CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 3 giugno 2015
456.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 18

COMITATO PERMANENTE SUI DIRITTI UMANI

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Mercoledì 3 giugno 2015. — Presidenza del presidente Mario MARAZZITI.

  La seduta comincia alle 11.15.

Sul programma dei lavori del Comitato.

  Mario MARAZZITI, presidente, avverte che la seduta odierna è frutto dell'auspicio formulato lo scorso 31 marzo dalla Presidente dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, Anna Brasseur, in ordine alla necessità di una seria riflessione ed analisi sulle sentenze attinenti l'Italia della Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU). Al riguardo, ha quindi ritenuto, anche su stimolo del collega Nicoletti, che non è presente all'odierna seduta per concomitanti impegni istituzionali nella sua qualità di presidente della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, di svolgere approfondimenti finalizzati a dare attuazione all'invito della Presidente Brasseur. Ritiene che sia noto ai membri di questo Comitato che il Regolamento della Camera prevede esplicitamente, nell'ambito delle procedure di collegamento con gli organismi internazionali, la possibilità di esaminare le sentenze dei tribunali europei, e fra questi, Pag. 19anche della Corte dei diritti dell'uomo. Rappresenterebbe, dunque, una grave omissione continuare a non approfittare di questi strumenti, considerato, tra l'altro, il valore dirompente che alcuni di questi pronunciamenti hanno rivestito nel dibattito politico, ed in certi casi gli effetti che hanno prodotto nella vita quotidiana dei cittadini italiani. Cita due casi fra tutti del solo 2015, che gli sembrano particolarmente significativi: la sentenza n. 6884/11 del 7 aprile, Cestaro, che ha equiparato quanto avvenuto alla scuola Diaz di Genova nel corso del G8 del 2001 ad un caso di tortura o trattamento inumano e degradante; e la sentenza n. 66655/13 del 14 aprile, Contrada n. 3, che ha ravvisato nel trattamento giudiziario subito da Bruno Contrada una violazione dell'articolo 7 della Convenzione, che sancisce il principio di legalità in materia penale (nulla poena sine lege).
  Ciò premesso, nell'avvertire che è in distribuzione l'elenco delle sentenze emesse dalla Corte europea dei diritti dell'uomo a partire dal 1o luglio 2014, formula l'auspicio che questo nuovo versante di lavoro possa rappresentare per il Comitato permanente sui diritti umani una utile occasione per maturare una approfondita valutazione su questi atti, o eventualmente per sollecitare una riflessione da parte delle singole Commissioni competenti, ed avviare una collaborazione con la delegazione presso il CDE.
  Nessuno chiedendo di intervenire, dichiara quindi svolte le comunicazioni in titolo.

  La seduta termina alle 11.20.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 3 giugno 2015. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. – Interviene il Sottosegretario agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Mario Giro.

  La seduta comincia alle 14.20.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Moldova, dall'altra, fatto a Bruxelles il 27 giugno 2014.
C. 3027 Governo.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Mariano RABINO (SCpI), relatore, rileva che l'Accordo in esame – che si affianca a quelli già sottoscritti con l'Ucraina e con la Georgia – si inserisce nella strategia del cosiddetto Partenariato orientale che costituisce il versante est della Politica europea di vicinato (PEV), al centro del recentissimo vertice di Riga del 22 maggio scorso, nel corso del quale si è analizzato lo stato dei processi di avvicinamento all'Europa da parte dell'Ucraina, della Bielorussia, della Moldova, dell'Armenia, della Georgia e dell'Azerbaijan.
  Sottolinea che strumento essenziale del Partenariato orientale sono gli Accordi di associazione – che comprendono la creazione di aree di libero scambio ampie ed approfondite tra ciascuno di questi Paesi e l'Unione europea –, nonché i negoziati per la facilitazione nel rilascio dei visti (nella prospettiva di una loro eventuale liberalizzazione), ed una cooperazione energetica strutturata, allo scopo di fornire all'Unione europea più elevate garanzie nella regolarità dei flussi di approvvigionamento energetico.
  Per quanto riguarda in modo specifico le relazioni tra l'Unione europea e la Moldova, rispetto all'Accordo di partenariato e cooperazione in vigore dal 1998, queste hanno conosciuto un ampliamento e un arricchimento, così da indurre le Parti nel 2010 a iniziare i negoziati per un nuovo Accordo, da stipulare appunto alla luce della nuova strategia europea del Partenariato orientale.
  Evidenzia che la novità principale del nuovo Accordo, oltre alle forme più strette di cooperazione previste e all'ampliamento della gamma di settori della cooperazione Pag. 20medesima, sta nella previsione della creazione di un'area di libero scambio ampia e approfondita. Nel suo complesso l'accordo va inteso alla stregua di una vera e propria agenda per le riforme, volta a stimolare l'adeguamento della Moldova agli standard normativi europei in tutti i campi.
  Dal punto di vista più strettamente commerciale l'Accordo prevede norme per l'eliminazione dei dazi su importazioni ed esportazioni da parte dell'Unione europea – fatte salve alcune categorie del settore agricolo e zootecnico considerate sensibili dall'Unione europea –, mentre da parte moldava è contemplata la riduzione dei dazi all'importazione sulla maggior parte dei prodotti, mentre per quelli maggiormente sensibili – anche qui prevalentemente di carattere agricolo e del settore dell'abbigliamento – è prevista una gradualità da tre a dieci anni. Altri prodotti zootecnici e dell'agroalimentare non vedranno alcuna liberalizzazione dei relativi dazi, ma l'utilizzazione di regimi di quote tariffarie. Tali liberalizzazioni commerciali sono naturalmente facilitate dalla già consolidata appartenenza della Moldova all'Organizzazione mondiale del commercio sin dal 2001.
  Nel suo complesso l'Accordo si articola attorno a cinque fulcri fondamentali: la condivisione di valori e princìpi: la democrazia, il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, lo Stato di diritto, lo sviluppo sostenibile e l'economia di mercato; una cooperazione più forte nella politica estera e di sicurezza, con particolare riguardo alla stabilità della regione. Al proposito l'Accordo sancisce: l'impegno da parte dell'Unione europea e della Moldova a cercare una soluzione praticabile alla questione della Transnistria, enclave secessionista moldava sotto la protezione di fatto della Russia, non riconosciuta dal governo di Chisinau né tantomeno dalle Nazioni Unite; la creazione di un'area di libero scambio ampia e approfondita; lo spazio comune di giustizia, libertà e sicurezza con particolare riguardo ai profili migratori, alla lotta al riciclaggio, ai traffici illegali di droga e al crimine organizzato; e la cooperazione in 28 settori chiave.
  Con riferimento al contenuto, il testo dell'Accordo si compone di un preambolo, 465 articoli organizzati in 7 titoli, 35 allegati relativi a questioni tecniche e ad aspetti normativi della UE soggetti a progressivo adeguamento da parte moldava, 4 protocolli riguardanti: la definizione della nozione di «prodotti originari» e i metodi di cooperazione amministrativa; l'assistenza amministrativa reciproca nel settore doganale; la partecipazione della Moldova ai programmi dell'Unione europea.
  Particolare rilievo assume il Titolo II, le cui disposizioni prevedono l'approfondimento del dialogo politico per facilitare una progressiva convergenza nei campi della sicurezza e della politica estera, ed il Titolo IV che comprende gli articoli da 21 a 142 e contiene gli impegni delle Parti in 28 settori chiave, dalla riforma della pubblica amministrazione al diritto societario, dalla protezione dei consumatori alla fiscalità, al settore energetico, dei trasporti e dell'ambiente.
  Il Titolo V comprende gli articoli da 143 a 412, che delineano i confini dell'area di libero scambio ampia e approfondita, e si articola in 15 capi.
  Per concludere, l'Accordo – già approvato dal Parlamento europeo – ha un'indubbia rilevanza geopolitica poiché esprime da parte europea la volontà di rassicurare Chisinau dopo il passaggio della Crimea nell'orbita russa; ed ha avuto forti riflessi sul quadro politico interno, segnato dalla conferma della coalizione europea nelle elezioni del 30 dicembre scorso. Tale coalizione ha guidato il Paese nei cinque anni precedenti cercando di realizzare un percorso di graduale integrazione sia a livello economico che politico, il quale ha portato nell'aprile 2014 all'abolizione dei visti d'accesso allo spazio Schengen ed alla firma di questo Accordo di associazione che dovrebbe agevolare lo sviluppo della fragile economia moldava – che resta la più povera del continente Pag. 21europeo, con un terzo della sua forza-lavoro residente all'estero, di cui 150.000 persone in Italia.

  Il Sottosegretario Mario GIRO ringrazia il relatore per l'approfondita illustrazione dei profili di merito contenuti nel provvedimento in titolo.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che, nessun altro chiedendo di intervenire, è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri.
  Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Federazione russa sul riconoscimento reciproco dei titoli di studio rilasciati nella Repubblica italiana e nella Federazione russa, fatto a Roma il 3 dicembre 2009.
C. 1924 Governo.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Mario MARAZZITI (PI-CD), relatore, rileva che l'Accordo in titolo, concluso il 3 dicembre 2009, è finalizzato a disciplinare il reciproco riconoscimento dei periodi e dei titoli di studio universitario ai fini dell'accesso e della prosecuzione degli studi nelle istituzioni universitarie dell'altro Paese. L'assenza di una normativa pattizia di questo tipo comporta oggi che i cittadini che si iscrivano presso le università dell'altra Parte contraente vi conseguano diplomi di laurea privi di riconoscimento legale da parte delle autorità del Paese di origine.
  Segnala che la nuova intesa – che si sostituisce ad un accordo del 1998 ormai obsoleto – consentirà agli studenti di una delle due Parti in possesso del titolo finale degli studi secondari superiori di essere ammessi alle istituzioni universitarie dell'altro Stato contraente. L'Accordo favorirà, proprio in ragione dell'elevato numero di studenti di lingua italiana nelle scuole superiori e nelle università russe e del crescente numero di studenti russi che si iscrivono presso i nostri atenei, l'aumento del tasso di internazionalizzazione dei nostri atenei nonché un'ulteriore diffusione della lingua italiana: in questi ultimi anni si è infatti registrato un significativo incremento dello studio dell'italiano.
  Da quattro anni è altresì attiva una vera e propria rassegna della formazione italiana, «Studiare in Italia» che si svolge a Mosca, Kazan ed a San Pietroburgo, nel cui ambito le università ed i centri di specializzazione del nostro Paese hanno la possibilità di stabilire un contatto diretto col pubblico russo e gli studenti russi possono confrontarsi contemporaneamente con le più prestigiose istituzioni formative italiane.
  Venendo ai punti salienti dell'Accordo, evidenzia che esso si compone di un breve preambolo, dove vengono sottolineati il valore della mobilità accademica e dei rapporti interuniversitari bilaterali anche ai fini del consolidamento di uno spazio formativo europeo comune, e di sei articoli.
  L'articolo 1 esplicita la finalità principale dell'Accordo, che consiste nel riconoscimento reciproco dei titoli di studio rilasciati dagli atenei, istituti universitari, politecnici, e scuole artistiche e musicali legalmente riconosciute dalla Repubblica italiana e dei titoli di studio redatti in conformità del modello statale rilasciati dalla istituzioni di formazione superiore della Federazione Russa ai fini del proseguimento degli studi e del loro uso nel territorio delle Parti contraenti. Così come previsto per altre analoghe intese, le Parti si impegnano a scambiarsi, entro un mese dalla firma dell'Accordo, l'elenco delle università italiane e degli istituti di livello universitario della Repubblica italiana ed i modelli di titoli di studio redatti in base al modello statale della Federazione russa impegnandosi, altresì a comunicarsi a vicenda eventuali modifiche a tali elenchi. Chiede a tale proposito chiarimenti al Pag. 22rappresentante del Governo poiché tali elenchi non risulta che siano stati resi noti.
  L'articolo 2, riporta la corrispondenza tra i titoli oggetto dell'Accordo mentre con il comma 3 viene precisato che l'esatta definizione della corrispondenza tra i crediti ed il contenuto dei corsi di formazione risultanti dai titoli di studio è di competenza delle singole istituzioni universitarie, che hanno la facoltà di richiedere allo studente o all'aspirante di svolgere corsi di formazione integrativi o di utilizzare i crediti ottenuti ai fini dell'abbreviazione del periodo di formazione.
  L'articolo 3 estende la previsione del comma 3 dell'articolo 2 anche alle certificazioni relative ai periodi di studio non completati presso le istituzioni accademiche di una Parte, e che si intenda proseguire nelle istituzioni accademiche dell'altra Parte.
  L'articolo 4 stabilisce che il possesso dei titoli di studio di cui ai precedenti articoli 2 e 3 non esime il titolare dall'osservanza dei requisiti di accesso alle istituzioni accademiche né alle eventuali verifiche della conoscenza della lingua ufficiale della Parte ricevente.
  L'articolo 5, sul modello di altri analoghi accordi, istituisce una Commissione mista di esperti incaricata di esaminare e chiarire gli argomenti connessi con l'interpretazione ed applicazione dell'Accordo e di proporre modifiche al testo in esito ad interventi legislativi nel settore dell'istruzione eventualmente intervenuti in ciascuno degli Stati Parte.
  Per quanto attiene al disegno di legge di ratifica, oltre a contenere le consuete previsioni circa l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione, reca anche la copertura degli oneri finanziari derivanti dall'attuazione del provvedimento, valutati in euro 1.580 annui ad anni alterni a decorrere dall'anno 2015.
  Auspica, quindi una rapida approvazione del testo, già ratificato dalla parte russa, che si inserisce in un clima di decisa ripresa delle relazioni italo-russe: è del 1o giugno l'incontro tra i Ministri Lavrov e Gentiloni, quest'ultimo in missione a Mosca per incontrare anche la comunità imprenditoriale, e dopo la visita del Presidente del Consiglio Renzi nel marzo scorso. È inoltre programmata per il 10 giugno prossimo la missione del Presidente russo Vladimir Putin all'Expo di Milano che rappresenterà sicuramente un'ulteriore occasione di dialogo e rilancio delle nostre relazioni.

  Il sottosegretario Mario GIRO illustra come, nei rapporti fra Italia e Federazione russa, oltre alla parte economica molto rilievo abbia assunto negli ultimi anni una intensa cooperazione culturale, con 1.500 studenti russi iscritti nelle nostre università e 423 accordi di collaborazione tra università italiane e russe. Auspica dunque una rapida approvazione della ratifica, cui la controparte russa ha già adempiuto nel 2010, col triplice obiettivo di incrementare la presenza di studenti russi in Italia, di provvedere all'internazionalizzazione delle nostre università e di promuovere la diffusione della lingua italiana. Quanto al disposto dell'articolo 2 del Trattato, fa presente come la definizione della corrispondenza fra crediti e contenuto dei corsi di formazione spetta alle singole istituzioni universitarie, che sono al riguardo autonome. Rinnova, infine, l'auspicio di una rapida approvazione, sottolineandone il valore fortemente simbolico.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che, nessun altro chiedendo di intervenire, è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri.
  Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.35

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 3 giugno 2015. — Presidenza del vicepresidente Andrea MANCIULLI. – Interviene il Sottosegretario di Stato agli Pag. 23affari esteri e alla cooperazione internazionale Mario Giro.

  La seduta comincia alle 14.35.

Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per l'anno 2015, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi.
Atto n. 168.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto in oggetto.

  Andrea MANCIULLI (PD), presidente, in sostituzione del relatore, onorevole Cassano, che a causa di un imprevisto impedimento ha fatto sapere che sopraggiungerà nel corso della seduta, illustra il provvedimento in titolo richiamando l'ormai risalente cornice normativa di riferimento rappresentata dalla legge n. 948 del 1982 – modificata dalla legge n. 354 del 1989 – che ha disciplinato l'erogazione dei contributi statali agli enti a carattere internazionalistico sottoposti alla vigilanza del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Destinatari dei contributi sono gli enti che svolgano attività di studio, ricerca e formazione nel campo della politica estera o di promozione e sviluppo dei rapporti internazionali, a condizione che operino sulla base di una programmazione triennale e dispongano delle attrezzature idonee per lo svolgimento delle attività programmate.
  Ricorda che secondo quanto disposto dalla richiamata normativa, il contributo destinato ai singoli enti è determinato da una tabella allegata alla legge stessa e soggetta a revisione triennale mediante decreto del Presidente della Repubblica. Il contributo, programmato su base triennale, è però erogato annualmente e ha carattere ordinario, come nel caso in esame. Tuttavia, la legge n. 948 del 1982 prevede che il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale possa concedere contributi straordinari a favore di singole iniziative di particolare interesse. Di tali contributi e delle ragioni che li hanno determinati il Ministro deve dare conto in una relazione annuale al Parlamento, l'ultima delle quali è stata trasmessa alle Camere nel dicembre scorso. L'erogazione dei finanziamenti, effettuata con decreto ministeriale, è invece disciplinata dall'articolo 32, comma 2, della legge 28 dicembre 2001, n.448 (legge finanziaria 2002), in forza del quale tale schema è sottoposto al parere delle competenti Commissioni parlamentari. Ai sensi del successivo comma 3 del citato articolo 32, la quantificazione annuale della somma che ogni Ministero attribuisce al finanziamento di enti e associazioni avviene nella Tabella C della legge di stabilità: per il MAECI si tratta del cap. 1163, che è inserito nel Programma «Coordinamento dell'Amministrazione in ambito internazionale», nella Missione principale dello stato di previsione del MAECI, denominata «L'Italia in Europa e nel mondo». I finanziamenti si articolano in due grandi macro-voci: i contributi ordinari agli enti internazionalisti, individuati con cadenza triennale con un apposito decreto del Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale ex articolo 1 della legge n. 948 ed i contributi straordinari a favore di singole iniziative di particolare interesse e per l'esecuzione di programmi straordinari, ex articolo 2 della legge n. 948. A queste due grandi voci si aggiunge il contributo alla Società Dante Alighieri, ente morale preposto alla promozione della lingua e della cultura italiane, secondo quanto disposto dalla legge n. 411 del 1985.
  Ciò premesso segnala che rispetto all'ultimo decreto ministeriale, emanato in data 29 dicembre 2014, il nuovo schema di decreto ministeriale non apporta modificazioni di particolare rilievo: i contributi ordinari continuano ad attestarsi, come nell'anno 2014, a 594.300 euro mentre si Pag. 24registra una certa riduzione dei contributi straordinari che scendono da 233.000 circa a 208.000 euro circa.
  L'entità complessiva delle erogazioni – comprensiva anche delle risorse assegnate alla Società Dante Alighieri e fissata, come accennato, dalla legge di stabilità per il 2015 –, è quindi pari a 1.402.108 euro, con un decremento di 21.921 euro rispetto all'anno scorso, integralmente riconducibile ad una riduzione dei contributi a progetto.
  Più nel dettaglio, nel quadro dei finanziamenti ordinari, lo schema prevede un incremento per il CeSPI (da 42.000 a 46.000 euro) e per il Comitato Atlantico (da 12.200 euro a 20.000 euro) nonché per il Forum per i problemi della pace e dello sviluppo (da 7.700 euro a 17.500 euro), così come auspicato nei pareri resi dalle Commissioni affari esteri dei due rami del Parlamento nel dicembre scorso.
  Riduzioni meno significative – dell'ordine di mille euro – sono disposte per il Centro studi americani, il Centro italiano Pace Medio Oriente, il Circolo di studi diplomatici, il Consiglio italiano per il Movimento europeo, l'Archivio Disarmo, la Fondazione Magna Carta, l'Istituto internazionale di diritto umanitario, la Fondazione Basso. È invece confermato il finanziamento di 30 mila euro per l'IPALMO, che da tempo versa in una difficile situazione gestionale che aveva portato nel 2014 ad una decurtazione degli stanziamenti: a tale proposito la nota illustrativa allegata allo schema precisa che nel 2015 il MAECI ha avviato il procedimento finalizzato alla sospensione del relativo contributo a bilancio, in linea con quanto previsto dall'articolo 4 della legge n. 948 del 1982.
  È invece opportunamente confermato il finanziamento di 600.000 euro per la Società Dante Alighieri.
  Gli preme sottolineare in chiave positiva come l'Amministrazione degli affari esteri abbia garantito la massima trasparenza nella selezione dei centri di ricerca da ammettere ai finanziamenti, attraverso la pubblicazione sul sito internet del MAECI del bando, attraverso il vaglio delle relazioni sulle attività svolte nel triennio precedente e la previsione, tra i requisiti di partecipazione, dell'invio dei bilanci consuntivi e di previsione degli enti.
  Conclusivamente, non può non richiamarsi alle considerazioni svolte dal collega Manciulli in occasione dell'esame dello schema di programmazione per il 2013-2015.
  All'approssimarsi del termine di questo triennio di programmazione ritiene sia giunto il momento di porre mano ad una vasta riforma della disciplina di settore che tenga conto della qualità raggiunta da alcune istituzioni di ricerca, come lo IAI e l'ISPI, testimoniata da alcuni indici internazionali come il Global Go To Think Tank dell'Università della Pennsylvania e che proficuamente contribuiscono all'istruttoria parlamentare sui provvedimenti e sulle situazioni di scenario nell'ambito dell'Osservatorio di politica internazionale.
  Sottolinea altresì l'urgenza di intervenire legislativamente a favore della Società Dante Alighieri, per rafforzarne la compagine organizzativa ed il ruolo di centro di diffusione e promozione della nostra lingua e della nostra cultura all'estero, al pari di altre analoghe istituzioni straniere, come l’Alliance fran aise, il Goethe Institut ed il British Council.
  Evidenzia che un riassetto complessivo della materia dovrebbe garantire agli enti internazionalistici per un verso una sorta di presa d'atto ufficiale dell'eccellenza raggiunta attraverso l'inserimento nella tabella, ma al tempo stesso agevolare lo svolgimento di programmi pluriennali di servizi in campo scientifico, formativo ed editoriale, coerenti con le tematiche prioritarie della nostra politica estera e che siano preferibilmente il frutto di collaborazioni e di sinergie al fine di evitare duplicazioni e sovrapposizioni.

  Il sottosegretario Mario GIRO ribadisce che il Governo è totalmente disponibile ad un serio e rigoroso lavoro di revisione della materia, da condursi in sinergia con il Parlamento, da avviare anche in occasione dell'esame della prossima legge di Pag. 25stabilità nell'obiettivo prioritario di conseguire il duplice risultato, da una parte, di ridurre la spesa, e dall'altro di migliorare l'efficienza di tali enti.

  Maria Edera SPADONI (M5S) premette che il suo gruppo è certamente a favore della promozione della lingua e della letteratura italiana; d'altro canto, però, tiene a sottolineare come il finanziamento in esame nella seduta odierna ammonti a quasi 1 milione e mezzo di euro, di cui la parte più rilevante va alla Società Dante Alighieri. Afferma di aver contattato la segreteria della Società, e di essere venuta a sapere che un bilancio della stessa esiste ma non disponibile in formato elettronico né agevolmente reperibile, pur trattandosi di un documento pubblico. Rileva a tal proposito come, trattandosi di un ente che riceve denaro pubblico, il valore della trasparenza è da tutelare al massimo grado. Sempre su questa falsariga, fa presente come abbia personalmente verificato che i siti web di molti comitati non siano attivi, o abbiano dei contenuti molto poveri. Suggerisce dunque che i comitati all'estero siano troppi – oltre 420 –, e che la cifra stanziata, per quanto molto alta, sia insufficiente a sostenerli tutti: suggerisce dunque che essi possano essere ridotti di numero, accorpati, in modo tale da poter offrire un'attività magari più concentrata ma di più alto profilo.
  Rileva poi come, a fronte dei 18 enti elencati nel decreto che ricevono poco più di 594.000 euro, più di 200.000 euro siano di converso destinati a singole iniziative straordinarie, di cui non è possibile dal documento farsi un'idea precisa, e sottolinea la paradossalità di questa situazione.
  Infine, lamenta di aver ricevuto con grande ritardo il testo del decreto e l'annessa relazione di accompagnamento, facendo presente come essendo venuti a conoscenza con maggior anticipo del contenuto di essi i membri della Commissione avrebbero potuto partecipare più proficuamente alla discussione in corso.

  Mario MARAZZITI (PI-CD) ringrazia in primo luogo il relatore per la relazione svolta, auspicando però al tempo stesso che si possa andare in tempi rapidi verso uno strumento legislativo più moderno, che permetta di lavorare su progetti, e non tramite finanziamenti compartimentati ad enti già esistenti. Fa in proposito l'esempio dell'IPALMO, istituzione carica di una storia gloriosa ma che vive ormai di una vita residuale.
  Risponde poi alla deputata Spadoni per quanto riguarda la Società Dante Alighieri, facendo presente come il tema del finanziamento di 600.000 euro sia slegato rispetto al numero dei comitati, perché i singoli comitati sono in realtà perfettamente autonomi: solo i comitati che sono all'interno del territorio nazionale dipendono economicamente dalla sede centrale. Sottolinea poi come il contributo alla Dante Alighieri, per quanto rilevante, sia stato già tagliato negli anni scorso del 20 per cento, e sia comunque troppo modesto se comparato al dato dell'italiano come quarta lingua più studiata al mondo, e veicolo di promozione del Paese nel suo complesso. In proposito, ricorda che tale contributo copra appena un decimo dell'attività dell'ente morale: i corsi sono in realtà autofinanziati e rispetto a 8.000 punti di offerta la cifra appare comunque appena sufficiente, specialmente se comparata con quella messa in campo da altri Paesi di dimensioni comparabili al nostro. In realtà, a fronte dell'impatto di un tema così rilevante come la promozione della lingua italiana, il finanziamento in discussione va a malapena a coprire la struttura minima della Dante Alighieri; i membri del direttivo non vengono pagati, e i deficit accumulati negli esercizi degli anni passati sono in rientro.

  Guglielmo PICCHI (FI-PdL) nota come, al di là del finanziamento, quel che occorre veramente individuare è una strategia complessiva per la diffusione della nostra lingua nel mondo, senza della quale non è possibile approdare a nulla. Rispondendo all'onorevole Spadoni, fa presente come i comitati si autofinanziano e si autopromuovono: dunque i loro siti web Pag. 26possono anche essere di scarsa qualità, ma essi non ricevono denaro pubblico.
  Per quanto riguarda il contenuto del provvedimento nel suo complesso, preannuncia il voto di astensione del suo gruppo, perché a fronte di alcuni enti beneficiari che svolgono un'attività di altissimo profilo, ve ne sono invece altri che appaiono sostanzialmente inutili; e sarebbe stato dunque assai meglio sfoltirne il numero.

  Mariano RABINO (SCpI) segnala al Governo l'opportunità di riprendere l'erogazione del finanziamento alla rivista «Affari esteri», organo dell'AISPE, nel cui consiglio direttivo siedono personalità del calibro di Gianni Letta, Giulio Tremonti, Lamberto Dini e Massimo D'Alema, e il cui direttore è un diplomatico di indiscusso prestigio come Achille Albonetti.

  Eleonora CIMBRO (PD) fa presente come la Società Dante Alighieri dovrebbe ricevere maggior appoggio e tutela anche a livello legislativo. Ricorda di aver partecipato alla manifestazione Settimana della lingua italiana nel mondo, e che in quell'occasione sono state formulate idee molto interessanti su come dare ad essa un ruolo e funzioni rinnovate, anche rispetto agli Istituti italiani di cultura. Chiede quindi di mettere in calendario un'audizione con i vertici della Società, in modo da acquisire dei dati sulla sua attività ed il suo funzionamento.

  Vincenzo AMENDOLA (PD) afferma di condividere quanto appena dichiarato dall'onorevole Cimbro. Fa tuttavia presente che esiste certamente l'esigenza, a fronte della scarsezza delle risorse, di distribuirle sulla base di criteri più razionali: in particolare, sulla base di un meccanismo premiale riferito a progetti concreti. Occorre effettuare un salto di qualità, erogando finanziamenti più alti ma in modo mirato, sulla base di una valutazione dell'efficacia delle attività svolte.

  Franco CASSANO (PD), relatore, nel frattempo sopraggiunto in seduta, dà quindi lettura della proposta di parere favorevole, che recepisce taluni spunti emersi nel corso del dibattito, con particolare riferimento all'esigenza, segnalata dalla collega Spadoni, che i comitati all'estero garantiscano una comunicazione virtuale efficiente e all'altezza dell'immagine di prestigio della Società Dante Alighieri che rappresentano nel mondo (vedi allegato).

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole, formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 15.10.

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