materia di trattamenti pensionistici tra uomini e donne.
Audizione di rappresentanti dell'ISTAT.
(Svolgimento e conclusione).

  Cesare DAMIANO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Introduce, quindi, l'audizione.

  Linda Laura SABBADINI, Direttore del Dipartimento per le statistiche sociali e ambientali dell'ISTAT, svolge una relazione sui temi oggetto dell'indagine.

  Intervengono, per porre quesiti e formulare osservazioni, Titti DI SALVO (PD) e Marialuisa GNECCHI (PD).

  Linda Laura SABBADINI, Direttore del Dipartimento per le statistiche sociali e ambientali dell'ISTAT, replicando, risponde ai quesiti posti.

  Cesare DAMIANO, presidente, ringrazia i rappresentanti dell'ISTAT per il qualificato contributo fornito all'indagine e dichiara conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.30.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

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