CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 14 gennaio 2015
369.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 14 gennaio 2015. — Presidenza del presidente Elio VITO. — Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Domenico Rossi.

  La seduta comincia alle 14.05.

Istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato in missioni militari all'estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni, in relazione all'esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno, con particolare attenzione agli effetti dell'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e della dispersione nell'ambiente di nano particelle di minerali pesanti prodotte dalle esposizioni di materiale bellico e a eventuali interazioni.
Doc. XXII, n. 9.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Elio VITO, presidente, ricorda che, oltre al documento in esame, che istituisce una Commissione di inchiesta monocamerale, è assegnata alla Commissione anche la proposta di legge C. 1206 Lorefice e altri, che sulla stessa materia istituisce una Commissione di inchiesta bicamerale.
  Ricorda, al riguardo, che l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha concordato di avviare l'esame della proposta di inchiesta monocamerale, anche a seguito della richiesta più volte reiterata dal gruppo di SEL, e sottolinea che le due iniziative – la proposta in titolo e la proposta di legge C. 1206 – seguono procedimenti distinti e non sono abbinabili. Mentre, infatti, le Commissioni di inchiesta monocamerali vengono istituite mediante deliberazioni interne delle singole Camere, le Commissioni di inchiesta bicamerali vengono istituite mediante leggi.

  Gennaro MIGLIORE (PD), relatore, ringrazia il presidente per l'incarico di relatore che ha voluto conferirgli e l'onorevole Duranti per essersi fatta promotrice dell'iniziativa in esame.Pag. 30
  Sottolinea, da subito, l'importanza di un rapido e condiviso percorso in Commissione, anche in considerazione della personale esperienza maturata in occasione dell'esame di altre proposte d'istituzione di Commissioni d'inchiesta, per le quali, nonostante fossero ampiamente condivise dai gruppi, sono stati necessari tempi di oltre un anno prima della definitiva approvazione.
  Osserva, quindi, che il provvedimento di cui la Commissione avvia oggi l'esame è strettamente collegato alle relazioni conclusive delle due Commissioni monocamerali di inchiesta istituite al Senato nelle legislature XV e XVI, che si sono succedute per chiarire le cause dei casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito sia il personale impiegato nelle missioni militari all'estero, sia quello operante nei poligoni di tiro presenti nel territorio nazionale.
  Evidenzia, quindi, come l'ambito di indagine delle Commissioni di inchiesta attive in questa materia nelle scorse legislature si sia ampliato nel tempo, focalizzando l'attenzione su tutto il personale impiegato, civile e militare, sia nella totalità delle missioni all'estero – in passato si parlava, infatti, esclusivamente di «missioni di pace», – sia nei vari poligoni di tiro presenti nel territorio nazionale. Si è, inoltre, ampliato anche l'ambito delle sostanze di cui è stata avvertita la pericolosità, non limitandolo solo all'uranio impoverito, ma comprendendo anche tutte le nanoparticelle derivanti dall'esplosione o dalla lavorazione dei vari materiali bellici.
  Ritiene opportuno evidenziare anche che le relazioni delle Commissioni istituite ad hoc nelle scorse legislature, pur avendo fatto emergere molti elementi utili, non hanno tuttavia condotto a risultati esaustivi. Ad oggi, infatti, non si è riusciti a determinare in maniera incontrovertibile, dal punto di vista scientifico, il nesso di causalità fra l'eventuale esposizione a tali fattori patogeni e i casi di malattia di cui si è a conoscenza e si è, quindi, dovuto far riferimento al criterio della probabilità.
  Aggiunge che tale aspetto riveste cruciale importanza ai fini della definizione dei contenziosi poiché gli esiti delle precedenti inchieste sono stati avversati proprio in ragione dell'impossibilità di stabilire un nesso di causalità diretto. A questo proposito fa presente che nessuna relazione causale del tipo di quella di cui si parla in questi casi può essere accertata altrimenti che in termini probabilistici, non potendo sussistere una certezza assoluta che un certo effetto sia riconducibile a una certa causa, e che pertanto è il quantum della probabilità che permette di volta in volta, secondo i parametri condivisi dalla comunità scientifica, di affermare che c’è una relazione causale.
  Un altro punto essenziale connesso con la salute del personale militare riguarda l'uso indiscriminato delle pratiche di vaccinazione. Anche questo elemento è stato preso in considerazione dalle precedenti Commissioni, ma non è stato adeguatamente approfondito, né si è provveduto con interventi normativi volti a superare le problematiche evidenziate. Sono stati infatti riscontrati e documentati numerosi casi di vaccinazioni ripetute in lassi di tempo brevissimo, senza alcun rispetto delle precauzioni indicate dalle stesse case farmaceutiche e persino senza la preventiva e indispensabile anamnesi del paziente.
  Passando al contenuto del documento segnala che l'articolo 1 prevede l'istituzione, a norma dell'articolo 82 della Costituzione, di una Commissione d'inchiesta con i già citati compiti, precisando che nell'esercizio della sua attività essa si adopera per attuare le indicazioni contenute nelle relazioni finali presentate al termine dei propri lavori dalle precedenti Commissioni monocamerali d'inchiesta. La Commissione dovrà, altresì, monitorare il funzionamento del Servizio sanitario nazionale per le attività concernenti l'ambito di lavoro della stessa Commissione, nonché il funzionamento del servizio sanitario militare e, in particolare, la fruibilità di quest'ultimo in termini di efficienza e di efficacia nel territorio italiano e all'estero al fine di garantire una migliore tutela della salute dei soggetti che possono essere considerati a rischio nell'espletamento del proprio servizio.Pag. 31
  L'articolo 2 stabilisce in 21 il numero dei deputati componenti la Commissione, precisando che gli stessi sono nominati dal Presidente della Camera in proporzione al numero dei componenti i gruppi parlamentari. Vengono altresì stabiliti i criteri di composizione dell'ufficio di presidenza.
  L'articolo 3 estende alla Commissione gli stessi poteri dell'autorità giudiziaria, in linea con quanto previsto dall'articolo 82 della Costituzione.
  Gli articoli 4 e 5 riguardano l'organizzazione della Commissione. In particolare, l'articolo 4 prevede la possibilità per la Commissione di avvalersi sia di personale interno alla Camera dei deputati sia di collaborazioni specializzate esterne, mentre l'articolo 5 demanda ad un apposito regolamento interno il compito di definire l'organizzazione delle attività e il funzionamento della Commissione, senza richiedere una specifica maggioranza per la sua approvazione.
  L'articolo 6 disciplina la pubblicità dei lavori della Commissione e obbliga il personale e i collaboratori della Commissione stessa al segreto in relazione agli atti e ai documenti acquisiti. Segnala che tale disposizione prevede che sia la Commissione stessa a deliberare, di volta in volta, quali sedute possano essere considerate pubbliche e quali documenti possano essere divulgati. Dalla formulazione della disposizione si evince, dunque, che il regime generale cui sono assoggettati i lavori, gli atti e i documenti acquisiti nel corso dell'inchiesta è la segretezza.
  L'articolo 7 prevede una durata dei lavori della Commissione di due anni, al termine dei quali essa deve predisporre una relazione sulle risultanze dei suoi lavori nella quale possono essere indicate proposte di modifica ai trattati internazionali vigenti in materia, nonché alla legislazione vigente, anche con riferimento all'individuazione di misure di prevenzione e di assistenza adottabili nonché all'adeguatezza degli istituti di indennizzo di natura previdenziale o di sostegno al reddito.
  Ritiene che tale periodo di tempo sia congruo, ma segnala sin da ora l'esigenza di prevedere anche la predisposizione di una relazione intermedia, da adottare dopo il primo anno di lavori, al fine di assicurare prudenzialmente che la Commissione raggiunga comunque un risultato.
   L'articolo 8 prevede, infine, la copertura dei costi della Commissione attraverso il bilancio interno della Camera, secondo una formula che è stata adottata anche in altre proposte di istituzione di Commissioni d'inchiesta.
  Ricorda che, nell'ambito degli strumenti volti a consentire lo svolgimento dell'attività di controllo del Parlamento, l'inchiesta parlamentare rappresenta quello più incisivo e penetrante. L'articolo 82, secondo comma, della Costituzione, dispone infatti che la Commissione parlamentare d'inchiesta «procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria».
  Quanto ai rapporti tra l'attività delle Commissioni d'inchiesta e le concorrenti indagini della autorità giudiziaria, ricorda che la Corte costituzionale, nella sentenza n. 26 del 2008, ha rilevato che i poteri di indagine spettanti, rispettivamente, alle Commissioni parlamentari di inchiesta e agli organi della magistratura requirente hanno ambiti e funzioni differenti, con la conseguenza che l'esercizio degli uni non può avvenire a danno degli altri, e viceversa. Infatti, il compito delle suddette Commissioni non è di «giudicare», ma solo di raccogliere notizie e dati necessari per l'esercizio delle funzioni delle Camere. Pertanto, il normale corso della giustizia non può essere paralizzato a mera discrezione degli organi parlamentari, ma deve arrestarsi unicamente nel momento in cui l'esercizio dei poteri di indagine dell'autorità giudiziaria possa incidere illegittimamente su fatti ad essa soggettivamente e oggettivamente sottratti e rientranti nella competenza degli organi parlamentari.
  Per quanto riguarda i profili di reciproca opponibilità del segreto, ricorda che fondamentale è la sentenza n. 231 del 1975 della Corte costituzionale, che ha risolto il conflitto di attribuzioni tra Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia ed i tribunali di Pag. 32Torino e Milano. La Corte ha stabilito che la Commissione non ha l'obbligo di trasmettere ai Tribunali gli atti e documenti da essa formati o direttamente disposti, gli scritti e gli anonimi ad essa originariamente rivolti, che la Commissione abbia ritenuto di mantenere segreti (cosiddetto segreto funzionale), nonché gli atti già a disposizione del potere giudiziario. La Corte ha stabilito invece l'obbligo per la Commissione di trasmettere ai Tribunali predetti gli altri atti e documenti in suo possesso che non siano coperti all'origine da segreto o siano coperti da segreto non opponibile all'autorità giudiziaria.
  Conclude ribadendo l'auspicio che l'iter dell'iniziativa possa procedere con tempi rapidi – eventualmente anche attraverso un esame in comitato ristretto che possa condurre ad un testo sul quale intervenire in misura assai contenuta in sede plenaria, in vista del definitivo passaggio in Assemblea – e con la più ampia convergenza possibile in modo da poter consentire alla nuova Commissione di avviare i lavori sotto le migliori prospettive.

  Elio VITO, presidente, ringrazia il relatore per aver introdotto l'esame del provvedimento in maniera ampia ed esaustiva, rinviando alla prossima riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ogni determinazione in merito alla eventuale nomina di un comitato ristretto ed alle modalità per la prosecuzione dell'istruttoria legislativa.

  Donatella DURANTI (SEL) ringrazia il relatore per aver svolto un lavoro non solo accurato, ma anche sentito sotto il profilo umanitario. Condivide, quindi, l'auspicio dell'onorevole Migliore che si possa concludere rapidamente l'esame dell'atto realizzando la più ampia condivisione possibile.

  Gian Piero SCANU (PD) rivolge al relatore un sincero augurio di un proficuo lavoro iniziato in maniera eccellente. Nel rammentare, quindi, di aver svolto, nella passata legislatura, il ruolo di relatore per la predisposizione della relazione intermedia della Commissione d'inchiesta istituita al Senato sulla medesima materia, dichiara di condividere la proposta avanzata dall'onorevole Migliore di prevedere anche in questa occasione una relazione intermedia.
  Evidenzia come anche le Commissioni delle precedenti legislature abbiano conseguito risultati importanti. Certamente non è stato possibile stabilire un nesso di causalità in termini altrimenti che probabilistici. Del resto la Commissione di cui ha fatto parte venne a scontrarsi contro un vero e proprio «muro di gomma» e contro la pretesa che il nesso di causalità dovesse essere riconosciuto solo quando dimostrato in modo scientificamente incontrovertibile.
  Nel sottolineare la serietà e la delicatezza del tema affrontato dall'atto in esame, che rappresenta una iniziativa alla quale il Partito democratico aderisce convintamente, esprime il timore che l'istituzione della nuova Commissione possa essere interpretata da qualcuno come un'autorizzazione, in attesa di ulteriori accertamenti, a considerare sospese e in attesa di conferma le conclusioni a cui era giunta la Commissione d'inchiesta istituita nella precedente legislatura al Senato, le quali contenevano precise prescrizioni e indicazioni in merito al da farsi. L'istituzione della nuova Commissione deve essere viceversa e correttamente intesa come uno sforzo di arricchire il quadro di conoscenza sulla materia oggetto dell'indagine.

  Gianluca RIZZO (M5S), nel condividere gli auspici che si proceda speditamente, preannuncia che il proprio gruppo presenterà una proposta di istituzione di una Commissione d'inchiesta monocamerale sulla medesima materia.

  Michele PIRAS (SEL) esprime soddisfazione per l'avvio dell'esame dell'atto, ricordando come in questa legislatura la Commissione difesa abbia già confermato nel documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sulle servitù militari la bontà di alcuni risultati che erano stati conseguiti dalla Commissione d'inchiesta che ha operato al Senato.Pag. 33
  Si sofferma, quindi, a svolgere alcune considerazioni in merito al tema del nesso di causalità, che ritiene sia un elemento di cruciale importanza per lo svolgimento dei compiti assegnati alla Commissione. In particolare, evidenzia come il superamento dei livelli di soglia delle sostanze nocive possa verificarsi per brevi periodi di tempo, strettamente legati allo svolgimento di determinate attività, come quelle che si svolgono nei poligoni di tiro, e come dunque le misurazioni, se operate in momenti successivi, possano non evidenziare l'inquinamento.
  Ritiene, inoltre, che sarebbe utile ampliare l'inchiesta, indagando su una molteplicità di fattori potenzialmente dannosi. Al riguardo, rammenta i casi di inquinamento delle falde acquifere intorno ai poligoni di Capo Frasca e di Salto di Quirra, evidenziando come siano già molti i casi di malattie gravi che hanno coinvolto il personale militare e civile che lavora soprattutto presso il poligono di Capo Frasca. Al riguardo esprime l'avviso che la sottovalutazione che vi è stata di questi fenomeni da parte dei relativi comandi sia allarmante.
  Conclude rivolgendo un ringraziamento alle rappresentanze militari del COCER per le loro segnalazioni, che hanno portato all'attenzione di tutti anche il tema delle vaccinazioni, che altrimenti non sarebbe emerso.

  Il sottosegretario Domenico ROSSI, riservandosi di intervenire nel prosieguo dell'esame, ribadisce l'assoluta disponibilità della Difesa a fornire tutti gli elementi di informazione necessari e utili. Assicura, inoltre, la presenza del Governo in tutte le fasi di esame dell'atto, nonché la sua piena collaborazione per pervenire in tempi brevi a un testo condiviso e meditato.

  Elio VITO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.50.