CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 27 gennaio 2015
377.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
Pag. 81

AUDIZIONI INFORMALI

  Martedì 27 gennaio 2015.

Audizioni nell'ambito dell'esame degli schemi di decreto legislativo recanti disposizioni in materia di contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti (atto n. 134) e disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione involontaria e di ricollocazione dei lavoratori disoccupati (atto n. 135).
Audizione di rappresentanti di CGIL, CISL, UIL e UGL.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 9.05 alle 11.05.

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 27 gennaio 2015. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. – Interviene il Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Teresa Bellanova.

  La seduta comincia alle 12.10.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti.
Atto n. 134.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 19 gennaio 2015.

Pag. 82

  Cesare DAMIANO, presidente, ricorda che con l'odierna audizione dei sindacati si è conclusa l'attività conoscitiva deliberata al fine di acquisire elementi di conoscenza e di valutazione utili alla prosecuzione dell’iter di esame del provvedimento. Ricorda altresì che l'Ufficio di presidenza della Commissione, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione dello scorso 23 gennaio, ha convenuto di prevedere, per la giornata odierna e per quella di domani, sedute da dedicare al seguito dell'esame dello schema di decreto legislativo.

  Tiziana CIPRINI (M5S) fa notare che, come riscontrato anche dalle associazioni rappresentative dei giuslavoristi italiani, il titolo del provvedimento in esame reca un inganno semantico, dal momento che evoca forme di tutele crescenti di fatto inesistenti, in un contesto di interventi normativi che, a suo avviso, eccedono la portata della delega attribuita al Governo dal Parlamento, incorrendo in un palese vizio di incostituzionalità. Fa notare che lo schema di decreto legislativo, in sostanza, determina un generale abbassamento delle tutele dei lavoratori, generando una spaccatura all'interno della categoria dei lavoratori dipendenti, suscettibile di dar luogo a discriminazioni a seconda del regime normativo al quale sono sottoposti. Rileva, peraltro, che non è in alcun modo assicurata la salvaguardia dei diritti dei lavoratori titolari di rapporti di lavoro in essere, dal momento che il provvedimento, all'articolo 1, comma 3, prevede l'applicazione delle sue disposizioni già assunti nei casi in cui le assunzioni a tempo indeterminato avvenute successivamente all'entrata in vigore del provvedimento comportino il superamento dei requisiti occupazionali di cui all'articolo 18, ottavo e nono comma, della legge n. 300 del 1970. A suo avviso, si tratta di un evidente eccesso di delega, considerando che l'articolo 1, comma 7, lettera c), della legge n. 183 del 2014 fa riferimento alle sole nuove assunzioni. Esprime, quindi, una netta contrarietà a un provvedimento che, a suo avviso, intende liberalizzare i licenziamenti a vantaggio delle grandi multinazionali e a scapito dei lavoratori, che, a suo avviso, potrebbero perdere l'occupazione anche in presenza di futili motivi. Nel richiamare casi di licenziamenti effettivamente verificatisi in passato che rischierebbero di concludersi la corresponsione di una indennità, anziché con una reintegrazione nel posto di lavoro, evidenzia come si intenda limitare la discrezionalità dei giudici precludendo loro la possibilità di applicare corretti principi di proporzionalità nell'applicazione delle sanzioni in caso di licenziamento illegittimo. Ritiene, pertanto, che sia in atto un tentativo di destrutturazione delle tutele dei lavoratori, portato avanti in nome di un liberismo sfrenato, che, nel convertire diritti fondamentali in termini monetari, non fa che produrre disuguaglianze e ingiustizie sociali.

  Davide BARUFFI (PD) ritiene doveroso sottolineare preliminarmente come il Governo, con la delega di cui alla legge n. 183 del 2014 abbia inteso fornire una prima risposta all'obiettivo dichiarato di ridare centralità al contratto a tempo indeterminato in un quadro di rinnovate tutele in caso di disoccupazione involontaria. In quest'ottica, il provvedimento reca, a suo avviso, una impronta normativa coerente ed equilibrata, che dovrà trovare un opportuno completamento in tempi brevi con le riforme nel campo delle politiche attive per il lavoro, del «disboscamento» delle tipologie contrattuali, del rafforzamento delle tutele nel corso del rapporto di lavoro, nonché della conciliazione tra tempi di vita e di lavoro. Giudica, in ogni caso, positivamente il fatto che si sono tenute fuori dal dibattito questioni puramente simboliche, come quelle legate all'applicabilità della nuova disciplina al lavoro pubblico e all'introduzione del cosiddetto opting out per il datore di lavoro, che avrebbero soltanto generato l'effetto di irrigidire le posizioni delle diverse forze politiche. Si dichiara, comunque, a favore del principio di tendenziale omogeneizzazione della normativa applicabile al lavoro pubblico e a quello privato, reputando che Pag. 83non si debbano introdurre irragionevoli differenziazioni nella loro disciplina legislativa. Ritiene, tuttavia, che sia possibile apportare taluni miglioramenti al testo, al fine di preservare l'integrità e la coerenza del sistema di interventi prospettati nella delega, intervenendo, ad esempio, sull'estensione ai licenziamenti collettivi della disciplina prevista dagli articoli 2 e 3 del testo. Tale estensione, a suo avviso, rischia di essere estranea ai criteri della delega e, comunque, non è conforme al dibattito svoltosi in sede di esame parlamentare della legge n. 183 del 2014. A suo avviso, per effetto di tale estensione si potrebbe determinare una ulteriore segmentazione nel mercato del lavoro, che potrebbe produrre conflitti sui luoghi di lavoro. Richiama, quindi, l'esigenza di ricondurre a criteri di maggiore proporzionalità le misure in tema di licenziamenti disciplinari, anche nella prospettiva di scongiurare un eventuale contenzioso di carattere costituzionale, a fronte della potenziale violazione di principi fondamentali dell'ordinamento. Evidenzia, quindi, l'esigenza di intervenire elevando la misura degli indennizzi previsti nel campo della tutela obbligatoria, al fine di scongiurare il rischio di comportamenti opportunistici da parte delle aziende, le quali, a fronte della previsione di più elevati incentivi ad assumere, potrebbero far cessare le nuove assunzioni senza adeguata motivazione con costi relativamente limitati una volta terminati gli incentivi contributivi.

  Carlo DELL'ARINGA (PD) ritiene che il tema in discussione, per sue intrinseche caratteristiche, tenda ad alimentare forti divaricazioni politiche, anche in seno alla stessa maggioranza, nella quale sono presenti diverse sensibilità circa la gestione del rapporto di lavoro. Fa notare che il Governo, in tale delicata materia, ha individuato una soluzione di sintesi, che, inevitabilmente, non soddisfa pienamente le diverse aspettative delle parti politiche, considerato l'elevato tasso di divaricazione politica presente con riferimento a queste tematiche. A suo avviso, non vanno tuttavia sottovalutate le esigenze connesse all'attesa, anche da parte degli organismi internazionali e dell'Unione europea, di interventi che promuovano uno «sblocco» del sistema produttivo italiano. Ritiene, tuttavia, che vi siano le condizioni per individuare un percorso che consenta di compiere ulteriori passi in avanti, specialmente sotto il profilo della tecnica legislativa, mantenendo tuttavia integro l'impianto complessivo degli interventi contemplati. A tal fine, giudica necessario lasciare fuori dal dibattito questioni di forte impatto ideologico – come quelle che richiamano i criteri di scarso rendimento del lavoratore o che evocano l'applicazione di meccanismi di opting out da parte del datore di lavoro – concentrandosi, al contrario, sulla formulazione di mirati suggerimenti al Governo, che potrebbero riguardare, ad esempio, l'opportunità di elevare i limiti degli indennizzi previsti a titolo di risarcimento nei confronti del lavoratore o di esplicitare l'inapplicabilità al settore pubblico della disciplina sui licenziamenti prevista dal provvedimento. Giudica, quindi, pericoloso e velleitario per la maggioranza avventurarsi su modifiche di più ampio respiro, come quella concernente la revisione della disciplina in materia di licenziamenti disciplinari. Ravvisa, infatti, il rischio che si formulino conclusioni politiche che, anche in considerazione dei diversi orientamenti presenti nella maggioranza, avrebbero un valore di mera testimonianza e non si tradurrebbero in enunciati normativi.

  Sergio PIZZOLANTE (AP), pur giudicando non completamente soddisfacente l'intervento normativo in discussione, considerate le tante questioni in gioco che evocano spesso impostazioni culturali inconciliabili, ritiene importante che la maggioranza accolga positivamente l'evidente passo in avanti compiuto dal Governo, tenuto conto dell'attuale grave crisi del mercato del lavoro e del suo alto livello di precarietà. Ritiene pertanto che non si possa ignorare l'esigenza di un alleggerimento della flessibilità in uscita in cambio dell'instaurazione di nuovi rapporti di lavoro più stabili. Fa notare, pertanto, che si Pag. 84è di fronte a una importante riforma di sistema, condivisa anche a livello europeo, che costituisce un tentativo meritevole di ammodernare le regole del mercato del lavoro, rispetto al quale non sarebbero ammissibili atteggiamenti di chiusura. Osserva, in conclusione, che, qualora il relatore, seguendo il solco tracciato dal suo intervento introduttivo, dovesse perseverare, in sede di elaborazione della sua proposta di parere, in un atteggiamento di forte critica nei confronti del provvedimento, si porrebbe un serio problema in seno alla maggioranza, che richiederebbe una riflessione profonda da parte dei gruppi che la compongono.

  Cesare DAMIANO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione involontaria e di ricollocazione dei lavoratori disoccupati.
Atto n. 135.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 19 gennaio 2015.

  Cesare DAMIANO, presidente, ricorda che con l'odierna audizione dei sindacati si è conclusa l'attività conoscitiva deliberata al fine di acquisire elementi di conoscenza e di valutazione utili alla prosecuzione dell’iter di esame del provvedimento. Ricorda altresì che l'Ufficio di presidenza della Commissione, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione dello scorso 23 gennaio, ha convenuto di prevedere, per la giornata odierna e per quella di domani, sedute da dedicare al seguito dell'esame dello schema di decreto legislativo.
  Segnalato che si era convenuto informalmente di concludere la seduta alle ore 13, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.

AUDIZIONI INFORMALI

  Martedì 27 gennaio 2015.

Audizione del professor Tito Boeri nell'ambito dell'esame della proposta di nomina del presidente dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (nomina n. 43).

  L'audizione informale è stata svolta dalle 14.05 alle 15.15.

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 27 gennaio 2015. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. – Interviene il Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Teresa Bellanova.

  La seduta comincia alle 15.15.

Proposte di nomina del professor Tito Boeri a presidente dell'Istituto nazionale della previdenza sociale.
Nomina n. 43.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame della proposta di nomina, rinviato nella seduta del 20 gennaio 2015.

  Cesare DAMIANO, presidente, fa notare che la Commissione prosegue l'esame della proposta di nomina, ai fini dell'espressione del parere di competenza, il cui termine scade il prossimo 2 febbraio. Chiede al relatore se sia nelle condizioni di formulare una proposta di Pag. 85parere, anche alla luce degli elementi emersi nell'audizione informale testé svolta sull'argomento in titolo.

  Sergio PIZZOLANTE (AP), relatore, manifesta, preliminarmente, il proprio imbarazzo per la necessità di verificare l'adeguatezza del profilo professionale del candidato proposto dal Governo alla presidenza dell'INPS. Pur ribadendo che il curriculum del professor Boeri – come, peraltro, confermato dall'audizione testé svolta – è di assoluto valore, soprattutto sotto il profilo accademico, conferma le proprie perplessità circa la sussistenza dei requisiti indicati dall'articolo 3, comma 3, del decreto legislativo n. 479 del 1994, e successive modificazioni, che richiedono, per la nomina in esame, la presenza di una specifica capacità manageriale e di una qualificata esperienza nell'esercizio di funzioni attinenti al settore operativo dell'Ente. Giudicata prioritaria l'esigenza di agevolare una riforma della governance dell'INPS, che, a suo avviso, non potrebbe non passare attraverso un rinnovo dei suoi organi di vertice, pur ribadendo le proprie posizioni circa il possesso da parte del professor Boeri dei requisiti previsti dalla normativa vigente, presenta una proposta di parere favorevole sulla proposta di nomina, raccomandandone l'approvazione.

  Il sottosegretario Teresa BELLANOVA dichiara che il Governo intende sostenere con forza la candidatura di Tito Boeri alla presidenza dell'INPS, tenuto conto delle sue ampie competenze in materia e del suo elevato profilo professionale, che denotano, peraltro, la presenza di indubbie capacità di tipo manageriale, acquisite nell'ambito delle sue passate esperienze professionali maturate nel campo della direzione di importanti istituti universitari e di ricerca. Richiama, in particolare, a testimonianza delle capacità manageriali del professor Boeri l'attività da questi svolta come prorettore dell'Università «Bocconi», nell'ambito della quale ha esercitato importanti compiti di coordinamento nel settore della ricerca.

  Cesare DAMIANO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame della proposta di nomina alla seduta convocata per la giornata di domani.

  La seduta termina alle 15.30.