CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 26 novembre 2014
344.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
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INTERROGAZIONI

  Mercoledì 26 novembre 2014. — Presidenza del vicepresidente Ilaria CAPUA. — Intervengono il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Gabriele Toccafondi e il sottosegretario di Stato per i beni, le attività culturali e il turismo, Francesca Barracciu.

  La seduta comincia alle 13.35.

5-03310 Pili: Sulla compravendita di beni archeologici provenienti dalla civiltà nuragica.

  Il sottosegretario Francesca BARRACCIU risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1). Aggiunge che il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha attivato il Comando dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale per svolgere gli opportuni accertamenti sulle notizie relative ad una prossima messa Pag. 358all'asta a New York, da parte di Christie's, di una scultura della Dea Madre di età nuragica.

  Mauro PILI (Misto) replicando, si dichiara del tutto insoddisfatto della risposta resa dal rappresentante del Governo, dalla quale emerge la totale incapacità dello stesso non solo di fronteggiare il traffico di beni archeologici provenienti dalla civiltà nuragica, ma anche di accertare il momento in cui tali opere sono state trafugate dal territorio sardo, con particolare riferimento alla famosa scultura della Dea Madre di età nuragica.

5-03228 Rampi: Sulla valorizzazione professionale degli «Assistenti alla vigilanza, accoglienza, comunicazione e servizi al pubblico» del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

  Il sottosegretario Francesca BARRACCIU risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Roberto RAMPI (PD) replicando, si dichiara soddisfatto della risposta fornita dal sottosegretario Barracciu, dalla quale si evince la volontà del suo dicastero di valorizzare tale categoria professionale.

5-03357 Liuzzi: Sul contrasto all'analfabetismo digitale.

  Il sottosegretario Gabriele TOCCAFONDI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Mirella LIUZZI (M5S) replicando, si dichiara parzialmente soddisfatta della risposta resa dal rappresentante del Governo alla sua interrogazione, nella quale sottolineava l'importanza dello sviluppo di competenze e infrastrutture connesse anche alla banda larga che creino una cultura digitale. Ricorda, quindi, che, in occasione di un importante progetto in questo settore, proposto a oltre duecento scuole italiane, solo una piccola parte di queste ha aderito all'iniziativa, evidenziandosi anche una scarsa sensibilità da parte dei dirigenti scolastici di taluni istituti. Invita quindi il Ministero a farsi parte attiva, anche presso le istituzioni scolastiche, affinché sostengano questo processo di alfabetizzazione digitale, non frapponendo ostacoli di carattere burocratico.

5-03981 Coppola: Su un progetto di infrastrutturazione digitale in fibra ottica per collegare tra loro gli istituti di ricerca italiani.

  Il sottosegretario Gabriele TOCCAFONDI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4). Aggiunge, anche in riferimento alla precedente interrogazione 5-03357 Liuzzi, sul contrasto all'analfabetismo digitale, che l'infrastrutturazione digitale in fibra ottica è un obiettivo prioritario del MIUR, il quale sarà raggiunto solo quando vi sarà in Italia un'adeguata cultura digitale, che spinga anche tutti i dirigenti scolastici ad esserne promotori.

  Paolo COPPOLA (PD) replicando, si dichiara non soddisfatto della risposta resa dal sottosegretario Toccafondi, che, pur prendendo atto dell'importanza della problematica sollevata, non fornisce i riscontri richiesti in relazione alle specifiche iniziative promosse dal Ministero. Pur conscio della necessità di rinvenire risorse per sostenere l'iniziativa oggetto della presente interrogazione, invita il Governo ad attivarsi al fine di reperirle.

  Ilaria CAPUA, presidente, ricorda che diversi Ministeri finanziano i vari enti di ricerca vigilati dagli stessi, con conseguenti duplicazioni e sprechi di risorse. Ritiene, quindi, che sia compito del MIUR provvedere all'infrastrutturazione digitale e alla messa in rete degli istituti di ricerca italiani.

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5-03990 Schirò: Sul piano di assunzioni per l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV).

  Il sottosegretario Gabriele TOCCAFONDI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Gea SCHIRÒ (PD) replicando, si dichiara insoddisfatta della risposta fornita dal rappresentante del Governo. Ricorda quindi che, a seguito della riunione del consiglio di amministrazione dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) del 24 novembre scorso, il collegio dei revisori dei conti del medesimo istituto ha dichiarato, per la terza volta, illegittima la composizione del predetto consiglio di amministrazione, a causa di alcune incompatibilità riscontrate con riferimento a taluni suoi membri. Ritiene che non si debba focalizzare l'attenzione esclusivamente sulla figura del presidente Gresta, in quanto vi sono altri due componenti del medesimo consesso relativamente ai quali è stata sollevata una questione di incompatibilità. Con riferimento, in particolare, alla situazione del presidente, reputa, a differenza di quanto asserito nella risposta, che si possa configurare un doppio emolumento a suo favore a carico delle finanze pubbliche, con un danno erariale valutabile in circa 200.000 euro. Dopo aver confermato il suo apprezzamento per l'attività svolta dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, essenziale per il territorio italiano, e considerando fondamentale il piano quinquennale di assunzioni presso tale istituto, ritiene comunque necessaria la legittimità delle decisioni assunte dal suo consiglio di amministrazione.

  Ilaria CAPUA, presidente, dichiara quindi concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.10.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 26 novembre 2014. — Presidenza del vicepresidente Ilaria CAPUA.

  La seduta comincia alle 14.20.

Norme per l'inserimento dello studio della tecnica e della tecnologia atte al superamento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e privati nei programmi didattici delle scuole secondarie di secondo grado e nell'ambito degli insegnamenti impartiti presso le università, nonché introduzione di sanzioni penali per il mancato adeguamento di edifici e spazi pubblici alla vigente normativa in materia di eliminazione delle barriere architettoniche.
C. 705 Argentin.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Ilaria CAPUA, presidente, avverte che è stato richiesto che la pubblicità dei lavori dell'odierna seduta della Commissione sia assicurata anche attraverso l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  Manuela GHIZZONI (PD), relatore, segnala che la proposta di legge in esame prevede l'inserimento, in alcuni indirizzi delle scuole secondarie di secondo grado e in alcuni insegnamenti universitari, dello studio della tecnica e della tecnologia atte al superamento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e privati. Rileva che essa prevede, altresì, l'introduzione di sanzioni penali per il mancato adeguamento di edifici e spazi pubblici alla normativa vigente in materia di eliminazione delle barriere architettoniche. Precisa, quindi, che la proposta riprende il contenuto dell'A.C. 2367, del quale la VII Commissione aveva avviato l'esame nella XVI legislatura, nell'ambito della quale fu svolta una indagine conoscitiva – alla quale rinvia per un opportuno approfondimento – che permise ai commissari di confrontarsi con diversi esperti del settore.Pag. 360
  Evidenzia che la proposta di legge a prima firma Argentin attiene, in generale, al pieno sviluppo delle capacità delle persone e alla tutela e alla piena esigibilità dei loro diritti mediante la diffusione e il radicamento culturali necessari a superare, nella quotidianità, i problemi legati all'integrazione delle persone con disabilità. Rileva, quindi, che da questa volontà nasce la finalità espressa nell'articolo 1, che stabilisce che la Repubblica promuove lo studio e la conoscenza della cultura dell'accessibilità, quale elemento dell’»universal design» o «design for all», vale a dire la progettazione di spazi, ambienti e oggetti utilizzabili dal più ampio numero di persone, a prescindere dalla loro età, dalla loro condizione fisica e capacità psichica, così come definito ai sensi delle linee guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale, di cui al decreto del Ministro per i beni e le attività culturali 28 marzo 2008. Fa presente che l'articolo in parola richiama le finalità di integrazione sociale e di tutela dei diritti delle persone con disabilità, previste, fra l'altro, dalla legge n. 104 del 1992 e dalla legge n. 13 del 1989, e i princìpi sanciti dalla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, adottata dall'ONU nel 2006 e ratificata dall'Italia con legge n. 18 del 2009.
  Segnala che, per l'attuazione delle finalità esplicitate nell'articolo 1 – finalità giuste, che ritiene debbano essere sostenute – concorrono gli articoli successivi. In particolare, l'articolo 2 prevede che entro 3 mesi dalla data di entrata in vigore della legge il Governo modifica i «programmi didattici delle scuole secondarie di secondo grado ad indirizzo tecnico, con particolare riguardo alla specializzazione in edilizia», al fine di inserire elementi di base riguardanti gli aspetti edilizi e urbanistici relativi all’universal design e al superamento delle barriere architettoniche, nonché lo studio della domotica in rapporto alla disabilità. Al riguardo, ricorda che, a seguito del riconoscimento dell'autonomia scolastica, ai programmi nazionali è subentrato il Piano dell'offerta formativa (POF) di ogni istituzione scolastica, il cui perno è il curriculo, che viene predisposto dalle medesime istituzioni, nel rispetto degli orientamenti e dei vincoli posti dalle Indicazioni nazionali. Al riguardo, rileva altresì che, a seguito di quanto previsto dalla legge n. 53 del 2003, con una scelta confermata anche dall'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008, l'individuazione del nucleo essenziale dei piani di studio scolastici per la quota nazionale relativamente agli obiettivi specifici di apprendimento, alle discipline e alle attività, è definita con regolamenti di delegificazione. Segnala che, in particolare, per il secondo ciclo, sono stati emanati i decreti del Presidente della Repubblica nn. 87, 88 e 89 del 2010, recanti, rispettivamente, il riordino degli istituti professionali, degli istituti tecnici e dei licei. Precisa quindi che il decreto del Presidente della Repubblica n. 88 del 2010 ha organizzato i percorsi degli istituti tecnici in due settori, a loro volta suddivisi in indirizzi. In particolare, sottolinea che al settore tecnologico fanno capo nove indirizzi, fra cui Costruzioni, Ambiente e Territorio (C9), nel quale, ai sensi dell'allegato D del medesimo decreto del Presidente della Repubblica, sono confluiti i percorsi degli istituti tecnici per geometri e i percorsi «Edilizia» degli istituti tecnici industriali del vecchio ordinamento. Fa presente, inoltre, che l'allegato C del decreto del Presidente della Repubblica inserisce tra gli insegnamenti obbligatori per questo indirizzo la materia «Progettazione, Costruzioni e Impianti», per la quale sono previste 231 ore nel terzo e nel quinto anno e 198 ore nel quarto anno. Ricorda, peraltro, che, ai sensi dell'articolo 5, comma 3, del citato decreto del Presidente della Repubblica, gli istituti tecnici possono utilizzare la quota di autonomia del 20 per cento dei curricoli sia per potenziare gli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti, con particolare riferimento alle attività di laboratorio, sia per attivare ulteriori insegnamenti, finalizzati al raggiungimento degli obiettivi previsti dal piano dell'offerta formativa.Pag. 361
  Per quanto concerne gli istituti professionali, segnala che il decreto del Presidente della Repubblica n. 87 del 2010 ha previsto due settori suddivisi in indirizzi, alcuni dei quali presentano ulteriori articolazioni. In particolare, rileva che nel settore «Industria e artigianato», indirizzo «Produzioni industriali e artigianali» (C1), articolazione «Industria», è confluito, ai sensi dell'allegato D del citato decreto del Presidente della Repubblica, il previgente indirizzo di «Tecnico dell'edilizia». Precisa che anche gli istituti professionali possono utilizzare la quota di autonomia del 20 per cento del curriculo per le medesime finalità già esposte per gli istituti tecnici.
  Alla luce di quanto richiamato, segnala che appare opportuno aggiornare il testo della proposta, ove fa riferimento ai «programmi didattici» e «a indirizzo tecnico, con particolare riguardo alla specializzazione in edilizia». Osserva, inoltre, che occorre specificare l'espressione «con appositi provvedimenti» ed eliminare le parole «disposizioni di legge», poiché, come ha ricordato, indirizzi, profili e quadri orari dei percorsi di istruzione secondaria sono attualmente disciplinati con decreto del Presidente della Repubblica.
  Rileva, inoltre, che l'articolo 3 prevede che le università statali e non statali, incluse quelle telematiche, nel rispetto della loro autonomia didattica, inseriscono lo studio della tecnica e delle tecnologie atte a realizzare l’universal design e il superamento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e privati nelle discipline obbligatorie di base delle classi di laurea L-7 Ingegneria civile e ambientale; L-17 Scienze dell'architettura; L-21 Scienze della pianificazione territoriale, urbanistica, paesaggistica e ambientale; L-23 Scienze e tecniche dell'edilizia. A tal fine, il medesimo articolo 3 dispone che entro 3 mesi dalla data di entrata in vigore della legge il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca modifica il decreto ministeriale 16 marzo 2007 con il quale sono state definite le classi di laurea.
  Al riguardo, osserva che occorrerebbe fare riferimento anche al decreto ministeriale emanato in pari data che ha definito le classi delle lauree magistrali, fra le quali sono comprese le classi LM-4 Architettura e ingegneria edile-architettura; LM-12 Design; LM-23 Ingegneria civile; LM 24-Ingegneria dei sistemi edilizi; LM 35 Ingegneria per l'ambiente e il territorio; LM-48 Pianificazione territoriale urbanistica e ambientale; LM-75 Scienze e tecnologie per l'ambiente e il territorio.
  Segnala, altresì, che sembrerebbe sufficiente fare riferimento solo all'intervento di un decreto ministeriale che modifichi – nel senso indicato – il decreto ministeriale 16 marzo 2007, al quale le università dovrebbero comunque adeguarsi.
  Ricorda, inoltre, che gli interventi previsti dagli articoli 2 e 3 corrispondono a quelli previsti nel programma di azione biennale elaborato dall'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, emanato con decreto del Presidente della Repubblica 4 ottobre 2013. Aggiunge che gli articoli 2 e 3 intervengono sul percorso formativo di tutti quei «futuri tecnici» che nella loro vita professionale avranno la responsabilità di rendere un ambiente o uno spazio «accessibile», cioè fruibile, sicuro, confortevole per tutti i possibili fruitori. Rileva che le due norme si fondano sulla consapevolezza che i tecnici debbano avere adeguate competenze, perché già nella fase della progettazione e, poi, della realizzazione di strutture pubbliche e private, aperte e chiuse, siano sempre tenute in considerazione le necessità di tutti i possibili utilizzatori, siano essi mamme con bambini in carrozzina, bambini, adulti, anziani con ridotte capacità motorie o sensoriali, persone con disabilità permanente o temporanea. Osserva che solo attraverso un'adeguata formazione potrà radicarsi la cultura dell'accessibilità, affinché tutti possano muoversi in sicurezza e vivere in autonomia e che la promozione della cultura dell'accessibilità non è sufficiente, se al contempo non si rispetta la normativa già vigente in favore delle persone con disabilità.
  Segnala che, a tale scopo, l'articolo 4 attribuisce all'amministratore pubblico competente la responsabilità diretta per il Pag. 362mancato adeguamento degli edifici e degli spazi pubblici esistenti alla normativa in materia di accessibilità e di eliminazione delle barriere architettoniche, contenuta nel decreto del Presidente della Repubblica n. 503 del 1996. Precisa, quindi, che l'amministratore pubblico competente – che è dotato di autonomi poteri decisionali e di spesa – è individuato nel dirigente al quale spettano i poteri di gestione o nel funzionario non avente qualifica dirigenziale nei soli casi in cui quest'ultimo sia preposto a un ufficio avente autonomia gestionale. Ricorda che l'individuazione spetta all'organo di vertice delle singole amministrazioni, tenendo conto dell'ubicazione e dell'ambito funzionale degli uffici nei quali è svolta l'attività e che, peraltro, in caso di omessa individuazione, o di individuazione non conforme ai criteri previsti, l'amministratore pubblico competente coincide con l'organo di vertice dell'amministrazione pubblica competente. Al riguardo, segnala che è opportuno enucleare in un unico comma – e con l'utilizzo dell'espressione «ai sensi della presente legge» – i soggetti che possono rivestire la qualifica di amministratore pubblico, la cui definizione non è chiaramente riconducibile a una figura presente nell'ordinamento. Osserva che, di conseguenza, occorre riformulare i commi 2 e 3 del medesimo articolo 4.
  Evidenzia, poi, che il testo dispone che, qualora entro 6 mesi dall'entrata in vigore della legge non sia realizzato il previsto adeguamento degli edifici e degli spazi pubblici, l'amministratore pubblico competente è punito con l'arresto da 6 mesi a 2 anni e l'ammenda da 10.000 a 50.000 euro. Rileva che si tratta, dunque, di una responsabilità penale del dirigente o del vertice dell'amministrazione competente, per la quale è introdotta una contravvenzione punita con pena congiunta (arresto e ammenda). Al riguardo, segnala che la disposizione sembrerebbe configurare una fattispecie di responsabilità penale oggettiva. Infatti, la sanzione penale viene collegata ad un evento, la mancata realizzazione degli adempimenti, che potrebbe anche non dipendere dalla condotta del dirigente. Rileva infatti che l'amministratore pubblico potrebbe attivare tutte le procedure per l'adeguamento degli edifici senza che le opere vengano realizzate, per cause a lui non imputabili (ad esempio, per il fallimento dell'impresa incaricata o per la sospensione dei lavori disposta dalla magistratura). Osserva che si tratta, dunque, di un aspetto sul quale la Commissione dovrà riflettere. Ricorda poi che presso l'VIII Commissione è in corso di esame l'A.C. 1013, recante disposizioni per il coordinamento della disciplina in materia di abbattimento delle barriere architettoniche, che affronta un argomento connesso a quello oggi in esame.
  Nel rimandare alla documentazione predisposta dagli uffici per ulteriori approfondimenti, auspica una partecipata discussione in Commissione.

  Ilaria CAPUA, presidente, rileva come la proposta di legge oggi in discussione sia ampiamente condivisibile nello spirito e auspica che l'attività della Commissione possa portare ad affrontare in maniera proficua i problemi sottesi alla stessa.

  Ileana ARGENTIN (PD) ringrazia la Commissione per l'attenzione posta sulle problematiche connesse all'iniziativa legislativa in esame. Reputa quindi essenziale proporre l'edificazione di nuove costruzioni prive di barriere architettoniche, anziché continuare ad intervenire nella rimozione di quelle esistenti. Ricorda, quindi, che l'attuale legislazione in materia di abbattimento delle barriere architettoniche, recata dalla legge n. 13 del 1989 e dal decreto del Presidente della Repubblica n. 503 del 1996, non prevede sanzioni per l'inadempimento delle relative prescrizioni e non è supportata da adeguati finanziamenti. Chiarisce quindi che l'intento sotteso alla proposta di legge oggi in esame è quello di integrare la disciplina vigente, creando una nuova cultura della progettazione e del costruire senza barriere per tutti i cittadini, i quali possono essere impediti nei loro movimenti anche se non affetti da disabilità permanenti, avendo diritto a muoversi nei diversi ambienti, Pag. 363come ascensori, rampe di scale, marciapiedi e balconi, senza soffrire di costrizioni che limitano la loro dignità. Dopo aver ricordato le audizioni svolte nell'ambito della citata indagine conoscitiva, ritiene utile ascoltare anche i rappresentanti dell'ANCI e delle regioni per approfondire la tematica in questione.

  Ilaria CAPUA, presidente, condividendo quanto testé affermato dalla collega Argentin, sottolinea l'importanza della prevenzione dei limiti alla mobilità delle persone.

  Laura COCCIA (PD) ricorda di essersi recata lo scorso anno, insieme ad altri parlamentari, a Bruxelles presso la sede del Parlamento europeo e di aver apprezzato una rampa presente ad un'uscita secondaria, avendo notato il particolare pregio architettonico della stessa, che ben si fondeva con il resto dell'ambiente. Sottolinea quindi come sia possibile coniugare la funzionalità di taluni accorgimenti costruttivi tesi alla piena fruizione degli ambienti da parte delle persone con un apprezzabile valore estetico di questi manufatti. Ricorda, quindi, la sua esperienza personale, assolutamente negativa da questo punto di vista – e rappresentata in un'interrogazione parlamentare a sua firma – vissuta presso la Reggia di Caserta, ove era impossibile terminare il percorso per chi svolgeva l'itinerario di visita in carrozzina. Constata, inoltre, con dispiacere, di aver potuto vivere in piena autonomia in Germania, grazie alla conformazione degli edifici e delle infrastrutture stradali ivi presenti, a differenza di quanto avviene attualmente in Italia, ove è costretta ad essere aiutata da una persona in parte dei suoi spostamenti. Condivide, infine, le osservazioni delle colleghe in ordine alla necessità che siano applicate adeguate sanzioni per coloro che non attuano gli accorgimenti costruttivi necessari ad una piena fruizione degli spazi.

  Simona Flavia MALPEZZI (PD) ricorda di essere stata in giro per l'Italia a discutere sul piano della «Buona scuola» e che in tale occasione si è affrontata la problematica di una migliore politica scolastica a sostegno della disabilità, in particolare con l'assunzione di appositi insegnanti. Ricorda quindi come in Italia la scuola sia accessibile a tutti gli studenti senza che questi siano differenziati per una loro particolare condizione, a differenza di altri Paesi, quali la stessa Germania, ove coloro che hanno particolari disagi frequentano la scuola in classi differenziate. Approva quindi lo spirito della proposta di legge e la promozione di nuove discipline costruttive da insegnare nelle scuole.

  Luigi GALLO (M5S) sottolinea l'importanza dell'articolo 4 del provvedimento in esame, ricordando che occorre rimodulare le sanzioni per la violazione delle relative norme di costruzione per gli edifici già esistenti, nonché garantire il rispetto delle sanzioni che si intende introdurre per la costruzioni di nuovi edifici. Chiede quindi di valutare l'opportunità di destinare una parte del ricavato delle sanzioni amministrative pecuniarie, derivanti dalla violazione delle norme del codice della strada, alla messa in sicurezza delle infrastrutture stradali sotto l'aspetto dell'accesso alle stesse da parte di tutti i cittadini.

  Manuela GHIZZONI (PD), con riferimento alle nuove costruzioni, ricorda che i regolamenti comunali già prevedono talune prescrizioni in ordine al rispetto di alcuni criteri costruttivi per le fruizioni di tutti gli spazi da parte dei cittadini. Dopo aver invitato i colleghi a prendere visione degli atti dell'indagine conoscitiva citata, concorda con la collega Argentin circa l'opportunità di ascoltare i rappresentanti dell'ANCI e delle regioni nel prosieguo dell'esame del presente provvedimento.

  Ilaria CAPUA, presidente, osserva che si potrebbero aumentare le sanzioni amministrative pecuniarie a carico di coloro che parcheggiano il proprio veicolo all'interno degli spazi riservati ai soggetti diversamente abili, destinando il ricavato di tali sanzioni allo sviluppo di una nuova cultura di progettazione delle costruzioni.

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  Ileana ARGENTIN (PD) precisa che l'intento dell'iniziativa legislativa di cui lei è promotrice non è quello di far pagare ad altri il disagio di taluni soggetti temporaneamente o permanentemente impediti nei loro movimenti, bensì quello di modificare uno stile di vita che si deve poter esprimere per tutti i giorni dell'anno. Ritiene quindi che la problematica del reperimento delle necessarie risorse debba essere affrontata adeguatamente da parte dello Stato e degli enti locali. Sintetizzando quello che potrebbe essere lo spirito della proposta di legge oggi in discussione, ritiene che non si debba parlare soltanto di abbattimento delle barriere architettoniche, ma soprattutto di progettazione di edifici in grado di evitare che tali barriere vengano costruite e quindi debbano essere successivamente eliminate.

  Ilaria CAPUA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.10.

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