CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 4 agosto 2015
497.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
Pag. 121

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 4 agosto 2015. — Presidenza del Presidente Maurizio BERNARDO. — Interviene il Viceministro dell'economia e delle finanze Luigi Casero.

  La seduta comincia alle 14.

Schema di decreto legislativo recante misure per la revisione della disciplina dell'organizzazione delle Agenzie fiscali.
Atto n. 181.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione – Parere favorevole con condizione e osservazioni).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo, rinviato, da ultimo, nella seduta del 30 luglio scorso.

  Maurizio BERNARDO, presidente, avverte che il relatore, Causi, ha ulteriormente riformulato la sua proposta di parere (vedi allegato 1) trasformando in condizione l'osservazione di cui alla lettera c).
  Avverte quindi che il gruppo M5S ha presentato una proposta di parere alternativa a quella del relatore (vedi allegato 2), la quale sarebbe posta in votazione solo ove fosse respinta la proposta di parere del relatore.

  Marco CAUSI (PD), relatore, evidenzia come, rispetto alla posizione espressa sullo schema di decreto dal gruppo M5S, si Pag. 122evidenzino larghi punti di accordo, relativamente a sette degli otto rilievi contenuti nella proposta di parere alternativa. Rileva invece un evidente dissenso circa il tema della specificità dell'organizzazione delle Agenzie fiscali.
  A tale proposito, mentre il gruppo M5S ritiene che le Agenzie fiscali debbano essere disciplinate ed organizzate come tutti gli altri uffici pubblici, al contrario la sua posizione, evidenziata nella proposta di parere, è che l'organizzazione delle Agenzie stesse debba tenere adeguatamente conto delle specificità e delle specializzazioni fondamentali per l'attività di tale settore dell'amministrazione finanziaria, evitando di compiere arretramenti che riporterebbero la stessa amministrazione finanziaria alla condizione che si è registrata fino alla metà degli anni 90, quando tutti gli uffici pubblici erano disciplinati in maniera sostanzialmente identica, pregiudicandone tuttavia l'efficienza.

  Giulio Cesare SOTTANELLI (SCpI) evidenzia come il suo gruppo abbia fornito diversi contributi all'esame del provvedimento, i quali non sono stati tuttavia sostanzialmente recepiti nella proposta di parere formulata dal relatore. In tale contesto condivide pienamente le scelte del Governo in merito ai contenuti dello schema di decreto, mentre ritiene che l'ipotesi, indicata nella condizione della proposta di parere del relatore, di autorizzare le Agenzie fiscali ad istituire posizioni amministrative di livello non dirigenziale, in aggiunta a quelle già previste, contraddica l'impostazione dello schema. Analoga considerazione può farsi rispetto all'indicazione, contenuta nella lettera d) delle osservazioni recate dalla proposta di parere del relatore, secondo cui dovrebbe essere innalzata al 50 per cento la percentuale dei posti messi a concorso per la copertura delle carenze di organico nelle posizioni dirigenziali, riservati al personale dipendente dalle Agenzie.
  Ancora con riferimento alla tematica dei concorsi sottolinea come l'idea, contenuta nella medesima lettera d) delle osservazioni, di sostituire alla valutazione per esami una valutazione basata sui curricula dei candidati alle posizioni dirigenziali, costituisca una sostanziale sanatoria delle nomine a dirigenti annullate in conseguenza della recente sentenza in materia della Corte costituzionale, in quanto la valutazione dei curricula premierà tendenzialmente proprio quei soggetti la cui nomina a dirigente è stata annullata.
  Nel complesso esprime una valutazione positiva sulle lettere a) e b) delle osservazioni, mentre valuta negativamente il restante contenuto della proposta di parere.

  Giovanni PAGLIA (SEL) condivide innanzitutto le considerazione del relatore, Causi, sulla necessità di concepire la pubblica amministrazione come un'organizzazione non unitaria, nella quale sono presenti settori diversi, ciascuno dei quali presenta le proprie specificità.
  Esprime quindi perplessità in relazione alla previsione recata dall'articolo 1, comma 8, del provvedimento la quale, nell'ambito del riordino della struttura delle agenzie fiscali in funzione del contenimento delle spese di funzionamento, stabilisce la riduzione del personale di livello dirigenziale. Rileva infatti come tale misura potrebbe avere ripercussioni importanti sull'operatività dell'Agenzia, la quale, per svolgere le proprie funzioni di accertamento e controllo, necessita di adeguate risorse umane, anche di livello apicale.
  Nel ribadire come la misura in esame, oltre ad avere un possibile impatto negativo, risponda esclusivamente a una logica di spending review, non essendo stata altrimenti motivata, preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore e l'astensione sulla proposta di parere alternativa del Movimento 5 Stelle.

  Carla RUOCCO (M5S) evidenzia come l'articolo 2 dello schema di decreto introduca disposizioni che aggirano sostanzialmente il dispositivo della sentenza della Corte costituzionale n. 37 del 2015, la quale ha dichiarato illegittimità delle norme che prevedevano l'attribuzione, Pag. 123senza concorso, di incarichi dirigenziali ai funzionari dell'Agenzia delle entrate. Rileva, infatti, come l'intento di coprire i posti dirigenziali vacanti possa essere perseguito efficacemente attraverso lo strumento del concorso pubblico, il quale, per le caratteristiche di trasparenza e oggettività, rappresenta certamente il mezzo migliore per reclutare soggetti da collocare in posizioni apicali ad alta specializzazione tecnica.
  Con riferimento alla previsione della riduzione degli incarichi dirigenziali, sottolinea inoltre come le difficoltà operative dell'Agenzia delle entrate derivino non tanto dalla carenza di dirigenti, quanto, semmai, da un'insufficiente presenza in servizio di funzionari, il cui ruolo incide concretamente sull'operatività delle agenzie dell'Agenzia stessa.

  Daniele PESCO (M5S) esprime il proprio rammarico per la proposta di parere del relatore, censurando, in particolare, le osservazioni di cui alle lettere d) ed e). A tale riguardo, ricorda che tali osservazioni chiedono l'aumento dal 30 al 50 per cento dei posti messi a concorso riservati a personale già dipendente delle agenzie fiscali, la sostituzione del concorso per esami con una selezione basata sulla verifica dell'esperienza e della preparazione tecnica o, quanto meno, la valutazione dei curricula dei candidati, nonché la delega a funzionari della terza area di funzioni dirigenziali nelle more dell'espletamento dei concorsi. Sottolinea come in base a tali previsioni, anziché valorizzare il merito, si continuino a premiare soggetti che hanno già illegittimamente beneficiato dell'attribuzione di incarichi senza previo svolgimento di un concorso pubblico.
  Nell'evidenziare quindi come la selezione del personale, anche dirigenziale, dell'Agenzia delle entrate, debba aver luogo per concorso pubblico, stigmatizza l'atteggiamento dl Governo il quale, anziché attenersi a quanto stabilito dalla Corte Costituzionale nella richiamata sentenza n. 37 del 2015, ha ancora una volta concepito un sistema per la copertura dei posti dirigenziali vacanti non basato su criteri limpidi e oggettivi.

  Gian Mario FRAGOMELI (PD) ricorda che già il decreto legislativo n. 165 del 2001, recante norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, ha attribuito agli organi della pubblica amministrazione, nell'ambito del rispetto dei principi generali, un certo grado di autonomia per quanto riguarda le selezioni per il reclutamento dei dirigenti, consentendo loro di poter valutare, oltre che il sapere, anche il «saper fare» dei candidati.
  In tale ambito, evidenzia come le procedure di reclutamento per dirigenti debbano quindi essere idonee a selezionare soggetti dotati sia di un'adeguata preparazione teorica sia di esperienza e capacità operativa e tecnica, così da soddisfare le specifiche esigenze dell'ente che procede al reclutamento.

  Sandra SAVINO (FI-PdL) rileva come lo schema di decreto abbia operato una sostanziale sanatoria della situazione preesistente relativa agli incarichi dei dirigenti dichiarati illegittimi dalla Corte costituzionale con la recente senza n. 37 del 2015. Ritiene peraltro che il Governo debba affrontare la questione della carenza di personale, anche dirigenziale, in termini più generali, facendosi carico delle gravi difficoltà in cui versano molti enti e organi dell'Amministrazione statale.
  In tale contesto ritiene inoltre che a tale questione sia connesso il tema della cosiddetta «sburocratizzazione» della pubblica amministrazione, il cui processo andrebbe ripreso e incentivato al fine di ammodernare il settore pubblico, con effetti positivi a favore della collettività.

  Marco CAUSI (PD), relatore, sottolinea come sulle tematiche affrontate dal provvedimento si stia svolgendo una discussione importante, che non potrà naturalmente concludersi nella seduta odierna, ma che dovrà svilupparsi alla ripresa dei lavori parlamentari dopo l'aggiornamento Pag. 124per il periodo estivo, relativamente alla riorganizzazione delle Agenzie fiscali ed all'approfondimento dei temi connessi con lo stesso modello agenziale, rilevando come, su tali questioni, si registrino opinioni diverse.
  Sotto un primo profilo evidenzia come, a partire dall'istituzione delle Agenzie fiscali, sia emersa, nel dibattito pubblico e politico, la tendenza a contestare il modello delle Agenzie, affermando che l'unità dello Stato non permette un'articolazione dei modelli organizzativi nei diversi settori della pubblica amministrazione. Ritiene, tuttavia, che tale opinione debba essere considerata antimoderna, in quanto essa impedisce di rendere le pubbliche amministrazioni più efficienti e più vicine alle esigenze dei cittadini. In questa prospettiva la sua proposta di parere intende fornire un chiaro indirizzo politico a favore di un modello di amministrazione finanziaria specializzato e articolato secondo il sistema delle Agenzie. Tale orientamento risulta del resto basato anche sull'esperienza di altri Paesi, tra cui richiama in particolare l'esempio dell’Internal revenue Service degli USA, nei quali le amministrazioni finanziarie presentano un grado di specialità molto più spiccata che non in Italia.
  Sotto un ulteriore profilo reputa che la discussione sullo schema di decreto sia stata influenzata negativamente dalla sentenza della Corte costituzionale che ha comportato l'annullamento di talune nomine dirigenziali presso le Agenzie fiscali, inducendo la Commissione a focalizzarsi su alcuni errori indubbiamente compiuti dalle Agenzie stesse, le quali hanno ritenuto, in passato, di potersi garantire un sufficiente grado di specializzazione puntando principalmente sul tema delle nomine dirigenziali. Sottolinea, comunque, come la sua proposta di parere non intenda in alcun modo aggirare il contenuto della predetta sentenza.
  Con riferimento alle considerazioni espresse dal deputato Sottanelli, chiarisce come l'attribuzione di posizioni organizzative di livello non dirigenziale presso le Agenzie non comporterà la conseguenza che i funzionari cui saranno attribuite tali posizioni possano guadagnare più dei dirigenti; al tempo stesso ritiene che questi funzionari, i quali verranno ad assumere responsabilità, anche economiche, molto rilevanti, debbano poter godere di emolumenti aggiuntivi, quanto meno per poter coprire i costi delle coperture assicurative di cui dovranno dotarsi a fronte delle citate, nuove responsabilità.
  In tale ambito sottolinea di non ritenersi soddisfatto delle previsioni in materia contenute nell'articolo 4-bis del decreto-legge n. 78 del 2015, e come proprio per tale motivo la sua proposta di parere intenda fornire un impulso in materia.
  Chiede quindi che la sua proposta di parere sia posta in votazione per parti separate, votando distintamente le lettere a) e b) delle osservazioni rispetto alla restante parte della proposta.

  Giulio Cesare SOTTANELLI (SCpI) concorda con la richiesta del relatore di votare per parti separate la sua proposta di parere.
  Per quanto riguarda gli aspetti di merito, sottolinea come il parere della Commissione sullo schema di decreto debba essere quanto più possibile in linea con gli orientamenti assunti dal Governo attraverso le previsioni contenute nello stesso provvedimento, assicurando in particolare che, in coerenza con gli indirizzi della maggioranza e dell'Esecutivo, l'attribuzione degli incarichi dirigenziali avvenga secondo il rigoroso rispetto del merito.
  Preannuncia quindi il voto favorevole del suo gruppo sulle lettere a) e b) delle osservazioni contenute nella proposta di parere, mentre preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulle restanti parti della stessa proposta.

  Maurizio BERNARDO, presidente, avverte che, a seguito della richiesta in tal senso del deputato Causi, la proposta di parere del relatore sarà posta in votazione per parti separate, procedendo dapprima alla votazione delle lettere a) e b) delle osservazioni e, quindi, alla votazione delle restanti parti della proposta di parere.

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  La Commissione, con distinte votazioni, approva le lettere a) e b) delle osservazioni contenute nella proposta di parere del relatore, come riformulata e, quindi, le restanti parti della stessa proposta di parere.

Schema di decreto legislativo recante norme in materia di stima e monitoraggio dell'evasione fiscale e in materia di monitoraggio e riordino delle disposizioni in materia di erosione fiscale.
Atto n. 182.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo, rinviato, da ultimo, nella seduta del 29 luglio scorso.

  Maurizio BERNARDO, presidente, ricorda che il relatore, Marco Di Maio, in precedenza aveva già formulato una proposta di parere favorevole con osservazioni, la quale è già stata trasmessa a tutti i componenti della Commissione.

  Filippo BUSIN (LNA) concorda con l'opportunità di procedere a una revisione delle spese fiscali, sia per rivalutarne l'efficacia, sia per adeguarle alle evoluzioni della realtà sociale ed economica del Paese, rilevando tuttavia come lo schema di decreto indichi troppe eccezioni a tale processo di revisione, in alcuni casi con indicazioni troppo generiche.

  Giovanni PAGLIA (SEL) rileva un'evidente contraddizione tra l'obiettivo di rivedere le spese fiscali e l'introduzione di nuove forme di deduzione per il lavoro autonomo, esprimendo altresì disaccordo rispetto all'ipotesi di prevedere detrazioni per le spese di istruzione e per quelle relative ai beni culturali. Ritiene inoltre che si debbano mantenere le attuali detrazioni per le spese sanitarie, senza tuttavia estendere tale agevolazione tributaria ad altre tipologie di spesa sanitaria.
  Per quanto riguarda la Commissione istituita dall'articolo 1 dello schema di decreto per redigere il rapporto annuale sulle spese fiscali, esprime perplessità circa il fatto che la partecipazione alla Commissione non dia diritto ad alcun compenso o rimborso di spese, sottolineando come, per poter essere effettivamente efficace, occorre porre la Commissione stessa nelle condizioni di lavorare.
  Con riferimento invece al monitoraggio dell'evasione fiscale previsto dall'articolo 2 dello schema di decreto, sottolinea come manchi la possibilità, per il Parlamento, di valutare effettivamente la capacità operativa delle Agenzie fiscali sotto il profilo del contrasto all'evasione, ritenendo che il rapporto previsto dallo stesso articolo 2 sui risultati conseguiti in materia debba contenere anche una comparazione tra l'attività delle Agenzie e le risorse poste a tal fine a disposizione delle Agenzie stesse.
  Dichiara quindi il voto di astensione del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore.

  Daniele PESCO (M5S) sottolinea come molti degli interventi in materia tributaria adottati dall'attuale Governo non possano essere considerati come riduzioni fiscali, ma interventi di favore nei confronti di taluni settori, richiamando a tale proposito il vero e proprio regalo recentemente fatto alle banche attraverso l'ampliamento della possibilità di dedurre dall'imponibile IRES e IRAP le perdite su crediti, che non sarà probabilmente nemmeno ricompreso nell'ambito delle spese fiscali.

  Il Viceministro Luigi CASERO, con riferimento alle considerazioni espresse dal deputato Paglia in merito al monitoraggio delle spese fiscali, sottolinea la necessità di compiere di un aggiornamento di tale monitoraggio, già svolto in passato, al fine di disporre di dati più analitici circa il costo di ogni singola spesa fiscale, la relativa platea di beneficiari, nonché l'impatto microeconomico e macroeconomico determinato da ciascuna spesa fiscale. Sotto questo profilo le previsioni contenute nello schema di decreto hanno quindi Pag. 126una finalità informativa nei confronti dei decisori politici, lasciando al Governo e al Parlamento il giudizio di valore sulle spese fiscali.
  Per quanto riguarda invece il tema del monitoraggio dell'evasione fiscale, sottolinea come occorra quantificare le singole tipologie di evasione fiscale, individuando quali siano le attività poste in essere per realizzare le diverse modalità di evasione. Concorda quindi con il deputato Paglia circa l'utilità di disporre di dati relativamente all'efficacia dei diversi strumenti di contrasto ai fenomeni evasivi, ritenendo tuttavia che tale aspetto dovrà essere implementato in un momento successivo.
  In tale contesto sottolinea come l'insieme delle misure contenute nello schema di decreto intenda consentire di compiere un salto di qualità su tali tematiche.

  Girolamo PISANO (M5S) ricorda come nella legge di delega per la riforma del sistema fiscale si era prospettato un diverso modello di imposizione fiscale, che fosse di per sé in grado di evitare i fenomeni evasivi, ad esempio ricorrendo ad un meccanismo di forfettizzazione del prelievo per talune categorie di contribuenti: invita pertanto il Governo a esplorare tale possibilità, evitando di disperdere le energie in attività di contrasto di una molteplicità di fenomeni evasivi.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) dichiara il voto di astensione del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere formulata dal relatore (vedi allegato 3).

Schema di decreto legislativo recante misure per la semplificazione e razionalizzazione delle norme in materia di riscossione.
Atto n. 185.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo, rinviato, da ultimo, nella seduta del 29 luglio scorso.

  Paolo PETRINI (PD), relatore, avverte di aver riformulato la sua proposta di parere (vedi allegato 4).
  In particolare le modifiche riguardano l'inserimento di un'osservazione con cui si chiede al Governo di prevedere una normativa transitoria per quanto riguarda le modifiche apportate in materia di remunerazione degli agenti della riscossione, al fine di evitare che tale riforma possa determinare costi aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato, prevedendo anche forme di integrazione dei ricavi degli agenti della riscossione nel caso in cui non sia possibile garantirne l'equilibrio economico e finanziario nella fase di passaggio dal vecchio al nuovo sistema di remunerazione.
  In parallelo, con un'ulteriore osservazione, si chiede al Governo la possibilità di meglio graduare, anche sotto forma di rimborsi spese o di sanzioni, gli oneri posti a carico dei debitori soggetti a procedure di riscossione coattiva in relazione all'attività svolta dall'agente della riscossione, anche al fine di tenere conto dei principi contenuti nell'ordinanza n. 147/2015 della Corte Costituzionale.
  Inoltre si specifica che l'opportunità, segnalata dalla proposta di parere, di estendere la possibilità, per il contribuente, di chiedere un ulteriore piano di rateazione, nel caso di decadenza del primo piano di rateazione concesso, anche con riferimento ai piani di rateazione delle somme dovute a seguito di acquiescenza o di accertamento con adesione, si dovrà applicare limitatamente a quelli decaduti a partire dai 24 mesi precedenti l'entrata in vigore del decreto legislativo.

  Maurizio BERNARDO, presidente, avverte che il gruppo M5S ha formulato una proposta di parere alternativa a quella del relatore (vedi allegato 5), la quale sarebbe posta in votazione solo ove fosse respinta la proposta di parere del relatore.

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  Giovanni PAGLIA (SEL), con riferimento all'articolo 9 dello schema di decreto, il quale modifica i criteri per la quantificazione della remunerazione del servizio nazionale della riscossione prevedendo che venga riconosciuto agli agenti della riscossione il ristoro degli oneri commisurati al costo di funzionamento del servizio, considera del tutto ragionevole porre il tema della sostenibilità economica del nuovo sistema di remunerazione degli agenti della riscossione, ritenendo che tale aspetto debba essere segnalato con una condizione invece che con una semplice osservazione e che il Governo debba fornire chiarimenti in merito.

  Daniele PESCO (M5S) ribadisce in primo luogo come il suo gruppo non condivida la disposizione contenuta nell'articolo 1 dello schema di decreto la quale sopprime la lettera f) del comma 538 dell'articolo 1 della legge n. 228 del 2012. Al riguardo, nel ricordare che la norma di cui alla predetta legge n. 228 consente di esperire la procedura di sospensione legale della riscossione in presenza di «qualsiasi altra causa di non esigibilità del credito sotteso», sottolinea come la soppressione di disposizione penalizzi i contribuenti privandoli di un importante strumento di tutela.
  In tale contesto ritiene che l'impianto normativo relativo alla disciplina della sospensione legale della riscossione vada rivisto, nell'ottica di una maggior tutela degli interessi del contribuente, uniformando innanzitutto il termine per la dichiarazione di cui al comma 538 al termine per l'impugnazione dell'atto, al fine di garantire al contribuente la necessaria tutela giudiziaria.
  Segnala quindi come la proposta di parere alternativa a quella del relatore presentata dal suo gruppo proponga di eliminare tale soppressione della lettera f) ovvero, in subordine, di prevedere la tipizzazione di ipotesi frequenti di illegittimità del ruolo, facilmente verificabili dall'ente creditore, tra cui: a) omessa notifica del titolo presupposto dell'iscrizione a ruolo; b) prescrizione o decadenza sopravvenuta alla formazione del ruolo; c) illegittimità formale del ruolo e degli atti della riscossione e di esecuzione.
  La suddetta proposta di parere propone altresì di estendere la presentazione della dichiarazione ai casi di inesigibilità del credito successivi alla formazione del ruolo imputabili direttamente al concessionario della riscossione e di specificare che la procedura prevista non preclude la successiva proposizione del ricorso alle competenti autorità giudiziarie.

  Filippo BUSIN (LNA) dichiara il voto favorevole del proprio gruppo sulla proposta di parere del relatore, in particolare per quanto riguarda l'armonizzazione dei meccanismi di rateizzazione delle somme dovute, anche con riferimento agli importi dovuti a seguito di acquiescenza o di accertamento con adesione.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) chiede di integrare l'osservazione di cui alla lettera a) della proposta di parere del relatore, relativa alle modifiche apportate dall'articolo 1 dello schema di decreto legislativo alla disciplina della sospensione della riscossione, nel senso di chiedere al Governo di non precludere la successiva proposizione del ricorso, da parte del debitore stesso, alle competenti autorità giudiziarie.

  Paolo PETRINI (PD), relatore, accoglie la richiesta di riformulazione della sua proposta di parere avanzata dal deputato Villarosa, integrando conseguentemente la lettera a) delle osservazioni (vedi allegato 6).

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore, come riformulata.

  La seduta termina alle 15.

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