CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 16 dicembre 2014
359.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
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RISOLUZIONI

  Martedì 16 dicembre 2014. — Presidenza del vicepresidente Michele PELILLO. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Paola DE MICHELI.

  La seduta comincia alle 14.40.

7-00542 Fragomeli: Modifiche al regime IMU dei terreni agricoli montani.
7-00544 Sandra Savino: Modifiche al regime IMU dei terreni agricoli montani.
(Seguito della discussione congiunta e rinvio).

  La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni, rinviata nella seduta del 10 dicembre scorso.

  Il Sottosegretario Paola DE MICHELI rileva come, nel tempo intercorso tra la seduta odierna e la presentazione delle risoluzioni, il Governo abbia approvato, nella riunione del Consiglio dei ministri del 12 dicembre scorso, un decreto-legge che proroga dal 16 dicembre al 26 gennaio 2015 il termine di scadenza del versamento dell'IMU dovuta sui terreni agricoli montani non più esenti.
  In tale contesto ritiene opportuno che la risoluzione Fragomeli n. 7-00542 sia riformulata, sopprimendo il primo impegno, che chiede di posticipare il predetto termine di 60 giorni, in quanto tale indicazione contrasterebbe con il contenuto del citato decreto-legge recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri, nonché il secondo impegno, relativo all'accertamento convenzionale da parte dei comuni del relativo maggior gettito IMU, in quanto una previsione in materia è già contenuta nel medesimo decreto-legge.
  Esprime invece una valutazione favorevole sul terzo impegno della risoluzione.Pag. 45
  Per quanto riguarda la risoluzione n. 7-00544 Sandra Savino, considera altresì opportuno procedere alla sua riformulazione, nel senso di espungere il primo impegno, concernente la proroga del termine di pagamento già disposta dal predetto decreto-legge, nonché il secondo impegno, che chiede di abrogare l'articolo 22, comma 2 del decreto-legge n. 66 del 2014.

  Gian Mario FRAGOMELI (PD) esprime soddisfazione per l'accoglimento, da parte del Governo, di buona parte della sua risoluzione n. 7-00542, sottolineando in tale contesto la necessità di sollecitare l'Agenzia delle entrate ad affrontare in termini più complessivi il tema della ridefinizione dei valori dei terreni agricoli, richiamando a tale riguardo l'invito in tal senso già contenuto nel parere espresso dalla Commissione sullo schema di decreto legislativo recante composizione, attribuzione e funzionamento delle Commissioni censuarie, predisposto in attuazione della delega per la riforma del sistema fiscale.

  Monica FAENZI (FI-PdL) non concorda con la valutazione negativa espressa dal Sottosegretario sul secondo impegno contenuto nella risoluzione n. 7-00544, di cui è cofirmataria, il quale chiede di abrogare l'articolo 22, comma 2, del decreto-legge n. 66 del 2014.
  Sottolinea, infatti, come tale previsione, modificando il regime di esenzione IMU per i terreni agricoli ubicati nei comuni montani, abbia generato una notevole confusione negli oltre 3.000 comuni montani, nonché nei 652 comuni ubicati in una quota altimetrica compresa tra i 280 e i 600 metri. Le modifiche apportate dal citato decreto-legge n. 66, nonché dal decreto interministeriale attuativo pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 6 dicembre scorso, comporteranno, in molte di tali realtà territoriali, la perdita del regime di esenzione previsto fin dal 1993, per di più attraverso un meccanismo retroattivo che viola apertamente i principi dello Statuto dei diritti del contribuente e che pone in gravi difficoltà gli stessi comuni. In tale contesto ritiene indispensabile rivedere in modo molto radicale la normativa introdotta dal decreto-legge n. 66, anche in quanto l'attività agricola effettuata nelle zone marginali, quali quelle montane, svolge un ruolo fondamentale per la tutela del territorio, al di là della sua stessa valenza economica.
  Pertanto, nel prendere atto delle dichiarazioni del Presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Sani, il quale ha affermato che l'aumento di gettito determinato da tali modifiche del regime di esenzione IMU consentirà di coprire parte degli oneri determinati dal cosiddetto «bonus degli 80 euro», considera doveroso stigmatizzare l'atteggiamento, assai poco equo, tenuto in merito dal Governo, che aggrava il carico fiscale su una categoria svantaggiata per elargire risorse nei confronti di un'altra categoria debole. Evidenzia quindi la necessità di rivedere le scelte compiute, individuando le coperture necessarie attraverso tagli della spesa pubblica improduttiva ed evitando di colpire realtà che già si trovano in una condizione di estrema fragilità.

  Francesco RIBAUDO (PD) ritiene che lo slittamento, disposto dal Governo fino al 26 gennaio 2015, del termine di versamento dell'IMU sui terreni agricoli montani non più esenti, potrà consentire di rivalutare l'intera problematica, la quale non riguarda esclusivamente i terreni montani, ma anche molte aree collinari svantaggiate e scarsamente produttive, nelle quali risulta particolarmente importante la funzione di conservazione del territorio svolta da numerosi proprietari che, spesso, non svolgono attività agricola. Sottolinea, infatti, gli effetti molto negativi che sarebbero determinati da un ulteriore aggravio del carico fiscale nei confronti di tali soggetti.

  Marco CAUSI (PD) sottolinea come molte delle questioni affrontate siano state oggetto di dibattito in occasione della precedente seduta di discussione, esprimendo altresì soddisfazione per la decisione del Governo di compiere un'ulteriore Pag. 46riflessione su tale aspetto del decreto-legge n. 66 del 2014.
  Ritiene a tale riguardo che le molteplici iniziative parlamentari assunte in quest'ambito abbiano determinato risultati positivi, inducendo l'Esecutivo ad adottare un decreto-legge che sposta al 16 gennaio 2015 il termine di pagamento dell'imposta e che prevede l'applicazione da parte dei comuni di un meccanismo di accertamento convenzionale per i maggiori importi.
  Risulta altresì positiva la disponibilità del Governo, espressa oggi dal Sottosegretario, ad accogliere l'impegno, molto significativo, a rivedere i criteri altimetrici per l'identificazione dei comuni montani. Sottolinea, infatti, come gli attuali criteri, basati sulla collocazione altimetrica della casa comunale, determinino diversi problemi, sia in quanto potrebbero costituire un ostacolo rispetto al processo, in corso, di unificazione di molte realtà comunali, sia in quanto potrebbero indurre a comportamenti opportunistici, incentivando gli enti locali il cui territorio presenti notevoli dislivelli a collocare la casa comunale nella zona più elevata al solo fine di acquisire il carattere di comune montano.
  In tale prospettiva ritiene necessario lavorare con celerità per risolvere tale problematica alla ripresa dei lavori parlamentari dopo l'aggiornamento per le festività di fine anno, proponendo a tal fine di avviare una specifica sede di riflessione comune, con la partecipazione del Governo e anche della Commissione Agricoltura, nella quale approfondire i temi specifici della tassazione sul settore agricolo.
  Dichiara quindi la disponibilità del PD a votare congiuntamente entrambe le risoluzioni in discussione, che ritiene debbano essere riformulate secondo le indicazioni del rappresentante del Governo.

  Alessandro PAGANO (NCD) considera positiva la decisione assunta dal Governo, sia attraverso l'adozione di uno specifico decreto-legge in materia, sia attraverso la presentazione di un emendamento al disegno di legge di stabilità attualmente all'esame del Senato, di prorogare dal 16 dicembre al 26 gennaio 2015 il termine di versamento dell'IMU sui terreni agricoli montani non più esenti.
  In tale contesto desidera peraltro sottolineare l'autonoma posizione assunta dal proprio gruppo, che esprime piena contrarietà nei confronti delle previsioni di cui all'articolo 22, comma 2, del decreto-legge n. 66 del 2014 e che ritiene pertanto necessario ritornare al regime di esenzione IMU vigente prima dell'entrata in vigore di tale previsione.

  Giovanni PAGLIA (SEL) esprime apprezzamento per la decisione del Governo di intervenire in materia attraverso un decreto-legge, che consentirà di guadagnare tempo prezioso per dare soluzione alla questione. In tale prospettiva considera fondamentale che l'Esecutivo si confronti con le Commissioni competenti prima di individuare la soluzione definitiva a tale vicenda.

  Monica FAENZI (FI-PdL) dichiara la sua disponibilità a giungere alla definizione di una risoluzione unitaria, ma chiede analoga disponibilità, da parte della maggioranza, ad accogliere gli elementi qualificanti dell'atto di indirizzo di cui è cofirmataria.

  Alessandro PAGANO (NCD) rileva come il suo gruppo abbia sollevato tra i primi la questione, attraverso un'interrogazione a risposta immediata in Commissione in materia, ma non abbia avuto ancora modo di presentare un proprio atto di indirizzo. Chiede pertanto di non procedere, nella seduta odierna, alla votazione delle risoluzioni, al fine di consentire al gruppo NCD di presentare un proprio atto di indirizzo in merito.

  Marco CAUSI (PD) ritiene che, alla luce dei provvedimenti già assunti dal Governo in materia, la votazione delle risoluzioni rischi di risultare già in parte superata e che non sia pertanto opportuno rinviarla ulteriormente.

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  Alessandro PAGANO (NCD) rileva come, proprio alla luce delle decisioni già assunte dal Governo, votare le risoluzioni nella seduta di oggi o in quella di giovedì non cambierebbe sostanzialmente i termini della questione.

  Marco CAUSI (PD) accoglie l'opinione espressa dal deputato Pagano.

  Michele PELILLO, presidente, alla luce dell'andamento del dibattito, e nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione congiunta degli atti di indirizzo a una seduta da convocare nella giornata di giovedì 18 dicembre prossimo.

7-00422 Pesco: Eliminazione dell'aumento dell'accisa sulla birra previsto a decorrere dal 1o gennaio 2015.
7-00525 Pagano: Eliminazione dell'aumento dell'accisa sull'alcol etilico e sui prodotti alcolici intermedi previsto a decorrere dal 1o gennaio 2015.
(Rinvio del seguito della discussione congiunta).

  La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni, rinviata, da ultimo, nella seduta del 10 dicembre scorso.

  Il Sottosegretario Paola DE MICHELI chiede di rinviare ad altra seduta il seguito della discussione congiunta sugli atti di indirizzo, al fine di precisare la posizione del Governo in merito alle questioni affrontate dalle risoluzioni.

  Michele PELILLO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione congiunta delle risoluzioni a una seduta da convocare nella giornata di giovedì 18 dicembre prossimo.

7-00541 Paglia: Problematiche relative al recupero dei crediti bancari deteriorati.
(Discussione e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione.

  Giovanni PAGLIA (SEL) illustra la propria risoluzione, la quale affronta la problematica, assai complessa, della gestione dei non performing loans (NPL), o prestiti deteriorati delle banche, i quali rappresentano quell'insieme di attività che non riescono più a ripagare il capitale e gli interessi dovuti ai creditori, trattandosi in buona sostanza di crediti per i quali la riscossione è incerta sia in termini di rispetto della scadenza sia in termini di ammontare dell'esposizione.
  Con particolare riferimento alle sofferenze, cioè ai prestiti ritenuti ormai difficilmente recuperabili dalle banche, ricorda che, in base a una stima dell'Associazione bancaria italiana (ABI) di aprile 2014, esse sono stimabili in Italia in 166 miliardi di euro, essendo salite di un quarto nell'arco di dodici mesi.
  A fronte del continuo aumentare di tali crediti deteriorati o in sofferenza molte banche italiane, anche a causa della carenza di professionalità specifiche al loro interno, si sono orientate a cedere tali portafogli di crediti a operatori specializzati o a fondi con esperienza in tale campo: secondo un recente studio di Deloitte, nei prossimi 24 mesi gli istituti bancari venderanno tra i 10 e i 16 miliardi di euro di sofferenze, valori di gran lunga superiori rispetto ai pacchetti ceduti fino a questo momento, pari a circa 5,7 miliardi di euro.
  In particolare, i suddetti crediti sono ceduti a fondi speculativi, anche chiamati «fondi locusta», i quali si sono già segnalati in negativo per l'azione distruttiva da loro svolta successivamente al default dei titoli pubblici argentini. Tali fondi, con procedure varie, spesso molto invasive, quali telefonate, lettere raccomandate, vi site a domicilio o nei luoghi di lavoro, Pag. 48ingiunzioni, cercano di convincere i debitori, spesso consumatori, a sanare la loro posizione debitoria, soprattutto quando i crediti in questione sono assistiti da garanzie reali.
  Sottolinea quindi come la questione stia assumendo un rilevante peso sociale, in quanto i debitori, che per la maggior parte sono rappresentati da famiglie e consumatori, sono oggetto di forti pressioni e di procedure esecutive molto aggressive da parte dei predetti «fondi locusta» per il pagamento di tutto il debito oltre interessi, a fronte dell'acquisto da parte dei fondi stessi anche al 5-8-10 per cento del valore nominale del debito stesso.
  In tale ambito l'atto di indirizzo richiama, a titolo non esclusivo, l'ipotesi, sulla quale l'ABI stessa si è dichiarata non pregiudizialmente contraria, di introdurre l'obbligo, in capo alle banche, di riconoscere ai debitori un diritto di prelazione su tali crediti, a un prezzo pari a quello fissato in caso di successiva cessione ai fondi specializzati in non performing loans, anche prevedendo che il prezzo di cessione del credito offerto in prelazione sia leggermente superiore a quello offerto ai «fondi locusta». Ritiene infatti che tale meccanismo potrebbe consentire di ripristinare un clima di fiducia fra clienti e banche ed evitare una possibile profluvie di procedimenti giudiziari ed esecutivi, allentando gli oneri che pesano sulle famiglie, disinnescando un meccanismo normativo che, di fatto, favorisce la creazione di prodotti finanziari di natura speculativa, nonché alleviando il carico sul sistema della giustizia civile.
  In tale contesto la risoluzione impegna in particolare il Governo a valutare con specifica attenzione gli effetti applicativi derivanti dall'introduzione dell'obbligo in questione, al fine di evitare il rischio di dissesto sociale che un'azione di recupero crediti, massiccia, accanita e di grandi dimensioni, può causare sulle già fragili risorse materiali di consumatori e famiglie, nonché al fine di salvaguardare comunque la possibilità, per le banche, di realizzare lo stesso ammontare che otterrebbero dalla cessione di tali crediti ai fondi speculativi.
  A tale riguardo esprime il suo interesse ad avviare sul tema un dibattito il più possibile ampio, nonché la sua disponibilità ad accogliere gli spunti che saranno sollevati dalle diverse forze politiche nel corso della discussione della risoluzione in Commissione, auspicando di poter addivenire alla soluzione di una problematica che, nell'attuale fase di congiuntura economica molto sfavorevole per famiglie e consumatori, assume grande rilevanza.

  Daniele PESCO (M5S) ringrazia il deputato Paglia per aver posto all'attenzione della Commissione una tematica che il MoVimento 5 Stelle ritiene di grande importanza, per le sue ricadute in termini economici e sociali, e che era peraltro già stata segnalata in occasione di un'audizione svolta dalla Commissione stessa.
  Si associa quindi alla proposta, recata dalla risoluzione, di introdurre l'obbligo per gli istituti bancari di offrire in prelazione ai soggetti debitori i crediti deteriorati, a un prezzo pari a quello fissato in caso di successiva cessione ai fondi specializzati in non performing loans, così da ridurre gli oneri che pesano sulle famiglie, individuare una soluzione ai problemi delle stesse banche e disinnescare un meccanismo che rischia di moltiplicare fenomeni di natura speculativa e di distruggere il tessuto sociale e produttivo del Paese.

  Marco CAUSI (PD), nel rilevare l'importanza e la delicatezza della questione affrontata dall'atto d'indirizzo in discussione, ricorda che si tratta di un tema controverso, rispetto al quale vanno considerate anche le peculiarità del sistema bancario italiano.
  Evidenzia infatti, richiamandosi alle considerazioni espresse dal Governatore della Banca d'Italia, Visco, nel corso dell'audizione svoltasi ieri presso la Commissione Finanze, come il sistema bancario italiano abbia affrontato le recenti crisi finanziarie senza richiedere l'aiuto pubblico, utilizzato invece in altri Paesi europei, Pag. 49quali la Germania e la Gran Bretagna, e nemmeno avvalendosi dello strumento della cosiddetta bad bank, come avvenuto in Spagna, ma ricorrendo esclusivamente a meccanismi di mercato che, tuttavia, possono determinare in alcuni casi effetti negativi sull'andamento dell'economia.
  Propone quindi di chiedere in merito un parere scritto all'Associazione bancaria italiana e alla Banca d'Italia, al fine di acquisire le loro valutazioni sul tema posto dalla risoluzione.

  Michele PELILLO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.10.