CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 30 settembre 2015
513.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
Pag. 207

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 30 settembre 2015. — Presidenza del presidente Michele BORDO.

  La seduta comincia alle 14.10.

Relazione annuale 2014 sui rapporti tra la Commissione europea e i Parlamenti nazionali.
COM(2015)316 final.

(Esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Paolo TANCREDI (AP), relatore, ricorda che la Relazione sui rapporti tra la Commissione europea e i Parlamenti nazionali nel 2014 è stata presentata il 2 luglio 2015. Il 2014 è stato contrassegnato dall'insediamento della nuova Commissione Juncker, che ha sottolineato da subito la necessità si rafforzare il rapporto tra i Parlamenti nazionali e la Commissione, in un momento di rinnovato interesse al dibattito sul tema. Nei fatti la Commissione ha dimostrato di mantenere fede all'impegno di rafforzare il partenariato con i Parlamenti nazionali, in particolare programmando e intensificando le visite dei Commissari presso i Parlamenti nazionali soprattutto dall'inizio del 2015. Sul punto mi soffermerò più diffusamente nelle parte conclusiva della relazione.
  La Relazione in esame opera un'analisi quantitativa e qualitativa delle pronunce trasmesse ai Parlamenti nazionali alla Commissione ai fini del controllo di sussidiarietà e del dialogo politico, nonché una rassegna delle altre attività nell'ambito della cooperazione interparlamentare.
  Questa analisi è preceduta, analogamente alle Relazioni per il 2013 e il 2012, da una riflessione sulle politiche e sui progetti legislativi dell'UE cui tutti i Parlamenti hanno riservato, con forme diverse, un'attenzione prioritaria.
  In generale, la Relazione fa rilevare che, dopo un costante aumento di pareri ricevuti dai Parlamenti nazionali dall'avvio Pag. 208del dialogo politico nel 2006, il 2014 ha registrato un sensibile calo dei pareri, inclusi quelli motivati.
   Dalle tabelle riportate nell'allegato alla Relazione (alle quali rinvio per il dettaglio dei dati numerici) risulta, infatti, che i pareri ricevuti nell'ambito del dialogo politico e del meccanismo di controllo della sussidiarietà sono stati 506, compresi i 21 pareri motivati, con una riduzione del 19 per cento rispetto al 2013.
  La causa della diminuzione è individuata nella minore attività a seguito all'insediamento della nuova Commissione. L'80 per cento del dialogo politico risulta sempre incentrato su proposte legislative. Su questo punto è opportuna una prima riflessione, atteso che solo una percentuale limitata di pareri ha riguardato i documenti di consultazione e altri documenti non legislativi.
  La Commissione ribadisce quanto sottolineato già nelle Relazioni riferite agli ultimi due anni, vale a dire l'invito ai Parlamenti nazionali a partecipare alla fase prelegislativa rispondendo alle consultazioni pubbliche o commentando i documenti politici, quali i Libri verdi, lamentando una risposta carente da parte degli stessi in tale ambito.
  Tale aspetto è strettamente collegato alla necessità di una tempestiva trasmissione del parere da parte della Camera sui documenti programmatici della Commissione, in particolare il programma legislativo. Quest'anno è stato discusso, assieme alla Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'UE per il 2015, prima in questa Commissione poi in Assemblea e si è concluso con l'approvazione di atti di indirizzo al Governo trasmessi anche alle Istituzioni europee nel mese di settembre.
  L'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto, collocato nell'ambito di una vera e propria «sessione europea di fase ascendente», dedicata alla valutazione e al confronto tra le priorità delle Istituzioni europee e quelle del Governo per l'anno in corso – introdotta a partire dal 2011 per effetto della combinazione di modifiche legislative e di pronunce della Giunta per il regolamento – è potenzialmente un passaggio cruciale per l'intervento del Parlamento nella definizione della politica europea dell'Italia purché sia il Governo sia la Camera rispettino le opportune scadenze temporali.
  L'obiettivo finale dell'esame è concorrere a definire una cornice strategica coerente per la politica europea del nostro Paese, articolata intorno a grandi obiettivi e linee d'intervento; pertanto mentre le iniziative preannunciate da Commissione e Governo possono essere oggetto, una volta presentate, di specifico esame sia ai fini del controllo di sussidiarietà sia per i profili di merito, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, la valutazione delle priorità del Governo e delle istituzioni europee, con particolare attenzione a settori o a questioni di rilievo significativo per il processo di integrazione e per la partecipazione italiana all'Unione europea andrebbe fatta prioritariamente a partire dagli strumenti che la Commissione ha inteso perfezionare attraverso la segnalazione sistematica ai Parlamenti nazionali.
  Si riferisce in particolare alle roadmap e alle consultazioni pubbliche: la capacità di anticipare la riflessione e le valutazioni dell'impatto delle misure che si intendono varare attraverso lo studio delle roadmap e la partecipazione alle consultazioni online è un passaggio fondamentale per perseguire i suddetti obiettivi, nonché per collaborare attivamente ad una migliore regolamentazione. Come più volte evidenziato, concentrarsi nella fase precoce del processo decisionale europeo, consentirebbe di incidere maggiormente nella formazione delle grandi scelte politiche e legislative dell'Unione.
  Tornando alla Relazione, va sottolineato positivamente il lavoro di analisi svolto sugli esiti dei pareri ricevuti e i risultati conseguiti relativamente alle proposte adottate.
  Dopo avere richiamato le tre proposte legislative che hanno maggiormente suscitato l'attenzione dei Parlamenti nazionali nel 2013, due delle quali approvate nel 2014 (direttiva sui prodotti del tabacco e direttiva che istituisce un quadro Pag. 209per la pianificazione dello spazio marittimo e la gestione integrata delle zone costiere), infatti, la Relazione dà conto delle modifiche apportate alla proposte originarie in recepimento di elementi contenuti nei pareri dei Parlamenti nazionali. Ove non recepiti, invece, si dà conto anche delle motivazioni sottese alla scelta finale della Commissione.
  Ciò rappresenta senza dubbio una risposta a quanto sottolineato in questa sede in occasione dell'esame delle Relazioni precedenti.
  La Relazione – a differenza delle precedenti – si sofferma più lungamente sulle sedi di confronto, quali la COSAC, c.d. «Settimana parlamentare europea» e le Conferenze di cui all'articolo 13 del fiscal compact, la Conferenza PESC/PSDC, le cui riunioni nel secondo semestre del 2014 di Presidenza italiana del Consiglio dell'UE, si sono svolte presso la Camera e il Senato ed hanno rappresentato un'occasione per ribadire, sia nella scelta dei temi, sia nella declinazione dei relativi programmi, la necessità che i Parlamenti nazionali seguano con attenzione e partecipino più attivamente le grandi tematiche che permeano in maniera trasversale le politiche dell'UE.
   La Relazione richiama più dettagliatamente rispetto agli anni precedenti – anche se sempre in maniera descrittiva – le occasioni di scambio con i Parlamenti nazionali, quali le visite dei Commissari e i contatti con i funzionari della Commissione, anche attraverso le rappresentanze negli Stati membri e i contatti regolari con i rappresentanti permanenti a Bruxelles dei Parlamenti nazionali, nonché, da ultimo, con i funzionari dei nostri uffici.
  Ricorda anche che la Commissione ha organizzato visite d'informazione a Bruxelles sia per i parlamentari sia per i funzionari su temi attuali e particolarmente significativi (TTIP, fondi europee, politica agricola, PMI, aiuti di Stato) che si sono rivelate occasioni molto proficue di approfondimento e conoscenza ravvicinata del funzionamento dell'istituzione e delle sue direzioni generali.
  Il meccanismo di allerta precoce per il controllo di sussidiarietà viene esaminato in dettaglio nella Relazione annuale sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità, di cui la nostra Commissione avvierà l'esame la prossima settimana con la relazione della collega Iacono.
  Particolare attenzione viene dedicata alla COSAC, ma ciò appare giustificabile e opportuno, in quanto si tratta dell'ambito nel quale si sviluppa la riflessione sul ruolo dei Parlamenti nazionali, anche alla luce delle diverse iniziative intraprese.
  Rileva che, facendo riferimento al 2014, la Relazione non richiama gli ultimi sviluppi del dibattito che è continuato in seno alla COSAC e che, tra gli altri, ha affrontato il tema della cosiddetta green card, che sarà oggetto di ulteriore riflessione il prossimo 30 ottobre a Lussemburgo, in occasione della riunione del gruppo di lavoro. Senza dilungarsi sul merito in questa sede, ricorda che a Lussemburgo nella riunione dei Presidenti COSAC del luglio scorso, ha rappresentato la netta contrarietà della Camera a tale ipotesi.
  Come già evidenziato per la precedente relazione, va ribadito che la quantità di pronunce trasmesse da ciascuna Assemblea alla Commissione nulla dice in merito alla qualità dell'istruttoria svolta e soprattutto all'efficacia delle pronunce stesse.
  Talune Camere, infatti, continuano a pronunciarsi, in via quasi sistematica, sui progetti legislativi (o altro documento) trasmesso dalle Istituzioni dell'UE, anche ai fini dei controllo di sussidiarietà (entro le 8 settimane previste a tale scopo) e registrano pertanto un elevato numero di pronunce trasmesse alla Commissione.
  La Camera dei deputati adotta sempre un approccio selettivo, esaminando soltanto i progetti legislativi o i documenti prelegislativi che, anche in base alle segnalazioni del Governo, appaiono effettivamente meritevoli di esame per la rilevanza della materia e per l'impatto potenziale sull'interesse nazionale.
  Per quanto concerne i settori oggetto di intervento parlamentare, più della metà dei pareri trasmessi alla Commissione Pag. 210concerne i seguenti grandi ambiti: giustizia, mercato interno e servizi, ambiente, affari interni, salute e consumatori, commercio, agricoltura e industria.
  Le proposte legislative della Commissione su cui sono stati espressi più pareri da parte dei Parlamenti nazionali sono quelle relative ai rifiuti COM(2014)397 e alla produzione ed etichettatura dei prodotti biologici COM(2014)180.
  La Relazione per il 2014 conferma il consolidamento del dialogo politico quale principale canale di interlocuzione diretta tra la Commissione e Parlamenti nazionali, in coerenza con la scelta di questi ultimi di privilegiare l'interlocuzione sul merito piuttosto che il controllo di sussidiarietà. Ciò è ancora più evidente dopo l'insediamento della nuova Commissione Juncker.
  Ricorda che il Vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, competente, tra le altre materie, per le relazioni interistituzionali, nel dicembre 2014 ha trasmesso a tutti i membri della Commissione europea una lettera sul rafforzamento del dialogo politico con i Parlamenti nazionali attraverso una maggiore efficacia degli strumenti di raccordo.
  La Presidenza della Camera ha auspicato, pertanto, che tutte le Commissioni procedano ad un esame accurato e sistematico delle proposte legislative e dei documenti più rilevanti proposti dalle Istituzioni europee avvalendosi di tutti gli strumenti di raccordo.
  In particolare, per quanto attiene al dialogo politico, il Vicepresidente Timmermans prospettava un'intensificazione delle visite dei commissari competenti con i Parlamenti nazionali per discutere le proposte legislative e le altre iniziative della Commissione sia alcuni miglioramenti alle risposte ai contributi trasmessi dai Parlamenti nazionali alla Commissione stessa.
  Inoltre, nella lettera si propone che i Commissari, oltre ad accogliere le richieste espresse di incontro ad essi rivolte dai Parlamenti, considerino motu proprio l'incontro con le Assemblee quale parte integrante delle visite presso gli Stati membri.
  Come ricordato in premessa, la Commissione si è attivata in tal senso e dal suo insediamento, presso le Commissioni competenti per materia di Camera e Senato si sono svolte le audizioni di cinque Commissari (Frans Timmermans, Primo Vicepresidente competente per la Better regulation, Relazioni interistituzionali, Stato di diritto e Carta dei diritti fondamentali, Jyrki Katainen, Vicepresidente Lavoro crescita investimenti e competitività, Miguel Arias Caňete, Azione per il clima ed energia, Phil Hogan, Agricoltura e sviluppo rurale e Margrethe Vestager, Competitività). L'auspicio è che tale canale continui ad essere attivo anche nel prosieguo della legislatura soprattutto in occasione di dibattiti o discussioni di proposte su argomenti di particolare attualità o rilevanza.
  Sempre nella lettera si invitano i Commissari a partecipare alle Conferenze interparlamentari; anche questo invito è stato largamente accolto nel primo semestre di Presidenza del Consiglio dell'Ue consentendo lo svolgimento di dibattiti costruttivi e concreti sulle proposte in discussione presso le istituzioni europee, nonché sulle iniziative che potrebbero essere nel futuro.
  Relativamente alle risposte della Commissione alle osservazioni dei Parlamenti nazionali, elemento di criticità più volte rilevato, anche nei documenti finali approvati in esito all'esame delle precedenti relazioni per il 2012 e il 2013, nel 2014 si è registrato un generale miglioramento sia dei tempi sia della qualità delle risposte, confermando lo sviluppo di una cultura del dialogo con i Parlamenti nazionali nei servizi della Commissione.
  Rileva in proposito che, come indicato nella lettera del Vicepresidente Timmermans ai Commissari, le risposte della Commissione sono ora firmate sia da lui stesso sia dal Commissario competente, con l'intento di evitare il rischio di una «burocratizzazione del dialogo politico». Ciò è sicuramente apprezzabile.
  In un quadro così delineato, occorre da parte delle Commissioni parlamentari lavorare in maniera sempre più mirata per sfruttare il potenziale del dialogo politico Pag. 211così come prospettato del Vicepresidente Timmermans: istruttorie adeguate sulle proposte legislative più importanti cogliendone il valore trasversale, e in stretto raccordo con il Governo; documenti finali e pareri sintetici e mirati, che consentano alla Commissione, da parte sua, di migliorare ulteriormente la qualità delle risposte. Solo così si potranno affinare e rendere efficaci tutti gli strumenti di raccordo a disposizione.
  Il dialogo politico e le prerogative di intervento diretto dei Parlamenti nazionali nel processo decisionale europeo elencate dall'articolo 12 del TUE, prima tra tutte il controllo di sussidiarietà rappresentano un canale di azione fondamentale, al fine di rafforzare la legittimazione democratica dell'UE.
  In conclusione, ritiene utile acquisire dal Governo nel corso dell'esame della Relazione ulteriori elementi di valutazione. Ricorda altresì che sono stati avviati contatti con gli uffici della rappresentanza della Commissione europea per svolgere una videoconferenza con il Vicepresidente Timmermans, che sarebbe particolarmente utile sia con riferimento alla Relazione in esame sia all'esame del pacchetto Better regulation.

  Michele BORDO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 30 settembre 2015.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.20 alle 14.30.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 30 settembre 2015. — Presidenza del presidente Michele BORDO.

  La seduta comincia alle 14.30.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2015.
Doc. LVII, n. 3-bis Governo.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 29 settembre 2015.

  Tea ALBINI (PD), relatrice, anche alla luce del dibattito svoltosi nella seduta di ieri, formula una proposta di parere favorevole. Ritiene opportuno richiamare in premessa come il percorso individuato dal Governo non potrà prescindere dalle valutazioni che la Commissione europea dovrà svolgere – nell'ambito delle procedure e degli strumenti di governance economica – sulle scelte operate dall'Italia. Intende inoltre evidenziare l'opportunità che l'Esecutivo specifichi gli interventi previsti per fare fronte alla eventuale attivazione delle clausole di salvaguardia, che avrebbero un impatto di circa 16 miliardi di euro, e auspicare che, a fronte del progressivo miglioramento dell'avanzo primario indicato dalla Nota di aggiornamento, siano adeguatamente prese in considerazione e tutelate le esigenze del territorio e le difficili condizioni nelle quali gli enti locali si trovano spesso ad operare, con particolare riferimento alle spese per investimenti. Il parere evidenzia infine che, tra le raccomandazioni approvate per l'Italia dall'Unione Europea nel mese di luglio si richiama l'opportunità di dare impulso all'operatività dell'Agenzia per la coesione territoriale, e che si rende pertanto necessario assicurare le adeguate risorse e strumenti per una pronto avvio dell'operatività dell'agenzia medesima.

  Michele BORDO, presidente, riterrebbe opportuno modificare la prima delle premesse illustrata dalla relatrice, evidenziando che le scelte operate dal Governo terranno conto anche delle valutazioni che la Commissione europea potrà svolgere – nell'ambito delle procedure e degli strumenti Pag. 212di governance economica – sulle indicazioni contenute nel Documento in esame. Ritiene che tale formulazione appaia maggiormente rispondente alle posizioni assunte dal Governo italiano rispetto alle valutazioni espresse dalle Istituzioni europee.

  Tea ALBINI (PD), relatrice, ritiene che il parere sul Documento in oggetto debba essere condiviso e accoglie pertanto le modifiche proposte dal Presidente, rimettendosi alle sue valutazioni. Formula quindi una nuova proposta di parere favorevole (vedi allegato).

  Roberto OCCHIUTO (FI-PdL) manifesta il proprio orientamento contrario sulla Nota in esame, anche alla luce di quanto emerso nel corso delle audizioni svolte presso la Commissione Bilancio; rileva inoltre come le previsioni ottimistiche relative agli anni 2016 e 2017 non tengano sufficientemente in considerazione alcuni fattori critici rilevanti per la crescita mondiale e conseguentemente nazionale, quale ad esempio le difficoltà del comparto manifatturiero dell'industria automobilistica.
  Rileva in ogni caso come la proposta di modifica avanzata dal presidente Bordo cambi sostanzialmente il rilievo formulato dalla relatrice e conferma pertanto il proprio voto contrario.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole da ultimo formulata dalla relatrice.

  La seduta termina alle 14.45.

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