CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 29 luglio 2014
280.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Martedì 29 luglio 2014. — Presidenza del presidente Elio VITO. — Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Gioacchino Alfano.

  La seduta comincia alle 12.

Rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2013.
C. 2541 Governo.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2014.
C. 2542 Governo.

Tabella n. 11.
(Parere alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.

  Elio VITO, presidente, avverte che è pervenuta la richiesta affinché della seduta odierna sia data pubblicità mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone, pertanto, l'attivazione.
  Propone, quindi, di fissare il termine per la presentazione di emendamenti riferiti ai provvedimenti in titolo per le ore 18 della giornata odierna.

  La Commissione conviene.

  Vincenzo D'ARIENZO (PD), relatore, segnala, innanzitutto, il ritardo con cui il Rendiconto generale dello Stato è stato presentato in Parlamento, tenendo conto che la legge di contabilità e finanza pubblica del 2009 fissa il termine entro il mese di giugno. Il ritardo, unito ai termini ristretti entro i quali si dovrà riferire, possono indurre ad una valutazione frettolosa, da evitare stante la delicatezza del contesto economico finanziario del Paese.Pag. 75
  Rileva, quindi, con riguardo all'esame della spesa del Rendiconto generale dello Stato, che la relazione illustrativa evidenzia che tra le missioni che assorbono la maggior parte della spesa complessiva – sia in termini di competenza, sia in termini di cassa – figura anche la missione «Difesa e sicurezza del territorio». Si tratta come noto di risorse destinate ai programmi concernenti principalmente l'approntamento e impiego dei carabinieri per la difesa e sicurezza e la pianificazione generale delle Forze armate e approvvigionamenti militari.
  Con riferimento, invece, all'esame del rendiconto economico, sottolinea che, con riguardo ai soli costi propri (personale, beni di consumo, servizi e ammortamenti) sostenuti dai Ministeri nel 2013, si assiste ad una contenuta contrazione delle retribuzioni per effetto dei provvedimenti di contenimento della spesa pubblica intervenuti negli ultimi anni, dovuta, in particolare, a una riduzione per pensionamenti e mancati reintegri del personale del Ministero della difesa, nello specifico l'Esercito italiano e l'Arma dei carabinieri, e a una diminuzione del costo medio pro capite del personale di pubblica sicurezza.
  Pur condividendo le azioni che hanno contribuito nel processo di revisione della spesa pubblica e, quindi, della riduzione del peso di questa, non può non osservare che le scelte hanno depresso le capacità economiche e professionali dei militari rispetto alle quali sarebbe opportuno una decisa inversione di tendenza, così come risulta ben specificato dal Ministro della difesa, senatrice Pinotti, nella risposta all'interrogazione n. 3-00964 nel corso del question time del 23 luglio scorso.
  Con riguardo, invece, ai costi di gestione, segnala una contrazione di circa 505 milioni di euro, dovuta in gran parte alla riduzione dei costi per i beni di consumo del Ministero della difesa, imputabile principalmente all'Aeronautica militare (circa 98 milioni di euro) e alla riduzione dei costi per acquisto di servizi e utilizzo di beni di terzi, sempre da parte del Ministero della difesa (circa 284 milioni di euro), imputabile alle tre Forze armate sulle voci di costo relative alla manutenzione ordinaria e alla manutenzione di armi, armamenti e mezzi per la difesa.
  Ciò rileva la capacità e la volontà dell'Amministrazione militare di compartecipare agli sforzi che l'Italia sta portando avanti.
  Venendo ora ai dati contabili del conto consuntivo della spesa del Ministero della difesa per il 2013, segnala in primo luogo, che, tenendo conto degli impegni maturati nell'ultima parte dell'anno, esso reca previsioni definitive di competenza per complessivi 22.191,8 milioni di euro, con un incremento rispetto alle previsioni iniziali di circa 1.489,7 milioni di euro, pari al 7,19 per cento, e stanziamenti definitivi di cassa per complessivi 22.753,8 milioni di euro, con un incremento di circa 1.551,9 milioni di euro, pari al 7,32 per cento.
  Le più importanti variazioni di competenza interessano la Missione Difesa e Sicurezza del territorio, che ha registrato un incremento di 3.011,2 milioni di euro – peraltro corretto da una diminuzione di 1.532,1 milioni a carico della Missione Fondi da ripartire. Incrementi più contenuti risultano a carico dei Programmi Approntamento e impiego delle forze terrestri, 631,6 milioni, Approntamento e impiego delle forze navali, 254,6 milioni, Approntamento e impiego delle forze aeree, 135,2 milioni, Approntamento e impiego Carabinieri per la difesa e la sicurezza, 135,0 milioni, nonché del Programma Funzioni non direttamente collegate ai compiti di difesa militare, 80,3 milioni.
  In questo contesto va riflettuta la discrasia tra l'assegnazione previsionale e il rendiconto, rilevando che, se questa avesse carattere strutturale, occorrerebbe valutare per il futuro una maggiore corrispondenza tra l'esigenze imprescindibili e le risorse in previsione. Se, al contrario, si trattasse di interventi sopravvenuti nel corso dell'anno, occorrerà valutare la possibilità di interventi di sistema per affrontare le evenienze non programmabili. Osserva, inoltre, che aderire ex post alla mera copertura economica necessaria in Pag. 76un periodo temporale successivo, non consente la doverosa valutazione di merito, anche sulla stessa opportunità della spesa da affrontare.
  Segnala, inoltre, che gli impegni totali ammontano a 22.168,9 milioni di euro e rappresentano il 99,89 per cento delle previsioni definitive di competenza, mentre i pagamenti, che assommano a 22.075,9 milioni di euro, rappresentano il 97,02 per cento delle autorizzazioni di cassa, evidenziando, con riguardo all'impegno del Governo di soddisfare gli impegni economici maturati per il proprio fabbisogno, l'elevata capacità dell'Amministrazione della Difesa di far fronte agli obblighi maturati verso il privato.
  Osserva, poi, che, come emerge anche dalla Relazione della Corte dei conti sul Rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2013, a partire dall'esercizio finanziario 2008, il Ministero della difesa è stato interessato da riduzioni di disponibilità finanziare. Gli stanziamenti definitivi di competenza si sono, infatti, ridotti per il 5,6 per cento nel quadriennio 2009-2012 e per il 6,2 per cento nel quinquennio 2009-2013.
  A determinare tali riduzioni hanno, solo in parte, concorso le misure di riduzione della spesa di cui al decreto-legge n. 95 del 2012, che hanno prodotto effetti sulle dotazioni di bilancio della Difesa pari, in termini di riduzione, a 120,9 milioni di euro, nonché gli ulteriori effetti sul triennio 2013-2015 (365,5 milioni per il 2013, 510,8 milioni per il 2014 e 653,8 milioni per il 2015) in ottemperanza al disposto di cui alle norme attuative inserite nell'ambito della legge di stabilità 2013 ex articolo 7, comma 12, del richiamato decreto-legge n. 95 del 2012 e le misure di riduzione nell'ambito degli enti vigilati dalla Difesa, tra cui, in particolare, Difesa Servizi S.p.A. e l'Agenzia industrie difesa.
  Per il futuro, sebbene non ancora compiutamente rilevabili nell'assestamento 2014, contribuiranno anche le misure di revisione in senso riduttivo dello strumento militare previste dalla legge n. 244 del 2012 e dai relativi decreti legislativi attuativi, anche se la Corte dei conti ribadisce l'esigenza di una rivalutazione sui tempi dell'intero percorso attuativo, e di tener in conto che la citata legge n. 244 ha per primo obiettivo una redistribuzione interna delle risorse destinate allo strumento militare e non il contenimento della spesa, come evidenziato anche dal Commissario Cottarelli, e le misure di riduzione della spesa previste dall'articolo 8, comma 11 del decreto-legge n. 66, del 2014, che hanno rideterminato i programmi di investimento pluriennale per la difesa nazionale in maniera tale da conseguire riduzioni di spesa – in termini di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni – pari a 400 milioni di euro per l'anno 2014, ponendo a carico dell'Amministrazione della Difesa il 57,1 per cento dei risultati di riduzione che si intendono conseguire nel corso del 2014.
  Con riguardo, invece, ai singoli programmi delle diverse missioni del Ministero della difesa, la Corte dei conti ha osservato che i programmi di armamento della Difesa sono articolati al proprio interno in una pluralità di destinazioni per l'acquisizione di sistemi d'arma e per il finanziamento di progetti ritenuti strategici per la piena efficacia dello strumento militare. Peraltro, è stato anche evidenziato che «la concentrazione delle spese per l'approvvigionamento degli armamenti in un unico programma di spesa non consente un'agevole riconducibilità delle spese sostenute dalle singole Forze armate ai rispettivi programmi di spesa. Ciò, quindi, affievolisce l'immediata leggibilità delle poste riferibili alle diverse componenti organizzative dello strumento militare».
  In ogni caso, appare opportuno valutare un meccanismo contabile in grado di consentire un'agevole lettura dei dati contabili e, soprattutto, la tempestiva riconducibilità ai vari programmi in essere.
  Per quanto concerne, poi, il programma relativo allo sviluppo e al sostegno del velivolo Joint Strike Fighter la relazione dà conto del fatto che le poste finanziarie previsionali allocate sul programma negli esercizi finanziari 2015 e 2016 sono rispettivamente pari a 644,3 Pag. 77milioni di euro e 735,7 milioni di euro. Viene, altresì, osservato che a seguito delle attività di contenimento della spesa pubblica avviate dal Governo italiano a partire dal 2011, il Ministro della difesa ha determinato la riduzione dei velivoli italiani da acquisire da 131 a 90, suddivisi in 60 CTOL per l'Aeronautica militare e 30 STOVL equamente distribuiti tra Marina e Aeronautica militare. Ad oggi, rileva la Corte, sono stati posti in essere contratti per l'acquisizione di 3 velivoli CTOL nel lotto di produzione Low Rate Initial Production 6 (LRIP 6 – consegne 2015-2016) e 3 velivoli CTOL nel lotto di produzione LRIP 7 (consegne 2016). Inoltre sono stati posti in essere contratti per l'acquisizione dei soli componenti a lunga lavorazione (long lead items) per i lotti LRIP 8 e LRIP 9 (consegne, per entrambi, nel 2017).
  Per quanto concerne, infine, i ritorni industriali, la relazione riporta quanto riferito a questo riguardo dall'Amministrazione della Difesa secondo la quale il ritorno occupazionale correlato al Programma F35 era inizialmente stimato intorno ai 10.000 posti di lavoro (studio di Finmeccanica 2008), comprensivi sia di produzione industriale sia di supporto tecnico/logistico. In seguito alla riduzione da 131 a 90 velivoli, da una indagine svolta con le industrie di settore, il ritorno occupazionale diretto (attività delle filiere produttive di beni e servizi che soddisfano le commesse) è stimato tra i 3.700 ed i 6.900 posti di lavoro comprensivi, sia di produzione industriale sia di supporto tecnico/logistico del sistema d'arma.
  La questione appare di notevole interesse, tenuto conto che l'indagine conoscitiva sui sistemi d'arma destinati alla Difesa in vista del Consiglio europeo del dicembre 2013, conclusa nel maggio scorso, aveva accertato che «lo schema di accordo non offre sicure garanzie, dal punto di vista della qualità e del valore, sul piano di ritorni industriali e occupazionali significativi in quanto tali ritorni vengono fatti dipendere dalla «capacità che avremo di utilizzare le infrastrutture create per attrarre la manutenzione» e buona parte delle maestranze impiegate per l’F35 saranno sottratte all’Eurofighter».
  In ogni caso va osservato che le previsioni future dovranno necessariamente tener conto delle volontà espresse nell'indagine conoscitiva circa la quantità di velivoli da acquisire nonché delle considerazioni che saranno svolte nel Libro Bianco della Difesa in fase di approntamento.
  Passa, quindi, a illustrare il disegno di legge di Assestamento del bilancio per il 2014, che contiene sia per lo stato di previsione dell'entrata, sia, per ciascuno degli stati di previsione dei ministeri di spesa, le proposte di variazione degli stanziamenti di bilancio in termini di competenza e di cassa.
  Segnala, innanzitutto, che, come esplicitato nella relazione illustrativa, le variazioni disposte con il disegno di legge di assestamento, ancorché rilevanti rispetto alle previsioni, risultano coerenti con il rispetto dei saldi di finanza pubblica indicati nel Documento di Economia e Finanza 2014 presentato ad aprile scorso.
  In termini di competenza, l'incremento del saldo netto da finanziare che si determina nelle previsioni assestate, al netto delle regolazioni debitorie e contabili, sconta, in presenza di una importante riduzione della spesa per interessi, sia una riduzione delle entrate finali, per complessivi 524 milioni di euro, principalmente ascrivibile alle entrate tributarie (- 3.506 milioni), sia un aumento delle spese finali, per 2.750 milioni, ed in particolare di quelle in conto capitale.
  Svolge, quindi, una considerazione in merito, rilevando che, se le spese in conto capitale in questione sono riferibili a contratti pluriennali e/o comunque conosciuti/e da tempo, occorre una riflessione sulle previsioni iniziali in modo che in futuro ci sia una maggiore corrispondenza.
  Per quel che concerne, invece, la proposta di aumento della dotazione di competenza della spesa corrente, segnala che essa è principalmente legata ai consumi intermedi (+428 milioni), il cui aumento è destinato anche a finanziare, per circa 60 Pag. 78milioni di euro, l'operazione «Mare nostrum», riguardante l'emergenza umanitaria determinatasi nello Stretto di Sicilia dovuta all'eccezionale afflusso di migranti.
  Con riferimento invece alle spese in conto capitale, la relazione illustrativa evidenzia, tra l'altro, che l'incremento delle dotazioni di cassa è relativo anche al programma FREMM (80 milioni). A tal proposito, si avvalora quanto detto in precedenza sulla preconoscenza delle spese in conto capitale.
  Passando all'esame specifico dello stato di previsione del Ministero della difesa per il 2014, ricorda che nella legge di bilancio 2014 (legge n. 148 del 2013) gli stanziamenti in termini di competenza erano pari a 20.312,3 milioni di euro (17.084,4 per spese correnti e 3.227,8 in conto capitale) e 20.670,1 milioni in termini di cassa (17.421,6 per spese correnti e 3.248,5 in conto capitale).
  La consistenza presunta dei residui al 1o gennaio 2014 era valutata in 3.559,17 milioni di euro; conseguentemente la massa spendibile (competenza più residui) risulta pari a 23.871,4 milioni e il coefficiente di realizzazione è pari all'86,59 per cento.
  Pertanto, pur evidenziando l'elevata capacità di realizzazione dei programmi previsti, ritiene che sia opportuno fare una valutazione delle cause endogene/esogene delle difficoltà riscontrate.
  Il disegno di legge di assestamento del bilancio, come detto, interviene sulle previsioni iniziali sia per l'incidenza di atti amministrativi intervenuti nel periodo gennaio-maggio 2014, che hanno già prodotto i loro effetti sulle poste di bilancio, sia per le variazioni contenute nel disegno di legge in esame. Per effetto sia delle variazioni intervenute in dipendenza di atti amministrativi, sia di quelle proposte con il disegno di legge in esame, le previsioni assestate di competenza risultano adesso pari a 20.355 milioni di euro. Le autorizzazioni di cassa, dopo l'assestamento di bilancio, ammontano invece a 20.616,1 milioni. Essendo i residui al 31 dicembre pari a 3.868,7 milioni di euro, la massa spendibile corrisponde quindi a 24.223,7 milioni, e conseguentemente il coefficiente di realizzazione passa dall'86,59 per cento all'85,1 per cento.
  Le variazioni complessive ammontano quindi a +587,3 milioni di euro per le previsioni di competenza, di cui 396,8 milioni per atto amministrativo e 190,5 milioni per variazioni proposte dal disegno di legge e a +530,3 milioni di euro per le autorizzazioni di cassa, di cui 396,8 milioni di euro per atto amministrativo e 133,5 milioni di euro per variazioni proposte dal disegno di legge.
  In particolare, evidenzia che le variazioni già introdotte in bilancio, e pertanto non soggette ad approvazione parlamentare – in merito si ritiene utile una comunicazione delle sopravvenienze che determinano difformità rispetto alle previsioni – hanno determinato complessivamente un aumento di 396,83 milioni di euro delle previsioni di competenza, e un medesimo incremento di 396,83 milioni di euro delle autorizzazioni di cassa e hanno riguardato, principalmente, il fondo per le missioni internazionali (+268,5 milioni di euro). Peraltro, le variazioni di competenza per atto amministrativo hanno riguardato quasi interamente le spese di parte corrente (335,02 milioni di euro).
  Quanto alle variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento, la manovra proposta con il disegno di legge di assestamento 2014 prevede, per lo stato di previsione del Ministero della difesa, un aumento di 190,5 milioni di euro delle previsioni in termini di competenza e un aumento di 133,5 milioni delle autorizzazioni di cassa. Il complesso delle variazioni apportate dal disegno di legge di assestamento incrementa, dunque, il volume dei residui di 309,6 milioni di euro rispetto alla valutazione iniziale, ripartiti tra parte corrente e conto capitale in ragione, rispettivamente, di +183,05 milioni e +126,54 milioni.
  Conferma, quindi, quanto detto riguardo alla doverosa corrispondenza tra previsione e rendiconto 2013, nonché tra previsione e assestamento 2014, sulla base degli elementi fattuali conosciuti ante redazione del bilancio previsionale. Pag. 79
  In conclusione, alla luce di quanto evidenziato, preannuncia l'intenzione di presentare relazioni favorevoli sui provvedimenti, che potranno registrare i chiarimenti del Governo e degli ulteriori elementi di valutazione che dovessero emergere durante il dibattito.

  Gianluca RIZZO (M5S), riservandosi di intervenire nella successiva seduta, preannuncia l'intenzione di presentare proposte alternative di relazioni.

  Il sottosegretario Gioacchino ALFANO ringrazia il relatore per l'ampia ed esaustiva esposizione dei provvedimenti in esame, concordando sull'esigenza che tra la programmazione ed i risultati del bilancio consuntivo non debbano riscontrarsi eccessive discordanze.
  Segnala, tuttavia, a giustificazione del ritardo e delle discrasie evidenziate dal relatore, che i disegni di legge in titolo riguardano l'attività sia del precedente Governo, sia dell'Esecutivo in carica e che tali atti servono per svolgere importanti valutazioni anche sui residui della gestione e non solamente confronti tra le singole poste di bilancio.

  Vincenzo D'ARIENZO (PD), relatore, condivide le considerazioni svolte dal sottosegretario Alfano, evidenziando di aver mosso rilievi propositivi in vista di un perfezionamento dei principi afferenti alla redazione dei documenti contabili e non sul merito dei provvedimenti per i quali ha manifestato, invece, un orientamento favorevole.
  Auspica, quindi, che in futuro non si debba più assistere alla pianificazione di riduzioni sui bilanci di previsione che, successivamente, vengono di fatto corrette attraverso i vari provvedimenti di assestamento.

  Elio VITO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 12.25.

RISOLUZIONI

  Martedì 29 luglio 2014. — Presidenza del presidente Elio VITO. — Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Gioacchino Alfano.

  La seduta comincia alle 12.25.

7-00365 Duranti: Sull'attuazione del Piano Brin.
(Discussione e rinvio).

  Elio VITO, presidente, segnala che è pervenuta la richiesta affinché della seduta odierna sia data pubblicità mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  Donatella DURANTI (SEL) illustra la risoluzione di cui è la prima firmataria, evidenziando che essa è stata presentata al fine di sollecitare il completamento del cosiddetto Piano Brin per l'ammodernamento degli Arsenali della Marina militare di Taranto.
  Dopo aver sottolineato che tale complesso rappresenta un patrimonio da salvaguardare nell'interesse generale, sia per l'importanza che riveste quale struttura strategica di supporto delle Forze armate navali, sia per la rilevanza che assume nei confronti delle comunità locali e del territorio pugliese in qualità di importante realtà socio-economica, traccia una breve cronistoria del Piano stesso che nasce, nel 2006, come tentativo di ammodernamento e di messa a norma degli Arsenali e degli stabilimenti di lavoro, cercando di associare all'adeguamento ed alla ristrutturazione delle infrastrutture e degli impianti un razionale e funzionale accorpamento delle lavorazioni.
  Inoltre, ricorda che era stato inizialmente previsto un piano energetico complessivamente composto da 16 progetti, per un importo di circa 500 milioni di euro.Pag. 80
  Evidenzia, quindi, come, negli anni passati, la progressiva e regolare riduzione dei fondi destinati all'esercizio nel bilancio della Difesa abbia portato ad una situazione di degrado delle infrastrutture degli Arsenali, cui si è aggiunta un'altra problematica legata al blocco del turn over, con un innalzamento dell'età media dei dipendenti che ormai si attesta oltre i 53 anni.
  Si sofferma, poi, sulle numerose criticità che hanno compromesso il rispetto della tabella di marcia inizialmente prevista, pregiudicando anche i lavoratori delle ditte private aggiudicatarie di appalti, spesso costrette a dover ritardare la liquidazione delle spettanze per le opere già effettuate o a subire le procedure per la dichiarazione dello stato di fallimento a causa dei ritardati pagamenti e del procedere a rilento delle nuove opere.
  Segnala, quindi, di aver potuto prendere contezza di questo anche nel corso della missione presso l'Arsenale di Taranto svolta, insieme al vicepresidente Artini, nello scorso mese di novembre, toccando con mano lo stato di lento avanzamento dei lavori e apprendendo dagli stessi rappresentanti sindacali delle maestranze incontrate le enormi difficoltà e i disagi subiti nel corso degli anni dai lavoratori, siano essi dipendenti dell'Arsenale o lavoratori privati.
  Nell'evidenziare, infine, come dalla vicenda emergano responsabilità imputabili direttamente alla Marina militare in merito ai mancati controlli sulle ditte e sulla situazione di stallo nelle procedure per l'avanzamento dei lavori del Piano, ritiene necessario che si apra al più presto un tavolo istituzionale, e non solo di tipo tecnico, cui invitare anche i rappresentanti delle parti interessate e delle comunità locali, nonché svolgere adeguati approfondimenti sullo stato di avanzamento di lavori, anche al fine di dare un nuovo impulso alla loro conclusione e accertare le responsabilità che hanno determinato i citati rallentamenti.

  Il sottosegretario Gioacchino ALFANO manifesta la volontà del Governo di individuare possibili rimedi alle problematiche evidenziate nella risoluzione dell'onorevole Duranti e, per tale ragione, dopo aver depositato una nota di risposta ad alcune questioni da essa sollevate nella parte motiva e una presa di posizione sul dispositivo (vedi allegato), auspica di potere disporre di ulteriori tempi per la valutazione della risoluzione in titolo. Ritiene, infatti, necessario svolgere adeguati approfondimenti sugli impegni che il Governo potrà assumere, non potendo esprimere una piena condivisione sull'attuale formulazione del dispositivo.
  Quanto al dispositivo, reputa doveroso accertare dove risiedono, in un procedimento, le disfunzioni che ne compromettono 1'esito favorevole, ma ritiene che il tavolo istituzionale non sia la sede adeguata per avviare un'indagine. Ritiene, pertanto, che la risoluzione possa essere accolta, a condizione che il dispositivo venga riformulato nel seguente modo: «ad aprire un tavolo istituzionale con le parti interessate volto ad approfondire le principali problematiche riguardanti l'applicazione della normativa in materia di lavori pubblici, le tempistiche e i vincoli da rispettare, nonché i ritardi dovuti alla riduzione dei termini per la perenzione dei fondi e le conseguenze sull'andamento dei lavori e sulle imprese partecipanti».
  Quanto all'utilizzo dell'Arsenale militare anche per esigenze di produzione esterne, rammenta che nell'ordinamento militare è già previsto l'istituto della permuta e che il Dicastero sta valutando di delegare all'apposita società di servizi per la Difesa la gestione di alcune produzioni per rendere più efficiente il complesso e recuperare risorse.

  Donatella DURANTI (SEL), nel ringraziare il sottosegretario Alfano per gli elementi forniti alla Commissione, concorda sulla necessità di procedere ad un approfondimento che possa portare a una riformulazione ampiamente condivisibile.
  Sottolinea, quindi, che l'obiettivo comune è quello di rilanciare l'Arsenale di Pag. 81Taranto e di fare chiarezza su quanto accaduto in questi ultimi anni, ribadendo che è importante estendere la manutenzione anche al naviglio civile e che è necessario capire le cause dei ritardi e della mancata attuazione del Piano Brin.

  Elio VITO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 12.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è svolto dalle 12.45 alle 12.55.

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