CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 6 novembre 2014
330.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
Pag. 78

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 6 novembre 2014.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 12.55 alle 13.20.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 6 novembre 2014. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA, indi del vicepresidente Girgis Giorgio SORIAL. – Interviene il viceministro dell'economia e delle finanze Enrico Morando.

  La seduta comincia alle 13.20.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2015).
C. 2679-bis Governo.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per il triennio 2015-2017.
C. 2680 Governo.
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti, rinviato nella seduta del 5 novembre 2014.

  Maino MARCHI (PD), facendo riferimento alle interlocuzioni tra il Governo e la Commissione europea nella definizione dell'intervento da realizzare con la manovra, sottolinea l'importante ruolo svolto dal nostro Paese nel porre al centro delle politiche europee i temi del lavoro e dell'occupazione e, pur riconoscendo che non sia stato integralmente ottenuto quanto richiesto, evidenzia i risultati raggiunti, ovvero la possibilità di posticipare di un anno, al 2017, il raggiungimento del pareggio di bilancio strutturale e di fissare l'indebitamento netto in misura pari al 2,6 per cento del PIL (rispetto al 2,9 per cento inizialmente previsto). Reputa pertanto ingiustificate le critiche di alcuni colleghi di opposizione sugli scarsi risultati ottenuti dal Governo nei confronti della Commissione europea, che confliggono poi con le critiche relative al livello di indebitamento netto del Paese, considerato eccessivamente rischioso per la tenuta dei conti pubblici.
  Ritiene che, nonostante le correzioni introdotte in seguito alle osservazioni della Pag. 79Commissione europea, la manovra abbia carattere espansivo e cita a questo proposito la stabilizzazione del cosiddetto bonus IRPEF di 80 euro e la riduzione dell'IRAP. Con riferimento alla prima di tali misure osserva come non sia stato possibile ottenerne la qualificazione come riduzione del carico fiscale, anziché come spesa, e riconosce che, come segnalato anche nel corso delle audizioni, si tratta di un intervento che non tiene conto della situazione familiare complessiva dei beneficiari. In relazione all'esclusione del costo del lavoro a tempo indeterminato dalla base imponibile IRAP e allo sgravio contributivo per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato, sottolinea che si tratta di misure volte a privilegiare questa tipologia di lavoro rispetto al lavoro precario. Osserva quindi che la manovra contiene interventi sia sul lato della domanda sia sul lato dell'offerta.
  Prosegue evidenziando come la manovra non sia priva di aspetti sui quali si debba intervenire o quanto meno che debbano essere valutati con attenzione, come la mancanza di benefici IRAP per le piccole imprese senza dipendenti e l'incremento della tassazione dei fondi pensione.
  Ulteriori criticità riguardano i bilanci delle regioni e degli enti locali, i quali, pur beneficiando dell'allentamento del patto di stabilità interno, si trovano in una situazione di difficoltà comunque a causa della scarsità di risorse finanziarie. Auspica quindi interventi correttivi per il superamento di questo problema. In relazione a questo aspetto ricorda in particolare la riduzione delle risorse, a seguito dell'intervento correttivo previsto con l'approvazione della Relazione di cui sopra, previste dal disegno di legge di stabilità per il cofinanziamento dei fondi strutturali europei esentate dagli obiettivi di spesa delle regioni, ai fini del patto di stabilità interno. Al riguardo si augura che possa essere trovata una soluzione che recuperi almeno in parte tali risorse.
  Giudica inoltre opportuno un intervento per il rafforzamento degli ammortizzatori sociali e misure finalizzate alla realizzazione di maggiori investimenti sia pubblici, attraverso la riduzione dei vincoli di bilancio, sia privati, attraverso il rifinanziamento della legge Sabatini o altre misure volte al medesimo fine.
  Sottolinea la forte discontinuità della manovra rispetto a quelle precedenti e il suo notevole stimolo all'economia italiana. Rispondendo alle critiche mosse da alcuni colleghi di opposizione in relazione alla riduzione dei fondi destinati agli interventi socio-assistenziali, evidenzia che in precedenza i suddetti fondi erano stati completamente azzerati. Per quanto riguarda l'utilizzo dei proventi dell'evasione fiscale con finalità di copertura, osserva che non è la prima volta che ciò accade, ma questa volta, a differenza delle precedenti, si adottano modalità che consentiranno l'effettiva realizzazione dei citati proventi.
  Conclude osservando che una maggiore disponibilità di risorse economiche consentirebbe di realizzare interventi più incisivi e invita al riguardo il Governo a considerare la possibilità di utilizzare a tale scopo le somme rivenienti dal provvedimento relativo al rientro di capitali detenuti all'estero, approvato dalla Camera dei deputati ed attualmente all'esame del Senato.

  Giulio MARCON (SEL), anche in considerazione di quanto emerso nel corso delle audizioni e della discussione, nell'esprimere, a nome del proprio gruppo, un giudizio negativo sulla manovra, ritiene che essa non si ponga in una posizione di discontinuità rispetto alle precedenti, essendo la stessa incentrata sui tagli alla spesa sociale e sulle privatizzazioni ed essendo priva di misure a sostegno degli investimenti pubblici e, più in generale, della domanda.
  Si sofferma in particolare su tre aspetti dei quali ritiene carente la manovra, nonostante quanto affermato dal Governo: l'espansività, la riduzione del carico fiscale e gli interventi redistributivi.
  Sul primo punto osserva che, come emerso anche nel corso delle audizioni, la manovra non ha carattere espansivo, ma anzi può determinare effetti recessivi negli Pag. 80anni successivi al 2015. D'altronde lo stesso Governo attribuisce effetti neutri dal punto di vista finanziario a molte delle misure contenute nel disegno di legge di stabilità.
  Osserva come la manovra non preveda investimenti pubblici, ma si limiti a concedere sgravi alle imprese affinché queste provvedano alla realizzazione di investimenti, non tenendo conto della circostanza che spesso le imprese utilizzano le somme così ottenute per migliorare i propri bilanci e non per realizzare investimenti. Mancano quasi completamente risorse destinate alla ricerca e sviluppo del settore pubblico, ciò che sarebbe invece utile per l'effetto indotto che può avere anche per le applicazioni commerciali.
  Osserva poi che non sono previste misure di sostegno per il Mezzogiorno, anzi si fanno venir meno i 500 milioni di euro destinati al cofinanziamento dei fondi strutturali.
  Ritiene che la manovra sia sostanzialmente improntata alla tesi che la riduzione delle imposte per le imprese sia di per sé sufficiente per dare impulso in maniera significativa alla crescita, mentre molto maggiore sarebbe l'effetto moltiplicatore degli investimenti pubblici in settori strategici, con effetti indotti anche per gli investimenti privati.
  Inoltre segnala che le somme che sono ricomprese nella riduzione delle imposte costituiscono in parte semplici conferme di riduzioni già previste nell'anno 2014 e osserva che i tagli ai trasferimenti alle regioni e agli enti locali avranno come conseguenza un aumento delle imposte locali, per consentire a questi soggetti di continuare a svolgere i compiti che gli sono assegnati.
  Per quanto riguarda il dichiarato carattere redistributivo della manovra, ricorda che l'ISTAT ha evidenziato che il bonus di 80 euro sia destinato per due terzi a famiglie con redditi medio-alti, mentre non ne beneficiano gli incapienti e i pensionati, che hanno esigenze drammatiche ed avrebbero una maggiore propensione al consumo. Per effetto di questo intervento sono uscite dalla povertà solo 97.000 famiglie, ovvero circa 350.000 persone, rispetto a 6 milioni di soggetti in situazione di povertà assoluta. Esprime inoltre perplessità anche con riferimento alle imposte sui depositi, stabilite nella misura fissa dello 0,2 per cento, che non colpiscono in misura differenziata i grandi patrimoni, come accadrebbe se si prevedesse un'aliquota progressiva.
  Si dichiara quindi d'accordo con quanto affermato dalla CGIL, che ha ritenuto la presente manovra, in continuità con le precedenti, improntata a politiche neoliberiste.
  Per quanto riguarda le previsioni relative al numero di contratti di lavoro a tempo indeterminato che conseguiranno all'attuazione della manovra, osserva una discordanza tra le previsioni del Governo, che si attestano tra 850.000 e un milione di posti di lavoro nel triennio, e le stime dell'ISTAT, che si attestano su 50.000 nuovi posti di lavoro all'anno. Ritiene inoltre che lo sgravio triennale per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, lungi dal creare effettivi posti di lavoro, rischia di determinare un effetto di sostituzione rispetto a contratti di lavoro già in essere.
  Ritiene infine che sarebbe stata più efficace e veramente espansiva una manovra shock da 50 miliardi di euro, con una previsione di spesa soprattutto per investimenti pubblici mirati, anche sforando il limite di indebitamento del 3 per cento e senza tagliare i trasferimenti a regioni ed enti locali. Teme infatti che una manovra in realtà debole, incapace di stimolare la crescita, finisca per far avvitare ancora di più l'economia italiana in una spirale recessiva, con il rischio di dover ricorrere nei prossimi mesi, a causa della caduta del PIL, ad una manovra correttiva per far rientrare il rapporto deficit/PIL entro i limiti previsti.

  Giampiero GIULIETTI (PD) osserva che il disegno di legge di stabilità per il 2015 reca, in controtendenza rispetto agli analoghi provvedimenti approvati nel corso degli ultimi anni, una manovra di finanza pubblica di carattere decisamente espansivo. Pag. 81Tra le misure di maggiore impatto favorevole, segnala la stabilizzazione del bonus degli 80 euro, di cui all'articolo 4, destinata in particolare al sostegno delle fasce di reddito meno elevato, la deduzione del costo del lavoro dall'imponibile IRAP, di cui all'articolo 5, gli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato, di cui all'articolo 12, le cospicue risorse, per un ammontare di 2 miliardi di euro, stanziate per la copertura degli oneri derivanti dall'attuazione del disegno di legge delega in materia di mercato del lavoro, attualmente all'esame della XI Commissione lavoro della Camera dei deputati, nonché l'istituzione del Fondo per la realizzazione del piano «La buona scuola», di cui all'articolo 3, finalizzato, tra l'altro, a consentire l'assunzione di personale precario del comparto scolastico e a promuovere l'alternanza scuola-lavoro, nonché la proroga delle detrazioni per interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica, di cui all'articolo 8.
  Esprime, altresì, apprezzamento per talune disposizioni afferenti l'ambito delle politiche sociali, in particolare il riconoscimento di un bonus per ogni figlio nato o adottato dal 1o gennaio 2015 alle famiglie rientranti in determinati parametri reddituali, nonché l'incremento di 300 milioni di euro dello stanziamento del Fondo nazionale per le politiche sociali e, per un ammontare pari a 250 milioni di euro, della dotazione del Fondo per le non autosufficienze. Pur apprezzando la riduzione degli obiettivi del patto di stabilità interno degli enti locali, di cui all'articolo 37, richiama l'attenzione del Governo, anche in vista dell'approvazione di specifiche modificazioni, sulle disposizioni del disegno di legge di stabilità che, prevedendo il concorso delle regioni e degli enti locali al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, determinano di fatto una significativa riduzione, realizzato peraltro secondo un criterio non selettivo ma di tipo lineare, delle risorse di bilancio nella disponibilità delle predette amministrazioni.
  Ritiene, altresì, meritevole di ulteriore riflessione la disposizione concernente la riduzione dei contributi agli istituti di patronato, di cui all'articolo 26, comma 10, dal momento che tali istituti svolgono un servizio prezioso di cui si avvale una platea assai numerosa di soggetti.
  Nel confermare il proprio giudizio positivo sulla manovra finanziaria nel suo complesso, evidenzia come essa muove nella direzione di una progressiva riduzione della pressione fiscale su lavoratori ed imprese, in ciò favorendo un processo di ripresa economica del Paese. Con riferimento, infine, alla scelta del Governo di finanziare in parte gli oneri complessivi del provvedimento anche tramite l'incremento dell'indebitamento netto, nel rispetto comunque del limite del 3 per cento nel rapporto tra debito e PIL, ne condivide la ratio, tanto più alla luce delle attuali difficoltà del quadro economico nazionale ed internazionale.

  Antonio MISIANI (PD) formula un giudizio positivo sul disegno di legge di stabilità, sia per la qualità che per la quantità degli interventi prospettati. Evidenzia, anzitutto, il carattere espansivo della manovra di bilancio delineata dai provvedimenti in titolo rispetto al quadro a legislazione vigente, nella misura all'incirca di uno 0,4 per cento di PIL nel 2015, ciò nonostante la correzione dello 0,3 per cento dell'indebitamento strutturale seguito all'interlocuzione di recente intercorsa con le istituzioni europee.
  Rileva che, in tale contesto, la manovra di finanza pubblica determina altresì uno scostamento rispetto all'osservanza della regola sul debito nei termini prescritti dal Fiscal Compact, rinviando il raggiungimento del pareggio strutturale di bilancio al 2017. A suo giudizio, la scelta in tal senso compiuta dal Governo appare dettata dall'attuale situazione degli indicatori economici italiani, dal momento che una manovra diversa di tipo restrittivo, come richiesta in condizioni di normalità dall'adeguamento ai parametri europei, avrebbe di fatto determinato ulteriori conseguenze negative in un contesto già caratterizzato Pag. 82dalla previsione di una crescita modesta del PIL nel 2015 e da una sostanziale deflazione.
  Tra le misure del provvedimento degne di apprezzamento, segnala la stabilizzazione del bonus degli 80 euro, ferma restando a suo avviso la necessità di procedere ad una sua ridefinizione anche tenendo conto degli effettivi carichi familiari ed estendendone l'applicazione ai redditi da pensione, nonché la deduzione del costo del lavoro dall'imponibile IRAP, sostenuta dal mondo produttivo, ferma rimanendo comunque l'opportunità di pervenire nel prossimo futuro ad una complessiva riorganizzazione di tale imposta.
  Esprime, inoltre, apprezzamento per l'introduzione degli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato, rilevando tuttavia come tale misura, essendo essenzialmente finanziata attraverso la soppressione di una serie di altri incentivi fiscali destinati al mondo produttivo, dovrebbe essere oggetto di un ulteriore approfondimento da parte del Governo.
  Tra le ulteriori misure di particolare rilevanza, ricorda le risorse, pari a 2 miliardi di euro, stanziate per la copertura degli oneri derivanti dall'attuazione del disegno di legge delega in materia di mercato del lavoro, nonché quelle, ancor più cospicue, destinate al sistema scolastico e formativo, così come il rifinanziamento permanente del Fondo nazionale per le politiche sociali e del Fondo per le non autosufficienze, le misure per il credito d'imposta nelle attività di ricerca e sviluppo e quelle concernenti il Patent box e la proroga delle detrazioni per interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica.
  Per quanto la politica economica del Governo appaia muoversi nella direzione auspicata, ritiene tuttavia essenziale porre nuovamente in discussione le politiche di austerità imperanti a livello europeo, alla luce anche degli scarsi risultati da esse concretamente prodotti, imprimendo una svolta radicale nel campo delle politiche europee di bilancio in conformità con le coraggiose iniziative intraprese sul piano monetario dalla Banca centrale europea.
  Quanto invece alle clausola di salvaguardia prevista dal disegno di legge di stabilità, osserva come la loro eventuale attivazione rappresenta comunque una incognita per il futuro.
  Pur ribadendo il giudizio complessivamente favorevole sul disegno di legge di stabilità, rileva tuttavia come talune disposizioni in essa contenute dovrebbero comunque essere oggetto di specifica riconsiderazione nel corso del successivo esame parlamentare. Intende riferirsi, in primo luogo, all'aumento eccessivo dell'aliquota di tassazione sui rendimenti dei fondi pensione e sulla rivalutazione del trattamento di fine rapporto, considerato che tale intervento inevitabilmente penalizzerebbe il cosiddetto secondo pilastro rappresentato dalla previdenza complementare. In secondo luogo, andrebbe a suo avviso rivista anche la disciplina relativa al regime fiscale agevolato per i lavoratori autonomi, di cui all'articolo 9 del disegno di legge di stabilità, procedendo al contempo alla sterilizzazione per tali lavoratori dell'aumento dei contributi sociali previsto dalla legislazione vigente. In terzo luogo, ritiene opportuno apportare modifiche migliorative alle disposizioni che determinano una significativa riduzione di risorse a carico delle regioni e degli enti locali, con riferimento anche al comparto delle province che, in attesa dell'approvazione della legge di riforma costituzionale, tuttora erogano servizi indispensabili alle comunità di riferimento.
  In quarto luogo, auspica un ripensamento da parte di Governo e Parlamento sulla questione concernente la riduzione dei contributi ai patronati, dal momento che i servizi svolti da tali istituti determinano indirettamente risparmi in favore dell'INPS.
  Infine, invita il Governo ad approfondire ulteriormente la tematica relativa alla destinazione dei proventi derivanti dal processo delle privatizzazioni, che dovrebbero a suo giudizio essere finalizzati, oltre Pag. 83che alla riduzione del debito pubblico, anche alla realizzazione di un programma di investimenti pubblici.

  Giampaolo GALLI (PD) formula un giudizio fortemente positivo sul disegno di legge di stabilità, attesa la sua natura espansiva e il contenuto innovativo di talune sue disposizioni, in ciò superando anche l'impasse che aveva caratterizzato in parte, su taluni temi specifici di interesse economico e sociale, l'azione del precedente Governo Letta. Condivide, in particolare, le disposizioni concernenti, rispettivamente, la stabilizzazione del bonus degli 80 euro, la deduzione del costo del lavoro dall'imponibile IRAP e gli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato.
  Pur comprendendo lo scetticismo manifestato sul disegno di legge di stabilità dalle diverse forze di opposizione, registra tuttavia un atteggiamento contraddittorio da parte delle medesime, dal momento che, da un lato, esse hanno posto l'accento sulle conseguenze negative derivanti dal ricorso ad un maggiore indebitamento pubblico rispetto a quanto stabilito dalle regole europee, dall'altro, lamentano un presunto cedimento del Governo italiano proprio in sede di negoziato con le istituzioni europee.
  A tale ultimo proposito, ritiene piuttosto che il tema inerente il rapporto tra il nostro Paese e le istituzioni europee rappresenti una questione di particolare delicatezza e complessità, da affrontare con serietà e senza ricorrere a facili semplificazioni, in considerazione anche dell'elevato livello del debito pubblico nazionale e della procedura d'infrazione che ha di recente interessato l'Italia.
  Nel ribadire il carattere espansivo della manovra finanziaria varata dal Governo, rileva come, nell'attuale difficile situazione in cui versa ancora l'economia italiana, la questione cruciale sia essenzialmente quella di ripristinare le condizioni di fiducia da parte delle imprese e dei consumatori.
  In tale contesto ritiene altresì essenziale, al fine di consentire al nostro Paese di uscire da una fase di recessione che dura oramai da circa tre anni, predisporre ed attuare un piano realmente efficace di riduzione della spesa pubblica, con riguardo tanto alle amministrazioni centrali quanto agli enti territoriali.
  Evidenzia, inoltre, la particolare rilevanza del tema relativo ad un livello adeguato di investimenti pubblici, tanto nazionali quanto a livello comunitario, anche attraverso l'effettiva realizzazione del piano di investimenti europei annunciato dal Presidente della Commissione europea Juncker per un ammontare complessivo di 300 miliardi di euro.
  Osserva, inoltre, come l'intervento sulle società partecipate, di cui all'articolo 43 del disegno di legge di stabilità, avrebbe potuto essere maggiormente incisivo.
  Condivide le osservazioni svolte in precedenza dal collega Misiani rispetto alla questione concernente il trattamento fiscale dei rendimenti dei fondi di previdenza complementare, nonché quelle del collega Marchi circa la necessità di procedere tempestivamente al rifinanziamento della cosiddetta legge Sabatini.
  Segnala, altresì, la necessità di colmare il vuoto interpretativo nella disciplina relativa alla tassazione IMU sui macchinari imbullonati, dal momento che allo stato in talune zone del Paese detta imposta viene pagata tanto sui capannoni quanto sui macchinari imbullonati.
  Ritiene, infine, che andrebbero stanziate specifiche risorse a tutela del made in Italy, al fine di favorire la crescita economica e lo sviluppo del Paese. Alla luce delle considerazioni sopra svolte, ribadisce comunque il suo giudizio nettamente positivo sull'impianto complessivo del disegno di legge di stabilità.

  Dario PARRINI (PD) ritiene che la legge di stabilità per il 2015 segni una svolta rispetto alle esperienze del passato, in primo luogo sul versante dell'approccio con le istituzioni europee. Al riguardo ritiene che, anche se rispetto all'intento originario viene ridotta la portata espansiva della manovra dallo 0,7 del PIL allo 0,4 del PIL, si tratti comunque di un Pag. 84risultato di grande rilievo, che innescherà una spinta favorevole alla crescita intervenendo sui nodi più problematici sia dal lato della domanda sia dal lato dell'offerta. Ciò risulta ancora più comprensibile se tale portata espansiva della manovra viene vista in rapporto alle riforme già fatte o in procinto di essere approvate, quali quelle sulla pubblica amministrazione, sulla giustizia civile, in materia di lavoro.
  Passando a considerare le singole misure della legge di stabilità, giudica assai favorevolmente in primo luogo la stabilizzazione del cosiddetto bonus degli 80 euro, che interessa circa 10 milioni di cittadini con l'attribuzione di risorse per circa 9 miliardi di euro. La messa a regime della misura in oggetto sicuramente, a suo avviso, contribuirà a creare una situazione più favorevole alla ripresa dei consumi da parte dei soggetti interessati. Pertanto, pur prendendo atto di alcuni aspetti critici posti in rilievo dai soggetti auditi e nel corso del dibattito odierno, ritiene che l'intervento mantenga una valenza di fondo assai apprezzabile.
  Ritiene di notevole importanza anche la riduzione della tassazione sulle imprese tramite la eliminazione dalla base imponibile IRAP della componente lavoro, dal momento che in Italia la tassazione sui fattori produttivi è molto maggiore rispetto alla media europea.
  Osserva che le agevolazioni di cui sopra siano da apprezzare soprattutto per la chiarezza e fruibilità, al contrario di ciò che era avvenuto in passato, dal momento che tali aspetti, a suo avviso, sono fondamentali per l'efficacia di misure di incentivo, a prescindere dalle risorse stanziate.
  In combinato con l'eliminazione del fattore lavoro dalla base imponibile IRAP va considerata l'esenzione triennale dalla contribuzione per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, dal momento che entrambe tali misure sono finalmente volte a favorire l'utilizzo del lavoro a tempo indeterminato, considerandolo la forma tipica dei rapporti di lavoro.
  Rileva che un altro elemento caratterizzante della legge di stabilità è costituito dalla quantificazione di un obiettivo sì ambizioso, cifrato in circa 4 miliardi di euro in più, ma comunque molto più circostanziato rispetto al passato quanto alle modalità di raggiungimento di tale risultato.
  Ritiene inoltre che la manovra di bilancio per il 2015 segni l'avvio verso una revisione della spesa non meramente improntata sui tagli lineari, ma che cerchi di intervenire in maniera più selettiva sulle spese improduttive in modo da avere un carattere non regressivo.
  Replicando infine a quanto affermato dal deputato Marcon, assicura che l'introduzione di ticket aggiuntivi da parte della regione Toscana è scongiurata, mentre tale regione va nella direzione di una riorganizzazione complessiva delle strutture sanitarie che garantirà notevoli risparmi di risorse a parità di servizi erogati.

  Edoardo FANUCCI (PD) esprime un giudizio complessivamente positivo sulla legge di stabilità, in primo luogo perché prosegue con sempre maggiore convinzione nella direzione di spostare la tassazione dai fattori produttivi alle rendite finanziarie. Al riguardo ritiene che vada apprezzato il fatto di non parcellizzare le risorse, destinandole a precisi e chiari interventi, quali la eliminazione della componente lavoro dalla base imponibile IRAP e l'esonero dalla contribuzione per le nuove assunzioni a tempo indeterminato.
  Per quanto riguarda le critiche sollevate con riferimento all'incremento della tassazione dei proventi dei fondi pensione, invita a considerare che il Governo ha preferito attuare tale incremento piuttosto che ridurre l'importo delle deduzioni fiscali previste dalla legislazione vigente a favore dei lavoratori che aderiscono alle forme di previdenza complementare.
  Si sofferma quindi sulla misura relativa al trattamento di fine rapporto in busta paga, evidenziando che si sarebbe stato preferibile prevedere una forma di tassazione più favorevole, ma esprimendo comunque nel complesso un giudizio positivo, poiché permetterà ai lavoratori di poter disporre di maggiori risorse per le Pag. 85proprie esigenze senza essere costretti a rivolgersi a istituti finanziari per reperire le stesse risorse.
  Giudica assai favorevolmente inoltre la stabilizzazione del cosiddetto bonus degli 80 euro, poiché, oltre all'impatto positivo che potrà avere per una ripresa dei consumi, favorisce soggetti a cui in passato sono stati chiesti numerosi sacrifici in termini di tassazione e quindi assume una valenza anche sul piano dell'equità.
  Per quanto riguarda le clausole di salvaguardia che potrebbero comportare un aumento dell'IVA e delle accise a partire dal 2016, invita a intravedere anche l'aspetto positivo di tali possibili aumenti fiscali, poiché costituiranno un pungolo che responsabilizzerà i soggetti interessati a raggiungere gli obiettivi di revisione della spesa, stabiliti in circa 15 miliardi di euro.
  Replicando alle considerazioni del deputato Galli sulla opportunità di misure più decise in materia di privatizzazioni da parte degli enti territoriali, rileva che l'attuazione della dismissione di società a partecipazione pubblica non sia perseguibile facilmente con mere previsioni legislative, come dimostrato da esperienze del passato, ma possa invece essere stimolata dai tagli ai comuni e alle regioni previsti dalla legge di stabilità, per circa 4 miliardi.
  Ritiene di grande importanza, inoltre, l'allentamento del patto di stabilità per i comuni per 1 miliardo di euro, in attuazione di un impegno preso con gli elettori, evidenziando che misura per metterà di effettuare investimenti ai comuni che hanno disponibilità di cassa.
  Esprime quindi apprezzamento per lo stanziamento di 1,5 miliardi di euro per gli ammortizzatori sociali, di cui si prevede peraltro una estensione ad ulteriori soggetti.
  In conclusione, auspica che l'impianto della legge di stabilità venga conservato e quindi che non venga snaturato a seguito dell’iter parlamentare, per aiutare il Paese a ripartire sul piano della crescita.

  Il viceministro Enrico MORANDO, premette che, per motivi di tempo, effettuerà alcune considerazioni di carattere generale, rinviando per la replica ad alcune questioni puntuali sollevate nel corso del dibattito al prosieguo dell'esame.
  Rileva che la vera novità rispetto al passato del disegno di legge di stabilità per il 2015 è quella di considerare in maniera sinergica tre livelli di intervento, cioè la politica fiscale, le riforme strutturali e la politica monetaria, naturalmente di competenza della BCE, mentre nel passato si erano considerate separatamente tali piani di intervento, ciò che ne aveva impedito la piena riuscita.
  In primo luogo, per quanto riguarda la politica di bilancio, giudica positivamente il risultato ottenuto a seguito della interlocuzione con le istituzioni europee, che permetterà una manovra espansiva pari allo 0,4 per cento del PIL. Rispetto ad un indebitamento netto tendenziale del 2,2 per cento, la manovra prevedeva misure espansive pari allo 0,7 per cento del PIL, per un indebitamento programmatico del 2,9 per cento. A seguito della interlocuzione con la Commissione europea, si è scesi quindi ad un indebitamento netto programmatico del 2,6 per cento, che in termini di misure espansive costituisce un risultato comunque apprezzabile, il massimo ottenibile nell'ambito del rispetto dei Trattati europei. Rileva che il risultato ottenuto rappresenti comunque un buon compromesso e, soprattutto, una discontinuità rispetto al passato. Si sarebbe potuto osare di più, ma a rischio di una rottura con le istituzioni europee, venendo considerati come un Paese che chiede un semplice sconto sulle regole e non una inversione di tendenza complessiva rispetto alla politica di austerità, troppo rigidamente perseguita trascurando la crescita e l'occupazione.
  Complementare a tale politica di bilancio è l'attuazione delle riforme strutturali, che proprio nel disegno di legge di stabilità vedono stanziate le risorse necessaria alla loro implementazione per un effettivo aumento della competitività e della crescita economica.
  La politica di bilancio espansiva e le riforme strutturali sono poi completate, in Pag. 86un quadro unitario teso ad innescare la crescita, dalla politica monetaria finalmente espansiva della BCE.
  Ritornando ai margini permessi sul piano della politica fiscale, rileva inoltre che il Governo italiano ha avviato la discussione in ambito europeo sul calcolo del prodotto potenziale, esprimendo perplessità sul considerare come dato di partenza la disoccupazione strutturale all'11 per cento.
  Condivide quanto affermato dal deputato Fanucci sulle clausole di salvaguardia relative all'aumento dell'IVA e delle accise a partire dal 2016. Per evitare che vengano attivate tali clausole, occorrerà attuare una revisione della spesa che aggredisca la componente della stessa che ha una minore incidenza sul prodotto. Giudica tale operazione non impossibile, dal momento che sono già riusciti ad attuarla alcuni Paesi, per esempio la Svezia e il Canada, che, anche a seguito di tale intervento, hanno ripreso a crescere.
  Ritiene che, al fine di effettuare una revisione della spesa che incida selettivamente solamente su quella con impatto minore sul prodotto, siano di aiuto non tanto provvedimenti legislativi, ma piuttosto mirati interventi di alta amministrazione responsabilizzando con incentivi e penalizzazioni gli apparati amministrativi centrali e periferici.
  Ricollegandosi alle considerazioni del relatore relative alla riduzione delle risorse a disposizione dei comuni e delle regioni, invita a considerare che la legge di stabilità elimina sostanzialmente la parte più problematica e criticata della disciplina del patto di stabilità interno, permettendo finalmente di effettuare investimenti agli enti che hanno disponibilità di risorse finanziarie. Ciò, a suo avviso, potrebbe attenuare le critiche sollevate con riferimento alla mancanza di adeguati stanziamenti per investimenti pubblici nella legge di stabilità.
  Per quanto riguarda le critiche sollevate dai rappresentanti degli enti territoriali con riferimento al fondo crediti di dubbia esigibilità, rileva che bilanci dei comuni più veritieri contribuiscono alla attendibilità di tali bilanci e alla comparabilità dei medesimi. Tuttavia manifesta a nome del Governo la disponibilità a discutere sulla previsione del disegno di legge di stabilità che prevede un impatto della revisione dei crediti di dubbia esigibilità pari al 50 per cento con riferimento al rispetto del patto di stabilità interno.
  Replicando a quanto affermato dal deputato Marcon riguardo all'errore di perseguire esclusivamente la riduzione della pressione fiscale, osserva che esistono Paesi ad elevata tassazione ed elevata spesa pubblica, come per esempio quelli scandinavi, che continuano a crescere. L'anomalia del nostro Paese, a suo avviso, è invece rappresentata dalla concentrazione della pressione fiscale sui fattori produttivi, cioè sul lavoro e sulle imprese, ciò che inevitabilmente si ripercuote sulla competitività e sulla crescita.
  Il merito del disegno di legge di stabilità è quindi quello di avviare un processo di riduzione della pressione fiscale sui fattori produttivi, con misure volte inoltre ad incentivare il rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Ricorda che si tratta di stanziamenti imponenti: 10 miliardi annui circa per il «bonus degli 80 euro», 7 miliardi annui circa per la eliminazione dalla base imponibile IRAP della componente lavoro a tempo indeterminato, dai 2 ai 4 miliardi annui circa destinati alla esenzione triennale dalla contribuzione per le nuove assunzioni a tempo indeterminato.
  Rileva che l'azione sinergica di nuove regole sul lavoro e degli incentivi di cui sopra, se entreranno in vigore dal 1o gennaio 2015, determinerà una svolta con un incremento notevole delle assunzioni a tempo indeterminato.
  Per quanto riguarda l'incremento della tassazione sui fondi pensione, prende atto dei rilievi critici, che il Governo terrà in considerazione, ma considera non esatto quanto affermato con riferimento al tasso di sostituzione tra retribuzione e pensione con il sistema contributivo, che non sarebbe del 50 per cento ma piuttosto almeno del 60 per cento se non del 70 per cento, nel presupposto di un percorso Pag. 87lavorativo privo di discontinuità. Pertanto respinge le affermazioni che disegnano scenari allarmistici quanto ai trattamenti pensionistici futuri, rilevando che il sistema previdenziale italiano, a suo avviso, rimane uno dei migliori in assoluto.

  Girgis Giorgio SORIAL, presidente, nel dichiarare concluso l'esame preliminare congiunto dei provvedimenti in oggetto, ricorda che, come stabilito dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, il termine di presentazione degli emendamenti è fissato per domani, venerdì 7 novembre, alle ore 13.
  A questo riguardo fa presente che, per quanto riguarda il disegno di legge di stabilità, il Governo si è impegnato a presentare emendamenti all'articolo 1 volti a ridurre l'entità dei saldi, in conformità della Relazione al Parlamento recante variazione alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014 (Doc. LVII, n. 2-ter), approvata dalla Camera dei deputati con risoluzione n. 6-00094, e a prevedere, conseguentemente, le occorrenti misure di riduzione delle spese o di aumento delle entrate consistenti, rispettivamente, nell'utilizzo delle risorse del Fondo per la riduzione della pressione fiscale di cui all'articolo 17, comma 19, del disegno di legge di stabilità per il 2015, e di quelle per il cofinanziamento dei fondi strutturali europei esentate dagli obiettivi di spesa delle regioni ai fini del patto di stabilità interno, di cui all'articolo 36, comma 6, numero 4), del suddetto disegno di legge, nonché nell'estensione del meccanismo dell'inversione contabile per l'IVA (reverse charge) al settore della grande distribuzione.
  Precisa che tutti gli emendamenti di iniziativa parlamentare che attingono alle risorse utilizzate dal Governo ai fini del miglioramento dei saldi saranno considerati ammissibili, in quanto tali risorse risulteranno formalmente disponibili fino a quando non saranno approvati gli emendamenti del Governo all'articolo 1, che provvederanno al citato miglioramento utilizzando le risorse stesse. È evidente, tuttavia, che gli emendamenti che attingono alle predette risorse saranno considerati formalmente preclusi una volta approvati i citati emendamenti governativi.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.20.