CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 7 ottobre 2015
517.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
Pag. 222

AUDIZIONI INFORMALI

  Mercoledì 7 ottobre 2015.

Audizione di rappresentanti della Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 3315 (DL 146/2015: Misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione).

  L'audizione informale è stata svolta dalle 14.20 alle 15.15.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 7 ottobre 2015. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. – Interviene la sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo, Ilaria Carla Anna Borletti Dell'Acqua.

  La seduta comincia alle 15.15.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Cesare DAMIANO, presidente, comunica che ha cessato di far parte della Commissione Pag. 223il deputato Carmelo Lo Monte, al quale formula, a nome di tutti i componenti della Commissione, un ringraziamento per il lavoro svolto.

DL 146/15: Misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione.
C. 3315 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del disegno di legge, rinviato, da ultimo, nella seduta del 6 ottobre 2015.

  Cesare DAMIANO, presidente, ricorda che, come comunicato nella seduta di ieri, il termine della presentazione degli emendamenti è stato differito alle ore 17 di martedì 13 ottobre per consentire al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, di intervenire in Commissione in sede di replica nella seduta fissata per la medesima giornata di martedì.

  Giorgio PICCOLO (PD) dichiara preliminarmente di condividere quanto affermato dalla sottosegretaria Borletti Dell'Acqua nella seduta di ieri. Richiama la sua passata esperienza di lavoratore e sindacalista presso un'azienda pubblica di produzione e fornitura di energia elettrica per constatare come nel passato si facesse maggiormente ricorso a forme di autoregolamentazione nell'esercizio dei diritti sindacali. Pur dichiarandosi d'accordo con la necessità dichiarata dal Governo di rivedere la legge n. 146 del 1990, che regolamenta l'esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali, osserva che le modalità con cui si è giunti all'adozione del decreto-legge hanno dato l'impressione che l'intenzione del Governo fosse quella di punire i lavoratori, anziché quella, assolutamente condivisibile, di includere i musei e i luoghi della cultura tra i servizi pubblici essenziali. A suo avviso, invece, sarebbe stato più giusto sanzionare i responsabili del disservizio della mancata apertura del Colosseo, i quali avrebbero dovuto tentare una conciliazione preventiva attraverso un più ampio dialogo con i rappresentanti dei lavoratori. I responsabili della Soprintendenza che, pur essendo a conoscenza dell'indizione dell'assemblea sindacale, non hanno ritenuto di informarne anticipatamente in modo preciso gli utenti. Si dichiara convinto che l'inclusione tra i servizi pubblici essenziali dell'apertura al pubblico dei musei e dei luoghi della cultura non risolverà lo specifico problema, perché sarà difficile enucleare i servizi indispensabili da garantire in tale settore. Osserva peraltro che l'inclusione nell'ambito della legge n. 146 del 1990, mirando a contemperare la tutela del diritto di sciopero dei lavoratori del settore con quella del diritto a fruire del patrimonio artistico, non nega ai lavoratori medesimi il diritto a scioperare ma lo regolamenta, assicurando in un cero senso ai lavoratori una tutela maggiore. Nel ribadire che un più franco dialogo tra le parti e una consultazione con i sindacati maggiormente rappresentativi avrebbe limitato le spinte più corporative, favorendo un opportuno contemperamento tra l'esercizio delle prerogative sindacali e i diritti degli utenti. Osserva, infatti, che nella fattispecie, l'assemblea tenuta tra i dipendenti del Colosseo, sia pure convocata per motivi legittimi, ha finito per indebolire i diritti dei lavoratori. Nell'auspicare una contestuale revisione dei poteri di conciliazione della Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, pur ribadendo le sue perplessità sul metodo seguito dal Governo nell'adozione del provvedimento, si dichiara d'accordo sul contenuto dell'intervento.

  Walter RIZZETTO (Misto-AL) dichiara di non condividere l'osservazione formulata da alcuni colleghi nella seduta di ieri, secondo cui la cultura rappresenterebbe l'unica leva a disposizione del nostro Paese per uscire dalla crisi economica, pur riconoscendo che si tratta di un canale importante per promuoverne lo sviluppo. Osserva anche che i temi toccati dal decreto-legge in esame avrebbero potuto essere Pag. 224affrontati senza fare ricorso a un provvedimento di urgenza, ricordando, tra l'altro, le proposte di legge in materia di rappresentanza e rappresentatività, in corso di esame in Commissione. Rileva inoltre che il Governo, da un lato, afferma di volere affrontare con il decreto-legge in esame un disegno più vasto di riforma del settore della cultura e della tutela del patrimonio artistico italiano ma, dall'altro, nella relazione di accompagnamento al decreto-legge, individua negli episodi della chiusura al pubblico dei siti di Pompei e del Colosseo le cause alla base del suo intervento. Ciò denota, a suo avviso, che non di un disegno ampio di riforma si tratta ma piuttosto della reazione infastidita del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo a due episodi tutto sommato marginali, ma dimostrativi di una situazione di profondo disagio. Infatti, a suo giudizio, è necessario riflettere sull'esiguità del numero dei dipendenti del Colosseo ai quali si chiede di assicurare l'apertura al pubblico del monumento. Si tratta di ventisette dipendenti ripartiti in tre turni, che devono gestire l'accesso quotidiano di circa 6.000 turisti. Non è un caso, a suo avviso, che lo sblocco dei fondi per il pagamento del salario accessorio sia avvenuto solo dopo la protesta portata avanti con l'assemblea sindacale. Sarebbe pertanto opportuno che il Governo ritirasse il decreto-legge e presentasse piuttosto un piano strategico sulla cultura, da discutere insieme alla proposta di legge sulla rappresentanza. Tale piano strategico dovrebbe prevedere la valorizzazione dei numerosi siti di grande valore artistico e culturale attualmente in abbandono. Ricorda il caso di Aquileia che, se fosse situata in uno dei Paesi confinanti, sarebbe meta di molti più turisti grazie ad un sistema di trasporti mirato ed efficiente, a un sistema di accoglienza moderno e a un sistema di comunicazione e informazione capillare. Invece, Aquileia è in stato di abbandono in quanto le risorse, pur disponibili, rimangono inutilizzate. Tra l'altro, tornando al caso del Colosseo, osserva che le risorse sarebbero anche disponibili, anche senza il ricorso all’art bonus, se si pensa che un imprenditore come Diego Della Valle ha investito nel restauro del monumento 25 milioni di euro. È chiaro quindi che il Presidente del Consiglio dei ministri ha preso una decisione contraddittoria e non sufficientemente meditata. Infatti, con il decreto-legge n. 146 del 2015 il Governo, da un lato, da un lato non vuole incidere sul diritto di sciopero ma, dall'altro, pretende che la fruizione dei siti del patrimonio artistico sia assicurata comunque. Nell'osservare come sia fisiologico che uno sciopero crei dei disagi, fa presente che sarebbe come se si chiedesse ai dipendenti dell'Electrolux di scioperare senza fermare la produzione. Si chiede allora se il Presidente del Consiglio non voglia prendere ad esempio il Presidente degli Stati Uniti Reagan che nel 1981 licenziò circa undicimila controllori di volo in sciopero sostituendoli con militari.

  Roberto SIMONETTI (LNA) osserva che il problema politico della maggioranza, che vuole che gli scioperi non danneggino gli utenti, è che il decreto-legge vuole perseguire una finalità di «sinistra», qual è la fruizione dei beni culturali, con modalità di «centro-destra». Si dichiara d'accordo con il collega Rizzetto quando ha fatto riferimento al licenziamento dei controllori di volo da parte del Presidente americano Reagan. A suo avviso, infatti, anche il Presidente del Consiglio dei ministri Renzi non esiterebbe a licenziare coloro che, scioperando, impediscono il soddisfacimento di esigenze di carattere nazionale, utilizzando i diritti legati all'attività lavorativa a detrimento del Paese. Dichiara infine che il proprio gruppo voterà a favore della conversione del decreto-legge se il Governo si impegnerà a superare le problematiche applicative che sono state evidenziate nel corso delle audizioni e non penserà di risolvere i problemi del settore procedendo semplicemente a nuove assunzioni. Quanto al nodo della rappresentanza, invita il Presidente Damiano a proseguire nel suo impegno per assicurare l'approvazione Pag. 225delle proposte di legge attualmente all'esame della Commissione o, almeno, di verificare la possibilità di inserirne il contenuto nel testo del decreto-legge in esame attraverso la presentazione di opportuni emendamenti.
  Un altro punto a suo avviso meritevole di approfondimento attiene alla necessità di garantire il regolare pagamento delle spettanze dei lavoratori ed auspica che la previsione della corresponsione di premi di produttività nel settore dei beni culturali sia legata anche al grado di soddisfazione degli utenti.

  Giorgio AIRAUDO (SEL) dichiara di non volere tornare sugli evidenti problemi di incostituzionalità del decreto-legge, sui quali l'Assemblea si è già pronunciata. Crede che sarà utile ascoltare in sede di replica le ragioni del Governo, che, si augura, spiegherà che cosa ha condotto ad adottare un decreto-legge che danneggerà il Paese e la sua immagine, quando sarebbe bastato pagare regolarmente i dipendenti del Colosseo. Non reputa credibile infatti la ragione addotta dal Governo di dovere assicurare l'apertura al pubblico del monumento. A tale riguardo, ricorda che la scorsa settimana a Torino sono stati chiusi al pubblico due siti di interesse artistico, quale la Villa della Regina e la Reggia di Venaria Reale per due eventi di carattere privato, un convegno di ex dipendenti di una banca torinese e un ballo in costume. In tali casi il Governo non ha sentito la necessità di adottare un decreto-legge come reazione a due episodi che hanno di fatto limitato il diritto alla fruizione di luoghi della cultura. A suo avviso, si è di fronte al primo tassello di una strategia di progressiva erosione dei diritti dei lavoratori, il cui secondo passo è stato il recente annuncio del presidente della Confindustria, dietro il quale a suo avviso c’è il Presidente del Consiglio dei ministri, di non volere proseguire le trattative con i sindacati per la conclusione dei contratti collettivi nazionali di lavoro.

  Cesare DAMIANO, presidente, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento alla seduta convocata per la giornata di domani.

  La seduta termina alle 15.45.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 7 ottobre 2015. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. – Interviene la sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Teresa Bellanova.

  La seduta comincia alle 15.45.

7-00749 Rizzetto: Iniziative per la ricollocazione di lavoratori già occupati presso la società Getek Information Communication Technology.
(Discussione e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione.

  Walter RIZZETTO (Misto-AL) illustra il contenuto dell'atto di indirizzo, soffermandosi in particolare sul fatto che i settantatré lavoratori della società Getek Information Communication Technology, hanno perso il loro posto di lavoro a causa di un cambio di appalto e non sono stati riassorbiti. Osserva che le istituzioni si sono totalmente disinteressate del caso, negando anche la possibilità di aprire un tavolo di concertazione, pur essendo questo stato formalmente richiesto dall'UGL. Stigmatizza anche il comportamento delle istituzioni locali, che hanno illuso i lavoratori e le loro famiglie sulla possibilità di ricollocazione e che hanno speso ulteriori risorse pubbliche per formare ed assumere altri lavoratori in sostituzione di quelli non ricollocati.

  Monica GREGORI (Misto) ricorda che il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, si era pubblicamente impegnato a valutare possibili soluzioni per risolvere il caso dei lavoratori della Getek Information Communication Pag. 226Technology. Nel ricordare di avere presentato un'interrogazione sulla questione, osserva che il Governo non ha mantenuto nessuno dei suoi impegni, permettendo anzi che si spendessero altre risorse pubbliche per la formazione di lavoratori assunti in sostituzione dei settantatré licenziati. Ricorda che con l'approvazione delle modifiche al testo del disegno di legge in materia di appalti pubblici, la previsione di clausole sociali in caso di successione di appalti dovrebbe escludere il verificarsi di vicende come quelle dei dipendenti della Getek Information Communication Technology, ma, purtroppo, tali clausole non sono a loro applicabili.

  Cesare DAMIANO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione della risoluzione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.50.

SEDE CONSULTIVA
  Mercoledì 7 ottobre 2015. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO.

  La seduta comincia alle 15.50.

Delega al Governo per l'attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture.
Nuovo testo C. 3194 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla VIII Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con un'osservazione).

  Anna GIACOBBE (PD), relatrice, illustra la proposta di parere favorevole, soffermandosi sul contenuto dell'osservazione che invita la Commissione di merito a valutare l'opportunità di integrare le disposizioni dell'articolo 1, comma 1, lettera aaa), al fine di prevedere l'introduzione di clausole sociali per la stabilità occupazionale del personale impiegato e la salvaguardia delle relative professionalità, nei casi di affidamento mediante procedura ad evidenza pubblica di contratti di lavori, servizi e forniture relativi a concessioni di importo superiore a 150.000 euro (vedi allegato).

  Giorgio PICCOLO (PD) si dichiara favorevole alla proposta di parere della relatrice, che ha recepito le osservazioni da lui formulate nella seduta di ieri. Chiede, tuttavia, alla relatrice se sia possibile proporre una riformulazione della lettera ss) al fine di valorizzare il carattere prioritario dell'assunzione degli addetti già impiegati nel medesimo appalto.

  Luisella ALBANELLA (PD) esprime il suo giudizio positivo sulle modifiche apportate al disegno di legge dalla VIII Commissione, che migliorano il testo approvato dal Senato. Si riferisce, in particolare, alla limitazione del ricorso alle gare al massimo ribasso, che incideva sull'unico costo comprimibile, il costo del lavoro. Si tratta, a suo avviso, di un passo in avanti verso una più piena tutela dei diritti dei lavoratori e sottolinea l'impegno dei deputati del Partito Democratico in VIII Commissione anche per l'introduzione delle disposizioni in materia di successione negli appalti e di tutela dei diritti dei lavoratori dei call center. In tale ultimo caso, si è dimostrata la proficuità dell'impegno profuso dalla Commissione lavoro per dare una soluzione concreta alle problematiche emerse nel corso dell'indagine conoscitiva sui call center condotta nel corso della presente legislatura.

  Davide BARUFFI (PD) registra con una certa amarezza il disinteresse degli altri gruppi parlamentari su un provvedimento così rilevante. A suo avviso, inoltre, la tutela dei diritti dei lavoratori nel campo degli appalti pubblici si può assicurare anche attraverso il reperimento di ulteriori risorse finanziarie che evitino il prodursi Pag. 227di conflitti a catena. Osserva che il provvedimento in esame avrà come conseguenza anche la riduzione delle problematiche lavorative emerse soprattutto nel settore dei servizi alla persona. Rileva, infatti, che, laddove i diritti dei lavoratori sono tutelati, è migliore la qualità dei servizi prestati, la trasparenza degli affidamenti e il rispetto della legalità. Ricorda a tale proposito che, com’è emerso dai lavori della Commissione di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo, di cui fa parte, alla riduzione delle tutele dei lavoratori corrisponde sempre un aumento dell'illegalità. Basterebbe pertanto adoperarsi per il mantenimento dei diritti dei lavoratori per non dovere fare ricorso a modifiche del codice penale. Infine, intende ringraziare i colleghi e la relatrice per l'impegno profuso nel miglioramento del testo del provvedimento e sottolinea la proficuità in tal senso dell'indagine conoscitiva sui call center condotta dalla Commissione. Esorta i colleghi a non abbassare la guardia per evitare che, nel prosieguo dell'esame, il provvedimento sia oggetto di modifiche peggiorative.

  Cesare DAMIANO, presidente, si associa a quanti hanno sottolineato l'importanza del provvedimento, frutto del lavoro di anni ed esorta anche lui i colleghi a vigilare e a difendere il testo da tentativi di modifiche peggiorative.

  Anna GIACOBBE (PD), relatrice, non reputa necessario modificare l'osservazione contenuta nella sua proposta di parere dal momento che la sua formulazione risponde pienamente alle preoccupazioni espresse dal collega Piccolo.

  Cesare DAMIANO, presidente, pone in votazione la proposta di parere formulata dalla relatrice.

  La Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

  La seduta termina alle 16.10.

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