CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 17 settembre 2015
506.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (II e VI)
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

  Giovedì 17 settembre 2015. — Presidenza del presidente della VI Commissione Maurizio BERNARDO. – Interviene il sottosegretario dell'economia e delle finanze Pier Paolo Baretta.

  La seduta comincia alle 15.

Schema di decreto legislativo recante misure per la revisione della disciplina degli interpelli e del contenzioso tributario.
Atto n. 184-bis.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione – Parere favorevole).

  Le Commissioni proseguono l'esame dello schema di decreto legislativo, rinviato, da ultimo, nella seduta del 16 settembre scorso.

  Maurizio BERNARDO, presidente, intervenendo sull'ordine dei lavori, propone, concordi le Commissioni, di procedere a un'inversione nell'ordine dei lavori della seduta odierna, nel senso di esaminare prima lo schema di decreto legislativo recante misure per la revisione della disciplina degli interpelli e del contenzioso tributario (Atto n. 184-bis), per passare poi all'esame dello schema di decreto legislativo recante revisione del sistema sanzionatorio (Atto n. 183-bis).
  Ricorda che i relatori, Bazoli e Bonifazi, hanno formulato una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1). Avverte, altresì, che il gruppo M5S ha presentato una proposta di parere alternativa (vedi allegato 2), che sarà posta in votazione solo nel caso in cui la proposta di parere dei relatori fosse respinta.

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  Alfredo BAZOLI (PD), relatore per la II Commissione, anche a nome del collega Bonifazi, nel riconsiderare, ad un più attento esame, le valutazioni espresse in ordine alle questioni segnalate nella seduta precedente, sottolinea come le Commissioni siano nelle condizioni di esprimere un parere favorevole sullo schema di decreto legislativo in esame.

  Daniele PESCO (M5S), nel ricordare che il suo gruppo ha presentato alle Commissioni un documento contenente numerose osservazioni alle modifiche apportate allo schema di decreto all'esito dell'esame in Commissione, esprime il proprio rammarico per il mancato recepimento delle stesse nella proposta di parere dei relatori.
  In tale ambito, evidenzia come il MoVimento 5 Stelle intenda censurare, in particolare, le misure recate provvedimento le quali, limitando gravemente il diritto di difesa dei contribuenti costituzionalmente garantito, prevedono che essi non possano compiere azioni esecutive, ad esempio attraverso il pignoramento, nei confronti dell'amministrazione finanziaria, per il soddisfacimento dei loro crediti nei confronti della stessa amministrazione finanziaria, violando in tal modo il diritto di difesa costituzionalmente garantito, nonché introducendo un'inaccettabile disparità di trattamento tra pubblico e privato, dal momento che l'amministrazione può invece compiere azioni esecutive nei confronti dei contribuenti per la tutela dei suoi crediti.
  Stigmatizza altresì le disposizioni, recate dall'articolo 9 dello schema di decreto, le quali prevedono che il giudice tributario possa compensare le spese di giudizio. Sottolinea infatti come i predetti interventi normativi si pongano in contrasto con lo spirito della legge delega, introducendo misure a danno dei cittadini i quali, già vessati, si trovano a dover affrontare le spese di giudizio anche nei casi in cui abbiano visto accolte le proprie ragioni di merito.
  Nel complesso, lamenta l'atteggiamento di chiusura del Governo e della maggioranza, il quale appare esclusivamente volto a rifiutare in via pregiudiziale qualunque proposta che provenga dai gruppi di minoranza.

  Michele PELILLO (PD) esprime la soddisfazione del suo gruppo per la conclusione dell’iter parlamentare del provvedimento in esame.
  Ritiene infatti che esso rappresenti il miglior risultato possibile, in considerazione sia dei principi e criteri indicati dalla legge delega per la riforma del fisco, sia tenendo conto dell'attuale configurazione della giurisdizione tributaria. In particolare sottolinea come siano state raggiunte due importanti finalità: il rafforzamento della tutela del contribuente e lo snellimento del processo tributario.
  Pur rilevando quindi come sia tuttora aperta la questione della riforma della giurisdizione tributaria, che auspica possa essere presto affrontata dal Governo, ribadisce la propria valutazione positiva e il convinto voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere dei relatori.

  Alfredo BAZOLI (PD), nel replicare alle osservazioni testé formulate dal collega Pesco, relative peraltro a questioni già compiutamente valutate dalle Commissioni riunite in sede di espressione del precedente parere, osserva che il giudizio di ottemperanza rappresenta per il contribuente uno strumento certamente più efficiente e rapido rispetto all'ordinario processo di esecuzione. Quanto alla disposizione di cui all'articolo 9, lettera f), dello schema di decreto, rileva che il principio della compensazione delle spese, nell'ambito del processo tributario, dovrebbe trovare applicazione in modo stringente e rigoroso, limitatamente a casi gravi ed eccezionali.

  Daniele PESCO (M5S), nel ribadire il suo giudizio fortemente contrario sulle norme relative alla compensazione delle spese nell'ambito del processo tributario, evidenzia come esse, concepite con l'evidente finalità di determinare una deflazione del contenzioso tributario e dei costi Pag. 6ad esso connessi, disincentiveranno i contribuenti a proporre ricorso, con la conseguenza di limitare, di fatto, l'esercizio del diritto di difesa da parte dei cittadini, sancendo in tal modo il fallimento del processo tributario.

  Alfonso BONAFEDE (M5S) richiama l'attenzione sul fatto che la disposizione di cui all'articolo 9, lettera f), del provvedimento in discussione determina il rilevante rischio di scoraggiare i cittadini dalla presentazione di ricorsi, specie con riferimento a cause tributarie di valore esiguo. Ritiene, quindi, che tale norma dovrebbe essere soppressa.

  Giovanni SANGA (PD) rileva come le disposizioni contenute nello schema di decreto in tema di compensazione delle spese di giudizio nel contenzioso tributario vadano nella direzione opposta da quella paventata dai gruppi di opposizione. Fa presente infatti come attualmente il giudice tributario, anche nei casi in cui l'Amministrazione finanziaria risulti soccombente in giudizio, compensi le spese tra le parti e come il provvedimento in esame si proponga di sanare questa palese ingiustizia.

  Le Commissioni approvano la proposta di parere dei relatori (vedi allegato 1).

Schema di decreto legislativo recante revisione del sistema sanzionatorio.
Atto n. 183-bis.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  Le Commissioni proseguono l'esame dello schema di decreto legislativo, rinviato, da ultimo, nella seduta del 16 settembre scorso.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice per la II Commissione, avverte che i relatori, onorevoli Ferranti e Pelillo, hanno presentato una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 3). Avverte, altresì, che il gruppo M5S ha presentato una proposta di parere alternativa (vedi allegato 4), che sarà posta in votazione solo nel caso in cui la proposta di parere dei relatori fosse respinta.

  Michele PELILLO (PD), relatore per la VI Commissione, sottolinea innanzitutto come lo schema di decreto in esame costituisca il risultato dell'ampio e proficuo lavoro svolto dalle Commissioni. In tale contesto evidenzia, in particolare, come il testo deliberato dal Consiglio dei ministri in seconda deliberazione, recependo larga parte dei rilievi contenuti nel parere espresso dalle Commissioni sulla prima versione del provvedimento, costituisca un punto di arrivo molto soddisfacente.
  Nel rilevare, quindi, come la proposta di parere dei relatori tenga conto di molti dei rilievi contenuti nel documento presentato dal Movimento 5 Stelle, ritiene che il testo finale del provvedimento rappresenti un ottimo punto di equilibrio tra le diverse posizioni, inizialmente molto distanti tra loro, espresse dalle diverse forze politiche nel corso della discussione.

  Alfonso BONAFEDE (M5S), nell'illustrare la proposta alternativa di parere presentata dal Gruppo Movimento Cinque Stelle, sottolinea che buona parte delle condizioni ed osservazioni contenute nel parere espresso dalle Commissioni II e VI, nella seduta del 5 agosto scorso, non sono state accolte dal Governo, che ha di fatto vanificato il lavoro parlamentare. Ritiene, quindi, che le Commissioni debbano ribadire i profili di criticità già illustrati nel parere sopra richiamato, con particolare riferimento a quelli relativi agli articoli 3, 4, 7 ed 8 dello schema di decreto legislativo, anche al fine di salvaguardare la dignità del proprio ruolo istituzionale.

  Carla RUOCCO (M5S), nel ribadire la posizione del suo gruppo, il quale si è sempre schierato in difesa dei piccoli e medi imprenditori, sottolinea come il Governo Pag. 7vada nella direzione opposta, continuando a offrire sempre maggiori vantaggi e tutele ai grandi imprenditori che pongono in essere condotte fraudolente nei confronti del fisco.
  In particolare, stigmatizza le misure contenute all'articolo 4 dello schema di decreto le quali, riguardo alla disciplina sanzionatoria delle dichiarazioni infedeli, innalzano le soglie di punibilità del reato da cinquantamila a centocinquantamila euro per l'imposta evasa e da due a tre milioni di euro relativamente agli elementi attivi sottratti all'imposizione.
  Rileva inoltre come il Governo non abbia attuato importanti misure, sostenute dal MoVimento 5 Stelle e introdotte anche nei principi di delega, tra cui cita quelle relative all'esenzione dall'IRAP per i professionisti privi di «autonoma organizzazione» e per le piccole imprese e all'introduzione del principio dell'IVA per cassa, e come risultino, più in generale, disattese le richieste del suo gruppo, da sempre impegnato a contrastare ogni forma di indulgenza nei confronti dei reati fiscali commessi, mediante artifizi e raggiri, dai soggetti titolari di grandi imprese.

  Daniele PESCO (M5S), nel sottolineare le gravi criticità sottese al provvedimento, chiede alle Presidenze di posticipare lo svolgimento della votazione sulla proposta di parere dei relatori.
  Evidenzia infatti come lo schema di decreto in esame contenga una serie di misure le quali favoriscono i grandi evasori i quali, oltre a non essere più perseguibili per falso in bilancio, grazie ad esse saranno messi nella condizione di raggirare impunemente il fisco, senza poter essere perseguiti neanche per i reati di dichiarazione infedele o fraudolenta.
  Ritiene quindi che le modifiche recate dallo schema di decreto comporteranno un'ulteriore grave compressione della sanzionabilità delle condotte fraudolente dei grandi evasori, i quali risultano già fortemente avvantaggiati dall'attuale regime penale tributario e dall'incapacità mostrata dallo Stato nella lotta contro l'evasione dei grandi contribuenti.
  Passando all'esame delle altre disposizioni contenute nello schema di decreto, richiama in particolare la norma contenuta all'articolo 3, la quale, al comma 1, in relazione al reato di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici, prevede il requisito dell'utilizzo di mezzi fraudolenti idonei a indurre in errore l'amministrazione finanziaria. Evidenzia infatti come tale stesura della norma costituisca un «non senso» e ne comprometta la corretta applicazione, posto che, se il reato è stato accertato, logicamente la condotta illecita è per sua natura tale da indurre in errore l'amministrazione finanziaria.
  Critica quindi il provvedimento nel suo complesso, ritenendo che esso sia l'espressione della situazione di sbando in cui versano il Governo e la maggioranza che lo sostiene.

  Maurizio BERNARDO, presidente, con riferimento alla richiesta del deputato Pesco di posticipare la votazione sulla proposta di parere dei relatori, rileva in primo luogo come la conclusione dell’iter parlamentare del provvedimento nella seduta odierna fosse stata preannunciata nel corso delle precedenti sedute delle Commissioni.
  Evidenzia inoltre come le diverse forze politiche abbiano ampiamente espresso nel corso della discussione, su questioni rilevanti e complesse, le proprie posizioni, che sono in parte confluite nella proposta di parere formulata dai relatori, ma che risultano invece assai distanti su molti altri temi. In tale contesto ritiene quindi opportuno che le Commissioni procedano ora alla votazione della proposta di parere formulata dai relatori, anche in considerazione del fatto che la Commissione Finanze deve concludere entro la seduta odierna l'esame in sede referente, in congiunta con la Commissione Attività produttive, del disegno di legge C. 3012, recante la legge annuale per il mercato e la concorrenza.

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  Alfonso BONAFEDE (M5S), invita i colleghi della maggioranza ad assumere posizioni di maggiore coerenza rispetto al parere precedentemente espresso dalle Commissioni riunite, evitando atteggiamenti di sudditanza nei confronti del Governo.

  Le Commissioni approvano la proposta di parere formulata dai relatori (vedi allegato 3).

  La seduta termina alle 15.30.

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