CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 30 settembre 2015
513.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
Pag. 51

ELEZIONE DI UN VICEPRESIDENTE

  Mercoledì 30 settembre 2015. — Presidenza del presidente Maurizio BERNARDO.

  La seduta comincia alle 13.30.

  Maurizio BERNARDO, presidente, avverte che la Commissione è oggi convocata per l'elezione di un Vicepresidente, in seguito alle dimissioni del deputato Pelillo, il quale è stato nominato rappresentante in Commissione del gruppo PD. Ricorda che risulterà eletto Vicepresidente il deputato che avrà ottenuto il maggior numero di voti.
  Indìce quindi la votazione per l'elezione di un Vicepresidente.

  Maurizio BERNARDO, presidente, comunica il risultato della votazione:
   Presenti e votanti  27   

  Hanno riportato voti:
   Petrini  18   
   Villarosa   6   
    Schede bianche   3   

  Proclama eletto vicepresidente il deputato Petrini.

  Hanno preso parte alla votazione per l'elezione del vicepresidente i deputati: Alberti, Barbanti, Bernardo, Carbone, Carella, Colaninno, Currò, De Maria, Di Maio Marco, Fontana Cinzia Maria, Fragomeli, Gebhard, Ginato, Gutgeld, Lodolini, Moretto, Paglia, Pelillo, Pesco, Petrini, Pisano, Ribaudo, Ruocco, Sanga, Sottanelli, Villarosa e Zoggia.

  Maurizio BERNARDO, presidente, porge le proprie congratulazioni e i migliori auguri di buon lavoro al deputato Petrini.

  La seduta termina alle 13.45.

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SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 30 settembre 2015. — Presidenza del presidente Maurizio BERNARDO. — Interviene il sottosegretario di Stato dell'economia e delle finanze Pier Paolo Baretta.

  La seduta comincia alle 13.50.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2015.
Doc. LVII, n. 3-bis.

(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 29 settembre scorso.

  Maurizio BERNARDO, presidente, ricorda che il relatore, Pelillo, nella seduta di ieri ha illustrato il contenuto della Nota e ha formulato su di essa una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1), la quale è già stata trasmessa informalmente via e-mail nel pomeriggio di ieri a tutti i componenti della Commissione. Informa inoltre che il gruppo Sinistra Ecologia Libertà ha formulato una proposta di parere alternativa (vedi allegato 2), la quale sarà posta in votazione solo nel caso in cui fosse respinta la proposta di parere del relatore.

  Ferdinando ALBERTI (M5S), nell'esprimere il giudizio fortemente critico del suo gruppo sulla Nota di aggiornamento e sulla proposta di parere del relatore, sottolinea innanzitutto come, nell'impostazione complessiva di tali documenti, il Governo e la maggioranza abbiano fornito un'interpretazione distorta e irrealistica delle raccomandazioni espresse dalla Commissione europea sulle politiche fiscali del Governo.
  In particolare richiama le considerazioni con le quali, sul fronte delle politiche fiscali, nelle sue raccomandazioni la Commissione europea, pur avendo riconosciuto che l'Italia sta procedendo ad alleggerire l'onere fiscale sul lavoro e il peso del cuneo fiscale, giudichi i suddetti oneri ancora eccessivamente elevati.
  Al contempo rileva come, in linea generale, risulti disatteso l'indirizzo degli organi dell'UE, i quali hanno da sempre indicato la necessità di promuovere la cosiddetta «economia circolare», la quale si pone l'obiettivo di favorire un modello di sviluppo sostenibile, anche attraverso lo spostamento della tassazione dal lavoro ai consumi, nonché agli immobili e all'ambiente.
  In tale contesto rileva come il Governo male interpreti gli indirizzi dell'Unione europea, confondendo la detassazione degli immobili la quale, essendo concepita in modo indiscriminato a fini puramente elettorali, finirà per determinare un'agevolazione per i proprietari di immobili di lusso, con una detassazione finalizzata a sostenere lo sviluppo sostenibile dell'economia. A tale proposito richiama in particolare la raccomandazione con la quale la Commissione europea, sottolineando il ritardo del Paese in un settore nel quale il Governo ha mancato di intervenire, nonostante l'impegno assunto con la legge delega per la riforma del fisco, ha evidenziato la presenza di valori catastali obsoleti, e ha richiesto di accelerare la riforma del catasto. Rileva altresì come non si registrino progressi nell'ambito dell'imposizione ambientale, dove sussistono ancora meccanismi di sovvenzione dannosi per l'ambiente.
  Passando quindi ad analizzare i dati riportati dalla Nota sulla lotta alla restrizione dell'erogazione del credito alle famiglie e alle piccole imprese, rileva come il documento presentato dall'Esecutivo mostri un ingiustificato ottimismo sui miglioramenti che si potranno registrare in questo campo in conseguenza dei benefici che gli istituti bancari otterranno dalla normativa, recentemente introdotta dal decreto-legge n. 83 del 2015, sulla deducibilità ai fini IRES e IRAP delle svalutazioni dei crediti e delle perdite. A tale riguardo, nel rilevare come la Nota dichiari, Pag. 53senza peraltro fornire elementi di fatto in tal senso, che tali misure porteranno a innalzare ulteriormente le previsioni di crescita, ritiene che, analogamente a quanto avvenuto in seguito all'adozione di altri interventi a favore delle banche, non vi saranno concreti benefici in termini di minor costo del credito per famiglie e piccole imprese. A tale proposito evidenzia come anche l'operazione di Quantitative easing posta in essere dalla BCE con l'intento di apportare benefici all'economia reale, non abbia comportato alcun vantaggio in termini di maggior credito concesso a cittadini e imprese, determinando esclusivamente il deprezzamento dell'euro, un aumento della liquidità a disposizione degli istituti bancari e benefici consistenti per i Paesi economicamente più forti della zona euro, in particolare la Germania, la cui crescita sta «trainando» la modesta ripresa italiana.
  In tale contesto rileva come gli unici risultati concreti in materia di lotta al credit crunch siano ascrivibili all'accordo per il credito sottoscritto dall'ABI e delle associazioni di imprese in attuazione di una norma introdotta su iniziativa del gruppo M5S.
  Sottolinea quindi come, in totale contraddizione con le risultanze della Nota, i dati recentemente pubblicati dall'Associazione Artigiani e Piccole Imprese CGIA di Mestre evidenzino l'ulteriore contrazione dei crediti concessi alle famiglie e, in conseguenza di ciò, il dato fortemente preoccupante del maggiore ricorso di famiglie e imprese a forme di finanziamento alternative, le quali alimentano il fenomeno dell'usura nel Paese.
  Rileva inoltre come la Nota annoveri, tra le altre fonti di finanziamento utilizzabili a sostegno di ulteriori interventi espansivi, il gettito IRPEF connesso alla disposizione sulla rivalutazione dei trattamenti pensionistici contenuta nel decreto-legge n. 65 del 2015. Al riguardo sottolinea come tale misura non possa essere ascritta alle scelte politiche del Governo, essendo la diretta conseguenza degli obblighi stabiliti dalla Corte Costituzionale, la quale ha imposto tale misura con la propria decisione.
  Con riferimento alle misure a sostegno della lotta all'evasione fiscale, evidenzia come risulti del tutto insoddisfacente il recupero di gettito di 143 milioni di euro indicato dalla Nota, a fronte del dato, fortemente allarmante, di complessivi 90 miliardi di euro di imposte evase. Ritiene peraltro che tale sconfortante risultato si ponga in linea con la politica seguita in questo campo dall'Esecutivo che, con le sue scelte sui temi del falso in bilancio e della revisione delle sanzioni tributarie, sta di fatto favorendo i fenomeni dell'evasione e dell'elusione.
  In conclusione, nel preannunciare il voto contrario del Movimento 5 Stelle, stigmatizza l'atteggiamento del Governo, il quale, senza proporre un progetto e una visione lineare di politica economica, e fondandosi su stime del tutto infondate in relazione ai dati di finanza pubblica, prospetta un'illusoria e imminente crescita economica, nella cui prospettiva inaugura politiche del tutto insensate e dannose per il Paese, in quanto volte esclusivamente a influenzare l'elettorato.

  Giovanni PAGLIA (SEL), nel richiamare la proposta di parere alternativo formulata dal suo gruppo, stigmatizza l'impostazione complessiva della Nota, la quale si fonda sull'idea che l'eccessiva pressione fiscale gravante su immobili, imprese e lavoro costituisca il principale freno alla ripresa economica del Paese. Ritiene, invece, che l'intervento del Governo dovrebbe essere incentrato nell'obiettivo di realizzare una più equa distribuzione del carico fiscale, attraverso lo spostamento dell'imposizione sul patrimonio, utilizzando le maggiori entrate fiscali così ottenute per il rilancio degli investimenti pubblici.
  In tale ambito ricorda che anche le maggiori associazioni rappresentative degli industriali si sono recentemente espresse nel senso di denunciare il grave gap del Paese in tale settore, evidenziando la necessità di ampliare l'intervento dello Stato Pag. 54a sostegno dell'economia attraverso una politica di investimenti pubblici, con particolare riferimento al settore dell'edilizia, il quale risulta particolarmente penalizzato dalla diminuzione degli investimenti privati.
  Manifesta quindi il proprio giudizio contrario rispetto all'impostazione del Governo, il quale persevera nel finalizzare i margini di flessibilità dai vincoli derivanti dal patto europeo di stabilità e crescita esclusivamente alla riduzione della pressione fiscale, senza intervenire in alcun modo con politiche attive di investimento pubblico a sostegno dell'economia e così sperperando denaro pubblico per perseguire finalità puramente elettorali.
  Con riferimento ai dati riportati nell'Allegato II della Nota circa i risultati della lotta all'evasione fiscale, rileva come alcuni interventi normativi sbagliati adottati dal Governo in tale materia, ad esempio in materia di termini di accertamento, unitamente al numero eccessivamente basso di controlli fiscali posti in essere sulle PMI, abbiano determinato la confusione e la disaffezione dei contribuenti «virtuosi» nei confronti del fisco. In tale contesto evidenzia la significativa differenza emersa tra le imposte potenziali e le imposte effettivamente versate (il cosiddetto «tax gap»), la quale risulta sintomatica del basso tassi di adempimento degli obblighi fiscali e del fatto che tale tema non costituisce una priorità per l'Esecutivo.
  In particolare, rileva come sia significativo il dato relativo al tax gap IMU (pari al 28 per cento), il quale non può essere ricondotto solo a meri errori dei contribuenti, ma alla sostanziale impunità assicurata nel caso di mancato pagamento del tributo, reputando quindi indispensabile che il Governo si attivi per adottare idonee misure volte a ridurre tale fenomeno. Chiede quindi all'Esecutivo di rendere disponibili i dati relativi al mancato versamento dell'imposta scorporato, oltre che per ambiti territoriali, anche per tipologia di immobili. Ritiene infatti opportuno disporre di elementi che consentano di valutare in che misura il predetto tax gap IMU si riferisca alle prime case, agli altri immobili residenziali, ovvero ai beni produttivi, così da comprendere quali siano le difficoltà in materia e quali siano i provvedimenti da adottare.

  Alberto GIORGETTI (FI-PdL) dichiara il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore, rilevando come essa celebri in modo eccessivo l'operato del Governo. Non ritiene, infatti, che i segnali ancora deboli di ripresa emersi in questo ultimo periodo possano essere ascritti alle politiche settoriali del Governo, sia sotto il profilo tributario, sia sotto quello della redistribuzione del reddito. Sottolinea, infatti, come molte delle misure adottate dall'Esecutivo debbano essere migliorate e corrette, pur condividendo alcuni aspetti segnalati nella proposta di parere, quali il tema dei crediti bancari deteriorati, nonché i passi avanti compiuti sul piano della vigilanza bancaria.
  Con specifico riferimento alle questioni del demanio pubblico, ritiene che occorra affrontare il tema del rapporto tra la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico e la riduzione del debito, riprendendo una questione in discussione da tempo, ma che è stata negli ultimi tempi trascurata dal Governo, il quale ha preferito concentrarsi sul tema dei margini di flessibilità che possono essere richiesti all'Unione europea con riferimento all'obiettivo di riduzione del rapporto tra deficit e PIL.
  Evidenzia, infatti, come solo un abbattimento deciso del debito pubblico italiano possa dare margini di manovra per utilizzare appieno le leve della politica economica, mentre la flessibilità sul piano del deficit non può consentire di dare reale respiro alle scelte in questo campo. Esprime comunque una valutazione favorevole rispetto all'iniziativa, preannunciata dal Governo, di ridurre la pressione fiscale sulla casa, anche in considerazione dell'effetto positivo che tale intervento può avere rispetto alla valorizzazione del patrimonio immobiliare privato.Pag. 55
  Ritiene, quindi, che occorra compiere su tali questioni un lavoro serio e approfondito, avvalendosi anche del contributo della sua parte politica, al fine di realizzare l'obiettivo comune di cogliere le opportunità di ripresa economica che si sono aperte.

  Michele PELILLO (PD), relatore, rileva come molte delle questioni emerse nel corso del dibattito potranno essere ulteriormente affrontate nel corso delle prossime settimane, nell'ambito dell'esame del disegno di legge di stabilità che sarà prossimamente presentato dal Governo. In tale contesto ritiene che occorrerà prestare particolare attenzione alle opportune sollecitazioni espresse dal deputato Alberto Giorgetti.
  Passando quindi alla sua proposta di parere, riconosce come in essa ci sia certamente una venatura di particolare ottimismo, la quale trova fondamento in due elementi considerati particolarmente importanti dal Partito democratico.
  In primo luogo la Nota evidenzia, per la prima volta da molti anni, un miglioramento delle previsioni di crescita del PIL; inoltre i contenuti della Nota stessa devono essere letti alla luce dei recentissimi, positivi dati diffusi dall'ISTAT, il quale ha certificato un incremento di 325.000 posti di lavoro nel periodo intercorso tra l'agosto del 2014 e l'agosto 2015. Reputa che tali elementi costituiscano il segnale di come il Paese abbia imboccato la strada giusta, sottolineando come essi debbano essere apprezzati da tutti, comprese quelle forze politiche che sembrano nutrirsi del disagio di alcune fasce di popolazione.
  Nel ritenere che le scelte di politica tributaria siano per loro natura divisive e non possano pertanto essere condivise da tutti, sottolinea, peraltro, come il pacchetto di misure di stimolo fiscale avviato nel 2014 e che si svilupperà fino al 2018, abbia dimensioni mai viste prima, realizzando una riduzione del prelievo fiscale pari complessivamente a 45 miliardi di euro. Tale complesso di interventi ha avuto inizio nel 2014 con una serie di norme per alleggerire il prelievo sul lavoro, attraverso la riduzione del cuneo fiscale e l'eliminazione della componente lavoro dalla base imponibile dell'IRAP, e si svilupperà il prossimo anno con l'abolizione della tassazione locale sulla prima casa, nonché, successivamente, con la riduzione dell'IRES e dell'IRPEF. Sottolinea quindi come tutti dovrebbero riconoscere che quello varato dal Governo costituisce un intervento ampio e complesso, di rilievo epocale nella storia repubblicana, invitando pertanto a misurare le affermazioni in materia alla luce dei fatti concreti. Evidenzia, in particolare, come la manovra di riduzione fiscale debba essere valutata nel suo complesso, e come, rispetto a un ammontare complessivo di 45 miliardi, la maggioranza delle risorse siano finalizzate a ridurre l'imposizione sul lavoro, mentre solo 3,5 miliardi riguardano l'abolizione dell'IMU e della TASI sulla prima casa, senza pertanto alcuna contraddizione rispetto agli obiettivi indicati dal Governo e dalla Commissione europea.
  In una prospettiva più generale la politica tributaria dell'Esecutivo mira, anche attraverso gli strumenti messi a disposizione dalla delega per la riforma del sistema fiscale, a costruire un rapporto nuovo tra cittadini e fisco anche sul tema della tassazione immobiliare, superando le contraddizioni che su questo tema hanno caratterizzato molte scelte attuate negli ultimi anni, nei quali si è assistito ad interventi spesso di segno opposto.
  Con riferimento alla tematica del contrasto all'evasione fiscale, rileva come l'incremento di 143 milioni del Fondo per la riduzione della pressione fiscale possa apparire insufficiente, se considerato singolarmente, ma come tali maggiori risorse si aggiungano ai risultati già conseguiti in questo ambito nel 2014, anno nel quale si era registrato un notevole incremento degli imponibili accertati.
  Dichiara inoltre di non comprendere quale sia la posizione del gruppo M5S relativamente al tema dell'imposizione locale sulla prima casa, rilevando come tale gruppo si fosse finora espresso in senso Pag. 56favorevole all'eliminazione di tale prelievo, mentre oggi il deputato Alberti ha espresso posizioni apparentemente diverse.

  Il sottosegretario Pier Paolo BARETTA sottolinea la rilevanza della disattivazione delle clausole di salvaguardia prevista dalla Nota di aggiornamento al DEF, rilevando come tale intervento determinerà l'eliminazione di incrementi di prelievo già previsti a legislazione vigente, comportando, per il solo 2016, una riduzione di imposte pari ad oltre 16 miliardi di euro.
  Con riferimento alla tematica affrontata dal deputato Alberto Giorgetti, relativa alla liberazione del patrimonio immobiliare pubblico, sottolinea come si tratti di una problematica oggettivamente assai complessa, sia per la difficoltà di dismettere immobili in una fase di crisi del mercato, sia perché una parte molto consistente di tali immobili non è cedibile, sia perché il 75 per cento degli immobili stessi è di proprietà degli enti locali. Ritiene, comunque, che tale questione sia meritevole di attenzione e debba essere affrontata.
  Si riserva quindi di fornire gli elementi di informazione richiesti dal deputato Paglia in ordine alla materia dei mancati versamenti dell'IMU. Consegna altresì alla Commissione la documentazione predisposta dal Ministero dell'economia e delle finanze in merito ad alcune osservazioni formulate dai Servizi Bilancio della Camera e del Senato (vedi allegato 3).

  Ferdinando ALBERTI (M5S), con riferimento ad alcune considerazioni espresse dal relatore, intende chiarire come il gruppo M5S sia sempre stato favorevole all'eliminazione della tassazione locale sulla prima casa, mentre intende criticare il fatto che la Nota di aggiornamento al DEF mascheri tale intervento come una misura di sostegno tributario al lavoro.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 14.40.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 30 settembre 2015. — Presidenza del presidente Maurizio BERNARDO, indi del vicepresidente Paolo PETRINI. — Interviene il sottosegretario di Stato dell'economia e delle finanze Pier Paolo Baretta.

  La seduta comincia alle 14.40.

7-00728 Barbanti: Attuazione della normativa che prevede la pianificazione dei punti di raccolta del gioco per contrastare i fenomeni di dipendenza.
(Discussione e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione.

  Sebastiano BARBANTI (Misto-AL) illustra la propria risoluzione, la quale sottopone all'attenzione del Governo la questione relativa ai circa 160 comuni che hanno sottoscritto un «Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d'azzardo», con cui chiedono di avere più poteri di programmazione, controllo e ordinanza per regolamentare il fenomeno del gioco legale e limitare le potenziali conseguenze sociali sui territori che amministrano.
  Ricorda che i predetti comuni hanno nel frattempo adottato diversi provvedimenti riguardanti l'argomento, in alcuni casi considerati illegittimi dai tribunali amministrativi. In particolare, segnala che:
   a) sotto il profilo urbanistico, sono state attuate varianti al regolamento urbanistico edilizio che limitano l'insediamento delle sale da gioco in alcune porzioni del territorio comunale;
   b) sotto il profilo delle pubbliche affissioni, c’è chi è intervenuto sul Regolamento per l'applicazione dell'imposta comunale sulla pubblicità e diritti sulle pubbliche affissioni verificando la possibilità di vietare la pubblicità del gioco d'azzardo sul territorio comunale;Pag. 57
   c) sotto il profilo di polizia urbana, alcuni comuni hanno inserito specifici regolamenti sulle sale da gioco cercano di definire le distanze degli apparecchi da zone considerate «sensibili» come scuole, parchi, chiese, fino a stabilire orari di apertura e chiusura delle sale stesse;
   d) sotto il profilo tributario, alcuni comuni hanno scelto di agire sulla tassazione locale prevedendo l'applicazione dell'aliquota massima dell'IMU per le sale giochi e i bar con slot machine e conseguenti agevolazioni per gli esercizi che, invece, hanno scelto di non installarne nei propri esercizi.

  Evidenzia quindi come tale problematica sia insorta a causa di un colpevole ritardo delle istituzioni statali, le quali non hanno emanato la normativa quadro nazionale.
  Rammenta, infatti, come il comma 10 dell'articolo 7 del decreto-legge n. 158 del 2012 preveda che l'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato e, a seguito della sua incorporazione, l'Agenzia delle dogane e dei monopoli, tenuto conto degli interessi pubblici di settore, sulla base di criteri, anche relativi alle distanze da istituti di istruzione primaria e secondaria, da strutture sanitarie e ospedaliere, da luoghi di culto, da centri socio-ricreativi e sportivi, definiti con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro della salute, previa intesa sancita in sede di Conferenza unificata, da emanare entro centoventi giorni, pianifichi forme di progressiva ricollocazione dei punti della rete fisica di raccolta del gioco praticato mediante gli apparecchi di cui all'articolo 110, comma 6, lettera a), del testo unico di cui al regio decreto n. 773 del 1931, che risultano territorialmente prossimi ai predetti luoghi. La norma citata specifica che tali pianificazioni operano relativamente alle concessioni di raccolta di gioco pubblico bandite successivamente alla data di entrata in vigore della legge di conversione del predetto decreto-legge e valgono, per ciascuna nuova concessione, in funzione della dislocazione territoriale degli istituti scolastici primari e secondari, delle strutture sanitarie ed ospedaliere, dei luoghi di culto esistenti alla data del relativo bando.
  Nel sottolineare come il decreto sopra citato non sia mai stato emanato e come, in presenza di tale vuoto normativo, nelle circa 160 città sopra citate siano stati adottati regolamenti di polizia urbana con i quali si è stabilita una pianificazione, nonostante sulla materia non siano le autorità municipali competenti ad emanare la normativa di riferimento, segnala come, alla luce di tale vuoto normativo, il giudice amministrativo abbia censurato tale comportamento e contemporaneamente la regione Piemonte sia ricorsa persino alla leva fiscale, con il concreto rischio di eccedere le proprie competenze in materia.
  Per quanto riguarda la magistratura amministrativa, ricorda, in particolare, che il TAR dell'Emilia Romagna, in seguito all'emanazione di un regolamento di polizia urbana della città di Bologna, ha dichiarato l'atto illegittimo «in quanto la norma di fatto prescrive nuovi limiti distanziometrici tra i locali in questione e i cosiddetti luoghi «sensibili», la cui introduzione, o modificazione, nell'ordinamento, compete esclusivamente al legislatore nazionale, secondo quanto prescrive il decreto-legge n. 158 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 189 del 2012». Nella stessa sentenza è stato richiamato altresì una precedente sentenza, sempre del TAR Emilia-Romagna sez. II, del 20 ottobre 2014, n. 976, nel quale il giudice amministrativo aveva già sostenuto che «la pianificazione delle sale da gioco e la riallocazione di quelle prossime a siti sensibili appartiene all'Amministrazione autonoma dei monopoli, come chiaramente indicato nel comma n. 10 dell'articolo 7 del decreto-legge n. 158 del 2012. Tale attribuzione esclusiva trova conferma anche nella legge regionale n. 5 del 2013 la quale, all'articolo 6, secondo comma, prevede che i comuni possono dettare previsioni Pag. 58urbanistiche sulle sale da gioco solo nel rispetto delle pianificazioni di cui al suddetto comma n. 10 dell'articolo 7 del decreto-legge n. 158 del 2012».
  Rammenta quindi che, con riferimento alla regione Piemonte, la legge regionale finanziaria approvata nel febbraio 2014 ha previsto una serie di misure restrittive nei confronti dei titolari di esercizi commerciali che, pur nel rispetto della legge, hanno consentito il gioco legale nei propri locali, e premiali nei confronti di chi sceglie di non installare slot machine: infatti, la predetta legge finanziaria, all'articolo 7 prevede che dal 1o gennaio 2015, per tre anni, l'aliquota IRAP sia ridotta dello 0,92 per cento per gli esercizi che provvederanno volontariamente alla completa disinstallazione degli apparecchi da gioco e nello stesso tempo che aumenti dello 0,92 per cento a carico di quegli esercizi nei quali gli apparecchi ludici resteranno installati.
  In tale contesto, per completezza di informazione e per una più compiuta valutazione del fenomeno nella sua interezza, ricorda inoltre che lo Stato ogni anno incassa circa 35 miliardi di euro dalla tassazione complessiva su gioco d'azzardo, alcol e tabacco.
  In base a tali premesse, la risoluzione è volta a impegnare il Governo ad assumere le iniziative urgenti e dovute per l'emanazione concertata del decreto da parte dei Ministri competenti, anche al fine di dare valenza effettiva al principio dello Stato costituzionale di diritto, garantire la certezza dello stesso, evitare giudicati differenti da parte dei giudici amministrativi ulteriormente aditi per risolvere questioni analoghe a quelle in esame, evitare di appesantire ulteriormente i tempi biblici che affliggono i tribunali e ridurre le spese superflue allocandole diversamente per ottimizzare il servizio giustizia, dettando le norme necessarie e corrette di imposizione fiscale.
  Evidenzia al riguardo come tale esigenza risulti ancor più impellente alla luce del fatto che il Governo non ha saputo esercitare nei termini prescritti la delega per la riforma di tale settore prevista nella legge n. 23 del 2014.
  La risoluzione impegna altresì l'Esecutivo ad assumere iniziative per prevedere una moratoria dell'applicazione della normativa nazionale solo parzialmente emanata, in attesa che essa venga perfezionata con l'emanazione degli atti mancanti, per evitare che le azioni di supplenza messe in atto dagli enti locali vengano poste nel nulla con grave nocumento della popolazione, in particolare di quella afflitta da ludopatia.
  Auspica quindi che, anche grazie all'apporto di tutti i gruppi e del Governo, sia possibile procedere in tempi rapidi all'approvazione dell'atto di indirizzo, che affronta una questione ormai aperta da molto tempo.

  Paolo PETRINI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, ritiene opportuno rinviare ad altra seduta il seguito della discussione, al fine di consentire i necessari approfondimenti sul testo della risoluzione.

7-00720 Alberti: Fissazione al 30 novembre del termine di scadenza per la presentazione del modello 770 e riduzione dei dati richiesti in tale ambito.
(Discussione e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione.

  Ferdinando ALBERTI (M5S) illustra la propria risoluzione, la quale è volta a sottoporre all'attenzione del Governo la questione del termine di scadenza entro il quale i sostituti d'imposta devono comunicare all'Agenzia delle entrate, mediante una dichiarazione annuale, i dati relativi alle ritenute effettuate nel periodo d'imposta precedente – nonché quelli relativi ai versamenti eseguiti, ai crediti, alle compensazioni operate e ai dati contributivi e assicurativi – e la questione dei dati richiesti in tale ambito.Pag. 59
  A tale riguardo ricorda che la dichiarazione si compone di due modelli (770 semplificato e 770 ordinario) e che, in relazione ai dati da comunicare e ai quadri del modello da compilare, i soggetti tenuti a presentare la dichiarazione (datori di lavoro privati, pubbliche amministrazioni, enti pensionistici, condomini, e altro) devono trasmettere, esclusivamente in via telematica, uno o entrambi i modelli.
  Rammenta quindi come, con il decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 1998, sia stato emanato il regolamento recante le modalità per la presentazione delle dichiarazioni relative alle imposte sui redditi, all'imposta regionale sulle attività produttive e all'imposta sul valore aggiunto e come, in particolare, l'articolo 4 del citato decreto, con riferimento alla dichiarazione dei sostituti d'imposta, fissi al 31 luglio il termine ordinario di presentazione della stessa.
  Ricorda quindi che, con due separati provvedimenti del direttore dell'Agenzia delle entrate pubblicati sul sito internet dell'Agenzia delle entrate, il 15 gennaio 2015 sono stati approvati i modelli 770/2015 semplificato ed ordinario, concernenti le comunicazioni da parte dei sostituti d'imposta, successivamente modificati con provvedimento del direttore dell'Agenzia dell'11 maggio 2015.
  Sottolinea come invece la versione 1.00 del software 770 semplificato 2015, indispensabile per procedere alla redazione e all'invio telematico del modello stesso, sia stata resa disponibile solo in data 14 maggio 2015.
  In tale contesto rileva come ogni anno il Governo, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, proroghi la suindicata scadenza anche a seguito delle esigenze manifestate dalle aziende e da numerose categorie di professionisti, fra cui i consulenti del lavoro, i ragionieri e i tributaristi, che ritengono impossibile effettuare l'invio dei modelli 770 entro la data del 31 luglio, posto che si tratta di dichiarazioni complesse e articolate, da compilare in un periodo nel quale sussistono altre importanti scadenze tributarie.
  Ricorda quindi che, per le suindicate ragioni, nel 2014 la scadenza per l'invio telematico dei modelli 770 è stata prorogata al 19 settembre, mentre nel 2013 essa era stata rinviata al giorno 20 del medesimo mese e analogamente era accaduto nel 2012.
  Evidenzia inoltre come vadano considerate le esigenze generali rappresentate dalle categorie professionali in relazione ai numerosi adempimenti fiscali da porre in essere per conto dei contribuenti e dei sostituti d'imposta e come debba tenersi in considerazione il fatto che un differimento dei termini per la trasmissione in via telematica dei dati contenuti nella dichiarazione modello 770 non comporterebbe alcun onere erariale, atteso che la funzione di tale dichiarazione è soltanto riepilogativa e, pertanto, alla presentazione della stessa non sono connessi obblighi di versamento delle imposte.
  In tale contesto, l'atto di indirizzo impegna il Governo a porre in essere tutte le iniziative, anche di carattere normativo, affinché, con decorrenza dall'anno 2015, il termine ultimo per la presentazione del modello 770 sia stabilito al 30 di novembre di ogni anno (con riferimento ai dati relativi al periodo di imposta precedente) e affinché, tramite lo stesso modello, vengano richiesti esclusivamente i dati non ancora in possesso della pubblica amministrazione.
  Chiede quindi se sia possibile procedere rapidamente all'approvazione della risoluzione, al fine di dare soluzione già dall'anno in corso al tema affrontato dall'atto di indirizzo.

  Il sottosegretario Pier Paolo BARETTA, nel riservarsi di approfondire il contenuto della risoluzione, ritiene difficile risolvere già per il 2015 la questione affrontata dall'atto di indirizzo, prevedendo fin da quest'anno la proroga del termine di presentazione dei modelli 770, anche in considerazione della brevità del tempo a disposizione per realizzare tale intervento.

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  Paolo PETRINI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia ad altra seduta il seguito della discussione.

  La seduta termina alle 14.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.50 alle 14.55.

AVVERTENZA

  I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

7-00746 Pagano: Estensione della platea dei soggetti cui si applicano gli incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia.

7-00553 Pagano: Misure a sostegno del credito in favore dei soggetti esercenti impianti fotovoltaici di produzione di energia.

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