CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 22 aprile 2015
429.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
Pag. 66

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 22 aprile 2015. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA, indi della vicepresidente Barbara SALTAMARTINI. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Paola De Micheli.

  La seduta comincia alle 14.10.

Sull'ordine dei lavori.

  Stefania PRESTIGIACOMO (FI-PdL), facendo seguito al suo intervento nella seduta del 14 aprile scorso, chiede alla presidenza se sia stata adottata una decisione in merito alla richiesta di audire il responsabile della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, in ordine alle modalità di spesa delle risorse attribuite alla struttura medesima.

  Francesco BOCCIA, presidente, segnala che sono in corso contatti con la VIII Commissione per l'organizzazione di un'audizione del responsabile della struttura di missione da parte delle Commissioni riunite V e VIII.

Documento di economia e finanza 2015.
Doc. LVII, n. 3 e Allegati.

(Esame e conclusione).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Pag. 67

   Francesco BOCCIA, presidente, avverte che il Ministro dell'economia e delle finanze ha trasmesso alla Presidente della Camera una errata corrige al Documento di Economia e Finanza 2015 che è in distribuzione (vedi allegato).
  Ricorda inoltre che, nella seduta di ieri, si è concluso il ciclo di audizioni previsto nell'ambito dell'esame del Documento di economia e finanze 2015.

  Paolo TANCREDI (AP), relatore, ricorda che il Documento di economia e finanza (DEF) costituisce il principale documento di programmazione della politica economica e di bilancio che traccia, in una prospettiva di medio-lungo termine, gli impegni, sul piano del consolidamento delle finanze pubbliche, e gli indirizzi, sul versante delle diverse politiche pubbliche, adottati dall'Italia per il rispetto del Patto di Stabilità e Crescita europeo e il conseguimento degli obiettivi di crescita intelligente, sostenibile e solidale definiti nella Strategia «Europa 2020».
  Il predetto Documento si compone di tre sezioni e di una serie di allegati.
  La prima sezione espone lo schema del Programma di stabilità, che contiene gli elementi e le informazioni richieste dai regolamenti dell'Unione europea.
  La seconda contiene l'Analisi e le tendenze della finanza pubblica, che indica le regole generali sull'evoluzione della spesa delle amministrazioni pubbliche.
  Nella terza sezione viene riportato il Programma Nazionale di riforma (PNR), che definisce gli interventi da adottare per il raggiungimento degli obiettivi nazionali delineati dalla Strategia «Europa 2020».
  Rammenta che Il DEF 2015 espone l'analisi del quadro macroeconomico italiano relativo all'anno 2014 e le previsioni per l'anno in corso e per il periodo 2016-2019, che riflettono i primi segnali di graduale ripresa dell'economia, nonostante gli elementi d'incertezza che ancora caratterizzano le prospettive di crescita globali.
  Con riferimento al 2014, il DEF evidenzia come nella seconda metà dell'anno siano emersi i primi segnali di stabilizzazione del quadro economico italiano; nel quarto trimestre dell'anno, in particolare, si è interrotta la caduta dei livelli generali d'attività dopo tre flessioni trimestrali consecutive.
  Nel complesso, tuttavia, nel 2014 il PIL ha registrato una contrazione dello 0,4 per cento, su cui ha inciso in maniera rilevante – si osserva nel DEF – la debolezza della domanda interna, ed in particolare degli investimenti. Un apporto positivo è, invece, disceso dalla domanda estera. Le esportazioni hanno infatti beneficiato della favorevole dinamica della domanda mondiale e del miglioramento di competitività indotto, a fine 2014, dal deprezzamento dell'euro.
  Con riferimento alle prospettive di crescita, il DEF evidenzia come nel 2015 l'economia italiana sia entrata in una fase di moderata ripresa.
  I dati congiunturali disponibili confermano il superamento del punto di minimo del ciclo economico e l'avvio di una fase ciclica moderatamente espansiva, che sta beneficiando di diversi fattori quali il deprezzamento dell'euro e l'ampia flessione del prezzo del petrolio. Inoltre, nel medio termine, il complesso delle misure espansive implementate dalla BCE dovrebbe favorire una ripartenza del credito al settore privato e, conseguentemente, la crescita di consumi e investimenti e una graduale risalita dell'inflazione al consumo verso l'obiettivo di medio termine. I livelli degli indicatori di fiducia, in particolare, si sono portati nel corso degli ultimi mesi su livelli storicamente elevati.
  In considerazione di ciò, il DEF fissa le stime tendenziali di crescita del PIL allo 0,7 per cento per il 2015 e all'1,3 per cento per il 2016, al rialzo rispetto alle previsioni programmatiche indicate ad ottobre 2014 nel Documento programmatico di bilancio (DPB).
  Per gli anni successivi, il DEF prevede una crescita tendenziale del PIL più contenuta, pari nel 2017 all'1,2 per cento e pari in media all'1,1 per cento nel biennio successivo. Tale flessione, tuttavia, non discenderebbe da considerazioni negative circa l'andamento dell'economia italiana, Pag. 68ma riflette – secondo quanto illustrato nel DEF – un principio di cautela circa la valutazione delle principali variabili di finanza pubblica. In particolare, il Governo ha sottratto dalla previsione del tasso di crescita tendenziale del PIL l'impatto positivo sulla crescita che il Governo stima provenire da alcune riforme strutturali. Tale impatto è stato, invece, considerato nella formulazione delle previsioni programmatiche di crescita a partire dal 2018.
  A questo riguardo, ricorda che l'Ufficio parlamentare di bilancio (UPB), nel validare le previsioni tendenziali per gli anni 2015-2019, ha evidenziato che esse si collocano nell'intervallo accettabile allo stato delle informazioni attualmente disponibili e che il principale fattore di rischio delle previsioni del quadro macroeconomico tendenziale riguarda la crescita del PIL per il 2016, come detto pari all'1,3 per cento, ossia appena al di sotto del limite superiore (1,4 per cento) dell'insieme di previsioni elaborate dagli istituti consultati dall'UPB.
  Rileva che lo scenario previsivo tendenziale è affiancato nel DEF dallo scenario programmatico che, ferme restando le componenti derivanti dagli andamenti economici internazionali (vale a dire le cosiddette variabili «esogene internazionali» considerate nel quadro tendenziale: commercio internazionale, prezzo del petrolio e cambio dollaro/euro), include gli effetti sull'economia prodotti dalle politiche governative previste nel Documento.
  Ne deriva un andamento programmatico del PIL che per il primo anno del periodo di previsione – il 2015 – conferma il risultato del tendenziale, mentre risulta più elevato per il periodo successivo, rispettivamente di 0,1, 0,3, 0,3 e 0,2 punti percentuali di PIL per ciascuno degli anni 2016-2019.
  L'incremento del PIL deriva da un andamento più positivo, rispetto al tendenziale, di pressoché tutte le componenti, che si riflette su una più favorevole dinamica dell'occupazione e su un minor livello di disoccupazione nel periodo considerato. Risulta più sostenuta, tranne che nell'anno terminale, la dinamica dei prezzi.
  Per quanto concerne, in particolare, il mercato del lavoro, il DEF evidenzia come nel corso del 2014 l'andamento dell'occupazione ha rappresentato una sorpresa positiva: l'occupazione, misurata in termini di unità di lavoro (ULA), nel 2014 è infatti aumentata dello 0,2 per cento. Dopo la consistente perdita di posti di lavoro nel 2012 e nel 2013, il numero degli occupati si è dunque sostanzialmente stabilizzato nel 2014. Anche il tasso di disoccupazione è tuttavia aumentato nel 2014, al 12,7 per cento (dal 12,2 per cento del 2013), in conseguenza di una maggiore partecipazione al mercato del lavoro.
  A partire dal 2015, il DEF prevede una ripresa del tasso di occupazione (+0,6 per cento nel 2015 e +0,9 per cento nel 2016) ed una graduale riduzione del tasso di disoccupazione, dal 12,3 per cento del 2015 fino al 10,9 di fine periodo.
  Tuttavia, il miglioramento delle prospettive di occupazione e di ripresa, cui dovrebbe conseguire un incremento più deciso della partecipazione al mercato del lavoro, potrebbe portare ad una discesa più contenuta del tasso di disoccupazione rispetto a quella sperata.
  I dati di finanza pubblica riportati nel DEF 2015, relativi al consuntivo 2014, espongono un risultato dell'indebitamento netto pari al 3 per cento del PIL, in lieve incremento rispetto all'anno precedente ma comunque in linea con l'obiettivo programmatico esposto nelle stime contenute nella Nota di aggiornamento del DEF 2014 dello scorso settembre (poi confermate dalla Nota tecnico-illustrativa – NTI – alla legge di stabilità 2015).
  Rispetto all'anno precedente il modesto peggioramento del rapporto indebitamento/PIL deriva da una dinamica delle entrate che pur in crescita di 0,1 punti percentuali in quota PIL è stata inferiore a quella delle spese finali, aumentate di 0,2 punti percentuali.
  Il nuovo quadro programmatico presentato nel programma di stabilità 2015, nel confermare gli obiettivi di indebitamento Pag. 69netto indicati per il quinquennio 2014/2018 dal Documento programmatico di Bilancio (Draft Budgetary Plan, DBP) inviato alla Commissione europea lo scorso ottobre – peraltro con un lieve miglioramento (0,2 punti percentuali di PIL) nel 2018 e con un ulteriore miglioramento nell'anno successivo, nel quale il saldo risulta positivo per 0,4 punti di PIL – espone un percorso di conseguimento dell'obiettivo di medio termine (MTO) previsto per l'Italia dalle regole europee, vale a dire il pareggio strutturale del bilancio, che utilizza i margini di flessibilità consentiti dalle riforme strutturali in corso.
  A tal fine, pur risultando conseguibile l'obiettivo di medio termine già dal 2016, anno in cui sussisterebbe uno spazio di bilancio per portare al pareggio il saldo strutturale, viene invece confermato l'obiettivo in questione al 2017, confermando la previsione contenuta nel Documento programmatico di bilancio.
  Infatti, il quadro programmatico determina, rispetto al quadro tendenziale, un peggioramento dei saldi – con riguardo sia all'indebitamento netto che al saldo primario – di 0,1 punti di PIL nel 2015; 0,4 punti di PIL nel 2016; 0,6 punti di PIL nel 2017 e 0,5 punti di PIL in ciascun anno dell'ultimo biennio. Peggioramento che corrisponde ad una azione espansiva di pari valore che, cifrata in termini assoluti (rispetto al PIL nominale stimato per gli anni di riferimento) si sostanzia in circa 1,6 miliardi di euro per il 2015, 6,7 miliardi di euro per il 2016, 10,4 miliardi di euro per il 2017) e 9,0 miliardi di euro nel 2018.
  In relazione a tale aspetto nel DEF viene precisato, quanto ai due anni (2015 e 2016) di avvicinamento all'obiettivo del pareggio strutturale di bilancio, che, per il 2015, viene comunque assicurato un miglioramento dell'indebitamento netto strutturale di 0,2 punti percentuali di PIL rispetto al dato 2014 (da –0,7 a –0,5 per cento), così da essere coerente, unitamente ad una riduzione media per il biennio 2014-2016 dell'aggregato di spesa rilevante in sede europea ai fini della regola della spesa di 0,6 punti percentuali, con l'aggiustamento fiscale richiesto agli Stati membri ad alto debito in presenza di condizioni economiche severe. Inoltre, anche per il 2016, pur in presenza di una revisione al rialzo (-0,4 per cento) dell'indebitamento netto rispetto al quadro tendenziale, viene comunque previsto un miglioramento (0,1 punti percentuali di PIL) dell'indebitamento netto strutturale.
  In sostanza, in coerenza con gli impegni di bilancio assunti dal Governo e approvati dal Parlamento, sono confermati (quando non migliorati) gli obiettivi in termini nominali e strutturali di indebitamento netto per l'intero periodo di programmazione.
  Nell'anno in corso in particolare, le risorse conseguenti al miglioramento del quadro macroeconomico potranno essere utilizzate per l'adozione di specifiche misure coerenti con le finalità previste nel Programma Nazionale di Riforma ed entro gli spazi già autorizzati dal Parlamento. Nelle more della emersione in bilancio dei miglioramenti tendenziali, da registrare con il provvedimento di assestamento, il finanziamento di tali misure potrà avvenire con utilizzo delle disponibilità di bilancio. In coerenza con gli obiettivi programmatici, il medesimo provvedimento di assestamento potrà provvedere a reintegrare le risorse anticipate.
  Dal 2016, è altresì intenzione del Governo utilizzare, nel rispetto degli obiettivi programmatici di finanza pubblica e delle regole di contabilità e finanza pubblica, i margini di miglioramento per eliminare l'effetto delle cosiddette clausole di salvaguardia, ossia di quelle misure di variazione delle aliquote d'imposta e di riduzione delle agevolazioni e detrazioni vigenti, previste dalla legge di stabilità 2014, e di incremento delle aliquote IVA e delle accise disposte, con la legge di stabilità per il 2015, per garantire il raggiungimento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica per il successivo triennio di programmazione. A tal fine, per il medesimo anno viene inoltre segnalato come il Governo intenda avvalersi (nella misura dello 0,4 per cento del PIL) della possibilità offerta dalla flessibilità prevista dalle regole Pag. 70di bilancio definite dal Patto di stabilità e crescita per gli Stati che stanno attuando riforme strutturali importanti, con effetti diretti positivi di lungo periodo sul bilancio. In particolare si ricorda che, in base alla suddetta flessibilità, può essere concessa una deviazione temporanea dall'MTO o dal suo percorso di avvicinamento fino ad un massimo di 0,5 per cento del PIL nell'anno successivo a quello di pubblicazione del Programma di Stabilità; questa deviazione deve essere tuttavia riassorbita entro l'orizzonte temporale del Programma.
  Quanto al debito, dopo una ulteriore crescita nel 2015 che ne porta il livello al 132,5 per cento del PIL – dato comunque inferiore al 133,1 per cento stimato nel DBP, sulla base di una serie di fattori esposti nel DEF – dal 2016 si avvia la fase di discesa, con una prima riduzione di 1,6 punti percentuali rispetto all'anno precedente: la discesa prosegue nel 2017 e nel 2018, rispettivamente per circa 3,5 e 4 punti di PIL, fino a raggiungere il livello del 120 per cento nell'anno terminale del periodo di previsione, con una riduzione complessiva nel periodo medesimo di oltre 12 punti percentuali.
  Evidenzia in proposito che nel DEF si rileva come tale andamento sia coerente con il rispetto della regola del debito per il triennio 2015-2018, precisandosi nel contempo come tale risultato sia condizionato al conseguimento degli avanzi primari indicati nel quadro programmatico e ad introiti da privatizzazioni per gli anni dal 2015 al 2018 pari rispettivamente a 0,4, 0,5, 0,5 e 0,4 punti di PIL.
  Segnala che il Programma Nazionale di Riforma (PNR) ha, da un lato, la funzione di verificare – in termini di effetti, portata e conformità con gli obiettivi europei – le riforme intraprese dopo l'approvazione del PNR dello scorso anno e, dall'altro, di prospettare un'agenda di interventi per il futuro funzionali al conseguimento degli obiettivi della Strategia «Europa 2020» e all'attuazione degli indirizzi sulle politiche pubbliche che le istituzioni comunitarie, nel quadro della nuova governance economica europea, hanno diretto all'Italia. Con riferimento al PNR in esame, tali indirizzi sono individuabili nelle Raccomandazioni (CSR – Country Specific Recommendation) rivolte all'Italia dal Consiglio UE l'8 luglio 2014 , a chiusura del Semestre europeo 2014, sulla base delle valutazioni della Commissione sul PNR e sul Programma di stabilità contenuti nel DEF 2014.
  Le Raccomandazioni si riferiscono ad otto ambiti di intervento:
   sostenibilità delle finanze pubbliche, tramite il rafforzamento delle misure di bilancio per gli anni 2014 e 2015;
   sistema fiscale, trasferendo ulteriormente il carico fiscale da lavoro e capitale a consumi, beni immobili e ambiente, assicurando neutralità in termini di gettito e proseguendo la lotta all'evasione fiscale;
   potenziamento degli sforzi intesi a far progredire l'efficienza della pubblica amministrazione;
   sistema finanziario, evidenziando la necessità di rafforzare la resilienza del settore bancario e di promuovere l'accesso delle imprese, soprattutto piccole e medie, ai finanziamenti non bancari;
   mercato del lavoro, richiedendo, tra l'altro, di operare per una più globale tutela sociale dei disoccupati, limitando tuttavia l'uso della cassa integrazione guadagni, per facilitare la riallocazione dei lavoratori, e di rafforzare il legame tra le politiche del mercato del lavoro attive e passive ed intervenire concretamente per aumentare il tasso di occupazione femminile;
   istruzione e formazione, richiamando la necessità di rendere operativo il sistema nazionale per la valutazione delle scuole, anche per ridurre i tassi di abbandono, di rafforzare sia il collegamento fra scuola e lavoro sia l'istruzione terziaria professionalizzante, nonché di istituire un registro nazionale delle qualifiche, per garantire un più ampio riconoscimento delle competenze;
   semplificazione e concorrenza, richiamando la necessità di promuovere Pag. 71l'apertura del mercato e rimuovere gli ostacoli rimanenti e le restrizioni alla concorrenza nei settori dei servizi professionali e dei servizi pubblici locali, delle assicurazioni, della distribuzione dei carburanti, del commercio al dettaglio e dei servizi postali; potenziare l'efficienza degli appalti pubblici, specialmente tramite la semplificazione delle procedure attraverso l'uso degli appalti elettronici, la razionalizzazione delle centrali d'acquisto e la garanzia della corretta applicazione delle regole relative alle fasi precedenti e successive all'aggiudicazione;
   infrastrutture, richiedendo, tra l'altro, il potenziamento della gestione portuale e dei collegamenti tra i porti e l'entroterra.

  Evidenzia che la «Relazione per paese relativa all'Italia 2015» della Commissione europea, del 18 marzo 2015, ha successivamente rilevato come nel complesso l'Italia abbia compiuto qualche progresso nel dar seguito alle raccomandazioni del 2014, in quanto: è stato ridotto in misura significativa l'onere fiscale sul lavoro; la riforma in corso del mercato del lavoro potrebbe consentire di risolvere antiche rigidità e di migliorare l'allocazione delle risorse; qualche progresso è stato compiuto nel miglioramento del sistema dell'istruzione, nonché della governance e della resilienza del settore bancario; sono stati presi primi provvedimenti per semplificare le istituzioni e l'amministrazione e, nel febbraio 2015, il Governo ha adottato un disegno di legge in materia di concorrenza.
  Ne derivano alcune importanti sfide politiche: il risanamento di bilancio favorevole alla crescita; l'attuazione delle riforme strutturali per accrescere la produttività; il superamento delle strozzature infrastrutturali; una maggiore efficienza del sistema fiscale e della pubblica amministrazione, ivi compreso il sistema giudiziario.
  Lo strumento delle privatizzazioni, al quale si fa espresso riferimento anche nella Raccomandazione n. 1 della Commissione, rientra nell'ambito delle misure volte alla sostenibilità delle finanze pubbliche, con particolare riguardo alle politiche volte alla riduzione del debito.
  Nel percorso di riduzione del debito esposto nel quadro programmatico del DEF, che nel quadriennio 2015-2018 è previsto decrescere di oltre 9 punti percentuali di PIL (dal 132,5 al 123,4 per cento), è infatti previsto un significativo concorso dei proventi da privatizzazioni pari, per ciascuno degli anni considerati, rispettivamente allo 0,41, 0,5, 0,5 e 0,3 per cento di PIL, attestandosi complessivamente nel periodo ad una cifra di poco inferiore ai 30 miliardi di euro.
  Ricorda come il conseguimento degli obiettivi programmatici affidati allo strumento in esame non sia risultato esente da difficoltà negli ultimi anni, atteso che il DEF 2013 includeva nel percorso di riduzione del debito ivi previsto un concorso delle privatizzazioni per il quinquennio 2013-2017, pari a circa 1 punto percentuale di PIL annuo; successivamente nel DEF 2014 tale concorso veniva diminuito a 0,7 punti percentuali di PIL per ciascuno degli anni dal 2014 al 2017, obiettivo poi ulteriormente circoscritto (nella Nota di aggiornamento) per il 2014 ad un importo pari a poco meno dello 0,3 per cento ed ora ridimensionato dal DEF in esame per il periodo 2015-2017 ai livelli sopra indicati. Va segnalato come tale livello sia inferiore a quello cui fa riferimento la Relazione della Commissione sugli squilibri macroeconomici, nella quale si rileva come il programma di privatizzazioni, sebbene abbia subito ritardi di attuazione, dovrebbe registrare un'accelerazione nel 2015 e generare proventi pari allo 0,7 per cento di PIL all'anno nel triennio 2015-2017.
  Nell'ambito del potenziamento degli sforzi intesi a far progredire l'efficienza della pubblica amministrazione, la Raccomandazione n. 3 segnala espressamente la necessità di garantire una migliore gestione dei fondi dell'UE attraverso un'azione risoluta di miglioramento della capacità di amministrazione, della trasparenza, della valutazione e del controllo di Pag. 72qualità sia a livello nazionale che a livello regionale, specialmente nelle regioni meridionali.
  La necessità del rafforzamento della capacità amministrativa nella gestione dei fondi europei – soprattutto alla luce delle difficoltà e dei ritardi che hanno caratterizzato l'attuazione delle politiche di coesione nel precedente ciclo di programmazione 2007-2013 – ha portato alla definizione di un nuovo quadro di governance istituzionale per le politiche di coesione, delineata dall'articolo 10 del decreto-legge n. 101 del 2013, che ha affidato alla Presidenza del Consiglio dei ministri e alla nuova Agenzia per la coesione territoriale, sottoposta alla vigilanza del Presidente del Consiglio, l'azione di programmazione, coordinamento, sorveglianza e sostegno della politica di coesione. Tra i compiti assegnati all'Agenzia figura anche il monitoraggio sistematico e continuo dei programmi operativi e degli interventi della politica di coesione, attraverso specifiche attività di valutazione e verifica, ferme restando le funzioni di controllo e di monitoraggio attribuite alla Ragioneria generale dello Stato.
  Nell'impostazione strategica della politica di coesione il PNR sottolinea la rilevanza della Strategia nazionale per le aree interne del Paese, definite come quelle aree più lontane dai servizi di base, che interessano oltre il 60 per cento del territorio nazionale ed il 7,6 per cento della popolazione italiana. La Strategia – che dovrebbe prendere avvio nel corso dell'anno con la sottoscrizione di Accordi di Programma Quadro entro il 30 settembre 2015, sostenuta sia dai fondi europei (FESR, FSE e FEASR), per il cofinanziamento di progetti di sviluppo locale, che da risorse nazionali (circa 180 milioni di euro messi a disposizione dalle ultime due leggi di stabilità) – rappresenta una azione diretta al sostegno della competitività territoriale sostenibile, al fine di contrastare, nel medio periodo, il declino demografico che caratterizza tali aree.
  Come già avvenuto per il DEF relativo al 2014, anche in questo Documento di Economia e Finanza la revisione della spesa pubblica viene ritenuta una delle più significative azioni strutturali di policy, sia sotto il profilo dell'efficienza nell'impiego delle risorse disponibili, sia al fine di realizzare risparmi di carattere permanente da destinare alla riduzione del carico fiscale. L'azione sulla spesa risulta inoltre in linea con le indicazioni della Commissione europea circa la sostenibilità delle finanze pubbliche, laddove viene raccomandato un aggiustamento di bilancio «basato sui significativi risparmi annunciati che provengono da un miglioramento duraturo dell'efficienza e della qualità della spesa pubblica a tutti i livelli di governo». La necessità del conseguimento di riduzioni di spesa risulta inoltre rafforzata dalla presenza, sia nella legge di stabilità per il 2014 che in quella per il 2015, di clausole di salvaguardia incentrate sull'incremento delle entrate qualora non intervengano nuovi risparmi di spesa per il conseguimento degli obiettivi dei saldi finanziari programmati nei documenti di finanza pubblica. In ordine agli obiettivi quantitativi dell'operazione, l'iniziale target di risparmi cifrato dalla legge di stabilità 2014, pari rispettivamente a 3,6 miliardi nel 2015, 8,3 miliardi nel 2016 ed 11,3 miliardi dal 2017, in coerenza con gli analoghi importi previsti nel Programma di lavoro presentato a novembre 2013 dal Commissario straordinario per la spending review, è stato successivamente incrementato dal DEF 2014, che oltre a programmare risparmi (per 4,5 miliardi) anche per il 2014, ha incrementato gli obiettivi per gli anni successivi, portandoli a 17 miliardi per il 2015, ed a 32 miliardi per ciascuno degli anni 2016 e 2017.
  Parte degli importi programmati sono stati conseguiti sulla base di disposizioni intervenute nel corso dell'anno, ad opera in particolare dei decreti-legge n. 4 e n. 66 del 2014, nonché secondo un più complessivo intervento contenuto nella legge di stabilità 2015 (legge n. 190 del 2014).
  Osserva, inoltre, che l'attività di revisione della spesa ha anche la finalità di evitare il ricorso alle clausole di salvaguardia recate dalle ultime due leggi di Pag. 73stabilità, clausole che come detto non sarebbero attuate (o lo sarebbero solo in parte) qualora intervenissero risparmi di spesa equivalenti agli obiettivi di gettito affidati alle clausole medesime. Tali clausole sono costituite, in primo luogo, dall'articolo 1, comma 430, della legge n. 147 del 2013, con cui si prevede entro il 15 gennaio 2015 un DPCM recante variazioni di aliquote d'imposta e riduzione di agevolazioni e detrazioni fiscali per un gettito di 3 miliardi nel 2015, 7 miliardi nel 2016 e 10 miliardi dal 2017. In secondo luogo, dall'articolo 1, commi 718 e 719, della legge n. 190 del 2014, recante un aumento dell'aliquota Iva ridotta del 10 per cento per 2 punti dal 2016 ed 1 punto dal 2017 e di quella ordinaria di 2 punti dal 2016, 1 punto dal 2017 e 0,5 punti dal 2018, per un gettito di 12,8 miliardi dal 2016, 19,2 miliardi dal 2017 e 21,9 miliardi dal 2018.
  Evidenzia che si tratta di importi consistenti, la cui neutralizzazione, necessaria per evitare l'intervento della clausola sul piano dell'imposizione fiscale, «prenota» parte non secondaria dei possibili risultati dell'intervento sulla spesa. Intervento che peraltro, rileva il DEF, è stato alla base della parziale neutralizzazione della clausola posta dalla legge n. 147 del 2013, al cui riguardo l'articolo 1, comma 207, della legge n. 190 del 2014 ha eliminato gli effetti da essa previsti per il 2015 e ne ha ridotto di 3,7 miliardi gli importi iscritti a decorrere dal 2016.
  Alla luce di questa prima sterilizzazione, al fine di evitare del tutto l'operare delle due clausole sopradette, risulterebbero affidate all'attività di revisione della spesa risparmi pari complessivamente a circa 16,1 miliardi nel 2016, 25,5 miliardi nel 2017 e 28,3 miliardi a decorrere dal 2018.
  Quanto al proseguimento dell'attività di revisione, necessaria per evitare l'operare delle clausole in questione già per il 2016 – quando le stesse determinerebbero, se attuate, un aumento del prelievo pari al suddetto importo di 16,1 miliardi, vale a dire 1 punto percentuale di PIL – nel DEF viene osservato che ciò verrà evitato per l'operare di tre fattori, costituiti:
   dal previsto miglioramento del quadro macroeconomico a decorrere dal 2015, che si rifletterà in un aumento di gettito;
   dalla flessione della spesa per interessi rispetto alle previsioni esposte nel Documento Programmatico di Bilancio dello scorso autunno. Da tali due primi fattori deriverà un effetto complessivo valutato in circa 0,4 punti di PIL;
   da misure di revisione della spesa, per un importo pari allo 0,6 del PIL (circa 10 miliardi).

  Tale ultimo importo deriverà da misure da definire nel corso del 2015, secondo le seguenti linee di intervento:
   attuazione della delega prevista per il completamento della riforma del bilancio che, ponendo al centro della programmazione di bilancio l'intervento pubblico nella sua interezza, piuttosto che gli interventi marginali adottati annualmente, supera l'approccio della spesa storica, spostando le priorità sui programmi di spesa: ciò consente una miglior valutazione del costo/opportunità ed il livello del finanziamento da assegnare a ciascuna politica, favorendo una efficiente riallocazione di risorse;
   per quanto gli enti territoriali, l'intervento di razionalizzazione della gestione contabile previsto dalla nella legge di stabilità 2015 per gli enti locali verrà esteso anche alle regioni e alle aziende sanitarie, provvedendo ad utilizzare i sistemi di costi standard e fabbisogni standard (o livelli di servizio) per determinare le risorse disponibili alle singole amministrazioni, rendendo disponibili on line e facilmente consultabili i dati di performance e di costo delle singole amministrazioni ed, infine, allineando le regole del patto di stabilità interno a quelle europee;
   per quanto riguarda le aziende pubbliche partecipate si attueranno, a valle della valutazione dei piani di razionalizzazione consegnati dai singoli enti locali, Pag. 74interventi legislativi mirati a un'ulteriore razionalizzazione e miglioramento dell'efficienza delle aziende partecipate;
   per quanto riguarda le amministrazioni centrali le priorità saranno: a) una revisione approfondita e analitica dei circa 10.000 capitoli di spesa, verificandone l'utilità ed efficienza di spesa; b) la riorganizzazione delle strutture periferiche dello stato centrale, operando sul disegno di legge per la riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche in corso d'esame al Senato, creando un nuovo modello di servizio più efficiente ed efficace;
   uno specifico intervento è inoltre previsto, sulla base di disposizioni già vigenti (tra cui il decreto-legge n. 92 del 2010 e la legge n. 244 del 2012) con riferimento alla revisione della spesa pubblica nel settore della difesa, in cui si prevede una graduale riduzione del personale militare e civile di tale Dicastero necessaria a contenere, alla data del 1o gennaio 2016, le relative unità di personale entro il termine massimo, rispettivamente, di 170.000 e 27.800 unità;
   per quanto riguarda gli acquisti della PA si procederà a completare il processo di razionalizzazione delle stazioni appaltanti e delle centrali d'acquisto definito nel decreto-legge n. 66 del 2014;
   con riferimento, infine, ai profili fiscali, per il recupero del tax gap e delle tax expenditures le priorità sono il completamento dell'attuazione della delega fiscale, con particolare attenzione alla creazione di un sistema di tracciabilità telematica delle transazioni di business (fatture e corrispettivi giornalieri) e la razionalizzazione delle tax expenditures, demarcando chiaramente le aree politicamente aggredibili. Si procederà altresì ad effettuare una ricognizione e una razionalizzazione degli incentivi alle imprese.

  In questo quadro, ricorda che il DEF considera collegati alla manovra di finanza pubblica i seguenti provvedimenti:
   Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali (A.C. 2093);
   Disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività agricole del settore agricolo, agroalimentare e della pesca (A.S. 1328);
   Delega al Governo recante disposizioni per l'efficienza del processo civile (A.C. 2953);
   Misure di semplificazione per l'avvio delle attività economiche per i finanziamenti e le agevolazioni alle imprese;
   Riorganizzazione delle Amministrazioni pubbliche (A.S. 1577);
   Revisione della spesa, promozione dell'occupazione e degli investimenti nei settori del cinema e dello spettacolo dal vivo;
   Delega per la revisione dell'ordinamento degli enti locali;
   Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni vigenti (A.C. 2994).

  Laura CASTELLI (M5S), preannunciando la presentazione di una relazione di minoranza da parte del gruppo MoVimento 5 Stelle, chiede alla rappresentante del Governo chiarimenti sulle cifre contenute nella errata corrige al DEF 2015.

  Rocco PALESE (FI-PdL) conferma la necessità di chiarimenti sulle cifre contenute nella errata corrige e chiede che tali chiarimenti vengano forniti prima che del prosieguo della discussione sul DEF 2015.

  Paolo TANCREDI (AP), relatore, in relazione alla errata corrige presentata dal Ministro dell'economia e delle finanze relativamente all'aumento atteso del gettito della clausola di salvaguardia prevista dalla legge di stabilità per il 2015, evidenzia che la difformità di cifre costituisce un mero errore materiale e non è frutto di alcun ripensamento. La cifra di 21,9 miliardi di euro, anziché 21,3, a decorrere dal 2018 compare infatti già nel dossier predisposto dagli uffici e nella propria relazione, nonché nello stesso DEF, a pagina Pag. 75118, dove viene arrotondata a circa 22 miliardi.

  Giulio MARCON (SEL), preannunciando la presentazione di una relazione di minoranza da parte del gruppo Sinistra Ecologia Libertà, dichiara di ritenere eccessivamente ottimistiche le previsioni del Governo, anche a causa della sopravvalutazione dei fattori esogeni, e si riserva di illustrare con maggior dettaglio le posizioni del proprio gruppo nel corso del dibattito in Assemblea.

  Guido GUIDESI (LNA), giudicando illusorie le cifre contenute nel Documento di economia e finanza 2015, preannuncia la presentazione in Assemblea di una risoluzione del proprio gruppo sul DEF, augurandosi che il Ministro dell'economia e delle finanze sia presente in Aula in occasione del dibattito previsto per la giornata di domani.

  Rocco PALESE (FI-PdL) comunica l'intenzione del proprio gruppo di presentare in Assemblea una risoluzione sul Documento di economia e finanza 2015. Passa poi all'esame del contenuto del Documento, le cui previsioni giudica oltremodo ottimistiche, anche in considerazione delle stime effettuate da organismi esterni al Governo, compreso l'Ufficio parlamentare di bilancio.
  Evidenziando che i debiti di oggi saranno le tasse di domani, osserva che verrà lasciato alle generazioni future un Paese in condizioni economiche peggiori del passato, anche perché non si riesce ad approfittare nemmeno della attuali condizioni esogene favorevoli, quali la diminuzione dei tassi e del prezzo del petrolio, le favorevoli condizioni del cambio euro/dollaro e il quantitative easing attuato dalla Banca centrale europea.
  Contesta al Governo, a suo parere interessato solo a ritorni in termini elettorali, la mancanza di una visione globale diretta a favorire la crescita e l'occupazione. Anche relativamente al peggioramento dei saldi per 0,1 punti percentuali di PIL, che dovrebbe dar luogo al «tesoretto» di 1,6 miliardi euro per il 2015, critica il mancato utilizzo dello stesso per la riduzione dell'indebitamento.
  Osserva poi come il Governo, nonostante le petizioni di principio, non sia in grado di realizzare un'effettiva semplificazione normativa, in particolare a favore delle imprese, nei confronti delle quali la normativa appare sempre più complessa e penalizzante, soprattutto nel settore urbanistico e ambientale.
  In relazione ai fondi strutturali osserva che, nonostante il Presidente del Consiglio affermi che l'Unione europea si sia dichiarata favorevole alle richieste italiane di maggiore flessibilità nel loro utilizzo, non si veda ancora nulla di concreto e soprattutto che parte di tali fondi non è utilizzata in favore del Mezzogiorno, ma, in violazione dell'articolo 119 della Costituzione, viene destinata ad altre aree del Paese. Segnala inoltre che questi fondi sono utilizzati dal Governo non solo per far fronte a emergenze, ma anche per la spesa corrente, lamentando infine che ancora non sia stato impegnato nulla dei fondi relativi al ciclo di programmazione 2014-2020, anzi si discuta ancora in ordine al soggetto competente ad effettuare i relativi impegni.
  Allo scopo di contrastare la corruzione, ritiene insufficiente una strategia incentrata esclusivamente sull'aumento delle pene in caso di condanna per tale reato, ritenendo che invece sarebbe molto più efficace a tal fine prevedere che tutti gli acquisti di beni e servizi effettuati dal settore pubblico siano effettuati tramite la CONSIP.
  Chiede poi chiarimenti in merito alla riduzione degli obiettivi del programma di privatizzazioni, dal quale dovrebbero conseguire, nel quadriennio 2015-2018, entrate pari, per ciascuno degli anni considerati, rispettivamente allo 0,41, 0,5, 0,5 e 0,3 per cento di PIL, quindi ben al di sotto dello 0,7 per cento del PIL annuo previsto dal DEF 2014 e richiesto dalle istituzioni europee.
  Contesta poi le quantificazioni delle entrate che dovrebbero derivare dall'attuazione della spending review, ulteriormente Pag. 76incrementate dal Documento in discussione e improvvidamente utilizzate, unitamente alle clausole di salvaguardia, come modalità di copertura finanziaria di altra spesa corrente.
  Si dichiara poi fortemente scettico sugli annunciati interventi di riduzione del numero delle società partecipate e degli enti inutili, interventi già più volte annunciati ma purtroppo mai attuati effettivamente.
  Concludendo su questo aspetto, pur auspicando un aumento del PIL nella misura prevista nel Documento, ritiene eccessive le previsioni di riduzione della spesa e di aumento delle entrate e invita i colleghi a verificare quante delle previsioni contenute nei Documenti di economia e finanze degli anni passati siano state effettivamente realizzate.
  Lamenta inoltre come sempre più frequentemente il Governo imponga tagli insostenibili ai bilanci degli enti locali e, pur apprezzando l'intenzione di istituire la local tax, che semplificherebbe la vita ai cittadini chiamati a pagare una unica tassa in favore degli enti locali, in luogo delle molte attualmente dovute, ritiene imprescindibile stabilire tassativamente che l'importo di tale nuova imposta non possa essere superiore alla somma delle attuali.
  Augurandosi sinceramente che il suo pessimismo sulle previsioni del DEF siano smentite dai fatti, ritiene che la risoluzione da approvare in Assemblea, focalizzandosi su alcune questioni prioritarie ben definite, debba impegnare il Governo a correggere il tiro per quanto riguarda le politiche da attuare per favorire la crescita preservando l'equilibrio dei conti.

  Maino MARCHI (PD), nel condividere i contenuti della relazione illustrata dall'onorevole Tancredi, osserva come nel corso degli ultimi mesi le politiche europee in tema di bilancio siano state progressivamente orientate ad una maggiore attenzione verso gli obiettivi della crescita economica e del rilancio occupazionale, come di recente dimostrato anche dalla predisposizione del cosiddetto Piano Juncker per gli investimenti e dalla Comunicazione sulla flessibilità della Commissione europea. In tale quadro, osserva che l'impostazione complessiva del Documento di economia e finanza 2015 abbia ottenuto un giudizio essenzialmente positivo da parte delle istituzioni europee e che gli organismi interni ed internazionali preposti alla valutazione dei documenti di finanza pubblica hanno sostanzialmente avvalorato le stime sugli andamenti della finanza pubblica italiana elaborate dal Governo, ritenendole anzi talvolta prudenti.
  Pur considerando legittima la discussione circa le finalità cui destinare i nuovi margini di manovra pari a 1,6 miliardi di euro, derivanti dal peggioramento dell'indebitamento netto dello 0,1 per cento rispetto al quadro tendenziale, apprezza l'intenzione del Governo di indirizzare tali risorse non tanto alla riduzione del debito pubblico, suscettibile di produrre effetti potenzialmente recessivi, quanto all'attuazione delle riforme necessarie a stimolare la ripresa economica ed occupazionale del Paese.
  Condivide, altresì, la volontà del Governo di utilizzare, nel rispetto degli obiettivi programmatici di finanza pubblica, le risorse conseguenti al miglioramento del quadro macroeconomico e alla revisione della spesa, alla neutralizzazione delle cosiddette clausole di salvaguardia introdotte dalle ultime due leggi di stabilità. Ferma restando l'esigenza di pervenire comunque ad un più efficace impiego dei fondi strutturali comunitari, ritiene essenziale proseguire negli interventi a sostegno degli investimenti pubblici e privati, come del resto previsto anche nel DEF 2015. Alla luce di tali considerazioni, preannunzia il voto favorevole del gruppo Partito Democratico sul conferimento del mandato al relatore.

  Paolo TANCREDI, relatore, pur rispettando la diversità di opinioni emerse nel corso del dibattito odierno, pone l'accento sulla piena attendibilità del quadro previsionale tracciato nel DEF 2015, sottolineando al riguardo come le stime del Governo si collochino in un intervallo di assoluta compatibilità rispetto ai valori Pag. 77elaborati dagli altri organismi di analisi nazionali ed internazionali, risultando anzi, al confronto, ispirate ad un criterio di maggiore prudenza. Nel rinviare in proposito alle considerazioni svolte in sede di audizione sul DEF 2015 dal presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, osserva come nel corso del predetto ciclo di audizioni sia stato semmai da più soggetti evidenziato il rischio di una sopravvalutazione da parte del Governo circa l'effetto della domanda interna per consumi e investimenti sul trend positivo del PIL rispetto alle esportazioni nette.

  La sottosegretaria Paola DE MICHELI, nel riservarsi di intervenire in maniera più approfondita nel corso del successivo dibattito in Assemblea, conferma, in linea con quanto evidenziato dal relatore, l'assoluta congruità del quadro previsionale contenuto nel DEF 2015. Da un punto di vista generale, ritiene che l'impegnativo percorso di risanamento della finanza pubblica nazionale, oramai avviato da alcuni anni, stia cominciando a dare risultati concreti, con riflessi positivi anche sul piano della crescita economica.
  A tale ultimo riguardo, nel sottolineare la rilevanza della componente interna dei consumi sull'andamento del PIL, avverte che, sulla base dei dati riferiti al primo trimestre dell'anno corrente, il concorso della citata componente alla ripresa complessiva del prodotto segna finalmente una positiva discontinuità rispetto al passato. Auspica, inoltre, che il Parlamento tenga in debita considerazione l'impegno manifestato dal Governo a neutralizzare le cosiddette clausole di salvaguardia, in linea con quanto peraltro già realizzato in passato rispetto a precedenti clausole di salvaguardia.
  Considera, infine, molto interessante il dibattito sviluppatosi in Commissione circa le finalità cui destinare le risorse aggiuntive pari a 1,6 miliardi di euro derivanti dal peggioramento dello 0,1 per cento dell'indebitamento netto programmatico, rispetto al dato tendenziale, ovvero se indirizzarle, come proposto dalle diverse forze politiche, alla riduzione del debito pubblico piuttosto che all'adozione di misure di contrasto alla povertà o ad interventi comunque a sostegno della crescita economica ed occupazionale, dichiarandosi certa che da tale discussione il Governo saprà trarre, al momento dell'individuazione delle scelte, utili spunti di riflessione.

  Rocco PALESE (FI-PdL) precisa che nel suo precedente intervento intendeva riferirsi non tanto agli obiettivi cui orientare le risorse aggiuntive pari a 1,6 miliardi di euro, quanto alla necessità di appurare anzitutto la sussistenza delle predette risorse e di verificare quindi il momento in cui procedere più opportunamente al loro impiego, considerato che, come peraltro emerso anche nel corso delle audizioni, tale momento dovrebbe coincidere con l'adozione del disegno di legge di assestamento del bilancio dello Stato, quando il Governo potrà avere piena contezza del gettito effettivamente disponibile. Osserva che tale questione attiene essenzialmente a profili di osservanza delle norme sulla contabilità pubblica, nel senso di evitare l'impegno di specifiche risorse finanziarie in assenza di entrate puntualmente accertate e quantificate, anche al fine di sottrarre l'intera discussione a finalità di opportunismo elettorale. Preannunzia quindi il voto contrario del suo gruppo sul conferimento del mandato al relatore a riferire favorevolmente all'Assemblea.

  Maino MARCHI (PD) fa presente che il DEF 2015 già contiene, in realtà, talune indicazioni in merito alle modalità per poter legittimamente utilizzare il margine di manovra pari a 1,6 miliardi di euro, prevedendo che il finanziamento di nuove misure per tale importo potrà avvenire mediante utilizzo delle disponibilità di bilancio a valere sulle spese rimodulabili dei Ministeri, provvedendosi successivamente, in sede di assestamento del bilancio statale, a reintegrare le risorse così «anticipate».

Pag. 78

  Francesco BOCCIA, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri di tutte le Commissioni competenti.
  Avverte altresì che i deputati D'Incà e Melilla sono stati designati come relatori di minoranza, rispettivamente, dai gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà.

  La Commissione delibera di conferire all'onorevole Tancredi il mandato a riferire favorevolmente all'Assemblea sul Documento di economia e finanza 2015.

  La seduta termina alle 15.25.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 22 aprile 2015. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Paola De Micheli.

  La seduta comincia alle 15.25.

Modifiche all'articolo 191 del codice civile e all'articolo 3 della legge 1o dicembre 1970, n. 898, in materia di scioglimento del matrimonio e della comunione tra i coniugi.
C. 831 e abb.-B, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.

(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Nulla osta – Parere su emendamenti).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto e delle proposte emendative ad esso riferite.

  Francesco BOCCIA, presidente, in sostituzione del relatore, ricorda che, nel corso dell'esame in prima lettura presso la Camera dei deputati, la Commissione bilancio, nella seduta del 27 maggio 2014, ha espresso nulla osta sul provvedimento in titolo, recante disposizioni in materia di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio nonché di comunione tra i coniugi. Segnala che il provvedimento medesimo è stato quindi oggetto di talune modifiche nel corso del successivo iter presso il Senato. Fa presente che la Commissione è ora chiamata a pronunciarsi sul testo all'esame dell'Assemblea, così come risultante dalle modifiche apportate presso il Senato. In proposito, pur senza entrare nel dettaglio delle disposizioni segnala che le citate modifiche – come del resto le restanti norme del testo – rivestono un carattere esclusivamente ordinamentale e, come tali, non sembrano presentare profili problematici dal punto di vista finanziario. Alla luce di tali considerazioni, propone pertanto di esprimere nulla osta sul provvedimento all'esame dell'Assemblea.

  La sottosegretaria Paola DE MICHELI, attesa l'insussistenza di profili finanziari, concorda con la proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva quindi la proposta di parere del relatore.

  Francesco BOCCIA, presidente, in sostituzione del relatore, comunica che in data 22 aprile 2015 l'Assemblea ha trasmesso il fascicolo n. 1 degli emendamenti. Poiché le proposte emendative in esso contenute non sembrano presentare profili problematici dal punto di vista finanziario, propone di esprimere sulle medesime nulla osta.

  La sottosegretaria Paola DE MICHELI concorda con la proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 15.30.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 22 aprile 2015. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA. – Interviene Pag. 79la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Paola De Micheli.

  La seduta comincia alle 15.30.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 13 marzo 2013, n. 30, di attuazione della direttiva 2009/29/CE al fine di perfezionare ed estendere il sistema comunitario per lo scambio di quote di emissione di gas a effetto serra.
Atto n. 155.

(Rilievi alla VIII Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto in oggetto.

  Ernesto PREZIOSI (PD), relatore, fa presente che lo schema di decreto legislativo in esame reca disposizioni correttive ed integrative riferite al decreto legislativo n. 30 del 2013, attuativo della direttiva 2009/29/CE relativa al sistema comunitario per lo scambio di quote di emissione di gas a effetto serra e che il testo del provvedimento è corredato di relazione tecnica. Passando all'esame delle disposizioni che presentano profili di carattere finanziario, osserva che andrebbero precisati alcuni profili applicativi relativi alle seguenti modifiche del decreto legislativo n. 30 del 2013, introdotte con il provvedimento in esame:
   decorrenza dal 2013 della disciplina sulla messa all'asta di quote di emissione per gli impianti fissi (integrazione dell'articolo 19 del citato decreto legislativo);
   decorrenza dal 30 giugno 2015 della disciplina relativa al pagamento all'erario del corrispettivo delle quote dovute per taluni impianti a ridotte emissioni (integrazione dell'articolo 38 del citato decreto legislativo).

  In particolare, ritiene che andrebbe chiarito se tali decorrenze comportino innovazioni sostanziali rispetto ai criteri applicativi ad oggi seguiti in attuazione del decreto legislativo n. 30 del 2013. Giudica opportuno il chiarimento tenuto conto che, nel primo caso (articolo 19 del citato decreto legislativo), i proventi sono destinati a finalità espressamente indicate dal testo e la modifica della norma appare assumere portata retroattiva. Nel secondo caso (articolo 38 del citato decreto legislativo) la norma non prevede una destinazione dei relativi introiti: non appare tuttavia chiaro se si debba fare riferimento, per analogia, ad altre disposizioni contenenti finalizzazioni delle somme ricavate dalla vendita delle quote, quali, ad esempio, gli articoli 6 e 19 del decreto legislativo n. 30 del 2013, che disciplinano l'assegnazione di quote a titolo oneroso nel settore del trasporto aereo e negli impianti fissi, ovvero se tali somme debbano essere acquisite all'erario a miglioramento dei saldi.

  La sottosegretaria Paola DE MICHELI si riserva di fornire i chiarimenti richiesti dal relatore.

  Francesco BOCCIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.35 alle 15.50.

Pag. 80