CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 3 giugno 2015
456.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 3 giugno 2015. — Presidenza del presidente Ermete REALACCI. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'ambiente, la tutela del territorio e del mare, Barbara DEGANI.

  La seduta comincia alle 13.

D.L. 51/2015: Disposizioni urgenti in materia di rilascio dei settori agricoli in crisi di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale e di razionalizzazione delle strutture ministeriali.
C. 3104 Governo.

(Alla XIII Commissione).
(Esame e rinvio).

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  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Oreste PASTORELLI (Misto-PSI-PLI), relatore, fa presente che la Commissione è chiamata ad esprimere il parere sul disegno di legge di conversione del decreto-legge 5 maggio 2015, n. 51, recante disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi, di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale e di razionalizzazione delle strutture ministeriali (C. 3104 Governo), assegnato alla XIII Commissione in sede referente.
  Osserva che il provvedimento in esame, come si evince dalla relazione illustrativa, contempla diversi ambiti di intervento. In primo luogo, relativamente al settore lattiero-caseario, sono introdotte misure (articoli da 1 a 3) in grado di attenuare l'impatto della cessazione, al 31 marzo 2015, del regime delle quote, con particolare riferimento al controllo della volatilità dei prezzi del latte. Tali misure, che mirano ad evitare l'esclusione dal mercato del latte delle aziende italiane, intervengono, in particolare, sul riordino delle relazioni commerciali del settore, attraverso l'adeguamento della normativa interna a quella europea in materia di organizzazioni interprofessionali, in modo da superare le debolezze strutturali della filiera. Relativamente al settore olivicolo-oleario, è previsto un piano di interventi (articolo 4) volto a recuperare e rilanciare la produttività e la competitività delle aziende olivicole, anche attraverso il miglioramento della qualità del prodotto. Sono, infine, previsti specifiche misure a sostegno delle imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale, quali emergenze di carattere alluvionale e infezioni nocive (articolo 5), nonché urgenti interventi diretti alla razionalizzazione delle strutture ministeriali relative alla gestione commissariale della soppressa Agensud (articolo 6).
  Nel rinviare alla documentazione predisposta dagli uffici per una disamina più dettagliata dei contenuti del decreto-legge in discussione, sottolinea che si soffermerà sulle sole disposizioni di stretto interesse della Commissione, di cui al richiamato articolo 5.
  In particolare, rileva che il comma 1 del predetto articolo, dispone che, nei territori colpiti dalle avversità atmosferiche di eccezionale intensità nel corso dell'anno 2014 e fino alla data di entrata in vigore del provvedimento, le imprese agricole danneggiate da eventi alluvionali che non hanno sottoscritto polizze assicurative agevolate a copertura dei rischi possono accedere agli interventi per favorire la ripresa dell'attività economica e produttiva di cui all'articolo 5 del decreto legislativo n. 102 del 2004, recante disciplina del Fondo di solidarietà nazionale in agricoltura. Il comma 1 dispone, inoltre, che nelle more dell'avvio dei nuovi strumenti per la gestione del rischio del Programma nazionale di sviluppo rurale (PSRN) e delle misure di ripristino del potenziale produttivo dei Programmi Regionali di Sviluppo Rurale (PSR) relativi al periodo di programmazione 2014-2020, le medesime misure compensative di sostegno possono essere concesse anche alle imprese agricole che hanno subito danni a causa di infezioni di organismi nocivi ai vegetali nel corso degli anni 2014 e 2015.
  Ai sensi del comma 2, le Regioni interessate, anche in deroga ai termini stabiliti dal citato decreto legislativo, possono deliberare la proposta di declaratoria di eccezionalità degli eventi di cui al comma 1, entro il termine perentorio di sessanta giorni dall'entrata in vigore del decreto legge in esame, ovvero, nel caso delle infezioni degli organismi nocivi ai vegetali verificatesi successivamente, entro sessanta giorni dall'adozione delle misure di contenimento o di eradicazione da parte delle competenti autorità nazionali ed europee.
  Il comma 3 dispone l'integrazione della dotazione finanziaria del fondo di solidarietà nazionale di cui all'articolo 15 del decreto legislativo n. 102 del 2004 per gli interventi compensativi in favore delle imprese agricole che hanno subito danni a causa dell'infezione del batterio della Pag. 81xylella fastidiosa, con risorse pari a 1 milione di euro per l'anno 2015 e 10 milioni di euro per l'anno 2016.
  Infine, ai sensi del successivo comma 4, fa presente che all'attuazione delle disposizioni di cui ai commi 1 e 2 si provvede nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e comunque senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
  Ciò premesso, si riserva di presentare una proposta di parere sul decreto-legge in esame, all'esito del dibattito che seguirà, in modo da poter valutare i rilievi e le osservazioni che dovessero emergere.

  Mirko BUSTO (M5S), nel preannunciare, a nome dei deputati del suo gruppo parlamentare, una proposta di parere alternativa, evidenzia come, a suo parere, la questione relativa all'infezione causata dal batterio «xylella fastidiosa» non sia stata, sino ad ora, adeguatamente affrontata. Al riguardo, osserva infatti come sia del tutto inutile e dannoso procedere all'estirpazione dei vettori della predetta infezione, dal momento che i batteri presentano una elevata capacità di sopravvivenza e sono in grado di riprodursi molto rapidamente. Ritiene altresì dannoso l'utilizzo di pesticidi, che determinano fenomeni di «immunocompressione» delle piante, con conseguenti effetti pregiudizievoli sull'ambiente e, in particolare, sulla microbiodiversità dei suoli. Fa presente, infine, come recenti studi sembrerebbero mettere in dubbio che il predetto batterio sia la principale causa dell'infezione.

  Ermete REALACCI, presidente, rileva come la questione della «xylella fastidiosa» si protrae oramai da lungo tempo, necessitando di soluzioni tempestive ed efficaci.

   Mirko BUSTO (M5S), nel ribadire la sua contrarietà in merito alle soluzioni sinora adottate, sottolinea la possibilità, per combattere l'infezione causata dal batterio, di ricorrere a strategie alternative alla rimozione delle piante infette.

  Oreste PASTORELLI (Misto-PSI-PLI), relatore, nell'associarsi alle considerazioni del presidente Realacci, sottolinea che il problema avrebbe, da tempo, dovuto essere affrontato attraverso strategie più efficaci, oltre che più tempestive. Proprio a tal fine, segnala la necessità di incrementare le misure volte a tutelare i piccoli e medi produttori olivicoli rispetto alle infezioni e alle fitopatie verificatesi negli ultimi anni, con riferimento non solo a quelle provocate dalla «xylella fastidiosa», che interessa prevalentemente l'area del Salento, ma anche a quelle cagionate dalla «mosca olearia», che ha causato ingenti danni a numerose aziende.

  Ermete REALACCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.10.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 3 giugno 2015. — Presidenza del presidente Ermete REALACCI. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'ambiente, la tutela del territorio e del mare, Barbara DEGANI.

  La seduta comincia alle 13.10.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 13 marzo 2013, n. 30, di attuazione della direttiva 2009/29/CE che modifica la direttiva 2003/87/CE al fine di perfezionare ed estendere il sistema comunitario per lo scambio di quote di emissione di gas a effetto serra.
Atto n. 155.

(Seguito esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo in oggetto, rinviato nella seduta del 21 maggio 2015.

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  Ermete REALACCI, presidente, comunica è stata acquisita dal Governo per le vie brevi la disponibilità ad attendere l'espressione del prescritto parere parlamentare entro i primi giorni della prossima settimana. Avverte che, a tal fine, la relatrice Stella Bianchi presenterà, nel corso della seduta convocata per la giornata di domani, una proposta di parere relativa al provvedimento in discussione, da sottoporre all'attenzione dei colleghi per eventuali modifiche o integrazioni.

  Mirko BUSTO (M5S), a nome del suo gruppo parlamentare, preannuncia la presentazione di una proposta di parere alternativa.

  Ermete REALACCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.15.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 3 giugno 2015. — Presidenza del presidente Ermete REALACCI. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'ambiente, la tutela del territorio e del mare, Barbara DEGANI.

  La seduta comincia alle 13.15.

Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2014.
C. 3123 Governo, approvato dal Senato.

Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2014.
(Doc. LXXXVII, n. 3).

(Alla XIV Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Martina NARDI (PD), relatrice, fa presente che la Commissione, nella seduta odierna, è chiamata ad avviare l'esame congiunto della legge di delegazione europea 2014, nel testo approvato dal Senato, e della Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2014. Al riguardo, ricorda che la legge di delegazione e la legge europea sono i due nuovi strumenti di adeguamento all'ordinamento dell'Unione europea, che hanno sostituito la legge comunitaria prevista dalla legge n. 11 del 2005. Tale riforma è stata disposta con la legge 24 dicembre 2012, che ha introdotto una riforma organica delle norme che regolano la partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea. In particolare l'articolo 30 della legge n. 234 del 2012, nel chiarire il contenuto proprio dei nuovi strumenti di adeguamento all'ordinamento dell'Unione europea, stabilisce che la legge di delegazione europea contiene: disposizioni per il conferimento al Governo di delega legislativa volta esclusivamente all'attuazione delle direttive europee e delle decisioni quadro da recepire nell'ordinamento nazionale, esclusa ogni altra disposizione di delegazione legislativa non direttamente riconducibile al recepimento degli atti legislativi europei; disposizioni per il conferimento al Governo di delega legislativa, diretta a modificare o abrogare disposizioni statali vigenti, limitatamente a quanto indispensabile per garantire la conformità dell'ordinamento nazionale ai pareri motivati indirizzati all'Italia dalla Commissione europea o al dispositivo di sentenze di condanna per inadempimento emesse della Corte di giustizia dell'Unione europea; disposizioni che autorizzano il Governo a recepire le direttive in via regolamentare; delega legislativa al Governo per la disciplina sanzionatoria di violazioni di atti normativi dell'Unione europea; delega legislativa al Governo limitata a quanto necessario per dare attuazione a eventuali disposizioni non direttamente applicabili contenute in regolamenti europei; disposizioni che, nelle materie di competenza Pag. 83legislativa delle regioni e delle province autonome, conferiscono delega al Governo per l'emanazione di decreti legislativi recanti sanzioni penali per la violazione delle disposizioni dell'Unione europea recepite dalle regioni e dalle province autonome; disposizioni che individuano i principi fondamentali nel rispetto dei quali le regioni e le province autonome esercitano la propria competenza normativa per recepire o per assicurare l'applicazione di atti dell'Unione europea nelle materie di cui all'articolo 117, terzo comma, della Costituzione; disposizioni che, nell'ambito del conferimento della delega legislativa per il recepimento o l'attuazione degli atti di cui alle lettere a), b) ed e), autorizzano il Governo a emanare testi unici per il riordino e per l'armonizzazione di normative di settore, nel rispetto delle competenze delle regioni e delle province autonome; delega legislativa al Governo per l'adozione di disposizioni integrative e correttive dei decreti legislativi emanati. Segnalo, inoltre, che ai sensi dell'articolo 29, comma 7, della legge n. 234 del 2012, il Governo, in occasione della presentazione del disegno di legge di delegazione europea, tra l'altro, riferisce sullo stato di conformità dell'ordinamento interno al diritto dell'Unione europea e sullo stato delle eventuali procedure d'infrazione, dando conto, in particolare, della giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea relativa alle eventuali inadempienze e violazioni da parte della Repubblica italiana di obblighi derivanti dal diritto dell'Unione europea.
  Nel passare all'esame del contenuto del disegno di legge in discussione, rileva che lo stesso consta di 21 articoli ed è corredato da due allegati. In proposito, segnalo che sugli schemi dei decreti legislativi recanti attuazione delle direttive elencate nell'allegato B, nonché, qualora sia previsto il ricorso a sanzioni penali, su quelli relativi all'attuazione dell'allegato A, è previsto il parere delle competenti Commissioni parlamentari.
  Con riferimento specifico alle disposizioni di interesse della VIII Commissione, nel rinviare per gli aspetti di dettaglio alla documentazione predisposta dagli uffici, segnala, in primo luogo, l'articolo 14, che reca principi e criteri direttivi per l'attuazione della direttiva 2014/52/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 aprile 2014, che modifica la direttiva 2011/92/UE concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati. In particolare, nell'esercizio della delega per l'attuazione della sopra richiamata direttiva, il Governo è tenuto a seguire, oltre ai principi e criteri direttivi di cui all'articolo 1, comma 1, anche i seguenti specifici principi e criteri direttivi: a) semplificazione, armonizzazione e razionalizzazione delle procedure di valutazione di impatto ambientale anche in relazione al coordinamento e all'integrazione con altre procedure volte al rilascio di pareri e autorizzazioni a carattere ambientale; b) rafforzamento della qualità della procedura di valutazione di impatto ambientale, allineando tale procedura ai princìpi della regolamentazione intelligente (smart regulation) e della coerenza e delle sinergie con altre normative e politiche europee e nazionali; c) revisione e razionalizzazione del sistema sanzionatorio da adottare ai sensi della direttiva 2014/52/UE, al fine di definire sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive e di consentire una maggiore efficacia nella prevenzione delle violazioni; d) destinazione dei proventi derivanti dalle sanzioni amministrative per finalità connesse al potenziamento delle attività di vigilanza, prevenzione e monitoraggio ambientale, alla verifica del rispetto delle condizioni previste nel procedimento di valutazione ambientale, nonché alla protezione sanitaria della popolazione in caso di incidenti o calamità naturali, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
  Rileva che di interesse della VIII Commissione risultano, inoltre, le disposizioni di cui agli articoli 15 e 16 del disegno di legge in discussione.
  L'articolo 15 reca i criteri direttivi per l'attuazione della direttiva 2013/51/Euratom del Consiglio, del 22 ottobre 2013, che stabilisce requisiti per la tutela della salute della popolazione relativamente Pag. 84alle sostanze radioattive presenti nelle acque destinate al consumo umano. Al riguardo, rilevo che, oltre a quelli generali richiamati dall'articolo 1, comma 1, del disegno di legge, l'articolo 15 individua ulteriori principi e criteri direttivi cui deve attenersi il Governo nell'esercizio della predetta delega: a) introduzione, ove necessario e in linea con i presupposti della direttiva 2013/51/Euratom, di misure di protezione della popolazione più rigorose rispetto alle norme minime previste dalla direttiva medesima, fatto salvo il rispetto della libera circolazione delle merci; b) previsione, nel caso di esenzione dai controlli di alcune tipologie di acque, ai sensi dell'articolo 3 della direttiva 2013/ 51/Euratom, oltre all'obbligo di informazione alle popolazioni interessate sulla presenza di acque esentate da controlli, anche dell'obbligo di informazione sul diritto ad ottenere dalle autorità competenti lo svolgimento di verifiche atte a escludere, in concreto, rischi per la salute connessi all'eventuale presenza di sostanze radioattive.
  L'articolo 16, infine, in aggiunta a quelli previsti dal più volte richiamato articolo 1, comma 1, reca uno specifico criterio direttivo per l'attuazione della direttiva 2013/35/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, sulle disposizioni minime di sicurezza e di salute relative all'esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (campi elettromagnetici): introduzione, ove necessario e in linea con i presupposti della predetta direttiva, di misure di protezione dei lavoratori per i livelli d'azione (LA) e per i valori limiti di esposizione (VLE) più rigorose rispetto alle norme minime previste dalla direttiva medesima.
  Quanto alle direttive inserite nell'allegato B del disegno di legge di delegazione europea 2014, da recepire con i decreti legislativi i cui schemi dovranno essere sottoposti al parere delle competenti Commissioni parlamentari, segnala, relativamente agli ambiti di competenza dell'VIII Commissione, le seguenti direttive: 1) direttiva 2013/56/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 novembre 2013, che modifica la direttiva 2006/66/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a pile e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori per quanto riguarda l'immissione sul mercato di batterie portatili e di accumulatori contenenti cadmio destinati a essere utilizzati negli utensili elettrici senza fili e di pile a bottone con un basso tenore di mercurio, e che abroga la decisione 2009/603/CE della Commissione (da recepire entro il 1o luglio 2015); 2) direttiva 2013/59/Euratom del Consiglio, del 5 dicembre 2013, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti, e che abroga le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom (da recepire entro il 6 febbraio 2018); 3) direttiva 2014/30/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, concernente l'armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative alla compatibilità elettromagnetica (da recepire entro il 19 aprile 2016); 4) direttiva 2014/55/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 aprile 2014, relativa alla fatturazione elettronica negli appalti pubblici (da recepire entro il 27 novembre 2018); 5) direttiva 2014/87/Euratom del Consiglio, dell'8 luglio 2014, che modifica la direttiva 2009/71/Euratom che istituisce un quadro comunitario per la sicurezza nucleare degli impianti nucleari (da recepire entro il 15 agosto 2017).
  Nel passare all'esame della Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea (Doc. LXXXVII, n.3), relativa all'anno 2014, ricorda che la stessa è stata presentata dal Governo ai sensi dell'articolo 13, comma 2, della legge n. 234 del 2012. In base a tale disposizione, la relazione è trasmessa alle Camere, entro il 28 febbraio di ogni anno, «al fine di fornire al Parlamento tutti gli elementi conoscitivi necessari per valutare la partecipazione dell'Italia all'Unione europea» nell'anno precedente. In sostanza, a differenza della relazione programmatica, che indica le grandi priorità e linee di azione che il Governo intende perseguire a Pag. 85livello europeo nell'anno di riferimento, il documento in questione dovrebbe recare un rendiconto dettagliato delle attività svolte e delle posizioni assunte dall'Italia nell'anno precedente, al fine di consentire alle Camere di verificare l'adeguatezza e l'efficacia dell'azione negoziale italiana e la sua rispondenza rispetto agli indirizzi parlamentari.
  Evidenzia che la relazione è articolata in una premessa, che delinea in modo sintetico la posizione assunta dall'Italia sui grandi temi e politiche dell'UE, ed in quattro parti.
  La prima tratta degli sviluppi del processo di integrazione europea e si compone, a sua volta, di tre capitoli (relativi, rispettivamente, ai semestri di Presidenza, al nuovo quadro istituzionale dell'Unione europea e al coordinamento delle politiche macroeconomiche).
  La seconda parte illustra la partecipazione dell'Italia alla formazione delle principali politiche settoriali.
  La terza espone il processo di attuazione delle politiche di coesione economica, sociale e territoriale, con particolare riferimento ai fondi strutturali 2007-2013.
  La quarta, infine, concerne il coordinamento delle politiche europee, ed è articolata in tre capitoli riguardanti, rispettivamente: la posizione negoziale dell'Italia e l'attività del Comitato interministeriale per gli affari europei; il processo di partecipazione del nostro Paese al processo normativo dell'Unione europea; infine, le attività di informazione e comunicazione in materia europea svolte dal Governo.
  Relativamente alle politiche ambientali, la Relazione pone in evidenza come lo sviluppo economico, l'occupazione, la salvaguardia dell'ambiente e la lotta ai cambiamenti climatici abbiano rappresentato obiettivi prioritari del Governo, che si è fortemente impegnato per la promozione di una crescita europea inclusiva e sostenibile. Relativamente alle politiche per il clima, il predetto documento sottolinea come il Governo italiano, in vista degli importanti appuntamenti negoziali internazionali sul tema e per continuare ad assicurare una efficace e continua decarbonizzazione dell'economia europea, si sia altresì fortemente impegnato, durante il semestre di Presidenza, a facilitare l'accordo sul pacchetto Clima-Energia al 2030, adottato dal Consiglio europeo di ottobre con l'intesa sugli obiettivi europei in termini di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, energie rinnovabili ed aumento dell'efficienza energetica. Con riferimento al settore degli appalti pubblici, nella Relazione si segnala che il Governo ha attivato nel corso del 2014, in vista del recepimento delle nuove direttive europee sulla materia, un'attività di coordinamento e consultazione di tutti i soggetti interessati, finalizzata ad esaminare le direttive a recepimento cosiddetto facoltativo e, più in generale quelle a contenuto più innovativo, in coordinamento con l'attività di supporto della Commissione europea. Parallelamente è stato, inoltre, predisposto il disegno di legge delega che, approvato dal Consiglio dei Ministri il 29 agosto, è stato presentato al Senato il 18 novembre 2014, per l'avvio del relativo iter parlamentare. Nel documento si evidenzia, infine, che il Governo ha attivato, su proposta della Commissione europea, un gruppo di lavoro interistituzionale con l'obiettivo di elaborare una strategia per la riforma del settore degli appalti pubblici in Italia, in grado di migliorare il sistema nel suo complesso e superare le principali criticità. Ciò premesso, si riserva di presentare una proposta di relazione sul disegno di legge di delegazione europea, nonché una proposta di parere sulla Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2014, all'esito degli eventuali rilievi e delle osservazioni che dovessero emergere nel corso del dibattito.

  Claudia MANNINO (M5S) richiama l'attenzione della Commissione sulla circostanza che il cosiddetto «Piano Juncker» prevede una riduzione, nella misura di 70 milioni di euro, delle risorse destinate a finanziare il Programma Quadro europeo per la ricerca «Horizon 2020».

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  Ermete REALACCI, presidente, invita i membri della Commissione a valutare l'opportunità di inserire tra le direttive europee la cui attuazione è oggetto di delega al Governo ai sensi dell'articolo 1, comma 1, del disegno di legge in discussione, anche altre direttive in materia ambientale che dovranno essere recepite nel sistema nazionale. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.25.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 3 giugno 2015. — Presidenza del Presidente Ermete REALACCI. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'ambiente, la tutela del territorio e del mare, Barbara DEGANI.

  La seduta comincia alle 13.25.

7-00673 Carrescia: sul funzionamento ed operatività del sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti (SISTRI).
(Discussione e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione in titolo.

  Piergiorgio CARRESCIA (PD) illustra l'atto di indirizzo a sua firma, che impegna il Governo ad adottare iniziative volte a sospendere, dal 1o gennaio 2016, l'obbligo di adesione al SISTRI, sino alla piena operatività di un nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti più funzionale ed efficiente.

  La sottosegretaria Barbara DEGANI si riserva di effettuare i necessari approfondimenti istruttori sui contenuti dell'atto di indirizzo in discussione.

  Ermete REALACCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

7-00647 Mannino: iniziative del Governo per promuovere la cooperazione rafforzata in ambito europeo in tema di protezione ed uso sostenibile del suolo.
(Seguito discussione – Approvazione della risoluzione 8-00113).

  La Commissione prosegue la discussione della risoluzione in titolo, rinviata nella seduta del 20 maggio 2015.

  La sottosegretaria Barbara DEGANI, nell'esprimere parere favorevole sulla risoluzione in titolo, propone tuttavia di riformularne la parte dispositiva nei termini seguenti: « ad adottare le iniziative utili per promuovere una cooperazione rafforzata ai sensi dell'articolo 20 TUE, paragrafo 2, e degli articoli 326-334 del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea».

  Claudia MANNINO (M5S) dichiara di accogliere la proposta di riformulazione avanzata dalla rappresentante del Governo.

  Ermete REALACCI, presidente, dichiara di sottoscrivere la risoluzione 7-00647 Mannino, della quale condivide le finalità e i contenuti.

  Tino IANNUZZI (PD) dichiara di volere sottoscrivere la risoluzione in discussione.

  La Commissione approva la risoluzione 7-00647 Mannino, come riformulata, che assume il numero 8-00113 (vedi allegato 1).

  La seduta termina alle 13.40.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Mercoledì 3 giugno 2015. — Presidenza del presidente Ermete REALACCI.

  La seduta comincia alle 13.40.

Sulla missione svolta a Bruxelles il 30 marzo 2015.

  Ermete REALACCI, presidente, ricorda che, il 30 marzo una delegazione della VIII Commissione, composta dagli onorevoli Pag. 87Enrico Borghi e Mirko BUSTO, ha effettuato una missione a Bruxelles per la riunione interparlamentare organizzata dalla Commissione ambiente, salute pubblica e sicurezza alimentare, avente ad oggetto «Dalla Conferenza di Parigi sul clima 2015 (COP 21) al 2050: una roadmap verso un'Europa innovativa, a bassa emissione di carbonio ed efficiente sotto il profilo delle risorse». Mette quindi a disposizione della Commissione la relazione predisposta dai deputati Enrico Borghi e Mirko Busto (vedi allegato 2), con la quale si dà conto degli esiti della predetta missione.

  La Commissione prende atto.

  Massimo Felice DE ROSA (M5S) evidenzia come, a suo avviso, le istituzioni dell'Unione europea non abbiano ancora messo in atto strategie tempestive ed efficaci per contrastare il fenomeno dei cambiamenti climatici e come, sempre a suo avviso, il ruolo della Commissione ambiente, salute pubblica e sicurezza alimentare del Parlamento europeo sia stato notevolmente ridimensionato. Fa quindi notare come in tale ambito l'Italia offra politiche innovative.

  Ermete REALACCI, presidente, con riferimento a quanto dichiarato dal collega De Rosa, evidenzia come l'Italia in alcuni settori presenti politiche innovative, come ad esempio nell'ambito della generazione elettrica. Fa notare come il problema italiano risieda essenzialmente nell'assenza di coordinamento e di controllo dell'attuazione di tali politiche.

  La seduta termina alle 13.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 3 giugno 2015.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.45 alle 13.50.

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