CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 14 aprile 2015
424.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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INDAGINE CONOSCITIVA

  Martedì 14 aprile 2015. — Presidenza del presidente Francesco Paolo SISTO. – Interviene il sottosegretario di Stato per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Ivan Scalfarotto.

  La seduta comincia alle 9.20.

Indagine conoscitiva nell'ambito dell'esame del progetto di legge C. 3-35-182-358-551-632-718-746-747-749-876-894-932-998-1025-1026-1116-1143-1401-1452-1453-1511-1514-1657-1704-1794-1914-1946-1947-1977-2038-bis-B, approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato, recante disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati.
(Deliberazione).

  Francesco Paolo SISTO, presidente, sulla base di quanto convenuto in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ed essendo stata acquisita l'intesa con la Presidente della Camera ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del regolamento, propone lo svolgimento di un'indagine conoscitiva nell'ambito dell'esame della proposta di legge C. 335-182-358-551-632-718-746-747-749-876-894-932-998-1025-1026-1116-1143-1401-1452-1453-1511-1514-1657-1704-1794-1914-1946-1947-1977-2038-bis-B, approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato, recante disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati, che si concluderà entro venerdì 17 aprile 2015.

  Nell'ambito dell'indagine conoscitiva la Commissione procederà all'audizione di esperti della materia.

  La Commissione approva la proposta di deliberazione dell'indagine formulata dal presidente.

  La seduta termina alle 9.25.

INDAGINE CONOSCITIVA

  Martedì 14 aprile 2015. — Presidenza del presidente Francesco Paolo SISTO indi della vicepresidente Roberta AGOSTINI. – Intervengono il ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi e i sottosegretari di Stato per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Ivan Scalfarotto e Luciano Pizzetti.

  La seduta comincia alle 9.25.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Francesco Paolo SISTO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, mediante la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Nell'ambito dell'esame del progetto di legge C. 3-35-182-358-551-632-718-746-747-749-876-894-932-998-1025-1026-1116-1143-1401-1452-1453-1511-1514-1657-1704-1794-1914-1946-1947-1977-2038-bis-B,approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato, recante disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati.
Audizione di esperti.
(Svolgimento e conclusione).

  Massimo LUCIANI, professore ordinario di diritto costituzionale presso l'Università degli Studi di Roma «La Sapienza» e Roberto D'ALIMONTE, professore ordinario di sistema politico italiano presso l'Università Luiss Guido Carli di Roma, svolgono relazioni sui temi oggetto dell'indagine conoscitiva.

  Intervengono, per porre quesiti e formulare osservazioni, i deputati Andrea MAZZIOTTI DI CELSO (SCpI), Gennaro MIGLIORE (PD), Alfredo D'ATTORRE (PD), Mara MUCCI (Misto-AL), Dorina BIANCHI (AP), Giovanni CUPERLO (PD), Emanuele FIANO (PD), Andrea GIORGIS (PD) e Francesco Paolo SISTO, presidente.

Pag. 62

  Roberto D'ALIMONTE, professore ordinario di sistema politico italiano presso l'Università Luiss Guido Carli di Roma e Massimo LUCIANI, professore ordinario di diritto costituzionale presso l'Università degli Studi di Roma «La Sapienza», rispondono ai quesiti posti e rendono ulteriori precisazioni.

  Ida NICOTRA, professoressa ordinaria di diritto costituzionale presso l'Università degli studi di Catania, Roberto ZACCARIA, già professore ordinario di istituzioni di diritto pubblico presso l'Università degli Studi di Firenze, Augusto BARBERA, professore emerito di diritto costituzionale presso l'Università di Bologna, Francesco Saverio MARINI, professore ordinario di istituzioni di diritto pubblico presso l'Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Francesco STORACE, esperto della materia, Vincenzo TONDI DELLA MURA, professore ordinario di diritto costituzionale presso l'Università del Salento, Lara TRUCCO, professoressa associata di diritto costituzionale presso l'Università di Genova e Massimo VILLONE, professore ordinario di diritto costituzionale presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, svolgono relazioni sui temi oggetto dell'indagine conoscitiva.

  Intervengono, per porre quesiti e formulare osservazioni, i deputati Enzo LATTUCA (PD), Giuseppe LAURICELLA (PD), Giovanni CUPERLO (PD), Alfredo D'ATTORRE (PD), Mara MUCCI (Misto-AL), Emanuele FIANO (PD), Pino PISICCHIO (Misto) e Gennaro MIGLIORE (PD).

  Roberto ZACCARIA, già professore ordinario di istituzioni di diritto pubblico presso l'Università degli Studi di Firenze, Augusto BARBERA, professore emerito di diritto costituzionale presso l'Università di Bologna, Vincenzo TONDI DELLA MURA, professore ordinario di diritto costituzionale presso l'Università del Salento, Lara TRUCCO, professoressa associata di diritto costituzionale presso l'Università di Genova e Massimo VILLONE, professore ordinario di diritto costituzionale presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, rispondono ai quesiti posti e rendono ulteriori precisazioni.

  Roberta AGOSTINI, presidente, ringrazia gli intervenuti per i contributi forniti e dichiara conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.30.

  N.B.: Il resoconto stenografico dell'audizione è pubblicato in un fascicolo a parte.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 14 aprile 2015. — Presidenza del vicepresidente Roberta AGOSTINI.

  La seduta comincia alle 13.30.

Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2014.
C. 2977 Governo.

(Relazione alla XIV Commissione).
Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2013.
Doc. LXXXVII, n. 2.

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti.

  Roberta AGOSTINI, presidente, avverte che la Commissione avvia oggi l'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 126-ter del Regolamento, del disegno di legge europea 2014 e della relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2013. La Commissione esaminerà le parti di propria competenza del predetto disegno di legge europea, assegnato in sede referente alla Commissione Politiche dell'Unione europea, e concluderà tale esame con l'approvazione di Pag. 63una relazione e con la nomina di un relatore, che potrà partecipare alle sedute della XIV Commissione.
  Ricorda altresì che, ai sensi dell'articolo 126-ter, comma 5, del regolamento, le Commissioni di settore possono esaminare ed approvare emendamenti al disegno di legge, per le parti di rispettiva competenza. Possono ritenersi ricevibili solo gli emendamenti il cui contenuto è riconducibile alle materie di competenza specifica di ciascuna Commissione di settore; nel caso in cui membri della Commissione intendano proporre emendamenti che interessano gli ambiti di competenza di altre Commissioni, tali emendamenti dovranno essere presentati presso la Commissione specificamente competente. Gli emendamenti eventualmente approvati dalla Commissione saranno trasmessi, unitamente alla relazione, alla XIV Commissione, mentre gli emendamenti respinti dalle Commissioni di settore non potranno essere presentati presso la XIV Commissione, che li considererà irricevibili. Gli emendamenti respinti dalle Commissioni potranno, peraltro, essere ripresentati in Assemblea.
  Ricorda, inoltre, che, congiuntamente al disegno di legge europea, la Commissione è chiamata ad esaminare anche le parti di sua competenza della Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2013: l'esame si concluderà con l'approvazione di un parere. Comunica infine che, al fine di consentire la conclusione dell'esame da parte della Commissione entro giovedì 16 aprile, il termine per la presentazione di emendamenti al disegno di legge europea in esame, per le parti di competenza della I Commissione, è stato fissato per le ore 16 di domani, mercoledì 15 aprile.

  Alan FERRARI (PD), relatore, ricorda che il disegno di legge in esame, recante disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2014, è stato presentato alla Camera dei deputati il 19 marzo 2015 (C. 2977) in base alle disposizioni di cui alla legge 24 dicembre 2012, n. 234, sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea.
  La legge n. 234 del 2012 prevede, infatti, che ogni anno il Governo presenti, insieme al disegno di legge di delegazione europea, un disegno di legge europea, che contiene norme di diretta attuazione volte a garantire l'adeguamento dell'ordinamento nazionale all'ordinamento europeo, con particolare riguardo ai casi di non corretto recepimento della normativa europea.
  Più specificamente, nel disegno di legge europea sono inserite le disposizioni finalizzate a porre rimedio ai casi di non corretto recepimento della normativa dell'Unione europea nell'ordinamento nazionale che hanno dato luogo a procedure di pre-infrazione, avviate nel quadro del sistema di comunicazione EU Pilot (lo strumento principale di comunicazione e cooperazione tramite il quale la Commissione, mediante il Punto di contatto nazionale – che in Italia è la struttura di missione presso il Dipartimento Politiche UE della Presidenza del Consiglio – trasmette le richieste di informazione agli Stati membri al fine di assicurare la corretta applicazione della legislazione UE e prevenire possibili procedure d'infrazione) e di infrazione, laddove il Governo abbia riconosciuto la fondatezza dei rilievi mossi dalla Commissione europea.
  Con riferimento all'anno 2014 – oltre al disegno di legge in oggetto – il Governo ha presentato il disegno di legge di delegazione europea 2014, attualmente in corso di esame al Senato (S. 1758), recante disposizioni di delega per l'adozione delle direttive dell'Unione europea pubblicate nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea dalla data di presentazione in Parlamento del precedente disegno di legge di delegazione europea 2013 – secondo semestre (legge 7 ottobre 2014, n. 154).
  Il disegno di legge europea 2014 si compone di 21 articoli suddivisi in 10 capi, ciascuno riferito a una specifica materia. Per quanto concerne, in particolare, i profili di competenza della Commissione Pag. 64affari costituzionali, segnala innanzitutto l'articolo 7, che interviene sulla disciplina delle scadenze degli affidamenti diretti di servizi pubblici locali non conformi alla normativa europea.
  Ricorda che in base alla normativa vigente, contenuta nell'articolo 34, commi 20-25, del decreto-legge n. 179 del 2012, la scelta delle modalità di affidamento dei servizi pubblici locali (SPL) viene rimessa all'ente affidante, sulla base di una relazione che deve dare conto delle ragioni e della sussistenza dei requisiti previsti dall'ordinamento europeo per la forma di affidamento prescelta. La normativa richiamata ha previsto anche una disciplina transitoria (articolo 34, comma 21), disponendo che gli affidamenti in essere alla data di entrata in vigore del decreto, non conformi ai requisiti previsti dalla normativa europea, dovessero essere adeguati entro il termine del 31 dicembre 2013 (pubblicando, entro la stessa data, la relazione prevista). In deroga a quanto previsto dalla disposizione originaria, nel corso della legislatura è intervenuto l'articolo 13, comma 1, del decreto-legge n. 150 del 2013 (convertito, con modificazioni, dalla legge n. 15 del 2014) che ha prorogato la durata degli affidamenti in essere alla data di entrata in vigore del decreto-legge n. 179 del 2012 fino al subentro del nuovo gestore e comunque non oltre il 31 dicembre 2014. Inoltre, il comma 22 del citato articolo 34 del decreto-legge n. 179 del 2012 ha stabilito disposizioni particolari per gli «affidamenti diretti», cioè senza gara, in essere alla data di entrata in vigore del predetto decreto-legge (18 ottobre 2012), anche non conformi alla normativa europea. Per questi ultimi è stato previsto che cessano alla scadenza prevista nel contratto di servizio o negli altri atti che regolano il rapporto, mentre gli affidamenti che non prevedono una data di scadenza cessano, improrogabilmente e senza necessità di apposita deliberazione dell'ente affidante, il 31 dicembre 2020. L'articolo 7 del disegno di legge in esame introduce due modifiche a tale disciplina, al fine di risolvere la procedura di infrazione n. 2012/2050, nella quale si contesta allo Stato italiano la violazione del diritto dell'Unione in materia di appalti pubblici e concessioni, derivante da affidamenti di servizi di igiene urbana da parte di alcuni comuni, nonché l'articolo 34, comma 22, del decreto-legge n. 179 del 2012, in materia di affidamento di servizi pubblici locali a società a partecipazione pubblica quotate in borsa o da queste controllate.
  La prima modifica chiarisce che sono salvi gli affidamenti assentiti a società a partecipazione pubblica quotate prima del 1o ottobre 2003 o da società da queste controllate alla medesima data. Come già previsto, tali affidamenti termineranno alla naturale scadenza del contratto oppure nel 2020, se nel contratto non è prevista alcuna scadenza.
  La seconda modifica (che aggiunge un periodo finale al comma 22 del richiamato articolo 34) introduce una nuova disciplina transitoria per consentire la chiusura degli affidamenti assentiti a società che sono state poste sotto il controllo delle società quotate in borsa dopo il 1o ottobre 2003, stabilendo che tali affidamenti cessano improrogabilmente e senza necessità di apposita deliberazione dell'ente affidante il 31 dicembre 2018 o alla scadenza prevista nel contratto di servizio o negli altri atti che regolano il rapporto se anteriore.
  Evidenzia che un'altra disposizione rilevante per le competenze della I Commissione è quella recata dall'articolo 8, in materia di immigrazione e di rimpatri. Esso prevede che lo straniero (cittadino di uno Stato extra-UE), in possesso di un regolare permesso di soggiorno rilasciato da un altro Stato dell'UE che si trattiene nel territorio nazionale oltre i tre mesi consentiti dalla legge, se non ottempera immediatamente all'ordine di ritornare nello Stato membro, viene espulso forzatamente nello Stato di origine o provenienza e non nello Stato che ha rilasciato il permesso di soggiorno, come attualmente prevede la legge. Il rimpatrio forzato Pag. 65dello straniero verso lo Stato membro dell'Unione che ha rilasciato il titolo di soggiorno e non verso il Paese terzo di origine dell'interessato è possibile solo in caso di intese o accordi bilaterali di riammissione già operativi prima del 13 gennaio 2009, ossia della data di entrata in vigore della direttiva 2008/115/CE (cosiddetta direttiva rimpatri).
  A causa del non corretto recepimento della predetta direttiva, la Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia (n. 2014/2235). In particolare, la Commissione europea ha rilevato una violazione della direttiva nelle modalità di esecuzione dell'espulsione forzata, che non può essere effettuata verso un Paese membro, bensì verso il Paese di origine dell'interessato, a meno che non siano intervenute intese bilaterali. Come specificato nella relazione illustrativa del disegno di legge in esame, gli Stati membri con cui l'Italia ha concluso intese o accordi bilaterali di riammissione sono: Austria, Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Francia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Ungheria.
  Nella lettera di messa in mora, la Commissione europea ha contestato ulteriori addebiti, con riferimento alle carenze del sistema di monitoraggio efficace di rimpatri forzati, alla mancata predisposizione di dispositivi per l'allontanamento dei cittadini detenuti durante la pena detentiva e conseguente trattenimento di ex detenuti successivamente al rilascio, e di condizioni materiali di trattenimento degli immigrati.
  Per quanto riguarda, poi, la relazione consuntiva per il 2013, evidenzia innanzitutto che si tratta di un documento oramai superato, per cui la Commissione potrebbe semplicemente prenderne atto, esprimendo un parere di nulla osta. Si limita a segnalare, con riferimento alle materie attinenti alle competenze della Commissione affari costituzionali, come dalla predetta relazione risulti che obiettivo prioritario del Governo sia stato quello di mantenere alto il livello d'attenzione dell'Unione Europea sulle tematiche migratorie e, nello specifico, sui flussi che attraversano il mar Mediterraneo, soprattutto all'indomani del tragico naufragio del 3 ottobre 2013 avvenuto al largo dell'isola di Lampedusa. Il Governo ha, quindi, accolto favorevolmente l'iniziativa di costituire una task force per il Mediterraneo, guidata dalla Commissione, incaricata di sviluppare iniziative di breve, medio e lungo periodo, per prevenire ulteriori perdite di vite umane.
  In questo quadro complessivo, l'Italia ha partecipato attivamente al negoziato sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante norme sulla sorveglianza delle frontiere marittime esterne nel contesto della cooperazione operativa coordinata dall'Agenzia Frontex.
  L'Italia è stata, altresì, impegnata nello sviluppo del negoziato relativo al cosiddetto «pacchetto normativo smart borders» (frontiere intelligenti) finalizzato, da un lato, ad agevolare il transito di viaggiatori abituali non a rischio, dall'altro, a monitorare le presenze di stranieri nell'area Schengen.
  In materia di asilo, nel corso del 2013, anche grazie al sostegno italiano, è giunto formalmente a conclusione l'iter di approvazione del pacchetto di proposte normative riguardanti il cosiddetto «sistema comune europeo d'asilo» (Common european asylum system – CEAS). L'Italia ha, altresì, continuato a garantire la propria attiva partecipazione ai lavori dell'ufficio europeo di supporto all'asilo (European asylum support office – EASO), entrato in funzione nel 2011, nell'ottica di rendere sempre più centrale il suo ruolo soprattutto nelle fasi di analisi e supporto nella gestione di situazioni di crisi che possono mettere in difficoltà i diversi sistemi nazionali di asilo.
  Sotto il profilo della sicurezza, obiettivo del Governo è stato, in particolare, quello di richiamare l'attenzione delle Istituzioni europee e degli Stati membri sui rischi Pag. 66connessi ai fenomeni di criminalità organizzata che sempre più assumono carattere transnazionale, il cui contrasto non può prescindere da un'efficace cooperazione dei Paesi dell'Unione Europea e di quelli extraeuropei.
  Per quanto riguarda la lotta al terrorismo, l'Italia ha ribadito la centralità di un impegno sia nei confronti dei gruppi terroristici strutturati, sia dei cosiddetti lupi solitari (lonely terrorists). Il Governo ha, altresì, sottolineato l'importanza di prestare particolare attenzione ai cosiddetti foreign fighters, soggetti che partono da Paesi occidentali diretti in aree di conflitto, come ad esempio la Siria, per poi tornare in Occidente e che costituiscono una minaccia crescente per la sicurezza. Sulla base dell'analisi di rischio presentata da EUROPOL nel 2013, l'Italia ha concorso allo sviluppo del prossimo policy cycle 2014-2017, per il quale parteciperà ai piani d'azione relativi a sei priorità di carattere strategico: favoreggiamento dell'immigrazione illegale; tratta degli esseri umani; contraffazione delle merci con impatto sulla salute e sicurezza pubblica; frodi intracomunitarie con soggetti fittizi; produzione e traffico di sostanze stupefacenti; crimini informatici (cybercrime). L'Italia ha, inoltre, preso parte al dibattito in ordine alla proposta di riforma dell'Agenzia EUROPOL (European police office) e di formazione europea delle autorità di contrasto presentata dalla Commissione europea. La proposta prevede l'incorporazione dell'Accademia europea di polizia (European police college – CEPOL), Agenzia dell'Unione europea che si occupa della formazione delle Forze di polizia, con la stessa EUROPOL.
  Fa presente, infine che, nel quadro del costante rilievo riservato ai temi della sicurezza, l'Italia ha partecipato attivamente ai lavori del Comitato permanente per la cooperazione operativa in materia di sicurezza interna (COSI).

  Roberta AGOSTINI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.40.

COMITATO DEI NOVE

  Martedì 14 aprile 2015.

Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione.
Emendamenti C. 1803-A Beni.

  Il Comitato dei nove si è riunito dalle 13.40 alle 13.45.

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

  Martedì 14 aprile 2015. — Presidenza del presidente Alessandro NACCARATO.

  La seduta comincia alle 14.40.

Disposizioni per favorire l'integrazione sociale dei minori stranieri residenti in Italia mediante l'ammissione nelle società sportive appartenenti alle federazioni nazionali.
Emendamenti C. 1949-A Molea.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere).

  Il Comitato inizia l'esame degli emendamenti.

  Alessandro NACCARATO, presidente, in sostituzione del relatore impossibilitato a partecipare alla seduta odierna, rileva che gli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 2 non presentano profili critici per quanto attiene al rispetto del riparto di competenze legislative di cui all'articolo 117 della Costituzione e propone, pertanto, di esprimere su di essi il parere di nulla osta.

  Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

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Norme recanti regime fiscale speciale in relazione ai rapporti con il territorio di Taiwan.
Emendamenti C. 2753, approvato dal Senato.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere).

  Il Comitato inizia l'esame degli emendamenti.

  Marilena FABBRI (PD), relatrice, rileva che gli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 1 non presentano profili critici per quanto attiene al rispetto del riparto di competenze legislative di cui all'articolo 117 della Costituzione e propone, pertanto, di esprimere su di essi il parere di nulla osta.

  Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

Disposizioni in materia di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio nonché di comunione tra i coniugi.
C. 831-B, approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato.
(Parere alla II Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  Il Comitato inizia l'esame del provvedimento.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO (SCpI), relatore, rileva che la proposta di legge C. 831-B, già approvata dalla Camera e poi modificata dal Senato, interviene sulla disciplina dello scioglimento del matrimonio con la finalità di ridurre i tempi necessari a ottenere il divorzio. In particolare, il testo approvato dal Senato, e non ulteriormente modificato dalla Commissione di merito, modifica la legge n. 898 del 1970, in modo da: anticipare il momento della possibile proposizione della domanda di divorzio; anticipare anche il momento dell'effettivo scioglimento della comunione dei beni tra i coniugi; stabilire una disciplina transitoria.
  Fa presente che l'articolo 1 modifica la legge sul divorzio (legge n. 898 del 1970). In particolare, il provvedimento, per quanto riguarda le separazioni giudiziali: conferma la riduzione da tre anni a dodici mesi della durata minima del periodo di separazione ininterrotta dei coniugi che legittima la domanda di divorzio; fa decorrere tale termine – come attualmente previsto – dalla comparsa dei coniugi davanti al presidente del tribunale nella procedura di separazione personale.
  Per quanto riguarda invece le separazioni consensuali: riduce a sei mesi la durata del periodo di separazione ininterrotta dei coniugi che permette la proposizione della domanda di divorzio; riferisce il termine più breve anche alle separazioni che, inizialmente contenziose, si trasformano in consensuali; fa decorrere tale termine dalla comparsa dei coniugi davanti al presidente del tribunale nella procedura di separazione personale.
  L'articolo 2 interviene sull'articolo 191 del codice civile per anticipare il momento dello scioglimento della comunione dei beni tra i coniugi. La disposizione aggiunge un nuovo comma all'articolo 191 del codice civile attraverso il quale si anticipa lo scioglimento della comunione legale: nella separazione giudiziale, al momento in cui il presidente del tribunale, in sede di udienza di comparizione, autorizza i coniugi a vivere separati; nella separazione consensuale, alla data di sottoscrizione del relativo verbale di separazione, purché omologato. È poi aggiunta una disposizione di natura procedurale secondo cui – in caso di comunione dei beni – l'ordinanza che autorizza i coniugi a vivere separati deve essere comunicata all'ufficio di stato civile per l'annotazione dello scioglimento della comunione (sull'atto di matrimonio).
  L'articolo 3 della proposta di legge contiene una disposizione transitoria secondo la quale la nuova disciplina sulla riduzione dei tempi di proposizione della domanda di divorzio e quella che anticipa Pag. 68lo scioglimento della comunione legale si applicano anche ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della riforma; ciò anche quando sia pendente a tale data il procedimento di separazione personale che ne costituisce il presupposto.
  Sottolinea che il testo unificato delle proposte di legge interviene sulle materie «stato civile e anagrafi» e «ordinamento civile» che rientrano nella competenza legislativa statale, ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettere i) e l). Formula quindi una proposta di parere favorevole (vedi allegato).

  Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 14.50.

AVVERTENZA

  I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

RELAZIONI ALL'ASSEMBLEA

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 421 del 9 aprile 2015, a pagina 107, prima colonna, alla quattordicesima riga, deve leggersi: «continua a non prevederla per il» invece di: «continua a non prevedere il».

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