CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 29 settembre 2015
512.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
Pag. 15

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

  Martedì 29 settembre 2015. – Presidenza del presidente Alessandro NACCARATO.

  La seduta comincia alle 10.55.

Legge annuale per il mercato e la concorrenza.
Emendamenti C. 3012-A Governo e abb.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere).

  Il Comitato inizia l'esame degli emendamenti.

  Alessandro NACCARATO, presidente e relatore, rileva che gli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 2, non presentano profili critici per quanto attiene al rispetto del riparto di competenze legislative di cui all'articolo 117 della Costituzione e propone, pertanto, di esprimere su di essi il parere di nulla osta.
  Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del presidente.

Abolizione del finanziamento pubblico all'editoria.
Emendamenti C. 1990-A Brescia.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere).

  Alessandro NACCARATO, presidente, sostituendo il relatore impossibilitato a partecipare, rileva che gli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 1 non presentano profili critici per quanto attiene al rispetto del riparto di competenze legislative di cui all'articolo 117 della Costituzione Pag. 16e propone, pertanto, di esprimere su di essi il parere di nulla osta.

  Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del presidente.

Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, sul diritto alla continuità affettiva dei bambini e delle bambine in affido familiare.
Emendamenti C. 2957, approvata dal Senato ed abb.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere).

  Il Comitato inizia l'esame degli emendamenti.

  Alessandro NACCARATO, presidente e relatore, rileva che gli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 1, non presentano profili critici per quanto attiene al rispetto del riparto di competenze legislative di cui all'articolo 117 della Costituzione e propone, pertanto, di esprimere su di essi il parere di nulla osta.

  Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del presidente.

  La seduta termina alle 11.

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 29 settembre 2015. – Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO – Interviene il viceministro dell'interno, Filippo Bubbico.

  La seduta comincia alle 14.25.

Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante approvazione del piano per il riordino dell'Autorità nazionale anticorruzione.
Atto n. 200.
(Seguito dell'esame ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 24 settembre.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, ricorda che, con lettera in data 24 settembre scorso, ha comunicato alla Presidente della Camera la decisione dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, sull'opportunità che la Commissione disponga di maggior tempo per poter esaminare compiutamente il provvedimento in oggetto.
  Al riguardo fa presente che la Presidente della Camera ha concesso, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, la proroga di 10 giorni per l'espressione del parere relativo all'atto in esame.

  Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.30.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 29 settembre 2015. – Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO.

  La seduta comincia alle 14.30.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2015.
Doc. LVII, n. 3-bis.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Dorina BIANCHI (AP), relatrice, osserva che la Commissione è chiamata a esaminare in sede consultiva, per l'espressione del prescritto parere alla V Commissione (Bilancio), la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (DEF) 2015; la Nota di aggiornamento costituisce, Pag. 17infatti, uno degli strumenti nei quali si articola il ciclo annuale di bilancio, poiché contiene l'eventuale aggiornamento delle previsioni macro-economiche e di finanza pubblica per l'anno in corso e per il periodo di riferimento, nonché le eventuali integrazioni al DEF conseguenti a varie prescrizioni di natura finanziaria e contabile, oltre che programmatica, derivanti anche dagli impegni assunti in ambito europeo.
  La Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2015 aggiorna il quadro programmatico di finanza pubblica per il quinquennio 2015-2019 rispetto a quello contenuto nel Documento di economia e finanza dello scorso aprile.
  Con riferimento ai documenti all'esame, alla Nota di aggiornamento risultano allegati: le Relazioni sulle spese di investimento e relative leggi pluriennali – anno 2015 (Doc. LVII, n. 3 bis/Allegato I), ai sensi dell'articolo 10-bis della legge di contabilità e finanza pubblica n. 196 del 2009, come modificata dalla legge n. 39 del 2011; il Rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto dell'evasione fiscale – Aggiornamento 2014 (Doc. LVII, n. 3 bis/Allegato II), ai sensi dell'articolo 2, comma 36.1, del decreto-legge n. 138 del 2011, inserito dall'articolo 1, comma 299, lettera b), della legge n. 228 del 2012); la Relazione al Parlamento 2015 (Doc. LVII, n. 3 bis/Allegato III) redatta ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012, che illustra l'aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo programmatico strutturale (MTO), già autorizzato con la Relazione al Parlamento 2014, contenuto nel Documento di Economia e Finanza 2015, presentato alle Camere nel mese di aprile, e confermato dalla Relazione al Parlamento del 9 giugno 2015 (redatta ai sensi dell'articolo 10-bis, comma 6, della legge n. 196 del 2009).
  Rileva preliminarmente che l'Italia, attualmente sottoposta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita, presenta squilibri macroeconomici eccessivi che richiedono un monitoraggio specifico e un'azione politica vigorosa ed è soggetta alla regola del debito transitoria nel periodo 2013-2015.
  Nel programma di stabilità 2015 l'Italia ha chiesto una deviazione temporanea pari a 0,4 punti percentuali di PIL dal percorso di avvicinamento richiesto verso l'obiettivo a medio termine nel 2016 per tenere conto di significative riforme strutturali con ricadute positive sulla sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche.
  Tale scelta, che comporta un percorso di risanamento più graduale di quello contenuto nel DEF di aprile, si riflette necessariamente sul raggiungimento del pareggio di bilancio in termini strutturali, che viene ora previsto nel 2018, con un allungamento di un anno rispetto a quanto stabilito nel DEF 2015, ivi riferito all'anno 2017.
  Nella Nota viene dichiarato altresì che verrà richiesto un ulteriore margine di manovra pari a 0,2 punti percentuali di PIL per far fronte ai costi relativi all'accoglienza degli immigrati; tale margine addizionale è escluso dalle stime.
  In conseguenza alla volontà del Governo di aggiornare il piano di rientro verso l'obiettivo programmatico strutturale, unitamente alla Nota di aggiornamento è stata trasmessa alle Camere la Relazione prescritta dall'articolo 6 della legge di attuazione del pareggio di bilancio n. 243 del 2012. Tale articolo prevede infatti che, qualora il Governo, al fine di fronteggiare eventi eccezionali, ritenga indispensabile discostarsi temporaneamente dall'obiettivo programmatico, sentita la Commissione europea, presenti alle Camere, per le conseguenti deliberazioni parlamentari, una relazione con cui aggiorna gli obiettivi programmatici di finanza pubblica, nonché una specifica richiesta di autorizzazione che indichi la misura e la durata dello scostamento, stabilisca le finalità alle quali destinare le risorse disponibili in conseguenza dello stesso e definisca il piano di rientro verso l'obiettivo programmatico, commisurandone la durata alla gravità degli eventi. La deliberazione con la quale ciascuna Camera autorizza Pag. 18lo scostamento e approva il piano di rientro è adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti.
  Nella presente Nota di aggiornamento, il Governo dichiara di voler utilizzare pienamente i margini di flessibilità in materia di riforme strutturali con riferimento al 2016 (ulteriore 0,1 punti percentuali di PIL, rispetto agli 0,4 sopra citati) e di chiedere l'applicazione della clausola per gli investimenti per 0,3 punti percentuali di PIL.
  Complessivamente il margine di flessibilità richiesto ammonta a 0,8 punti percentuali di PIL ed è volto a irrobustire i primi segnali di ripresa della crescita del PIL e rafforzare per questa via il processo di consolidamento fiscale.
  La Nota di aggiornamento al DEF distingue tra uno scenario tendenziale e uno programmatico che, fermo restando le assunzioni relative al quadro internazionale, differiscono per le assunzioni relative alle misure economiche che il Governo intende assumere con la prossima manovra di finanza pubblica.
  Il quadro macroeconomico programmatico per gli anni 2016 e successivi presentato nella Nota include, infatti, l'impatto sull'economia delle misure che saranno adottate con la prossima legge di stabilità per il 2016, caratterizzata – secondo quanto illustrato dal Governo – da una strategia di politica fiscale più favorevole alla crescita e da misure di stimolo agli investimenti.
  Il profilo della attuale manovra indicata nella Nota avrebbe effetti leggermente più espansivi sull'economia di quanto stimato nel DEF e, pertanto, il profilo del programmatico viene marginalmente rivisto al rialzo.
  Il nuovo quadro programmatico evidenzia, infatti, una maggiore previsione di crescita del PIL per il 2016 rispetto a quanto indicato nel quadro programmatico del DEF, dall'1,4 per cento all'1,6 per cento.
  Anche le proiezioni per gli anni seguenti sono indicate più positive rispetto al programmatico del DEF (nell'ordine di 0,1 punti percentuali), nell'ambito comunque di una valutazione che – sottolinea la Nota – rimane prudenziale dato il pesante lascito della crisi degli ultimi anni.
  Come indicato nella premessa della Nota di aggiornamento, il rafforzamento della domanda interna è decisivo nei segnali di ripresa che l'economia Italiana ha recentemente mostrato e le prime evidenze suggeriscono che le politiche economiche e strutturali del Governo stiano innescando un circuito della fiducia che passa dalla crescita del prodotto alla maggiore e migliore occupazione per arrivare ai consumi. Tra gli altri risultati attesi dall'insieme di queste politiche va considerato l'incremento degli investimenti privati, cruciali per irrobustire la ripresa.
  Passando ad esaminare i dati macroeconomici, nell'insieme, occorre rilevare che il quadro internazionale sottostante la Nota di Aggiornamento è leggermente meno favorevole rispetto a quello del DEF; In particolare si rileva una revisione al ribasso della crescita ipotizzata per il commercio mondiale, di 1 punto percentuale nel 2015 (al 3,0 per cento) e di 0,8 punti percentuali nel 2016 (al 4,5 per cento). Per il petrolio, si assume un prezzo medio annuo di 53,7 dollari al barile nel 2015, che salirebbe a 54,1 dollari al barile nel 2016. Si ipotizza, infine, un apprezzamento dell'euro nei confronti del dollaro a 1,12 nel 2015, che si stabilizzerebbe nel 2016 (a 1,13). Le previsioni per il periodo 2017-2019 sono riviste in misura meno rilevante. Si segnala un graduale incremento del prezzo del petrolio.
  Sul fronte dei rischi positivi, soprattutto all'interno dell'area dell'euro vi è la possibilità di uno stimolo alla ripresa maggiore di quanto previsto legato al miglioramento delle condizioni finanziarie. In base alla bank lending survey di luglio della BCE, infatti, sia la domanda sia l'offerta di credito nel secondo trimestre del 2015 sono aumentate e le condizioni di accesso al credito per famiglie e imprese si sono allentate.
  Quanto alla situazione italiana, secondo la Nota, a partire dal 2015 l'economia del nostro Paese è entrata in una fase di ripresa. Nei primi due trimestri dell'anno Pag. 19la variazione congiunturale del PIL è stata rispettivamente pari a 0,4 per cento e a 0,3 per cento. Le previsioni ufficiali formulate in occasione della stesura del DEF si sono rivelate corrette. Anche l'evoluzione delle principali variabili macroeconomiche è stata sostanzialmente conforme alle attese del Governo. La domanda interna al netto delle scorte ha fornito un contributo positivo alla crescita e le esportazioni sono molto vicine ai valori previsti. Maggiori delle attese sono risultati la variazione delle importazioni e il processo di ricostituzione delle scorte. Relativamente alla domanda interna, nel dettaglio, i dati relativi ai primi due trimestri dell'anno hanno fatto emergere indicazioni favorevoli per i consumi privati, che hanno beneficiato della ripresa della domanda di beni durevoli. L'occupazione è cresciuta nei primi due trimestri dell'anno e secondo le stime preliminari l'incremento è proseguito anche nel mese di luglio. Nello stesso mese, il tasso di disoccupazione è sceso al 12,0 per cento (12,4 per cento nel secondo trimestre).
  Il quadro macroeconomico programmatico tiene conto dell'impatto sull'economia delle misure che saranno presentate al Parlamento nel disegno di legge di stabilità e che caratterizzano la strategia di politica fiscale del Governo per il prossimo triennio. Le caratteristiche pregnanti dal punto di vista macroeconomico della manovra programmata sono le seguenti. Innanzitutto viene confermato per grandi linee l'impianto, già annunciato nel DEF, che prevede la cancellazione degli aumenti di imposta connessi alle clausole di salvaguardia per il 2016 e la copertura della riduzione del gettito, in via prevalente e crescente, tramite tagli di spese. La combinazione di questi interventi porta ad un impatto positivo sulla crescita rispetto alla previsione tendenziale. In primo luogo si produce uno stimolo ai consumi privati legato all'aumento dei redditi disponibili reali delle famiglie; questo impulso genera effetti moltiplicativi sul PIL. In secondo luogo, nel corso del tempo la riduzione della pressione fiscale da luogo ad effetti positivi sul lato dell'offerta dell'economia inducendo un aumento permanente del livello del PIL. Il taglio delle spese riduce l'impatto favorevole sulla crescita della cancellazione delle clausole e abbassa in maniera rilevante per il 2016 la crescita dei prezzi; tuttavia l'adozione di un profilo più graduale di tali tagli fa si che gli impatti depressivi sul PIL siano leggermente inferiori a quanto stimato in sede di elaborazione del DEF.
  Quanto all'evoluzione del debito, va rilevato che l'evoluzione del rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe portare tale valore per il 2015 al 132,8 per cento, rispetto al 132,5 stimato nel DEF di aprile. Il lieve incremento è da attribuire in gran parte ad una minore stima di crescita del PIL nominale (-0,2 per cento), dovuta ad una riduzione del deflatore del PIL, solo parzialmente compensata dalla revisione al rialzo della crescita reale (dallo 0,7 allo 0,9 per cento). Il livello nominale del debito dovrebbe essere in linea con la precedente stima, stante la conferma rispetto ad essa sia dei livelli di fabbisogno (3,6 per cento del PIL), sia degli introiti da privatizzazioni (0,4 per cento).
  Quanto alla strategia nazionale da definire nell'ambito delle raccomandazioni del Consiglio europeo, occorre preliminarmente ricordare che il 28 aprile 2015 l'Italia ha presentato il programma nazionale di riforma 2015 e il programma di stabilità 2015.
  Successivamente il 13 maggio la Commissione europea ha adottato le raccomandazioni di politica economica specifiche per ciascun paese per il biennio 2015-2016 che sono state poi adottate il 14 luglio dal Consiglio. In tale documento viene raccomandata l'adozione di misure nazionali volte a creare occupazione e a stimolare la crescita, per rendere l'economia europea meno dipendente dai fattori congiunturali esterni che, attualmente, favoriscono la ripresa.
  A pochi mesi dalla presentazione del Piano Nazionale di Riforma il Governo è stabilmente impegnato a portare avanti la sua azione di riforma, coerentemente con gli impegni programmatici stabiliti lo scorso aprile e tenendo presente le nuove Pag. 20sfide che la Commissione Europea ha indicato all'Italia nelle Raccomandazioni specifiche (CSR), indirizzate al Paese al termine del semestre europeo.
  Nel testo approvato dal Consiglio vengono indirizzate all'Italia sei raccomandazioni riguardanti gli aggiustamenti di bilancio e la fiscalità (I), il Piano strategico porti e logistica e l'Agenzia per la coesione territoriale (II), le istituzioni, la pubblica amministrazione e la giustizia civile (III), il settore bancario e finanziario (IV), il mercato del lavoro e l'educazione (V), le semplificazioni e la concorrenza (VI).
  Nella Nota di aggiornamento il contenuto di ciascuna raccomandazione viene messo in relazione alle azioni di risposta del Governo.
  Secondo quanto delineato dalla Nota di aggiornamento in esame, le azioni messe in campo sono tanto più importanti in questo momento, in quanto la loro attuazione è parte fondamentale della strategia di medio periodo di consolidamento della finanza pubblica e di riduzione del debito che, in coerenza con gli obiettivi europei, si basa proprio sulle riforme strutturali e il sostegno degli investimenti. In quest'ottica, le misure programmate – e quelle di recente approvazione – sono dirette ad agire strutturalmente sull'economia del Paese, grazie ad interventi per la fiscalità, la Pubblica Amministrazione, la giustizia, il sistema scolastico, la concorrenza e le infrastrutture. Si tratta di azioni che si rafforzano a vicenda, i cui effetti nel breve periodo sono essenziali per correggere gli squilibri macroeconomici che caratterizzano il Paese, ma che nel lungo periodo serviranno a garantire una crescita duratura e sostenibile.
  Quanto alle competenze della I Commissione, si rileva che con la Raccomandazione n. 3 il Consiglio europeo ha invitato l'Italia ad adottare e attuare le leggi in discussione intese a migliorare il quadro istituzionale e a modernizzare la pubblica amministrazione, nonché riformare l'istituto della prescrizione entro la metà del 2015.
  Nella Nota di aggiornamento si fa riferimento al percorso di riforme istituzionali, avviato dal Governo al momento del suo insediamento, che si è in parte completato con l'approvazione del disegno di legge di riforma elettorale, condizione primaria per avere un quadro normativo caratterizzato da certezza e stabilità, necessarie per attrarre gli investimenti esteri e quindi per sostenere la crescita. La riforma costituzionale è considerata parte integrante delle modifiche all'architettura istituzionale su cui il Governo punta per modernizzare il Paese. Si tratta di due passaggi ritenuti basilari per il corretto ed efficace funzionamento dello Stato da cui dipende l'efficacia delle decisioni pubbliche e l'efficienza della spesa, essenziali per mantenere il controllo sulle finanze pubbliche.
  Tra le azioni che il Governo indica in risposta alla raccomandazione del Consiglio europeo, la nota richiama, in secondo luogo, l'approvazione da parte del Parlamento, della legge delega di riforma della pubblica amministrazione (legge 7 agosto 2015, n. 124), definita già nel Programma nazionale di riforma (PNR) 2015 come asse principale per l'ammodernamento strutturale e l'efficientamento della P.A.
  Come previsto dal cronoprogramma, l'esame parlamentare del provvedimento si è concluso prima della pausa estiva (il PNR indicava entro luglio 2015), mentre con la Nota di aggiornamento il Governo conferma che l'adozione dei decreti delegati avverrà entro dicembre 2015.
  Anche per quanto riguarda gli effetti prevedibili in termini di crescita, il Governo conferma la stima (già prevista nel DEF 2015) in base alla quale il completamento della riforma dovrebbe determinare un incremento pari allo 0,4 per cento del PIL nel 2020 e all'1,2 per cento nel lungo periodo.
  L'azione di riforma del Governo finalizzata al miglioramento del quadro istituzionale e alla modernizzazione della P.A. interessa anche il settore agricolo ed agroalimentare. Il Governo richiama a questo proposito le misure programmate e quelle di recente approvazione dirette ad agire sulla modernizzazione e l'efficienza della pubblica amministrazione nel suo Pag. 21complesso nonché i provvedimenti ad hoc sul riordino delle società e delle agenzie vigilate dal Ministero delle politiche agricole (MIPAAF).
  Sul piano della riorganizzazione degli enti vigilati dal Mipaaf, la legge di stabilità 2015 ha anticipato parte degli interventi previsti nel sopra citato disegno di legge delega, disponendo l'incorporazione di INEA nel CRA e l'Istituzione del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria. L'operazione, finalizzata all'ottenimento di risparmi di spesa da conseguire all'esito del perfezionamento della procedura di riorganizzazione, è ancora in corso.
  A sostegno dell'efficienza della pubblica amministrazione, il Governo richiama, infine, l'approvazione della legge di iniziativa governativa in materia di corruzione, voto di scambio, falso in bilancio e riciclaggio. Insieme al completamento della riforma della giustizia civile e penale, la Nota di aggiornamento al DEF ritiene tali misure «un passaggio essenziale per chiudere il gap di efficienza che impatta negativamente su cittadini e imprese».
  Successivamente alla presentazione del DEF, il Parlamento ha approvato la legge 27 maggio 2015, n. 69, intervenuta con finalità di contrasto alla corruzione. Elementi che caratterizzano l'intervento legislativo sono l'aumento delle pene per i reati contro la PA, lo sconto di pena per chi collabora con la magistratura nonché l'obbligo di restituzione delle somme indebitamente percepite. Ulteriori modifiche rafforzano il ruolo dell'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), attribuendogli compiti di vigilanza su specifiche categorie di appalti pubblici e individuando nuovi obblighi informativi da parte dell'autorità giudiziaria e delle stazioni appaltanti.
  La Raccomandazione n. 6 invita l'Italia ad attuare l’«Agenda per la semplificazione 2015-2017» al fine di snellire gli oneri amministrativi e normativi; adottare misure finalizzate a favorire la concorrenza in tutti i settori contemplati dal diritto della concorrenza e intervenire in modo deciso sulla rimozione degli ostacoli che ancora permangono; garantire la rettifica entro la fine del 2015 dei contratti di servizi pubblici locali che non ottemperano alle disposizioni sugli affidamenti «in-house». La Nota fa poi notare che nell'ultimo anno si è consolidata l'azione di riduzione degli oneri amministrativi. A dimostrazione di questo impegno, al 31 agosto 2015 il 90 per cento delle scadenze previste dall'Agenda per la semplificazione e dalla relativa pianificazione di dettaglio risultavano rispettate. Dalle misure previste dall'Agenda si potrà partire per ridurre significativamente lo stock di procedure non necessarie che ostacolano l'operare delle imprese e dei cittadini, oltre che per dare concreta attuazione all'Agenda Digitale italiana. In tale ambito merita particolare rilievo la definizione dell'iter del provvedimento, di prossima adozione, concernente il fascicolo sanitario. La riforma della Pubblica Amministrazione, di recente approvazione, prosegue e rafforza le azioni di semplificazione previsti nell'Agenda.
  Tra i risultati raggiunti, il Governo richiama la predisposizione della modulistica standardizzata relativa ai titoli abilitativi edilizi.
  In particolare, è stata completata l'adozione da parte di tutte le Regioni a statuto ordinario dei moduli semplificati e standardizzati per l'edilizia più utilizzati dai cittadini (CIL e CILA).
  Altri risultati indicati come prossimi alla realizzazione sono l'adozione da parte delle Regioni del modulo unico per l'autorizzazione unica ambientale (AUA), dopo la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 30 giugno 2015, mentre il modulo della denuncia di inizio attività (DIA) alternativa al permesso di costruire è stato approvato in Conferenza Unificata.
  Inoltre, le azioni dell'Agenda per la semplificazione sono rafforzate dalla approvazione della legge delega di riforma della pubblica amministrazione (Legge 7 agosto 2015, n. 124) che contiene alcune misure di semplificazione con immediata applicazione. Due sono le novità più significative al riguardo.
  Da un lato, l'introduzione del nuovo istituto generale del silenzio assenso tra Pag. 22amministrazioni pubbliche e tra amministrazione pubbliche e gestori di pubblici servizi (articolo 3). Esso trova applicazione nelle ipotesi in cui per l'adozione di provvedimenti normativi o amministrativi sia prevista l'acquisizione di assensi, concerti o nulla osta di competenza di altre amministrazioni pubbliche ovvero di gestori di beni e/o servizi pubblici. Questi ultimi sono tenuti a comunicare le rispettive decisioni all'amministrazione proponente entro 30 giorni (suscettibili di interruzione per una sola volta), decorsi inutilmente i quali, l'assenso, il concerto o il nulla osta s'intende acquisito.
  Dall'altro, la legge interviene direttamente anche in materia di autotutela amministrativa, delimitando meglio i poteri dell'amministrazione nei confronti dei privati in seguito all'avvio dell'attività sulla base di una segnalazione certificata di inizio attività (SCIA). Per effetto delle modifiche introdotte, inoltre, si circoscrive il tempo entro il quale la pubblica amministrazione può annullare d'ufficio i provvedimenti di autorizzazione o di attribuzione di vantaggi economici, specificando che si possa agire entro diciotto mesi al massimo, salvo che si tratti di provvedimenti conseguiti sulla base di dichiarazioni false o mendaci per effetto di condotte costituenti reato, accertate con sentenza passata in giudicato.
  Per quanto riguarda, invece, le deleghe contenute nella legge n. 124 del 2015 tese a semplificare i procedimenti amministrativi, il Governo, nelle more dell'adozione dei decreti delegati, richiama il fatto di aver proceduto ad istruire le proposte di riforma della Conferenza dei servizi per tagliare i tempi delle decisioni pubbliche e delle autorizzazioni per le attività d'impresa.
  Si riserva di formulare una proposta di parere per la seduta già prevista per la giornata di domani.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.40.