CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 27 novembre 2014
345.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
Pag. 61

SEDE REFERENTE

  Giovedì 27 novembre 2014. — Presidenza del presidente Luca SANI.

  La seduta comincia alle 13.10.

Sui lavori della Commissione.

  Luca SANI, presidente, propone un'inversione dell'ordine del giorno cominciando dalla sede referente.

  La Commissione concorda.

Disposizioni per lo sviluppo di nuove forme contrattuali nella filiera agroindustriale dell'allevamento e per il riequilibrio dei rapporti tra soccidario e soccidante.
C. 1768 Fiorio.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame della proposta di legge.

  Luca SANI, presidente, comunica che il gruppo M5S ha chiesto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche mediante trasmissione con impianto audiovisivo a circuito chiuso. Pag. 62Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  Marco CARRA (PD), relatore, rileva che la proposta di legge in esame, composta di 7 articoli, contiene, al Capo I, articoli 1 e 2, disposizioni per lo sviluppo di nuove forme contrattuali nella filiera agroindustriale dell'allevamento e, al Capo II, articoli da 3 a 6, misure per il riequilibrio dei rapporti tra le parti del contratto di soccida semplice. L'articolo 7 reca la norma di copertura finanziaria degli oneri derivanti dal provvedimento.
  Ricorda che la soccida è un contratto di natura associativa, previsto dal codice civile, assieme alla colonia parziaria e alla mezzadria, nell'ambito della disciplina sull'impresa agricola (articoli da 2170 a 2186 del codice civile). Il contratto tipo, ordinariamente di durata triennale, è diretto a costituire un'associazione tra colui (soccidante) che dispone del bestiame e chi lo alleva (soccidario) al fine di ripartire il guadagno della soccida cioè l'accrescimento del bestiame – sia nel numero dei capi che nel maggior valore dei singoli animali determinato dal raggiungimento dell'età o delle cure dell'uomo – e gli altri prodotti ed utili che ne derivano.
  L'articolo 1 prevede una nuova forma di contratto agrario che integra le fattispecie codicistiche della soccida, alla quale l'articolo 2 connette specifici benefici di ordine fiscale.
  La finalità perseguita attraverso l'introduzione di tale nuova forma di contratto è quella di rendere maggiormente efficiente la produzione e la vendita di prodotti dell'allevamento nel mercato.
  L'articolo dispone in particolare che le imprese specializzate nel collocamento sul mercato dei prodotti dell'allevamento di animali (cosiddette imprese committenti) possano stipulare contratti, aventi forma scritta a pena di nullità, con imprese specializzate nell'allevamento di animali (cosiddette imprese di allevamento) (comma 1), in cui: a) l'impresa committente si obbliga a fornire all'impresa di allevamento il capitale di animali, di mangimi e di medicinali e servizi veterinari per lo svolgimento dell'attività di allevamento; b) l'impresa di allevamento – con la propria organizzazione produttiva e tramite il capitale di animali, di mangimi e di medicinali e servizi veterinari fornito dal committente – si obbliga ad allevare gli animali secondo i termini e le modalità stabiliti nel contratto; c) al termine del ciclo di allevamento, l'impresa committente preleva i prodotti derivanti dall'allevamento al fine della loro immissione nel mercato, previo pagamento del corrispettivo stabilito tra le parti. Il corrispettivo deve essere determinato in modo tale da garantire comunque all'impresa di allevamento un guadagno non inferiore al 30 per cento delle spese produttive preventivate per l'attività di allevamento oggetto del contratto (comma 2).
  Infine, l'articolo 1 dispone che il contratto deve anche prevedere il corrispettivo da versare all'impresa di allevamento in caso di malattia infettiva (epizoozia) degli animali (comma 3).
  L'articolo 2 dispone che, per le imprese di allevamento di bestiame che stipulano i contratti ai sensi dell'articolo 1, il reddito è determinato applicando all'ammontare dei ricavi conseguiti con tale attività un coefficiente di redditività del 20 per cento. Alle imprese committenti che stipulano contratti dell'articolo 1, è riconosciuto, ai sensi dell'articolo 2, un credito d'imposta del 5 per cento sulle spese documentate relative all'acquisto di animali, di mangimi e di medicinali e servizi veterinari forniti alle imprese di allevamento.
  Il Capo II della proposta di legge, articoli da 3 a 6, prevede disposizioni volte ad un riequilibrio dei rapporti tra le parti del contratto di soccida semplice (disciplinato dagli articoli 2170 e seguenti del codice civile). In particolare, l'articolo 3, in particolare, stabilisce che in caso di sentenza di condanna del soccidante-concedente al pagamento di somme di denaro per i crediti di cui all'articolo 2178 del codice civile – ovvero quelli relativi agli accrescimenti ai prodotti, agli utili e alle spese sostenute – al soccidario-allevatore deve essere riconosciuto, ex articolo 429 del codice di procedura civile, terzo Pag. 63comma, oltre all'interesse legale, anche il maggior danno eventualmente subito per la diminuzione di valore del suo credito. Il diritto alla rivalutazione monetaria del credito del soccidario viene quindi equiparato a quello previsto per i crediti che il lavoratore vanta nei confronti del datore di lavoro ex articolo 429, terzo comma, del codice di rito civile. Con la sentenza, il giudice dovrà quindi condannare il soccidante-concedente anche al pagamento di tale ulteriore somma, con decorrenza dal giorno della maturazione del diritto (comma 1).
  L'articolo 3 stabilisce, inoltre, che le spese di allevamento non possono essere poste a carico del soccidario-allevatore in proporzione superiore alla parte di guadagno ad esso spettante (comma 2). Dalla violazione di tale previsione, l'articolo 2178 del Codice civile fa derivare, nella soccida semplice, la nullità del patto che stabilisca diversamente. Tra le spese a carico del soccidario, in mancanza di espressa pattuizione e di usi, vi sono quelle per la manodopera necessaria all'allevamento, per la lavorazione dei prodotti e per il loro trasporto al deposito. Il comma 3 detta una disciplina conseguente ad eventuale malattia infettiva (epizoozia) che si diffonda tra il bestiame (fattispecie disciplinata anche dall'articolo 1 per i nuovi tipi di contratti ivi previsti). In tali ipotesi, è stabilito che l'indennizzo minimo in favore degli allevatori riconosciuto dalla legge n. 218 del 1988 (pari al 100 per cento del loro valore di mercato) non possa essere inferiore alle spese sostenute dal soccidario ed al valore del lavoro svolto in relazione agli animali infetti abbattuti.
  Gli articoli 4 e 5 individuano le clausole vessatorie del contratto di soccida semplice, riprendendo l'esperienza maturata in materia di tutela dei consumatori (Codice del consumo, decreto legislativo n. 206 del 2005) e dei subfornitori in posizione di dipendenza economica (articolo 9, legge n. 192 del 1998). Dette clausole sono suddivise dalla proposta di legge in tre categorie, modulate secondo la gravosità dell'onere della prova della vessatorietà, posto a carico del soccidario-allevatore.
  Si prevedono all'articolo 4 clausole vessatorie, definite come quelle che determinano a carico del soccidario, che si trovi in posizione di dipendenza economica, un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto (articolo 4, comma 1); si tratta di una previsione di chiusura che definisce in via atipica la vessatorietà di tali clausole, che di volta in volta il giudice è chiamato ad accertare (nella soccida non è infrequente che l'allevatore versi in una posizione di dipendenza economica nei confronti del soccidante; spesso, infatti, i soccidanti sono detentori di ingenti quote di mercato dei fattori produttivi e dell'attività di allevamento – si pensi alle industrie di mangimi – tale da determinare un indebolimento della componente agricola (il soccidario allevatore).
  Sempre all'articolo 4, si prevedono clausole tipizzate che si presumono vessatorie, ma per le quali il soccidante ha la possibilità di provare che non sono state frutto di un abuso di dipendenza economica così evitandone la nullità (articolo 4, comma 2); si tratta di clausole: che prevedono il recesso dal contratto del solo soccidante, tranne che per giusta causa (lettera a); che derogano alla competenza territoriale del giudice (lettera b); che escludono o limitano la possibilità del soccidario di partecipare alle operazioni di stima del bestiame (lettera c); sostanzialmente, in tali casi, il soccidante è chiamato a dimostrare che la sottoscrizione di una delle clausole di cui alla lettera a), b) e c) sottoscritta dal soccidario non è motivata dalla sua dipendenza economica verso il medesimo soccidante.
  L'articolo 5, comma 1 prevede la nullità delle clausole considerate come vessatorie ai sensi dell'articolo 4, ma non la nullità dell'intero contratto. Si determina così la rimozione delle sole clausole vessatorie e la salvezza delle altre disposizioni del medesimo contratto.
  Si prevedono infine clausole sempre vessatorie cioè quelle che derogano alle Pag. 64disposizioni di tutela del soccidario-allevatore introdotte dall'articolo 3 della proposta di legge o quelle che limitano o escludono la possibilità del soccidario di dare mandato a un terzo per la gestione del rapporto contrattuale, compresa la stima del bestiame (articolo 5, comma 2). A differenza di quelle di cui all'articolo 4, comma 2, tale ultima tipologia di clausole vessatorie sono in ogni caso nulle e non ammettono prova contraria.
  L'articolo 6 estende la disciplina a tutela del soccidario-allevatore introdotta dagli articoli 3, 4 e 5 della proposta di legge anche ai contratti di soccida parziaria con conferimento di pascolo superiore al 20 per cento del valore dell'intero bestiame conferito. Sostanzialmente si tratta di casi in cui il bestiame, conferito sia dal soccidante che dal soccidario-allevatore nelle proporzioni convenute dal contratto, viene fatto pascolare su terreni messi a disposizione dal soccidante il cui valore sia superiore al 20 per cento di quello del bestiame. Tale percentuale sembra essere stabilita dall'articolo 6 per permettere la conclusione di tali contratti stante le citate previsioni dell'articolo 25 della legge n. 203 del 1982 che prevede la conversione in affitto della soccida parziaria con conferimento di pascolo, quando tale conferimento da parte del soccidante sia inferiore al 20 per cento.
  Propone infine di procedere ad un ciclo di audizioni informali al fine di approfondire l'argomento.

  Luca SANI, presidente, nessuno chiedendo di parlare, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.15

RISOLUZIONI

  Giovedì 27 novembre 2014. — Presidenza del presidente Luca SANI. – Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione.

  La seduta comincia alle 13.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Luca SANI, presidente, comunica che il gruppo M5S ha chiesto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche mediante trasmissione con impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

7-00450 Zanin, 7-00500 Caon, 7-00521 Gagnarli e 7-00527 Franco Bordo: Sul processo di revisione della direttiva n. 91/676/CEE, in materia di inquinamento da nitrati.
(Seguito della discussione congiunta e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00088).

  La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni, rinviata nella seduta del 19 novembre scorso.

  Luca SANI, presidente, ricorda che nella seduta del 19 novembre scorso la Commissione aveva deliberato l'avvio di un breve ciclo di audizioni, indicando la seduta odierna come quella deputata alla votazione di un atto d'indirizzo, possibilmente unitario, in materia. In particolare, la Commissione nel corso delle precedenti sedute ha ascoltato in audizione il presidente dell'ISPRA, il dottor Blasi del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e l'assessore all'agricoltura della regione Lombardia

  Giorgio ZANIN (PD) nell'illustrare brevemente il testo della risoluzione unitaria, concordata con gli altri presentatori, dà conto delle modifiche apportate al testo sulla scorta delle indicazioni emerse nelle audizioni e nel confronto in Commissione (vedi allegato 1).

  Roberto CAON (LNA) propone di inserire nel testo un'ulteriore premessa ritenendo necessario promuovere tecniche innovative per l'abbattimento dei nitrati provenienti Pag. 65dalla gestione degli effluenti di allevamento, allo scopo di prevenire i rischi di inquinamento del territorio e delle falde derivanti dall'attività agraria, con costi però sostenibili per le aziende.

  Franco BORDO (SEL) propone di espungere dall'ultimo impegno, in fine, le seguenti parole: «, innalzando la dose di azoto fino al soddisfacimento del fabbisogno delle colture».

  Giorgio ZANIN (PD) manifesta apprezzamento e condivide le proposte di modifica del testo unitario delle risoluzioni formulate dai deputati Caon e Franco Bordo.

  Chiara GAGNARLI (M5S) concorda con il collega.

  Il sottosegretario Giuseppe CASTIGLIONE nel ricordare l'impegno intrapreso dal Governo in tema di abbattimento dei livelli di inquinamento da fonti di azoto, esprime apprezzamento per il lavoro unitario svolto dalla Commissione. Per quanto riguarda il testo, esprime parere favorevole sul testo della risoluzione unitaria proposta dai presentatori e, per quanto riguarda il quarto impegno, parere favorevole specificando però che esso riguarda esclusivamente la parte di competenza del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
  Esprime dunque, con le modifiche proposte, il parere favorevole del Governo sul testo della risoluzione unitaria.

  La Commissione approva la risoluzione n. 8-00088, così come riformulata nel corso della discussione (vedi allegato 2).

7-00505 Palma: Iniziative di sostegno al settore agricolo nel territorio denominato «Terra dei fuochi».
(Discussione e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione in oggetto.

  Giovanna PALMA (PD) fa presente che la risoluzione che ha presentato insieme con i colleghi Oliverio e Covello, quest'ultima non presente oggi per un gravissimo lutto familiare che l'ha coinvolta, affronta la problematica «terra dei fuochi», apparentemente di competenza ambientale ma che si sostanzia come tema agricolo soprattutto in considerazione del suo impatto nel mondo dell'agroalimentare.
  Con riferimento alle grandi emergenze ambientali nazionali ritiene necessario, da un punto di vista logico prima che di contenuti, evitare di incorrere nell'errore che Demostene rimproverava agli ateniesi nella guerra contro Filippo, quando il celebre oratore greco tuonava contro i suoi conterranei: «Voi fate la guerra contro Filippo come un selvaggio fa a pugni: prendete un pugno al viso e portate le mani al viso, prendete un pugno al basso ventre e portate le mani al basso ventre !».
  La sensazione che la pur utilissima legge n. 6 del 2014 sulla «terra dei fuochi» obbedisca almeno in parte a questo vizio metodologico è molto persistente; la legge n. 6 del 2014 pur essendo puntuale nelle operazioni di primo intervento e di contenimento dell'emergenza, non sembra essere stata esaustiva sul fronte delle soluzioni strutturali dell'intera problematica. Affrontare l'emergenza puntando molto sulla classificazione delle aree, sugli indispensabili screening sanitari, sulle azioni di repressione, è un primo passo ma pensare di aver così compiuto interamente il proprio compito significa commettere proprio l'errore che Demostene rimproverava agli ateniesi. Il Parlamento con quella legge diede, in una fase di grande emergenza, una prima fondamentale risposta alla quale devono seguire, per la complessità della materia, integrazioni sostanziali e adeguamenti in corso d'opera, senza ulteriori interventi legislativi, facendo tesoro delle esperienze degli uomini che operano negli organismi istituzionali. Si riferisce al comandante generale del Corpo Forestale dello Stato, l'ingegner Cesare Pag. 66Patrone, al comandante territoriale del Corpo Forestale dello Stato in Campania, generale Sergio Costa, al commissario dell'area vasta di Giugliano, Mario De Biase ed a tanti altri che con mezzi spesso insufficienti stanno affrontando la più grave emergenza ambientale che la Campania si trovi ad affrontare dopo il terremoto del 1980.
  L'emergenza «terra dei fuochi» non è una calamità naturale affrontabile esclusivamente con provviste economiche e con un collaudato sistema organizzativo della protezione civile, ma è molto più complessa, perché nonostante l'impiego di risorse non è risolvibile in tempi brevi. È necessario innanzitutto impedire che il fenomeno criminale si riattualizzi al calar della soglia di attenzione ed è indispensabile operare per avviare l'opera di bonifica dei territori tecnicamente bonificabili.
  Purtroppo il dibattito tecnico-scientifico sulle modalità di bonifica delle aree inquinate, che deve necessariamente essere in linea con la modestia dei mezzi economici disponibili, è ancora nella fase preliminare: l'opinione dei tecnici impegnati a cercar soluzioni non è purtroppo univoca. E mentre i tecnici sono alla ricerca delle migliori soluzioni, il sistema agricolo che aveva resa ricca l'area è inesorabilmente sulla via del declino, e ciò sta aggravando ulteriormente una realtà sociale già fortemente compromessa dalla crisi economica generale. Questo declino non si è arrestato con l'approvazione della legge n. 6 del 2014, in quanto gli interventi del legislatore finalizzati a tutelare la salute pubblica attraverso un controllo rigoroso della salubrità delle produzioni agricole si sono trasformati, anche a causa di una continua disinformazione irresponsabile, talvolta diffusa ad arte per luoghi comuni e senza cognizione di causa, in una vera e propria emergenza economica dell'intero mondo agricolo. Per questo, chi si occupa di agricoltura, a cominciare dalle Commissioni parlamentari per arrivare al Ministro, ha il dovere di affrontare ulteriormente la problematica cercando soluzioni fattibili nell'ambito del quadro legislativo vigente e delle risorse immediatamente disponibili nei capitoli di bilancio dedicati già capienti.
  La proposta di risoluzione in discussione affronta alcune delle proposte emerse da numerosi dibattiti tra gli operatori agricoli dell'area interessata la cui fattibilità è immediata.
  Al momento molti agricoltori dell'area sono costretti per la carenza di infrastrutture ad utilizzare i pozzi sorgenti irrigando così i campi con l'acqua prelevata dalle sorgenti insistenti sulla stessa area produttiva. Considerato che questa pratica è considerata «a rischio» ritiene indispensabile proporre alla Commissione di impegnare il Governo ed il Ministro Martina, invero molto attento alla tematica «terra dei fuochi», di realizzare, attraverso la struttura ministeriale ex Agensud che si occupa da sempre di opere irrigue, le infrastrutture che consentano agli agricoltori dell'intera area, iniziando dal territorio del comune di Giugliano e del giuglianese, che paga forse di più i danni dell'emergenza, di utilizzare le acque gestite dal consorzio di bonifica del Volturno provenienti dunque da sorgenti lontane dal territorio della «terra dei fuochi». Da un lato, si doterebbero gli agricoltori di uno strumento moderno per la pratica agricola e dall'altro si lancerebbe un messaggio di salubrità dei prodotti agricoli che, irrigati con acque di provenienza più sicura, sarebbero considerati anche nell'immaginario collettivo di più certa salubrità. Vi è una fattibilità tecnica delle opere, anche acclarata da un progetto già nel parco progettuale del consorzio di bonifica del Volturno, e vi è anche la sussistenza delle disponibilità economiche in capitoli di bilancio contabilmente capienti.
  Per rassicurare i cittadini sulla salubrità dei prodotti è indispensabile certificare le produzioni. Il regolamento CEE 852/2004 sull'igiene dei prodotti alimentari prevede che i controlli vengano Pag. 67effettuati sul luogo di produzione; gli organismi competenti si sono orientati allo stato attuale a controllare i prodotti nella fase della commercializzazione ovvero sui bancali di vendita. Per dare certezze ai cittadini e di conseguenza tutelare anche il mondo della terra, basterebbe effettuare i controlli dei prodotti agricoli sia sui bancali di vendita che in pieno campo certificandone così la salubrità. Non serve infatti cambiare la legge per dare una risposta semplice, ma basterebbe una circolare esplicativa ed un coinvolgimento collaborativo della regione Campania. Il controllo in questo caso diventerebbe elemento di sviluppo economico del settore e non già una sua limitazione.
  Ritiene pertanto opportuno e necessario chiedere alla Commissione di impegnare il Governo su tale aspetto.
  Anche l'aspetto della repressione delle condotte criminali deve trovare una maggiore attenzione. La disponibilità di personale adatto e comandabile in forma provvisoria mi risulta ci sia. Sarebbe un segnale di ulteriore attenzione sull'argomento che consentirebbe l'intensificazione dell'attività investigativa e di intelligence sull'intera area.
  Si chiede infatti come si possa affrontare una emergenza relativa alla contaminazione del suolo senza il varo dei regolamenti previsti dalla stessa legge n. 6 del 2014. Sono infatti necessari in tempi immediati i regolamenti per la classificazione delle acque sotterranee per uso irriguo e della qualità dei suoli agricoli. Anche son riferimento a tale aspetto ritiene opportuno chiedere alla Commissione di impegnare il Governo, affinché solleciti il «Comitato terra dei fuochi» per l'immediato rispetto di quanto contenuto nella legge n. 6.
  Ritiene infine che gli aspetti evidenziati nella proposta di risoluzione potrebbero segnare un punto di svolta nell'affrontare l'emergenza «terra dei fuochi». Si riserva di intervenire nuovamente nel corso del dibattito per apportare ulteriori elementi che possano favorire l'approvazione del migliore testo possibile da parte della Commissione.

  Luca SANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.40.

INDAGINE CONOSCITIVA

  Giovedì 27 novembre 2014. — Presidenza del presidente Luca SANI.

  La seduta comincia alle 13.40.

Sulla valorizzazione delle produzioni agroalimentari nazionali con riferimento all'Esposizione universale di Milano 2015.
(Seguito dell'esame e approvazione del documento conclusivo).

  Luca SANI, presidente, propone che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  La Commissione prosegue l'esame del documento conclusivo rinviato nella seduta del 13 novembre scorso.

  Luca SANI, presidente, ricorda che nella seduta del 13 novembre scorso la proposta di documento conclusivo è stata ulteriormente modificata, accogliendo una proposta dell'onorevole Bordo. Il testo così risultante è stato quindi inviato a tutti i componenti della Commissione.
  Ricorda inoltre che nella precedente seduta si è avviata la discussione.

  Silvia BENEDETTI (M5S) ritiene che il documento finale dell'indagine conoscitiva sull'Expo si muova in una direzione completamente diversa rispetto a quella indicata dal suo gruppo. Esso tende infatti a considerare i grandi attori del settore Pag. 68agroalimentare, tra i quali le multinazionali del settore agroalimentare, dimenticando i settori dell'agricoltura a cui guarda il MoVimento 5 stelle.
  Di fronte alla cementificazione massiccia causata dall'Expo 2015 di suolo altrimenti agricolo, ai problemi sottesi alla vendita di tali appezzamenti di terreno, allo spreco nei confronti dell'agricoltura sostenibile locale, al mantenimento di una dimensione globale, alla generale insicurezza sulla partecipazione delle varie multinazionali, fino alla partecipazione finanziaria della stessa Coca-Cola, che si chiede come possa concettualmente correlarsi all'affermazione dei principi di alimentazione corretta, vero patrimonio italiano, non rinviene nel documento quegli elementi eventualmente da condividere, e pertanto preannuncia l'espressione di un voto contrario del suo gruppo.

  Franco BORDO (SEL) fa presente che l'indagine ha preso le mosse dall'esigenza di approfondire il merito della manifestazione per come è stata organizzata e finalizzata e non dall'esigenza di approfondire il merito delle procedure e delle modalità attraverso le quali si è giunti alla predisposizione delle strutture e dell'evento. Si trattava pertanto di analizzare in modo critico le preoccupazioni complessive inerenti l'evento e le sue prospettive. Da questo punto di vista ritiene che il documento finale dia delle indicazioni utili al Governo.
  Manifesta quindi apprezzamento per l'accoglimento dei suggerimenti avanzati in diverse fasi dalla sua parte politica nel testo finale e, anche per la disponibilità dimostrata a recepire osservazioni che migliorassero il contenuto dell'ampia relazione, preannuncia l'espressione di un voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di documento finale.

  Veronica TENTORI (PD) ricorda che il gruppo del partito democratico ha accolto sin da subito con favore lo svolgimento da parte della XIII Commissione dell'indagine conoscitiva sulla valorizzazione delle produzioni agroalimentari nazionali con riferimento all'Expo 2015, evento globale che rappresenta un'opportunità straordinaria per il paese e una piattaforma di discussione globale sulle sfide del futuro, in particolare e soprattutto per il suo tema: nutrire il pianeta, energie per la vita. Si tratta di temi di cui la Commissione Agricoltura si occupa quotidianamente: l'intero comparto agroalimentare italiano, la valorizzazione dell'agricoltura e dei territori che in tutta la penisola si distinguono per eccellenze e per la straordinaria qualità dei prodotti, ma anche per il legame con il rilancio dell'economia e dell'occupazione che va a toccare il settore del turismo, della cultura e la valorizzazione del straordinario patrimonio paesaggistico e storico italiano. Ricorda poi che il gruppo del PD ha seguito e partecipato con attenzione questo percorso di indagine e ne ha raccolto numerose sollecitazioni e riflessioni.
  In questi mesi si sono susseguite diverse audizioni, volte a dare alla Commissione un quadro quanto più possibile completo ed esaustivo sull'organizzazione dell'evento globale, ma in particolare ci si è concentrati su quelli che sono i temi che l'Italia dovrà mettere al centro per poter rappresentare nel mondo un'idea di agricoltura e di alimentazione che sappia coniugare sicurezza e sovranità alimentare, diritto al cibo, educazione alimentare, qualità dei prodotti ed eccellenza delle produzioni Made in Italy e lotta alla contraffazione alimentare, e valorizzazione della biodiversità e delle tradizioni alimentari, innovazione e ricerca, rispetto dell'ambiente, utilizzo sostenibile delle risorse come l'acqua e la lotta agli sprechi, disponibilità e accaparramento della terra e molto altro, per giungere ad un nuovo equilibrio tra produzione e consumo alimentare.
  Una prima parte di audizioni ha dato un quadro dettagliato più legato all'organizzazione dell'evento globale e del sito dell'Expo in cui si sono registrati dati, numeri, assi strategici e progetti che il paese ha delineato in un'ottica di creazione di un Sistema Italia, al fine di costituire una vera forza affinché l'evento Pag. 69abbia ricadute positive su tutto il territorio nazionale, che possano continuare anche dopo i sei mesi dell'evento. Il tema del post Expo, sia per quanto riguarda le infrastrutture e il sito, sia per quanto riguarda l'attenzione al dibattito su cibo e agricoltura, gli obiettivi da raggiungere, le ricadute su economia e territori, resta un punto su cui è estremamente importante aprire una riflessione e trovare soluzioni efficaci, perché lì si gioca una grande sfida.
  Elementi importanti legati più strettamente al settore agricolo sono emersi anche dalle audizioni delle associazioni di categoria e dalle camere di commercio che hanno messo al centro le misure volte a sostenere l'Expo come evento in grado di rilanciare l'economia agricola italiana e promuovere e difendere il Made in Italy agroalimentare, concentrando l'attenzione anche su quanto concerne l'internazionalizzazione, la salvaguardia del territorio, la green economy, le filiere e la capacità di fare rete, il ricambio generazionale. Il percorso cominciato dal Ministro Martina dall'inizio del proprio mandato con l'iniziativa #CAMPOLIBERO va proprio in tale direzione: cogliere le prospettive occupazionali del settore agricolo, avere come priorità il sostegno dell'imprenditoria giovanile e il ricambio generazionale, eliminare le barriere burocratiche, economiche, di mercato, culturali e di insufficiente dotazione di servizi, semplificazioni, fiducia e tutela della qualità e dell'eccellenza dei prodotti italiani. Si tratta di scelte effettuate per rimettere al centro della scena il settore primario, l'agricoltura, patrimonio inestimabile per il nostro Paese.
  Ricorda poi alcuni temi emersi da audizioni di rappresentanti dalle organizzazioni e associazioni italiane come quello della salute, delle eccedenze alimentari, dei cambiamenti climatici che sempre più colpiscono il mondo agricolo, del consumo di suolo agricolo, con un disegno di legge che attende con urgenza di essere portato a termine come chiesto dal suo gruppo.
  Ultimo ma non ultimo è il tema dell'emergenza relativa agli organismi geneticamente modificati, della biodiversità e dell'agricoltura biologica, su cui il nostro paese ha già preso una posizione chiara e lanciato un messaggio importante a livello europeo.
  Il tema centrale del problema della fame nel mondo e degli obiettivi del millennio rappresentano sfide mondiali che non possono che trovare in Expo un momento di discussione fondamentale, in cui anche temi quali l'agricoltura famigliare e il ruolo delle donne possono svolgere ruoli essenziali.
  Ritiene pertanto che gli elementi emersi dall'indagine siano stati recepiti ed accolti nel documento conclusivo e che sulla base di quanto raccolto durante l'indagine si possa proseguire un lavoro condiviso e proficuo dentro e fuori la Commissione per portare i temi all'attenzione di tutti i soggetti coinvolti e del dibattito pubblico, e per portare avanti iniziative volte a rendere la straordinaria opportunità dell'Expo un vero e proprio momento in cui l'Italia possa dimostrare al mondo di credere fortemente nel valore e nelle potenzialità della propria agricoltura attraverso una rappresentazione innovativa, sostenibile, unica e che sia da esempio per l'intero pianeta. Il semestre italiano in Europa, attraverso il Ministro Martina, consente inoltre di portare il dibattito sul tema dell'Expo2015 al livello politico europeo.
  L'appuntamento globale infatti è in primo luogo un'opportunità di rappresentare nel mondo un'idea di sviluppo che riesce ad unire innovazione, competitività e sostenibilità, dove cibo, agricoltura, ambiente e turismo assumono un ruolo determinante per rilanciare occupazione ed economia. Prevenire il consumo di suolo agricolo e mettere in sicurezza il territorio, parlare di sovranità alimentare, lotta agli sprechi, tutela della biodiversità e della qualità, contrasto dei mutamenti climatici, utilizzo virtuoso delle risorse, promuovere un'idea di agricoltura che sia sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale: porsi questi obiettivi vuol dire misurarsi con le sfide più grandi del secolo.Pag. 70
  Su tali basi, nel ribadire che il gruppo del PD crede con forza in questa grande e straordinaria opportunità preannuncia il voto favorevole del suo gruppo.

  Luca SANI, presidente, pone in votazione la proposta di documento conclusivo (vedi allegato 3).

  La Commissione approva.

  La seduta termina alle 14.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

COMITATO RISTRETTO

Interventi per il settore ittico.
C. 338 e C. 339 Catanoso, C. 521 Oliverio e C. 1124 Caon.

Norme per la valorizzazione dei prodotti agricoli e alimentari provenienti da filiera corta a chilometro zero e di qualità.
C. 77 Realacci, C. 1052 Caon e C. 1223 Gallinella.

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